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GLI APOSTATI E IL MITO DEL ‘PLAGIO MENTALE’

Ultimo Aggiornamento: 23/02/2020 08:49
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01/08/2014 17:30
 
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CONCLUSIONI


Ovunque c’è traccia di buono (come del cattivo) e non si può generalizzare sulle intenzioni di quanti oggi caldeggiano il ‘plagio mentale’. Ma ne abbiamo abbastanza per affermare, con Venanzio Malavasi, che in larga misura i presupposti richiamino quelli, poco lusinghieri in una moderna democrazia, di mussoliniana memoria, ovvero “una necessità ideologica [di] introdurre una figura di reato che punisse chi convinceva altri con le proprie idee, magari di libertà” nota 57. Una conferma arriva dall’esperto avvocato Mellini nota 58, al quale dobbiamo in buona parte il merito dell’abolizione dell’articolo 603, per il quale “viviamo in un paese in cui antiche vicende di criminalizzazione di interi gruppi o categorie di persone sembra si riflettano in una prorompente fantasia nell’invenzione di nuovi reati associativi, la voglia di reato plagio si manifesta e si propone in relazione alla esistenza di gruppi, categorie, fedi religiose, ‘sette’”. nota 59

Ironia della sorte, quindi, la teoria del ‘plagio’, che si direbbe nata (assumendo ex hypothesi la buona fede) per combattere nefandezze come quelle che si usano ascrivere a certi ‘culti’, rischia di essere da sé stessa una possibile fonte di discriminazione sociale. Ancora la dott.ssa Di Marzio:



Essendo esperta di questioni psicologiche e educative, oltre che nel campo della Libertà di Religione o Credo in relazione alle minoranze religiose, posso affermare, con il sostegno della comunità scientifica, che questa idea non trova fondamento né nei dati scientifici, né nella ricerca empirica. È solo l’espressione di un’ ideologia intollerante che ha già provocato gravi danni a bambini e genitori appartenenti alle minoranze religiose di molti paesi, Italia compresa. Posso confermare che in Italia, negli ultimi 30 anni, membri di minoranze religiose, in particolare bambini, hanno sofferto discriminazione e isolamento in diversi modi. nota 60



Certo, anche laddove il concetto di plagio avesse qualche rapporto con le cose serie, e abbiamo visto che è ben lungi dall’averne, rimarrebbe ancora da chiarire il suo nesso con i testimoni di Geova. Di recente Svegliatevi! nota 61 ha preso l’abitudine di pubblicare con una certa regolarità esperienze di eruditi di vari paesi che si sono convertiti alla religione dei Testimoni. Diamo uno sguardo ai numeri di un solo anno (2013) della rivista, per venire a conoscere due biochimici, un docente universitario italiano esperto di robotica, uno scienziato ambientale, un ortopedico e una nefrologa, oltre ad un pianista classico di fama internazionale, tutti testimoni di Geova. Più che delocalizzare il baricentro dell’attenzione (come sono soliti fare) blaterando di ritorni pubblicitari et similia, i fuoriusciti e altri detrattori dovrebbero onestamente porsi il problema di cosa questo significhi nota 62. Ed è presto detto, dato che la circostanza fa palesemente “a pugni” con la minestra troppe volte riscaldata del condizionamento mentale.

Gli apostati dei testimoni di Geova, che pretendono di denunciare nei membri della loro ex-confessione di fede l’attaccamento a idee preconcette, speculazioni indimostrabili e dottrine antiscientifiche, prestano il fianco alle medesime critiche, come dimostrato dallo stucchevole ricorso ad un luogo comune (il ‘lavaggio del cervello’) che appartiene di diritto al mondo della fantasia – o dell’ignoranza. Tetragoni e refrattari a ogni evidenza, si ostinano a sponsorizzare un argomento inesistente in psicologia, in medicina, in sociologia, in legge, timorosi di veder distrutto un mito e con esso il prezioso ritorno emotivo che questo e altri spaventacchi finto-colti riscuotono presso la credula maggioranza popolare.

Ma, forse, il ‘plagio’ non è tutto da buttare. La Bibbia parla, nelle epistole di S.Paolo a Timoteo, di ‘uomini malvagi e impostori che progrediranno di male in peggio, sviando ed essendo sviati’ (II, 3:13) e ‘che diranno menzogne, segnati nella loro coscienza come da un ferro rovente’ (I, 4:2): forme aberranti di persuasione, dunque, non dissimili da quella che gli oppositori attribuiscono ai testimoni di Geova. Considerati i fatti che si sono qui esposti, ognuno può onestamente decidere a chi applicare tali parole ispirate.

[Modificato da EverLastingLife 02/08/2014 00:09]
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