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La Lazio e la "media storica": analisi delle ultime 26 stagioni in A

Ultimo Aggiornamento: 03/09/2014 15:12
29/08/2014 15:55
 
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"Dunque… Dove […] eravamo […] rimasti?" (cit.)

Son felice di ritrovarvi e prendo in prestito, indegnamente, le parole con le quali in un’occasione ben più importante un Grande italiano commentò la sua rentrée. Il nick che ho scelto vi suonerà astruso ma la verbosità del mio intervento e una prosa dall’incedere talvolta lutulento non legittimerà dubbio alcuno su chi si celi dietro all’ineffabile nickname di Sir Arthur Pusey-Hamilton, MBE (Member of the Order of the British Empire).

Per esordire in "Lazio Few" mi piacerebbe avviare con voi il dibattito su una vexata quaestio, fonte di tanti fraintendimenti nelle discussioni tra laziali circa le prospettive della Nostra: la media storica dei piazzamenti della Lazio.

Ma partiamo dalla fine, con una notazione statistica: il 31 agosto 2014 inaugureremo la 27esima stagione consecutiva in Serie A. Una serie migliore, tra le 20 partecipanti al corrente campionato, la possono vantare solo tre club: ovviamente l’inter, mai retrocessa dall’istituzione del Girone Unico nella stagione 1929-30, e a seguire la roma (che gioca senza soluzione di continuità nella massima serie dal 1952-53) e il milan (sempre presente in A dal 1983-84).

Meglio di questi quattro club non ha fatto nessuno, visto che dal campionato 1988-89 (inizio della serie attuale della Lazio in A) sono nel corso degli anni retrocessi sul campo o per decisione della giustizia sportiva club titolatissimi come torino, bologna, fiorentina, napoli, sampdoria e juventus, per citare le altre maggiori società che assieme a inter, Lazio, milan e roma costituiscono il gruppo delle ‘magnifiche dieci’ del calcio italiano, ovvero i club che vantano il maggior numero di partecipazioni agli 83 campionati disputati nella massima serie dall’istituzione del Girone unico (al primo posto l’inter con 83 partecipazioni, decima la sampdoria con 58. La Lazio è sesta con 72 partecipazioni, dopo la fiorentina [77] e prima del torino [71]).

Oltre un quarto di secolo. Beh, un intervallo assolutamente significativo, sufficiente per stilare un bilancio. Nelle passate 26 stagioni sportive la Lazio ha conquistato 11 dei 13 trofei maggiori che nobilitano il suo palmares: 1 Scudetto, 5 Coppe Italia, 3 Supercoppe Italiane, 1 Coppa delle Coppe e 1 Supercoppa Europea.

Ma oltre alla vittorie, che tanto ci hanno gratificato, è allo stesso tempo opportuno ricordare alcuni piazzamenti di tutto rispetto, conseguiti tanto in Italia che in Europa: secondo posto in campionato a pari merito (1994-95) e secondo posto assoluto (1999); finale di Coppa Uefa (1997-98) e semifinale di Coppa Uefa (2002-2003). Se vogliamo, forse estremizzando un po’, censire anche le volte in cui siamo finiti tra le prime otto di una competizione continentale vanno citati i quarti di finale di Coppa Uefa del 1994-95, i quarti di finale di Champions League del 1999-2000 e i quarti di finale di Europa League del 2012-13.

Sempre restando in Europa, meritano senza dubbio menzione le 17 qualificazioni alle competizioni Uefa raggiunte in 26 stagioni, con 12 ininterrotte qualificazioni tra 1992-93 e 2003-04 (7 alla Coppa Uefa, 1 alla Coppa delle Coppe e 4 alla Champions League [in due casi passando per i preliminari]) e altre 5 qualificazioni tra 2004-05 e 2012-13 (4 in Europa League, in due casi per effetto della vittoria nella Coppa nazionale, e una in Champions League via preliminari). Purtroppo la bella performance in campionato del 2005-06, con sesto posto sul campo e relativa qualificazione alla Coppa Uefa 2006-07, non può essere annoverata nella statistica alla luce della riscrittura della classifica in conseguenza della vicenda Calciopoli.

Quest’ampia fase di ininterrotta partecipazione alla Serie A, avviata oltre un quarto di secolo fa e tuttora in corso, è senza dubbi di sorta il miglior periodo della storia della Lazio dall’istituzione del Girone unico. Non solo e non tanto per il fatto che sono 27 stagioni che la Lazio è presente nella massima serie (‘primato’ che, come rilevato all’inizio della discussione, è superato da tre sole altre società italiane) ma per il modo con cui la Lazio è presente nel calcio che conta.

Chiusa la terribile parentesi degli anni Ottanta, dopo il ritorno in A all’epoca della Presidenza Calleri la Lazio si è via via ritagliata, a partire dal 1988-89, un ruolo di assoluta protagonista nel calcio italiano. Senza considerare le tre storiche grandi (juventus, inter e milan), che assieme hanno conquistato 21 campionati (+ 1 revocato alla juventus) nelle ultime 26 annate (juventus 8, milan 7, inter 6, di cui uno assegnato d’ufficio dalla Figc), nell’intervallo considerato la Lazio è la squadra italiana che si è aggiudicata il maggior numero di trofei (11). Tra i club di seconda fascia, dunque, risulta la più vincente dell’ultimo quarto di secolo.

Questa particolare ‘classifica’ vede subito dopo la Lazio il parma (capace di aver costruito dal 1990 in poi, anno del debutto in A, un nobilissimo palmares, forte di 1 Coppa delle Coppe, 2 Coppe Uefa, 1 Supercoppa Europea e, in patria, 3 Coppe Italia e 1 Supercoppa Italiana: in totale 8 trofei ma le quattro vittorie in competizioni Uefa per certi versi potrebbero far pendere la bilancia dal lato dei ducali. Cui, tuttavia, manca il Tricolore), quindi la roma (1 Scudetto, 3 Coppe Italia e 2 Supercoppe italiane: 6 trofei), il napoli (1 Scudetto, 1 Coppa Uefa, 2 Coppe Italia e 1 Supercoppa Italiana: 5 trofei, ma con la Supercoppa Italiana 2014 ancora da disputare), la sampdoria (1 Scudetto, 2 Coppe Italia, 1 Supercoppa Italiana, 1 Coppa delle Coppe: 5 trofei), la fiorentina (2 Coppe Italia e 1 Supercoppa Italiana: 3 trofei) e infine torino (1 Coppa Italia) e vicenza (1 Coppa Italia).

È chiaro che ogni serie storica il cui inizio non sia univocamente riconosciuto come momento ‘zero’ (ad esempio la stagione 1929-30, primo campionato a girone unico della Serie A) è una costruzione arbitraria. Ma ritengo che prendere in esame il periodo in cui la Lazio è tornata in A, ossia dal 1988-89 in poi, e mettere a confronto i trionfi biancocelesti con le performance degli altri club che hanno vinto qualcosa nello stesso intervallo sia del tutto legittimo sulla base della considerazione che, a parte rarissime eccezioni (Vado Ligure nel 1922 e Napoli nel 1961-62), da sempre solo club italiani di Serie A sono stati in grado di primeggiare in competizioni nazionali che non fossero il massimo campionato (la Coppa Italia, di fatto) e, a maggior ragione, europee. Ecco dunque che la Lazio è stata messa non indebitamente a confronto, nel periodo tra il 1988-89 e il 2013-14, con gli unici competitor - gli altri club di A - di analogo livello, almeno relativamente alla comune appartenenza alla massima serie.

Termino le mie riflessioni chiudendo idealmente il cerchio e tornando allo spunto iniziale. Ci apprestiamo a vivere la 27esima stagione consecutiva in A, come detto. E se è vero che nella nostra storia abbiamo fatto di meglio (29 stagioni consecutive in A tra il 1929-30 e il 1960-61, intervallate dal campionato misto di A-B nella stagione 1945-46: una serie purtroppo manchevole di due anni per l’occupazione nazista del Centro-Nord Italia nel periodo settembre 1943-aprile 1945, con conseguente sospensione dell’attività calcistica), è pur vero che il traguardo dei 30 anni consecutivi si avvicina e dovrebbe essere conseguito entro il 2018 a meno di non paventabili, ad oggi, sciagure sportive nelle prossime tre stagioni. Sarebbe un record senza precedenti, per la Lazio, in quasi 90 anni di Serie A.

Un club di Serie A, che si qualifica alle Coppe Europee mediamente due anni ogni tre e che vince frequentemente, magari non sempre trofei di primissimo piano (Scudetto o Coppe Europee) ma comunque vince.
Questa è LA DIMENSIONE della Lazio attuale e confermarci su questo livello deve essere, a mio avviso, l'obiettivo irrinunciabile della nostra Dirigenza. Oggi come pure negli anni a venire.
[Modificato da Sir Arthur Pusey-Hamilton 29/08/2014 16:01]

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Post: 1.588
29/08/2014 18:14
 
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Oh, grandissimo! Commenterò dopo un'attenta lettura.

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Post: 1.694
02/09/2014 11:17
 
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Bellissimo post dell'ottimo Sir Arthur.

Quanti ricordi sono riemersi. Per esempio, le 3 Coppe internazionali del Parma. Le avevo rimosse. Cioè, mettendomici a pensare le avrei calcolate correttamente, ma così d'acchito, pensare che ne abbiano vinte 3, beh, l'avevo quasi rimosso.
Coppe vere, concrete, quando quelle competizioni erano belle toste. Affrontavi le seconde, le terze, le quarte dei campionati più importanti. Per vincere una di queste coppe potevi essere costretto a far fuori squadre che oggi solo a nominarle te cachi sotto.

Tra l'altro, il Parma perse anche una finale, con l'Arsenal. E fummo contenti perché, se vi ricordate, se il Parma avesse vinto quella finale, la roma sarebbe stata ripescata per un posto in Coppa Uefa. Era il primo anno di Mazzone. E invece se la presero 'ndercù, come si confà alla loro biografia.

Passando a noi, beh, credo, invece, che partire dal 1988-'89 possa essere un criterio meno arbitrario di quello che possiamo pensare.
E' infatti, il primo anno della reintroduzione di un girone a più di 16 squadre.
Quindi, la "decorrenza", possiamo dire che viene individuata da quando il campionato prevede la presenza di un numero più nutrito di compagini.

Comunque, davvero bello il tuo post. Una gran bella sintesi di storia. Mo' me lo rileggo di nuovo anche per togliere via qualche calcinaccio che ho ancora sulle spalle dopo la sconfitta di Milano...
[Modificato da cuchillo76 02/09/2014 11:18]

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Post: 15
02/09/2014 12:32
 
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Ottimo, Sir Arthur. La tua indagine matematica fa giustizia dell'argomento principe invocato da chi è pronto a giustificare una (eventuale) Lazio di basso cabotaggio, ovvero: "La storia della Lazio è stata prevalentemente di stagioni di profilo mediocre. Pretese di stare in paradiso non ci competono".

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Post: 2.725
02/09/2014 15:04
 
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Benvenuto! Anch'io mi riservo di commentare dopo un'attenta lettura che certamente il post merita :-)

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Post: 1.588
02/09/2014 16:40
 
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Commento terra terra e banalotto. Sono sempre le risorse a determinare la dimensione e gli obiettivi di una società di calcio e le aspettative dei relativi tifosi.
Altrimenti come puoi spiegare il biennio 1998-2000 che ha irrobustito la nostra bacheca più degli altri 112 anni di vita?

In questo momento storico, con la scelta obbligata dell'autofinanziamento, la nostra dimensione è vincolata a parametri (bacino d'utenza, diritti televisivi, biglietteria, commercial) che ci collocano al sesto posto in Italia, a ridosso del Napoli.

Quindi cosa mi posso aspettare? Partecipare alle coppe mediamente due anni ogni tre e vincere trofei di secondo piano.
Con la speranza di azzeccare, grazie a creatività, competenza e un pizzico di fortuna, un biennio ogni cinque/sette anni da quasi-grande: un trofeo importante (Europa League) e un'onorevole comparsata in CL.

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Post: 558
02/09/2014 17:18
 
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Ni.
Io credo che in talune circostanze questa regola non sia sempre esatta.
Mi spiego: gennaio 2011. Lazio nelle primissime posizioni (non ricordo se seconda, terza o quarta ma comunque lì). Una squadra solida, con relativi cazzi e controcazzi. Un solo, dannatissimo probilema: lo striker. Il tizio da mettere lì davanti a concludere le azioni che la squaedra è in grado di creare. Qualcuno che si posizioni tra il Floccari in organico e gli Ibra e i Cavani di cui si sono dotate le antagoniste. C'è Miro Klose separato in casa, non gioca mai, sta per andare a scadenza contrattuale.
Una società lungimirante, coraggiosa, oserei aggiungere paracula, va da Miro e gli fa un discorsetto che suona pressapoco così:"Vieni qui, ti faccio il triennale, ti garantisco un posto da titolare e visibilità per gli imminenti Europei, ti faccio giocare la Champions."
Anticipare quell'investimento sarebbe valso (sparo) un milioncino per il prestito e un paio di milioncini per l'ingaggio lordo da gennaio a giugno.
Perchè, perchè, perchè non è stato fatto?
Perchè non s'è rilanciato quando si poteva (e si doveva)?
Un disavanzo temporaneo avrebbe potuto portare a un grande ritorno(la qualificazione in Champions).
Ecco cosa manca: visione prospettica, coraggio e voglia di diventare veramente grandi. E per questo non credo serva avere Al Kazzahr come presidente.
[Modificato da est1900 02/09/2014 17:19]

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Post: 1.588
02/09/2014 17:47
 
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Questo è vero, ma d'altronde Lotito non è un imprenditore educato ai principi del libero mercato.
La visione prospettica la esercita con le tabelle dei sondaggi politico-elettorali sulla scrivania: me butto de qua o me butto de là?

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Post: 1.597
02/09/2014 18:55
 
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hai citato l'esempio su cui siamo tutti d'accordo con ragionevole certezza che il rischio avrebbe portato un risultato (ne siamo certi a posteriori ovviamente). ma sul momento di situazioni analoghe ce ne sono tante, e senza palla di cristallo come si fa a sapere quando frutterà e quando ci resti fregato?
nessuno può saperlo. la lazio ha scelto una politica e la persegue (evidentemente confidando che in genere sia quella conveniente).

tra l'altro quella di anticipare l'ingaggio di uno che sai già che prenderai a zero dopo pochi mesi è una politica che non segue nessuno. guarda il milan con honda.

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Post: 266
03/09/2014 15:12
 
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Re:
Drenai71, 02/09/2014 18:55:

hai citato tra l'altro quella di anticipare l'ingaggio di uno che sai già che prenderai a zero dopo pochi mesi è una politica che non segue nessuno. guarda il milan con honda.



beh, con Oddo la seguì...



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