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BENEDIZIONALE

Ultimo Aggiornamento: 20/05/2014 17:03
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19/05/2014 15:29
 
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- 312 -
perché dividendo con loro i beni della terra,
partecipiamo insieme al banchetto del cielo.
A te la gloria, la potenza, l'onore
nei secoli dei secoli.
R. Amen.
Oppure:
Ti rendiamo grazie, o Padre buono:
il cibo che ci ha nutriti a questa mensa
giovi alla nostra crescita nello spirito.
Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.
R. Amen.
II. FORMULARI PARTICOLARI
1. Nel Tempo di Avvento
1144. Prima del pasto
Tutto si fa come nel formulario comune eccetto quanto segue.
Preghiamo.
Tutti pregano per qualche momento in silenzio.
O Dio, Padre di misericordia,
che per ridonarci la vita,
hai voluto che il tuo Figlio
rivestisse la nostra umanità;
benedici + noi e questi tuoi doni,
e fa' che attendiamo con cuore libero e ardente
la venuta del Cristo nella gloria.
Egli vive e regna nei secoli dei secoli.
R. Amen.
* Oppure:
Salga a te la nostra lode, o Padre,
e scenda la tua benedizione su questo cibo
che ci sostiene nel cammino
verso l'incontro con il tuo Figlio;
e fa' che in questo tempo di attesa
si accenda in noi
il desiderio di te e del tuo Regno. - 313 -
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
1145. Dopo il pasto
V. Viviamo con sobrietà, giustizia e pietà Cfr Tt 2 12-13
in questo mondo.
R. Nell'attesa della beata speranza
e della venuta del Signore Gesù,
nostro Salvatore.
Chi presiede aggiunge:
Preghiamo.
Tutti pregano per qualche momento in silenzio.
Ti ringraziamo, Dio onnipotente,
perché ci hai nutriti con i doni
della tua provvidenza;
concedi a noi con le energie del corpo
un rinnovato vigore dello spirito.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
* Oppure:
Grazie, Padre buono,
per averci riuniti a questa tavola fraterna;
veglia su tutti noi,
perché procediamo con alacrità di spirito
nella ricerca gioiosa del tuo regno.
Per Cristo nostro Signore.
* Oppure:
Ti ringraziamo, Signore nostro Dio,
che guardando all'umiltà di Maria tua serva,
hai colmato di beni gli affamati;
con lei vogliamo riporre in te
tutta la nostra fiducia,
sicuri che non resteremo mai delusi.
Per Cristo nostro Signore. - 314 -
2. Nel Tempo di Natale
1146. Prima del pasto
Tutto si fa come nel formulario comune eccetto quanto segue:
Preghiamo.
Tutti pregano per qualche momento in silenzio.
Benedetto sei tu, Signore Dio,
che nella verginità feconda di Maria
hai portato a compimento l'attesa dei poveri;
concedi a noi con la stessa fede della Vergine Madre
di riconoscere il tuo Figlio presente nei nostri fratelli.
Egli vive e regna nei secoli dei secoli.
R. Amen.
1147. Dopo il pasto
Chi presiede dice:
V. Il Verbo si è fatto carne. Alleluia. Cfr Gv 1,14
R. E' venuto ad abitare in mezzo a noi. Alleluia.
Preghiamo.
Tutti pregano per qualche momento in silenzio.
Padre santo, nell'incarnazione del Verbo
un bambino è nato per noi,
un figlio ci è stato donato:
aiutaci a non chiuderci in noi stessi,
ma ad aprirci agli altri,
perché sia saziata ogni fame del corpo e dello spirito.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
* Oppure:
Ti ringraziamo, Padre santo,
che hai mandato il tuo Verbo
a condividere la nostra condizione umana
e a farsi nostro cibo e commensale.
Confermaci nel tuo servizio,
perché diventiamo segno della tua provvidenza - 315 -
per i poveri del mondo.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
3. Nel Tempo di Quaresima
1148. Prima del pasto
Tutto si fa come nel formulario comune eccetto quanto segue:
Preghiamo.
Tutti pregano per qualche momento in silenzio.
Ti ringraziamo, Signore,
che ci nutri del tuo pane e della tua parola;
fa' che tutti i poveri della terra
siedano con noi alla tua mensa,
perché possiamo partecipare insieme
al banchetto del tuo regno.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
1149. Dopo il pasto
Chi presiede dice:
V. Non di solo pane vive l'uomo. Cfr Mt 4,4
R. Ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio.
Preghiamo.
Tutti pregano per qualche momento in silenzio.
Dio, che nel digiuno quaresimale del tuo Figlio
ci insegni che il solo pane materiale
non basta a saziare la fame dell'uomo
senza il dono della parola di vita:
aiutaci a innalzare i nostri cuori fino a te,
perché rinnovati nello spirito,
ci disponiamo a gustare insieme con i fratelli
la gioia pasquale.
Per Cristo nostro Signore. R. Amen.
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19/05/2014 15:29
 
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- 316 -
R. Amen.
4. Nel Giovedì, Venerdì e Sabato santo
1150. Prima del pasto
Tutto si fa come nel formulario comune, eccetto quanto segue. Se chi presiede è
sacerdote o diacono, traccia un segno di croce.
Preghiamo.
Tutti pregano per qualche momento in silenzio.
Signore Gesù Cristo,
che aderendo in tutto alla volontà del Padre
ti sei fatto obbediente per noi
fino alla morte,
benedici + la tua famiglia
raccolta intorno a questa mensa;
concedi anche a noi
di nutrirci del tuo stesso cibo spirituale
per discernere quanto buona, amabile e perfetta
è la divina volontà.
Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.
R. Amen.
1151. Dopo il pasto
Chi presiede dice:
V. Cristo per noi si è fatto obbediente Cfr Fil 2,8
fino alla morte.
R. Alla morte di croce.
Preghiamo.
Tutti pregano per qualche momento in silenzio.
O Dio, Padre di tutti i popoli,
guarda con amore i tuoi figli
raccolti intorno alla mensa;
fa' che questa nostra agape
sia segno del festoso convito della Pasqua eterna.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen. - 317 -
5. Nel Tempo di Pasqua
1152. Prima del pasto
Tutto si fa come nel formulario comune eccetto quanto segue:
Preghiamo.
Tutti pregano per qualche momento in silenzio.
Signore Gesù Cristo, risuscitato dai morti,
che ti sei manifestato ai discepoli nello spezzare il pane,
resta in mezzo a noi;
fa' che rendendo grazie per i tuoi doni
nella luce gioiosa della Pasqua,
ti accogliamo come ospite nei nostri fratelli
per essere commensali del tuo regno.
Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.
R. Amen.
1153. Dopo il pasto
Chi presiede dice:
V. I discepoli riconobbero il Signore. Alleluia. Cfr Lc 24, 35
R. Nell'atto di spezzare il pane. Alleluia.
Preghiamo.
Tutti pregano per qualche momento in silenzio.
Dio, fonte della vita,
infondi in noi la gioia pasquale;
e poiché ci fai partecipi dei beni della terra,
fa' che diventiamo commensali
al banchetto della vita nuova,
che il Signore risorto ha meritato
e preparato per noi.
Egli vive e regna nei secoli dei secoli.
R. Amen. - 318 -
6. Nel Tempo Ordinario
1154. Tutto come nel formulario comune, nn. 1142-1143.
TERZO SCHEMA
1155. Prima del pasto
Quando tutti sono riuniti intorno alla mensa, chi presiede dice:
V. Benediciamo il Signore per tutti i suoi doni.
R. In ogni tempo rendiamo grazie a Dio.
V. Sulla nostra bocca sempre la sua lode. Cfr Sal 33, 2
R. In ogni tempo rendiamo grazie a Dio.
Se chi presiede è sacerdote o diacono, traccia un segno di croce:
Ti lodiamo, o Padre,
fonte di ogni bene:
benedici noi + e questo cibo che stiamo per prendere
e fa' che formiamo in te una cosa sola,
in spirito di vera fraternità.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
1156. Dopo il pasto
V. Sia benedetto il nome del Signore. Cfr Sal 112,2
R. Ora e sempre.
V. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
R. Ora e sempre.
Ti ringraziamo, o Dio, Padre nostro,
il cibo che ci hai fatto gustare
a questa mensa di famiglia;
fa' che condividendo fraternamente - 319 -
i tuoi doni e i tuoi benefici,
possiamo partecipare tutti insieme al banchetto eterno.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
QUARTO SCHEMA
1157. Prima del pasto
All'inizio, tutti si fanno il segno di croce e chi presiede, se è sacerdote o diacono,
tracciando il segno della croce, dice:
Benedici, Padre, + noi e questi doni,
che stiamo per ricevere come segno della tua bontà.
R. Benedetto nei secoli il Signore.
0ppure:
Signore nostro Dio,
donaci la tua protezione
e sostieni la nostra debolezza.
R. Benedetto nei secoli il Signore.
Oppure:
Ci ristorino i tuoi doni, Signore,
e la tua grazia ci consoli.
R. Benedetto nei secoli il Signore.
Oppure:
Se chi presiede è sacerdote o diacono, traccia un segno di croce:
Da te, Signore, discende ogni bene;
benedici noi + e questo cibo,
che stiamo per ricevere
con filiale gratitudine.
B. Benedetto nei secoli il Signore.
Oppure:
Benedetto sei tu, Padre onnipotente, - 320 -
che ci doni il pane quotidiano.
Benedetto il tuo Figlio Unigenito,
che ci nutre con la sua parola.
Benedetto il tuo Santo Spirito,
che ci riunisce a questa mensa fraterna.
R. Amen.
1158. Dopo il pasto
Chi presiede dice:
Ti rendiamo grazie
per tutti i tuoi benefici, Dio onnipotente.
Ti vivi e regni nei secoli dei secoli.
R. Amen.
Oppure:
Ci hai nutriti, Signore, con i tuoi doni;
saziaci con la pienezza della tua misericordia.
Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.
R. Amen.
Oppure:
Benedetto il Signore in tutti i suoi doni
e santo in tutte le sue opere.
Egli vive e regna nei secoli dei secoli.
R. Amen.
Oppure:
Ti ringraziamo, Signore, Padre santo:
tu che ci hai dato il cibo per la nostra fame
e la bevanda per la nostra sete,
donaci di essere un giorno
commensali nel tuo regno,
per cantare in eterno la sua lode.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
Oppure: Ricompensa, Signore,
quanti ci fanno del bene
per amore del tuo nome,
e concedi loro la vita eterna.
R. Amen.
* Oppure:
Rendi, o Signore,
a tutti i nostri benefattori
il centuplo in questa vita
e la gioia eterna nel tuo regno.
R. Amen.
Oppure:
Provvedi, o Signore,
il cibo necessario a tutti gli uomini
che vivono sulla terra,
perché si uniscano a noi nel renderti grazie.
R. Amen.
Oppure:
Signore Dio nostro,
fa' che non manchi mai ad ogni uomo
il pane, la libertà e la pace,
perché tutti insieme
possiamo rendere grazie al tuo nome.
R. Amen.
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19/05/2014 15:30
 
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- 322 -
PARTE TERZA
BENEDIZIONI DI LUOGHI ARREDI E SUPPELLETTILI per l'uso liturgico e la
pietà cristiana
Premesse
1159. La Chiesa ha sempre curato con particolare diligenza le cose che in qualche modo
hanno relazione con il culto, perché fossero degne, decorose e belle e, una volta
benedette, venissero impiegate soltanto per le sacre celebrazioni e in nessun modo per
l'uso comune. Una consuetudine che la Chiesa intende conservare. Per questo le cose
destinate con la benedizione al culto divino vanno trattate da tutti con la dovuta reverenza
e non devono essere impiegate per un uso improprio o in azioni non liturgiche.
1160. Tutti gli arredi, eccetto l'altare, che rientrano nello svolgimento della celebrazione
liturgica e che sono già collocati al loro posto al momento della dedicazione o della
benedizione della chiesa, giustamente si considerano anch'essi benedetti. Se però
qualcuno di tali arredi - per esempio la cattedra episcopale nella chiesa cattedrale, la sede
presidenziale, l'ambone per la proclamazione della parola di Dio, il tabernacolo eucaristico
per la reposizione del Santissimo Sacramento, la sede per la celebrazione del sacramento
della Penitenza, o altri destinati o eretti per l'uso liturgico o la pietà cristiana - entrassero in
uso per prima volta o venissero ristrutturati, si può opportunamente predisporre
un'apposita celebrazione per attirare su di essi l'attenzione dei fedeli e sottolinearne
l'importanza.
1161. Per la costruzione e l'armonica collocazione di queste parti nell'ambito della chiesa,
si osservino da tutti con diligenza i principi e le norme fissate dai libri liturgici.
1162. Alcune benedizioni, come la benedizione in occasione dell'esposizione della Croce o
delle immagini alla pubblica venerazione, per l'inaugurazione di una campana, di un
organo o della porta della chiesa, o anche per l'erezione delle stazioni della Via Crucis,
data la loro importanza nella vita della Comunità ecclesiale, di norma sono compiute dal
vescovo o dal sacerdote rettore della chiesa. Tuttavia in particolari circostanze e in
assenza di un sacerdote, possono essere affidate a un diacono. - 323 -
CAPITOLO XXXVIII – BENEDIZIONE DI UN BATTISTERO O DI UN FONTE
BATTESIMALE
Premesse
1163. Tra le parti più importanti di una chiesa ha un posto di rilievo il Battistero, il luogo
cioè in cui è collocato il fonte battesimale. In quel luogo si celebra il Battesimo, primo
sacramento della Nuova Alleanza, in forza del quale gli uomini, aderendo nella fede a
Cristo Signore, ricevono lo Spirito di adozione a figli1. Essi vengono chiamati e sono
veramente figli di Dio2. Uniti a Cristo con una morte e una risurrezione simile alla sua3,
entrano a far parte del suo corpo4; segnati dall'unzione dello Spirito, diventano tempio
santo di Dio5, membri della Chiesa, «stirpe eletta, sacerdozio regale, nazione santa,
popolo che Dio si è acquistato»6.
1164. Poiché il Battesimo è l'inizio di tutta la vita cristiana, tutte le chiese cattedrali e
parrocchiali devono avere ciascuna il proprio Battistero, il luogo cioè nel quale zampilla o
vien conservata l'acqua del fonte battesimale. Tuttavia per motivi pastorali e con il
consenso dell'Ordinario del luogo7, anche in altre chiese od oratori si può costruire il
Battistero o collocare il fonte battesimale.
1165. Nella costruzione di nuovi Battisteri o nell'allestimento dei fonti battesimali si abbia
soprattutto la preoccupazione che vi si possano celebrare con dignità e decoro i riti del
Battesimo, così come sono descritti nel < dell'iniziazione cristiana degli adulti».
1166. Sia nel caso di un Battistero separato dall'aula assembleare nel quale si possano
celebrare integralmente i riti del Battesimo, sia nel caso di un fonte collocato nell'aula
stessa, tutto si deve predisporre in modo che risulti manifesto il nesso del Battesimo con la
parola di Dio e con l'Eucaristia, che è il culmine dell'iniziazione cristiana.
1167. Il Battistero separato dall'aula della chiesa sia degno del mistero che in esso si
celebra e venga riservato al Battesimo8 come si addice a un luogo dal quale, come dal
grembo del Chiesa, gli uomini rinascono a vita nuova per mezzo dell'acqua dello Spirito
Santo.
1168. Il fonte battesimale, specialmente se collocato nel Battistero, deve essere fisso,
sempre costruito con arte e in materiale adatto, curato e nitido nella manutenzione e
concepito in modo che all'occorrenza si possa prestare all'immersione dei catecumeni9.
Perché poi emerga in maggior pienezza il suo valore di segno, lo si può anche costruire in
modo che l'acqua ne zampilli come da vera polla sorgiva. Si provveda inoltre che, secondo
le necessità delle diverse regioni, l'acqua possa venir riscaldata10.
Rito di benedizione
1169. Per la costruzione di un nuovo Battistero o allestimento di un nuovo fonte
battesimale, è bene celebrare un rito particolare di benedizione; tale rito però non si - 324 -
compie allorché si tratta di un semplice recipiente spostabile, «nel quale, secondo
l'opportunità si prepara l'acqua quando il rito è celebrato in presbiterio»11.
Ministro del rito
1170. Il conferimento del Battesimo costituisce l'inizio di quella vita spirituale che deriva e
dipende in certo modo dal vescovo, grande sacerdote dei suoi fedeli in Cristo12: è quindi
opportuno che sia il vescovo stesso a benedire i nuovi Battisteri e fonti battesimali costruiti
nella sua diocesi; egli può tuttavia affidare tale compito a un altro vescovo o a un
presbitero, a quello specialmente che collabora con lui nella cura pastorale dei fedeli per i
quali il nuovo fonte battesimale o il nuovo battistero è stato costruito. Se presiede il
vescovo, si faccia un opportuno adattamento delle varie parti del rito che qui sono
descritte.
Scelta del giorno
1171. Allo scopo di meglio esprimere l'indole pasquale del Battesimo e di favorire il
concorso dei fedeli, per la benedizione del Battistero si scelga di norma una domenica,
specialmente le domeniche del Tempo di Pasqua, o la festa del Battesimo del Signore.
Il rito di benedizione del Battistero non si può celebrare il mercoledì delle Ceneri, nella
Settimana Santa e nella Commemorazione di tutti i fedeli defunti.
Preparazione pastorale
1172. L'erezione di un nuovo Battistero o del fonte battesimale è di grande importanza
nella vita spirituale della comunità cristiana.
Pertanto i fedeli non solo siano tempestivamente informati della benedizione del nuovo
Battistero, ma vengano anche opportunamente preparati a partecipare attivamente al rito.
S'istruiscano in particolare sul valore simbolico del fonte battesimale, perché il Battesimo,
e il fonte che ne è il segno, diventino oggetto della loro venerazione e del loro amore.
Cose da preparare
1173. Per lo svolgimento del rito si preparino:
- il fonte riempito d'acqua;
- il cero pasquale da portare in processione
- il candelabro su cui fissare il cero;
- il «Benedizionale»;
- il Lezionario;
- il turibolo e la navicella con l'incenso
- il secchiello nel quale versare l'acqua benedetta durante rito, con relativo aspersorio;
- la sede per il celebrante e per gli altri ministri.
Quando si conferisce il Battesimo, si preparino, oltre le cose indicate, tutte quelle
necessarie per la celebrazione del sacramento.
1174. In questo rito si indossano vesti liturgiche di color bianco o festivo. Si preparino
dunque:
- per il Vescovo: camice, croce pettorale, stola, piviale (o casula, se il vescovo celebra
anche la Messa), mitra, pastorale;
- per i presbiteri: camici e stole o le vesti richieste per la Messa:;
- per i diaconi: camici, stole (dalmatiche); - per gli altri ministri: camici o altre vesti liturgiche approvate.
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19/05/2014 15:32
 
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- 325 -
- per gli altri ministri: camici o altre vesti liturgiche approvate.
1. Rito della benedizione unito al Battesimo
RITI INIZIALI
1175. Quando il popolo è riunito, il vescovo e i presbiteri, i diaconi e i ministri, ognuno
indossando la propria veste, dalla sacrestia, attraverso la navata della chiesa, si recano
processionalmente al Battistero. Precede il turiferario col turibolo fumigante; segue un
accolito col cero pasquale, poi gli altri. Alla processione partecipano opportunamente,
insieme con i padrini, anche battezzandi; altrimenti attendono, riuniti, in uno spazio adatto
del Battistero.
1176. Durante la processione si cantano le Litanie dei Santi.
1177. Giunta la processione al Battistero, tutti si dispongono nei luoghi loro assegnati. Il
cero pasquale vien collocato sul candelabro predisposto in mezzo al Battistero o presso il
fonte battesimale.
1178. Terminato il canto delle Litanie, il vescovo saluta i presenti con le seguenti parole o
altre adatte, tratte di preferenza dalla Sacra Scrittura:
La grazia del Signore nostro Gesù Cristo,
l'amore di Dio Padre
e la comunione dello Spirito Santo
sia con tutti voi.
R. E con il tuo spirito.
o in un altro modo adatto.
1179. Il vescovo, o un altro ministro idoneo, introduce il rito di benedizione con queste
parole o altre simili:
Fratelli e sorelle, siamo qui riuniti per una celebrazione piena di gioia. Inauguriamo il nuovo
fonte battesimale conferendo a questi eletti il sacramento della rinascita. Per divina
misericordia essi entreranno a far parte della Chiesa, popolo che Dio si è acquistato; uniti
a Cristo, primogenito tra molti fratelli, riceveranno lo Spirito di adozione e avranno il
privilegio di rivolgersi a Dio con la libertà di figli chiamandolo Padre.
COLLETTA
1180. Terminata la monizione, il vescovo, a mani giunte, dice:
Preghiamo.
Tutti pregano per qualche momento in silenzio.
Poi il vescovo con le braccia allargate dice: - 326 -
O Dio, che nel sacramento della rinascita
accresci incessantemente il numero dei tuoi figli,
fa' che i rigenerati a questo fonte di salvezza
rendano gloria al tuo nome
con la testimonianza della vita
e manifestino a tutti la santità della Chiesa madre.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
ACCOGLIENZA DEI BATTEZZANDI
1181. Dopo la preghiera, si compie il rito di accoglienza battezzandi. Tenuta presente la
diversa situazione dei battezzandi, si usa, con gli opportuni adattamenti, o il «Rito
dell'iniziazione cristiana degli adulti» (ed. it., nn. 245-251) o il «Rito Battesimo dei bambini»
(ed. it., nn. 36-40), a meno che questo non si sia già svolto nel secondo grado
dell'iniziazione cristiana degli adulti (ed. it., nn. 140-150).
LETTURA DELLA PAROLA DI DIO
1182. Tutto si svolge come nel «Rito dell'iniziazione cristiana degli adulti» (ed. it. nn. 252-
253) e nel «Rito del Battesimo dei bambini» (ed. it., nn. 41-47 e 90-95) prendendo le
letture adatte «Lezionario per le Messe rituali: Per la celebrazione dei sacramenti
dell'iniziazione cristiana» (pp. 29-85) e «Per il Battesimo dei bambini» (pp. 86-117).
OMELIA
1183. Il vescovo rivolge una breve omelia ai presenti illustrando le letture bibliche,
l'importanza del Battesimo e il segno del fonte, perché percepiscano il significato della
celebrazione.
Breve silenzio.
RITI PREBATTESIMALI
1184. I riti pre-battesimali si svolgono come indicato nel «Rito dell'iniziazione cristiana
degli adulti» (ed. it., nn. 255-256) e nel «Rito del Battesimo dei bambini» (ed. it., nn. 56-
57).
BENEDIZIONE DEL NUOVO FONTE
1185. I battezzati si dispongono intorno al nuovo fonte battesimale: gli adulti in piedi con i
padrini, i bambini in braccio alle loro madri.
1186. Il vescovo invita i fedeli alla preghiera con queste parole o altre simili:
Carissimi, è giunto il momento di benedire questo fonte mediante la preghiera della
Chiesa, perché discenda sulle acque la potenza santificatrice dello Spirito Santo. Dio
nostro Padre ha chiamato e guidato alla grande ora della nuova nascita questi suoi servi
N. e N., che attendono il dono del Battesimo. Egli li illumini e li fortifichi, perché aderendo
saldamente a Cristo Signore, giungano alla pienezza della vita. - 327 -
Tutti pregano per qualche momento in silenzio.
1187. Poi il vescovo, rivolto verso il fonte pieno d'acqua, con le braccia allargate,
pronuncia la preghiera di benedizione:
Dio, Creatore dell'universo
e Padre di tutti gli uomini,
salga a te l'inno di ringraziamento e di lode,
perché ci doni la gioia di inaugurare con solenne rito
questo fonte di salvezza
che scaturisce dal grembo della Chiesa madre.
Qui si dischiude la porta della vita nello Spirito
e si riapre ai figli della Chiesa
la soglia vietata del paradiso.
Qui è offerto all'uomo il lavacro salutare
che lo guarisce dalle piaghe devastanti
dell'antico peccato
e lo reintegra nello splendore della divina immagine.
Di qui fluisce l'onda purificatrice
che travolge i peccati
e fa sorgere nuovi germogli di virtù e di grazia.
Di qui scaturisce la sorgente
che emana dal fianco di Cristo
e chi ne attinge entra nella vita eterna.
Di qui la lampada della fede irradia il santo lume
che dissipa le tenebre della mente
e svela ai rinati nel Battesimo le realtà celesti;
in questo fonte i credenti
sono immersi nella morte di Cristo,
per risorgere con lui a vita nuova.
Manda, o Padre, su queste acque
lo Spirito Santo, che adombrò la Vergine Maria,
perché desse alla luce il Primogenito;
il tuo soffio creatore
fecondi il grembo della Chiesa, sposa del Cristo,
perché generi a te una nuova progenie
di candidati alla patria celeste.
Fa', o Signore,
che la moltitudine dei figli rigenerati da questo fonte
attuino nelle opere gli impegni del Battesimo
e onorino con la coerenza della vita
i doni della tua grazia.
Riemersi da questa sorgente viva,
pur di diversa stirpe e condizione
ma uniti in una sola famiglia,
si mostrino fratelli nella carità - 328 -
e cittadini nella concordia.
Riflettano come veri figli la luce del tuo volto
e come discepoli custodiscano le parole del Maestro.
Risuoni in loro come in un tempio
la voce del tuo Spirito;
siano testimoni del Vangelo
e operatori di giustizia;
riempiano dell'amore di Cristo
la città terrena in cui dimorano,
per divenire tuoi eredi nella santa Gerusalemme.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
1188. Il vescovo pone l'incenso nel turibolo e incensa il fonte.
1189. Benedetto il fonte, prosegue la celebrazione del Battesimo; si usa, secondo la
condizione dei battezzandi, il « Rito dell'iniziazione cristiana degli adulti» (ed it., nn. 217-
226, oppure nn. 259-265) o il «Rito del Battesimo dei bambini» (ed it., nn. 64-74).
RITI DI CONCLUSIONE
1190. Se si tratta del Battesimo dei bambini, il rito si conclude come indicato nel Rito
corrispondente (ed it, nn. 75-80), oppure nel modo qui proposto.
1191. Il vescovo benedice le madri che tengono in braccio i loro bambini, i padri e tutti i
presenti, dicendo:
Dio creatore, da cui proviene ogni paternità,
illumini e fortifichi i padri di questi bambini,
perché siano guide nella fede e testimoni del Vangelo.
R. Amen.
Cristo, Figlio di Dio, nato dalla Vergine Maria,
riempia della sua gioia le madri di questi bambini
rigenerati alla vita eterna.
R. Amen.
Lo Spirito santificatore,
che ha fatto di questi bambini la sua dimora,
abiti sempre nel loro cuore.
R. Amen.
1192. Quindi benedice tutti i presenti dicendo:
E su voi tutti qui presenti,
scenda la benedizione di Dio onnipotente, - 329 -
Padre e Figlio + e Spirito Santo.
R. Amen.
1193. Dopo la benedizione, è bene eseguire un canto che esprima gioia pasquale e
rendimento di grazie; si può anche cantare il Magnificat .
1194. Quindi il diacono congeda il popolo nel modo solito.
1195. Secondo l'antichissima tradizione della Chiesa, nell'iniziazione cristiana degli adulti,
dopo il Battesimo si conferisce il sacramento della Confermazione, e i neofiti partecipano
per la prima volta all'Eucaristia. Pertanto, dopo il Battesimo, tutto si svolge come indicato
nel «Rito dell'iniziazione Cristiana adulti» (ed. it., nn. 227-234, oppure nn. 266-273).
2. Rito della benedizione senza il Battesimo
RITI INIZIALI
1196. Quando il popolo è riunito, il vescovo e i ministri, come è detto sopra al n. 1175,
dalla sacrestia, attraverso la navata della chiesa, si recano processionalmente al
Battistero.
1197. Frattanto si canta l'antifona seguente con il suo salmo (vedi n. 2498), o si esegue un
altro canto adatto.
Antifona:
Attingerete acqua con gioia
alle sorgenti della salvezza.
Oppure:
In te, Signore, è la sorgente della vita;
alla tua luce vediamo la luce.
Sal 35 (36), 6-7 8-9 10-11
1198. Quando la processione è giunta al Battistero, tutti si pongono nei luoghi loro
assegnati. Il cero pasquale viene collocato sul candelabro predisposto presso il fonte
battesimale. Terminato il canto, il vescovo saluta i presenti con le seguenti parole o con
altre adatte, tratte di preferenza dalla Sacra Scrittura:
La grazia del Signore nostro Gesù Cristo,
l'amore di Dio Padre
e la Comunione dello Spirito Santo
sia con tutti voi.
R. E con il tuo spirito. o in un altro modo adatto.
MONIZIONE
1199. Il vescovo, o un altro ministro idoneo, introduce il rito di benedizione con queste
parole o altre simili:
Fratelli e sorelle, siamo qui riuniti per una celebrazione piena di gioia. Inauguriamo il nuovo
fonte battesimale, perché quanti vi riceveranno il sacramento della rinascita, per divina
misericordia entreranno a far parte della Chiesa popolo che Dio si è acquistato, e uniti a
Cristo, primogenito tra molti fratelli, riceveranno lo Spirito di adozione e avranno il
privilegio di rivolgersi a Dio con la libertà di figli chiamandolo Padre.
COLLETTA
1200. Terminata la monizione, il vescovo, a mani giunte, dice:
Preghiamo.
Tutti pregano per qualche momento in silenzio.
Poi il vescovo con le braccia allargate, dice:
O Dio, che nel sacramento della rinascita
accresci incessantemente il numero dei tuoi figli,
fa' che i rigenerati a questo fonte di salvezza
rendano gloria al tuo nome
con la testimonianza della vita
e manifestino a tutti
la santità della Chiesa madre.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
LETTURA DELLA PAROLA DI DIO
1201. Quindi si leggono uno o più testi della Sacra Scrittura, scelti fra quelli proposti nel
«Lezionario per le Messe rituali: Per la celebrazione dei sacramenti dell'iniziazione
cristiana», (pp. 29-85) e «Per il Battesimo dei bambini» (pp. 86-117) intercalando alle
letture salmi responsoriali adatti, o brevi intervalli di sacro silenzio. Sempre però si riservi il
posto d'onore alla lettura del Vangelo.
OMELIA
1202. Il vescovo rivolge una breve omelia ai presenti illustrando le letture bibliche,
l'importanza del Battesimo e il segno del fonte, perché percepiscano il significato della
celebrazione
Breve silenzio
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19/05/2014 15:32
 
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- 331 -
1203. Quindi il vescovo invita i fedeli alla preghiera con queste parole o con altre simili:
Carissimi, è giunto il momento di benedire questo fonte mediante la preghiera della
Chiesa, perché discenda sulle acque la potenza santificatrice dello Spirito Santo.
Supplichiamo Dio Padre, perché custodisca e alimenti la concordia degli animi nella nostra
comunità. Il fonte battesimale rivela pienamente ciò che significa: qui gli orecchi dei fedeli
si aprono all'ascolto della parola di Dio; i loro occhi illuminati dalla luce di Cristo vincono le
tenebre del peccato; e i loro cuori, aderendo prontamente al Signore, rinunciano con ferma
volontà al «maligno» e alle sue opere.
Tutti pregano per qualche momento in silenzio.
1204. Poi il vescovo, rivolto verso il fonte pieno d'acqua, con le braccia allargate,
pronuncia la preghiera di benedizione:
Dio, Creatore dell'universo
e Padre di tutti gli uomini,
salga a te l'inno di ringraziamento e di lode,
perché ci doni la gioia di inaugurare con solenne rito
questo fonte di salvezza
che scaturisce dal grembo della Chiesa madre.
Qui si dischiude la porta della vita nello Spirito
e si riapre ai figli della Chiesa
la soglia vietata del paradiso.
Qui è offerto all'uomo il lavacro salutare
che lo guarisce dalle piaghe devastanti
dell'antico peccato
e lo reintegra nello splendore della divina immagine.
Di qui fluisce l'onda purificatrice
che travolge i peccati
e fa sorgere nuovi germogli di virtù e di grazia.
Di qui scaturisce la sorgente
che emana dal fianco di Cristo
e chi ne attinge entra nella vita eterna.
Di qui la lampada della fede irradia il santo lume
che dissipa le tenebre della mente
e svela ai rinati nel Battesimo le realtà celesti;
in questo fonte i credenti
sono immersi nella morte di Cristo,
per risorgere con lui a vita nuova.
Manda, o Padre, su queste acque
lo Spirito Santo, che adombrò la Vergine Maria,
perché desse alla luce il Primogenito,
il tuo soffio creatore
fecondi il grembo della Chiesa, sposa del Cristo,
perché generi a te una nuova progenie
di candidati alla patria celeste. - 332 -
Fa', o Signore,
che la moltitudine dei figli rigenerati da questo fonte
attuino nelle opere gli impegni del Battesimo
e onorino con la coerenza della vita
i doni della tua grazia.
Riemersi da questa sorgente viva,
pur di diversa stirpe e condizione
ma uniti in una sola famiglia,
si mostrino fratelli nella carità
e concittadini nella concordia.
Riflettano come veri figli la luce del tuo volto
e come discepoli custodiscano le parole del Maestro.
Risuoni in loro come in un tempio
la voce del tuo Spirito;
siano testimoni del Vangelo
e operatori di giustizia;
riempiano dell'amore di Cristo
la città terrena in cui dimorano,
per divenire tuoi eredi nella santa Gerusalemme.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
1205. Terminata la preghiera sul fonte, è opportuno eseguire un canto battesimale, per
es.:
antifona:
Voce del Signore sulle acque:
il Dio della gloria ha parlato.
Il Signore sull'immensità delle acque.
Oppure:
risuona sulle acque la voce del Padre,
risplende la gloria del Figlio,
infonde vita l'amore dello Spirito Santo.
Oppure:
Questo è il fonte della nuova vita:
fonte che sgorga dal fianco di Cristo
e con le sue acque lava il mondo intero.
Il vescovo pone l'incenso nel turibolo e incensa il fonte.
RINNOVAZIONE DELLE PROMESSE BATTESIMALI - 333 -
1206. Terminato il canto, tutti, secondo l'opportunità, rinnovano la professione di fede del
Battesimo.
Il vescovo si rivolge ai fedeli con queste parole o altre simili:
E ora, fratelli e sorelle, rinnovate la professione di fede che ha segnato il cammino
dell'iniziazione cristiana, perché, con la grazia dello Spirito Santo, sia sempre più
confermata e radicata nella vostra vita.
Il vescovo interroga i presenti dicendo:
Vescovo:
Credete in Dio,
Padre onnipotente,
creatore del cielo e della terra?
Tutti:
Credo.
Vescovo:
Credete in Gesù Cristo,
suo unico Figlio, nostro Signore
che nacque da Maria Vergine,
morì e fu sepolto,
è risuscitato dai morti
e siede alla destra del Padre?
Tutti:
Credo.
Vescovo:
Credete nello Spirito Santo,
la santa Chiesa cattolica,
la comunione dei santi,
la remissione dei peccati,
la risurrezione della carne e la vita eterna?
Tutti:
Credo.
A questa professione di fede il vescovo dà il suo assenso proclamando la fede della
Chiesa:
Questa è la nostra fede.
questa è la fede della Chiesa.
E noi ci gloriamo di professarla, - 334 -
in Cristo Gesù nostro Signore.
Tutti:
Amen.
A questa formula se ne può sostituire un altra simile; si può anche eseguire un canto, con
il quale l'assemblea a una sola voce proclama la sua fede.
1207. Quindi il vescovo prende l'aspersorio e con l'acqua attinta dal fonte appena
benedetto, asperge i fedeli, mentre l'assemblea canta l'antifona seguente o un altro canto
di carattere battesimale:
Ecco l'acqua, cfr Ez 47, 1-2,9
che sgorga dal tempio santo di Dio, alleluia;
e a quanti giungerà quest'acqua
porterà salvezza
ed essi canteranno: alleluia, alleluia.
Oppure:
«Su di voi verserò dell'acqua pura,
e sarete mondi da ogni vostra colpa,
e vi darò un cuore nuovo», dice il Signore.
PREGHIERA DEI FEDELI
1208. Se lo si ritiene opportuno, si può fare la preghiera comune. Tra le invocazioni
proposte, si possono scegliere al ritenute più adatte, o aggiungerne altre in sintonia con
particolari situazioni di persone o necessità del momento.
Rivolgiamo la nostra preghiera unanime a Dio Padre onnipotente, che nel mistero
pasquale ci ha fatto rinascere come suoi figli dall'acqua e dallo Spirito Santo.
R. Rinnova in noi, o Padre, le meraviglie del tuo amore.
Dio di misericordia, che hai creato l'uomo a tua immagine
e per mezzo del Battesimo lo hai santificato,
fa' che sempre e dovunque facciamo memoria viva
della nostra dignità e del tuo dono. R.
Tu, che dal fianco di Cristo crocifisso
hai fatto sgorgare l'onda santificatrice dello Spirito,
fa' che diventi per noi sorgente inesauribile
che zampilla per la vita eterna. R.
Tu, che nel lavacro battesimale, hai fatto di noi
una stirpe eletta, un sacerdozio regale, una nazione santa,
fa' che, fedeli alla nostra vocazione cristiana,
annunziamo agli uomini i tuoi prodigi. R. - 335 -
Tu, che doni sempre nuovi figli
alla Chiesa santa e madre,
fa' che i rigenerati nelle acque del Battesimo
esprimano nella vita
il sacramento che hanno ricevuto nella fede. R.
Tu, che nella tua bontà
ci hai dato la gioia di inaugurare questo fonte di salvezza,
fa' che sia per i catecumeni un bagno di rigenerazione
e per tutti noi un richiamo al rinnovamento della vita. R.
1209. Quindi il vescovo introduce la preghiera del Signore con queste parole o altre simili:
Obbedienti alla parola del Salvatore,
e memori del Battesimo
nel quale abbiamo ricevuto lo Spirito di figli adottivi,
rivolgiamo la nostra preghiera al Padre celeste,
e diciamo:
Padre nostro.
1210. Poi il vescovo prosegue:
O Dio, che hai infuso nelle acque battesimali
una virtù soprannaturale di morte e di vita,
concedi a coloro che, sepolti con Cristo
si spoglieranno in questo fonte di tutti i peccati,
di risorgere con lui
rivestiti della veste bianca della vita immortale.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
121l. Quindi opportunamente si esegue un canto che esprima gioia pasquale e rendimento
di grazie; si può anche cantare il Magnificat.
RITI DI CONCLUSIONE
1212. Il vescovo saluta e benedice i presenti nel modo consueto.
1213. Al termine il diacono congeda il popolo. .
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19/05/2014 15:34
 
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- 337 -
CAPITOLO XXXIX – BENEDIZIONE DI UNA CATTEDRA O SEDE
PRESIDENZIALE
Premesse
1214. La cattedra è il segno per eccellenza del magistero che spetta a ogni vescovo nella
sua Chiesa. Pertanto il rito inaugurale di una nuova cattedra può venir celebrato soltanto
dal vescovo diocesano, oppure, in circostanze del tutto particolari, da un altro vescovo,
che abbia avuto da quello diocesano uno speciale mandato .
1215. Il luogo della presidenza o sede del sacerdote celebrante indica il compito che egli
ha sia di presiedere l'azione liturgica. che di guidare la preghiera del popolo santo di Dio.
1216. Anche se lo svolgimento di questo rito ha la sua miglior collocazione durante la
celebrazione della Messa, nulla vieta che, presentandosene il caso, lo si inserisca in una
celebrazione della parola di Dio.
1217. Il rito qui proposto può essere usato dal vescovo, specialmente per la cattedra
episcopale, e dal presbitero.
1218. Nel rispetto della struttura del rito e dei suoi elementi essenziali, si potranno
adattare le singole parti alle circostanze di persone e di luoghi.
1. Rito della benedizione
durante la Messa
INIZIO
12l9. Nella Messa, dopo il canto d'ingresso e la venerazione e incensazione dell'altare,
prima che il sacerdote celebrante si rechi alla cattedra o alla sede, tutti si fanno il segno
della croce, mentre il sacerdote celebrante dice:
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
R. Amen.
1220. Il sacerdote celebrante saluta i presenti con le seguenti parole o altre adatte, tratte
di preferenza dalla Sacra Scrittura:
La grazia del Signore nostro Gesù Cristo,
l'amore di Dio Padre
e la comunione dello Spirito Santo
sia con tutti voi.
R. E con il tuo spirito.
o in un altro modo adatto. - 338 -
MONIZIONE INTRODUTTIVA
1221. Il sacerdote celebrante, o un altro ministro idoneo. introduce la celebrazione
spiegando il significato del rito iniziale con riferimento o alla cattedra o alla sede di nuova
costruzione. Lo può fare con queste parole o altre simili:
Carissimi, oggi questa nuova cattedra [sede] viene destinata per la prima volta all'uso
liturgico. Innalziamo la nostra lode e la nostra preghiera a Dio nostro Padre, presente nei
figli, che ha chiamato per ammaestrare, guidare e santificare il suo popolo. Il suo Spirito li
renda sempre più idonei allo svolgimento del loro ministero.
PREGHIERA DI BENEDIZIONE
1222. Terminata la monizione, il sacerdote celebrante dice:
Preghiamo.
Tutti pregano per qualche momento in silenzio.
Quindi il sacerdote celebrante, con le braccia allargate, prosegue:
Lodiamo con voce unanime il tuo santo nome, Signore,
e innalziamo a te la nostra umile preghiera:
tu che sei venuto come buon pastore
per radunare nell'unico ovile il gregge disperso,
nutri i tuoi fedeli
e custodiscili sotto la guida del tuo Spirito,
per mezzo di coloro che hai scelto
come maestri e servitori della verità,
perché tutti insieme possano entrare
nella gioia dei pascoli eterni.
Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.
R. Amen.
1223. Il sacerdote celebrante mette l'incenso nel turibolo e incensa la cattedra o la sede.
Quindi si reca alla cattedra o alla sede e lì viene incensato dal ministro, mentre si esegue
un canto adatto.
1224. La Messa, tralasciato l'atto penitenziale, prosegue nel modo solito.
2. Rito della benedizione
senza la Messa
INIZIO
1225. Quando tutti sono riuniti, si esegue un canto adatto o si fa una pausa di
raccoglimento. Poi, prima che il sacerdote celebrante si rechi alla sede, tutti si fanno il
segno della croce, mentre il sacerdote dice: - 339 -
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
R. Amen.
SALUTO
1226. Il sacerdote saluta i presenti con le seguenti parole o altre adatte, tratte di
preferenza dalla Sacra Scrittura:
La grazia del Signore nostro Gesù Cristo,
l'amore di Dio Padre
e la comunione dello Spirito Santo
sia con tutti voi.
R. E con il tuo spirito.
o in un altro modo adatto
MONIZIONE INTRODUTTIVA
1227. Il sacerdote, o un altro ministro idoneo introduce il rito di benedizione con queste
parole o altre simili:
Carissimi, oggi questa nuova cattedra [sede] viene destinata per la prima volta all'uso
liturgico. Innalziamo la nostra lode e la nostra preghiera a Dio nostro Padre, presente nei
figli, che ha chiamato per ammaestrare, guidare e santificare il suo popolo. Il suo Spirito li
renda sempre più idonei allo svolgimento del loro ministero.
PREGHIERA DI BENEDIZIONE
1228. Terminata la monizione, il sacerdote dice:
Preghiamo.
Tutti pregano per qualche momento in silenzio.
Quindi il sacerdote, con le braccia allargate, prosegue:
Lodiamo con voce unanime il tuo santo nome, Signore,
e innalziamo a te la nostra umile preghiera:
tu che sei venuto come buon pastore
per radunare nell'unico ovile il gregge disperso,
nutri i tuoi fedeli
e custodiscili sotto la guida del tuo Spirito,
per mezzo di coloro che hai scelto
come maestri e servitori della verità,
perché tutti insieme possano entrare
nella gioia dei pascoli eterni.
Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. - 340 -
R. Amen.
1229. Il sacerdote mette l'incenso nel turibolo e incensa la cattedra o la sede. Quindi si
reca alla cattedra o alla sede e lì viene incensato dal ministro, mentre si esegue un canto
adatto.
LETTURA DELLA PAROLA DI DIO
1230. Dopo l'incensazione del sacerdote, si leggono testi adatti della Sacra Scrittura,
opportunamente seguiti o da un salmo responsoriale, o anche da un sacro silenzio di
meditazione. La lettura del Vangelo abbia sempre il posto principale.
1231. Letture (per esteso vedi a p. 882 ss.):
Ne 8,1-4a.5-6.8-10
Esdra, lo scriba, stava sopra una tribuna di legno, che avevano costruito per l'occorrenza.
Is 40,9-11
Come un pastore, egli fa pascolare il gregge.
At 10,34-48
Noi siamo testimoni di tutte le cose da lui compiute.
At 13,15-32
Noi vi annunziamo la buona novella che la promessa fatta ai padri si è compiuta.
Lc 4,14-22
Gli occhi di tutti nella sinagoga stavano fissi sopra Gesù.
RESPONSORIO
1232. Secondo l'opportunità si può cantare o recitare un salmo responsoriale (per esteso
vedi a p. 990 ss.) o eseguire un altro
Sal 18 (19),8-9 10.12 15
R. Le tue parole, Signore, sono spirito e vita.
Sal 118 (119),129-130 133.135 144
R. La tua parola, Signore, è luce alla mia strada.
OMELIA
1233. Il sacerdote rivolge ai presenti una breve omelia illustrando la lettura biblica e la
presenza di Cristo nella persona del quale i Sacri ministri esercitano il loro ministero,
perché percepiscano il significato della celebrazione.
Breve silenzio
PREGHIERA DEI FEDELI - 341 -
1234. Segue la preghiera comune. Tra le invocazioni proposte, si possono scegliere
alcune ritenute più adatte, o aggiungerne altre in sintonia con particolari situazioni di
persone o necessità del momento.
Il Signore nostro Gesù Cristo ama di un amore indefettibile la sua Chiesa. Attraverso i
tempi egli la illumina con la parola di vita e la nutre con i santi misteri, mediante la
sollecitudine pastorale dei suoi ministri. Con animo grato lodiamo il Signore dicendo:
R. Gloria a te, Signore.
Benedetto sei tu, Signore, che mediante i maestri nella fede
ci insegni incessantemente la via del Vangelo. R.
Benedetto sei tu, Signore, che mediante i pastori da te scelti
nutri e fai crescere i tuoi figli. R.
Benedetto sei tu, Signore, che mediante i tuoi ministri
ci convochi per cantare la lode del Padre. R.
1235. Quindi il sacerdote, con le braccia allargate, prosegue:
Signore Gesù Cristo,
tu comandi ai pastori della Chiesa non di farsi servire,
ma di servire umilmente i fratelli;
assisti coloro che da questa cattedra
presiedono la Chiesa di N.
[assisti coloro che da questa sede
presiedono la tua santa assemblea];
fa' che proclamino con la forza dello Spirito la tua parola
e siano fedeli dispensatori dei tuoi misteri,
perché, insieme con il popolo loro affidato,
ti lodino senza fine davanti al trono della tua gloria.
Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.
R. Amen.
CONCLUSIONE
1236. Il sacerdote stendendo le mani sui presenti dice:
Dio vi benedica con ogni benedizione del cielo,
e vi renda puri e santi ai suoi occhi;
effonda su di voi le ricchezze della sua gloria,
vi ammaestri con le parole di verità,
vi illumini con il Vangelo di salvezza,
vi faccia lieti nella carità fraterna. ~
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
E la benedizione di Dio onnipotente, - 342 -
Padre e Figlio + e Spirito Santo.
discenda su di voi, e con voi rimanga sempre.
R. Amen.
1237. Un canto corale può chiudere la celebrazione.
CAPITOLO XL BENEDIZIONE DI UN NUOVO AMBONE
Premesse
1238. L'ambone, cioè il luogo dal quale viene proclamata la parola di Dio, deve
corrispondere alla dignità della parola stessa e rammentare ai fedeli che la mensa della
parola di Dio è sempre imbandita, da quando il Cristo, vincitore della morte, con la potenza
del suo Spirito ha rovesciato la pietra dal sepolcro.
Questa benedizione si può impartire soltanto quando si tratta di un ambone vero e proprio,
che non sia cioè un semplice podio mobile con leggio, ma un ambone fisso, che risalti per
dignità di stile e di fattura. Tenuta però presente la struttura di ciascuna chiesa, si può
benedire anche un ambone mobile, purché ben in vista, adatto alla sua funzione e
artisticamente dignitoso.
1239. Questo rito, che per quanto possibile è opportuno celebrare nel Tempo di Pasqua, si
può inserire nella celebrazione della Messa o anche in una celebrazione della parola di
Dio.
1240. Il rito qui proposto può essere usato dal sacerdote.
1241. Nel rispetto della struttura del rito e dei suoi elementi essenziali, si potranno
adattare le singole parti alle circostanze di persone e di luoghi.
1. Rito della benedizione
durante la Messa
1242. Nella Messa, tutto si svolge come al solito, fino alla colletta inclusa. Nella
processione d'ingresso si porta il libro del Vangelo, che vien poi deposto sull'altare.
LITURGIA DELLA PAROLA
1243. La proclamazione della parola di Dio si svolge lodevolmente in questo modo: due
lettori, uno dei quali reca il Lezionario della Messa, si presentano con il salmista al
sacerdote celebrante. Il celebrante, in piedi, riceve il Lezionario, lo mostra al popolo e
pronunzia queste parole o altre simili:
Risuoni sempre in questo luogo
la parola di Dio;
riveli e proclami il mistero pasquale di Cristo
e operi nella Chiesa la nostra salvezza.
R. Amen. - 343 -
o in un altro modo adatto.
Quindi il sacerdote celebrante consegna il Lezionario al primo lettore. I lettori e il salmista
si recano all'ambone, portando il Lezionario, in modo che tutti lo possano vedere.
1244, Le letture si prendono dalla Messa del giorno, oppure si scelgono nel modo
seguente (per esteso vedi a p. 882 ss.).
1245. PRIMA LETTURA
Ne 8,1-4a.5-6.8-10
Lessero il libro della legge e spiegarono la lettura.
1246. SALMO RESPONSORIALE
Sal 18 (19),8-9 10.12 15
R. Le tue parole, Signore, sono spirito e vita.
1247. SECONDA LETTURA (se si proclama)
2 Tm 3,14-4,5a l.e
Sacre Scritture possono istruire per la salvezza, che si ottiene per mezzo della fede in
Cristo Gesù.
1248. CANTO AL VANGELO
Dopo la seconda lettura il sacerdote celebrante mette l'incenso nel turibolo. Quindi il
diacono dopo la benedizione, prende dall'altare l'Evangeliario, e, preceduto dai ministri con
l'incenso, lo porta all'ambone, mentre si canta uno dei versetti seguenti con o senza
Alleluia, secondo il tempo liturgico.
* V. Il mattino del giorno dopo il sabato, Cfr Mc 16,2
appena sorto il sole,
le donne vennero al sepolcro.
Oppure nel Tempo di Avvento e di Natale:
* V. Il Figlio unigenito Cfr Gv 1,18
che è disceso dal cielo,
lui solo ci ha rivelato Dio.
Oppure nel Tempo di Quaresima:
V. Non di solo pane vive l'uomo, Cfr Mt 4,4
ma di ogni parola di Dio.
1249. VANGELO
* Mt 28,1-8
E' risorto come aveva detto. - 344 -
* Oppure, specialmente nel Tempo di Avvento e di Natale:
Gv 1, 1-5.9-14.16-18
Il Figlio ci la rivelato Dio.
Oppure, specialmente nel Tempo di Quaresima:
Lc 4, 14-22
Oggi si e adempiuta questa Scrittura.
OMELIA
1250. Il sacerdote celebrante rivolge una breve omelia ai presenti, illustrando loro le letture
bibliche e la presenza di Cristo nella parola di Dio, perché percepiscano il significato
pasquale della celebrazione.
Breve silenzio.
1251. LA MESSA PROSEGUE come al solito; se lo si ritiene opportuno, si dice il Credo,
perché i fedeli comprendano che devono rispondere con la loro fede a Dio, che ha rivolto
ad essi la sua parola.
2. Rito della benedizione
durante una celebrazione della parola di Dio
INIZIO
1252. Quando tutti sono riuniti, si esegue un canto adatto.
1253. Il sacerdote saluta i presenti con parole tratte di preferenza dalla Sacra Scrittura,
quindi introduce il rito di benedizione con queste parole o altre simili:
Carissimi, l'ambone che oggi inauguriamo per il servizio liturgico è la mensa della divina
parola, da cui Cristo Signore ci offre il nutrimento primario e indispensabile per la vita
cristiana.
Disponiamoci a celebrare questo rito con il religioso ascolto e il fiducioso annunzio della
parola di Dio, perché diventi per noi spirito e vita.
COLLETTA
1254. Terminata la monizione, il sacerdote dice:
Preghiamo.
Tutti pregano per qualche momento in silenzio.
Quindi il sacerdote, con le braccia allargate, prosegue:
O Dio, che nel tuo immenso amore
hai voluto parlare a noi come a tuoi amici, - 345 -
donaci la grazia dello Spirito Santo,
perché gustando la dolcezza della tua parola,
siamo permeati della scienza del tuo Figlio,
maestro insuperabile di verità.
Egli vive e regna nei secoli dei secoli.
R. Amen.
LETTURA DELLA PAROLA DI DIO
1255. Quindi si leggono testi adatti della Sacra Scrittura, ai quali opportunamente si fa
seguire o un salmo responsoriale o anche un sacro silenzio di meditazione La lettura del
Vangelo abbia sempre il posto principale
Letture e salmi responsoriali (per esteso vedi a p. 882 ss.).
1256. PRIMA LETTURA
Ne 8, 1-4a.5-6.8-10
Lessero ll libro della legge e spiegarono la lettura.
1257. SALMO RESPONSORIALE
Sal 18 (19), 8-9 10.12 15
R. Le tue parole, Signore, sono spirito e vita.
Oppure:
Sal 118 (119), 129-130 133.135 144
R. La tua parola, Signore, è luce alla mia strada.
1258. SECONDA LETTURA
2 Tm 3,14 - 4,5a
Le Sacre Scritture possono istruire per la salvezza, che si ottiene per mezzo della fede in
Cristo Gesù.
1259. CANTO AL VANGELO
Il sacerdote mette l'incenso nel turibolo. Quindi il diacono dopo benedizione prende
dall'altare l'Evangeliario e, preceduto dai ministri con ceri e incenso, lo porta all'ambone,
mentre si canta uno dei versetti seguenti con o senza Alleluia, secondo il tempo liturgico.
* V. Il mattino del giorno dopo il sabato, Cfr Mc 16,2
appena sorto il sole,
le donne vennero al sepolcro.
* Oppure nel Tempo di Avvento e di Natale:
V. Figlio unigenito Cfr Gv 1,18
che è disceso dal cielo,
lui solo ci ha rivelato Dio. - 346 -
Oppure nel Tempo di Quaresima:
V. Non di solo pane vive l'uomo, Cfr Mt 4,4
ma di ogni parola di Dio.
1260. VANGELO
* Mt 28,1-8
E' risorto come aveva detto.
* Oppure, specialmente nel Tempo di Avvento e di Natale:
Gv 1,1-5.9-14.16-18
Il Figlio ci ha rivelato Dio.
Oppure, specialmente nel Tempo di Quaresima:
Lc 4, 14-22
Oggi si è adempiuta questa Scrittura.
OMELIA
1261. Il sacerdote rivolge una breve omelia ai presenti, illustrando loro le letture bibliche e
la presenza di Cristo nella parola di Dio, perché percepiscano il significato pasquale della
celebrazione.
Breve silenzio
1262. Se si ritiene opportuno, si può cantare o recitare il Credo perché i fedeli
comprendano che devono rispondere con la loro fede a Dio, che ha rivolto ad essi la sua
parola.
PREGHIERA DEI FEDELI
1263. Segue la preghiera comune. Tra le invocazioni proposte possono scegliere alcune
ritenute più adatte, o aggiungerne altre in sintonia con particolari situazioni di persone o
necessità del momento.
Fratelli e sorelle, Dio Padre ci dà la grazia di ascoltare il suo Verbo fatto carne, perché
nutrendoci di lui, viviamo per lui.
Preghiamo insieme e diciamo:
R. La tua parola, Signore, abiti nei nostri cuori.
Fa', Signore, che i discepoli di Cristo
abbiano fame e sete della tua parola
e ne siano testimoni nel mondo. R.
Donaci, Signore, di penetrare le profondità della tua parola
e di manifestare il fervore della fede - 347 -
nella generosa dedizione alle opere di bene. R.
Accresci in noi, Signore, con la luce della tua parola
la conoscenza di te e di noi stessi,
per amarti e servirti lealmente. R.
Assisti, Signore, i ministri della tua parola,
perché ciò che proclamano con la bocca,
lo credano con il cuore e lo confermino con le opere. R.
* Segue la preghiera del Signore.
Padre nostro.
PREGHIERA DI BENEDIZIONE
1264 Il sacerdote, con le braccia allargate prosegue:
O Dio, che chiami gli uomini 1
dalle tenebre alla tua ammirabile luce,
accogli il nostro inno di benedizione e di lode;
tu non ci lasci mai mancare
il nutrimento dolce e forte della tua parola
e convocandoci in quest'aula ecclesiale
continui a ricordare le meraviglie
da te annunciate e compiute.
Risuoni dunque, o Padre, ai nostri orecchi
la voce del tuo Figlio risorto,
perché corrispondendo all'azione interiore dello Spirito,
possiamo essere non solo ascoltatori,
ma operatori fervidi e coerenti della tua parola.
Da questo ambone i tuoi messaggeri
ci indichino il sentiero della vita,
perché camminando sulle orme di Cristo,
possiamo giungere alla gloria eterna.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
1265. Il sacerdote stendendo le mani sui presenti dice:
Dio vi benedica con ogni benedizione del cielo,
e vi renda puri e santi ai suoi occhi;
effonda su di voi le ricchezze della sua gloria,
vi ammaestri con le parole di verità,
vi illumini con il Vangelo di salvezza,
vi faccia lieti nella carità fraterna.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen. E la benedizione di Dio onnipotente,
Padre e Figlio + e Spirito Santo.
discenda su di voi, e con voi rimanga sempre.
R. Amen.
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E la benedizione di Dio onnipotente,
Padre e Figlio + e Spirito Santo.
discenda su di voi, e con voi rimanga sempre.
R. Amen.
1266. Un canto corale può chiudere la celebrazione.
CAPITOLO XLI – BENEDIZIONE DI UN ALTARE
Premesse
1267. L'altare si dice fisso, se fa corpo con il pavimento su cui è costruito e come tale non
può essere rimosso; si dice invece mobile, se lo si può spostare2.
L'altare fisso deve essere dedicato secondo il rito della dedicazione di un altare, come
indicato nel Pontificale Romano «Dedicazione
i della chiesa e dell'altare».
Ma anche all'altare mobile si deve rispetto, perché è la mensa destinata in modo esclusivo
e permanente al convito eucaristico. Conviene pertanto che prima dell'uso anche l'altare
mobile venga, se non dedicato, almeno benedetto secondo il rito qui descritto3.
1268. L'altare mobile può essere costruito con qualsiasi materiale solido, purché sia
sempre conveniente all'uso liturgico, secondo le tradizioni e le usanze delle diverse
regioni4.
1269. Nella costruzione di un altare mobile si osservi, con gli opportuni adattamenti, tutto
quanto è prescritto nelle premesse al rito della dedicazione di un altare (nn. 1270-1274);
non è però consentito racchiudere nel suo basamento reliquie di santi.
DALLE PREMESSE AL RITO DELLA DEDICAZIONE DI UN ALTARE, nn. 157-161.
1270. E' opportuno che in ogni chiesa ci sia un altare fisso. Negli altri luoghi destinati alle
sacre celebrazioni, l'altare può essere fisso o «mobile». Altare fisso è quello che fa corpo
con il pavimento su cui è costruito, ed è, come tale, inamovibile; altare mobile è quello che
si può spostare5.
1271. E' bene che nelle nuove chiese venga eretto un solo altare; l'unico altare, presso il
quale si riunisce come un solo corpo l'assemblea dei fedeli, è segno dell'unico nostro
salvatore, Cristo Gesù, e dell'unica Eucaristia della Chiesa.
Si potrà tuttavia erigere un secondo altare in una cappella possibilmente separata, in
qualche modo, dalla navata della chiesa e destinata a ospitare il tabernacolo per la
custodia del santissimo Sacramento; sull'altare di questa cappella si potrà anche celebrare
la Messa nei giorni feriali per un gruppo ristretto di fedeli.
Si dovrà comunque evitare assolutamente la costruzione di più altari al solo scopo di
ornamento della chiesa.
1272. L'altare si costruisca separato dalla parete, in modo che il sacerdote possa girarvi
intorno senza difficoltà e celebrarvi la Messa rivolto verso il popolo; «sia poi collocato in - 349 -
modo da costituire realmente il centro verso il quale spontaneamente converga
l'attenzione di tutta l'assemblea»6.
1273. In conformità alla tradizione della Chiesa e al simbolismo biblico dell'altare, la
mensa dell'altare fisso deve essere di pietra e precisamente di pietra naturale. A giudizio
però delle Conferenze Episcopali, può essere consentito l'uso di un'altra materia, purché
sia degna, solida e ben lavorata.
Per gli stipiti invece o per il basamento di sostegno della mensa, è ammessa qualsiasi
materia, purché degna e solida7.
1274. Per sua stessa natura, l'altare è dedicato a Dio soltanto, perché a Dio soltanto viene
offerto il sacrificio eucaristico. E' questo il senso in cui si deve intendere la consuetudine
della Chiesa di dedicare a Dio altari in onore dei santi. Lo esprime assai bene
sant'Agostino: «Non ai martiri, ma al Dio dei martiri dedichiamo altari, anche se lo
facciamo nelle memorie dei martiri»8.
E' una cosa, questa, da spiegare con chiarezza ai fedeli. Nelle nuove chiese non si
devono collocare sull'altare né statue, né immagini di santi. Neanche le reliquie dei santi,
esposte alla venerazione dei fedeli, si devono deporre sulla mensa dell'altare.
1275. L'altare mobile viene opportunamente benedetto dal Vescovo diocesano e dal
presbitero rettore della chiesa.
1276. L'altare mobile si può benedire in qualunque giorno, fatta eccezione per il Venerdì
Santo e il Sabato Santo; si scelga però di preferenza un giorno in cui i fedeli possano
partecipare numerosi, specialmente la domenica, a meno che ragioni pastorali non
suggeriscano diversamente.
1277. Nel rito della benedizione di un altare mobile, si dice la Messa del giorno corrente.
1278. Fino all'inizio della liturgia eucaristica l'altare sia completamente spoglio. Pertanto la
croce, se occorre, la tovaglia, le candele e tutte le cose necessarie per la preparazione
dell'altare, dispongano in un luogo opportuno del presbiterio.
Rito della benedizione durante la Messa
1279. Nella Messa tutto si svolge come di consueto.
1280. Terminata la preghiera universale o dei fedeli, il sacerdote si avvicina per benedire
l'altare. Nel frattempo si canta l'antifona seguente o un altro canto adatto.
Antifona
Come virgulti d'olivo, Cfr Sal 127,3
così i figli della Chiesa
intorno alla mensa del Signore. [T P Alleluia].
PREGHIERA DI BENEDIZIONE - 350 -
1281. Terminato il canto, il sacerdote celebrante, stando i piedi, si rivolge ai fedeli con
queste parole o altre simili:
La nostra comunità è in festa per la benedizione di questo altare. Partecipiamo con devota
attenzione al rito liturgico e supplichiamo il Signore, perché accolga con bontà l'offerta che
la Chiesa presenterà sulla mensa, e faccia di noi, suo popolo, un sacrificio perenne a lui
gradito.
Tutti pregano per qualche momento in silenzio.
1282. Quindi il sacerdote celebrante, con le braccia allargate, pronuncia la preghiera di
benedizione:
Benedetto sei tu, Dio grande e misericordioso,
che per la redenzione del genere umano
hai gradito il sacrificio del tuo Cristo
a te offerto sull'altare della croce.
Per celebrarne il memoriale
riunisci il tuo popolo con amore di Padre
intorno alla mensa del tuo Figlio.
Guarda, o Signore, questo altare,
preparato per celebrare i tuoi misteri:
sia il centro della nostra lode
del nostro rendimento di grazie;
sia l'ara sulla quale offriamo nei segni sacramentali
il sacrificio del tuo Figlio;
sia la mensa su cui spezziamo il pane della vita
e beviamo al calice dell'unità;
sia la fonte da cui sgorga perenne l'acqua di salvezza.
Dona a noi tuoi fedeli
che ci accostiamo al Cristo pietra viva
di essere in lui edificati in tempio santo,
per offrire sull'altare del nostro cuore
in sacrificio spirituale
la nostra vita realmente vissuta
a lode della tua gloria.
R Benedetto nei secoli il Signore.
1283. Quindi il sacerdote celebrante asperge l'altare con l'acqua benedetta e lo incensa.
Poi ritorna alla sede, viene incensato e siede.
Il ministro incensa il popolo.
1284. I ministri stendono sull'altare una tovaglia e, secondo l'opportunità, lo adornano di
fiori; dispongono poi i candelieri con le candele richieste per la celebrazione della Messa e,
se occorre, anche la croce. - 351 -
LITURGIA EUCARISTICA
1285. Preparato l'altare alcuni fedeli recano il pane, il vino e l'acqua per la celebrazione del
sacrificio del Signore. Il sacerdote riceve i doni alla sede. Mentre vengono portati i doni,
opportunamente si canta l'antifona seguente o un altro canto adatto.
Antifona:
Se presenti la tua offerta all'altare Cfr Mt 5,23
e lì ti ricordi che tuo fratello
ha qualche cosa contro di te,
lascia il tuo dono davanti all'altare
e va' prima a riconciliarti con il tuo fratello
e poi torna a offrire il tuo dono. Alleluia.
Oppure:
Mosè dedicò un altare al Signore; Cfr Es 24, 4-5
su di esso offrì olocausti,
immolò vittime,
celebrò il sacrificio vespertino
a Dio accetto e gradito,
dinanzi ai figli di Israele.
1286. Quando tutto è stato preparato, il sacerdote va all'altare e lo bacia.
La Messa prosegue come di consueto; non si incensano però le offerte né l'altare.
CAPITOLO XLII - BENEDIZIONE DEL CALICE E DELLA PATENA
Premesse
1287. Il calice e la patena, che sono usati nella Messa per l'offerta, la consacrazione e la
comunione del pane e del vino2, diventano vasi sacri in forza della loro destinazione
esclusiva e permanente alla celebrazione dell'Eucaristia.
1288. L'intenzione di destinare questi vasi unicamente alla celebrazione dell'Eucaristia
viene manifestata dinanzi alla comunità dei fedeli con una particolare benedizione. Tale
benedizione viene lodevolmente impartita durante la Messa.
l289. Qualunque sacerdote può benedire il calice e la patena, purché l'uno e l'altra siano
fatti secondo le disposizioni date in «Principi e norme per l'uso del Messale Romano», n.
290-2953.
1290. Nel rispetto della struttura del rito e dei suoi elementi essenziali, si potranno
adattare le singole parti alle circostanze di persone e di luoghi. Se si deve benedire il
calice o la patena soltanto, si adattino opportunamente i testi. - 352 -
1. Rito della benedizione durante la Messa
LITURGIA DELLA PAROLA
1291. Nelle memorie obbligatorie o facoltative, nelle ferie di Avvento fino al 16 dicembre,
nelle ferie del Tempo di Natale e di Pasqua, escluse le relative Ottave e nelle ferie del
Tempo Ordinario, una o due letture si possono prendere tra quelle proprie come indicato
ai nn. 1302-1303 e nel «Lezionario per le Messe rituali», pp. 665-672.
1292. Dopo la lettura della parola di Dio si tiene l'omelia; in essa il sacerdote celebrante
spiega le letture bibliche e il significato della benedizione del calice e della patena usati
nella celebrazione della cena del Signore.
PRESENTAZIONE DEL CALICE E DELLA PATENA
1293. Terminata la preghiera universale o dei fedeli, i ministri o alcuni rappresentanti della
comunità che offre il calice e la patena, collocano l'uno e l'altra sull'altare. Quindi il
sacerdote celebrante si reca all'altare, mentre si canta l'antifona seguente o un altro canto
adatto.
Antifona:
Alzerò il calice della salvezza; Sal 115,13
invocherò il nome del Signore.
PREGHIERA DI BENEDIZIONE
1294. Quindi il sacerdote celebrante dice:
Preghiamo.
Tutti pregano per qualche momento in silenzio.
Poi il sacerdote celebrante prosegue dicendo:
Sul tuo altare, Dio nostro Padre,
poniamo con gioia il calice e la patena
per il sacrificio della nuova alleanza;
il corpo e il sangue del tuo Figlio,
che in essi offriamo e riceviamo,
li santifichi per il servizio liturgico.
Fa', o Signore, che nella celebrazione eucaristica
comunicando qui in terra ai tuoi misteri,
otteniamo il dono del tuo Spirito
in attesa di partecipare al convito dei santi
nel regno dei cieli.
A te gloria e onore in eterno. R. Benedetto nei secoli il Signore.
LITURGIA EUCARISTICA
1295. I ministri dispongono sull'altare il corporale. Alcuni fedeli recano il pane, il vino e
l'acqua per la celebrazione del sacrificio del Signore. Il sacerdote celebrante mette il pane
sulla patena il vino e l'acqua nel calice e fa l'offertorio nel modo solito, mentre
opportunamente si canta l'antifona seguente con il suo salmo (vedi n. 2503), o un altro
canto adatto.
Antifona:
Alzerò il calice della salvezza; Cfr Sal 115, 13.17
offrirò il sacrificio della lode.
Salmo 115 (116).
1296. Detta la preghiera Umili e pentiti, opportunamente il sacerdote celebrante incensa i
doni e l'altare.
1297. Tenute presenti le circostanze e le modalità della celebrazione, è bene che i fedeli
ricevano il sangue di Cristo dal calice poco prima benedetto.
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R. Benedetto nei secoli il Signore.
LITURGIA EUCARISTICA
1295. I ministri dispongono sull'altare il corporale. Alcuni fedeli recano il pane, il vino e
l'acqua per la celebrazione del sacrificio del Signore. Il sacerdote celebrante mette il pane
sulla patena il vino e l'acqua nel calice e fa l'offertorio nel modo solito, mentre
opportunamente si canta l'antifona seguente con il suo salmo (vedi n. 2503), o un altro
canto adatto.
Antifona:
Alzerò il calice della salvezza; Cfr Sal 115, 13.17
offrirò il sacrificio della lode.
Salmo 115 (116).
1296. Detta la preghiera Umili e pentiti, opportunamente il sacerdote celebrante incensa i
doni e l'altare.
1297. Tenute presenti le circostanze e le modalità della celebrazione, è bene che i fedeli
ricevano il sangue di Cristo dal calice poco prima benedetto.
2. Rito della benedizione senza la Messa
INIZIO
1298. Quando tutti sono riuniti si esegue il Salmo 115 (116) con la sua antifona (cfr n.
1295) o un altro canto adatto o si fa una pausa di raccoglimento. Poi tutti si fanno il segno
della croce mentre il sacerdote dice:
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
R. Amen.
SALUTO
1299. Il sacerdote saluta i presenti con le seguenti parole o altre adatte, tratte di
preferenza dalla Sacra Scrittura.
La grazia del Signore nostro Gesù Cristo,
che ha offerto il corpo e il sangue
per la nostra salvezza,
l'amore di Dio Padre
e la comunione dello Spirito Santo
sia con tutti voi. - 354 -
R. E con il tuo spirito.
MONIZIONE INTRODUTTIVA
1300. Il sacerdote, o un altro ministro idoneo, introduce il rito benedizione con queste
parole o altre simili:
Patena e calice sono preziose suppellettili, che servono all'offerta sacrificale e al convito
eucaristico; perciò sono tolte da ogni uso profano e riservate al culto di Dio.
Il rito di benedizione, richiamando questa realtà, ci invita a unirci a Cristo nella donazione
al Padre per la redenzione del mondo.
LETTURA DELLA PAROLA DI DIO
1301. Un lettore o uno dei presenti legge uno dei seguenti testi della Sacra Scrittura (vedi
anche «Lezionario per le Messe rituali», pp. 665-672):
Cor 10, 16-17
Il calice che benediciamo e il pane che spezziamo sono comunione con Cristo.
Ascoltate la parola di Dio dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi
I calice della benedizione che noi benediciamo, non è forse comunione con il sangue di
Cristo? E il pane che noi spezziamo, non è forse comunione con il corpo di Cristo? poiché
c'è un solo pane, noi, pur essendo molti, siamo un corpo solo: tutti infatti partecipiamo
dell'unico pane.
1302. Oppure (per esteso vedi a p. 952 ss.)
1 Cor 11,23-26
Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue.
Mt 20,20-28
Voi berrete il mio calice.
Mc 14,12-16.22-26
Prese il calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti.
RESPONSORIO
1303. Secondo l'opportunità si può cantare o recitare un salmo responsoriale (per esteso
vedi a p. 989 ss.) o eseguire un altro canto adatto.
Sal 15 (16),5.8 9-10 11
R. Il Signore è la mia parte di eredità e mio calice.
Sal 22 (23),1-3 4 5 6
R. Davanti a me, Signore, prepari una mensa
e il mio calice trabocca. - 355 -
BREVE ESORTAZIONE
1304. Secondo l'opportunità, il sacerdote rivolge ai presenti brevi parole illustrando la
lettura biblica e il significato della benedizione del calice e della patena usati nella
celebrazione della cena del Signore.
Breve silenzio.
PRESENTAZIONE DEL CALICE E DELLA PATENA
1305. Quindi i ministri o alcuni rappresentanti della comunità che offre il calice e la patena,
collocano l'uno e l'altra sull'altare.
Quindi il sacerdote si reca all'altare.
Nel frattempo si canta l'antifona seguente o un altro canto adatto.
Antifona:
Alzerò il calice della salvezza; Sal 115, 13
invocherò il nome del Signore.
PREGHIERA DI BENEDIZIONE
1306. Quindi il sacerdote dice:
Preghiamo.
Tutti pregano per qualche momento in silenzio.
Poi il sacerdote, con le braccia allargate, pronuncia la preghiera di benedizione:
Dio nostro Padre,
guarda con bontà i tuoi figli
che hanno posto con gioia sull'altare
la patena e il calice,
destinati per il sacrificio della nuova alleanza;
li santifichi, Signore, la tua + benedizione.
Il tuo popolo, nella celebrazione eucaristica,
comunichi qui in terra ai tuoi misteri
e ottenga il dono dello Spirito
in attesa di partecipare al convito dei santi
nel regno dei cieli.
A te gloria e onore in eterno.
R. Benedetto nei secoli il Signore.
PREGHIERA DEI FEDELI - 356 -
1307. Segue la preghiera comune. Tra le invocazioni proposte, si possono scegliere
alcune ritenute più adatte, o aggiungerne altre in sintonia con particolari situazioni di
persone o necessità del mento.
Il Signore Gesù offre continuamente se stesso alla sua Chiesa come pane di vita e calice
di salvezza. Rivolgiamo a lui la nostra unanime preghiera.
R. Signore Gesù, pane del cielo, donaci la vita eterna.
Redentore dell'uomo,
che obbediente alla volontà del Padre
hai voluto il calice della passione
per la nostra salvezza,
fa' che noi, partecipando al mistero della sua morte,
possediamo il regno dei cieli. R.
sacerdote dell'Altissimo,
presente e nascosto nel sacramento dell'altare,
fa' che ti vediamo con gli occhi della fede. R.
Pastore buono,
che ti fai cibo e bevanda per i tuoi discepoli,
la mensa eucaristica
ci trasformi in testimoni del Vangelo. R.
Agnello di Dio,
che hai comandato alla tua Chiesa
di celebrare il mistero pasquale,
fa' che il memoriale della tua passione e risurrezione
sia culmine e fonte della nostra vita nello Spirito. R.
Figlio di Dio,
che in modo mirabile
con il pane della vita e il calice della salvezza
soddisfi la fame e la sete di te,
fa' che attingiamo dal mistero eucaristico
l'amore per te e per tutti gli uomini. R.
1308. Il sacerdote introduce la preghiera del Signore con queste parole o altre simili:
E ora eleviamo la nostra preghiera al Padre
con le parole di Cristo,
che sul legno della croce
e nella piena adesione alla volontà del Padre,
divenne mediatore della Nuova Alleanza.
Segue la preghiera del Signore:
Padre nostro.
1309. Quindi il sacerdote prosegue: - 357 -
O Padre,
che nella morte e risurrezione del tuo Figlio
hai redento tutti gli uomini,
custodisci in noi l'opera della tua misericordia,
perché nell'assidua celebrazione del mistero pasquale
riceviamo i frutti della nostra salvezza.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
CONCLUSIONE
1310. Il sacerdote benedice i presenti nel modo solito.
1311. Un canto corale può chiudere la celebrazione.
CAPITOLO XLIII - BENEDIZIONE DI UN TABERNACOLO EUCARISTICO
Premesse
1312. Il tabernacolo destinato alla custodia dell'Eucaristia ci richiama alla mente sia la
presenza del Signore, che deriva dal sacrificio della Messa, sia i fratelli, che dobbiamo
amare nella carità di Cristo. La Chiesa infatti nel dispensare i sacri misteri ad essa affidati
da Cristo Signore, provvede anzitutto alla conservazione dell'Eucaristia per gli infermi e i
morenti. Questo cibo celeste, riposto e custodito nelle chiese, è adorato dai fedeli.
1313. Il rito di questa benedizione va sempre unito alla Messa.
1314. Nel rispetto della struttura del rito e dei suoi elementi essenziali, si potranno
adattare le singole parti alle circostanze di persone e di luoghi.
Rito della benedizione
unito alla Messa
1315. La Messa si svolge come al solito. Se le norme liturgiche lo consentono,
opportunamente si scelgono letture e orazioni dalla Messa «Della Santissima Eucaristia»
(«Messale Romano», pp. 839-840; «Lezionario per le Messe 'ad diversa' e votive: Per la
Santissima Eucaristia», pp. 400-435).
1316. Nell'omelia, dopo la spiegazione della parola di Dio, si illustri ai fedeli il significato
del rito.
1317. Terminata la preghiera universale, il sacerdote celebrante si reca presso il nuovo
tabernacolo e rivolto al popolo invita i fedeli alla preghiera dicendo:
Preghiamo. - 358 -
Tutti pregano per qualche momento in silenzio.
Poi il sacerdote celebrante, con le braccia allargate, pronuncia la preghiera di benedizione:
Signore, Padre santo,
tu hai dato agli uomini il vero pane del cielo:
benedici noi e questo tabernacolo,
che abbiamo preparato per custodire il sacramento
del corpo e sangue del tuo Figlio;
fa' che adorando Cristo qui presente
siamo intimamente associati al mistero della redenzione.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
1318. Quindi il sacerdote celebrante, messo l'incenso nel turibolo incensa il nuovo
tabernacolo.
1319. Poi la Messa prosegue come al solito.
1320. Dopo la Comunione dei fedeli, la pisside con il Santissimo Sacramento viene
lasciata sulla mensa dell'altare.
PROCESSIONE
1321. Detta l'orazione dopo la Comunione, tenute presenti le circostanze e le esigenze
della celebrazione, si può svolgere, nel modo abituale, una processione con il Santissimo
Sacramento attraverso la chiesa fino alla cappella o al luogo in cui è collocato il
tabernacolo.
1322. Durante la processione si può cantare l'antifona seguente con il suo salmo (vedi n.
2497), o un altro canto eucaristico adatto.
Antifona:
Gustate e vedete com'è buono il Signore.
Salmo 33, (34), 2-3 4-5 6-7 8-9 10-11
*1323. Se il tabernacolo è situato in una cappella separata dall'aula della chiesa, la
benedizione del nuovo tabernacolo, se lo si ritiene opportuno, può essere fatta a questo
punto.
*1324. Quando la processione è giunta presso il tabernacolo, il sacerdote celebrante
depone la pisside su una mensa debitamente preparata e ornata. Quindi invita i fedeli alla
preghiera e prosegue come indicato sopra al n. 1317.
REPOSIZIONE DEL SANTISSIMO SACRAMENTO - 359 -
1325. Quindi il sacerdote celebrante depone nel tabernacolo la pisside, lasciando la
porticina aperta. Posto l'incenso nel turibolo incensa, genuflesso, il Santissimo
Sacramento. Dopo una sosta silenziosa di preghiera, la porticina viene chiusa.
RITI DI CONCLUSIONE
1326. Il sacerdote celebrante, dopo l'invito del diacono Inchinatevi per la benedizione o in
altro modo adatto, stendendo le mani sui presenti, dice:
Dio onnipotente e misericordioso,
che ha costituito il tempio vivo e vero
nell'umanità del suo Figlio,
per il mistero adorabile della sua morte e risurrezione,
vi colmi dei suoi beni.
R. Amen.
Cristo, che è asceso visibilmente al cielo
per prepararci un posto nella casa del Padre
e continua la sua presenza invisibile
nel sacramento eucaristico,
medicina e viatico per le sue membra inferme,
vi assista con la sua protezione.
R. Amen.
II Signore Gesù, presente nell'Eucaristia,
diventi fonte di acqua viva
zampillante nella vita eterna,
per tutti voi che davanti al tabernacolo
meditate devotamente l'opera del suo amore.
R. Amen.
E la benedizione di Dio onnipotente,
Padre e Figlio + e Spirito Santo,
discenda su di voi, e con voi rimanga sempre.
R. Amen.
1327. Oppure pronunzia la seguente preghiera sul popolo:
Accresci, o Padre, nel popolo cristiano
l'esperienza della fede
e il gusto delle realtà divine,
perché mentre riconosce e venera l'amore del tuo Figlio,
vivente nell'Eucaristia,
attinga frutti sempre più abbondanti
dal memoriale della nostra salvezza.
Per Cristo nostro Signore. R. Amen.
E la benedizione di Dio onnipotente,
Padre e Figlio + e Spirito Santo,
discenda su di voi, e con voi rimanga sempre.
R. Amen.
1328. Se invece non si fa la processione, detta l'orazione dopo la Comunione, se del caso
si benedice il tabernacolo (cfr nn 1323- 1324), quindi il sacerdote celebrante depone la
pisside nel tabernacolo e lascia la porticina aperta. Posto l'incenso nel turibolo, incensa,
genuflesso, il Santissimo Sacramento.
1329. Infine, dopo una sosta di preghiera silenziosa, il sacerdote celebrante chiude la
porticina del tabernacolo e benedice il popolo usando una delle formule sopra indicate ai
nn. 1326-1327.
1330. Quindi si congeda il popolo nel modo consueto.
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R. Amen.
E la benedizione di Dio onnipotente,
Padre e Figlio + e Spirito Santo,
discenda su di voi, e con voi rimanga sempre.
R. Amen.
1328. Se invece non si fa la processione, detta l'orazione dopo la Comunione, se del caso
si benedice il tabernacolo (cfr nn 1323- 1324), quindi il sacerdote celebrante depone la
pisside nel tabernacolo e lascia la porticina aperta. Posto l'incenso nel turibolo, incensa,
genuflesso, il Santissimo Sacramento.
1329. Infine, dopo una sosta di preghiera silenziosa, il sacerdote celebrante chiude la
porticina del tabernacolo e benedice il popolo usando una delle formule sopra indicate ai
nn. 1326-1327.
1330. Quindi si congeda il popolo nel modo consueto.
CAPITOLO XLIV – BENEDIZIONE PER L'ESPOSIZIONE DI UNA NUOVA
CROCE ALLA PUBBLICA VENERAZIONE
Premesse
1331. Fra le immagini sacre tiene il primo posto «la figura della preziosa Croce fonte della
nostra salvezza»1, come quella che è simbolo ricapitolativo di tutto il mistero pasquale.
Nessuna immagine è più cara al popolo cristiano, nessuna è più antica. Per mezzo della
Santa Croce viene rappresentata la passione di Cristo e il suo trionfo sulla morte e nello
stesso tempo, come i santi Padri ci hanno insegnato, viene annunziata la sua seconda
venuta.
1332. L'immagine della Croce non solo viene proposta all'adorazione dei fedeli nel Venerdì
Santo e nella festa dell'Esaltazione il 14 settembre come il trofeo di Cristo e l'albero della
vita, ma ha un posto eminente nella chiesa e viene posta davanti al popolo tutte le volte
che esso si raduna per la celebrazione dei sacri riti così come vien posta in un luogo
distinto anche nelle case di tutti i battezzati. Avuto riguardo alle diverse situazioni di tempo
e di luogo, a buon diritto i fedeli cristiani erigono pubblicamente la Croce come
testimonianza della loro fede e segno dell'amore che Dio ha per tutti gli uomini.
1333. E' anche opportuno, soprattutto quando si tratta della Croce che viene posta in un
luogo di particolare importanza nella chiesa che al legno della Croce sia fissata anche
l'immagine del corpo di Gesù Crocifisso.
1334. Il rito qui proposto può esser usato dal vescovo e dal presbitero. - 361 -
1335. Nel rispetto della struttura del rito e dei suoi elementi essenziali, si potranno
adattare le singole parti alle situazioni di persone e di luoghi. Se al rito presiede
lodevolmente il vescovo, tutto sarà opportunamente adattato.
1336. La benedizione di una nuova Croce può farsi in qualunque giorno ed ora, tranne che
nel Mercoledì delle Ceneri, nel Triduo pasquale e nella Commemorazione di tutti i fedeli
defunti. Si scelga però soprattutto un giorno in cui i fedeli possano intervenire più
numerosi. Tutti dovranno essere opportunamente preparati per partecipare attivamente al
rito.
1337. I riti descritti in questo capitolo riguardano soltanto due casi:
a) quando si deve benedire solennemente una Croce eretta in un luogo pubblico, separato
dalla chiesa;
b) quando si deve benedire la Croce principale, che ha il suo posto nella navata della
chiesa, in cui si riunisce la comunità dei fedeli.
Rito della benedizione
INIZIO
1338. Dove è possibile, è opportuno che la comunità dei fedeli si rechi processionalmente
dalla chiesa o da un altro luogo adatto al luogo dove è eretta la Croce che deve essere
benedetta. Se la processione non si può fare o la si ritiene non opportuna, i fedeli si
radunano nel luogo dove è eretta la Croce che deve essere benedetta .
Quando tutti sono riuniti, si esegue un canto adatto o si fa una pausa di raccoglimento.
SALUTO
1339. Il sacerdote saluta i presenti con le seguenti parole o altre adatte, tratte di
preferenza dalla Sacra Scrittura.
La grazia del Signore nostro Gesù Cristo,
appeso per noi sulla Croce,
sia con tutti voi.
R. E con il tuo spirito.
o in un altro modo adatto
MONIZIONE INTRODUTTIVA
1340. Il sacerdote, o un altro ministro idoneo, introduce il rito di benedizione con queste
parole o altre simili:
Fratelli e sorelle carissimi, adoriamo l'eterno disegno del Padre che nel mistero della
Croce ci ha dato il sacramento della sua misericordia.
Guardando la Croce vediamo il memoriale dell'amore di Cristo per la Chiesa sua sposa.
Salutando la Croce facciamo memoria di Cristo che mediante il suo sangue ha abbattuto il
muro di divisione, e di tutte le genti ha fatto l'unico popolo di Dio.
Adorando la Croce prendiamo coscienza di proclamarci e di essere discepoli di Cristo, per
seguirne generosamente le orme, carichi della nostra croce quotidiana. - 362 -
Impegniamoci dunque con tutta l'anima a partecipare a questa celebrazione, perché il
mistero della Croce riveli a noi la sua luce radiosa e ci comunichi la sua forza redentrice.
COLLETTA
1341. Terminata la monizione, il sacerdote, a mani giunte dice:
Preghiamo
Tutti pregano per qualche momento in silenzio.
Quindi il sacerdote con le braccia allargate dice:
Padre di misericordia,
il tuo Figlio, prima di passare da questo mondo a te,
appeso al legno della Croce,
nel suo sangue ha riconciliato l'umana famiglia;
volgi lo sguardo ai tuoi fedeli
che hanno eretto questo segno di salvezza;
fa' che ne attingano la forza
per portare ogni giorno la loro croce,
e camminando sulle vie del Vangelo
raggiungano felicemente la mèta eterna.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
PROCESSIONE
1342. Il diacono, se del caso, dice:
Avviamoci in pace.
1343. E la processione si avvia ordinatamente verso il luogo dove la Croce è stata eretta.
Durante la processione si canta l'antifona seguente con il suo salmo (vedi n. 2502), o un
altro inno o canto adatto.
Antifona
Nostra gloria è la croce del Signore Gesù.
Salmo 97 (98)
1344. Se non si fa la processione, subito dopo la colletta, omesso il Canto, si continua con
la lettura della parola di Dio.
LETTURA DELLA PAROLA DI DIO
1345. Un lettore o uno dei presenti legge uno o più testi della Sacra Scrittura scelti di
preferenza tra quelli proposti nel «Lezionario per le Messe "ad diversa" e votive: Mistero - 363 -
della santa. Croce», pp. 351-386, intercalando alle letture responsori adatti o momenti di
silenzio. Alla lettura del Vangelo si dia sempre il posto di onore. Si possono leggere anche
i testi della passione del Signore proposti nel suddetto Lezionario, pp. 387-399, o quelli
proposti qui di seguito.
Fil 2,5-11
Cristo umiliò se stesso fino alla morte di croce.
Ascoltate la parola di Dio
dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi
Abbiate in voi gli stessi sentimenti
che furono in Cristo Gesù,
il quale, pur essendo di natura divina,
non considerò un tesoro geloso
la sua uguaglianza con Dio;
ma spogliò se stesso,
assumendo la condizione di servo
e divenendo simile agli uomini;
apparso in forma umana,
umiliò se stesso
facendosi obbediente fino alla morte
e alla morte di croce.
Per questo Dio l'ha esaltato
e gli ha dato il nome
che è al di sopra di ogni altro nome;
perché nel nome di Gesù
ogni ginocchio si pieghi
nei cieli, sulla terra e sotto terra;
e ogni lingua proclami
che Gesù Cristo è il Signore,
a gloria di Dio Padre.
1346. Oppure (per esteso vedi a p. 868 ss.):
Nm 21,4-9
Chiunque guarderà il serpente, resterà in vita.
1 Cor 2,1-5
Sono venuto ad annunziarvi la testimonianza di Dio.
Eb 4, 12-16
Accostiamoci con fiducia al trono della grazia.
Gv 3,13-17
Bisogna che il Figlio dell'uomo sia innalzato.
Gv 19,25-27
La madre stava presso la croce del Figlio Gesù.
RESPONSORIO - 364 -
1347. Secondo l'opportunità si può cantare o recitare un salmo responsoriale (per esteso
vedi a p. 991 ss.) o eseguire un altro canto adatto.
Sal 21 (22), 8-9 17-18 23-24b
.R. Padre, si compia la tua volontà.
Sal 30 (31) 2.6 12-13 15-16
R. Alle tue mani, Signore, affido la mia vita.
Sal 54 (55), 5-6 13 14-15 17-18 23
R. Mi affido al Signore: non resterò deluso.
OMELIA
1348. Secondo l'opportunità, il sacerdote rivolge una breve omelia ai presenti, illustrando
la lettura biblica e il mistero della Croce del Signore, perché percepiscano il significato
della celebrazione.
Breve silenzio.
PREGHIERA DI BENEDIZIONE
1349. Prima della formula di benedizione il sacerdote, stando davanti alla Croce, invita i
presenti alla preghiera dicendo:
Preghiamo.
Tutti pregano per qualche momento in silenzio
Poi il sacerdote, con le braccia allargate, pronuncia la preghiera di benedizione:
Ti benediciamo, Signore, Padre santo,
perché nella ricchezza del tuo amore,
dall'albero che aveva portato all'uomo morte e rovina,
hai fatto scaturire la medicina di salvezza e di vita.
Il Signore Gesù, sacerdote, maestro e re,
venuta l'ora della sua Pasqua,
salì volontariamente su quel legno
e ne fece l'altare del sacrificio,
la cattedra di verità,
il trono della sua gloria.
Innalzato da terra trionfò sull'antico avversario
e avvolto nella porpora del suo sangue
con amore misericordioso attirò tutti a sé;
aperte le braccia sulla croce offrì a te, o Padre,
il sacrificio della vita
e infuse la sua forza redentrice
nei sacramenti della nuova alleanza;
morendo rivelò ai discepoli - 365 -
il senso misterioso di quella sua parola:
il chicco di grano che muore nei solchi della terra
produce una messe abbondante.
Ora ti preghiamo, Dio onnipotente,
fa' che i tuoi figli adorando la Croce del Redentore,
attingano i frutti della salvezza
che egli ha meritato con la sua passione;
su questo legno glorioso
inchiodino i propri peccati,
infrangano la loro superbia,
guariscano l'infermità della condizione umana;
traggano conforto nella prova,
sicurezza nel pericolo,
e forti della sua protezione
percorrano incolumi le strade del mondo,
fino a quando tu, o Padre,
li accoglierai nella tua casa.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
1350. Oppure:
Signore, Padre santo,
che nella Croce del tuo Figlio
hai posto la sorgente e la causa
di ogni grazia e benedizione,
assisti con amore il tuo popolo
che ha eretto questa Croce
in segno della propria fede;
fa' che aderendo costantemente in questa vita
al mistero della passione,
raggiunga la gioia eterna del Cristo risorto.
Egli vive e regna nei secoli dei secoli.
R. Amen.
1351. Dopo la preghiera di benedizione il sacerdote pone l'incenso sul turibolo e incensa
la Croce, mentre si canta un'antifona, un inno un altro canto adatto in onore della santa
Croce.
Antifona:
Adoriamo la tua Croce, Signore,
lodiamo e glorifichiamo la tua santa risurrezione.
Dal legno della Croce è venuta la gioia in tutto il mondo.
Oppure: - 366 -
Per il segno della Croce
salvaci, o Signore Dio nostro,
dalle insidie del male.
ADORAZIONE DELLA CROCE
1352. Terminato il canto, se si può fare comodamente, il Sacerdote, i ministri e i fedeli
adorano la Croce ognuno si reca davanti a essa compiendo un gesto di adorazione
secondo l'uso del luogo. Se questo non è possibile, il sacerdote celebrante con brevi
parole invita i fedeli all'adorazione della santa Croce o con alcuni istanti di silenzio o con
un'acclamazione adatta come ad esempio:
Antifona
Il segno della croce apparirà nel cielo,
quando il Signore tornerà per giudicare.
PREGHIERA DEI FEDELI
1353. Terminata l'adorazione della santa Croce, si fa la preghiera dei fedeli o come si
svolge di consueto nella Messa o nel modo seguente. Tra le invocazioni proposte, si
possono scegliere alcune ritenute più adatte, o aggiungerne altre in sintonia con particolari
situazioni di persone o necessità del momento.
Supplichiamo con fede il Cristo Salvatore, che ci ha redenti con la sua Croce.
R. Per la tua Croce, salvaci, Signore.
Cristo, che ti sei umiliato
assumendo la nostra condizione mortale,
fa' che la tua Chiesa ti segua
nella via dell'umiltà e del sacrificio. R.
Cristo, che fosti obbediente fino alla morte di croce,
donaci di imitare la tua obbedienza filiale. R.
Cristo, che per la tua morte fosti esaltato da Dio
e hai ricevuto il nome
che è al di sopra di ogni altro nome,
fa' che i tuoi discepoli perseverino nella fede
fino al giorno della tua venuta. R.
Cristo, nel cui nome ogni ginocchio si piega
nei cieli, sulla terra e sotto terra,
fa' che gli uomini trovino pace e salvezza
sotto il tuo giogo soave. R.
Cristo, crocifisso e risorto,
che ogni lingua proclama Signore a gloria di Dio Padre,
accogli i nostri morti - 367 -
nella beatitudine del tuo regno. R.
1354. Quindi il sacerdote introduce la preghiera del Signore con queste parole o altre
simili:
Seguendo le parole e gli esempi del Cristo, umiliato e sofferente sulla Croce, diciamo la
preghiera con la quale ci affidiamo alla volontà del Padre:
Padre nostro.
1355. Poi il sacerdote, con le braccia allargate, prosegue dicendo:
O Padre, che hai voluto salvare gli uomini
con la Croce del Cristo tuo Figlio,
concedi a noi che abbiamo conosciuto in terra
il suo mistero di amore,
di godere in cielo i frutti della redenzione.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
* CONCLUSIONE
1356. Il sacerdote stendendo le mani sui presenti dice:
Dio, eterno Padre,
che nella Croce del suo Figlio
ha rivelato l'immensità del suo amore,
vi doni la sua benedizione.
Cristo, che morendo sulla Croce
è divenuto Sposo e Signore dell'umanità redenta,
vi renda partecipi della sua vita immortale.
R. Amen.
Lo Spirito Santo
vi faccia sperimentare la misteriosa potenza della Croce,
albero della vita e principio della creazione nuova. R.
R. Amen.
E la benedizione di Dio onnipotente,
Padre e Figlio + e Spirito Santo,
discenda su di voi, e con voi rimanga sempre.
R. Amen.
1357. Un canto corale può chiudere la celebrazione.
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19/05/2014 15:38
 
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CAPITOLO XLV BENEDIZIONE PER L'ESPOSIZIONE DI NUOVE IMMAGINI
ALLA PUBBLICA VENERAZIONE
Premesse
1358. Dio creò l'uomo a sua immagine e somiglianza1: un'immagine divina che fu poi
dall'uomo, a causa del suo peccato, li miseramente deturpata; ma Cristo, piena e perfetta
«immagine del Dio invisibile»2, misericordiosamente la ricompose con la sua morte. In
Cristo poi i suoi discepoli diventano una nuova creatura3, e in forza dell'azione dello
Spirito Santo vengono trasformati a sua stessa immagine4.
1359. Di qui il pio invito che la madre Chiesa rivolge ai fedeli perché venerino le sacre
immagini: essa vuole che i suoi figli, spingendo più a fondo il loro sguardo sul mistero della
gloria di Dio, che rifulse sul volto di Cristo5 e brilla nei suoi Santi, divengano essi stessi
«luce nel Signore»6. Tanto più che le sacre immagini, non di rado capolavori d'arte soffusi
di intensa religiosità, sembrano il riflesso di quella bellezza che da Dio proviene e a Dio
conduce. Le immagini infatti non soltanto richiamano alla mente dei fedeli Gesù Cristo e i
Santi in esse raffigurati, ma li presentano, per così dire, visivamente al loro sguardo:
Quanto più frequentemente l'occhio si posa su quelle immagini, tanto più si ravviva e
cresce, in chi le contempla, il ricordo e il desiderio di coloro che vi sono raffigurati»7.
Pertanto la venerazione delle sacre immagini si annovera tra le forme più significative e
più notevoli del culto dovuto a Cristo Signore, e, sia pure con altre modalità, ai Santi8:
«non che si ritenga che le immagini abbiano in sé una qualche virtù divina» ma «perché
l'onore reso alle immagini è riferito ai prototipi da esse rappresentati»9.
1360. Quando, in base al n. 125 della Costituzione liturgica «Sacrosanctum Concilium»,
viene esposta alla pubblica venerazione dei fedeli, specialmente nelle chiese, una nuova
immagine sacra di notevole rilievo, è buona cosa celebrare il rito particolare qui proposto.
Il rito si svolge fuori della Messa. Nel caso poi di una sacra immagine per la sola
venerazione domestica nelle case dei fedeli, la benedizione si svolga secondo il rito
descritto più oltre, al cap. LVIII, p. 700.
1361. Il presente capitolo comprende tre riti
a) rito di benedizione in occasione dell'esposizione di un'immagine di nostro Signore Gesù
Cristo;
b) rito di benedizione in occasione dell'esposizione di un'immagine della beata Vergine
Maria;
c) rito di benedizione in occasione dell'esposizione dell'immagine di uno o più Santi.
1362. Il rito qui proposto può essere usato dal vescovo e dal presbitero.
1363. Nel rispetto della struttura del rito e dei suoi elementi essenziali, si potranno
adattare le singoli parti alle circostanze di persone e di luoghi.
Se il rito è lodevolmente presieduto dal vescovo, si facciano tutti gli adattamenti opportuni. - 369 -
1364. La benedizione per l'esposizione di un'immagine sacra si unisce alla celebrazione
dei Vespri nel giorno in cui si devono o si possono celebrare i Vespri corrispondenti.
I Vespri si svolgono nel modo solito. Terminata la salmodia, è bene fare una lettura più
lunga, scelta fra quelle proposte nel Lezionario per le feste del Signore, della beata
Vergine e dei Santi.
Quindi il sacerdote celebrante tiene l'omelia, nella quale illustra sia la lettura biblica, sia
l'importanza che hanno per la Chiesa le sacre immagini.
Dopo la lettura biblica o dopo l'omelia, secondo l'opportunità, tutti sostano per qualche
tempo in silenziosa meditazione della parola di Dio. Quindi si canta il responsorio della
Liturgia delle Ore o si esegue un canto che abbia la stessa funzione. Terminato il canto, il
sacerdote celebrante dice la preghiera di benedizione, seguita dal cantico evangelico con
la sua antifona. Durante il cantico, fatta l'incensazione dell'altare e della croce, s'incensa la
Sacra immagine. La celebrazione dei Vespri viene poi proseguita e conclusa nel modo
solito.
I. PER L'ESPOSIZIONE DI UN'IMMAGINE DI NOSTRO SIGNORE GESU'
CRISTO
Rito della benedizione
INIZIO
1365. Quando tutti sono riuniti, si esegue un canto adatto o si fa una pausa di
raccoglimento. Poi tutti si fanno il segno della croce, mentre il sacerdote celebrante dice:
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
R. Amen.
SALUTO
1366. Il sacerdote saluta i presenti con le seguenti parole o altre adatte, tratte di
preferenza dalla Sacra Scrittura:
La grazia e la pace di Dio, nostro Padre,
e del Signore nostro Gesù Cristo,
immagine del Dio invisibile,
sia con tutti voi.
R. E con il tuo spirito.
o in un altro modo adatto.
MONIZIONE INTRODUTTIVA
1367. Il sacerdote, o un altro ministro idoneo, introduce il rito di benedizione con queste
parole o altre simili: - 370 -
Fratelli e sorelle, è motivo di grande gioia per noi lodare Dio nel momento in cui una nuova
immagine del Signore nostro Gesù Cristo sarà esposta alla pubblica venerazione.
Essa ci ricorda che Cristo eterno Figlio di Dio, fatto uomo nel grembo della Vergine, è
immagine del Dio invisibile segno e sacramento di Dio Padre.
Egli ha detto: «Chi vede me, vede il Padre».
Venerando quest'immagine, eleviamo lo sguardo a Cristo che vive e regna in eterno con il
Padre e lo Spirito Santo.
LETTURA DELLA PAROLA DI DIO
1368. Un lettore o uno dei presenti legge uno o più testi della Sacra Scrittura, scelti di
preferenza tra quelli proposti nel Lezionario del Messale Romano o della Liturgia delle Ore
per la celebrazione del particolare mistero del Signore rappresentato nell'immagine,
intercalando alle letture un responsorio adatto o momenti di silenzio. Alla lettura del
Vangelo si dia sempre il posto di onore. Si possono leggere anche i testi proposti qui di
seguito.
Col 1, 12-20
Cristo Signore è immagine del Dio invisibile.
Ascoltate la parola di Dio dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossesi
Ringraziamo con gioia il Padre, che ci ha messi in grado di partecipare alla sorte dei santi
nella luce.
E' lui infatti che ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasferiti nel regno del suo
Figlio diletto, per opera del quale abbiamo la redenzione, la remissione dei peccati.
Egli è immagine del Dio invisibile, generato prima di ogni creatura; poiché per mezzo di lui
sono state create tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra, quelle visibili e quelle
invisibili: Troni, Dominazioni, Principati e Potestà. Tutte le cose sono state create per
mezzo di lui e in vista di lui. Egli è prima di tutte le cose e tutte sussistono in lui.
Egli è anche il capo del corpo, cioè della Chiesa; il principio, il primogenito di coloro che
risuscitano dai morti, per ottenere il primato su tutte le cose. Perché piacque a Dio di fare
abitare in lui ogni pienezza e per mezzo di lui riconciliare a sé tutte le cose, rappacificando
con il sangue della sua croce, cioè per mezzo di lui, le cose che stanno sulla terra e quelle
nei cieli.
1369. Oppure (per esteso vedi a p. 1094):
Gv 14,1-11
Chi ha visto me, ha visto il Padre.
RESPONSORIO
1370. Secondo l'opportunità si può cantare o recitare un salmo responsoriale (per esteso
vedi a p. 988 e p. 1037) o eseguire un altro canto adatto.
Sal 8,4-5 6-7
R. Grande è il tuo nome, Signore, su tutta la terra.
Ap 15, 3-4 - 371 -
R. Temete Dio e dategli gloria. Ap 14,7
OMELIA
1371. Secondo l'opportunità, il sacerdote rivolge una breve omelia ai presenti, illustrando
le letture bibliche e il mistero del Signore rievocato nell'immagine, perché percepiscano il
significato della celebrazione.
Breve silenzio.
PREGHIERA DEI FEDELI
1372. Segue la preghiera comune. Tra le invocazioni proposte, si possono scegliere
alcune ritenute più adatte, o aggiungerne altre in sintonia con particolari situazioni di
persone o necessità dei momento.
Dio, Padre onnipotente, ci ha dato come Salvatore e redentore il suo Verbo eterno; per
mezzo di lui tutte le cose sono state create e tutte in lui sussistono.
Preghiamo e diciamo:
R. Rendici conformi, o Padre, al Cristo tuo Figlio.
Padre, che ti sei rivelato nel tuo Figlio,
somma verità e sapienza infinita,
accresci in noi il desiderio di conoscerlo sempre più,
per aderire più strettamente a lui. R.
Padre, che mandando il tuo Figlio,
hai riempito la terra della rugiada celeste,
allieta il nostro cuore con la sua continua presenza. R.
Padre, che hai consacrato il Cristo
sacerdote, re e profeta,
fa' che siamo con lui e per lui offerta a te gradita. R.
Padre, che ci hai dato come modello e maestro
il Cristo mite e umile di cuore,
fa' che impariamo da lui benignità e mansuetudine. R.
Padre, che hai riconciliato tutto a te nel sangue di Cristo
che diveniamo servi premurosi
e fedeli discepoli del divino Maestro,
operatori di concordia e di pace. R.
Padre, che nell'ineffabile disegno della tua provvidenza
hai voluto che il Salvatore del mondo
fosse appeso a una croce per distruggere la morte e l'inferno,
donaci di essere uniti alla sua passione
per condividere la sua risurrezione. R. - 372 -
1373. Quando si omettono le invocazioni sopra indicate, prima della formula di
benedizione, il sacerdote invita alla preghiera con queste parole o altre simili:
Carissimi, preghiamo Dio Padre onnipotente,
perché contemplando con fede il mistero di Cristo,
otteniamo i frutti della nostra salvezza.
Tutti pregano per qualche momento in silenzio.
* Segue la preghiera del Signore:
Padre nostro.
PREGHIERA DI BENEDIZIONE
1374. Il sacerdote, con le braccia allargate, pronuncia la preghiera di benedizione:
Ti benediciamo, Padre santo:
nel tuo immenso amore verso il genere umano,
hai mandato nel mondo
come Salvatore e primogenito tra molti fratelli
il tuo Verbo eterno,
fatto uomo nel grembo della Vergine purissima,
in tutto simile a noi, fuorché nel peccato.
Tu ci hai dato in Cristo
il modello perfetto della santità:
la Chiesa lo venera bambino,
e in lui, piccolo e fragile,
adora il Dio onnipotente;
contemplando il suo volto scorge la tua bontà,
ricevendo dalla sua bocca le parole di vita,
si riempie della tua sapienza;
scoprendo le insondabili profondità del suo cuore,
si accende del fuoco dello Spirito,
effuso sui nuovi figli;
guardando il suo corpo piagato
venera quel sangue prezioso
che la rende pura e santa;
esultando per la sua risurrezione,
pregusta la gioia delle nozze eterne.
Concedi, o Padre, che i tuoi fedeli,
onorando questa sacra effigie
abbiano gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù,
e, dopo aver portato l'immagine dell'uomo terreno,
rispecchino finalmente quella dell'uomo celeste.
Il Figlio tuo, o Padre, sia per tutti noi
la via che ci fa salire a te,
la verità che ci illumina, - 373 -
la vita che ci nutre e ci rinnova,
la luce che rischiara il cammino,
la pietra su cui possiamo riposare,
la porta che introduce nella nuova Gerusalemme.
Egli vive e regna nei secoli dei secoli.
R. Amen.
1375. Oppure:
0 Dio, che abiti una luce inaccessibile
e ci hai amato di così grande amore
da renderti visibile nel Cristo,
volgi lo sguardo ai tuoi fedeli
che ritraggono in una immagine l'umanità del tuo Figlio
e fa' che siano configurati a lui
che venerano in questa effigie.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
1376. Dopo la preghiera di benedizione il sacerdote pone l'incenso nel turibolo e incensa
l'immagine mentre si canta un'antifona o un inno o un salmo riferito al mistero raffigurato
nell'immagine, o si esegue un altro canto adatto.
CONCLUSIONE
1377. Il sacerdote stendendo le mani sui presenti dice:
La pace di Dio, che sorpassa ogni sentimento,
custodisca il vostro cuore e il vostro spirito
nella conoscenza e nell'amore di Dio
del suo Figlio, il Signore nostro Gesù Cristo.
R. Amen.
E la benedizione di Dio onnipotente,
Padre e Figlio + e Spirito Santo,
discenda su di voi, e con voi rimanga sempre.
R. Amen.
l378. Un canto corale può chiudere la celebrazione.
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- 374 -
II. PER L'ESPOSIZIONE DI UN'IMMAGINE DELLA BEATA VERGINE MARIA
Rito della benedizione
INIZIO
1379. Quando tutti sono riuniti, si esegue un canto adatto o si fa una pausa di
raccoglimento. Poi tutti si fanno il segno della croce mentre il sacerdote dice:
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
R. Amen.
SALUTO
1380. Il sacerdote saluta i presenti con le seguenti parole o altre adatte, tratte di
preferenza dalla Sacra Scrittura:
La grazia del Signore nostro Gesù Cristo,
nato da Maria Vergine,
l'amore di Dio Padre
e la comunione dello Spirito Santo,
sia con tutti voi.
R. E con il tuo spirito.
o in un altro modo adatto
MONIZIONE INTRODUTTIVA
1381. Il sacerdote, o un altro ministro idoneo, introduce il rito di benedizione con queste
parole o altre simili:
Siamo riuniti nella gioia, fratelli e sorelle carissimi, nel momento in cui viene esposta alla
pubblica venerazione l'immagine di santa Maria venerata sotto il titolo di...
Questa immagine sta a significare quanto forte e vitale sia il vincolo che unisce la beata
Vergine al Cristo e alla Chiesa. Maria infatti è la santa Madre del Verbo fatto uomo, icona
del Dio invisibile; ed è essa stessa immagine, tipo, modello della Chiesa: immagine, nella
quale la Chiesa contempla con gioia il pieno compimento di ciò che desidera e spera di
essere; il tipo, in cui riconosce la via e la norma per una perfetta unione con Cristo; il
modello a cui la Sposa di Cristo ispira per l'adempimento della missione apostolica.
Con animo devoto e filiale partecipiamo insieme a questo sacro rito.
LETTURA DELLA PAROLA DI DIO
1582. Un lettore o uno dei presenti legge uno o più testi della Sacra Scrittura, scelti di
preferenza tra quelli proposti nel Lezionario del Messale Romano o nella Liturgia delle
Ore, specialmente nel Proprio o nel Comune della Madonna, intercalando alle letture un - 375 -
responsorio adatto o momenti di silenzio. Alla lettura del Vangelo si dia sempre il posto
d'onore
Si possono leggere anche i testi proposti qui di seguito.
Lc 1,42-50
Tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Ascoltate la parola del Signore dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Elisabetta, piena di Spirito Santo, esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le
donne, e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore
venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha
esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell'adempimento delle
parole del Signore».
Allora Maria disse:
«L'anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l'umiltà della sua serva.
D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente
e Santo è il suo nome:
di generazione in generazione la sua misericordia
si stende su quelli che lo temono».
1383. Oppure (per esteso vedi a p. 984 ss.):
Ap 11,19; 12,1-6.10
Nel cielo apparve un segno grandioso.
Lc 1,26-38
Ecco, concepirai un figlio e lo darai alla luce.
Gv 19, 25-27
Ecco il tuo figlio. Ecco la tua madre.
RESPONSORIO
1384. Secondo l'opportunità si può cantare o recitare un salmo responsoriale (per esteso
vedi a p. 1021 e p 1035) o eseguire un altro canto adatto.
Sal 112 (113), 1-2 3-4 5-6 7-8
R. Benediciamo il nome del Signore,
Lc 1,46-48 49-50 51-52 54-55 (Magnificat)
R. Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente.
OMELIA
1385. Secondo l'opportunità, il sacerdote rivolge una breve omelia ai presenti, illustrando
le letture bibliche e la parte della beata Vergine Maria nella storia della salvezza, perché
percepiscano il significato della celebrazione. - 376 -
Breve silenzio
PREGHIERA DEI FEDELI
1386. Segue la preghiera comune. Tra le invocazioni proposte, si possono scegliere
alcune ritenute più adatte, o aggiungerne altre sintonia con particolari situazioni di persone
o necessità del momento.
Animati dalla fede in Cristo Salvatore, che si è degnato di nascere da Maria Vergine,
diciamo insieme:
R. Interceda per noi la Madre tua, Signore.
Salvatore del mondo,
che nella tua potenza redentrice
hai preservato la Madre tua da ogni colpa,
liberaci da ogni peccato. R
Redentore nostro,
che hai fatto della Vergine di Nazaret
la dimora della tua presenza
e il santuario dello Spirito Santo,
edifica anche noi in tempio vivo del tuo Spirito. R.
Sacerdote sommo ed eterno,
che hai voluto Maria accanto a te ai piedi della croce,
per le sue preghiere donaci la gioia
di comunicare alla tua passione. R.
Re dei re,
che hai assunto con te nella gloria
in corpo e anima la Madre tua,
fa' che cerchiamo e gustiamo le realtà del cielo. R.
Signore del cielo e della terra,
che hai posto come regina alla tua destra la Vergine Maria,
rendici coeredi della tua gloria. R.
1387. Quando si omettono le invocazioni sopra indicate, prima della formula di
benedizione, il sacerdote invita alla preghiera con queste parole o altre simili:
Uniti in preghiera,
come la Madre di Gesù e gli Apostoli nel Cenacolo,
supplichiamo Dio nostro Padre.
Tutti pregano per qualche momento in silenzio.
* Segue la preghiera del Signore - 377 -
Padre nostro.
PREGHIERA DI BENEDIZIONE
1388. Poi il sacerdote, con le braccia allargate, pronuncia la preghiera di benedizione:
Ti benediciamo e ti glorifichiamo, Dio trascendente ed eterno:
prima della creazione del mondo
hai costituito il Cristo principio e fine dell'universo
e hai congiunto a lui nel mirabile disegno del tuo amore
la beata Vergine Maria, genitrice e socia del tuo Figlio,
immagine e modello della Chiesa,
avvocata e madre di tutti.
E' lei la donna nuova,
che ha risollevato le sorti dell'umanità,
decaduta per la colpa della prima Eva,
l'eletta Figlia di Sion,
che unendo la sua voce implorante ai gemiti dei patriarchi,
ha raccolto nel cuore le attese dell'antico Israele;
la serva povera e umile,
da cui è sorto il sole di giustizia,
il tuo Figlio, il Signore nostro Gesù Cristo.
Padre santo, ascolta la preghiera dei tuoi fedeli,
che ti presentano questa effigie della beata Vergine,
perché confortati dalla sua protezione
imprimano nel cuore l'immagine che contemplano.
Dona loro una fede indefettibile,
una salda speranza,
una carità sollecita
e un'umiltà sincera.
Fa' che siano forti nel dolore,
dignitosi nella povertà,
pazienti nelle avversità,
aperti ana condivisione nel benessere,
operatori di giustizia e costruttori di pace,
finché giunti al termine del cammino ,
nell'amore a te e ai fratelli
entrino nella città eterna,
dove la beata Vergine intercede per noi come Madre
e risplende come Regina.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
1389. Oppure:
O Dio, che alla tua Chiesa pellegrina nella fede
hai dato in Maria Vergine - 378 -
l'immagine della futura gloria,
concedi ai tuoi fedeli
che ti presentano questa sua icona,
di poter sempre alzare gli occhi con fiducia
verso di lei, fulgido modello di virtù
per tutto il popolo degli eletti.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
1390. Dopo la preghiera di benedizione, il sacerdote, secondo l'opportunità pone l'incenso
nel turibolo e incensa l'immagine.
Nel frattempo si canta un salmo o un inno in onore della Madonna con riferimento al titolo
rappresentato nell'immagine, oppure una delle antifone seguenti o un altro canto adatto.
Antifona:
Benedetta fra tutte le donne,
o Vergine Maria,
benedetta dall'Altissimo.
Oppure:
Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio,
santa Madre di Dio:
non disprezzare le suppliche
di noi che siamo nella prova,
e liberaci da ogni pericolo,
o Vergine gloriosa e benedetta.
CONCLUSIONE
1391. Il sacerdote stendendo le mani sui presenti dice:
Dio misericordioso,
che per mezzo del suo Figlio, nato dalla Vergine,
ha redento il mondo,
vi colmi della sua benedizione.
R. Amen.
Dio vi protegga sempre
per intercessione di Maria, vergine e madre,
che ha dato al mondo l'autore della vita.
R. Amen.
A tutti voi,
qui radunati con devozione filiale,
conceda il Signore la salute del corpo - 379 -
e la consolazione dello Spirito.
R. Amen.
E la benedizione di Dio onnipotente,
Padre e Figlio + e Spirito Santo,
discenda su di voi, e con voi rimanga sempre.
R. Amen.
1392. Un canto corale può chiudere la celebrazione.
III. PER L'ESPOSIZIONE DI UN'IMMAGINE DI SANTI
Rito della benedizione
INIZIO
1393. Quando tutti sono riuniti, si esegue un canto adatto o si fa una pausa di
raccoglimento. Poi tutti si fanno il segno della croce, mentre il sacerdote dice:
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
R. Amen.
SALUTO
l394. Il sacerdote saluta i presenti con le seguenti parole o altre adatte, tratte di preferenza
dalla Sacra Scrittura:
La grazia del Signore nostro Gesù Cristo,
corona di tutti i santi,
l'amore di Dio Padre
e la comunione dello Spirito Santo,
sia con voi.
R. E con il tuo spirito.
R. Amen.
o in un altro modo adatto.
MONIZIONE INTRODUTTIVA
1395. Il sacerdote, o un altro ministro idoneo, introduce il rito d benedizione con queste
parole o altre simili: - 380 -
Carissimi, il rito di benedizione che stiamo per celebrare esponendo alla venerazione del
popolo cristiano una nuova immagine di san N., rende anzitutto gloria a Dio, fonte di ogni
santità. Disponiamo i nostri animi a comprendere il vero significato di questa celebrazione.
Offrendo alla devota attenzione dei fedeli le immagini dei santi, la Chiesa madre vuole
porre sotto i nostri occhi l'effigie di coloro che, guidati dallo Spirito Santo, hanno seguito
Gesù in vita e in morte, perché innalzando lo sguardo alla città futura possiamo scorgere
la via per la quale i santi sono giunti alla perfetta unione con Cristo. Essi sono amici ed
eredi del Signore Gesù, nostri modelli e patroni. Ci amano, ci soccorrono, intercedono per
noi, in forza del misterioso vincolo di comunione fra i membri della Chiesa pellegrina nel
mondo e coloro che sono già entrati nella Gerusalemme del cielo.
LETTURA DELLA PAROLA DI DIO
1396. Un lettore o uno dei presenti legge uno o più testi della Sacra Scrittura, scegliendoli
di preferenza tra quelli proposti nel Lezionario del Messale Romano o nella Liturgia delle
Ore, sia nel Comune che nel Proprio dei santi, intercalando alle letture un responsorio
adatto o momenti di silenzio. Alla lettura del Vangelo si dia sempre il posto d'onore. Si
possono leggere anche i testi proposti qui di seguito.
Mt 5, 1-12
Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli.
Ascoltate la parola del Signore dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù, vedendo le folle, salì sulla montagna e, messosi a sedere, gli si
avvicinarono i suoi discepoli.
Prendendo allora la parola, li ammaestrava dicendo:
Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati gli afflitti,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché erediteranno la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per causa della giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di
male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra
ricompensa nei cieli.
1397. Oppure (per esteso vedi a p. 963 ss.):
Ef 3, 14-19
Conoscere l'amore di Cristo, che sorpassa ogni conoscenza. - 381 -
Pt 4,7-11
Ciascuno viva secondo la grazia ricevuta, mettendola a servizio degli altri.
1 Gv 5,1-6
Questa è la vittoria che ha vinto il mondo: la nostra fede.
RESPONSORIO
1398. Secondo l'opportunità si può cantare o recitare un salmo responsoriale (per esteso
vedi a p. 987 ss. ) o eseguire un altro canto adatto.
Sal 1,1-2 3 4.6
R. Beato chi spera nel Signore.
Sal 14 (15), la.2-3a 3b-4a 5
R. Il giusto abiterà nella casa del Signore.
Sal 33,2-3 4-5 6-7 8-9 10-11
R. Benedetto il Signore gloria dei suoi santi.
OMELIA
1399. Secondo l'opportunità, il sacerdote rivolge una breve omelia al presenti, illustrando
la lettura biblica e la parte che hanno i santi nella vita della Chiesa, perché percepiscano il
significato della celebrazione.
Breve silenzio
PREGHIERA DEI FEDELI
1400. Segue la preghiera comune. Tra le invocazioni proposte, si possono scegliere
alcune ritenute più adatte, o aggiungerne altre in sintonia con particolari situazioni di
persone o necessità del momento.
Supplichiamo con fede Dio, Padre misericordioso. Con la potenza dello Spirito Santo egli
continuamente santifica la Chiesa e ci offre nelle sorelle e fratelli santi una fedele
immagine di Cristo suo Figlio.
R. Per intercessione di san N., salvaci, Signore.
Dio, fonte di ogni santità,
che fai risplendere nei santi i prodigi della tua grazia,
concedi a noi di riconoscere in loro
i segni della tua grandezza. R.
Dio di infinita sapienza,
che hai costituito gli Apostoli
come colonna e fondamento della Chiesa di Cristo,
conferma il tuo popolo - 382 -
nell'adesione piena e cordiale al loro insegnamento. R.
Tu che hai dato ai martiri la fortezza
per testimoniare il Vangelo fino all'effusione del sangue,
rendici fedeli testimoni del tuo Figlio. R.
Tu che hai ispirato alle vergini
il santo proposito di imitare Cristo
vergine, povero e obbediente,
fa' che non manchi mai alla Chiesa
il segno della verginità consacrata
come testimonianza dei beni futuri. R.
Tu che riveli la tua presenza in tutti i santi
e manifesti in loro il tuo volto e la tua parola,
concedi al popolo cristiano che li onora
di sentirsi sempre più unito a te, sommo bene. R.
1401. Quando si omettono le invocazioni sopra indicate, prima della formula di
benedizione, il sacerdote invita alla preghiera con queste parole o altre simili:
Convocati in un solo Spirito da molte genti
per un unico progetto di santità,
invochiamo Dio, Signore e Padre.
Tutti pregano per qualche momento in silenzio.
* Segue la preghiera del Signore:
Padre nostro.
PREGHIERA DI BENEDIZIONE
1402. Il sacerdote, con le braccia allargate, pronuncia la preghiera di benedizione:
Ti glorifichiamo, o Padre:
tu solo sei santo
e nella tua immensa misericordia,
hai mandato nel mondo il tuo Figlio,
principio e compimento di ogni santità.
Egli ha effuso sulla Chiesa nascente
il tuo Santo Spirito:
voce che ci ammaestra nel cammino della perfezione;
soffio che alita su di noi con soavità e forza;
fuoco che accende di carità i nostri cuori;
germe divino che dà frutti rigogliosi di grazia.
Ti benediciamo, Signore,
perché hai voluto arricchire
dei doni dello Spirito il beato N. - 383 -
che è proposto alla comune venerazione
attraverso questa immagine.
Fa' che illuminati dal suo esempio,
procediamo sulle orme del Signore,
fino a che si formi in noi l'uomo perfetto
nella misura piena della statura di Cristo.
Donaci di annunziare in parole e opere il tuo Vangelo
non esitando a dare anche la vita.
Rendici lieti di portare la croce di ogni giorno
nel servizio di te e dei fratelli.
Fa' che impegnandoci nell'edificare la città terrena
per arricchirla dello Spirito di Cristo,
teniamo fisso lo sguardo alla città futura,
dove tu, o Padre, ci accoglierai
nella gloria del tuo Figlio.
Egli vive e regna nei secoli dei secoli.
R. Amen.
1403. Oppure:
Dio, fonte di ogni grazia e santità,
guarda con amore i tuoi fedeli
che hanno preparato questa immagine di san N.,
amico ed erede di Cristo
fedele testimone del Vangelo:
donaci di sperimentare l'efficacia della sua intercessione
presso il trono della tua gloria.
Per Cristo nostro Signore.
R Amen.
1404. Dopo la preghiera di benedizione, il sacerdote, secondo opportunità, pone l'incenso
nel turibolo e incensa la nuova immagine, mentre si canta un salmo o un inno in onore del
santo rappresentato nell'immagine, oppure una delle antifone seguenti, o un altro canto
adatto.
Antifona:
Lodate il nostro Dio, voi tutti suoi servi,
voi che lo temete, piccoli e grandi.
Ha preso possesso del suo regno il Signore,
il nostro Dio, l'Onnipotente.
Rallegriamoci ed esultiamo,
rendiamo gloria al suo nome.
Oppure: La tua Chiesa canta la sapienza dei santi,
l'assemblea ne proclama le lodi.
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19/05/2014 15:40
 
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La tua Chiesa canta la sapienza dei santi,
l'assemblea ne proclama le lodi.
CONCLUSIONE
1405. Il sacerdote stendendo le mani sui presenti dice:
Dio, gloria e letizia dei suoi servi fedeli,
che ci ha dato in san N.
un segno della sua protezione,
faccia risplendere il suo volto su di voi.
R. Amen.
L'intercessione di san N. vi liberi dai mali presenti,
e il suo esempio vi sproni a vivere secondo il Vangelo,
nel servizio di Dio e dei fratelli.
R. Amen.
Possiate godere con Maria, regina di tutti i santi,
la gioia e la pace di quella patria,
nella quale la Chiesa esulta in eterno
per la comunione gloriosa di tutti i suoi figli.
R. Amen.
E la benedizione di Dio onnipotente,
Padre e Figlio + e Spirito Santo,
discenda su di voi, e con voi rimanga sempre.
R. Amen.
1406. Un canto corale può chiudere la celebrazione.
CAPITOLO XLVI - BENEDIZIONE DI UNA SEDE PER IL SACRAMENTO DELLA
PENITENZA
Premesse
1407. La sede per la celebrazione del sacramento della Penitenza, se collocata nella
chiesa, esprime con maggior evidenza che la confessione e l'assoluzione dei peccati è
un'azione liturgica che appartiene al corpo stesso della Chiesa, ed è ordinata alla
rinnovata partecipazione dei fratelli al sacrificio di Cristo e della Chiesa.
1408. Questo rito di benedizione non si deve mai inserire nella celebrazione della Messa;
si unisce invece opportunamente con qualche celebrazione penitenziale. - 385 -
1409. Il rito qui proposto può essere usato dal sacerdote.
1410. Nel rispetto della struttura del rito e dei suoi elementi essenziali, si potranno
adattare le singole parti alle particolari circostanze di persone e di luoghi.
Rito della benedizione
INIZIO
1411. Quando tutti sono riuniti, si esegue un canto adatto o si fa una pausa di
raccoglimento. Poi tutti si fanno il segno della croce, mentre il sacerdote dice:
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
R. Amen.
SALUTO
1412. Il sacerdote saluta i presenti con le seguenti parole o altre adatte, tratte di
preferenza dalla Sacra Scrittura o dal «Rito della Penitenza», n 49.
La grazia, la misericordia e la pace
da parte di Dio Padre, per mezzo di Gesù Cristo
nello Spirito Santo,
che è la remissione di tutti i peccati,
sia con voi.
R. E con il tuo spirito.
o in un altro modo adatto.
MONIZIONE INTRODUTTIVA
1413. Il sacerdote, o un altro ministro idoneo, introduce il rito di benedizione con queste
parole o altre simili:
Questo rito di benedizione, celebrato con fede, susciti in noi l'esigenza di rendere grazie a
Dio che manifesta la sua onnipotenza soprattutto nel perdono e nella misericordia.
A questo luogo riservato alla confessione ci presentiamo peccatori e ne usciamo
giustificati in virtù del ministero della riconciliazione, che Cristo Gesù ha affidato alla sua
Chiesa. A tutti coloro che oppressi dal peso dei peccati si accostano a questa sede, il
Signore conceda di essere liberati; e a quanti sono intrisi della polvere del mondo, di
ritornare purificati nel sangue dell'Agnello.
LETTURA DELLA PAROLA DI DIO
1414. Un lettore o uno dei presenti legge uno o più testi della Sacra Scrittura scegliendoli
fra quelli indicati nel «Rito della Penitenza» ed. it., nn. 67-98, 114-141 e 142-167, o quelli
proposti qui di seguito (per esteso vedi a p. 876 ss.): - 386 -
2 Sam 12,1-9.13
Davide disse a Natan: Ho peccato contro il Signore.
Ez 18,20-32
Se il malvagio farà penitenza, vivrà e non morrà?
Rm 5,6-11
Ci gloriamo in Dio, per mezzo di Gesù Cristo, dal quale abbiamo ottenuto la
riconciliazione.
2 Cor 5,17-21
E' stato Dio a riconciliare a sé il mondo.
Mt 9, 1-8
Coraggio, figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati.
Lc 7, 36-50
Le sono perdonati i suoi molti peccati, poiché ha molto amato.
Gv 8, 1-11
Va', e d'ora in poi non peccare più.
RESPONSORIO
1415. Secondo l'opportunità si può cantare o recitare un salmo responsoriale (per esteso
vedi a p. 996 ss.) o eseguire un altro canto adatto.
Sal 31 (32), 1-2 3-4 5 6-7
R. Confesserò al Signore le mie colpe.
Sal 50 (51), 3-4 5-6 7-8 9-10 11-12
R. Rendimi, Signore, la gioia di essere salvato.
Sal 129 (130), 1-2 3-4 5-6 7-8
R. Il Signore è bontà e misericordia.
OMELIA
1416. Il sacerdote rivolge una breve omelia ai presenti, illustrando le letture bibliche e
l'importanza ecclesiale del sacramento della Penitenza, perché percepiscano il significato
della celebrazione.
Breve silenzio
PREGHIERA DI BENEDIZIONE
1417. Segue la preghiera comune. Tra le invocazioni proposte, si possono scegliere
alcune ritenute più adatte, o aggiungerne altre in sintonia con particolari situazioni di
persone o necessità del momento . - 387 -
Benediciamo Dio Padre onnipotente, che nella morte e risurrezione del suo Figlio, per la
potenza dello Spirito Santo, ci ha liberato dal potere delle tenebre e ci ha elargito il
perdono dei peccati.
R. Rendiamo grazie a te, Signore.
Benedetto sei tu, Signore,
che hai dato il tuo Figlio in espiazione delle nostre colpe,
e dalle tenebre del peccato
ci hai trasferito nella luce del tuo regno. R.
Benedetto sei tu, Signore,
che per mezzo dello Spirito Santo
purifichi le nostre coscienze dalle opere morte. R.
Benedetto sei tu, Signore,
che hai affidato alla santa Chiesa
le chiavi del regno dei cieli,
per aprire a tutti le porte della misericordia. R.
Benedetto sei tu, Signore,
che nel ministero della riconciliazione
rinnovi i prodigi della salvezza,
perché i figli prodighi da te perdonati
ricevano la vita eterna. R.
1418. Quindi il sacerdote, con le braccia allargate, prosegue:
E' doveroso e santo renderti grazie
in ogni tempo e in ogni luogo,
Dio onnipotente ed eterno:
tu sei giusto nel correggere
e clemente nel perdonare;
in ogni intervento della tua provvidenza
manifesti la tua misericordia di Padre;
non risparmiando la correzione,
ci salvi dalla rovina eterna;
e offrendo il perdono,
ci apri uno spazio favorevole alla conversione;
per questo segno del tuo immenso amore
innalziamo a te la nostra lode.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
CONCLUSIONE
1419. Il sacerdote stendendo le mani sui presenti dice:
Ci benedica Dio Padre, - 388 -
che ci ha chiamati a essere suoi figli.
R. Amen.
Ci aiuti il Figlio,
che ci ha accolti come fratelli.
R.
Ci assista lo Spirito Santo,
che ha fatto di noi il suo tempio.
R. Amen.
E la benedizione di Dio onnipotente,
Padre e Figlio + e Spirito Santo,
discenda su di voi, e con voi rimanga sempre.
1420. Un canto corale può chiudere la celebrazione.
CAPITOLO XLVII – BENEDIZIONE DELL'ACQUA LUSTRALE FUORI DELLA
MESSA
Premesse
1421. Tra i segni di cui la Chiesa si serve per benedire i fedeli, è di uso frequente, per
antica consuetudine, quello dell'acqua. L'acqua benedetta richiama alla mente dei fedeli
Cristo Signore in lui si compendia la benedizione divina, che si riversa su di noi, è lui che
ha chiamato se stesso «acqua viva», e ha istituito per noi il Battesimo, sacramento
dell'acqua, segno della benedizione che salva.
1422. La benedizione e l'aspersione dell'acqua si fa d'ordinario in domenica, secondo il rito
prescritto nel Messale Romano (ed. it. pp. 1031-1036). Quando invece la benedizione
dell'acqua viene fatta fuori della Messa, si usa il formulario seguente.
1423. Il rito qui proposto può essere usato dal sacerdote e dal diacono.
1424. Nel rispetto della struttura del rito e dei suoi elementi essenziali, si potranno
adattare le singole parti alle circostanze di persone e di luoghi.
Rito della benedizione
INIZIO
1425. Quando tutti sono riuniti, si esegue un canto adatto o si fa una pausa di
raccoglimento. Poi tutti si fanno il segno della croce, mentre il ministro dice: - 389 -
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
R. Amen.
SALUTO
1426. Il ministro saluta i presenti con le seguenti parole o altre adatte, tratte di preferenza
dalla Sacra Scrittura:
Dio, che ci ha rigenerati in Cristo
dall'acqua e dallo Spirito Santo,
sia con tutti voi.
R. E con il tuo spirito.
o in un altro modo adatto.
MONIZIONE INTRODUTTIVA
1427. Il ministro introduce il rito di benedizione con queste parole o altre simili:
Con la benedizione dell'acqua noi facciamo memoria di Cristo, acqua viva, e del
sacramento della nostra rinascita dall'acqua e dallo Spirito Santo. Ogni volta che ne
saremo aspersi, o faremo con essa il segno della croce all'entrata
della chiesa o nelle nostre case, renderemo grazie a Dio per il dono inestimabile del
Battesimo e imploreremo il suo aiuto, perché possiamo confermare con la vita ciò che è
stato trasmesso nella fede.
LETTURA DELLA PAROLA DI DIO
1428. Un lettore o uno dei presenti legge uno dei seguenti testi della Sacra Scrittura:
Ez 36,25-26
Dice il Signore:
«Vi prenderò dalle genti,
vi radunerò da ogni terra e vi condurrò sul vostro suolo.
Vi aspergerò con acqua pura e sarete purificati;
io vi purificherò da tutte le vostre sozzure
e da tutti i vostri idoli;
vi darò un cuore nuovo,
metterò dentro di voi uno spirito nuovo.
I Pt 2,9
Dice il Signore:
Voi siete la stirpe eletta,
il sacerdozio regale,
la nazione santa,
il popolo che Dio si è acquistato
perché proclami le opere meravigliose di lui
che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua ammirabile luce. - 390 -
Gv 7,37-39
Nell'ultimo giorno, il grande giorno della festa, Gesù, levatosi in piedi, esclamò ad alta
voce: «Chi ha sete, venga a me e beva chi crede in me. Come dice la Scrittura, fiumi
d'acqua viva sgorgheranno dal suo seno». Questo egli disse riferendosi allo Spirito, che
avrebbero ricevuto i credenti in lui.
Breve silenzio.
1429. Oppure (per esteso vedi a p. 899 ss.):
Sir 15, 1-6
Lo disseterà con l'acqua della sapienza.
Is 12, 1-6
Attingerete acqua con gioia alle sorgenti della salvezza.
Is 55,1-11
O voi tutti assetati, venite all'acqua!
Gv 5,1-6
E' venuto con acqua e sangue.
Ap 7,13-17
L'Agnello li guiderà alle fonti delle acque della vita.
Ap 22, 1-5
Un fiume d'acqua viva scaturiva dal trono di Dio e dell'Agnello.
Gv 13,3-15
Voi siete mondi.
PREGHIERA DI BENEDIZIONE
11430. Quindi il ministro dice:
Preghiamo.
Tutti pregano per qualche momento in silenzio.
* Segue la preghiera del Signore:
Padre nostro.
Il ministro, con le braccia allargate, pronuncia la preghiera di benedizione:
Sii benedetto, Signore, Dio onnipotente,
che in Cristo, acqua viva della nostra salvezza,
ci hai colmato di ogni benedizione
e hai fatto di noi una creatura nuova.
Fa' che, mediante l'aspersione - 391 -
e il devoto uso di quest'acqua,
richiamiamo la realtà del Battesimo,
perché purificati e fortificati
con la grazia del tuo Spirito,
ricuperiamo la giovinezza interiore
e camminiamo sempre in novità di vita.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
1431. Oppure:
Padre santo, sorgente di ogni benedizione,
volgi il tuo sguardo su di noi
redenti dal tuo Figlio
e rinati dall'acqua e dallo Spirito
mediante il Battesimo;
fa' che aspersi con quest'acqua benedetta,
ci rinnoviamo nel corpo e nell'anima,
per renderti un servizio puro e santo.
A te lode e gloria nei secoli.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
1432. Oppure:
Noi ti lodiamo, o Dio creatore,
che nell'acqua e nello Spirito
hai dato forma e volto all'uomo e all'universo.
R. Gloria a te, Signore.
Noi ti benediciamo, o Cristo,
che dal petto squarciato sulla croce
hai fatto scaturire i sacramenti della nostra salvezza.
R. Gloria a te, Signore.
Noi ti glorifichiamo, o Spirito Santo,
che dal grembo battesimale della Chiesa
ci hai fatto rinascere come nuove creature.
R Gloria a te, Signore.
Dio onnipotente
che nei santi segni della nostra fede
rinnovi i prodigi della creazione e della redenzione, - 392 -
benedici + quest'acqua
e fa' che tutti i rinati nel Battesimo
siano annunziatori e testimoni della Pasqua
che sempre si rinnova nella tua Chiesa.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
1433. Dopo la preghiera di benedizione, il ministro asperge se stesso e i presenti con
l'acqua benedetta dicendo, secondo l'opportunità:
Ravviva in noi, Signore,
nel segno di quest'acqua benedetta,
il ricordo del Battesimo e l'adesione a Cristo Signore,
crocifisso e risorto per la nostra salvezza.
R. Amen.
Nel frattempo si può eseguire un canto adatto.
CAPITOLO XLVIII - BENEDIZIONE DELLA PORTA DI UNA CHIESA
Premesse
1434. In alcune celebrazioni liturgiche, come nel Battesimo, nel Matrimonio, nelle Esequie,
i fedeli sono accolti alle porta della chiesa, attraverso le quali, in determinati giorni
dell'anno liturgico, entrano processionalmente nella chiesa stessa.
Per questo è opportuno che la porta della chiesa, nella sua struttura e nelle sue opere
d'arte, sia come il segno di Cristo, che disse; «Io sono la porta del gregge», (Gv 10, 7) e
insieme di tutti coloro che hanno percorso la via della santità, che conduce alla casa di
Dio.
1435. In occasione dell'erezione delle nuove porte della chiesa si può cogliere l'occasione
per sottolineare ai fedeli sia l'avvenimento esteriore sia il significato interiore dell'intero
edificio, al quale le porte aprono l'accesso.
Sembra dunque opportuno rivolgere a Dio una particolare preghiera per la benedizione
della porta e raccogliere i fedeli per ascoltare la parola di Dio e rivolgere a lui le loro
suppliche.
Per quanto possibile, si faccia in modo che l'inaugurazione e la benedizione della nuova
porta si celebri nella IV domenica di Pasqua, detta del Buon Pastore.
1436. Il rito qui proposto può esser usato dal sacerdote.
1437. Nel rispetto della struttura del rito e dei suoi elementi essenziali, si potranno
adattare le singole parti alle situazioni di persone e di luoghi.
Rito della benedizione
INIZIO - 393 -
1438. Quando tutti sono riuniti fuori della chiesa, si canta l'antifona seguente con il suo
salmo (vedi n. 2496) o si esegue un altro canto adatto.
Antifona:
Sollevate, o porte, i vostri frontali,
alzatevi, porte antiche:
deve entrare il Re della gloria.
Salmo 23 (24).
1439. Poi tutti si fanno il segno della croce, mentre il sacerdote dice:
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
R. Amen.
SALUTO
1440. Il sacerdote saluta i presenti con le seguenti parole o altre adatte, tratte di
preferenza dalla Sacra Scrittura:
La grazia e la pace,
nella santa Chiesa di Dio,
sia con tutti voi.
R. E con il tuo spirito.
o in un altro modo adatto.
MONIZIONE INTRODUTTIVA
1441. Il sacerdote, o un altro ministro idoneo, introduce il rito benedizione con queste
parole o altre simili:
Siamo qui riuniti come fratelli di fede, per benedire 1a nuova porta di questa chiesa.
Preghiamo umilmente il Signore, perché quanti varcheranno la soglia della casa di Dio per
ascoltare la Parola e celebrare i divini misteri, seguano con docilità la voce del Cristo che
proclama: io sono la porta della vita eterna.
COLLETTA
1442. Terminata la monizione, il sacerdote, a mani giunte, dice:
Preghiamo.
Tutti pregano per qualche momento in silenzio.
Poi il sacerdote, con le braccia allargate, dice:
O Dio, che hai voluto chiamare tua Chiesa - 394 -
la moltitudine dei credenti,
fa' che il popolo radunato nel tuo nome
ti adori, ti ami, ti segua,
e sotto la tua guida giunga ai beni da te promessi.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
LETTURA DELLA PAROLA DI DIO
1443. Un lettore o uno dei presenti legge uno dei seguenti testi della Sacra Scrittura:
Ap 21, 2-3.23-26
Vidi la città santa, la nuova Gerusalemme, scendere dal cielo, da Dio.
Ascoltate la parola di Dio dal libro dell'Apocalisse
Vidi la città santa, la nuova Gerusalemme, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una
sposa adorna per il suo sposo. Udii allora una voce potente che usciva dal trono:
Ecco la dimora di Dio con gli uomini!
Egli dimorerà tra di loro
ed essi saranno suo popolo
ed egli sarà il "Dio-con-loro".
La città non ha bisogno della luce del sole, né della luce della luna perché la gloria di Dio
la illumina e la sua lampada è l'Agnello.
Le nazioni cammineranno alla sua luce e i re della terra a lei porteranno la loro
magnificenza.
Le sue porte non si chiuderanno mai durante il giorno, poiché non vi sarà più notte.
E porteranno a lei la gloria e l'onore delle nazioni.
1444. Oppure (per esteso vedi a p. 911 ss. ):
Is 26, 1-9
Aprite le porte: entri il popolo giusto.
Ger 7, 1-7
Sta alla porta del tempio del Signore e pronunzia questo discorso.
Gv 10, 1-10
Io sono la porta delle pecore
RESPONSORIO
1445. Secondo l'opportunità si può cantare o recitare un salmo responsoriale (per esteso
vedi a p. 1013 ss.) o eseguire un altro canto adatto.
Sal 99 (100), 2 3 4 5
R. Servite il Signore nella gioia.
Sal 117 (118) 1.4 15-16 19-20 22-23
R. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. - 395 -
OMELIA
1446. Secondo l'opportunità, il sacerdote rivolge una breve omelia ai presenti, illustrando
la lettura biblica, perché percepiscano significato della celebrazione.
Breve silenzio.
PREGHIERA DEI FEDELI
1447. Segue la preghiera comune. Tra le invocazioni proposte si possono scegliere alcune
ritenute più adatte, o aggiungerne altre in sintonia con particolari situazioni di persone o
necessità del momento.
Fratelli e sorelle carissimi, edificati come pietre vive in tempio spirituale sulla pietra
angolare che è Cristo, preghiamo per la Chiesa sua sposa e rinnoviamo la nostra ferma
adesione lei nella fede.
R. Qui è la casa di Dio e la porta del cielo.
Signore Gesù, pastore eterno e porta dell'ovile,
accresci, raduna e proteggi il tuo gregge. R.
Signore Gesù, che hai edificato la tua casa sulla roccia,
confermaci nella fede e nella speranza. R.
Signore Gesù, che dal tuo petto squarciato
hai fatto scaturire sangue e acqua,
purifica e rinnova la tua Chiesa
con i sacramenti della nuova alleanza. R.
Signore Gesù,
presente in mezzo a coloro che si riuniscono nel tuo nome,
esaudisci la preghiera unanime della tua Chiesa. R.
Signore Gesù, che non respingi coloro che ritornano a te,
accogli tutti i peccatori nella casa del Padre. R.
Signore Gesù, che insieme con il Padre e lo Spirito Santo
stabilisci la tua dimora in coloro che ti amano,
rendi perfetta la tua Chiesa
nell'esperienza del tuo amore. R.
1448. Quando si omettono le invocazioni sopra indicate, prima della formula di
benedizione il sacerdote invita alla preghiera con queste parole o altre simili:
Carissimi, siamo riuniti in fraterna letizia
per inaugurare la nuova porta della chiesa.
Preghiamo, perché il Signore ci assista e ci protegga.
Tutti pregano per qualche momento in silenzio.
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19/05/2014 15:41
 
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PREGHIERA DI BENEDIZIONE
1449. Il sacerdote, con le braccia allargate, pronuncia la preghiera di benedizione:
Benedetto sei tu, Signore, Padre santo,
che hai mandato il tuo Figlio nel mondo
per raccogliere in unità,
mediante l'effusione del suo sangue,
gli uomini lacerati e dispersi dal peccato.
Tu lo hai costituito pastore e porta dell'ovile,
perché chi entra sia salvo,
e chi entra ed esce
trovi i pascoli della vita.
Dona ai tuoi fedeli che varcano questa soglia,
di essere accolti alla tua presenza, o Padre,
per il Cristo tuo Figlio
in un solo Spirito.
Fa', o Signore, che quanti animati da fede filiale
si raduneranno in questa chiesa,
siano perseveranti nell'insegnamento degli apostoli,
nella unione fraterna,
nella frazione del pane e nelle preghiere,
e crescano in numero e merito,
per edificare la celeste Gerusalemme.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
1450. Dopo la preghiera di benedizione il sacerdote, se lo ritiene opportuno, incensa la
nuova porta.
* INGRESSO IN CHIESA
1451. Quindi tutti entrano in chiesa in processione. Nel frattempo si canta l'antifona
seguente con il suo salmo (vedi n. 2504) o si esegue un altro canto adatto.
Antifona:
Aprite le porte della giustizia,
entreremo a rendere grazie al Signore.
Salmo 117 (118), 19-20 21-23 25-26 28-29.
1452. Giunto all'altare, il sacerdote invita tutti a pregare introducendo la preghiera del
Signore con queste parole o altre simili:
Pastore buono, tu sei la via - 397 -
e la porta per il tuo gregge,
per mezzo tuo in un solo Spirito
ci rivolgiamo con fiducia filiale
a Dio nostro Padre e diciamo:
Padre nostro.
Quindi con le braccia allargate dice:
Padre santo,
che ci dai la gioia di entrare nella tua casa,
per cantare la lode del tuo nome
e attingere la forza del tuo amore,
illumina con il tuo Spirito la nostra vita
e fa' di noi i testimoni della speranza evangelica.
Per Cristo nostro Signore.
R Amen.
CONCLUSIONE
1453. Il sacerdote stendendo le mani sui presenti dice:
Dio, Signore del cielo e della terra,
che vi ha riuniti
per la benedizione della porta di questa sua dimora,
vi conceda un giorno
di varcare la soglia della città eterna,
per cantare il cantico nuovo
e possedere la beata eredità del suo regno.
R. Amen.
E la benedizione di Dio onnipotente,
Padre e Figlio + e Spirito Santo,
discenda su di voi, e con voi rimanga sempre.
R. Amen.
1454. Un canto corale può chiudere la celebrazione. - 398 -
CAPITOLO IL - BENEDIZIONE DELLE CAMPANE
Premesse
1455. Risale all'antichità l'uso di ricorrere a segni o a suoni particolari per convocare il
popolo cristiano alla celebrazione liturgica comunitaria, per informarlo sugli avvenimenti
più importanti della comunità locale, per richiamare nel corso della giornata a momenti di
preghiera, specialmente al triplice saluto alla Vergine Maria. La voce delle campane
esprime dunque in certo qual modo i sentimenti del popolo di Dio quando esulta e quando
piange, quando rende grazie o eleva suppliche, e quando, riunendosi nello stesso luogo,
manifesta il mistero della sua unità in Cristo Signore.
1456. Dato lo stretto rapporto che hanno le campane con la vita del popolo cristiano, si è
diffusa l'usanza, opportunamente conservata ancor oggi, di benedirle prima di sistemarle
sulla torre campanaria.
1457. Le campane da benedire si devono sospendere o collocare nel luogo designato in
modo che, all'occorrenza, si possa comodamente girar loro intorno e suonarle.
1458. Tenute presenti le diverse situazioni locali, le campane si benedicono in giorno
festivo fuori della chiesa o anche dentro di essa, secondo il rito qui proposto ai nn. 1461-
1475. Se invece si ritiene opportuno benedirle all'inizio o durante la Messa, il rito di
benedizione si svolge come indicato al n. 1476.
1459. Il rito qui proposto può essere usato dal vescovo e dal presbitero.
l460. Nel rispetto della struttura del rito e dei suoi elementi essenziali, si potranno adattare
le singole parti alle circostanze di persone e di luoghi.
Se il rito è lodevolmente presieduto dal vescovo, si facciano gli adattamenti del caso.
1. Rito della benedizione
INIZIO
1461. Quando tutti sono riuniti, si esegue un canto adatto o si fa una pausa di
raccoglimento. Poi tutti si fanno il segno della croce, mentre il sacerdote dice:
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
R. Amen.
SALUTO
1462. Il sacerdote saluta i presenti con le seguenti parole o altre adatte, tratte di
preferenza dalla Sacra Scrittura:
La grazia del Signore nostro Gesù Cristo,
l'amore di Dio Padre,
che ci convoca nell'unica Chiesa, - 399 -
e la comunione dello Spirito Santo,
Sia con tutti voi.
R. E con il tuo spirito.
o in un altro modo adatto.
MONIZIONE INTRODUTTIVA
1463. Il sacerdote, o un altro ministro idoneo, introduce il rito di benedizione con queste
parole o altre simili:
La nostra chiesa è dotata di un nuovo concerto campanario. Oggi è festa per noi e
occasione per cantare le lodi dei Signore. Il suono delle campane si intreccia con la vita
del popolo di Dio: scandisce le ore e i tempi per la preghiera, chiama il popolo a celebrare
la santa liturgia, a venerare la Vergine, segnala gli eventi lieti o tristi per tutta la comunità e
per i suoi singoli membri.
Celebriamo dunque con devota esultanza questo rito di benedizione. La voce del
campanile ricordi a tutti che formiamo una sola famiglia e ci raduni per manifestare la
nostra unità in Cristo.
LETTURA DELLA PAROLA DI DIO
1464. Un lettore o uno dei presenti legge uno dei seguenti testi della Sacra Scrittura:
Mc 16, 14-16.20
Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo a ogni creatura.
Ascoltate la parola del Signore dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù apparve agli undici, mentre stavano a mensa, e li rimproverò per la
loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano
visto risuscitato. Gesù disse loro: «Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo a ogni
creatura. Chi crederà e verrà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà verrà
condannato». Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore operava
insieme con loro e confermava la parola con i prodigi che l'accompagnavano.
1465. Oppure (per esteso vedi a p. 866 ss. ):
Nm 10, 1-8.10
Fatti due trombe d'argento.
1 Cr 15, 11-12.25-28; 16, 1-2
Il popolo accompagnava l'arca dell'alleanza del Signore con grida di giubilo, con suoni di
corno e con trombe.
Is 40,1-5.9-11
Alza la voce con forza, tu che rechi liete notizie in Gerusalemme.
At 2,36-39.41-42
Per voi è la promessa e per tutti quelli che chiamerà il Signore. - 400 -
Mt 3,1-12
Comparve Giovanni il Battista a predicare: Il regno dei cieli e vicino.
Mc 1,1-8
Voce di uno che grida nel deserto: Preparale la strada del Signore
RESPONSORIO
1466. Secondo l'opportunità si può cantare o recitare un salmo responsoriale (per esteso
vedi a p. 995 ss. ) o eseguire un altro canto adatto.
Sal 28 (29), 1-2 3-4 7-9 10-11
R. Potente è la voce del Signore.
Sal 150, 1-2 3-4 5
R. Ogni vivente dia lode al Signore.
BREVE ESORTAZIONE
1467. Secondo l'opportunità, il sacerdote rivolge brevi parole ai presenti, illustrando la
lettura biblica, perché percepiscano il significato della celebrazione e la funzione delle
campane.
Breve silenzio
PREGHIERA DEI FEDELI
1468. Segue la preghiera comune. Tra le invocazioni proposte, si possono scegliere
alcune ritenute più adatte, o aggiungerne altre in sintonia con particolari situazioni di
persone o necessità del momento.
A Dio, nostro Padre, che vuole riunire i popoli nella sua Chiesa, rivolgiamo con fiducia la
nostra unanime preghiera.
R. Raduna in una sola famiglia tutte le genti.
Signore, nostro Dio, che ci chiami all'unità,
perché animati da un solo Spirito,
percorriamo insieme l'unica via della salvezza: R.
Signore, nostro Dio, che del tuo popolo santo,
vuoi fare un segno privilegiato
della tua presenza in mezzo agli uomini: R.
Signore, nostro Dio, che mediante il suono delle campane
ci inviti a partecipare ai dolori e alle gioie del prossimo,
perché sia più autentica la solidarietà fraterna: R.
Signore, nostro Dio, che oggi riempi di santa letizia
a nostra assemblea riunita nel tuo nome, - 401 -
perché annunzi ai fratelli il mistero del tuo amore: R.
1469. Quando si omettono le invocazioni sopra indicate, prima della formula di
benedizione, il sacerdote invita alla preghiera con queste parole o altre simili:
Raccogliamo in una sola voce
le lodi e le invocazioni al Padre,
che ci ha raccolti nella sua casa.
Tutti pregano per qualche momento in silenzio.
* Segue la preghiera del Signore:
Padre nostro.
PREGHIERA DI BENEDIZIONE
1470. Il sacerdote, con le braccia allargate, pronuncia la preghiera di benedizione:
Ti benediciamo, Signore, Padre santo,
che hai mandato nel mondo il tuo Figlio
per radunare gli uomini dispersi a causa del peccato
e a prezzo del suo sangue
li hai riuniti in un solo ovile
sotto un solo pastore
per nutrirli e guidarli ai pascoli della vita.
Concedi, o Signore,
che i tuoi fedeli accorrano alla chiesa
con festosa esultanza al suono delle campane;
e, perseveranti nell'insegnamento degli Apostoli,
nell'unione fraterna,
nello spezzare il pane e nelle preghiere,
diventino un cuor solo e un'anima sola,
a lode della tua gloria.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
1471. Oppure:
Gloria a te, o Padre:
nella prima alba del mondo
hai fatto risuonare la tua voce
all'orecchio dell'uomo
e lo hai invitato alla comunione con la vita divina
svelandogli i tuoi misteri
e indicandogli le vie della salvezza;
a Mosè tuo servo
hai ordinato di chiamare a raccolta - 402 -
con trombe d'argento il popolo eletto;
e ora non disdegni che nella tua Chiesa
risuonino i sacri bronzi
che invitano i fedeli alla preghiera.
Benedici + queste nuove campane a te dedicate;
fa' che i membri della tua famiglia,
all'udirne il richiamo
rivolgano a te il loro cuore;
e partecipando alle gioie e ai lutti dei fratelli,
si raccolgano nella tua casa,
per sentire in essa la presenza di Cristo,
ascoltare la tua parola
e aprirsi a te con fiducia filiale
nella grazia del tuo Spirito.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
* 1472. Dopo la preghiera di benedizione, il sacerdote tocca con la mano ogni campana e
dà a ciascuna il nome della Vergine o di un santo, dicendo:
In onore di N.
a lode e gloria di Dio.
R. Amen.
1473. Quindi, secondo l'opportunità, posto l'incenso nel turibolo, le incensa, mentre si
canta l'antifona seguente con il su salmo (vedi n. 2506) o un altro canto adatto.
Antifona:
Cantate al Signore,
benedite il suo nome.
Salmo 149, 1-5
CONCLUSIONE
1474. Il sacerdote stendendo le mani sui presenti dice:
Dio nostro Padre,
che vi ha riuniti per la benedizione delle nuove campane,
apra il vostro cuore all'annuncio del Vangelo
e vi colmi dei suoi favori.
R. Amen.
Signore Gesù
conceda a tutti i suoi discepoli, - 403 -
che saranno qui convocati dal suono delle campane,
un fruttuoso ascolto della sua parola.
R. Amen.
Lo Spirito Santo operi in voi,
perché vinta ogni divisione e discordia
possiate celebrare unanimi i divini misteri.
E la benedizione di Dio onnipotente,
Padre e Figlio + e Spirito Santo,
discenda su di voi, e con voi rimanga sempre.
R. Amen.
1475. Se lo si ritiene opportuno, il sacerdote celebrante e i fedeli fanno suonare le
campane benedette in segno di gioia.
Un canto corale può chiudere la celebrazione.
2. Rito della benedizione unito alla Messa
1476. Si dice la Messa del giorno. Fuori delle solennità, delle domeniche e delle feste, le
letture possono scegliere o dalla Messa del giorno o da quelle proposte sopra (nn. 1464-
1466).
Per la benedizione finale si può usare il formulario apposito (n. 1474).
Le campane si possono benedire durante la Messa dopo l'omelia o, se le campane sono
preparate per ragioni di spazio fuori della chiesa, prima della Messa.
A. Se si benedicono DOPO L'OMELIA, il rito si svolge secondo quanto descritto sopra (nn.
1468.1470-1473).
* B. Se il rito di benedizione si svolge PRIMA DELLA MESSA si tenga presente quanto
segue:
- dopo i riti d'inizio (nn. 1461-1463), si esegue un salmo (1466) o un altro canto adatto;
- il sacerdote celebrante invita tutti a pregare (n. 1469), quindi, omesso il «Padre nostro»,
dice la preghiera di benedizione e incensa le campane mentre si fa un canto adatto (nn.
1470-1473):
- poi, mentre suonano le campane, il sacerdote celebrante si porta con i ministri in chiesa
e, baciato e incensato l'altare come di consueto, inizia la Messa con il Gloria oppure, in
Tempo Quaresima, con il Kyrie eleison.
* BENEDIZIONE PER UNA TORRE CAMPANARIA
1477. Se le campane sono già poste sulla torre campanaria, tutto si può svolgere come
per la benedizione delle campane con gli adattamenti necessari.
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20/05/2014 16:55
 
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- 404 -
CAPITOLO L - BENEDIZIONE DI UN ORGANO
Premesse
1478. Nella celebrazione dei divini misteri ha notevole importanza la musica sacra;
l'organo poi è tenuto in grande onore nella Chiesa latina, esso infatti, accompagnando i
canti e i momenti liturgici, può aggiungere splendore alla celebrazione, favorire la
preghiera dei fedeli e innalzare la loro mente a Dio.
Dato lo stretto legame tra organo, musica e canto nelle azioni liturgiche e nei pii esercizi
del popolo cristiano, è particolarmente significativa la benedizione celebrata prima del suo
uso liturgico.
1479. Il rito qui proposto può essere usato dal vescovo e dal presbitero.
1480. Nel rispetto della struttura del rito e dei suoi elementi essenziali, si potranno
adattare le singole parti alle circostanze di persone e di luoghi.
Se il rito è lodevolmente presieduto dal vescovo, si facciano gli adattamenti del caso.
1481. La benedizione dell'organo si può celebrare in qualsiasi tempo, fatta eccezione per i
giorni liturgici nei quali l'uso dello strumento è limitato all'accompagnamento dei canti.
Rito della benedizione
INIZIO
1482. Quando tutti sono riuniti, si esegue, senza organo, un canto adatto o si fa una pausa
di raccoglimento. Poi tutti si fanno il segno della croce, mentre il sacerdote dice:
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
R. Amen.
SALUTO
1483. Il sacerdote saluta i presenti con le seguenti parole o altre adatte, tratte di
preferenza dalla Sacra Scrittura:
L'amore di Dio Padre,
la pace del Signore nostro Gesù Cristo
e la consolazione dello Spirito Santo, sia sempre con voi.
Oppure:
Il Signore, che i Santi lodano senza fine,
sia sempre con voi.
R. E con il tuo spirito.
o in un altro modo adatto. - 405 -
MONIZIONE INTRODUTTIVA
1484. Il sacerdote, o un altro ministro idoneo, introduce il rito di benedizione con queste
parole o altre simili:
Fratelli e sorelle, siamo qui riuniti per la benedizione del nuovo organo, che renderà più
lieta e solenne la celebrazione della divina liturgia. Anche l'arte musicale a servizio del
culto tende allo scopo primario di dar gloria a Dio e di santificare gli uomini.
Il suono dell'organo nel contesto celebrativo, sostiene il canto unanime dei fedeli,
espressione di quel cantico nuovo che sarà veramente tale se all'accordo degli strumenti e
delle voci si unirà !a santità della vita. Canteremo bene se vivremo bene nella chiave della
divina volontà e nell'armonia della carità fraterna.
LETTURA DELLA PAROLA DI DIO
485. Un lettore o uno dei presenti legge uno dei seguenti testi della Sacra Scrittura:
Col 3, 12-17
Cantando a Dio di cuore e con gratitudine.
Ascoltate la parola di Dio
dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossesi
Rivestitevi, come eletti di Dio, santi e amati, di sentimenti li misericordia, di bontà, di
umiltà, di mansuetudine, di pazienza, sopportandovi a vicenda e perdonandovi
scambievolmente, se qualcuno abbia di che lamentarsi nei riguardi degli altri. Come il
Signore vi ha perdonato, così fate anche voi. Al di sopra di tutto poi vi sia la carità, che è il
vincolo della perfezione. E la pace di Cristo regni nei vostri cuori, perché ad essa siete
stati chiamati in un solo corpo. E siate riconoscenti!
La parola di Cristo dimori tra voi abbondantemente; ammaestratevi e ammonitevi con ogni
sapienza, cantando a Dio di cuore e con gratitudine salmi, inni e cantici spirituali. E tutto
quello che fate in parole ed opere, tutto si compia nel nome del Signore Gesù, rendendo
per mezzo di lui grazie a Dio Padre.
1486. Oppure (per esteso vedi a p. 866 ss.):
Nm 10,1-8.10
Suonerete le trombe, quando offrirete olocausti e sacrifici.
1 Cr 15,3.16.19-21.25
Suonavano le trombe dinanzi all'arca.
2 Cr 5,2-5.11-14
Centoventi sacerdoti suonavano le trombe.
Ef 5,15-20
Cantando e inneggiando al Signore con tutto il cuore.
Lc 1,39-47
Il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore. - 406 -
Lc 10,21-22
Gesù esultò nello Spirito Santo.
RESPONSORIO
1487. Secondo l'opportunità si può cantare, senza organo, o recitare un salmo
responsoriale (per esteso vedi a p. 1002 ss.) o eseguire un altro canto adatto.
Sal 46 (47), 2-3 7-8
R. Con suoni di tromba cantate e inneggiate al Signore.
Sal 97 (98), 1 2-3b 3c-4 5-6
R. Cantate inni e acclamate al Signore.
BREVE ESORTAZIONE
1488. Secondo l'opportunità, il sacerdote rivolge brevi parole ai presenti illustrando la
lettura biblica, perché percepiscano il significato della celebrazione e apprezzino il servizio
liturgico dell'organo.
Breve silenzio.
PREGHIERA DEI FEDELI
1489. Segue la preghiera comune. Tra le invocazioni proposte, si possono scegliere
alcune ritenute più adatte, o aggiungerne altre in sintonia con particolari situazioni di
persone o necessità del momento.
Pieni di esultanza, glorifichiamo Dio onnipotente, per gli innumerevoli doni della sua bontà,
e, come esorta l'Apostolo, rendiamo grazie con la voce e il cuore.
R. Gloria a te, Signore.
Padre santo, re del cielo e della terra,
fonte di ogni perfezione ispiratore di ogni vera armonia,
noi ti lodiamo per la tua immensa gloria. R.
Signore Gesù Cristo, Verbo eterno del Padre,
che ti sei fatto uomo
per riscattarci dal peccato
e rivestirci della dignità filiale,
noi ti glorifichiamo per la tua infinita misericordia. R.
Spirito Santo di Dio,
che abiti nei nostri cuori
e ci edifichi in un solo corpo,
noi ti benediciamo
per la tua misteriosa presenza nella Chiesa. R.
Santa Trinità, unico Dio,
principio e fine di tutte le cose, - 407 -
a cui il cielo e la terra innalzano un canto nuovo,
noi ti adoriamo per la tua ineffabile beatitudine. R.
1490. Quando si omettono le invocazioni sopra indicate, prima della formula di
benedizione, il sacerdote invita alla preghiera con queste parole o altre simili:
E ora noi tutti, in comunione con la santa Chiesa,
a una sola voce e con un solo cuore
invochiamo Dio, nostro Padre.
Tutti pregano per qualche momento in silenzio.
* Segue la preghiera del Signore:
Padre nostro.
PREGHIERA DI BENEDIZIONE
1491. Il sacerdote, con le braccia allargate, pronuncia la preghiera di benedizione:
Sii benedetto, Signore Dio nostro,
bellezza antica e sempre nuova,
che governi il mondo con la tua sapienza
e con la tua bontà lo rivesti di splendida luce;
a te cantano i cori degli angeli,
sempre pronti ad ogni tuo cenno;
a te inneggiano gli astri del cielo,
nel ritmo costante del cosmo;
te santo proclama l'assemblea dei redenti,
e con il cuore, la voce, la vita
celebra la gloria del tuo nome.
Anche noi, tuo popolo,
radunato in festa nella tua casa,
ci uniamo al canto universale,
magnificando con la Vergine Maria
i prodigi del tuo amore;
concedi la tua benedizione
a tutti gli interpreti e cantori della tua lode
e a questo strumento sonoro,
perché accompagnati dai suoi accordi armoniosi
possiamo associarci alla liturgia del cielo.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
* 1492. Terminata la preghiera di benedizione, il sacerdote se lo ritiene opportuno, incensa
l'organo. Quindi con l'accompagnamento del nuovo strumento, si può cantare il Salmo 150
(n. 2375) o un altro canto adatto. Potrà seguire l'esecuzione di uno o più brani del - 408 -
repertorio organistico, eventualmente intercalata da altri canti dell'assemblea e del coro.
Tutti mantengano un atteggiamento di rispettoso ascolto, evitando gli applausi ad ogni
pezzo musicale.
CONCLUSIONE
1493. Il sacerdote stendendo le mani sui presenti dice:
Signore, degno di ogni lode,
vi conceda di essere cantori della sua gloria
per unirvi al cantico nuovo
che risuona nel santuario celeste.
R. Amen.
E la benedizione di Dio onnipotente,
Padre e Figlio + e Spirito Santo,
discenda su di voi, e con voi rimanga sempre.
1494. Un canto corale o una suonata d'organo possono chiudere la celebrazione.
CAPITOLO LI – BENEDIZIONE DEGLI OGGETTI PER IL CULTO
Premesse
1495. Tra gli oggetti destinati al culto, alcuni, data la loro particolare importanza, è bene
che siano benedetti prima che si incominci a usarli.
1496. Il calice e la patena si benedicono secondo il rito descritto nel Pontificale Romano e
riportato al Cap. XLII, p. 529.
1497. Il «vasculum» o pisside, l'ostensorio, le vesti che i ministri indossano per i sacri riti,
ed anche i lini d'altare, quali i corporali e le tovaglie che normalmente si usano nelle
celebrazioni liturgiche, è bene che siano benedetti.
1498. Gli oggetti destinati alle celebrazioni liturgiche per essere benedetti, devono avere i
requisiti richiesti dalla competente autorità: siano veramente degni, decorosi e belli, senza
però alcuna ricerca di una mera sontuosità.
1499. E' preferibile benedire più oggetti in un unico rito, o durante la Messa o anche nel
corso di qualche celebrazione, alla quale partecipano opportunamente i fedeli. Qualora si
dovesse benedire un solo oggetto, si può seguire il rito breve fuori della Messa (nn. 1507-
1512).
1500. Il rito di benedizione può essere usato dal sacerdote. Il rito breve fuori della Messa
può essere celebrato anche da un diacono. - 409 -
1. Rito della benedizione durante la Messa
1501. Per dare alle celebrazioni anche un carattere didattico e interessare i fedeli alla
comprensione dei vari riti, si può fare in modo, secondo l'opportunità, che gli oggetti
benedetti durante la Messa siano usati nella medesima celebrazione eucaristica. In tal
caso, le vesti che il sacerdote deve indossare per la Messa e anche tovaglie dell'altare
possono essere benedette, alla presenza del popolo, prima dei riti iniziali.
1502. Quando la benedizione si svolge dopo la preghiera dei fedeli, il sacerdote celebrante
rivolge ai presenti una breve omelia illustrando le letture bibliche e il significato della
benedizione.
1503. Terminata la preghiera dei fedeli, i ministri, o i fedeli che rappresentano l'intera
comunità, portano al sacerdote celebrante come offerte, gli oggetti da benedire.
1504. Quindi il sacerdote celebrante, o un altro ministro idoneo, introduce il rito di
benedizione con queste parole o altre simili:
Carissimi, una particolare benedizione è riservata agli oggetti destinati al culto.
Supplichiamo il Signore, perché ci confermi con la sua grazia. Egli, che è santo, ci faccia
santi per celebrare con fede e devozione i divini misteri.
PREGHIERA DI BENEDIZIONE
1505. Poi il sacerdote celebrante dice:
Preghiamo.
Tutti pregano per qualche momento in silenzio.
Quindi, con le braccia allargate, pronuncia la preghiera di benedizione:
Benedetto sei tu, o Dio, Padre di misericordia,
che in Cristo tuo Figlio,
mediatore della Nuova Alleanza,
accogli con bontà la nostra lode
e dispensi la ricchezza dei tuoi doni:
benedici ... [questa pisside/questo ostensorio
questa tovaglia/questi arredi]
dedicati al servizio liturgico,
segno della nostra devozione filiale,
e accresci in noi l'esperienza del tuo a m ore.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
1506. Oppure, per le vesti liturgiche: - 410 -
Benedetto sei tu, o Dio,
che hai costituito il tuo unico Figlio
sommo ed eterno sacerdote della Nuova Alleanza
e hai scelto gli uomini come dispensatori dei tuoi misteri;
fa' che i ministri dell'altare,
che porteranno queste vesti
impreziosite dalla tua benedizione,
le onorino con il decoro delle celebrazioni liturgiche
e la santità della vita.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
2. Rito breve
507. Il ministro inizia il rito dicendo:
V. Il nostro aiuto è nel nome del Signore.
R. Egli ha fatto cielo e terra.
Oppure:
V. Il Signore sia con voi.
R. E con il tuo spirito.
1508. Quindi, secondo l'opportunità, introduce il rito di benedizione con brevi parole.
1509. Poi uno dei presenti legge un brano della Sacra Scrittura:
At 2,42
I discepoli erano assidui
nell'ascoltare l'insegnamento degli Apostoli
nell'unione fraterna,
nella frazione del pane
e nelle preghiere.
Rm 12,1
Vi esorto, fratelli, per la misericordia di Dio,
ad offrire i vostri corpi come sacrificio vivente,
santo e gradito a Dio:
è questo il vostro culto spirituale.
Gal 3,26-27
Tutti voi siete figli di Dio per la fede in Gesù Cristo,
poiché quanti siete stati battezzati in Cristo,
vi siete rivestiti di Cristo. - 411 -
Gv 4,23
Dice Gesù:
«E' giunto il momento, ed è questo,
in cui veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità;
perché il Padre cerca tali adoratori».
1510. Poi il ministro dice:
Preghiamo.
Tutti pregano per qualche momento in silenzio.
* Segue la preghiera del Signore
Padre nostro.
* 1511. Quindi il ministro, con le braccia allargate, prosegue:
Benedetto sei tu, o Dio, Padre di misericordia
che in Cristo tuo Figlio,
mediatore della Nuova Alleanza,
accogli con bontà la nostra lode
e dispensi la ricchezza dei tuoi doni:
benedici ... [questa pisside/questo ostensorio
questa tovaglia/questi arredi]
dedicati al servizio liturgico,
segno della nostra devozione filiale,
e accresci in noi l'esperienza del tuo amore.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
1512. Oppure, per le vesti liturgiche:
I Benedetto sei tu, o Dio,
che hai costituito il tuo unico Figlio
sommo ed eterno sacerdote della Nuova Alleanza
e hai scelto gli uomini come dispensatori dei tuoi misteri;
fa' che i ministri dell'altare,
che porteranno queste vesti
impreziosite dalla tua benedizione,
le onorino con il decoro delle celebrazioni liturgiche
e la santità della vita.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
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CAPITOLO LII BENEDIZIONE DI UNA «VIA CRUCIS»
Premesse
1513. Quando in una chiesa o in un oratorio si erigono le stazioni della «Via Crucis», è
opportuno che tali stazioni vengano benedette e collocate al loro posto nel corso di una
celebrazione con la partecipazione del popolo, in modo che possa essere
immediatamente seguita dal pio esercizio della «Via Crucis». Se invece le stazioni della
«Via Crucis» sono già collocate al loro posto in una chiesa non ancora dedicata o
benedetta, nessun rito speciale è previsto per la loro erezione.
1514. Le immagini delle stazioni con le croci, o anche le croci soltanto, si dispongano in
modo adatto dinanzi ai fedeli, o si collochino in anticipo nel luogo per esse designato.
*1515. E' opportuno che questo rito con la «Via Crucis» si svolga di Venerdì e prepari i
fedeli a celebrare la memoria settimanale della Pasqua nel giorno del Signore e, in
Quaresima, quella annuale.
1516. Il rito qui proposto può essere usato dal rettore della chiesa o da un altro sacerdote.
1517. Nel rispetto della struttura del rito e dei suoi elementi essenziali, si potranno
adattare le singole parti alle circostanze di persone e di luoghi.
Rito della benedizione
INIZIO
1518. Quando tutti sono riuniti, si esegue un canto adatto o si fa una pausa di
raccoglimento. Poi tutti si fanno il segno della croce, mentre il sacerdote dice:
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
R. Amen.
SALUTO
1519. Il sacerdote saluta i presenti con le seguenti parole o altre adatte, tratte di
preferenza dalla Sacra Scrittura:
Il Signore Gesù,
che patì per noi il supplizio della croce
e nel mistero pasquale ci fa partecipi della sua redenzione,
sia con tutti voi.
R. E con il tuo spirito.
o in un altro modo adatto. - 413 -
MONIZIONE INTRODUTTIVA
1520. Il sacerdote, o un altro ministro idoneo, introduce il rito di benedizione e il pio
esercizio della «Via Crucis» con queste parole o altre simili:
Dio Padre di misericordia ha salvato gli uomini con la beata passione del suo Figlio, che
spogliò se stesso assumendo la condizione di servo e facendosi obbediente fino alla
morte e la morte di croce.
Percorrendo con amorosa devozione le stazioni della «Via Crucis», riscopriamo la carità
senza limiti del nostro Salvatore, e rendendo grazie al Signore morto e risorto per la nostra
salvezza, siamo stimolati anche noi a morire al peccato e camminare in novità di vita.
Ci accompagni in questo cammino la Vergine Madre socia della passione e cooperatrice
della nostra redenzione.
LETTURA DELLA PAROLA DI DIO
1521. Un lettore o uno dei presenti legge un testo della Sacra Scrittura scelto di
preferenza fra quelli riportati nel «Lezionario per le Messe "ad diversa" e votive: Per il
mistero della santa croce» (pp. 351-399) o fra quelli qui proposti di seguito.
1 Pt 2,19-25
Cristo patì per voi, lasciandovi un esempio.
Ascoltate la parola di Dio
dalla lettera di Pietro apostolo
Carissimi: E' una grazia per chi conosce Dio subire afflizioni, soffrendo ingiustamente; che
gloria sarebbe infatti sopportare il castigo se avete mancato? Ma se facendo il bene
sopporterete con pazienza la sofferenza, ciò sarà gradito davanti a Dio. A questo infatti
siete stati chiamati, poiché anche Cristo patì per voi, lasciandovi un esempio, perché ne
seguiate le orme: egli non commise peccato e non si trovò inganno sulla sua bocca;
oltraggiato non rispondeva con oltraggi, e soffrendo non minacciava vendetta, ma
rimetteva la sua causa a colui che giudica con giustizia. Egli portò i nostri peccati nel suo
corpo sul legno della croce, perché, non vivendo più per il peccato, vivessimo per la
giustizia; dalle sue piaghe siete stati guariti. Eravate erranti come pecore, ma ora siete
tornati al pastore e guardiano delle vostre anime.
1522. Oppure (per esteso vedi a p. 981 ss.):
1 Pt3,18-4,2
Cristo soffrì nella carne: anche voi armatevi degli stessi sentimenti.
Mt 5, 1-12
Beati i perseguitati per causa della giustizia.
Lc 18,31-34
Tutto ciò che fu scritto sul Figlio dell'uomo si compirà.
RESPONSORIO - 414 -
1523. Secondo l'opportunità si può cantare o recitare un salmo responsoriale (per esteso
vedi a p. 991 ss.) o eseguire un altro canto adatto.
Sal 21 (22), 8-9 17-18 23-24b
R. Padre, si compia la tua volontà.
Sal 30 (31), 2.6 12-13 15-16
R. Alle tue mani, Signore, affido la mia vita.
BREVE ESORTAZIONE
1524. Secondo l'opportunità, il sacerdote rivolge brevi parole ai presenti illustrando la
lettura biblica, perché percepiscano significato della celebrazione.
Breve silenzio.
PREGHIERA DEI FEDELI
1525. Segue la preghiera comune. Tra le invocazioni proposte, possono scegliere alcune
ritenute più adatte, o aggiungerne altre in sintonia con particolari situazioni di persone o
necessità del momento.
Cristo Signore ci ha amati fino a dare la sua vita per noi. A lui si innalzi il nostro
ringraziamento e la nostra supplica.
R. Ci hai redenti, Signore, con il tuo sangue.
Tu che hai assunto la nostra umanità
e con la tua passione ci hai aperto la via della salvezza,
fa' che, uniti a te sulla croce,
con te moriamo per vivere della tua stessa vita. R.
Tu che hai esortato i tuoi discepoli
a portare ogni giorno la propria croce,
aiutaci a seguire te, mite e paziente,
per contemplare un giorno la tua gloria. R.
Tu che sulla via del Calvario
non hai rifiutato l'aiuto del Cireneo,
che portò sulle spalle il legno della croce,
fa' che impariamo a soffrire in unione con te
per il tuo corpo, che è la Chiesa. R.
Tu che nella salita dolorosa
sei stato confortato dal compianto delle pie donne,
rendi anche noi capaci di consolare
e sostenere i nostri fratelli. R.
Tu che nel sangue versato sulla croce
hai riconciliato il cielo e la terra,
ricongiungi a te tutti gli uomini, - 415 -
perché vinta ogni divisione
si formi un unico ovile con te unico Pastore. R.
Tu che innalzato sulla croce,
hai promesso di attirarci a te,
converti tutti i popoli al tuo amore. R.
Tu che hai portato il peso del dolore
per recare sollievo agli affaticati e agli oppressi,
insegnaci la sapienza della croce,
perché partecipando alla tua passione sulla terra,
possiamo esultare nella rivelazione della tua gloria. R.
Tu che hai promesso il paradiso al buon ladrone,
inchiodato con te sul patibolo,
sii vicino a noi nelle prove della vita,
perché possiamo godere con te la gioia eterna. R.
Tu che dall'alto della croce
hai affidato anche a noi
nella persona del discepolo
Maria, tua madre,
fa' che uniti con lei alla tua passione
siamo associati alla tua gloria. R.
*1526. Quando si omettono le invocazioni sopra indicate, prima della formula di
benedizione, il sacerdote dice:
Preghiamo.
Tutti pregano per qualche momento in silenzio.
Segue la preghiera del Signore
Padre nostro.
PREGHIERA DI BENEDIZIONE
1527. Il sacerdote con le braccia allargate, pronuncia la preghiera di benedizione:
O Dio, che hai consegnato per noi il tuo Figlio,
alla morte di croce,
e lo hai risuscitato con la potenza del tuo Spirito,
fa' che, morti al peccato,
viviamo in santità di vita;
assisti e benedici il popolo fedele
che ripercorre devotamente con Maria addolorata
le tappe della sua Passione
e concedi che portando pazientemente la propria croce
esulti nella manifestazione della sua gloria. - 416 -
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
1528. Oppure:
Noi ti benediciamo, o Padre,
Signore del cielo e della terra,
tu hai stabilito che la santa Croce
sia per noi sorgente di tutte le benedizioni
e causa di ogni grazia;
fa' che, aderendo costantemente
alla beata passione del tuo Figlio
giungiamo all'eterno gaudio della risurrezione.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
529. Dopo la preghiera di benedizione il sacerdote, secondo l'opportunità pone l'incenso
nel turibolo e incensa tutte croci le immagini della «Via Crucis»
Nel frattempo si può cantare o eseguire l'antifona seguente o un'altro canto adatto, per es
lo Stabat Mater (n. 2541).
Antifona
Adoriamo la tua Croce, Signore,
lodiamo e glorifichiamo la tua santa risurrezione.
Dal legno della Croce è venuta la gioia in tutto il mondo.
1530. Segue il pio esercizio della Via Crucis secondo le consuetudini locali.
CONCLUSIONE
1531. Il sacerdote stendendo le mani sui presenti dice:
* Guarda con amore, o Padre,
questa tua famiglia
per la quale il tuo Figlio
non esitò a consegnarsi nelle mani dei nemici
e a subire il supplizio della croce,
e fa' che nella gioia dello Spirito
prenda parte alla vittoria del Risorto
che si attua nella Pasqua domenicale
[nelle prossime feste pasquali].
Per Cristo nostro Signore. - 417 -
R. Amen.
E la benedizione di Dio onnipotente,
Padre e Figlio + e Spirito Santo,
discenda su di voi e con voi rimanga sempre.
R. Amen.
1532. Oppure:
Dio, che nella passione del suo Figlio
ha sconfitto la morte,
vi conceda di seguirlo con fede
sulla via della croce,
per entrare nella gloria della risurrezione.
R. Amen.
E su voi tutti qui presenti,
scenda la benedizione di Dio onnipotente,
Padre e Figlio + e Spirito Santo.
R. Amen.
1533. Oppure:
Dio, nostro Padre,
che nel sangue del suo Figlio effuso sulla croce
ci ha salvati e redenti,
vi illumini e vi protegga.
R. Amen.
Egli vi conceda
di poter conoscere con tutti i santi
la sublime profondità della beata passione.
R. Amen.
Accolga con benevolenza
questo segno della vostra pietà
e vi renda partecipi
degli eterni splendori.
R. Amen.
E la benedizione di Dio onnipotente,
Padre e Figlio + e Spirito Santo,
discenda su di voi, e con voi rimanga sempre.
R. Amen. - 418 -
1534. La celebrazione si chiude in silenzio.
1 C.E.I., Benedizione degli oli e Dedicazione della chiesa e dell'altare, ed. tip. it., Roma
1980 nn. 247-259, pp. 125-129.
2 Messale Romano, Principi e norme, n. 261, ed. tip. it., Roma 1983, p. XLI.
3 Cfr ibidem, n. 265.
4 Cfr ibidem. n. 264.
5 Messale Romano, Principi e norme, n. 261, ed. tip. it., Roma 1983, p. XLI
6 Ibidem, n. 262.
7 Cfr Messale Romano, Principi e norme, n. 263, ed. tip. it., Roma 1983, p. XLI.
8 Contra Faustum, XX, 21: PL 42, 384.
1 C.E.I., Benedizione degli oli e Dedicazione della chiesa e dell'altare, ed. tip. it., Roma
1980, nn. 260-279, pp. 131-138.
2 Cfr Messale Romano, Principi e norme, n. 289, ed. tip. it., Roma 1983, p. XLIV.
3 Ibidem.
1 CONC. NICENO II, Act. VII: Mansi XIII, 378; Denzinger-Schonmetzer, 601.
1 Cfr Gen 1,26-27.
2 Col, 1,15. 3 2 Cor 5,17.
4 Cfr 2 Cor 3, 18.
5 Cfr 2 Cor 4,6; Mt 17,2.
6 Ef 5,8.
7 CONC. NICENO II, Act VII, Mansi XIII, 378; Denzinger-Schonmetzer, 601.
8 Cfr CONC. VAT. II, Constituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 111.
9 CONC. DI TRENTO, Sess. XXV: Denzinger-Schonmetzer, 1823.
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3 2 Cor 5,17.
4 Cfr 2 Cor 3, 18.
5 Cfr 2 Cor 4,6; Mt 17,2.
6 Ef 5,8.
7 CONC. NICENO II, Act VII, Mansi XIII, 378; Denzinger-Schonmetzer, 601.
8 Cfr CONC. VAT. II, Constituzione sulla sacra Liturgia, Sacrosanctum Concilium, n. 111.
9 CONC. DI TRENTO, Sess. XXV: Denzinger-Schonmetzer, 1823.
CAPITOLO LIII – BENEDIZIONE DI UN NUOVO CIMITERO
Premesse
1535. La Chiesa considera il cimitero come luogo sacro; raccomanda quindi e si adopera
perché i nuovi cimiteri, o predisposti dalla comunità cattolica, o costruiti dalla pubblica
amministrazione nei paesi cattolici, vengano benedetti, e si eriga in essi la croce del
Signore, segno per tutti di speranza e di risurrezione.
Tuttavia i discepoli di Cristo «né per territorio, né per lingua, né per civili istituzioni si
distinguono dagli altri uomini» 1 con i quali conducono la loro esistenza; per tutti quindi
rivolgono al Padre celeste la loro preghiera: per i fratelli che sono morti nella pace di
Cristo, e per tutti i defunti, dei quali Dio solo ha conosciuto la fede»2.
I cristiani pertanto seppelliscono e onorano nei cimiteri non solo i corpi dei loro fratelli di
fede, ma anche quelli di coloro con i quali hanno condiviso la stessa natura umana: per
tutti Cristo ha sparso il suo sangue, tutti ha redento con la sua morte in croce.
1536. E' opportuno che il rito della benedizione del cimitero venga celebrato dal vescovo
diocesano. Se non gli è possibile, ne affidi lo svolgimento a un presbitero, specialmente se
suo collaboratore nella cura pastorale della diocesi o di quegli stessi fedeli che hanno
predisposto la costruzione del cimitero.
Se il rito è presieduto dal vescovo, si facciano tutti gli adattamenti del caso.
1537. La benedizione di un cimitero si può svolgere in qualsiasi giorno e ora, fatta
eccezione per il Mercoledì delle Ceneri e la Settimana santa; si scelga però di preferenza
un giorno in cui i fedeli possano partecipare numerosi, e specialmente la domenica,
perché la memoria settimanale della Pasqua del Signore esprime meglio il senso pasquale
della morte cristiana.
1538. Nel caso poi di un cimitero costruito o dall'amministrazione locale o dalla comunità
cristiana, cioè da fratelli separati e da cattolici, per seppellirvi di preferenza i defunti delle
varie comunità cristiane, è bene farne l'inaugurazione con una celebrazione ecumenica,
alla cui preparazione collaborino tutte le parti interessate. Per la parte che riguarda i
cattolici, l'ordinamento della celebrazione spetta all'Ordinario del luogo. - 420 -
1539. Se la comunità cattolica viene invitata all'inaugurazione di un cimitero che abbia
caratteristiche o proprie di una religione non cristiana, o prettamente laicali, la Madre
Chiesa non rifiuta di partecipare al rito o di pregare per tutti i defunti. Spetta tuttavia
all'Ordinario del luogo dare direttive sulla presenza dei cattolici. Qualora siano
debitamente autorizzati, il sacerdote cattolico e i fedeli svolgano letture bibliche, salmi e
preghiere che esprimano in tutta chiarezza la dottrina della Chiesa sulla morte e sul fine
dell'uomo che tende di sua natura a Dio vivo e vero.
Rito della benedizione
INIZIO
1540. Laddove è possibile è bene che la comunità dei fedeli si rechi ordinatamente, dalla
chiesa o da altro luogo adatto, al cimitero di cui è prevista la benedizione. Se la
processione non si può fare o non la si ritiene opportuna, i fedeli si riuniscono all'entrata
del cimitero.
Quando tutti sono riuniti, si esegue un canto adatto o si fa una pausa di raccoglimento.
SALUTO
1541. Il sacerdote celebrante saluta i presenti con le seguenti parole o altre adatte, tratte
di preferenza dalla sacra Scrittura:
La grazia del Signore nostro Gesù Cristo,
che donando la vita ha trionfato sulla morte,
sia con tutti voi.
R. E con il tuo spirito.
o in un altro modo adatto.
MONIZIONE INTRODUTTIVA
1542. Il sacerdote celebrante, o un altro ministro idoneo, introduce il rito di benedizione
con queste parole o altre simili:
Fratelli e sorelle, la pietà cristiana ci ha riuniti per la benedizione di questo Cimitero, dove i
nostri corpi mortali riposeranno finché spunti il giorno glorioso del Signore. Da questo
luogo di pace innalziamo gli occhi alla santa Gerusalemme e contempliamo il Cristo risorto
dai morti e asceso al cielo e con lui Maria assunta in corpo ed anima alla gloria del
Paradiso. Egli che ci ha comandato di attenderlo operosi e vigilanti, ci unisca al suo trionfo
nel giorno della risurrezione.
COLLETTA
1543. Terminata la monizione, il sacerdote celebrante dice:
Preghiamo.
Tutti pregano per qualche momento in silenzio. - 421 -
Quindi il sacerdote celebrante, con le braccia allargate, prosegue:
O Padre, che fai di noi tuoi fedeli
la Chiesa itinerante nel tempo
per accoglierci come cittadini nella patria eterna
guarda questa tua famiglia
che si porta in devoto pellegrinaggio al cimitero,
e concedi che il luogo
preparato per la sepoltura delle nostre umili spoglie,
ci richiami alla beata speranza della vita futura,
quando il Cristo trasformerà il nostro corpo mortale
a immagine del suo corpo glorioso.
Egli vive e regna nei secoli dei secoli.
R. Amen.
PROCESSIONE
1544. Quindi il diacono dice:
Avviamoci in pace.
Si forma la professione per il cimitero, secondo le usanze locali o, in quest'ordine: precede
colui che porta la croce; ai suoi lati, due ministranti con i ceri accesi: segue il sacerdote
celebrante con gli altri ministri; quindi i fedeli.
1545. Al muoversi della processione, si canta una delle antifone seguenti con il Salmo 117
(vedi n. 2504) o con un altro o salmo tolto di preferenza dal «Rito delle esequie». Si può
eseguire anche un altro canto adatto.
Antifona:
Avrò la tua pace, Signore, nella terra dei viventi.
Oppure:
Aprite le porte della giustizia;
entreremo a rendere grazie al Signore.
Oppure:
Questa è la porta del Signore: per essa entrano i giusti.
Salmo 117 (118).
1546. Se non si fa la processione, subito dopo la preghiera, il sacerdote celebrante, con i
ministri e i fedeli, entra nel cimitero al canto dell'antifona seguente con il suo salmo (vedi n.
2505). o di un altro canto adatto.
Antifona: - 422 -
Udii una voce dal cielo che diceva:
beati i morti che muoiono nel Signore.
Salmo 133 ( 134).
LITURGIA DELLA PAROLA
1547. La processione si dirige verso il luogo dove è eretta la croce lì si fa la lettura della
parola di Dio; se ci fossero difficoltà, si va alla cappella del cimitero o in altro luogo adatto.
1548. Si leggono uno o più testi della Sacra Scrittura, scelti di preferenza tra quelli proposti
nel «Rito delle esequie» e nel «Lezionario per le Messe rituali: Nelle Messe dei defunti»
pp. 683-761, intercalando alle letture salmi responsoriali adatti, o sostando alquanto in
sacro silenzio. Alla lettura del Vangelo si riservi sempre il posto d'onore.
Se il rito prosegue con la celebrazione della liturgia eucaristica, si devono fare,
intercalando un salmo responsoriale adatto, almeno due letture - la seconda è quella del
Vangelo - tratta dal «Lezionario per le Messe rituali nelle Messe dei defunti» p. 683 ss.
OMELIA
1549. Secondo l'opportunità, il sacerdote celebrante rivolge una breve omelia ai presenti,
illustrando le letture bibliche e il senso pasquale della morte cristiana, perché
percepiscano il significato della celebrazione.
Breve silenzio
PREGHIERA DI BENEDIZIONE
1550. Quindi il sacerdote celebrante sostando dinanzi alla croce eretta in mezzo al
cimitero, benedice la croce stessa e l'area cimiteriale.
Invita poi tutti alla preghiera dicendo:
Preghiamo.
Tutti pregano per qualche momento in silenzio.
Poi, con le braccia allargate pronuncia la preghiera di benedizione:
Ti benediciamo, Dio giusto e santo,
fonte di ogni consolazione;
tu hai stabilito che i nostri corpi mortali
ritornino alla terra dalla quale furono plasmati,
ma per un dono della tua misericordia
hai mutato la dolorosa sentenza di morte,
eredità del peccato,
in una suprema testimonianza di amore.
Tu hai provveduto per Abramo, padre dei credenti,
una sepoltura nella terra promessa;
hai esaltato l'opera di Tobia
nel pietoso ufficio di seppellire i morti; - 423 -
e hai voluto che il tuo unico Figlio
venisse deposto in un sepolcro nuovo,
dal quale è risorto vincitore della morte,
per darci il pegno della risurrezione futura.
Ora ti preghiamo, o Padre,
benedici + questo cimitero,
preparato per l'inumazione dei corpi
all'ombra della croce,
perché sia un luogo di quiete e di speranza:
qui riposino in pace
le salme delle sorelle e dei fratelli defunti
in attesa dell'avvento glorioso del tuo Figlio,
per risorgere con lui alla vita immortale;
qui il nostro cuore si apra alla beata speranza;
di qui salgano preghiere di suffragio a te gradite,
perché quanti riposano in Cristo
lodino senza fine la tua misericordia.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
1551. Quindi il sacerdote celebrante pone l'incenso nel turibolo incensa la croce.
1552. Poi con l'acqua benedetta asperge i presenti e il cimitero silenziosamente * o
dicendo queste parole o altre simili:
Ravviva in noi, o Padre,
nel segno di quest'acqua benedetta
il ricordo del Battesimo
che ci ha fatto tuoi figli ed eredi della gloria futura.
L'aspersione si può fare o restando davanti alla croce al centro dell'area cimiteriale, o
percorrendo il perimetro del recinto.
1553. Nel frattempo, secondo l'opportunità si canta l'antifona seguente con il suo salmo o
un altro canto adatto.
Antifona
Esulteranno nel Signore
i corpi umiliati nella morte.
Salmo 50.
PREGHIERA DEI FEDELI
1554. Segue la preghiera comune, strutturata o nella forma della preghiera dei fedeli nella
Messa o nel modo qui proposto. Tra le invocazioni seguenti si possono scegliere alcune - 424 -
ritenute più adatte, o aggiungerne altre in sintonia con particolari situazioni di persone o
necessità del momento.
Acclamiamo Cristo Signore, che morendo sulla croce ha distrutto il peccato, e risorgendo
dal sepolcro ha vinto la morte.
Diciamo insieme:
R. O Signore, tu sei nostra vita e risurrezione.
Cristo, Figlio dell'uomo, che morendo in croce
hai associato alla tua Passione la Vergine Madre
e risorgendo l'hai colmata di gioia,
consola coloro che soffrono
e conferma la nostra comune speranza. R.
Cristo, Figlio del Dio vivente,
che hai richiamato dai morti l'amico Lazzaro,
risuscita alla vita gloriosa le sorelle e i fratelli
credenti con il tuo sangue prezioso. R.
Cristo, consolatore degli afflitti,
che hai asciugato le lacrime della vedova,
restituendole il suo unico figlio,
conforta quanti piangono per la morte dei loro cari. R.
Cristo redentore,
guarda con bontà coloro che vivono senza speranza
perché non ti conoscono:
dona loro la fede nella risurrezione e nella vita futura. R.
Cristo, luce del mondo, che aprendo gli occhi al cieco,
ti sei rivelato allo stupore del suo sguardo,
mostra il tuo volto ai defunti,
ancora privi della tua visione gloriosa. R.
NEL RITO SENZA LA MESSA
1555. Dopo le invocazioni il sacerdote introduce la preghiera del Signore con queste
parole o altre simili:
Innalziamo i nostri cuori a Dio Padre,
con la preghiera che Gesù stesso ci ha insegnato,
perché venga il suo Regno
e siano perdonati i nostri peccati.
Padre nostro.
* 1556. Quindi il sacerdote, con le braccia allargate, prosegue dicendo: - 425 -
Ravviva in noi, o Padre, l'attesa della risurrezione
e donaci di testimoniare
in ogni momento della nostra esistenza terrena
la speranza seminata nei nostri cuori.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
1557. Segue la benedizione finale, vedi n. 1560. Un canto corale può chiudere la
celebrazione.
LITURGIA EUCARISTICA
1558. Terminata questa parte del rito, se è prevista la celebrazione del sacrificio
eucaristico, il sacerdote celebrante, indossata la casula e fatta con i ministri la debita
riverenza, bacia l'altare.
I ministri collocano sull'altare il corporale, il purificatoio, il calice e il Messale; quindi si
portano il pane, il vino e l'acqua, e Messa prosegue come di consueto.
1559. Se si dovesse dedicare o benedire l'altare della cappella cimitero, tutto si svolga,
con i necessari adattamenti, secondo, norma del rito della Dedicazione della chiesa e
dell'altare Capp. IV o VI.
CONCLUSIONE
1560. Il celebrante stendendo le mani sui presenti dice:
Dio, creatore e Padre,
che nella risurrezione del suo Figlio
ha dato ai credenti la speranza di risorgere,
effonda su di voi la sua benedizione.
R. Amen.
Cristo, che ci ha redenti con la sua croce,
vi rinnovi nel suo amore
e doni a tutti i defunti la luce e la pace eterna.
R. Amen.
Lo Spirito Consolatore
vi conceda di godere la felicità promessa
a chi attende l'avvento del Signore.
R. Amen.
E la benedizione di Dio onnipotente,
Padre e Figlio + e Spirito Santo,
discenda su di voi, e con voi rimanga sempre. - 426 -
R. Amen.
1561. Il diacono congeda l'assemblea.
CAPITOLO LIV - * BENEDIZIONE DELLE TOMBE nella Commemorazione dei
fedeli defunti
Premesse
1562. Nella preghiera per le sorelle e i fratelli defunti in forza della comunione dei santi, la
Madre Chiesa intende non solo raccomandare a Dio i morti, ma anche rinnovare e
testimoniare la fede nella risurrezione della carne e nella vita eterna.
1563. In molti modi le comunità parrocchiali esprimono questo senso della speranza
cristiana. Per la Commemorazione di tutti i fedeli defunti è consuetudine andare in
processione al Cimitero e in tale occasione benedire le tombe. In questa o simili
circostanze è opportuno promuovere una celebrazione con un apposito rito di benedizione
.
1564. Il rito qui proposto può essere usato dal sacerdote e dal diacono, o anche da un
laico con i gesti e formule per esso predisposti.
1565. Nel rispetto della struttura del rito e dei suoi elementi essenziali, si potranno
adattare le singole parti alle circostanze di persone e di luoghi.
1. Rito della benedizione
INIZIO
1566. Laddove è possibile, è bene che la comunità dei fedeli si rechi ordinatamente, dalla
chiesa o da altro luogo adatto, al Cimitero di cui è prevista la benedizione. Se la
processione non si può fare o non la si ritiene opportuna, i fedeli si riuniscono all'entrata
del cimitero.
1567. Quando tutti sono riuniti, si esegue un canto adatto o si fa una pausa di
raccoglimento. Poi tutti si fanno il segno della croce, mentre il ministro dice:
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
R. Amen.
SALUTO
1568. Il ministro, se sacerdote o diacono, saluta i presenti con le seguenti parole o altre
adatte, tratte di preferenza dalla Sacra Scrittura:
Dio, fonte di perdono e di pace, - 427 -
sia con tutti voi.
R. E con il tuo spirito.
o in un altro modo adatto.
1569. Se invece il ministro è un laico, saluta i presenti dicendo:
Lodiamo Dio,
fonte di perdono e di pace.
R. Benedetto nei secoli il Signore.
MONIZIONE INTRODUTTIVA
1570. Chi presiede, o un altro ministro idoneo, introduce il rito di benedizione con queste
parole o altre simili:
Nella visita al Camposanto, luogo del riposo dei nostri fratelli e sorelle defunti, rinnoviamo
la fede nel Cristo, morto, sepolto e risorto per la nostra salvezza. Anche i corpi mortali si
risveglieranno nell'ultimo giorno e coloro che si sono addormentati nel Signore saranno
associati a lui nel trionfo sulla morte. Con questa certezza eleviamo al Padre la nostra
preghiera unanime di suffragio e di benedizione.
INVOCAZIONI A CRISTO
1571. Un lettore o uno dei presenti prosegue dicendo:
Signore, che soffrendo la Passione
hai distrutto i nostri peccati,
abbi pietà di noi.
R. Signore, pietà. Oppure: Kyrie, eleison.
Cristo, che risorgendo dai morti
ci hai aperto il passaggio alla vita eterna,
abbi pietà di noi.
R. Cristo, pietà. Oppure: Christe, eleison.
Signore, che salendo al Padre
ci hai preparato un posto nel tuo regno,
abbi pietà di noi.
R. Signore, pietà. Oppure: Kyrie, eleison.
1572. Oppure:
Dio santo, Dio forte, Dio immortale.
Kyrie, eleison. - 428 -
R. Kyrie, eleison.
Tu che hai steso le braccia sul legno della croce,
Christe, eleison.
R. Christe, eleison.
Tu che verrai alla fine dei tempi
per giudicare i vivi e i morti
Kyrie, eleison.
R. Kyrie, eleison.
1573. Quindi il ministro dice:
Preghiamo.
Tutti pregano per qualche momento in silenzio.
Poi il ministro, con le braccia allargate se sacerdote o diacono, con le mani giunte se laico,
dice:
Ascolta, o Dio,
la preghiera che la comunità dei credenti
innalza a te nella fede del Signore risorto,
e conferma in noi la beata speranza
che insieme ai nostri fratelli defunti
risorgeremo in Cristo a vita nuova.
Egli vive e regna nei secoli dei secoli.
R. Amen.
1574. Secondo l'opportunità la lettura della parola di Dio, il responsorio e l'esortazione si
possono fare a questo punto prima della processione, vedi nn. 1578-1581. Tu che hai
steso le braccia sul legno della croce,
PROCESSIONE AL CIMITERO
1575. Il ministro, prima della processione, dice queste parole o altre simili:
Andiamo processionalmente al Cimitero, seguendo la Croce, nostra unica speranza, nel
vincolo indistruttibile della comunione che unisce in Cristo i vivi e i morti.
1576. La processione, preceduta dalla croce affiancata da due fiaccole, si dirige verso il
Camposanto. Due ministri portano l'aspersorio con l'acqua benedetta e il turibolo.
1577. Durante la processione, secondo le consuetudini, si possono eseguire canti adatti,
recitare il Rosario, le litanie dei Santi con la risposta: prega/te per loro.
LETTURA DELLA PAROLA DI DIO - 429 -
1578. Giunti al Cimitero, dopo che i fedeli si sono raccolti nel luogo stabilito, chi presiede o
un altro ministro idoneo introduce la lettura della parola di Dio con queste parole o altre
simili:
Ascoltiamo ora, fratelli e sorelle, la parola di Dio che nutre la nostra fede e la nostra
speranza.
1579. Un lettore o uno dei presenti legge un brano della Sacra Scrittura tratto dal
«Lezionario per le Messe rituali: Per le Messe dei defunti», p. 683 ss, o nel «Rito delle
esequie» ed. minor p. 181 ss.
RESPONSORIO
1580. Secondo l'opportunità si può cantare o recitare il salmo responsoriale (per esteso
vedi a p. 1028 ss.) o eseguire un altro canto adatto.
Sal 129 (130)
R. Spero nel Signore,
e confido sulla sua parola.
BREVE ESORTAZIONE
1581. Secondo l'opportunità, il ministro rivolge brevi parole ai presenti, illustrando la lettura
biblica, perché percepiscano il significato delle celebrazione.
Breve silenzio.
PREGHIERA DEI FEDELI
1582. Quindi il ministro introduce le preghiera dei fedeli con queste parole o altre simili.
Tra le invocazioni proposte, si possono scegliere alcune ritenute più adatte, o aggiungerne
altre in sintonia con particolari situazioni di persone o necessità del momento.
Dio Padre, che ha ribaltato la pietra del sepolcro di Cristo,
ridarà vita anche ai nostri corpi mortali,
per unirci alla gloria del Signore risorto.
Preghiamo insieme e diciamo:
R. Per Cristo, nostra vita e risurrezione,
ascoltaci, o Padre.
Per i pastori della Chiesa
che si sono addormentati nel Signore,
perché siano eternamente beati
insieme con le sorelle e i fratelli
che guidarono ai pascoli della vita eterna. R.
Per le vittime della guerra e di ogni forma di violenza,
perché il loro sacrificio - 430 -
affretti un'era di fraternità e di pace, preghiamo. R.
Per i nostri familiari, amici e benefattori defunti,
perché possano godere della gioia eterna
nella contemplazione del tuo volto, preghiamo. R.
Per tutta la famiglia umana,
perché siano consolati gli afflitti,
liberati gli oppressi, radunati i dispersi, preghiamo. R.
Per la Chiesa pellegrina nel mondo e qui presente,
perché diffonda sino ai confini della terra
la beata speranza che splende in Cristo,
vincitore del peccato e della morte, preghiamo. R.
Segue la preghiera del Signore
Padre nostro.
PREGHIERA DI BENEDIZIONE
1583. Poi il ministro, con le braccia allargate se sacerdote diacono, con le mani giunte se
laico, pronuncia la preghiera benedizione:
Sii benedetto, o Dio,
Padre del Signore nostro Gesù Cristo,
che nella tua grande misericordia
ci hai rigenerati
mediante la risurrezione di Gesù dai morti
a una speranza viva,
per una eredità che non si corrompe e non marcisce;
ascolta la preghiera che rivolgiamo a te
per tutti i nostri cari che hanno lasciato questo mondo:
apri le braccia della tua misericordia
e ricevili nell'assemblea gloriosa
della santa Gerusalemme.
Conforta quanti sono nel dolore del distacco
con la certezza che i morti vivono in te
e anche i corpi affidati alla terra
saranno un giorno partecipi
della vittoria pasquale del tuo Figlio.
Tu che sul cammino della Chiesa
hai posto quale segno luminoso la beata Vergine Maria,
per sua intercessione sostieni la nostra fede,
perché nessun ostacolo ci faccia deviare
dalla strada che porta a te,
che sei la gioia senza fine.
Per Cristo nostro Signore. - 431 -
R. Amen.
1584. Oppure:
Dio di infinita misericordia,
che stringi in un unico abbraccio
tutte le anime redente dal sangue del tuo Figlio,
noi ci presentiamo davanti a te
con la mestizia e il dolore
per il distacco dai nostri cari defunti,
ma con la fede e la speranza
che il tuo Spirito ha acceso nei nostri cuori.
La morte non ha distrutto la comunione di carità
che unisce la Chiesa pellegrina sulla terra
alle sorelle e ai fratelli che hanno lasciato questo mondo.
Accogli, o Signore,
le preghiere e le opere che umilmente ti offriamo,
perché le loro anime
contemplino la gloria del tuo volto.
Fa' che quando giungerà la nostra ora
possiamo allietarci della tua dolce presenza
nell'assemblea degli angeli e dei santi
e rendere grazie a te,
termine ultimo di ogni umana attesa.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
1585. Il ministro asperge le tombe dicendo queste parole o altre simili:
Ravviva in noi, o Padre,
nel segno di quest'acqua benedetta
il ricordo del Battesimo,
che ci ha fatto tuoi figli ed eredi della gloria futura.
1586. Quindi incensa le tombe.
1587. Poi conclude il rito dicendo:
V. L'eterno riposo dona loro, Signore.
R. E splenda ad essi la luce perpetua.
V. Riposino in pace.
R. Amen.
1588. Un canto corale può chiudere la celebrazione. - 432 -
2. Rito della benedizione
e celebrazione della Messa
1589. Se è prevista la Messa, come è consuetudine in molti luoghi specialmente nella
Commemorazione dei fedeli defunti, si può procedere in uno dei modi seguenti:
A. - Il rito si svolge come indicato sopra:
- si omette il Padre nostro:
- dopo l'aspersione e l'incensazione delle tombe il sacerdote celebrante indossa la
casula;
- fatta con i ministri la debita riverenza, bacia l'altare e prosegue con la liturgia eucaristica.
B. - Il sacerdote celebrante, secondo le circostanze, indossa la casula all'inizio della
celebrazione o prima di accostarsi all'altare;
- giunti al cimitero, il sacerdote celebrante con i ministri fa la debita riverenza e bacia
l'altare;
- si canta o si dice il Kyrie eleison; quindi la Messa prosegue come al solito;
- la preghiera dei fedeli si fa nel modo consueto (per le intenzioni cfr n. 1582):
- terminata l'orazione dopo la Comunione, il sacerdote celebrante, dopo aver rivolto ai
fedeli una breve monizione, dice la preghiera di benedizione (nn. 1583-1584);
- asperge e incensa le tombe (nn l585-1586):
- quindi conclude il rito (n. 1587).
C. La processione al Camposanto si svolge dopo la Messa celebrata in chiesa;
- terminata l'orazione dopo la Comunione, il sacerdote celebrante può indossare il piviale;
- per la processione tutto si svolge come indicato ai nn. 1575-1577;
- giunti al Camposanto il sacerdote celebrante, se lo ritiene opportuno, rivolge brevi parole
ai presenti, perché percepiscano il significato della benedizione; - si fa un canto adatto (cfr
n. 1545);
- il sacerdote celebrante dopo aver invitato i presenti pregare per qualche momento in
silenzio, pronuncia la preghiera di benedizione (nn. 1583-1584); - asperge e incensa le
tombe (nn. 1585-1586);
- conclude il rito (nn.1587-1588). - 433 -
PARTE QUARTA
BENEDIZIONI RIGUARDANTI LA DEVOZIONE POPOLARE
Premesse
1590. Per armonizzare i pii esercizi e altre espressioni della pietà popolare con le leggi e lo
spirito della liturgia, la Chiesa predispone particolari formule nella prassi celebrativa.
In questo ambito rientrano anche le benedizioni di elementi primordiali come l'acqua e il
fuoco, la luce ecc. e di ingredienti base della convivialità umana. Opportunamente si
premette anche un rito di benedizione per cose e oggetti, come ad es. le corone del
rosario della beata Vergine Maria, prima che siano usati dai fedeli.
1591. E' invalsa inoltre tra i fedeli la buona consuetudine di portare con sé alcuni oggetti di
devozione, oppure di usarne altri per pregare, di esporre nelle proprie case immagini
sacre, di conservare anche presso di sé cose benedette, come bevande e cibi. Per
provvedere in qualche modo a forme di pietà di questo tipo, nella presente quarta parte
vengono proposti alcuni esempi di benedizioni da celebrarsi in varie circostanze.
* 1592. Qualora in questi riti di benedizione si usino le reliquie dei santi, ci si assicuri con la
massima diligenza che siano autentiche, di adeguata grandezza e insigni per il rapporto
comprovato dalla tradizione con il santo di cui si invoca il patrocinio 1.
Il ministro, sacerdote o diacono, conforme alle consuetudini, concluda il rito con il segno
della croce e l'invocazione della santissima Trinità per intercessione del santo di cui si fa
memoria.
CAPITOLO LV - *BENEDIZIONE AL MARE, A UN LAGO,A UN FIUME, A UNA
SORGENTE, A UNA FONTANA
Premesse
1593. L'acqua è sorgente di vita e con l'aria e la luce è uno degli elementi essenziali del
cosmo. Senza di essa la terra non sarebbe che un deserto, e l'uomo, le piante e gli animali
non potrebbero vivere. Nella prospettiva biblica l'acqua unita allo Spirito è il grembo
fecondo della creazione, è la pioggia purificatrice e la rugiada celeste, è la figura profetica
della vita nuova in Cristo. (cfr Gn 1, 2; Gn 7,10; Gv 3, 5).
Nell'esistenza quotidiana, l'acqua ha un uso multiforme: è lavacro, bevanda, refrigerio; può
essere torrente o rigagnolo, onda impetuosa o fontana limpida e tranquilla. L'acqua è
giustamente motivo di benedizione e di supplica.
1594. Il rito qui proposto può essere usato dal sacerdote e dal diacono in alcune solennità
o circostanze particolari (ad es. per un fiume nella festa del Battesimo del Signore, per il
mare nelle feste patronali delle città e dei paesi rivieraschi o in altre occasioni) . - 434 -
Ad esso è raccomandata la presenza del popolo e la sua attiva partecipazione.
1595. Nel rispetto della struttura del rito e dei suoi elementi essenziali, si possono adattare
le singole parti alle caratteristiche di persone e di luoghi.
Rito della benedizione
INIZIO
1596. Quando tutti sono riuniti, si esegue un canto adatto o si fa una pausa di
raccoglimento. Poi il ministro dice:
V. Sia benedetto il nome del Signore
R. Ora e sempre.
1597. Il ministro, o un'altra persona idonea, introduce il rito di benedizione con brevi
parole.
LETTURA DELLA PAROLA DI DIO
1598. Un lettore o uno dei presenti legge uno dei seguenti testi della Sacra Scrittura:
Sal 103 (104), 1.10-11
Fa scaturire le sorgenti nelle valli.
Benedici il Signore, anima mia.
Fai scaturire le sorgenti nelle valli
e scorrono tra i monti;
ne bevono tutte le bestie selvatiche
ed estinguono la loro sete.
Is 41, 17-18
Cercano acqua... il Signore li ascolta.
Dice il Signore:
I miseri e i poveri cercano acqua ma non ce n'è,
la loro lingua è riarsa per la sete;
io, il Signore, li ascolterò;
io, Dio d'Israele, non li abbandonerò.
Mc 4,35-41
Chi è costui al quale il vento e il mare obbediscono?
Ascoltate la parola del Signore dal Vangelo secondo Marco
In quel giorno, verso sera, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Passiamo all'altra riva». E lasciata la folla, lo presero con sé, così com'era, nella barca.
C'erano anche altre barche con lui.
Nel frattempo si sollevò una grande tempesta di vento e gettava le onde nella barca, tanto
che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo - 435 -
svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t'importa che moriamo?». Destatosi, sgridò il
vento e disse al mare: «Taci. calmati!». Il vento cesso è vi fu grande bonaccia. Poi disse
loro: «Perché siete così paurosi? Non avete ancora fede?».
E furono presi da grande timore e si dicevano l'un l'altro: «Chi è dunque costui, al quale
anche il vento e il mare obbediscono? ».
Gv 7,37-38
Chi ha sete venga a me e beva.
Nell'ultimo giorno, il grande giorno della festa,
Gesù levatosi in piedi esclamò ad alta voce:
«Chi ha sete venga a me e beva, chi crede in me.
Come dice la Scrittura,
fiumi d'acqua viva sgorgheranno dal suo seno».
1599. Oppure (per esteso vedi a p. 854 ss.):
Gn 1, 1-13
Lo spirito di Dio aleggiava sulle acque.
Gn 6, 17-23
Manderò il diluvio. Con te la mia alleanza.
Es 17, 1-7
Dateci acqua da bere.
Nu 20,2-11
Ne uscì acqua in abbondanza.
2 Re 2,19-22
Rendo sane queste acque.
2 Re 5,9-15
«Bagnati nel Giordano, la tua carne tornerà sana».
Is 41, 16c-20
Farò scaturire fiumi, fontane, laghi, sorgenti.
Ez 47, 1-10.12
Là dove giungerà il torrente tutto rivivrà.
At 27, 1-28,1
Il viaggio in mare di Paolo.
Mt 3, 13-17
Gesù andò al Giordano da Giovanni.
Lc 5,3-11
Sulla tua parola getterò le reti.
Gv 4,5-14 - 436 -
Gesù, fonte d'acqua viva.
Gv 6,16-21
Presero Gesù sulla barca e rapidamente toccò la riva.
Gv 21, 1-14
«Gettate la rete e troverete».
RESPONSORIO
1600. Dopo la lettura della parola di Dio si possono cantare alcune delle seguenti
invocazioni o altre simili:
Benediciamo il Signore,
a lui onore e gloria nei secoli.
Opere del Signore R Benedite il Signore
Angeli del Signore R. Benedite il Signore
Acque sopra i cieli R. Benedite il Signore
Piogge e rugiade R. Benedite il Signore
Ghiacci e nevi R. Benedite il Signore
Sorgenti e fonti R. Benedite il Signore
Mari e fiumi R. Benedite il Signore
Fiori ed erbe R. Benedite il Signore
Piante e animali R. Benedite il Signore
Figli dell'uomo R. Benedite il Signore
Benediciamo il Signore
a lui onore e gloria nei secoli.
BREVE ESORTAZIONE
1601. Secondo l'opportunità, il ministro rivolge brevi parole ai presenti illustrando la lettura
biblica, perché percepiscano il senso e lo spirito della celebrazione
Breve silenzio
PREGHIERA DI BENEDIZIONE
1602. Prima della formula di benedizione, il ministro dice:
Preghiamo.
Tutti pregano per qualche momento in silenzio.
Segue la preghiera del Signore: - 437 -
Padre nostro.
1603. Il ministro con le braccia allargate pronuncia la preghiera di benedizione adatta.
1604. AL MARE
Noi ti benediciamo e ti rendiamo grazie,
Dio di provvidenza infinita,
per i grandi segni del tuo amore
profusi nel corso dei secoli
sulle generazioni umane
che hanno solcato le vie del mare.
Per tua grazia, Signore,
i nostri padri
che ci trasmisero i segreti del navigare,
ci hanno insegnato a vedere nell'immensità delle acque
le orme della tua presenza;
e con gli strumenti di questa difficile arte
ci hanno consegnato
la bussola della fede e il timone della speranza.
Nei giorni di bonaccia e di tempesta
tu hai confortato la solitudine degli uomini del mare,
hai sostenuto il loro sforzo laborioso e tenace
e li hai guidati ad un approdo sicuro.
Noi ti preghiamo, Dio onnipotente ed eterno:
infondi in tutte le coscienze il tuo santo timore,
perché sia preservato da ogni inquinamento
questo scenario di bellezza
e questa sorgente di energia e di vita.
Sii tu, o Padre, la guida sicura
che traccia la nostra rotta
in mezzo ai flutti dell'esistenza terrena.
Veglia sulle famiglie dei marinai e dei portuali;
copri con la tua protezione gli scafi
che galleggiano sulle acque
e le dimore della terraferma.
Ogni imbarcazione
che attraversa i fiumi, i mari e gli oceani,
porti al mondo un messaggio di civiltà e di fratellanza
per un avvenire di giustizia e di pace.
Intercedano per noi
la Vergine Maria, stella del mare,
[san N. nome del santo patrono]
e tutti i testimoni del Vangelo
i cui nomi sono nel libro della vita. - 438 -
Risplenda il tuo volto, o Padre,
su coloro che sono morti in mare;
la tua benedizione ci accompagni tutti
nell'itinerario del tempo
verso il porto dell'eterna quiete.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
1605. A UN LAGO O A UN FIUME, A UNA SORGENTE, O A UNA FONTANA
Grazie a te, o Dio nostro Padre,
che nell'acqua, tua creatura,
ci hai aperto il grembo della vita;
grazie a te, per l'onda che irriga,
il lavacro che purifica,
la bevanda che disseta,
il fonte della nostra rinascita Cristo tuo Figlio.
Fa', o Signore,
che ogni uomo possa sempre godere
di questo refrigerio
e conservando limpida e casta
l'opera della creazione,
veda in essa il riverbero della tua bontà
e un invito costante
alla purezza del corpo e dell'anima.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
1606. Quindi il ministro, secondo le consuetudini locali, traccia un segno di croce sui
presenti e sul luogo (o verso il luogo), cfr n. 1592, pronunciando la formula seguente:
Il Signore misericordioso
per intercessione di ...
[Maria, nostra madre e regina,
o di san N., nostro patrono],
rivolga su di voi e su questo[a] ... il suo sguardo,
vi liberi da ogni pericolo
e vi aiuti nel tempo opportuno.
R. Amen.
E la benedizione di Dio onnipotente,
Padre e Figlio + e Spirito Santo,
discenda su di voi, e con voi rimanga sempre. - 439 -
R. Amen.
1607. Un canto corale può chiudere la celebrazione.
CAPITOLO LVI - *BENEDIZIONE AL FUOCO
Premesse
1608. Il fuoco, segno della presenza e della laboriosità umana, resta misterioso per la sua
origine e i suoi effetti: arde, purifica. riscalda, devasta e distrugge.
La metafora del fuoco può esprimere le sfrenate ambizioni dell'uomo prometeico, come la
ricerca di un autentico progresso e l'ardore della carità.
Nella Bibbia il fuoco è una delle forme privilegiate della manifestazione di Dio; da Abramo
a Mosè, da Elia a Giovanni Battista (cfr Gn 22, 7; Es 3, 2; 1 Re 18, 38; Mt 3, 11). Gesù ha
dichiarato di esser venuto a portare il fuoco sulla terra (cfr Lc 1 2, 49) e dopo la sua
ascensione alla destra del Padre apparvero lingue come di fuoco (At 2, 3) sugli Apostoli,
riuniti con Maria nel Cenacolo il giorno della Pentecoste (At 2, 3).
Ogni cristiano è posto sotto il segno della fiamma di carità che sull'altare della croce
consuma la vittima divina, e con la potenza dello Spirito trasforma la nostra vita in
sacrificio a Dio gradito (cfr Eb 9,12).
1609. Nella notte di Pasqua si benedice il fuoco nuovo, perché si accenda nel cuore dei
fedeli il desiderio di unirsi a Cristo, vincitore del peccato e della morte.
Nella tradizione popolare si accendono dei falò nelle aie contadine, nelle piazze dei paesi
o sulle vette dei monti, in connessione con le vicende stagionali e con le solennità
liturgiche come il Natale del Redentore, per san Giuseppe, la natività di san Giovanni
Battista, la festa dell'Assunta, ecc.
Questa consuetudine, già presente in culture pre-cristiane, è occasione per benedire Dio e
alimentare la fraternità e la gioia.
1610. Il rito qui proposto può essere usato dal sacerdote e dal diacono in alcune solennità
o circostanze particolari (cfr n.1590). Ad esso è raccomandata la presenza del popolo e la
sua attiva partecipazione.
1611. Nel rispetto della struttura del rito e dei suoi elementi essenziali, si potranno
adattare le singole parti alle circostanze di persone e di luoghi.
Rito della benedizione
INIZIO
1612. Quando tutti sono riuniti si esegue un canto adatto o si fa una pausa di
raccoglimento. Poi il ministro dice:
V. Sia benedetto il nome del Signore.
R. Ora e sempre.
Oppure: - 440 -
Sia benedetto il nostro Dio
per le grandi cose che ha compiuto
nella beata Vergine Maria [in san N.].
R. Benedetto nei secoli il Signore.
1613. Il ministro, o un'altra persona idonea, introduce il rito di benedizione con brevi
parole.
LETTURA DELLA PAROLA DI DIO
1614. Un lettore o uno dei presenti legge uno dei seguenti brani della Sacra Scrittura
secondo le circostanze.
1615. In occasione di feste in prossimità dell'inizio delle stagioni (per esteso vedi a p. 853
ss.):
AUTUNNO - Per la natività della beata Vergine Maria
1 Sam 2,1. 4-8
Il mio cuore esulta nel Signore.
Responsorio: Lc 1, 46-48 49-50 51-53 54-55
R. L'anima mia magnifica il Signore.
Oppure: Per l'esaltazione della Santa Croce
Fil 2,6-11
Il Cristo umiliò se stesso, per questo Dio lo ha esaltato.
Responsorio: Sal 95 (96), 1-2a 2b-3 7-8a 10
R. Salvati dall'amore, cantiamo un canto nuovo.
INVERNO
Per il Natale
Is 9,2-3.5-6
Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce.
Responsorio: Sal 23 (24), 1-2 3-4 5-6 9-10
R. Ecco, viene il Signore, re della gloria.
PRIMAVERA
Per san Giuseppe, sposo di Maria Vergine, patrono della Chiesa
Is 26, 1-9
L'anima anele al Signore nella notte...per imparare i suoi giudizi. - 441 -
Responsorio: Sal 84 (85), 9 10-12 13-14
R. La gloria del Signore abiterà la nostra terra.
ESTATE
Per san Giovanni Battista
Mt 3,1-12
Egli vi battezzerà in Spirito e fuoco.
Lc 1,8-17
Sarà pieno di Spirito Santo.. camminerà davanti al Signore con la forza di Elia.
Responsorio: Lc 1, 68-69 70-71 72-74 76-77 78-79
R. Verrà a visitarci dall'alto un sole che sorge.
Oppure
Per l'Assunzione della beata Vergine Maria
Lc 1,39-47
Benedetta tu fra le donne.
Responsorio: Lc 1,46-48 49-50 51-53 54-55
R. L'anima mia magnifica il Signore.
1616. IN ALTRE CIRCOSTANZE
Es 3, lb-2. 4b
Mosè condusse il bestiame oltre il deserto e arrivò al monte di Dio, l'Oreb. L'angelo del
Signore gli apparve in una fiamma di fuoco in mezzo a un roveto. Egli guardò ed ecco: il
roveto ardeva nel fuoco, ma quel roveto non si consumava. Mosè pensò: «Voglio
avvicinarmi a vedere questo grande spettacolo: perché il roveto non brucia?». Il Signore
vide che si era avvicinato per vedere e Dio lo chiamò dal roveto.
At 2,1. 3-4a
Mentre stavano compiendosi i giorni della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello
stesso luogo.
Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro;
ed essi furono pieni di Spirito Santo.
Lc 12,49
Dice il Signore Gesù:
Sono venuto a portare il fuoco sulla terra;
e come vorrei che fosse già acceso!
Gv 1,1a.9
In principio era il Verbo.
Venne nel mondo la luce vera, - 442 -
quella che illumina ogni uomo.
Gv 8,12
Dice il Signore Gesù: «Io sono la luce del mondo;
chi segue me, non camminerà nelle tenebre,
ma avrà la luce della vita».
RESPONSORIO
1617. Dopo la lettura della parola di Dio si possono cantare seguenti invocazioni o altre
simili:
Benediciamo il Signore
a lui onore e gloria nei secoli.
Opere del Signore R. Benedite il Signore
Angeli del Signore R. Benedite il Signore
Sole e luna R. Benedite il Signore
Astri del cielo R. Benedite il Signore
Fuoco e calore R. Benedite il Signore
Notti e giorni R. Benedite il Signore
Luce e tenebre R. Benedite il Signore
Folgori e nubi R. Benedite il Signore
Figli dell'uomo R. Benedite il Signore
Santi del cielo R. Benedite il Signore
Benediciamo il Signore
a lui onore e gloria nei secoli.
BREVE ESORTAZIONE
1618. Secondo l'opportunità, il ministro rivolge brevi parole ai presenti, illustrando la lettura
biblica, perché percepiscano il significato della celebrazione.
Breve silenzio.
PREGHIERA DI BENEDIZIONE
1619. Prima della formula di benedizione, il ministro dice:
Preghiamo.
Tutti pregano per qualche momento in silenzio
Segue la preghiera del Signore:
Padre nostro. - 443 -
1620. Il ministro con le braccia allargate pronuncia la preghiera di benedizione:
Sii benedetto, Dio Padre onnipotente:
tu in principio hai creato la luce
e hai acceso nell'uomo,
fatto a tua immagine,
la scintilla del tuo amore;
con una colonna luminosa
hai guidato il tuo popolo errante nel deserto
verso la terra promessa;
nella pienezza dei tempi
hai mandato il tuo Figlio
a portare nelle nostre tenebre
l'ardente luce della verità e della grazia,
e dopo la sua gloriosa ascensione
hai effuso la fiamma del tuo Spirito
sulla Chiesa nascente.
Benedici questo fuoco nella festa di...
e fa' divampare nei nostri cuori
l'incendio della tua carità.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
Breve silenzio
1621. Oppure:
Sii benedetto, Signore nostro Dio:
tu hai dato agli uomini il tuo Figlio,
splendore dell'eterna gloria,
e la fiamma viva del tuo Santo Spirito;
benedici questo fuoco nella festa di ...;
fa' che diveniamo portatori di luce
e costruttori di un mondo rinnovato nel tuo amore.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
1622. Il ministro, secondo le consuetudini locali, traccia un segno di croce sui presenti, cfr
n. 1592 pronunciando la formula seguente:
II Signore misericordioso,
per intercessione di ...
[Maria, nostra madre e regina,
o di san N., nostro patrono],
vi illumini e vi comunichi il fuoco del suo Spirito, - 444 -
perché possiate vincere le suggestioni del male
e gustare la forza del suo amore.
R. Amen.
E la benedizione di Dio onnipotente,
Padre e Figlio + e Spirito Santo,
discenda su di voi, e con voi rimanga sempre.
R. Amen.
1623. Un canto corale può chiudere la celebrazione.
CAPITOLO LVII - BENEDIZIONE AI CIBI BEVANDE O ALTRE COSE
Premesse
1624. In alcune località si è soliti compiere particolari riti di benedizione, per esempio
dell'acqua, del pane, del vino, dell'olio, di altri cibi o cose che talora i fedeli portano da
benedire a motivo di devozione, sia in occasione di una festa o di un tempo dell'anno
liturgico, sia in onore della beata Vergine Maria o dei Santi .
In questi riti di benedizione il pastore d'anime procuri che i fedeli intendano bene il vero
significato del rito. Il ministro nella sua monizione o allocuzione abbia davanti agli occhi,
per quanto è possibile, quelle tradizioni e quelle narrazioni della vita dei Santi dalle quali
può essere messo in luce l'origine o il senso della particolare celebrazione che si fa in loro
onore. E' necessario comunque che sempre sia rispettata la verità storica.
* 1625. Oltre ai formulari per la «Benedizione comune» (I) se ne propongono altri più
specifici (II) per la benedizione al pane, al vino, all'olio, al sale, all'acqua, all'agnello e alle
uova per la Pasqua.
1626. Il rito senza la Messa può essere usato dal sacerdote e da diacono in chiesa in
alcune solennità e memorie. Ad esso è raccomandata la presenza del popolo e la sua
attiva partecipazione.
1627. Se vi sono da benedire molti cibi in una volta, non sia ripetuto il rito, ma tutto sia
benedetto in una unica celebrazione, usando una formula adatta.
1628. Nel rispetto della struttura del rito e dei suoi elementi essenziali, si potranno
adattare le singole parti alle circostanze di persone e di luoghi.
1629. Queste benedizioni si possono celebrare durante la Messa, osservando il rito
proposto ai nn. 1646-1652, soltanto nelle feste della beata Vergine Maria e dei Santi, dove
sussiste una tradizione popolare e i fedeli sono soliti partecipare alla Messa. La
benedizione durante la Messa, può aver luogo una volta sola al giorno
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20/05/2014 16:58
 
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- 445 -
I. BENEDIZIONE COMUNE
1. Rito della benedizione
INIZIO
1630. Quando tutti sono riuniti, si esegue un canto adatto o si fa una pausa di
raccoglimento. Poi tutti si fanno il segno della croce, mentre il ministro dice:
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
R. Amen.
SALUTO
1631. Il ministro saluta i presenti con le seguenti parole o altre adatte, tratte di preferenza
dalla Sacra Scrittura:
Dio, che ci ha scelto per essere santi,
sia con tutti voi.
R. E con il tuo spirito.
o in un altro modo adatto
MONIZIONE INTRODUTTIVA
1632. Il ministro, o un'altra persona idonea, introduce il rito di benedizione con queste
parole o altre simili:
Dio nella sua provvidenza ha cura anche delle cose più piccole ed umili; in suo nome la
Chiesa le benedice, perché quanti se ne servono con retta e devota intenzione,
[invocando l'intercessione della beata Vergine Maria o di san N.], siano attratti verso le
realtà invisibili, e benedicano il Padre, sorgente di ogni bene, mirabile nei suoi santi.
LETTURA DELLA PAROLA DI DIO
1633. Un lettore o uno dei presenti legge uno dei seguenti testi della Sacra Scrittura o un
altro testo opportunamente scelto dal Lezionario.
Mt 7,7-11
Chiedete e vi sarà dato.
Ascoltate la parola del Signore dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete;
bussate e vi sarà aperto; perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova e a chi bussa
sarà aperto. Chi tra di voi al figlio che gli chiede un pane darà una pietra? O se gli chiede
un pesce, darà una serpe? Se voi dunque che siete cattivi sapete dare cose buone ai - 446 -
vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliene
domandano!».
1634. Oppure (per esteso vedi a p. 853 ss.)
PER LA BENEDIZIONE ALL'ACQUA
Es 17,1-7
Dateci acqua da bere.
2 Re 2,19-22
Rendo sane queste acque.
AL PANE
1 Re 19, 3-8
Camminerò con la forza datagli da quel cibo.
Sap 16, 20-21.24-26
Perché i tuoi figli che ami capissero.
Gv 6,24-35
Procuratevi il cibo che non perisce.
AL ALTRI CIBI
Gn 1, 26-2, 3
Vi dò ogni pianta in cui è il frutto: sarà il vostro cibo.
Gn 9, 1-3
Quanto si muove e ha vita vi servirà di cibo.
Es 12,1-4.6-8.11
Così mangerete l'agnello; è la Pasqua del Signore!
Lc 11,9-13
Chiedete e otterrete.
ALL'OLIO, VINO, SALE
Sir 39,25-35
Le cose di prima necessità per la vita dell'uomo.
Mt 5,1.2.13 l
Voi siete il sale della terra.
Mc 6,7-13
Ungevano di olio molti infermi e li guarivano.
Lc 10,30-37
Gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino. - 447 -
Gv 2,1-11
Hai conservato il vino buono fino ad ora.
AI FIORI (ad es.: rose, gigli . . . )
Sir 24, 1.13-21
Le piante di rose in Gerico.
2 Cor 2,14-17
Noi siamo dinanzi a Dio il profumo di Cristo.
Mt 6,25-34
Osservate i gigli del campo.
ALLE CANDELE
Ef 5,8-10
Comportatevi come i figli della luce.
Mt 4,13-17
Il popolo ha visto una grande luce.
Lc 2,27-33
Luce per illuminare le genti.
Gv 1,6-10
Era la luce vera.
RESPONSORIO
1635. Secondo le opportunità si può cantare o recitare un salmo responsoriale (per esteso
vedi a p. 988 ss. ) o eseguire un altro canto adatto.
Sal 8,4-5 6-7 8-9
R. Grande è il tuo nome, Signore, su tutta la terra.
Sal 22 (23), 1-3 4 5 6
R. Il Signore è mio pastore: non manco di nulla.
Sal 103 (104), 10-12 13-15 16-18 19-21 22-23
R. Grandi sono le tue opere, Signore.
Sal 146-147 (147), 7-8 9-11 12-13 14-16
R. Lodate il Signore, è bello cantare al nostro Dio.
BREVE ESORTAZIONE
1636. Secondo l'opportunità, il ministro rivolge brevi parole presente illustrando le letture
bibliche, perché percepiscano significato della celebrazione. - 448 -
Breve silenzio.
PREGHIERA DEI FEDELI
1637. Segue la preghiera comune, che va opportunamente adattata alla festa o al tempo
liturgico (cfr n. 1647).
1638. Quando si omette la preghiera dei fedeli, prima della formula di benedizione, il
ministro dice:
Preghiamo.
Tutti pregano per qualche momento in silenzio.
* Segue la preghiera del Signore:
Padre nostro.
PREGHIERA DI BENEDIZIONE
1639. Il ministro, con le braccia allargate, pronuncia la preghiera di benedizione adatta.
1640. AI CIBI E ALLE BEVANDE
Sii glorificato, Signore Dio nostro:
tu che colmi delle tue benedizioni ogni creatura,
concedi a quanti si nutriranno di questo cibo [questa bevanda]
nel ricordo e per l'intercessione di....
[della beata Vergine Maria o di san N.]
di abbondare della tua grazia
e di crescere nel tuo amore
in una continua ricerca delle realtà del cielo.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
1641. AD ALTRE COSE
Signore Dio, che fai risplendere la tua Chiesa
con le virtù e le opere dei Santi,
guarda i tuoi fedeli che desiderano servirsi
di questo segno [questi segni] di devozione
nel ricordo e in onore di ...
[della beata Vergine Maria o di san N.],
fa' che dispongano
di ciò che è necessario nella vita presente - 449 -
e aderendo con amore ai tuoi precetti
procedano sicuri verso la vita immortale.
A te onore e gloria nei secoli.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
1642. A PIU' COSE
Benedetto sii tu, Dio onnipotente,
fonte di ogni grazia e corona di tutti i Santi:
per l'intercessione di ...
[della beata Vergine Maria o di san N.]
stendi la tua mano su di noi e sulle cose che
e fa' che non ci dispiaccia di imitare
colei [colui] che amiamo celebrare;
così godendo della sua protezione sulla terra
potremo condividerne la sorte gloriosa nei cieli
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
1643. Quindi il ministro, dove vige la consuetudine, aspergere le persone o cose con
l'acqua benedetta * dicendo queste parole o altre simili:
Ravviva in noi, o Padre
nel segno di quest'acqua benedetta
l'adesione alla tua volontà
in Cristo fonte di ogni benedizione.
CONCLUSIONE
1644. Il ministro stendendo le mani sui presenti dice:
Il Signore misericordioso
rivolga su di voi il suo sguardo,
e vi aiuti nel tempo opportuno.
R. Amen.
Vi doni una vita tranquilla
e vi faccia abbondare di ogni consolazione.
R. Amen.
Vi protegga con la sua mano potente sulla terra
e vi guidi alla beatitudine eterna. - 450 -
R. Amen.
E la benedizione di Dio onnipotente
Padre e Figlio + e Spirito Santo,
discenda su di voi, e con voi rimanga sempre.
R. Amen.
1645. Un canto corale può chiudere la celebrazione.
2. Rito della benedizione
durante la Messa nel giorno della festa
1646. Dopo la lettura della parola di Dio il sacerdote celebrante tiene l'omelia, nella quale
illustra le letture bibliche e il significato della benedizione in onore della beata Vergine
Maria o del Santo.
PREGHIERA DEI FEDELI
1647. Segue la preghiera dei fedeli, come di consueto durante la Messa o nel modo qui
proposto. Tra le invocazioni seguenti, si possono scegliere alcune ritenute più adatte, o
aggiungerne altre in sintonia con particolari situazioni di persone o necessità del momento.
Innalziamo la nostra lode
e la nostra preghiera a Dio Padre
per intercessione di ...
[della beata Vergine Maria o di san N.] e acclamiamo:
R. Gloria a te, Signore, nei tuoi santi.
Padre clementissimo,
che nella beata Vergine Maria [in san N.]
hai mirabilmente rivelato la tua grandezza,
fa' crescere e fruttificare in noi
il germe di grazia infuso nel Battesimo. R.
Tu che per mezzo dei santi
ci fai sperimentare la tua misericordia,
aiutaci a tradurre in testimonianza di vita
i loro mirabili esempi. R.
Tu che nei tuoi servi fedeli
manifesti la santità della Chiesa,
rendici instancabili nel cercare la tua gloria
e la salvezza dei nostri fratelli. R.
Tu che ci hai dato N.
[la Vergine come patrona e Madre
o san N. come patrono e intercessore], - 451 -
fa' che liberati dai mali presenti,
possiamo godere con lei [lui] l'eredità eterna. R.
PREGHIERA DI BENEDIZIONE
1648. Poi il sacerdote celebrante, con le braccia allargate pronuncia la preghiera di
benedizione:
Benedetto sii tu, Dio onnipotente,
fonte di ogni grazia
e corona di tutti i Santi:
per l'intercessione di ...
[della beata Vergine Maria o di san N.]
stendi la tua mano su di noi
e sulle cose che ti presentiamo
e fa' che non ci dispiaccia di imitare
colei [colui] che amiamo celebrare;
così godendo della sua protezione sulla terra
potremo condividerne la sorte gloriosa nei cieli.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
1649. Si possono usare anche le orazioni proposte al nn. 1640-1641 ed eventualmente
quelle particolari indicate più avanti nella parte II di questo capitolo, p. 676 ss.
CONCLUSIONE
1650. Il sacerdote celebrante, dopo l'invito del diacono Inchinatevi per la benedizione o un
altro adatto, stendendo le mani sui presenti dice una delle seguenti formule di
benedizione.
1651. NELLE FESTE DELLA BEATA VERGINE MARIA
Dio misericordioso,
che per mezzo del suo Figlio, nato dalla vergine,
ha redento il mondo,
vi colmi della sua benedizione.
R. Amen.
Dio vi protegga sempre
per intercessione di Maria, vergine e madre,
che ha dato al mondo l'autore della vita.
R. Amen.
A tutti voi, che celebrate con fede la festa....
conceda il Signore la salute del corpo
e la consolazione dello spirito.
R. Amen.
E la benedizione di Dio onnipotente,
Padre e Figlio + e Spirito Santo,
discenda su di voi, e con voi rimanga sempre.
R. Amen.
1652. NELLE FESTE DEI SANTI
Esulti, Signore, il popolo cristiano
nel ricordo dei santi,
membra gloriose del corpo di Cristo,
e possa aver parte con loro alla tua eredità
per lodarti eternamente nella liturgia del cielo.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
Oppure:
Converti a te il cuore dei tuoi fedeli, Signore,
e per la fraterna intercessione dei santi [di san N.]
custodisci tutti noi sotto la tua protezione.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
E la benedizione di Dio onnipotente,
Padre e Figlio + e Spirito Santo,
discenda su di voi, e con voi rimanga sempre.
R. Amen.
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- 453 -
* II. BENEDIZIONI PARTICOLARI
1653. Le benedizioni al pane al vino, all'olio, al sale e all acqua, indicate in questi formulari
più specifici, si possono usare con lo schema proposto sopra (I) per la Benedizione
comune: senza la Messa (1) o durante la Messa nel giorno della festa (2).
1. BENEDIZIONE AL PANE
Premesse
1654. Il pane, base del nutrimento quotidiano, è dono di Dio e frutto del lavoro. Sorgente di
energia, oggetto di condivisione fraterna, il pane è l'emblema della tavola di famiglia. Nella
preghiera che Cristo ci ha insegnato, il pane compendia tutto ciò che è necessario
all'esistenza umana ed è il segno del pane della vita offerto e spezzato per tutti. In ogni
luogo la vicenda del pane, dalla semina del frumento all'agape familiare, è circondata di
amorosa attenzione e di rispetto sacro.
Nella cultura contadina si suole incidere una croce sulle grandi forme di pasta lievitata
prima di cuocerle nel forno, oppure in particolari circostanze si benedicono piccoli pani da
distribuire tra i membri di una comunità.
Rito breve
1655. Il ministro inizia il rito dicendo:
V. Sia benedetto il nome del Signore
R. Ora e sempre.
1656. Quindi, secondo l'opportunità, introduce il rito di benedizione con brevi parole.
1657. Poi uno dei presenti legge un brano della Sacra Scrittura:
Es 23, 25
Dice il Signore:
Voi servirete al Signore, vostro Dio.
Egli benedirà il tuo pane e la tua acqua.
Terrò lontana da te la malattia.
Is 58,1Oa
Dice il Signore:
Se offrirai il pane all'affamato,
se sazierai chi è digiuno,
ti guiderà sempre il Signore,
ti sazierà in terreni aridi.
1 Cor 5, 6-8
(Specialmente nel Tempo di Pasqua) - 454 -
Non sapete che un po' di lievito fa fermentare tutta la pasta?
Togliete via il lievito vecchio, per essere pasta nuova,
poiché siete azzimi.
E infatti Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato!
Celebriamo dunque la festa non con il lievito vecchio,
nè con lievito di malizia e di perversità,
ma con azzimi di sincerità e di verità.
Mt 4,4
Dice il Signore Gesù:
«Sta scritto: Non di solo pane vive l'uomo,
ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio».
Mt 6,8-13
Dice il Signore Gesù:
«Il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno ancor prima
che gliele chiediate. Voi dunque pregate così:
Padre nostro che sei nei cieli
sia santificato il tuo nome;
venga il tuo regno;
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male».
Mc 8,6
Gesù ordinò alla folla di sedersi per terra.
Presi allora quei sette pani,
rese grazie, li spezzò e li diede ai discepoli
perché li distribuissero;
ed essi li distribuirono alla folla.
Lc 1,47.53
Maria disse:
«L'anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio,
mio salvatore;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato a mani vuote i ricchi.
Gv 6,26-27
Dice il Signore Gesù:
«In verità, in verità vi dico,
voi mi cercate
non perché avete visto dei segni,
ma perché avete mangiato di quei pani
e vi siete saziati. - 455 -
Procuratevi non il cibo che perisce,
ma quello che dura per la vita eterna,
e che il Figlio dell'uomo vi darà».
1658. Quindi il ministro invita i presenti alla preghiera dicendo:
Preghiamo.
Tutti pregano per qualche momento in silenzio.
Segue la preghiera del Signore:
Padre nostro.
1659. Il ministro, con le braccia allargate, prosegue:
Sii benedetto, Dio nostro Padre,
creatore del cielo e della terra:
nel pane quotidiano
tu ci doni un segno della tua bontà
e l'alimento essenziale della tavola di famiglia.
Stendi la tua mano su di noi e su questi pani
[che ti presentiamo nel ricordo di N.]
e concedi a tutti i tuoi figli
che abitano in ogni parte della terra
il cibo necessario per il nutrimento del corpo
e la tua parola di vita eterna.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
1660. Oppure:
Noi ti glorifichiamo, Dio nostro Padre,
per Gesù Cristo, tuo Figlio,
che ha benedetto i cinque pani nel deserto
e li ha moltiplicati per nutrire la folla affamata.
Tu che in questo giorno di festa..
ci hai riuniti intorno alla tua mensa
per spezzare con noi il pane della parola e della vita eterna,
fa' che impariamo a condividere anche il pane terreno,
per gustare la gioia di un'autentica fraternità
a lode e gloria del tuo nome.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen. - 456 -
1661. Il ministro, secondo le consuetudini locali, traccia un segno di croce sui presenti e
sul pane dicendo:
Nel nome del Padre e del Figlio + e dello Spirito Santo.
R. Amen.
2 BENEDIZIONE AL VINO
Premesse
1662 Nel linguaggio profetico il grappolo d'uva pigiato nel torchio è simbolo di passione, e
la vendemmia è un cantico dell'amore di Dio per il suo popolo (cfr Is 5, 7). Sulla tavola
imbandita il vino versato nei calici è motivo di gioia e fraternità, e nell'Eucaristia è richiamo
e preludio del banchetto messianico (cfr Mt 26,29).
Giustamente il ciclo dell'uva, dalla piantagione della vite alla festa della vendemmia, è
occasione per rendere grazie a Dio e ricordare i benefici della creazione e della
redenzione.
Rito breve
1663. Il ministro inizia il rito dicendo.
V. Sia benedetto il nome del Signore.
R. Ora e sempre.
1664. Quindi, secondo l'opportunità, introduce il rito di benedizione con brevi parole.
1665. Poi uno dei presenti legge un brano della Sacra Scrittura:
Sir 31,27-28
Dice il Signore:
Il vino è come la vita per gli uomini,
purché tu lo beva con misura.
Che vita è quella di chi non ha vino?
Questo fu creato per la gioia degli uomini.
Allegria del cuore e gioia dell'anima
è il vino bevuto a tempo e a misura.
Sir 40,20
Dice il Signore:
Vino e musica rallegrano il cuore,
ma più ancora lo rallegra l'amore della sapienza.
Ger 31, 10-12
Ascoltate la parola del Signore, popoli, - 457 -
annunziatela alle isole lontane e dite:
«Chi ha disperso Israele lo raduna
e lo custodisce come fa un pastore con il gregge»
perché il Signore ha redento Giacobbe,
lo ha riscattato dalle mani del più forte di lui.
Verranno e canteranno inni sull'altura di Sion;
affluiranno verso i beni del Signore,
verso il grano, il mosto e l'olio,
verso i nati dei greggi e degli armenti.
Essi saranno come un giardino irrigato,
non languiranno più.
Mt 26,29
Gesù disse:
«Da ora non berrò più di questo frutto della vite
fino al giorno in cui lo berrò nuovo con voi
nel regno del Padre mio».
Gv 2, 7-9
Gesù disse:
«Riempite d'acqua le giare»,
e le riempirono fino all'orlo.
Disse loro di nuovo:
«Ora attingete e portatene al maestro di tavola».
Ed essi gliène portarono.
E come ebbe assaggiato l'acqua diventata vino,
il maestro di tavola, che non sapeva di dove venisse
[ma lo sapevano i servi che avevano attinto l'acqua],
chiamò lo sposo.
1666. Quindi il ministro invita i presenti alla preghiera dicendo:
Preghiamo.
Tutti pregano per qualche momento in silenzio.
Segue la preghiera del Signore:
Padre nostro.
1667. Il ministro, con le braccia allargate, prosegue:
Sii benedetto, Dio nostro Padre,
creatore del cielo e della terra:
nel succo della vite che allieta la nostra mensa,
tu ci hai dato un segno della tua bontà
e della grazia che sgorga dalle sorgenti del Salvatore;
stendi la tua mano su di noi e su questo vino
[che ti presentiamo nel ricordo di N.];
fa' che nella gioia fraterna e nella solidarietà operosa - 458 -
pregustiamo il festoso banchetto del tuo regno.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
Premesse
3. BENEDIZIONE ALL'OLIO
1668. L'olio è uno degli alimenti tipici dell'area mediterranea; della sua abbondanza Dio ha
favorito il suo popolo dandogli in eredità una terra ricca di olivi (Dt 6,11; 8,8)
L'abbondanza dell'olio è una benedizione divina (Dt 7,13 ss ), segno di salvezza (Gl 2,19)
e simbolo di felicità escatologica (Os 2, 24).
Dall'olio deriva l'unguento che profuma il capo (Sal 132 (133), 2; Am 6, 6) e fortifica le
membra (Ez 16,19), il farmaco che cura le piaghe (Lc 10, 34), l'elemento che ravviva le
lampade e diviene sorgente di luce e di benedizione (cfr Es 27, 20 ss; Mt 25, 3-8). I due
olivi da cui proviene l'olio per il candelabro dalle sette lampade, richiamano una
consuetudine cultuale, attestata dal profeta Zaccaria (Zc 4,11-14). La lampada che arde
davanti al tabernacolo eucaristico o davanti a una sacra immagine, è motivo di lode a Dio,
che fa risplendere su tutti la gioia del suo volto (Sal 103, 15). Anche la luce votiva che la
pietà cristiana accende a ricordo dei morti, è un'espressione di fede e di speranza nella
vita eterna.
Rito breve
1669. Il ministro inizia il rito dicendo:
V. Sia benedetto il nome del Signore.
R. Ora e sempre.
1670. Quindi, secondo l'opportunità, introduce il rito di benedizione con brevi parole.
1671. Poi uno dei presenti legge un brano della Sacra Scrittura:
Es 27,20-21
Dice il Signore:
Tu ordinerai agli Israeliti che ti procurino olio puro di olive schiacciate per il candelabro, per
tener sempre accesa una lampada. Nella tenda del convegno, al di fuori del velo che sta
davanti alla Testimonianza, Aronne e i suoi figli la prepareranno, perché dalla sera alla
mattina essa sia davanti al Signore: rito perenne presso gli Israeliti di generazione in
generazione.
Dt 7,11-13a
Dice il Signore:
Osserverai i comandi, le leggi e le norme che oggi ti do. mettendole in pratica. Per aver voi
dato ascolto a queste norme e per averle osservate e messe in pratica, il Signore tuo Dio
conserverà per te l'alleanza e la benevolenza che ha giurato ai tuoi padri. Egli ti amerà, ti - 459 -
benedirà, ti moltiplicherà; benedirà il frutto del tuo seno e il frutto del tuo suolo: il tuo
frumento, il tuo mosto e il tuo olio, i parti delle tue vacche e i nati del tuo gregge, nel paese
che ha giurato ai tuoi padri di darti.
Mt 25, 1-4
Dice il Signore Gesù:
Il regno dei cieli è simile a dieci vergini che, prese le loro lampade,
uscirono incontro allo sposo.
Cinque di esse erano stolte e cinque sagge;
le stolte presero le lampade ma non presero con sé olio;
le sagge invece, insieme alle lampade
presero anche dell'olio in piccoli vasi.
Mc 6, 13
I Dodici predicavano che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano di
olio molti infermi e li guarivano.
1672. Quindi il ministro invita i presenti alla preghiera dicendo:
Preghiamo.
Tutti pregano per qualche momento in silenzio.
Segue la preghiera del Signore:
Padre nostro.
1673. Il ministro con le braccia allargate, prosegue:
Sii benedetto, Dio nostro Padre,
creatore del cielo e della terra:
nel frutto delle olive
tu ci hai dato un segno della tua provvidenza
e un messaggio di pace e di amore;
stendi la tua mano su di noi e su quest'olio
[che ti presentiamo nel ricordo di N.];
ravviva nei nostri cuori la luce della fede
e il fuoco del tuo amore,
perché possiamo riconoscere Cristo tuo Figlio,
presente nel sacramento dell'Eucaristia,
nella Chiesa e nel più piccolo dei fratelli.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen. - 460 -
4. BENEDIZIONE AL SALE
Premesse
1674. Nel linguaggio biblico il sale, condimento indispensabile delle vivande (cfr Gb 6, 6),
è farmaco che preserva dalla corruzione e risana le acque (2 Re 2,19-22), simbolo di
sapienza, segno di ospitalità (cfr Es 4,14), elemento cultuale per la preparazione delle
offerte sacre (cfr Lv 2,13; Esd 6,9; 7,28; Ez 43,24).
Il divino Maestro esorta i suoi discepoli a diventare sale della terra, vigilando perché il sale
non diventi insipido e quindi inservibile (Mt 5,13; Lc 14, 34). L'apostolo Paolo ci invita a
condire il nostro parlare di sapienza, per sapere come rispondere a ciascuno
Rito breve
1675. Il ministro inizia il rito dicendo:
V. Sia benedetto il nome del Signore.
R. Ora e sempre.
1676. Quindi, secondo l'opportunità, introduce il rito di benedizione con brevi parole.
1677. Poi uno dei presenti legge un brano della Sacra Scrittura:
Lv 2, 13
Dice il Signore:
Dovrai salare ogni tua offerta di oblazione:
nella tua oblazione non lascerai mancare
il sale dell'alleanza del tuo Dio;
sopra ogni tua offerta offrirai del sale.
Ez 43,24
Dice il Signore:
Tu presenterai le offerte al Signore
e i sacerdoti getteranno il sale su di loro,
poi le offriranno in olocausto al Signore.
Mt 5,13
Dice il Signore Gesù:
«Voi siete il sale della terra;
ma se il sale perdesse il sapore,
con che cosa lo si potrà render salato?
A null'altro serve che ad essere gettato via
e calpestato dagli uomini».
Lc 14,34
Dice il Signore Gesù:
«Il sale è buono,
ma se anche il sale perdesse il sapore,
con che cosa lo si salerà?». - 461 -
1678. Quindi il ministro invita i presenti alla preghiera.
Preghiamo.
Tutti pregano per qualche momento in silenzio.
Segue la preghiera del Signore:
Padre nostro.
1679. Il ministro, con le braccia allargate, prosegue:
Sii benedetto, Dio nostro Padre,
creatore del cielo e della terra:
nel sale, che preserva dalla corruzione,
ci hai dato un segno della tua sapienza
e della vita incorruttibile;
stendi la tua mano su questo dono della tua provvidenza
[che ti presentiamo nel ricordo di N.];
fa' che alla scuola del Vangelo
diventiamo anche noi sale della terra,
per rendere ragione della speranza
infusa in noi dal tuo Spirito.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
5. BENEDIZIONE ALL'ACQUA
1680. L'acqua è sorgente di vita. Come l'aria e la luce, è uno degli elementi essenziali del
cosmo.
Senza di essa la terra non sarebbe che un deserto; l'uomo, le piante e gli animali non
potrebbero vivere. Nell'esistenza quotidiana, l'acqua ha un uso multiforme è lavacro,
bevanda, refrigerio; può essere torrente o rigagnolo, onda impetuosa e fontana limpida e
tranquilla. L'acqua è giustamente motivo di supplica e di benedizione
Rito breve
1681. Il ministro inizia il rito dicendo:
V. Sia benedetto il nome del Signore.
R. Ora e sempre.
1682. Quindi, secondo l'opportunità, introduce il rito di benedizione con brevi parole. - 462 -
1683. Poi uno dei presenti legge un brano della Sacra Scrittura:
Sal 103 (104), 1. 10-11
Benedici il Signore, anima mia.
Fai scaturire le sorgenti nelle valli
e scorrono tra i monti;
ne bevono tutte le bestie selvatiche
ed estinguono la loro sete.
Is 35,7-10
Dice il Signore:
In quei giorni, la terra bruciata diventerà una palude,
il suolo riarso si muterà in sorgenti d'acqua.
I luoghi dove si sdraiavano gli sciacalli
diventeranno canneti e giuncaie.
Ci sarà una strada appianata
e la chiameranno Via santa;
nessun impuro la percorrerà
e gli stolti non vi si aggireranno.
Non ci sarà più il leone,
nessuna bestia feroce la percorrerà,
vi cammineranno i redenti.
Su di essa ritorneranno i riscattati dal Signore
e verranno in Sion con giubilo;
felicità perenne splenderà sul loro capo;
gioia e felicità li seguiranno
e fuggiranno tristezza e pianto.
Is 41, 17-18
Dice il Signore:
I miseri e i poveri cercano acqua ma non ce n'è,
la loro lingua è riarsa per la sete;
io, il Signore, li ascolterò;
io, Dio d'Israele, non li abbandonerò.
Ap 21,6
Dice il Signore:
Io sono l'Alfa e l'Omega,
il Principio e la Fine.
A colui che ha sete darò gratuitamente
acqua della fonte della vita.
Gv 7, 37-38
Nell'ultimo giorno, il grande giorno della festa,
Gesù levatosi in piedi esclamò ad alta voce:
«Chi ha sete venga a me e beva, chi crede in me.
Come dice la Scrittura,
fiumi d'acqua viva sgorgheranno dal suo seno».
1684. Quindi il ministro invita i presenti alla preghiera dicendo: - 463 -
Preghiamo.
Tutti pregano per qualche momento in silenzio.
Segue la preghiera del Signore:
Padre nostro.
1685. Il ministro, con le braccia allargate, prosegue:
Sii benedetto, Dio onnipotente,
origine e fonte della vita;
stendi la tua mano su di noi e su quest'acqua
[che ti presentiamo nel ricordo di N.]
a sollievo del corpo e dell'anima;
nella tua misericordia
fa' scaturire in noi l'acqua viva della salvezza,
perché possiamo accostarci a te con cuore puro.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
6. BENEDIZIONE IN FAMIGLIA NEL GIORNO DI PASQUA quando si porta a
casa l'acqua benedetta
Premesse
1686. Cristo Signore, nella Pasqua di morte e risurrezione, dà in abbondanza agli uomini
l'acqua che zampilla per la vita eterna. Quest'acqua trabocca dal pozzo della Samaritana e
diventa fiume che bagna e vivifica la nuova Gerusalemme e i suoi abitanti.
1687. In vari luoghi è consuetudine per le feste pasquali «attingere» l'acqua dal fonte
battesimale, per portarla nelle case. Con quest'acqua benedetta si fa il segno della croce e
talvolta se ne prende anche un sorso prima di sedersi alla mensa di famiglia, come
«segno» dell'acqua viva che disseta per la vita eterna.
1688. Dove vige questa consuetudine è opportuno che prima del pasto si faccia
un'apposita preghiera.
Rito breve
1689. Dopo una breve introduzione di chi guida la preghiera, un familiare legge un brano
della Sacra Scrittura scelto tra i seguenti o tra quello indicato al n. 1646.
Ez 36,25-26
Così dice il Signore:
«Vi aspergerò con acqua pura e sarete purificati;
io vi purificherò da tutte le vostre sozzure - 464 -
e da tutti i vostri idoli;
vi darò un cuore nuovo,
metterò dentro di voi uno spirito nuovo,
toglierò da voi il cuore di pietra
e vi darò un cuore di carne».
Tt 3,5-6
Dio ci ha salvati
non in virtù di opere di giustizia da noi compiute,
ma per sua misericordia,
mediante un lavacro di rigenerazione
e di rinnovamento nello Spirito Santo,
effuso da lui su di noi abbondantemente
per mezzo di Gesù Cristo, salvatore nostro.
Gv 4, 13-14a
Disse Gesù alla donna Samaritana:
«Chiunque beve di quest'acqua avrà di nuovo sete,
ma chi beve dell'acqua che io gli darò
non avrà mai più sete».
1690. Il capofamiglia:
Questo è il giorno che ha fatto il Signore, rallegriamoci ed esultiamo.
1691. Quindi dice:
Preghiamo.
Benedetto sei tu, Signore del cielo e della terra,
che nella grande luce della Pasqua
manifesti la tua gloria
e doni al mondo la speranza della vita nuova;
guarda a noi tuoi figli,
radunati intorno alla mensa di famiglia:
fa' che possiamo attingere alle sorgenti della salvezza
la vera pace,
la salute del corpo e dello spirito
e la sapienza del cuore,
per amarci gli uni gli altri
come Cristo ci ha amati.
Egli ha vinto la morte,
e vive e regna nei secoli dei secoli.
R. Amen.
1692. Il capofamiglia con un ramoscello d'olivo porge l'acqua benedetta e ciascuno si fa il
segno della croce.
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20/05/2014 17:01
 
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7. BENEDIZIONE ALL'AGNELLO A PASQUA
Premesse
1693. L'agnello, immolato e consumato, già presente nella cultura dei popoli pastori come
simbolo sacrificale e conviviale, nell'esperienza pasquale dell'Esodo diviene il segno
dell'intervento di Dio che libera il suo popolo (Es 12, 3) nella prospettiva del Cristo
redentore, il vero agnello che toglie i peccati del mondo (Gv 1,29. 36). Su questo sfondo
culturale e religioso, si colloca la consuetudine di benedire e consumare l'agnello nelle
feste pasquali.
Rito breve
1694. Il ministro inizia il rito dicendo:
V. Sia benedetto Cristo, nostra Pasqua. [Alleluia.]
R. Ora e sempre. [Alleluia.]
1695. Quindi, secondo l'opportunità, introduce il rito di benedizione con brevi parole.
1696. Poi uno dei presenti legge un brano della Sacra Scrittura.
Es 12,3.11.13-14
Dice il Signore:
Parlate a tutta la comunità d'Israele e dite: Il dieci di questo mese ciascuno si procuri un
agnello per famiglia, un agnello per casa.
Ecco in qual modo lo mangerete: con i fianchi cinti, i sandali ai piedi, il bastone in mano; lo
mangerete in fretta.
Il sangue sulle vostre case sarà il segno che voi siete dentro: io vedrò il sangue e passerò
oltre, non vi sarà per voi flagello di sterminio, quando io colpirò il paese d'Egitto. Questo
giorno sarà per voi un memoriale; lo celebrerete come festa del Signore: di generazione in
generazione, lo celebrerete come un rito perenne.
1Pt 1,18-19
Voi sapete che non a prezzo di cose corruttibili,
come l'argento e l'oro,
foste liberati dalla vostra vuota condotta
ereditata dai vostri padri,
ma con il sangue prezioso di Cristo,
come di agnello senza difetti e senza macchia.
Ap 5,11-14
Io Giovanni, vidi e intesi voci di molti angeli intorno al trono e agli esseri viventi e ai
vegliardi. Il loro numero era mirìadi di mirìadi e migliaia di migliaia e dicevano a gran voce:
«L'agnello che fu immolato
è degno di ricevere potenza e ricchezza,
sapienza e forza, onore, gloria e benedizione». - 466 -
Tutte le creature del cielo e della terra, sotto la terra e nel mare e tutte le cose ivi
contenute, udii che dicevano:
«A Colui che siede sul trono e all'Agnello
lode, onore, gloria e potenza, nei secoli dei secoli».
E i quattro esseri viventi dicevano: «Amen». E i vegliardi si prostrarono in adorazione.
Ap 19,6-9
Io, Giovanni, udii come una voce di una immensa folla simile a fragore di grandi acque e a
rombo di tuoni possenti, che gridavano:
«Alleluia.
Ha preso possesso del suo regno il Signore,
il nostro Dio, l'Onnipotente.
Rallegriamoci ed esultiamo, rendiamo a lui gloria,
perché son giunte le nozze dell'Agnello;
la sua sposa è pronta,
le hanno dato una veste di lino puro splendente».
La veste di lino sono le opere giuste dei santi.
Allora l'angelo mi disse: «Scrivi: Beati gli invitati al banchetto delle nozze dell'Agnello!».
Poi aggiunse: «Queste sono parole veraci di Dio».
Gv 1,29-30
Giovanni vedendo Gesù venire verso di lui disse:
«Ecco l'agnello di Dio,
ecco colui che toglie il peccato del mondo!
Ecco colui del quale io dissi:
Dopo di me viene un uomo che mi è passato avanti,
perché era prima di me».
1697. Quindi il ministro dice:
Preghiamo.
Tutti pregano per qualche momento in silenzio.
Il ministro con le braccia allargate prosegue:
Benedetto sei tu, Signore del cielo e della terra,
che nella radiosa luce del Cristo risorto
richiami l'uomo e il mondo
a ricordare e vivere i grandi prodigi dell'Esodo.
Nel segno dell'agnello
tu hai spezzato le catene del tuo popolo
e hai stretto con lui un patto di libertà e di amore.
Guarda a noi tuoi fedeli
e a quanti si nutriranno di questo cibo,
umile e domestico richiamo alle feste pasquali.
Aiutaci a trascorrere questi santi giorni
in spirito di lieta e operosa fraternità,
per essere davanti al mondo - 467 -
testimoni della vera libertà,
scaturita dalla beata passione del tuo Figlio,
agnello del nostro riscatto.
Egli vive e regna nei secoli dei secoli.
R. Amen.
1698. Quindi il ministro asperge con l'acqua benedetta i presenti e il cibo dicendo queste
parole o altre simili:
Ravviva in noi, o Padre,
nel segno di quest'acqua benedetta
il ricordo del nostro Battesimo
e l'adesione a Cristo,
crocifisso e risorto per la nostra salvezza.
8. BENEDIZIONE ALLE UOVA A PASQUA
Premesse
1699. La tradizione religiosa ha sempre considerato l'uovo come il simbolo del dischiudersi
della vita, soprattutto nella stagione di primavera quando la natura si ridesta e si rinnova
Questa espressione della pietà popolare, propria sia dell'Oriente che dell'Occidente, si
riflette nella consuetudine di benedire le uova nel giorno di Pasqua
Il gesto semplice ed umile, insieme ad altri, prolunga nell'ambito familiare il messaggio
della risurrezione e della vita nuova in Cristo, che investe l'uomo e la natura.
Rito breve
1700. Il ministro inizia il rito dicendo:
V. Sia benedetto Cristo, nostra Pasqua. [Alleluia.]
R. Ora e sempre. [Alleluia.]
1701. Quindi, secondo l'opportunità introduce il rito di benedizione con brevi parole.
1702. Poi uno dei presenti legge un brano della Sacra Scrittura:
Rm 6,4
Per mezzo del battesimo
siamo stati sepolti insieme a Cristo nella morte,
perché come Cristo fu risuscitato dai morti
per mezzo della gloria del Padre,
così anche noi possiamo camminare in una vita nuova.
2 Cor 5,15-17
Cristo è morto per tutti,
perché quelli che vivono non vivano più per se stessi, - 468 -
ma per colui che è morto e risuscitato per loro.
Cosicché ormai noi non conosciamo più nessuno
secondo la carne;
e anche se abbiamo conosciuto Cristo secondo la carne,
ora non lo conosciamo più così.
Quindi se uno è in Cristo,
è una creatura nuova;
le cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove.
Ef 4,22-24
Fratelli, dovete deporre l'uomo vecchio
con la condotta di prima,
l'uomo che si corrompe dietro le passioni ingannatrici
e dovete rinnovarvi nello spirito della vostra mente
e rivestire l'uomo nuovo,
creato secondo Dio nella giustizia e nella santità vera.
1 Pt 3, 15
Adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori,
pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione
della speranza che è in voi.
1703. Quindi il ministro dice:
Preghiamo.
Tutti pregano per qualche momento in silenzio.
Il ministro, con le braccia allargate, prosegue:
Benedetto sei tu, Signore del cielo e della terra,
che nella radiosa luce del Cristo risorto
ridesti l'uomo e il mondo alla vita nuova
che scaturisce dalle sorgenti del Salvatore:
guarda a noi tuoi fedeli
e a quanti si ciberanno di queste uova,
umile e domestico richiamo alle feste pasquali;
fa' che ci apriamo alla fraternità
nella gioia del tuo Spirito.
Per Cristo nostro Signore,
che ha vinto la morte
e vive e regna nei secoli dei secoli.
R. Amen.
1704. Quindi il ministro asperge con l'acqua benedetta i presenti e le uova dicendo queste
parole o altre simili:
Ravviva in noi, o Padre, - 469 -
nel segno di quest'acqua benedetta
il ricordo del nostro Battesimo
e l'adesione a Cristo,
crocifisso e risorto per la nostra salvezza.
CAPITOLO LVIII BENEDIZIONE DEGLI OGGETTI DI PIETA'
Premesse
1705. Questo rito si usa per la benedizione di medaglie, piccole croci, immagini religiose
da esporsi in luoghi non sacri, scapolari. corone e cose simili che servono per compiere
esercizi di pietà.
1706. Soprattutto nei santuari o nei luoghi di pellegrinaggi, dove i fedeli accorrono più
numerosi, questa benedizione di oggetti concernenti la pietà viene fatta opportunamente
con un'unica celebrazione, e può essere inclusa in modo adatto in celebrazioni particolari
per i pellegrini.
1707. Il rito qui proposto può essere usato dal sacerdote e dal diacono.
1708. Nel rispetto della struttura del rito e dei suoi elementi essenziali si potranno adattare
le singole parti alle circostanze di persone e di luoghi.
1709. Per la benedizione di uno o pochi oggetti soltanto, il ministro può usare il rito breve,
nn. 1722-1726; in circostanze particolari la formula breve, n. 1727.
1. Rito della benedizione
INIZIO
1710. Quando tutti sono riuniti, si esegue un canto adatto o si fa una pausa di
raccoglimento. Poi tutti si fanno il segno della croce, mentre il ministro dice:
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
R. Amen.
SALUTO
1711. Il ministro saluta i presenti con le seguenti parole o altre adatte, tratte di preferenza
dalla Sacra Scrittura.
La grazia, la misericordia e la pace
di Dio nostro Padre
e di Gesù Cristo nostro salvatore
sia con tutti voi.
R. E con il tuo spirito.
o in un altro modo adatto. - 470 -
MONIZIONE INTRODUTTIVA
1712. Il ministro, o un'altra persona idonea, introduce il rito di benedizione con queste
parole o altre simili:
Gli oggetti religiosi che avete portato con voi, sono una espressione della vostra fede.
Servono a richiamare l'amore di Dio e ad accrescere la fiducia nella beata Vergine Maria e
nei Santi.
Mentre invochiamo con il loro aiuto la benedizione del Signore su questi segni [immagini],
non dimentichiamo che è soprattutto da noi che il Signore attende una coerente
testimonianza di vita.
LETTURA DELLA PAROLA
1713. Un lettore o uno dei presenti legge uno dei seguenti testi della Sacra Scrittura o altri
testi opportunamente scelti dal Lezionario.
2 Cor 3,17b-4,2
Riflettendo come in uno specchio la gloria del Signore, veniamo trasformati in quella
medesima immagine.
Ascoltate la parola di Dio
dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi
Dove c'è lo Spirito del Signore c'è libertà. E noi tutti, a viso scoperto, riflettendo come in
uno specchio la gloria del Signore, veniamo trasformati in quella medesima immagine di
gloria in gloria, secondo l'azione dello Spirito del Signore. Perciò, investiti di questo
ministero per la misericordia che ci è stata usata, non ci perdiamo d'animo; al contrario,
rifiutando le dissimulazioni vergognose, senza comportarci con astuzia né falsificando la
parola di Dio, ma annunziando apertamente la verità, ci presentiamo davanti a ogni
coscienza, al cospetto di Dio.
1714. Oppure (per esteso vedi a p. 944 ss. ):
Rm 8,26-31
Non sappiamo che cosa sia conveniente domandare, ma lo Spirito intercede per i credenti
secondo i disegni di Dio.
1 Cor 13, 8-13
Ora vediamo come in uno specchio, allora vedremo a faccia a faccia.
1 Cor 15,45-50
Come abbiamo portato l'immagine dell'uomo di terra, così porteremo l'immagine dell'uomo
celeste.
2 Cor 4,1-7
Cristo è immagine di Dio.
Gal 1,1.3-5; 2,20
Sono stato crocefisso con Cristo. - 471 -
Ef 3, 14-21
Dio fa molto più di quanto possiamo domandare o pensare.
Col 3, 14-17
Tutto si compia nel nome del Signore rendendo grazie a Dio.
Lc 11,5-13
Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete.
Lc 18,1-8
Bisogna pregare sempre, senza stancarsi.
RESPONSORIO
1715. Secondo l'opportunità si può cantare o recitare un salmo responsoriale (per esteso
vedi a p.1013 ss.) o eseguire un altro canto adatto.
Sal 99 (100), 2 3 4 5
R. La misericordia del Signore è eterna.
Sal 122 (123), 1 2ab 2c 3-4
R. A te, Signore, innalzo la mia preghiera.
Sal 138 (139), 1-3a 3b-4 5-6 7-8 9-10
R. Tu, Signore, conosci ogni cosa.
Sal 150, 1-2 3-4 5
R. Lodate il Signore: immensa è la sua grandezza.
BREVE ESORTAZIONE
1716. Secondo l'opportunità il ministro rivolge brevi parole ai presenti, illustrando la lettura
biblica per percepiscano il significato della celebrazione.
Breve silenzio
PREGHIERA DEI FEDELI
1717. Segue la preghiera comune. Tra le invocazioni proposte, si possono scegliere
alcune ritenute più adatte, o aggiungerne altre in sintonia con particolari situazioni di
persone o necessità del momento.
Fratelli e sorelle, invochiamo Dio nostro Padre, non esibendo una devozione puramente
esteriore, ma proclamando con tutta l'anima la grandezza del suo amore.
R. Donaci, Signore, lo spirito di pietà.
Dio clementissimo,
ricordaci sempre le tue meraviglie;
fa' che attraverso questi segni sensibili, - 472 -
riscopriamo i prodigi della tua misericordia. R.
Fa' che queste immagini
ci aiutino a divenire adoratori in spirito e verità,
autentici discepoli e testimoni del Vangelo. R.
Insegnaci a pregare senza mai stancarci,
sull'esempio di Cristo tuo Figlio;
fa' che perseverando in preghiera
viviamo nella castità e nel servizio del bene. R
Dispensa alla tua Chiesa
tesori di pietà e di santità
e fa' che questi umili segni
giovino alla edificazione del tuo Regno. R
1718. Quando si omettono le invocazioni sopra indicate, prima della formula di
benedizione il ministro dice:
Preghiamo.
Tutti pregano per qualche momento in silenzio.
* Segue la preghiera del Signore.
Padre nostro.
PREGHIERA DI BENEDIZIONE
1719. Il ministro, con le braccia allargate, pronuncia la preghiera di benedizione:
Benedetto sii tu, o Padre,
origine e fonte di ogni benedizione,
che ti compiaci della crescita spirituale
dei tuoi figli;
mostraci la tua benevolenza
e fa' che portando questi segni di fede e di devozione,
ci impegniamo a conformarci
all'immagine del Figlio tuo Gesù Cristo.
Egli vive e regna nei secoli dei secoli.
R. Amen.
CONCLUSIONE
1720. Il ministro stendendo le mani sui presenti dice:
Dio che in Cristo ha rivelato la sua gloria,
vi conceda di imitarlo con la santità della vita, - 473 -
perché possiate contemplarlo faccia a faccia
nella beatitudine eterna.
R. Amen.
E la benedizione di Dio onnipotente,
Padre e Figlio + e Spirito Santo,
discenda su di voi, e con voi rimanga sempre.
R. Amen.
1721. Un canto corale può chiudere la celebrazione
2. Rito breve
1722. Il ministro inizia il rito dicendo:
V. Mostraci, Signore, la tua misericordia.
R. E donaci la tua salvezza.
1723. Quindi, secondo l'opportunità, introduce il rito di benedizione con brevi parole.
1724. Poi uno dei presenti legge un brano della Sacra Scrittura:
Rm 8,26b.27b
Noi nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente domandare, ma lo Spirito stesso
intercede con gemiti inesprimibili; egli intercede per i credenti secondo i disegni di Dio.
Col 3, 17
Tutto quello che fate in parole ed opere,
tutto si compia nel nome del Signore Gesù,
rendendo per mezzo di lui grazie a Dio Padre.
Lc 11,9-10
Dice Gesù:
Io vi dico: «Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete,
bussate e vi sarà aperto.
Perché chi chiede ottiene, chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto».
* 1725. Quindi il ministro invita i presenti alla preghiera dicendo:
Preghiamo.
Tutti pregano per qualche momento in silenzio.
Segue la preghiera del Signore:
Padre nostro. 1726. Poi il ministro, con le braccia allargate, prosegue:
Il Signore misericordioso ti benedica +
ed esaudisca i santi desideri del tuo cuore;
allontani ogni pericolo nel cammino della vita,
perché tu possa raggiungere la felicità eterna.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
3. Formula breve
1727. In particolari circostanze, dopo aver detto insieme ai presenti il Padre nostro, il
sacerdote o il diacono può usare la seguente formula breve:
Nel nome del Padre e del Figlio + e dello Spirito Santo.
R. Amen.
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1726. Poi il ministro, con le braccia allargate, prosegue:
Il Signore misericordioso ti benedica +
ed esaudisca i santi desideri del tuo cuore;
allontani ogni pericolo nel cammino della vita,
perché tu possa raggiungere la felicità eterna.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
3. Formula breve
1727. In particolari circostanze, dopo aver detto insieme ai presenti il Padre nostro, il
sacerdote o il diacono può usare la seguente formula breve:
Nel nome del Padre e del Figlio + e dello Spirito Santo.
R. Amen.
CAPITOLO LIX - BENEDIZIONE DELLE CORONE DEL ROSARIO
Premesse
1728. E' bene che la benedizione di un certo numero di corone del Rosario abbia luogo nel
corso di una celebrazione, che preceda immediatamente la pia recita del Rosario con la
partecipazione del popolo.
1729. Il rito qui proposto per una celebrazione comune si usa opportunamente anche nelle
feste e nelle memorie della beata Vergine Maria o in occasione di un pio pellegrinaggio. Le
corone del Rosario si possono benedire insieme con altri oggetti di pietà e di devozione.
1730. Il rito qui proposto può essere usato dal sacerdote e dal diacono.
1731. Nel rispetto della struttura del rito e dei suoi elementi essenziali, si potranno
adattare le singole parti alle circostanze di persone e di luoghi.
1732. Per la benedizione di una o poche corone del Rosario soltanto, il ministro può usare
il rito breve, nn. 1748-1753, in circostanze particolari la formula breve, n. 1754.
1. Rito della benedizione
INIZIO
1733. Quando tutti sono riuniti, si esegue un canto adatto in onore della beata Vergine
Maria o si fa una pausa di raccoglimento.
Poi tutti si fanno il segno della croce, mentre il ministro, dice:
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. - 475 -
R. Amen.
SALUTO
1734. Il ministro saluta i presenti con le seguenti parole o altre adatte, tratte di preferenza
dalla Sacra Scrittura:
La grazia e la pace di Dio nostro Padre,
dal quale procede ogni bene
per mezzo del Figlio nato dalla Vergine,
sia con tutti voi.
R. E con il tuo spirito.
o in un altro modo adatto.
MONIZIONE INTRODUTTIVA
1735. Il ministro, o un altra persona idonea, introduce il rito di benedizione con queste
parole o altre simili:
La Vergine Maria, nell'eterno disegno dell'incarnazione del Verbo, fu predestinata ad
essere Madre di Dio. Gia nella vita terrena come Madre del Redentore fu associata in
modo del tutto singolare all'opera di salvezza.
I momenti e gli aspetti di questa provvidenza salvifica sono luminosamente espressi e
contemplati nel Rosario, che e stato sempre valorizzato e vivamente raccomandato dai
pastori del popolo di Dio.
Giustamente la Chiesa ha arricchito di una particolare benedizione le corone del Rosario e
coloro che meditano, in questo pio esercizio i misteri della redenzione, lodando Dio con
Maria e per mezzo di Maria.
LETTURA DELLA PAROLA DI DIO
1736. Un lettore o uno dei presenti legge un testo della Sacra Scrittura, scelto di
preferenza fra quelli indicati nel «Lezionario dei Santi: Comune della beata Vergine
Maria», pp. 511-563, oppure fra quelli proposti qui di seguito.
At 1, 12-14
Tutti erano assidui e concordi nella preghiera, con Maria, la Madre di Gesù.
Ascoltate la parola di Dio dagli Atti degli Apostoli
Dopo che ebbero veduto Gesù salire al cielo, gli apostoli ritornarono a Gerusalemme dal
monte detto degli Ulivi, che è vicino a Gerusalemme quanto il cammino permesso in un
sabato. Entrati in città, salirono al piano superiore dove abitavano. C'erano Pietro e
Giovanni, Giacomo e Andrea, Filippo e Tommaso, Bartolomeo e Matteo, Giacomo di Alfeo
e Simone lo Zelota e Giuda di Giacomo. Tutti questi erano assidui e concordi nella
preghiera, insieme con alcune donne e con Maria, la Madre di Gesù, e con i fratelli di lui.
1737. Oppure - 476 -
Lc 2,46-52
La madre di Gesù serbava tutte queste cose nel suo cuore.
Ascoltate la parola del Signore dal Vangelo secondo Luca
Dopo tre giorni, Maria e Giuseppe trovarono il fanciullo Gesù nel tempio, seduto in mezzo
ai dottori, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l'udivano erano pieni di
stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono stupiti e sua madre
gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo».
Ed egli rispose: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose
del Padre mio?». Ma essi non compresero le sue parole.
Partì dunque con loro e tornò a Nazaret e stava loro sottomesso. Sua madre serbava tutte
queste cose nel suo cuore. E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli
uomini.
RESPONSORIO
1738. Secondo l'opportunità si può cantare o recitare un salmo responsoriale (per esteso
vedi a p. 1021 e p. 1035) o eseguire un altro canto adatto.
Sal 112 (113), 1-2 3-4 5-6 7-8
R. Benediciamo il nome del Signore.
Lc 1,46-48 49-50 51-53 54-55 (Magnificat)
R. Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente.
BREVE ESORTAZIONE
1739. Secondo l'opportunità, il ministro rivolge brevi parole ai presenti, illustrando la lettura
biblica, perché percepiscano il significato della celebrazione e l'uso della corona del
Rosario per imparare più facilmente a pregare con pietà e con frutto.
Breve silenzio.
PREGHIERA DEI FEDELI
1740. Segue la preghiera comune. Tra le invocazioni proposte si possono scegliere alcune
ritenute più adatte, o aggiungerne altre in sintonia con particolari situazioni di persone o
necessità del momento.
In molti modi e attraverso i tempi il popolo cristiano ha venerato e invocato la Madre del
Signore.
Segno privilegiato di questa devozione è la corona del Rosario.
Invochiamo Dio nostro Padre, perché sull'esempio della Vergine Maria, possiamo aderire
pienamente a Cristo.
R. Santa Maria, intercedi per noi.
O Padre clementissimo, che hai scelto Maria,
consenziente alla tua parola,
come socia della redenzione, - 477 -
fa' che per le sue preghiere la tua Chiesa
raccolga con abbondanza i frutti della salvezza. R.
Tu che unendo Maria di Nazaret
al mistero di Cristo tuo Figlio,
l'hai voluta piena di grazia,
fa' che la sentiamo sempre accanto a noi
avvocata e madre. R.
Tu che nella Vergine Maria
ci hai offerto il modello della sequela di Cristo,
fa' che meditando nel Rosario gli eventi della salvezza,
ci impegniamo a viverli nella nostra esperienza quotidiana. R.
Tu che ci proponi in Maria la discepola esemplare
che ascolta e custodisce nel cuore tutte le tue parole,
concedi a noi di imitarla,
per accogliere nella fede e attuare nelle opere
gli insegnamenti del tuo Figlio. R.
Tu che hai effuso lo Spirito Santo sugli Apostoli,
riuniti in preghiera con Maria, Madre di Gesù,
fa' che perseverando nell'orazione viviamo dello Spirito
per camminare secondo lo Spirito. R.
1741. Quando si omettono le invocazioni sopra indicate, prima della formula di
benedizione, il ministro dice:
Preghiamo.
Tutti pregano per qualche momento in silenzio.
* Segue la preghiera del Signore
Padre nostro.
PREGHIERA DI BENEDIZIONE
1742. Il ministro, con le braccia allargate, pronuncia la preghiera di benedizione.
Benedetto sii tu, Dio nostro Padre,
che ci chiami a meditare e celebrare nella fede
i misteri del tuo Figlio.
Concedi ai tuoi fedeli,
assidui nella preghiera del Rosario,
di custodire nel cuore
insieme con Maria, Vergine e Madre,
per la grazia dello Spirito Santo,
la gioia, la passione e la gloria
di Gesù Cristo nostro Signore. - 478 -
Egli vive e regna nei secoli dei secoli.
R. Amen.
1743. Oppure:
Guarda, o Padre, i tuoi fedeli,
che recitando devotamente la corona del Rosario
invocano con fiducia
l'intercessione della beata Vergine Maria;
fa' che nella meditazione dei misteri della salvezza,
possano stabilire una perfetta sintonia tra preghiera e vita.
A te gloria nei secoli.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
1744. Oppure:
Padre di infinita misericordia,
per tuo volere e per opera dello Spirito Santo,
il tuo unigenito Figlio
prese umana carne nel grembo della Vergine Maria,
patì il supplizio della croce,
risuscitò dai morti;
accogli la nostra lode
e benedici quanti perseverano,
con le labbra e con il cuore,
nella preghiera del Rosario,
perché siano presentati a te dalla stessa Vergine Madre
al termine della vita.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
1745. Segue la pia recita del Rosario, secondo le consuetudini locali.
* 1746. Quindi si cantano le litanie della beata Vergine (nn. 2523-2525 o nn. 2544-2546) o
un'antifona mariana, ad esempio Salve, Regina (cfr n. 2549) o si esegue un altro canto
adatto.
CONCLUSIONE
1747. Il ministro stendendo le mani sui presenti dice: - 479 -
Dio, che per mezzo della beata Vergine Maria
ha ridato la gioia al mondo intero,
vi colmi dei suoi favori.
R. Amen.
E la benedizione di Dio onnipotente,
Padre e Figlio + e Spirito Santo,
discenda su di voi, e con voi rimanga sempre.
R. Amen.
2. Rito breve
1748. Il ministro inizia il rito dicendo:
V. Mostraci, Signore, la tua misericordia.
R. E donaci la tua salvezza.
1749. Quindi, secondo l'opportunità, introduce il rito di benedizione con brevi parole.
1750. Poi uno dei presenti legge un brano della Sacra Scrittura:
At 1,14
Gli apostoli e i discepoli di Gesù
erano assidui e concordi nella preghiera,
insieme con alcune donne
e con Maria, la Madre di Gesù,
e con i fratelli di lui.
Lc 2,51b-52
La Madre di Gesù
serbava nel suo cuore tutte queste cose.
E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia
davanti a Dio e agli uomini.
* 1751. Quindi il ministro invita i presenti alla preghiera dicendo:
Preghiamo.
Tutti pregano per qualche momento in silenzio.
Segue la preghiera del Signore:
Padre nostro.
1752. Il ministro, con le braccia allargate, prosegue
Benedetto sii tu, Dio nostro Padre, - 480 -
che ci chiami a meditare e celebrare nella fede
i misteri del tuo Figlio.
Concedi ai tuoi fedeli,
assidui nella preghiera del Rosario,
di custodire nel cuore
insieme con Maria, Vergine e Madre,
per la grazia dello Spirito Santo,
la gioia, la passione e la gloria
di Gesù Cristo nostro Signore.
Egli vive e regna nei secoli dei secoli.
R. Amen.
1753. Oppure
Su tutti voi che recitate devotamente
la corona del Rosario
in onore della beata Vergine Maria,
Madre di Cristo e della Chiesa,
meditando i misteri
della vita, morte e risurrezione del Signore,
scenda la benedizione di Dio onnipotente,
Padre e Figlio + e Spirito Santo.
R. Amen.
1754. In circostanze particolari, dopo aver detto insieme ai presenti il Padre nostro e
un'invocazione alla Vergine, il sacerdote o il diacono può usare questa formula breve:
Nel nome del Padre e del Figlio + e dello Spirito Santo.
CAPITOLO LX - BENEDIZIONE E IMPOSIZIONE DI UNO SCAPOLARE
Premesse
1755. La benedizione e l'imposizione di uno scapolare dev'essere fatta, per quanto è
possibile, in una celebrazione comune. Quanto all'imposizione dello scapolare, per mezzo
della quale i fedeli sono ammessi a far parte di una confraternita aggregata a un Istituto
religioso, tale ammissione dev'essere compiuta da un suo membro o da un ministro a ciò
debitamente delegato dalla competente autorità dello stesso Istituto.
1756. Per la benedizione e l'imposizione, si deve usare uno scapolare che, quanto alla
forma e alla materia, rispetti le caratteristiche definite per la confraternita o associazione di
cui si tratta; successivamente però può essere sostituito da una medaglia benedetta nello
stesso rito.
1757. Quanto all'ingresso in una confraternita per mezzo del quale uno diviene
spiritualmente partecipe di un Istituto religioso, si tengano presenti le norme particolari
stabilite dai singoli Istituti, e siano integralmente osservate. - 481 -
Rito della benedizione
INIZIO
1758. Quando tutti sono riuniti, si esegue un canto adatto o si fa una pausa di
raccoglimento. Poi tutti si fanno il segno della croce, mentre il ministro dice:
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
R. Amen.
SALUTO
1759. Il ministro saluta i presenti con le seguenti parole o altre adatte, tratte di preferenza
dalla Sacra Scrittura:
La grazia e la pace di Dio nostro Padre,
dal quale procede ogni bene
per mezzo del Figlio nato dalla Vergine,
sia con tutti voi.
R. E con il tuo spirito.
o in un altro modo adatto.
MONIZIONE INTRODUTTIVA
1760. Il ministro, o un'altra persona idonea, introduce il rito di benedizione con queste
parole o altre simili:
Anche mediante umili segni Dio si compiace di manifestarci la sua grande misericordia.
Nello stesso modo noi esprimiamo i sentimenti dell'animo riconoscente, riaffermando la
volontà di servire Dio e di mantenerci fedeli per tutta la vita al nostro Battesimo.
Questo scapolare, in cui si suole ravvisare un segno di appartenenza all'Ordine religioso
N., riconosciuto dalla Chiesa, esprime il desiderio di partecipare allo spirito e alla
comunione orante della stessa comunità. In particolare richiama il proposito battesimale di
rivestirci di Cristo, con l'aiuto della Vergine Madre, sollecita della nostra conformazione al
Verbo fatto uomo a lode della Trinità, perché portando la veste nuziale, giungiamo alla
patria del cielo.
LETTURA DELLA PAROLA DI DIO
1761. Poi un lettore o uno dei presenti legge un brano della Sacra Scrittura, scelto
preferibilmente fra quelli che si trovano nel Lezionario per la Santissima Trinità, per i
misteri del Signore o per la beata Vergine Maria. Si può anche scegliere opportunamente
un brano fra quelli che siano confacenti allo spirito dell'Istituto a cui la pia associazione
aderisce.
1762. Oppure: - 482 -
2 Cor 4,13-5,10
Non vogliamo essere spogliati, ma sopravvestiti.
Ascoltate la parola di Dio
dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi
Animati da quello stesso spirito di fede di cui sta scritto: «Ho creduto, perciò ho parlato»,
anche noi crediamo e perciò parliamo, convinti che colui che ha risuscitato il Signore
Gesù, risusciterà anche noi con Gesù e ci porrà accanto a lui insieme con voi. Tutto infatti
è per voi, perché la grazia, ancora più abbondante ad opera di un maggior numero,
moltiplichi l'inno di lode alla gloria di Dio. Per questo non ci scoraggiamo, ma se anche il
nostro uomo esteriore si va disfacendo, quello interiore si rinnova di giorno in giorno. Infatti
il momentaneo, leggero peso della nostra tribolazione, ci procura una quantità smisurata
ed eterna di gloria, perché noi non fissiamo lo sguardo sulle cose visibili, ma su quelle
invisibili. Le cose visibili sono d'un momento, quelle invisibili sono eterne.
Sappiamo infatti che quando verrà disfatto questo corpo, nostra abitazione sulla terra,
riceveremo un'abitazione da Dio, una dimora eterna, non costruita da mani di uomo, nei
cieli. Perciò sospiriamo in questo nostro stato, desiderosi di rivestirci del nostro corpo
celeste: a condizione però di essere trovati già vestiti, non nudi. In realtà quanti siamo in
questo corpo, sospiriamo come sotto un peso, non volendo venire spogliati ma
sopravvestiti, perché ciò che è mortale venga assorbito dalla vita. E' Dio che ci ha fatti per
questo e ci ha dato la caparra dello Spirito.
Così, dunque, siamo sempre pieni di fiducia e sapendo che finché abitiamo nel corpo
siamo in esilio lontano dal Signore, camminiamo nella fede e non ancora in visione. Siamo
pieni di fiducia e preferiamo andare in esilio dal corpo ed abitare presso il Signore. Perciò
ci sforziamo, sia dimorando nel corpo sia esulando da esso, di essere a lui graditi. Tutti
infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, ciascuno per ricevere la
ricompensa delle opere compiute finché era nel corpo, sia in bene che in male.
BREVE ESORTAZIONE
1763. Secondo l'opportunità, il ministro rivolge brevi parole presenti, illustrando la lettura
biblica, perché percepiscano il significato della celebrazione.
Breve silenzio.
PREGHIERA DEI FEDELI
1764. Segue la preghiera comune. Tra le invocazioni proposte, si possono scegliere
alcune ritenute più adatte, o aggiungerne altre in sintonia con particolari situazioni di
persone o necessità del momento.
Dio, Padre buono, ha scelto il grembo purissimo della Vergine Maria per rivestire di carne
mortale, ad opera dello Spirito Santo, il Verbo della vita, perché resi partecipi della grazia
di Cristo, primogenito fra molti fratelli, viviamo a lode della sua gloria.
Sostenuti dall'intercessione di Maria, nostra Madre e Regina, diciamo insieme:
R. Rivestici, o Padre, del Cristo tuo Figlio.
Tu hai disposto che il tuo amato Figlio - 483 -
assumesse la nostra povera umanità,
perché gli uomini divenissero in lui
partecipi della vita immortale;
rendici degni di chiamarci ed essere tuoi figli. R.
Tu hai voluto che il Cristo
fosse in tutto simile a noi, escluso il peccato,
e ci hai chiamati a seguirlo per trasformarci
a sua immagine;
rendici suoi fedeli discepoli per piacere in tutto a te. R.
Tu ci convochi al banchetto della grazia,
perché rivestiti dell'abito nuziale
godiamo nella rivelazione della tua gloria;
insegnaci a servirti con totale dedizione. R.
Tu ci esorti per bocca dell'apostolo Paolo
a diffondere nel mondo il buon odore di Cristo;
donaci di riconoscere la sua presenza
in mezzo ai nostri fratelli. R.
Tu ci adorni della veste della giustizia,
perché vivendo secondo il tuo Spirito
manifestiamo la santità della Chiesa;
santificaci nella verità
e donaci di cooperare generosamente alla salvezza di tutti. R.
Tu ci benedici con ogni benedizione spirituale in Cristo,
perché nel suo avvento glorioso,
corriamo incontro a lui con la tunica battesimale;
fa' che, avendo Maria al nostro fianco,
insieme con i tuoi santi,
passiamo dalla morte alla vita senza fine. R.
* 1765. Quando si omettono le invocazioni sopra indicate, prima della formula di
benedizione, il ministro dice:
Preghiamo.
Tutti pregano per qualche momento in silenzio.
Segue la preghiera del Signore
Padre nostro.
PREGHIERA DI BENEDIZIONE
1766. Il ministro, con le braccia allargate, pronuncia la preghiera di benedizione:
O Dio, autore e perfezionatore della santità,
tu chiami i rinati dall'acqua e dallo Spirito - 484 -
alla pienezza della vita in Cristo
e alla perfezione della carità;
guarda benigno i tuoi fedeli
che ricevono devotamente questo scapolare
a lode e gloria del tuo nome in onore ...
[della Passione di Cristo o della beata Vergine Maria];
fa' che diventino
sempre più conformi all'immagine del tuo Figlio,
perché al termine della vita,
con l'aiuto della Vergine Madre,
possano entrare nella gioia della tua dimora.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
IMPOSIZIONE DELLO SCAPOLARE
1767. Quindi il ministro impone lo scapolare ai candidati pronunciando le parole seguenti o
altre simili, come nei Rituali particolari.
1768. PER UNO SCAPOLARE IN ONORE DELLA TRINITà'
O DEI MISTERI DI GESU' CRISTO
Ricevi quest'abito con il quale sei ammesso
a far parte della famiglia religiosa N.,
dedicata alla Santissima Trinità
[alla Passione di Gesù Cristo];
ti aiuti la Vergine Madre
a rivestirti interiormente di Cristo,
che ci ha redenti nel suo sangue,
per rendere gloria a Dio
e cooperare nella Chiesa al bene dei fratelli.
R. Amen.
1769. PER UNO SCAPOLARE IN ONORE
DELLA VERGINE MARIA
Ricevi quest'abito con il quale sei ammesso
a far parte della famiglia religiosa N.,
dedicata alla Vergine Maria;
ti aiuti la Madre di Dio
a rivestirti di Cristo che vive in te,
per rendere gloria alla Trinità
e cooperare nella Chiesa al bene dei fratelli.
R. Amen. - 485 -
1770. Il ministro, secondo l'opportunità, può pronunciare ad alta voce, una volta sola per
tutti, la formula dell'imposizione.
Tutti rispondono insieme: Amen.
E si accostano al celebrante per ricevere lo scapolare.
1771. Poi il ministro rivolgendosi ai nuovi confratelli dice:
Con il segno di questo scapolare,
la nostra comunità religiosa vi accoglie,
perché possiate servire con maggior impegno
Cristo e la sua Chiesa nello spirito dell'Ordine N.
Per l'attuazione di questo santo proposito
io, con l'autorità che mi è stata concessa,
vi ammetto alla partecipazione
di tutti i beni spirituali della nostra famiglia.
1772. Poi il ministro espone i diritti e gli obblighi dei membri dell'associazione.
CONCLUSIONE
1773. Il ministro stendendo le mani sui presenti dice il formula seguente o un altro adatto
tenendo presente la denominazione dello scapolare.
Dio onnipotente e misericordioso vi protegga
e vi dia il dono della vera sapienza,
apportatrice di salvezza.
R. Amen.
Vi illumini sempre
con gli insegnamenti della fede,
e vi aiuti a perseverare nel bene.
R. Amen.
Vi mostri la via della verità e della pace,
e guidi i vostri passi
nel cammino verso la vita eterna.
R. Amen.
E la benedizione di Dio onnipotente,
Padre e Figlio + e Spirito Santo,
discenda su di voi, e con voi rimanga sempre.
R. Amen.
1774. Un canto corale può chiudere la celebrazione. - 486 -
PARTE QUINTA
BENEDIZIONI PER DIVERSE CIRCOSTANZE
Premesse
1775. La vita cristiana viene incrementata in molti modi quando nello Spirito del Signore,
secondo i suoi comandamenti, si mettono in comune i frutti della terra e del lavoro, e tutto
ciò che è adatto a favorire l'amicizia fra gli uomini. Dio ci benedice e noi lo benediciamo1;
perciò lo ringraziamo e imploriamo il suo aiuto con una celebrazione e una preghiera
conveniente, perché ciò che ci ha donato serva a portare a compimento nel debito modo il
regno del Signore.
CAPITOLO LXI – BENEDIZIONE PER I BENEFICI RICEVUTI
Premesse
1776. Con i suoi doni Dio ci chiama incessantemente a ringraziarlo; ciò vale soprattutto
quando egli ci elargisce particolari benefici. I fedeli che si propongono di estendere la
grazia della celebrazione eucaristica alla vita quotidiana, cercano di rimanere in un
continuo rendimento di grazie.
1777. Questo formulario risponde al vissuto domestico o sociale in cui le famiglie o i gruppi
di persone sperimentano gli interventi della Provvidenza.
1778. Il rito qui proposto può essere usato dal sacerdote e dal diacono, o anche da un
laico con i gesti e le formule per esso predisposti.
1779. Nel rispetto della struttura del rito e dei suoi elementi essenziali, si potranno
adattare le singole parti della celebrazione alle particolari circostanze di persone e di
luoghi.
Rito della benedizione
1780. Vedi il Cap. I/l, p. 45. - 487 -
CAPITOLO LXII - BENEDIZIONE PER COSE E SITUAZIONI VARIE
Premesse
1781. Per lodare il Signore e invocare la sua benedizione anche in altre situazioni della
vita che non sono espressamente indicate nei riti precedenti (come per esempio una
riunione dei membri di una famiglia, oppure un'incontro per celebrare un particolare
avvenimento, oppure una raccolta di aiuti per i poveri, ecc.), si propone qui un rito per una
celebrazione che, presentando più testi a scelta, può facilmente esser adattato alle diverse
circostanze.
1782. Il presente rito non intende però derogare in nulla dai principi. Non è conveniente
infatti cogliere l'occasione per celebrare una benedizione per qualunque genere di cose
(come per es. per l'erezione di un monumento qualsiasi, per nuovi strumenti bellici, o per
ogni genere di circostanze). Ciascuna celebrazione deve sempre essere sottoposta ad un
equo criterio pastorale, soprattutto se si può prevedere il pericolo di suscitare sorpresa nei
fedeli o negli altri.
1783. Il rito qui proposto può essere usato dal sacerdote e dal diacono, o anche da un
laico con i gesti e le formule per esso predisposti.
1784. Nel rispetto della struttura del rito e dei suoi elementi essenziali, si potranno
adattare le singole parti alle circostanze di persone e di luoghi.
Rito della benedizione
INIZIO
1785. Quando tutti sono riuniti, si esegue un canto adatto o si fa una pausa di
raccoglimento. Poi tutti si fanno il segno della croce, mentre il ministro dice:
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
R. Amen.
SALUTO
1786. Il ministro, se sacerdote o diacono, saluta i presenti con le seguenti parole o altre
adatte, tratte di preferenza dalla Sacra Scrittura:
Dio, origine e fonte di ogni bene,
sia con tutti voi.
R. E con il tuo spirito.
o in un altro modo adatto.
1787. Se il ministro è un laico, saluta i presenti dicendo: - 488 -
Fratelli e sorelle, benediciamo Dio,
origine e fonte di ogni bene.
R. Amen.
MONIZIONE INTRODUTTIVA
1788. Il ministro o un'altra persona idonea, introduce il rito di benedizione con queste
parole o altre simili:
Le meraviglie del creato, gli eventi della storia che una misteriosa provvidenza volge a fine
di bene, le opere degli uomini amanti della giustizia e della pace muovono il nostro cuore a
benedire Dio, sorgente prima di ogni dono.
Noi crediamo, con l'apostolo Paolo, che tutto coopera al bene per coloro che temono e
amano il Signore; e in ogni circostanza cerchiamo il suo paterno aiuto perché, aderendo in
Cristo alla sua volontà, tutto compiamo per la sua gloria.
LETTURA DELLA PAROLA DI DIO
1789. Un lettore o uno dei presenti legge uno dei testi della Sacra Scrittura:
Col 1,9b-14
Portando frutto in ogni opera buona.
Ascoltate la parola di Dio dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossesi
Non cessiamo di pregare per voi, e di chiedere che abbiate una conoscenza piena della
sua volontà con ogni sapienza e ; intelligenza spirituale, perché possiate comportarvi in
maniera degna del Signore, per piacergli in tutto, portando frutto in ogni opera buona e
crescendo nella conoscenza di Dio; rafforzandovi con ogni energia secondo la sua
gloriosa potenza per poter essere forti e pazienti in tutto; ringraziando con gioia il Padre
che ci ha messi in grado di partecipare alla sorte dei santi nella luce. E' lui infatti che ci ha
liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasferiti nel regno del suo Figlio diletto, per opera
del quale abbiamo la redenzione, la remissione dei peccati.
1790. Oppure
Rm 8, 24-27
Lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza.
Ascoltate la parola di Dio dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Nella speranza noi siamo stati salvati. Ora, ciò che si spera, se visto, non è più speranza;
infatti, ciò che uno già vede, come potrebbe ancora sperarlo? Ma se speriamo quello che
non vediamo, lo attendiamo con perseveranza!
Allo stesso modo anche lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché nemmeno
sappiamo che cosa sia conveniente domandare, ma lo Spirito stesso intercede con
insistenza per noi, con gemiti inesprimibili; e colui che scruta i cuori sa quali sono i desideri
dello Spirito, poiché egli intercede per i credenti secondo i disegni di Dio. - 489 -
1791. Oppure
1 Tm 4,4
Tutto ciò che è stato creato da Dio è buono.
Ascoltate la parola di Dio dalla prima lettera di san Paolo apostolo a Timoteo
Tutto ciò che è stato creato da Dio è buono e nulla è da scartarsi, quando lo si prende con
rendimento di grazie, perché esso viene santificato dalla parola di Dio e dalla preghiera.
1792. Oppure (per esteso vedi a p. 865 ss.):
Nm 6,22-27
Voi benedirete così gli Israeliti e io li benedirò.
Dt 33,1.13-16
La benedizione di Mosè.
Sap 13, 1-7
Dalla grandezza e bellezza delle creature si conosce il Creatore.
Sir 18, 1-10
Non è possibile narrare le meraviglie del Signore!
Col 3,14-17
Tutto si compia nel nome del Signore rendendo grazie a Dio.
RESPONSORIO
1793. Secondo l'opportunità si può cantare o recitare un salmo responsoriale (per esteso
vedi a p. 1018 ss.) o eseguire un altro canto adatto.
Sal 104 (105), 1-2 3-4 5.7 8-9
R. Cantate al Signore: ha liberato il suo popolo.
Sal 105 (106), 2-3 4-5 45-46 47 48
R. Celebrate il Signore, perché è buono:
eterna è la sua misericordia.
Sal 106 (107), 1-3 8-9 42-43
R. Volgiti a noi, Signore: in te speriamo.
BREVE ESORTAZIONE
1794. Secondo l'opportunità, il ministro rivolge brevi parole ai presenti, illustrando la lettura
biblica, perché percepiscano il significato della celebrazione.
Breve silenzio
PREGHIERA DEI FEDELI - 490 -
1795. Segue la preghiera comune. Tra le invocazioni proposte, si possono scegliere
alcune ritenute più adatte, o aggiungerne altre in sintonia con particolari situazioni di
persone o necessità del momento.
Dio ama tutte le creature e le custodisce con immenso amore. Invochiamo la sua
benedizione, perché ci guidi e ci sostenga con la forza del suo Spirito.
R. Sia sempre con noi la tua benedizione, Signore.
O Dio eterno,
che imprimi un senso più alto alla nostra vita,
quando aderiamo di cuore alla tua volontà,
colmaci della sapienza del tuo Spirito. R.
Tu che hai profuso in noi la ricchezza
dei tuoi benefici,
fa' che rendiamo copiosi frutti di opere buone
a gloria del tuo nome. R.
Tu che ci guardi sempre con occhi di misericordia,
accogli le preghiere di coloro che confidano in te. R.
Tu che hai mandato nel mondo il tuo Figlio
per cancellare la maledizione del peccato
e proclamare un tempo di grazia e di salvezza,
donaci in lui ogni benedizione del cielo. R.
Tu che effondi nei nostri cuori lo Spirito
nel quale gridiamo: Abbà, Padre,
esaudisci la preghiera dei tuoi figli
che riconoscono la tua bontà infinita. R.
Tu che per la morte e risurrezione del tuo Figlio
ci hai scelti come tuo popolo santo,
ricordati di noi in tutte le nostre prove
e benedici la tua eredità. R.
1796. Quando si omettono le invocazioni sopra indicate, prima della formula di
benedizione, il ministro dice:
Preghiamo.
Tutti pregano per qualche momento in silenzio.
* Segue la preghiera del Signore:
Padre nostro.
PREGHIERA DI BENEDIZIONE - 491 -
1797. Il ministro, con le braccia allargate se sacerdote o diacono, con le mani giunte se
laico, pronuncia la preghiera di benedizione:
1798. PER LE COSE CREATE DA DIO
Benedetto sei tu, Dio, creatore dell'universo,
che hai fatto buone tutte le cose,
e hai affidato all'uomo le risorse della terra;
fa' che usiamo sempre con gratitudine
dei beni da te creati
e condividiamo i tuoi doni con i poveri
nell'amore di Cristo.
Egli vive e regna nei secoli dei secoli.
R. Amen.
1799. Oppure
Signore, Padre santo,
dalla tua parola e dalla tua potenza
tutto è stato creato;
da te riceviamo
ciò che sostenta la nostra vita quotidiana;
accogli la lode dei tuoi fedeli,
e fa' che aderendo con gioia alla tua volontà
si servano sempre con gratitudine dei tuoi doni.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
1800. Oppure:
Dio onnipotente ed eterno,
tu hai creato l'uomo a tua immagine
e lo hai dotato dei beni di natura e di grazia,
per innalzarlo alla gioia senza fine;
fa' che sperimentiamo ogni giorno
il conforto della tua provvidenza,
perché non ci manchi il necessario nella vita presente,
e nella futura ereditiamo i beni da te promessi.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen. 1801. PER LE COSE FATTE DALL'UOMO
Dio onnipotente ed eterno,
che ci affidi le risorse e le energie del creato,
perché ci aiutiamo l'un l'altro in operosa concordia,
benedici noi e l'opera delle nostre mani
e fa' che riconoscendo in te il sommo bene
instauriamo rapporti di amicizia e di fraternità.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
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1801. PER LE COSE FATTE DALL'UOMO
Dio onnipotente ed eterno,
che ci affidi le risorse e le energie del creato,
perché ci aiutiamo l'un l'altro in operosa concordia,
benedici noi e l'opera delle nostre mani
e fa' che riconoscendo in te il sommo bene
instauriamo rapporti di amicizia e di fraternità.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
1802. PER PARTICOLARI CIRCOSTANZE DELLA VITA
Dona prosperità e pace ai tuoi fedeli, Signore,
con l'abbondanza dei tuoi favori,
perché da te benedetti benedicano il tuo nome
ed esultanti ti lodino senza fine.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
1803. Oppure:
La tua benedizione agisca in noi, Signore,
e ci trasformi con la sua potenza rinnovatrice,
perché possiamo essere interamente disponibili
al servizio del bene.
A te lode e gloria nei secoli.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
1804. Oppure:
Scenda sul tuo popolo, Signore,
la desiderata benedizione:
lo confermi nei santi propositi,
perché non si separi mai dalla tua volontà,
e ti renda grazie per i tuoi benefici.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
1805. Oppure: - 493 -
Benedici, Signore, il tuo popolo,
che attende i doni della tua misericordia;
porta a compimento i desideri di bene
che tu stesso gli hai ispirato
e fa' che ti renda grazie per i doni ricevuti.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
Sostieni il tuo popolo, Signore,
con la santa benedizione:
donagli vittoria sul male
e compi i suoi desideri di bene.
A te lode e gloria nei secoli.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
CONCLUSIONE
1807. Il ministro, se sacerdote o diacono, stendendo le mani sui presenti dice:
Dio, che è benedetto nei secoli,
vi benedica + sempre e dovunque,
perché tutto cooperi al vostro bene,
in Cristo nostro Signore.
R. Amen.
1808. Se il ministro è un laico, invoca su tutti i presenti la benedizione di Dio e facendosi il
segno di croce dice:
Dio, che è benedetto nei secoli,
ci benedica sempre e dovunque,
perché tutto cooperi al nostro bene
in Cristo nostro Signore.
1809. Un canto corale può chiudere la celebrazione.
1 Lettera a Diogneto, 5: Funk, 1, 397.
2 Messale Romano. Preghiera eucaristica IV.
1 cfr Benedizioni degli oli e dedicazione della chiesa e dell'altare, ed it. 1980, "Dedicazione
di una chiesa", n. 31, p 41.
1 Cfr 5. AGOSTINO, Comm. al Salmo 66,1 s. PL 36, 802; CCL 39, 856.
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SI FACCIANO SUPPLICHE, PREGHIERE E RINGRAZIAMENTI PER TUTTI . (1Tim.2,1)


 
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