04/10/2014 09:34 |
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A Ti-n-Lalan, nel Tadrat Acasus,
sono passati i vandali. Emuli quasi di Sigfrido,
cacciatori di grossi rettili solcarono le sabbie
su due ruote. Quando distrussero Roma
gli diedero manforte gli ultimi sanniti
scampati all'eccidio di Silla; poi fondarono
un regno in Nord-Africa e dispiegarono le ali
come il Cigno, di cui un occhio nella coda
è Deneb. A Ti-n-Lalan, nel Sahara, dico,
son passati vandali e quel graffito rupestre
di sesso esplicito, tra iguanodonte e donna
col nasino alla francese, è più eloquente
di tanta letteratura. Che dico? Di tanta arte
metropolitana, che di vernice fresca
ci imbratta i muri e le carrozze delle stazioni
ferroviarie. Forse, un giorno, saranno proprio
le Ferrovie dello Stato a farci pagare
un supplemento per visitarne il museo
dei piccoli orrori ortografici. Chissà!
Il mondo cambia, cambia pagina
di diario e anche il binario.
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