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Spagna 2014 - Mondiali di Basket

Ultimo Aggiornamento: 20/12/2016 21:04
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16/09/2014 09:18

Re:
_Sir_, 15/09/2014 21:20:

E' stato un mondiale secondo me abbastanza istruttivo sui rapporti tra basket europeo e basket d'oltreoceano. Team USA si è presentato con una squadra inferiore alle aspettative e che all'inizio non convinceva molti, me compreso, ma alla fine ha lanciato un messaggio forte. Ora, i tavcariani più irriducibili (ed anche i boniani, visto che pure in questi mondiali il buon Marione ha perso una buona occasione per stare zitto ma pare che a molti continui a piacere) avranno gioco facile a dire "eh, vabbè, ok, ma con questi punteggi". No, la cosa importante non sono i punteggi. Il punto non è che hanno dominato. Il punto è l'atteggiamento con cui sono scesi in campo nelle ultime partite, con l'umiltà e l'aggressività di chi non aspetta che gli consegnino la medaglia per diritto di nascita ma vuole andarsela a prendere. In questo modo sono stati in grado, pur senza nomi di eccellenza assoluta, di costruire una squadra molto equilibrata, unita e che pian piano ha assunto un'identità più marcata rispetto al passato, con ognuno al suo ruolo. La partita di ieri non avrà offerto molti spunti, ma la reazione americana alla sfuriata serba dei primi 5 minuti è stata secondo me un momento, seppur breve, di grande pallacanestro e di grande sport. Il messaggio è: se giocano con quella testa lì, possono portare anche gente meno talentuosa ma non li batti. E questo secondo me dovrebbe far riflettere quelli, sempre più numerosi a giudicare da quel che si legge sul web, che hanno la celeberrima trave nell'occhio e fanno finta di nulla, accodandosi al Tavcar o al Boni di turno più che altro, mi pare, perchè fa figo. Ora, sui i gusti non si discute, se l'NBA non piace pazienza, se ti stanno antipatici i giocatori lo capisco benissimo, ma non vedo come sia possibile che un appassionato di basket, e a maggior ragione uno che dovrebbe essere un giornalista del settore, non si interessi di quanto accade in America e lo sottovaluti. Sarebbe come uno che dice "sì, seguo il tennis assiduamente, a parte Federer, Nadal e Djokovic che non mi interessano tanto. Sì, bravi, ma non sono poi granchè".

Senza contare poi alcune questioni tecniche che sono emerse. Faried, giocatore di seconda ma anche di terza fascia di là della pozza, zero tecnica, salta e basta, stoppa ma non difende sull'uomo; qui era tra i professionisti migliori del mondo e sembrava un adulto tra i ragazzini. Cousins, non ha testa, in difesa è un telepass, si è imposto su entrambi i lati del campo ogni sera. Irving, non è un playmaker, non è un leader, non è pronto, ha mostrato lucidità e le proverbiali palle cubiche dal primo giorno. Prospettiva, gente, prospettiva. Non può essere sempre e solo un discorso di banale atletismo, non sono i 100 metri e le regole del gioco sono uguali per tutti.




Da incorniciare.
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