Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

Obiezioni contro il Vecchio Testamento e risposte

Ultimo Aggiornamento: 03/06/2016 19:14
Autore
Stampa | Notifica email    
25/02/2014 23:25
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

3. Il peccato del Paradiso. - La teologia cattolica accorda un'importanza fondamentale al racconto del Paradiso e della caduta, andando evidentemente oltre il pensiero di Cristo e degli scrittori ecclesiastici, che sono particolarmente sobrii nell'alludere a Gn II-III, e che almeno vigilano per non costruire la dottrina cristiana sopra una base tanto contestabile. Del resto pare che la teologia cattolica ignori di che si tratti nel racconto, perché se lo sapesse si mostrerebbe assai prudente. Infatti leggendo i migliori esegeti della nostra epoca, pare accertato che l'agiografo fa consistere il peccato del paradiso nell'opera della carne, considerando l'atto coniugale come inquinato di peccato in quanto tale, anche se contenuto entro i limiti del matrimonio. Simile dottrina è formalmente opposta a quanto insegna non solo la ragione umana, ma anche alla dottrina della Chiesa, che riconosce essa pure la santità del matrimonio e ha fatto di quest'istituzione un sacramento. Pertanto Gn II-III ci mette di fronte a speculazioni impregnate di vero e proprio encratismo avanti lettera, che la teologia cattolica farebbe bene a ripudiare.

(10) È noto che il can. Van Hoonacker intendeva l'espressione "conoscere il bene e il male " come la scienza particolare agli Elohim, esseri divini, cherubini, che popolavano il paradiso: v. J. Coppens, Le chanoine Albin Van Hoonacker, ecc, p. 15. Però tale esegesi non s'impone. Tuttavia, volendola adottare, è facilmente accordabile con quella proposta da noi. Su tutto l'appassionante e complesso problema della conoscenza del bene e del male, si può consultare: La cotutaissance du Bien et du Mal et le peché du Paiadis. Contribution à tinterprètation de Gn. II-III, in Analecla Lovaniensia Biblica et Oriintalia, fase: 3, Bruges-Pariji, Desclée de Br; 1957.

Risposta. -. Non è facile interpretare Gn II-III, perché il racconto è complesso e ricco di contenuto; l'agiografo al momento buono sa essere sottile e maneggia l'ironia e forse ha pure un po' di umorismo. La redazione è molto lontana nel tempo e quindi ci sfuggono necessariamente molte sfumature del pensiero dell'autore. Tuttavia d pare assurdo e blasfemo voler presentare l'atto coniugale come inquinato dal peccato, o addirittura come costitutivo formale del peccato del paradiso. Tutta la Bibbia, compreso Gn II-III, sia nel documento J come in P, presenta o suppone la procreazione come un'opera voluta e benedetta da Dio, e la fecondità come la benedizione per eccellenza. È vero che alcuni autori cattolici vollero salvare la teoria sessuale radicale supponendo che Dio avesse interdetto temporaneamente l'atto coniugale ai progenitori, che quindi avrebbero peccato anticipando indebitamente l'unione coniugale. Però tale ipotesi non ha alcun fondamento nel testo e perciò è inutile fermarvisi anche per un solo momento, poiché la teoria sessuale radicale è inutile, dal momento che ci appare falsa.

Con questo si vuoi forse dire che nella trasgressione dei progenitori non c'è alcun elemento sessuale e che nessuna mancanza sessuale abbia accompagnato o aggravato la mancanza principale, cioè la disobbedienza ispirata dall'orgoglio? Noi abbiamo tentato di risolvere il problema dell'opera La conno." sance du Bien et du Mal et le péché du Paradis (Parigi-Bruges, Desclée de Bt, 1947) sforzandoci di dimostrare che il redattore finale o, se si vuole le fonti utilizzate, hanno verosimilmente intravisto una mancanza grave contro la castità concomitante al peccato d'orgoglio, non certo nell'attuare l'atto coniugale come tale, ma nell'empio tentativo di mettere l'opera della carne sotto la tutela delle divinità della vegetazione e della fecondità, che nel racconto sarebbero presentate sotto l'emblema del serpente. Per le prove e le particolariià, con cui occorrerebbe sviluppare questi punti di vista, rimandiamo allo studio suddetto.

4. La longevità dei patriarchi. - L'Histoire sainte par un professeur de seminane (Parigi, 1924, p. 82), nota che " secondo le cifre, per quanto diverse, trasmesse dal testo biblico, pare risulti che i patriarchi ebbero i loro figli a un'età eccezionalmente avanzata e che la loro vita ebbe una durata assolutamente fuori delle proporzioni della vita umana nelle epoche storiche ".

La difficoltà è classica. Forse è possibile far ricorso alla teoria, che abbiamo spiegato, delle citazioni esplicite, o a quella dei dati popolari, ripresi semplicemente da un punto di vista tematico e simbolico. A me pare che il P. Bea. Rettore del Pontificio Istituto Biblico di Roma e autore assai prudente, propenda momentaneamente a tale esegesi quando scrive (De Pentateucho, 2 ed.. Roma, 1933, p. 184): "Addizionando l'età in cui i patriarchi ebbero i loro figli e il numero di anni da essi raggiunto... sembra si voglia indicare die essi furono i capi e le guide delle loro famiglie per un tempo abbastanza lungo, onde assicurare la continuazione e la conservazione della tradizione ". Più innanzi (p. 186) lo stesso autore considera come fatto storico la longevità patriarcale: a Non -ci sono solide ragioni che ci obbligano a metterla in dubbio ".

Secondo me il partito più prudente è quello dell'Histoire sainte par un professeur de seminane, che si rassegna a ignorare la vera spiegazione, secondo il consiglio di Sant'Agostino : " Su tale questione e molte altre simili si possono ignorare molte cose, senza pericolo per la fede cristiana" (11). Del resto si può anche credere di trovare la vera soluzione ricorrendo ai generi letterari, come caldamente raccomanda di fare l'ultima enciclica pontificia, essendo difficile dimostrare che l'agiografo intendesse comunicarci dati certi e garantiti dalla rivelazione e quindi da credersi con fede divina, quando inseri questi dati cronologici, che forse sono l'opera d'un autore relativamente recente, che cercò di elaborare alla meglio e con beneficio d'inventario un sistema di date. In realtà fece del suo meglio, cosciente com'era delle imperfezioni della sua opera e lavorando entro lo schema dei generi letterari noti e praticati al suo tempo.

5. II diluvio. - II P. Bea (Op. eh., p. 173) dice giustamente che il problema dell'universalità del diluvio è celebre, e al riguardo sono state formulate tre opinioni principali. La prima inclina all'universalità assoluta; la seconda ammette l'universalità antropologica; la terza restringe il diluvio a una razza particolare. Oggi nelle scuole cattoliche prevale la seconda opinione, solo perché sembra più prudente e saggio attenervisi (E. Mangenot). Il P. Bea (Op. cit., p. 176) giunge a riconoscere che essa prevale soprattutto grazie a " princìpi teologici ". Perciò l'apologetica fa bène a lasciare la porta spalancata alla terza spiegazione già proposta da F. de Hummelauer, H. Zschokke, J. Ddller, H. Lesètre e difesa tuttora, malgrado il favore di cui gode la seconda opinione, da Paolo Heinisch, già professore all'università cattolica di Nimega: Dos Buch Genesis (Bonn, 1930, pp. 181-184).

Nessuna tesi dommatica, conclude l'Heinisch, esige l'universalità antropologica, cui d'altronde sembrano apertamente sfavorevoli alcuni dati del testo biblico, come pure parecchie conclusioni delle scienze linguistiche ed etnografiche, sebbene queste ultime riguardino meno l'universalità antropologica del diluvio che quella geografica. Nell'ipotesi del diluvio ristretto a una sola razza, si dirà che la Bibbia, nel suo compendio di storia primitiva, tiene presenti solo i discendenti di Caino e di Seth, trascurando gli altri figli di Adamo.

(11) A titolo di curiosità ecco le riflessioni d'un "profano " in esegesi, il pubblicista cattolico Alfredo Poizat, Le miracle jtdf, Parigi 1932, pp. ioa-103: " Fino al diluvio gli uomini ci vengono rappresentati come esclusivamente vegetariani o viventi di latticini, pervengono assai tardi alla pubertà, dieci volte più tardi che oggi, ma vivevano pure un'esistenza dieci volte più lunga, con una statura che non ci è detto fosse diversa da quella attuale. Però questi dati saranno poi molto esatti, anche se Mosè li rettificò di certo e li condusse il più possibile al ragionevole e al verosimile?

Prendiamo per esempio il caso di Matusalem, che è padre di lamech a 187 anni e che muore a 969. Dividendo per dieci, la sua paternità si riduce al diciannovesimo anno e l’età della sua vita a poco meno di 97 anni, e questo rientra nel nostro normale. Nella storia dei Persiani del Gobinau vediamo che questo popolo conservava nelle sue tradizioni un elenco analogo di dieci dèi-antenati, con un'esistenza di fronte alla quale la nostra ha la proporzione di 1 a io.ooo, proporzione che Mosè, preoccupato com'è della verisimiglianza, abbassa, com'ho detto, al multiplo di dieci, che forse tra i Semiti era tradizionale.

Non si possono invocare come prove dirette e chiare del diluvio biblico, e specialmente della sua universalità, le pretese conferme archeologiche, desunte ad esempio dagli scavi fatti in Mesopotamia, a Ur e altrove. I dati archeologici provano che nell'antichità molte città antiche della valle dei due fiumi subivano gravi inondazioni, alcune delle quali forse le sommersero completamente o partzialmente; però nulla prova che si debba collegare il diluvio a una di tali catastrofi, e se proprio si vuole identificare il diluvio con un'inondazione, manca completamente ogni prova per fare un accostamento preciso e tale da chiarire interamente il racconto biblico.
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi
Filippo corse innanzi e, udito che leggeva il profeta Isaia, gli disse: «Capisci quello che stai leggendo?». Quegli rispose: «E come lo potrei, se nessuno mi istruisce?». At 8,30
 
*****************************************
Feed | Forum | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra | Regolamento | Privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 02:23. Versione: Stampabile | Mobile - © 2000-2024 www.freeforumzone.com