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Obiezioni contro il Vecchio Testamento e risposte

Ultimo Aggiornamento: 03/06/2016 19:14
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25/02/2014 23:34
 
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Conclusione. - Finiamo con un rilievo. Oggi nessuno sogna di sottoscrivere le vedute, per quanto brillanti, sviluppate da Ernesto Renan nell'Histoire du peuple d'Israèl, né si può in particolare accogliere il suo quadro della vita religiosa degli Ebrei, quale fu vissuta al tempo delle peregrinazioni in Siria, in Palestina e anche in Egitto. Però c'è un'ipotesi di Renan, della quale egli abusò, cui non si può rifiutare ogni valore, cioè quella delle profonde differenze che distinguono e oppongono le istituzioni dei popoli nomadi e quelle dei popoli di civiltà più raffinata, che hanno una dimora fìssa nelle città e nei grandi villaggi. Secondo Renan sarebbe propria dei popoli pastori la purezza dei costumi e la relativa elevatezza delle credenze religiose.

Il tempo ha decantate le affermazioni esagerate dello storico francese, di cui riteniamo quanto hanno di fondato. Nella terra di Ganaan non mancò un certo numero di famiglie o di clan di pastori, poiché dal tempo di Abramo fino all'epoca di Cristo, anzi fino ad oggi, intere famiglie continuano ad abitare sotto le tende, nelle steppe e nei deserti. Non è possibile attribuire a questi raggruppamenti di nomadi o seminomadi, viventi al margine della civiltà materiale, un compito importante nel conservare, trasmettere ed epurare la religione? Alla fede jahvista, più o meno contaminata dei cittadini e dei grandi proprietari rurali, sui quali la civiltà cananea aveva lasciato la sua impronta, essi opposero le tradizioni delle origini, spogliate da ogni alleanza pagana e conservate intatte sulle montagne d'Israele o nelle steppe di Giuda. Non è forse alla fede e alle condizioni di vita di questi clan nomadi privilegiati del jahvismo, che i grandi profeti del secolo vm volsero gli occhi fino a intravvedere e descrivere con i colori della vita patriarcale l'avvenire messianico della nazione? Se cosi stanno i fatti, si spiega più facilmente l'esistenza e la trasmissione del jahvismo puro e fedele ai principi della riforma religiosa mosaica, e fa piacere constatare come uno studioso tanto apprezzato, come Emery Barnes, se ne renda conto e sia prontissimo ad accogliere una simile spiegazione (5).

(3) Id., De religione pupillari Israèlitarum, Innsbruck 1937.
(4)Vedi J. Coppens, Pour mieux comprendre et mieux enseigner l'histoìre sainte de l'Ancien
Testament, Parigi, Desclée de Br. 1936.
(5) The Mosaic Religion, in Theology, 1935, t. xxxi, pp. 6-17. - L'atteggiamento di
Korti.eitner nei confronti di quest'ipotesi mi sembra troppo severo ; Relitto Jahvae cohae-
realne tum simplicitak tdtae nomadum, Innsbruck 1933 ; va bene condannare l'ipotesi come una spiegazione razionalistica del jshvismo, però mi sembra contenga alcuni elementi di verità.

§ 2. - Le dottrine religiose morali dell'Antico Testamento dette contrarie al cristianesimo.

In questa seconda categoria di difficoltà dovremo esaminare le considerazioni svolte dagli autori razionalisti per scavare un abisso invalicabile tra la dottrina cristiana e l'insegnamento della Legge Antica.

Enunciazione di tali obiezioni. - Si dice che il cristianesimo predica la continenza e la castità; invece i costumi israelitici erano poco sensibili ai disordini sensuali: i patriarchi praticavano la poligamia; Abramo lascia equivocare sulla condizione di Sara sua sposa; Giuditta espone la sua virtù per salvare la patria, ecc. Il cristianesimo esige la purezza del cuore e l'onestà assoluta; invece gli Ebrei tollerano la menzogna e la frode, come si vede nella storia di Giacob-be; Gesù Cristo esige il rispetto assoluto alla vita umana e promulga la suprema legge della carità; invece Israele inclina alla vendetta (la maledizione di Canaan e i salmi imprecatori) e non indietreggia davanti all'omicidio ordinato a fini superiori, profani o sacri, come il sacrificio d'Isacco, l'immolazione della figlia di Jefte, l'uccisione d'Eglon e di Sisara, lo sterminio dei Cananei, ecc La morale cristiana proibisce il suicidio; invece vari grandi uomini dell'Antico Testamento si diedero la morte: Abimelec, colpito al capo da un pezzo di macina si fa uccidere dallo scudiero, onde non si possa dire: "Fu ucciso da una donna "; Sansone, imprigionato dai Filistei, si fa crollare addosso il tempio di Da-gon; Saul, inseguito dall'esercito nemico, si trafigge con la propria spada; Achitofel, respinto da Assalonne, s'impicca, ecc. Soprattutto poi, mentre nella nuova economia il primo principio fondamentale della legge morale è l'imputabilità strettamente personale, in Israele imperversa la legge implacabile della responsabilità collettiva: Mosè soffre per il suo popolo, e in ogni famiglia i figli espiano le mancanze morali dei genitori.

Risposta. - Di alcuni dei fatti elencati è discutibile il senso che vien loro attribuito; cosi la storia della figlia di Jefte, che venne variamente interpretata (6); il sacrificio d'Isacco presenta alcuni particolari che potrebbero dargli un senso diverso da quello adottato dall'esegeta comune (7). Però non insistiamo, perché la soluzione delle difficoltà non consiste nel proporre interpretazioni nuove e più ingegnose di quelle antiche; essa è infinitamente più semplice, riguarda la generalità dei casi e consiste nel riconoscere generosamente il carattere imperfetto della religione e della morale israelitica di fronte alla morale e alla religione neotestamentaria.

(6) V. J. Coppens, Le chan. Albin Vati Hoonacker, ecc, p. 33.
(7) Cfr. A. C. Welch, Prophet and Priest in Old Israel, Londra 1936, pp. 81-82.

In ciò è unanime tutta quanta la tradizione ecclesiastica, ma sfortunatamente certi autori in pratica si diportano come se la rivelazione da Abramo a Gesù non avesse fatto nessun progresso. L'insegnamento anticotestamentario ha una perfezione limitata e a salvare il principio dell'inerranza biblica basta che le affermazioni degli agiografi conducano al nocciolo luminoso, e non all'involucro di tenebre, le cui frontiere furono fatte indietreggiare gradatamente dalle rivelazioni che Dio fece successivamente agli uomini dell'Antico Testamento. È possibile ridurre a due categorie la maggior parte delle limitazioni: quelle dettate dallo spirito nazionale dell'antica economia e quelle provenienti da un'escatologia deficiente. La rivelazione dell'Antico Testamento non si affrancò dai contorni nazionali e non dispensò lumi definitivi sull'aldilà; perciò molti insegnamenti conservano aspetti d'una morale terrena, provvisoria, collettiva, sui quali trionferà poi completamente la predicazione di Cristo (8).
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