Il famigerato gruppo veneto-bergamasco ha colpito anche quest'anno e non si è fatto mancare l'ormai tradizionale vacanza ciclistica sulle Alpi.
Dopo il Nord-Ovest (Piemonte-Francia) nel 2012 ed il centro-Nord (Valtellina-Svizzera) nel 2013, quest'anno, per chiudere il cerchio, è stata la volta del Nord-Est (Austria-Carnia-Slovenia).
In realtà il gruppo si è ridotto per le defezioni di due dei bergamaschi, rimasti scornati dalle nostre eccezionali prestazioni dello scorso anno. È rimasto solo Giorgio/Vedo23, nonostante i suoi 7000 m di VAM, perché è stato colui che ha organizzato la logistica ed il gruppo dei 3 saggi (Mirko, Jack e David) ha deciso di accettarlo anche questa volta.
Quindi domenica 6 luglio si parte con due autovetture per Kirchbach, nella Gailtal, dove prendiamo posto in un bell'appartamento per 4 persone, che sarà nostro per 3 giorni.
La sera cominciamo a fare conoscenza coi luoghi andando a cena fuori: tra inglese maccheronico e finto-tedesco riusciamo anche a mangiare, grazie all'arte di arrangiarsi. Io e David, per esempio, prendiamo una cosa che era indicata come "Grill" ed effettivamente ci abbiamo beccato, ricevendo una grigliata mista.
Il giorno seguente ci spostiamo in auto superando due passi e, nonostante Giorgio cerchi di mettere in pratica il Teorema di Pancrazio, riusciamo a giungere in orario quasi svizzero a Döllach, dovre daremo l'assalto al fulcro della vacanza: il Grossglockner.
Il tempo è incerto, ma per oggi dovrebbe tenere.
Ecco i nostri eroi alla partenza:
Si passa per Heiligenblut:
La salita è molto bella: larga, impegnativa, con poco traffico (forse perché era lunedì), ma mai estrema, anche se salendo la quota comincia a farsi sentire.
Si arriva al primo scollinamento: Hochtor.
Poi un tunnel, un'altra rampa e comincia la salita finale verso la Cima Coppi della vacanza: l'Edelweißspitze. Gli ultimi 2 km sono al 10% su pavé: uno spettacolo. Qui Jack, memore dei suoi trascorsi alla Parigi-Roubaix, si esprime in una progressione che neanche Cancellara.
Purtroppo le nuvole basse ci impediscono una perfetta visuale delle cime circostanti. O, meglio: il panorama era del tutto simile a quello che vedemmo sul Sampeyre:
Però non mancano gli scorci:
Percorriamo a ritroso parte della strada effettuata (bellissima discesa, veloce e con tornanti larghi) per risalire alla Franz Josephs Höhe, di fronte al ghiacciaio del Pasterze che, purtroppo, si è molto ritirato, ma che resta un notevole spettacolo.
Torniamo alla base col cielo che si è rannuvolato e che prova a scaricare un po' di pioggia, ma per questa volta ce l'abbiamo fatta ad evitarla.
Giorgio si attarda un attimo a sistemare la bici (roba di 30") e quando entra in appartamento ci trova già con le birre in mano e mezzo salame mangiato.
La sera termina in gloria con una frugale cena: 1 kg di pasta con 400 g di sugo al tonno e peperoncino in 4 (anche se Jack faceva il difficile e voleva la pasta lunga).
Km 82, dislivello 2600 m.
[Modificato da MirkoBL 14/07/2014 23:13]
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Ciao Moro...
9/10/1963 - “Un sasso è caduto in un bicchiere colmo d’acqua e l’acqua è traboccata sulla tovaglia. Tutto qui. Solo che il bicchiere era alto centinaia di metri e il sasso grande come una montagna e di sotto, sulla tovaglia, stavano migliaia di creature umane che non potevano difendersi.” (D. Buzzati)