I testimoni di Geova subiscono il lavaggio del cervello?
GLI APOSTATI E IL MITO DEL ‘PLAGIO MENTALE’
I testimoni di Geova subiscono il lavaggio del cervello?
“Il lavaggio del cervello è sempre un problema che riguarda gli “altri”. Esso fornisce una pronta risposta per spiegare le credenze (fedi / illusioni) degli altri che noi non condividiamo”. Così affermava nel 2008 lo psicologo Mario Aletti
nota 0. Un’ottima sintesi, che mette a nudo la vera natura del ‘lavaggio del cervello’: un cartellino prestampato da appendere al collo dell’interlocutore 1) del quale si disapprovano le idee e 2) che si cerca, per puro calcolo ideologico, di mettere alla berlina.
Il ‘lavaggio del cervello’ è notoriamente fra i
refrain più ricorrenti nelle ritorsioni dei fuoriusciti; come il prezzemolo in gastronomia, ce lo ritroviamo dappertutto: nelle interviste televisive ad apostati, in una discussione sì e l’altra pure dei loro forum, negli articoli di giornale, nelle ‘manifestazioni di protesta’ formato-assemblea di condominio, nelle presentazioni, davanti alle solite platee parrocchiali di quattordici persone, di libri scritti da autoproclamati ‘esperti di geovismo’. In sostanza essi affermano: ‘i Testimoni hanno subito (e subiscono tuttora) il
lavaggio del cervello; ve lo diciamo noi, che li conosciamo bene e per fortuna ne siamo venuti fuori; vogliate perciò comprendere e tollerare le loro stranezze, offrendo la reazione che riterrete più opportuna, ma suggeriamo che sia una di queste: diffidenza, sufficienza, sgomento, commiserazione o biasimo’. La locuzione-spauracchio, utilizzata per la prima volta ai tempi della Cina comunista
nota 1, è oggi riscontrabile in un
bric à brac di varianti rimodernate (‘plagio’, ‘condizionamento’, ‘manipolazione o ‘controllo’ mentale, ‘indottrinamento’, ‘dipendenza’ o ‘sudditanza psicologica’, ‘soggezione’, ‘persuasione’ o ‘coercizione di massa’ e altro ancora)
nota 2 non proprio equivalenti sul piano semantico, ma le cui eventuali differenze di significato sono irrilevanti ai fini di questo articolo, essendo invalso (e risaputo) il loro utilizzo praticamente randomico da parte dei fuoriusciti dissidenti nell’economia cui si è appena fatto cenno. Del tutto incuranti dell’opinione di quanti queste cose le capiscono davvero, secondo i quali la manipolazione mentale è “
nozione sconosciuta nella letteratura scientifica” e “considerata
una stupidaggine dagli psicologi”
nota 3, oppure che “
la teoria del lavaggio del cervello, come modello che spiegherebbe la conversione religiosa, risulta, ormai,
ampiamente screditata e abbandonata”
nota 4 i diportisti della polemica accorrono a sparuti gruppetti a esorcizzare le masse dal ‘pericolo’ testimoni di Geova preceduti dall’inquietante stendardo della lobotomia.
Come sarà chiaro dalla lettura di questo articolo, il ‘plagio mentale’ altro non è che un mito; un paradosso anacronistico dell’era tecnologica, destinato a fare buona compagnia al mostro di Loch Ness, alle scie chimiche, al sosia di Paul McCartney, ai gatti cresciuti in bottiglia e a quanto ancora rimane nell’ingombrante calderone delle leggende metropolitane, per le quali l’ “ardua (?) sentenza” dei nostri posteri sarà verosimilmente di derisione completa. E ben meritata.
[Modificato da EverLastingLife 01/08/2014 20:26]