Pagelle Milan-Lazio 3-1

Etrit Berisha: 4 Indifendibile sul primo gol, sia per l'indecisione "esco, non esco" sia per la pessima copertura della porta sulla conclusione, di per sé sciagurata, di Honda.
Dušan Basta: 5.5 Decisamente meglio in attacco, dove però vanifica un paio di spunti dimenticando che si può tirare di prima intenzione. Da rivedere, ma almeno vive e combatte.
Lorik Cana: 5 La splendida assenza sui primi due gol dipende anche da un dato positivo: è l'unico che tenta di accorciare la voragine fra i reparti, e se perde completamente la posizione non è solo colpa sua. Viene l'atroce dubbio che non sia lui l'anello debole della linea difensiva.
Stefan de Vrij: 4.5 Debutto-choc per l'insensato approccio con cui contrasta El Shaarawy sull'1-0. Timidi segnali di ripresa con qualche iniziativa in avanti, alla quale manca la precisione.
Ştefan Daniel Radu: 4 Un giocatore della sua esperienza non può spendere un'ammonizione, condizionando l'intera prestazione, in quel modo. Impreciso in quasi tutto.
Lucas Rodrigo Biglia: 4 Entra in partita solo nella trequarti avversaria e quando ha non meno di 5-6 compagni nel raggio di pochi metri. Inesistente quando la gara non passa dalle sue parti. Così non serve a nulla.
Marco Parolo: 4 Fa un po' di tutto, ma con la qualità e la personalità di un giocatorino da Cesena: al punto da cincischiare, tremando letteralmente, su un paio di conclusioni potenzialmente interessanti. E il fatto è che, a giudicare dal suo coinvolgimento nella manovra, Pioli sembra voler costruire parecchio su di lui.
Senad Lulić: 3 La voglia e la concentrazione di uno scolaretto che si è visto assegnare come compito a casa la lettura integrale di Guerra e pace. La voglia, soprattutto, di prenderlo a pedate.
Antonio Candreva: 4 Con lo scandaloso rigore del 3-0, Tagliavento lo salva dall'esecuzione sul posto: sorte inevitabile se il 2-2 fosse sfumato causa un penalty calciato in quel modo. Qualcuno gli spieghi che, se Bayern e Barcellona non sono venuti alle mani per accaparrarselo, è anche per via di certi atteggiamenti.
Keita Baldé Diao: 3 Il nulla. Che si tratti di complesso di San Siro o di scarsa voglia, occorre intervenire. Subito.
Miroslav Josef Klose: 3 Dai movimenti che gli chiede, la squadra sembra averlo rigettato a favore del suo erede serbo. Di suo intercetta un cross che, fosse giunto sul secondo palo, avrebbe potuto creare qualche pericolo.
Filip Đorđević: 6.5 Il gol è di Alex, ma lui butta nella mischia fisico, personalità e una percezione chiarissima di dove sia la porta. Interessante, soprattutto se rifornito di cross decenti.
Felipe Anderson Pereira Gomes: 5 Fa quasi tenerezza, tanto appare leggerino e inadeguato anche quando tenta di darsi da fare. Meno abulico rispetto all'anno scorso, se non altro.
Stefano Mauri: 6 Nel 2014 c'è ancora bisogno di lui per tirare in porta. Complimenti, soprattutto agli altri.

Stefano Pioli: 3 Una squadra senza senso, in particolare per le distanze inconcepibili fra i reparti: se ne rende conto, ma a partita già compromessa e dopo un primo tempo vergognoso.
Ne derivano tre gol da una sorta di Verona di Mandorlini più scarso: una provinciale combattiva, ma da liquidare senza sbattersi troppo, perlomeno se si punta a qualcosa di diverso dal nono posto.
E la cosa più grave è la sensazione che buona parte del lavoro svolto sinora, da cui deriva la formazione di oggi, sia da buttare nel cestino.