Gent.mo Dott. Levita,
intanto La ringrazio per aver dato vita a questo "angolo" di discussione e confronto che, per chi è come me un neo-laureato in giurisprudenza, si configura di estrema utilità.
Premettendo che, laureatami a luglio, vorrei intraprendere un percorso strumentale all'accesso in magistratura, alla luce della legge n. 114 del 2014, mi sarebbe d'aiuto avere delle delucidazioni su alcuni punti:
1)Sarebbe, a Suo parere, più utile un tirocinio presso un Tribunale o invece presso una Corte d'appello?
Personalmente troverei più utile un tirocinio in primo grado. Ma non escludo che la frequenza presso un motivato giudice d'appello possa essere altrettanto proficua.
2)Posto che i 18 mesi di tirocinio ex art. 73 sono valutati come un anno di pratica forense, la sede di svolgimento del primo (ad es. Roma) rileva anche ai fini della determinazione della sede di svolgimento dell'esame d'avvocato (in virtù del criterio della prevalenza)o invece un consiglio dell'ordine ubicato in posto diverso, cui si è eventualmente iscritti,(ad es. Cosenza,) potrebbe non fare questioni sul luogo in cui il primo ha avuto luogo se il restante tempo di pratica si svolgesse all'interno del suo distretto?
La sede di svolgimento del tirocinio non ha alcuna rilevanza territoriale, anche perché in teoria, in assenza di divieti, un laureato residente a Roma potrebbe svolgere il tirocinio in qualsiasi ufficio giudiziario italiano.
3)Considerato che i 18 mesi di tirocinio ex art. 73 sono valutati come un anno di sspl, conferma che l'anno da prendere in considerazione è il secondo? Se così è, consiglia la contemporanea frequenza di una scuola telematica o meno?
Il consiglio presuppone la valutazione di intenzioni soggettive e motivazioni personali che mi impediscono una risposta convincente :-)
Luigi Levita
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