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Courmayeur - Chamonix

Ultimo Aggiornamento: 19/08/2014 16:33
18/08/2014 11:23
Post: 184
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Ciao a tutti,

solitamente leggo molto il forum e scrivo (raramente nella sezione dei professionsiti), ma volevo raccontarvi questa mia avventura perché (per me) è una mezza impresa [SM=g27987]
Il mio giro più lungo penso sia stato di 100 km, ma ieri mi son detto: voglio raggiungere Chamonix da Courmayeur e fare il mezzo giro del Monte Bianco con la bici da strada.

Sono partito alle 7.10 del mattino dalla Val Veny. La temperatura era di 3°C e mi sono imbottito di fogli di giornale sotto la maglietta. Arrivato a Courmayeur avevo quasi perso l'uso delle mani e non sentivo più gambe e piedi. Anche scendendo sotto Courmayeur non è che lo cose sono molto migliorate, ma almeno ho iniziato a far muovere le gambe ghiacciate. Solo giunto ad Arvier, e al primo raggio di sole, ho iniziato a tornare nel mondo dei vivi. [SM=g27987] Ovviamente non farò più l'errore di partire in discesa con quelle temperature.
Alle 8.10 sono arrivato ad Aosta e ho imboccato la strada per il Gran San Bernardo. La temperatura è rimasta freddina per tutta la salita, tanto che, senza accorgermene, ho lasciato i giornali sotto la maglietta fino a Martigny.
Ho trovato la strada per il Gran San Bernardo bella, piacevole, molto facile da scalare. La parte più bella è dopo Saint Rhemy e il bivio per il tunnel. La strada attraversa prima un bosco e poi risale un vallone oltre il limite degli alberi, con una serie di tornanti finali.
Alle 10.35 ero ai 2473 metri del colle. Mi aspettavo un poggio ampio e pianeggiante, invece il colle è una breche stretta dove trovano posto gli edifici, il laghetto e l'ospizio. Avrei volentieri visitato l'ospizio dei monaci o la tomba del Generale Desaix, ma ho riempito le borracce e ho iniziato a scendere velocemente dall'altro lato.
La parte svizzera non mi è piaciuta molto perché, dopo i primi tornanti, la strada è quasi sempre in galleria o nei semi-tunnel anti-valanghe. Penso che da fare in salita sia terribile. A partire da Orsieres, ma ancora di più da Sembrancher, ho trovato un forte vento contrario fino a Martigny. L'ho sofferto molto perché ero da solo, senza nessuno con cui potersi dare qualche cambio.
Alle 11.40 ero a Martigny. Senza passare per la città, ho imboccato subito la strada per il Col de la Forclaz. Questa salita l'ho patita moltissimo perché ha una pendenza media dell'8% circa e arrivava dopo 120 km. Comunque è molto panoramica sulla valle del Rodano, alla quale fanno da sfondo le catene alpine più a Est.
Dopo 13 infiniti chilometri sono arrivato al colle. Qui, lo ammetto, mi sono sdraiato nell'erba e non mi sono mosso per 5 minuti [SM=g27987] Alla Forclaz, purtroppo, hanno chiuso le fontanelle e bisogna comprare l'acqua al bar [SM=g27994]
Mi sono ripreso più velocemente di quanto mi aspettassi e, inforcata la bici, sono scesco verso Trient, bellissimo paesino sotto l'omonimo ghiacciaio. Poco dopo ho avuto un incontro ravvicinatissimo con un'auto che entrava nella strada e, per un millimetro, ho rischiato di non poter raccontare quest'avventura (io scendevo ai 75 km/h).
Poco dopo sono arrivato al confine svizzero-francese contento di lasciare la Svizzera e gli automobilisti del vallese che, bisogna dirlo, sono veramente pericolosi.
Tanto è stato duro il Col de la Forclaz e altrettanto ho trovato facile il Col de Montets, corto e molto pedalabile, ma incredibilmente emozionante quando, quasi in cima, è apparsa dai prati la torre ghiacciata dell'Aiguille Verte. Al colle la vista sul massiccio è molto bella.
Di nuovo ho trovato vento contrario, ma ormai ero quasi arrivato e, assunta la posizione "da coronometro", ho dato fondo alle energie che mi rimanevano sprintando verso Chamonix.
Alle 14.10 sono arrivato al piazzale della Funivia dell'Aiguille du Midi.
Da Chamonix è comodo e veloce rientrare in Italia con l'autobus, ma, per questa volta, mi ha raggiunto la mia fidanzata attraverso il tunnel così nel pomeriggio abbiamo potuto fare un pò i "turisti" nella caotica ciitadina per poi rientrare più tardi in macchina.
Il giro in bici è stato lungo 160 km per circa 3700 metri di dislivello.

18/08/2014 12:27
Post: 263
Registrato il: 19/04/2009
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Re:
Scattista, 18/08/2014 11:23:

Ciao a tutti,

solitamente leggo molto il forum e scrivo (raramente nella sezione dei professionsiti), ma volevo raccontarvi questa mia avventura perché (per me) è una mezza impresa [SM=g27987]
Il mio giro più lungo penso sia stato di 100 km, ma ieri mi son detto: voglio raggiungere Chamonix da Courmayeur e fare il mezzo giro del Monte Bianco con la bici da strada.

Sono partito alle 7.10 del mattino dalla Val Veny. La temperatura era di 3°C e mi sono imbottito di fogli di giornale sotto la maglietta. Arrivato a Courmayeur avevo quasi perso l'uso delle mani e non sentivo più gambe e piedi. Anche scendendo sotto Courmayeur non è che lo cose sono molto migliorate, ma almeno ho iniziato a far muovere le gambe ghiacciate. Solo giunto ad Arvier, e al primo raggio di sole, ho iniziato a tornare nel mondo dei vivi. [SM=g27987] Ovviamente non farò più l'errore di partire in discesa con quelle temperature.
Alle 8.10 sono arrivato ad Aosta e ho imboccato la strada per il Gran San Bernardo. La temperatura è rimasta freddina per tutta la salita, tanto che, senza accorgermene, ho lasciato i giornali sotto la maglietta fino a Martigny.
Ho trovato la strada per il Gran San Bernardo bella, piacevole, molto facile da scalare. La parte più bella è dopo Saint Rhemy e il bivio per il tunnel. La strada attraversa prima un bosco e poi risale un vallone oltre il limite degli alberi, con una serie di tornanti finali.
Alle 10.35 ero ai 2473 metri del colle. Mi aspettavo un poggio ampio e pianeggiante, invece il colle è una breche stretta dove trovano posto gli edifici, il laghetto e l'ospizio. Avrei volentieri visitato l'ospizio dei monaci o la tomba del Generale Desaix, ma ho riempito le borracce e ho iniziato a scendere velocemente dall'altro lato.
La parte svizzera non mi è piaciuta molto perché, dopo i primi tornanti, la strada è quasi sempre in galleria o nei semi-tunnel anti-valanghe. Penso che da fare in salita sia terribile. A partire da Orsieres, ma ancora di più da Sembrancher, ho trovato un forte vento contrario fino a Martigny. L'ho sofferto molto perché ero da solo, senza nessuno con cui potersi dare qualche cambio.
Alle 11.40 ero a Martigny. Senza passare per la città, ho imboccato subito la strada per il Col de la Forclaz. Questa salita l'ho patita moltissimo perché ha una pendenza media dell'8% circa e arrivava dopo 120 km. Comunque è molto panoramica sulla valle del Rodano, alla quale fanno da sfondo le catene alpine più a Est.
Dopo 13 infiniti chilometri sono arrivato al colle. Qui, lo ammetto, mi sono sdraiato nell'erba e non mi sono mosso per 5 minuti [SM=g27987] Alla Forclaz, purtroppo, hanno chiuso le fontanelle e bisogna comprare l'acqua al bar [SM=g27994]
Mi sono ripreso più velocemente di quanto mi aspettassi e, inforcata la bici, sono scesco verso Trient, bellissimo paesino sotto l'omonimo ghiacciaio. Poco dopo ho avuto un incontro ravvicinatissimo con un'auto che entrava nella strada e, per un millimetro, ho rischiato di non poter raccontare quest'avventura (io scendevo ai 75 km/h).
Poco dopo sono arrivato al confine svizzero-francese contento di lasciare la Svizzera e gli automobilisti del vallese che, bisogna dirlo, sono veramente pericolosi.
Tanto è stato duro il Col de la Forclaz e altrettanto ho trovato facile il Col de Montets, corto e molto pedalabile, ma incredibilmente emozionante quando, quasi in cima, è apparsa dai prati la torre ghiacciata dell'Aiguille Verte. Al colle la vista sul massiccio è molto bella.
Di nuovo ho trovato vento contrario, ma ormai ero quasi arrivato e, assunta la posizione "da coronometro", ho dato fondo alle energie che mi rimanevano sprintando verso Chamonix.
Alle 14.10 sono arrivato al piazzale della Funivia dell'Aiguille du Midi.
Da Chamonix è comodo e veloce rientrare in Italia con l'autobus, ma, per questa volta, mi ha raggiunto la mia fidanzata attraverso il tunnel così nel pomeriggio abbiamo potuto fare un pò i "turisti" nella caotica ciitadina per poi rientrare più tardi in macchina.
Il giro in bici è stato lungo 160 km per circa 3700 metri di dislivello.




Complimenti! [SM=g28002]
18/08/2014 15:32
Post: 3.389
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Solo mezzo giro del Bianco? Che lavativo! [SM=g27987]

Bel giro, soprattutto se, come hai scritto, è il tuo massimo storico. E poi, paesaggisticamente, dev'essere notevole (sono stato a Chamonix una sola volta penso 20 anni fa, ma mi ricordo abbastanza bene il monte Bianco).
Il Col des Montets l'ha fatto forte perché avevi ancora l'adrenalina per il mancato impatto con l'auto. [SM=g27991]

******************************

Ciao Moro...

9/10/1963 - “Un sasso è caduto in un bicchiere colmo d’acqua e l’acqua è traboccata sulla tovaglia. Tutto qui. Solo che il bicchiere era alto centinaia di metri e il sasso grande come una montagna e di sotto, sulla tovaglia, stavano migliaia di creature umane che non potevano difendersi.” (D. Buzzati)
18/08/2014 22:07
Post: 184
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Re:
MirkoBL, 8/18/2014 3:32 PM:

Solo mezzo giro del Bianco? Che lavativo! [SM=g27987]





Vero. E ho anche fatto la metà più corta! [SM=g27989]

18/08/2014 22:08
Post: 185
Registrato il: 20/06/2007
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Re:
MirkoBL, 8/18/2014 3:32 PM:


Il Col des Montets l'ha fatto forte perché avevi ancora l'adrenalina per il mancato impatto con l'auto. [SM=g27991]




non so se scherzavi, comunque è andata così per davvero
19/08/2014 10:24
Post: 1.975
Registrato il: 05/04/2009
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Complimenti!! Avevo fatto il Gran San Bernardo da Arvier due anni fa insieme a Maxi 78! Gran bei posti! [SM=g28002]
19/08/2014 16:33
Post: 3.391
Registrato il: 02/08/2007
Utente Master
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Re: Re:
Scattista, 18/08/2014 22:08:




non so se scherzavi, comunque è andata così per davvero




Era più una battuta, ma se è andata veramente così... l'adrenalina fa miracoli. [SM=g27985]

******************************

Ciao Moro...

9/10/1963 - “Un sasso è caduto in un bicchiere colmo d’acqua e l’acqua è traboccata sulla tovaglia. Tutto qui. Solo che il bicchiere era alto centinaia di metri e il sasso grande come una montagna e di sotto, sulla tovaglia, stavano migliaia di creature umane che non potevano difendersi.” (D. Buzzati)
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