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La denuncia dell’Onu: «Le politiche del Vaticano hanno permesso abusi su bambini»

Ultimo Aggiornamento: 10/03/2024 05:30
16/02/2019 19:05
 
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Chiesa, mai successo prima: spretato cardinale McCarrick

Mai un cardinale della Chiesa Cattolica era stato spretato. La decisione di Papa Francesco è definitiva, irrevocabile, dal momento che il ricorso di Theodore McCarrick è stato respinto dalla Congregazione per la Dottrina della Fede il 13 febbraio e la decisione approvata dal papa è stata notificata all'interessato ieri. La storia ricorda due cardinali che hanno perso, seppure per motivi diversi, il loro titolo cardinalizio: il francese Louis Billot nel 1927 e appunto Theodore Edgar McCarrick. La decisione pontificia è arrivata alla fine del processo all'arcivescovo emerito di Washington per abusi sessuali su persone minorenni e maggiorenni commessi decenni fa. Con l'aggravante dell'uso della confessione per commettere questi crimini e dell'abuso di potere nei confronti dei seminaristi abusati portati a dormire con lui, in una casa al mare della diocesi.

16 febbraio 2019
parstoday.com/it/news/worldi181844chiesa_mai_successo_prima_spretato_cardinale_m...
11/03/2019 23:35
 
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Francia, pedofilia: condannato il cardinale Philippe Barbarin



L'arcivescovo e cardinale di Lione Philippe Barbarin, 68 anni, è stato condannato a 6 mesi di prigione con la condizionale per mancata denuncia di abusi sessuali su minori perpetrati da padre Bernard Preynat, negli anni '70 e '80, durante i campi scout. La sentenza è stata pronunciata dal tribunale della città francese. Dopo la sentenza una vittima degli abusi ha affermato che si tratta di "una grande vittoria per la protezione dell'infanzia". L'arcivescovo, primate della Chiesa francese, ha annunciato che consegnerà le sue dimissioni al Papa. Intanto gli avvocati di Barbarin hanno affermato che presenteranno ricorso:"La motivazione del tribunale non mi convince. Contesteremo dunque questa decisione con tutti i canali legali utili", ha riferito Jean-Félix Luciani. Il Monsignore ha tenuto nascoste le violenze di padre Preynat, il quale non è ancora stato processato. "Non ho mai cercato di nascondere, ancor meno di insabbiare, questi fatti orribili", si era difeso Barbarin davanti alla corte, spiegando di aver appreso delle molestie di Preynat solo nel 2014 con l'ultima denuncia.

7 marzo 2019
www.tgcom24.mediaset.it/mondo/franciapedofiliacondannatoilcardinalephilippebarbarin_3195588-20190...
19/03/2019 02:21
 
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Deceduto il cardinale che parlò della "mafia di San Gallo"



Godfried Danneels è deceduto nella mattinata di oggi. Il cardinale belga lascia la sua vita terrena all'età di 85 anni. Aveva già rassegnato le proprie dimissioni dagli incarichi ricoperti nelle mani del pontefice argentino quando, alla fine del primo decennio degli anni 2000, aveva raggiunto la soglia-limite dei 75 anni che, salvo deroga pontificia, rappresenta la soglia di pensionamento per gli ecclesiastici della Chiesa cattolica. Ma di Danneels si era parlato anche, se non soprattutto, in funzione del Conclave che ha eletto Jorge Mario Bergoglio al soglio di Pietro. Quello svoltosi nel 2013, poco dopo la rinuncia di Benedetto XVI. Papa Francesco, come si apprende su Vatican News (https://www.vaticannews.va/it/papa/news/2019-03/papa-francesco-cordoglio-morte-cardinale-belgio-danneels.html), ha nell'immediato inoltrato un messaggio di condoglianze denso di significato:“Avendo appreso con emozione della morte del cardinale Godfried Danneels, arcivescovo emerito di Malines-Bruxelles”, ha scritto l'ex arcivescovo di Buenos Aires, “porgo le più vive condoglianze a lei e alla sua famiglia, ai Vescovi del Belgio, al clero, alle persone consacrate e a tutti i fedeli colpiti da questa perdita". Bergoglio ha definito il cardinale uno "zelante Pastore", che si è distinto per servire "con dedizione la Chiesa non solo nella sua diocesi", ma pure attraverso la guida della Conferenza Episcopale belga e quanto messo in campo nella Curia romana. Ma in relazione a quali affermazioni il nome di Danneels era balzato alle cronache anni fa? Il cardinale, dopo il Conclave che ha eletto Joseph Ratzinger, aveva dichiarato quanto segue:“Questo conclave ci dice che la Chiesa non è ancora pronta ad un papa latinoamericano”. Lo si apprende ancora sul sito di Limes. Qualcuno all'epoca ha interpretato questa dichiarazione in qualità di "spinta progressista" o "modernista", incarnata pure da Danneels, che si sarebbe declinata in un tentativo di eleggere Bergoglio già nel 2005. Poi, c'è quel video-intervista, che si trova ancora su Youtube, in cui Danneels si riferisce a quella che egli stesso chiama "mafia" di San Gallo. Secondo molti tradizionalisti, questo gruppo è composto da alti prelati, per lo più cardinali, impegnati nella laicizzazione della Chiesa cattolica e nel decentramento del potere Vaticano. Il fatto che un gesuita argentino sia divenuto romano pontefice, insomma, deriverebbe pure dalla posizione presa in maniera concorde da questo gruppo. Vale la pena segnalare, però, come non siano in pochi a ritenere complottista questa ricostruzione.

Giuseppe Aloisi
14/03/2019
www.ilgiornale.it/news/cronache/deceduto-cardinale-che-parl-mafia-san-gallo-1662...
23/03/2019 12:02
 
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L'ex vescovo di Altoona-Johnstown Joseph Adamec morto a 83 anni



Il Reverendo Joseph V. Adamec, che ha supervisionato la diocesi di Altoona-Johnstown più a lungo di chiunque altro, ma che è stato ammonito da un gran giurì per aver coperto un enorme scandalo di abusi sessuali su minori all'interno della chiesa, è morto mercoledì all'età di 83 anni. La notizia è stata annunciata giovedì dalla diocesi. Il comunicato ha riferito che il vescovo emerito "è morto inaspettatamente" ma non è stata data alcuna causa. Adamec è stato il settimo leader della diocesi di otto contee dal 1987 fino al suo pensionamento nel 2011. In quel periodo, lo scandalo di abusi sessuali nella diocesi è venuto alla luce dopo che il Reverendo Francis Luddy è stato ritenuto responsabile di aver molestato un ragazzo nel 1994. Nel 2016 un rapporto di 147 pagine di un gran giurì dello Stato ha rilevato che Adamec e il vescovo James Hogan hanno contribuito a coprire l'abuso sessuale di centinaia di bambini da parte di oltre 50 sacerdoti o leader religiosi per un periodo di 40 anni. Il gran giurì descriveva come "orrendo" il modo in cui Adamec gestiva l'affare. "Le prove sono state determinanti nel dettagliare le azioni dei vescovi Hogan e Adamec", ha dichiarato l'allora procuratore Kathleen Kane quando il rapporto è stato rilasciato nel 2016. "I presunti vescovi erano in prima linea nell'insabbiamento". Adamec ha detto che al gran giurì non è stata fornita "una serie completa ed equilibrata dei fatti" e che le critiche contro di lui erano "infondate". La diocesi ha rivelato l'anno scorso che tra luglio 1999 e dicembre 2018, lo scandalo costò alla diocesi 21.491.052 dollari. 15.755.988 dollari dei quali versati tra patteggiamenti e risarcimenti a più di 290 vittime. Adamec, al suo ritiro, fu sostituito da Mark Bartchak e continuò a vivere a Hollidaysburg. La diocesi ha dichiarato che le procedure funebri per Adamec sono ancora in sospeso.

Crispin Havener
March 22 2019

Traduzione: Wheaton80
wjactv.com/news/local/former-altoona-johnstown-bishop-joseph-adamec-de...
[Modificato da wheaton80 23/03/2019 12:03]
25/10/2019 17:23
 
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007 e taser: il retroscena delle dimissioni della Gendarmeria vaticana



Domenico Giani ha presentato le dimissioni da Comandante della Gendarmeria Pontificia e il Papa le ha accettate, a seguito della vicenda iniziata lo scorso 2 ottobre, quando alcuni organi di stampa hanno pubblicato una Disposizione di Servizio riservata, firmata dal Comandante del Corpo riguardante gli effetti di alcune limitazioni amministrative disposte nei confronti di personale della Santa Sede. “Tale pubblicazione è altamente lesiva sia della dignità delle persone coinvolte, sia della stessa immagine della Gendarmeria”, ha spiegato una nota vaticana. “Volendo garantire la giusta serenità per il proseguimento delle indagini coordinate dal Promotore di Giustizia ed eseguite da personale del Corpo, non essendo emerso al momento l'autore materiale della divulgazione all'esterno della disposizione di servizio (riservata agli appartenenti al Corpo della Gendarmeria e della Guardia Svizzera Pontificia) il Comandante Giani, pur non avendo alcuna responsabilità soggettiva nella vicenda, ha rimesso il proprio mandato nelle mani del Santo Padre, in spirito di amore e fedeltà alla Chiesa ed al Successore di Pietro”. Accanto al singolo episodio, che il Papa ha definito in privato un "peccato mortale", la gaffe di aver messo alla berlina alcuni dipendenti della Segreteria di Stato e dell'AIF, tra l'altro probabilmente innocenti, il dottor Giani paga, secondo noi, anche il fatto di aver assecondato e favorito una deriva giudiziaria ben poco consona alla Chiesa Cattolica, il cui centro non può convivere con una centrale di Intelligence né in un tribunale ad alta attenzione mediatica. Non si tratta di lavare in casa i panni sporchi, come si diceva una volta, ma di agire con buon senso e magari con sensum ecclesiae. Vatileaks uno e due, il caso dell'appartamento di Bertone, ora la questione del prestito improprio chiesto allo IOR ma non erogato (e dunque da un punto di vista penale irrilevante) sono i capitoli di una telenovela che certo non ha portato acqua al mulino della Chiesa e dell'annuncio del Vangelo.

E Giani, che di quelle inchieste era stato uno dei protagonisti, paga dunque per una serie di scelte forse poco coerenti con la specifica realtà di uno Stato che non avrebbe dovuto riprodurre in piccolo le controverse condotte dei corpi di polizia dei grandi Paesi, che vengono giustamente criticate dalla dottrina sociale. Certo, la logica poliziesca dello "sbatti il mostro in prima pagina" che di evangelico non ha nulla e alla quale i processi vaticani si sono inevitabilmente prestati, ma anche altre scelte del Comandante della Gendarmeria hanno contribuito a questo epilogo, a cominciare dall'approvvigionamento delle armi (comprese le famigerate pistole elettriche) e degli apparati per carpire le conversazioni telefoniche e ambientali. In qualche caso, a quanto ci risulta, anche di cardinali non proprio entusiasti del trattamento. Anche le foto delle esercitazioni dei gendarmi con le forze speciali dell'antiterrorismo italiano certo non hanno giovato al Comandante. Non è opportuno che chi annuncia il Vangelo della pace sia circondato da super poliziotti alla Rambo. E invece anche in Vaticano da un annetto sono spuntati i mitra. I visitatori che entrano da Porta Sant'Anna, oltrepassando il confine italiano, non è difficile che scorgano qualche gendarme con giubbotto antiproiettile e fucili mitragliatori di ultima generazione spianati. “Evidentemente i tempi sono tali che anche nel piccolo Stato Pontificio, dove si predica la pace e si condannano i produttori di armi, sembra necessario ricorrere agli equipaggiamenti militari di un certo livello”, aveva commentato la vaticanista del Messaggero Franca Giansoldati, rivelando di aver raccolto lo sconcerto di “non pochi visitatori rimasti un pò sorpresi davanti all'immagine di un gendarme munito di mitra, andando a chiedere informazioni nella guardiola”.

16 ottobre 2019
www.globalist.it/intelligence/2019/10/16/007-e-taser-il-retroscena-delle-dimissioni-della-gendarmeria-vaticana-2047...
23/11/2019 11:57
 
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Papa Luciani avvelenato per aver scoperto le frodi azionarie del Vaticano, le rivelazioni shock in un libro



Papa Giovanni Paolo I voleva denunciare gli illeciti della Santa sede, in particolare un gruppo di truffatori tra cardinali e gangster che falsificavano le azioni delle multinazionali USA come Ibm, Coca Cola e Sunoco e per questo sarebbe stato avvelenato con una dose di cianuro in una congiura di Palazzo ordita da Paul Marcinkus. E’ questo il terribile scenario descritto nel libro “When the Bullet Hits the Bone” (“Quando il proiettile colpisce l’osso”) uscito oltreoceano nelle librerie statunitensi. Un quadro inquietante che potrebbe attirare l’attenzione di qualche autorità inquirente, quanto meno per verificare le accuse ma che va preso con la dovuta cautela. L’autore infatti non è un vaticanista, né uno storico ma Anthony Luciano Raimondi, un ex gangster della famiglia mafiosa americana dei Colombo. Luciano vanta un legame di parentela “di tutto rispetto”, è nipote di Lucky Luciano, il potente boss di Cosa nostra americana, mentre il cugino è lo stesso Paul Marcinkus, l’arcivescovo statunitense a capo dello IOR. Fu proprio Marcinkus, come scrive Anthony Luciano nel proprio libro, ad avergli ordinato di recarsi a Roma per assassinare Papa Luciani. Quest’ultimo infatti avrebbe scoperto che nel giro di affari del Vaticano era in qualche maniera coinvolto lo stesso Marcinkus. L’autore del libro era stato chiamato a Roma per preparare il complotto, studiando le abitudini di Luciani. A detta di Anthony Luciano l’ex numero uno della Banca Vaticana fece mettere il Valium nella tazza di tea che Giovanni Paolo I beveva la sera, così da farlo addormentare. Dopodichè avrebbe usato un contagocce per mettergli il cianuro in bocca. Quando si venne a sapere del decesso del pontefice, Marcinkus e i suoi complici si erano precipitati nella stanza fingendo stupore. Raimondi sostiene che anche il suo successore, Giovanni Paolo II, aveva rischiato di fare la stessa fine, ma poi aveva rinunciato a perseguire i truffatori e così si era salvato.

21 ottobre 2019
www.antimafiaduemila.com/home/mafie-news/261-cronaca/76226-papa-luciani-avvelenato-per-aver-scoperto-le-frodi-azionarie-del-vaticano-le-rivelazioni-shock-in-un-li...
25/09/2020 18:43
 
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Becciu rinuncia al cardinalato, l'ombra del palazzo di Londra sulle dimissioni

Non c’è pace Oltretevere. L’ultimo atto dell’affaire Vaticano è la clamorosa uscita di scena del cardinale Angelo Becciu, già sostituto della Segreteria di Stato dal 2011 al 2018, poi ‘promosso’ prefetto per la congregazione della causa dei Santi. Non si conoscono i dettagli delle dimissioni di Becciu, che non lascia soltanto la Congregazione ma rinuncia anche al cardinalato, eppure la parabola discendente dell’aspirante Papa non può non richiamare alla mente lo scandalo del palazzo di Londra che da mesi fa tremare i Sacri Palazzi. E’ infatti a cominciare dagli investimenti fatti dalla Segreteria di Stato nell’Athena Capital Global Opportunities Fund del noto finanziere Raffaele Mincione, dopo un analogo tentativo di business naufragato in Angola, che parte l’inchiesta portata avanti dagli inquirenti dell’Ufficio del Promotore di Giustizia Gian Piero Milano e del suo aggiunto Alessandro Diddi. Un’operazione, quella con Athena, nata proprio quando a capo della sezione Affari Generali della Segreteria c’era Monsignor Angelo Becciu, e considerata anomala dalla magistratura vaticana già solo per il fatto che si fosse deciso di finanziare in parte il fondo con i denari dell’Obolo di San Pietro, destinando dunque a operazioni speculative, somme possedute con vincolo di scopo per il sostegno delle attività caritatevoli. Ed è dall’Angola, dove il cardinale è stato nunzio apostolico dal 2001 al 2009, che si dipanano i fatti. In particolare, durante la ‘gestione Becciu’ la Segreteria di Stato decide di investire oltre 200 mln di dollari in una piattaforma petrolifera al largo delle coste del Paese africano: è il 2013 e l’investimento viene inizialmente affidato al finanziere Antonio Mosquito della Falcon Oil. A fare l’advisor dell’operazione viene chiamato Raffaele Mincione e a rivolgersi a lui è Enrico Crasso, che, allora a Credit Suisse, già gestisce le finanze vaticane per conto della Segreteria di Stato. La due diligence però è negativa e l’affare in Angola salta. I 200 mln vengono a quel punto affidati proprio a Mincione, che crea il fondo Athena. Siamo nel 2014. Anche questo business tuttavia si rivelerà ben presto poco conveniente per la Santa Sede e sarà proprio la necessità di uscire da questa operazione scomoda costata milioni di euro al Vaticano che porterà all’acquisto dell’immobile di Sloane Avenue a Londra con l’intermediazione del broker Gianluigi Torzi e della sua Gutt Sa. Per la vicenda di Sloane Avenue finiscono nei guai i più stretti collaboratori dell'ormai ex Cardinale di Pattada, a cominciare da Mons. Mauro Carlino (suo ex segretario, 'emissario' della Segreteria di Stato nella trattativa con Torzi), indagato per estorsione in concorso con Torzi, Crasso e Fabrizio Tirabassi, e da Mons. Alberto Perlasca, responsabile degli investimenti della Segreteria di Stato, indagato per peculato in concorso con Torzi, Tirabassi, Crasso e Mincione. Oltre ovviamente a Crasso, l’uomo a cui Becciu ha affidato per intero le casse vaticane. Perlasca, Tirabassi, Carlino e un altro stretto collaboratore di Becciu, Vincenzo Mauriello, oltre al Direttore dell’AIF Tommaso Di Ruzza, saranno poi licenziati dal Papa il 1° maggio 2020, a seguito della perquisizione negli Uffici della Segreteria di Stato. Sullo scandalo di Londra si registra peraltro uno dei più violenti scontri mai registrati Oltretevere, uno scambio al vetriolo con il Segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin, che ha proprio Becciu per protagonista. Replicando a Parolin, che definisce “opaco” l’affare di Sloane Avenue, Becciu, infatti, nel ribadire di aver sempre agito nell’esclusivo interesse della Santa Sede, non esita a evocare la ‘macchina del fango’.

24/09/2020
www.adnkronos.com/fatti/cronaca/2020/09/24/becciu-rinuncia-cardinalato-ombra-del-palazzo-londra-sulle-dimissioni_9rQ1ZNkE83UWpDd4vUlPlM.html?re...
06/01/2021 23:46
 
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Don Curzio Nitoglia - L'ideologia nascosta di papa Francesco

08/01/2021 05:34
 
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Non solo casa Genovese: modella racconta le feste segrete dei vescovi romani tra sesso e cocaina

"Le feste di Alberto Genovese non erano le più estreme, ce ne sono di peggiori. Di party come quelli a Terrazza Sentimento ne è piena l'Italia". A dirlo a Fanpage.it è Giulia Napolitano, una fotomodella siciliana 21enne che da anni lavora come ragazza immagine per feste private in tutta Italia. "Milano non è l'unica città del divertimento segreto, a Roma ci sono tanti vescovi e preti che fanno messa e 3 ore dopo si divertono con cocaina e 18enni. Una volta, nella bellissima villa di una 50enne ex escort, ho visto un prete che aveva messo in fila 3 ragazze nude sul letto e ognuna di loro aveva una striscia di cocaina sul pube", racconta la Napolitano, che pur avendo partecipato a una festa a casa Genovese preferisce non scendere nei dettagli perché, a suo dire, non erano più estreme di tante altre. "Tutti fanno lasciare il cellulare all'ingresso e molti usano bodyguard per garantire la privacy degli ospiti, che spesso sono avvocati, medici, notai". Ha però la spiegazione della diffusa omertà attorno alla vicenda dell'imprenditore digitale arrestato per lo stupro di una modella 18enne. "Il silenzio di molte è dettato solo dalla paura di perdere la droga gratis e il lavoro con i clienti".

10 dicembre 2021
youmedia.fanpage.it/video/aa/X9FFBOSw4Lnsp-NR
04/02/2021 00:18
 
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Germania, convento degli orrori: suore vendevano bambini ai pedofili

Gli abusi sessuali sono durati anni. Tra gli anni Sessanta e Settanta le suore di un convento a Speyer, una cittadina tedesca sulle rive del Reno, hanno fornito ragazzini fragili a preti predatori e a politici. In cambio ricevevano denaro. Un uomo ha testimoniato (anche in tribunale) che, in questo modo, ha subito almeno mille violenze. Ha raccontato che negli anni in cui ha vissuto nel collegio, le suore lo trascinavano di peso nell’appartamento di uno dei sacerdoti. Accadeva almeno una o due volte al mese. Si tratta di un rapporto sugli abusi talmente scabroso da avere provocato uno shock generale. L’attuale vescovo della cittadina, dopo avere reso noto personalmente l’esito di questo studio, ha annunciato di sentire il bisogno di un mese sabbatico per riprendersi. «Anche io ho energie limitate per i pesi che devo portare», ha detto Monsignor Wiesemann all'agenzia cattolica KNA. Come scrive Il Messaggero, il principale abusatore era l’allora vicario generale della diocesi, ora defunto. Dalle testimonianze raccolte affiorano contorni disgustosi, vengono anche descritte le orge con diversi membri del clero e persino politici locali. Tutto avveniva con la complicità delle suore, che non solo fornivano i bambini ma, in alcune circostanze, avrebbero persino servito bevande a chi partecipava a queste violenze di gruppo. I risultati dell’indagine inizialmente erano stati tenuti riservati, ma poi sono stati resi pubblici dal vescovo Wiesemann. La Deutsche Welle ha riportato che una vittima, Karl Haucke, 63 anni, ha presentato una causa per chiedere un maxi risarcimento alla Chiesa e all’Ordine delle Suore del Divino Redentore (Suore di Niederbronn). Al momento si sarebbero fatte vive ben 15 persone che sarebbero state aggredite in passato, quando erano piccole e vivevano nel pensionato delle suore. In Germania è stato avviato un processo di purificazione e trasparenza tale da avere portato a velocizzare anche tutte le procedure amministrative per il risarcimento delle vittime. L’obiettivo principale è riportare fiducia alla gente e riavvicinare i giovani alla Chiesa.

02 febbraio 2021
www.imolaoggi.it/2021/02/02/germania-convento-orrori-suore-vendevano-bambini-a-p...
07/04/2021 15:49
 
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La Pontificia Accademia per la vita beatifica l'abortista e pro eutanasia Hans Küng



E' morto il teologo Hans Küng, le cui idee eretiche hanno contribuito ad intossicare la Chiesa, ma la Pontificia Accademia per la Vita ha pensato bene di twittare così:«Scompare davvero una grande figura nella teologia dell'ultimo secolo, le cui idee e analisi devono fare sempre riflettere la Chiesa, le Chiese, la società, la cultura».



Pro eutanasia e pro aborto, Giovanni Paolo II, che l'ha condannato, si rivolterà nella tomba. Vergogna. Ma preghiamo per Küng e per la sua salvezza.

06 aprile 2021
blog.messainlatino.it/2021/04/la-pontificia-accademia-per-la-v...
10/06/2021 14:48
 
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Recupero del video Don Curzio Nitoglia - L'ideologia nascosta di papa Francesco

10/06/2021 14:51
 
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La fossa comune di bambini indigeni scoperta in Canada


Una croce vicino a dove c'era il collegio di Kamloops, in ricordo dei bambini morti

Lo scorso mese, alla Indian Residential School di Kamloops, nella provincia canadese della British Columbia, sono stati trovati i resti sepolti di 215 bambini indigeni. Le campagne per promuovere le indagini nei dintorni della scuola, che era sostanzialmente un collegio cattolico frequentato solo da bambini indigeni, erano iniziate circa vent’anni fa, spinte da inquietanti racconti che circolavano da tempo in Canada e che riportavano storie di violenze fisiche e psicologiche, commesse peraltro in un contesto caratterizzato da pessime condizioni igieniche. La scoperta è stata fatta da un gruppo indigeno locale, Tk’emlúps te Secwépemc First Nation (TteS), utilizzando un georadar, uno strumento che permette di indagare il sottosuolo attraverso l’analisi delle onde elettromagnetiche, senza fare scavi. Secondo Rosanne Casimir, della TteS, uno dei bambini morti aveva 3 anni. Casimir ha anche aggiunto di aspettarsi di trovare altri resti di bambini, dato che i rilevamenti continueranno prossimamente.

Il collegio di Kamloops fu gestito dalla Chiesa tra il 1890 e il 1969 e per un certo periodo fu il più grande del Canada. Poi, quando il sistema scolastico passò completamente sotto la gestione del governo, venne chiuso. I rapporti dell'epoca, eseguiti da personale medico, riportano la presenza di bambini con grossi problemi di malnutrizione, e ci sono racconti simili che riguardano anche gli altri collegi canadesi riservati agli indigeni, in gran parte attivi a partire dalla fine dell'Ottocento. In quegli anni, i discendenti dei coloni canadesi avevano costretto i popoli indigeni a vivere in qualcosa di molto simile alle riserve indiane degli Stati Uniti. Il New York Times scrive che spesso usarono come scusa alcuni accordi dal valore legale dubbio, con i quali si appropriarono della terra dei nativi. Contestualmente, il governo avviò un sistema per assimilarli culturalmente, mandando i figli e le figlie degli indigeni in collegi come quello di Kamloops. I bambini venivano spesso prelevati con la forza dalle famiglie e costretti a perdere gli usi e la lingua del loro popolo, che al collegio venivano vietati.


Una commemorazione all'ex collegio per indigeni di Kamloops, in ricordo dei 215 bambini morti

Il governo canadese da anni sta cercando almeno di far riemergere le storie delle sofferenze di molte persone indigene sopravvissute ai collegi. Una commissione istituita dal governo e dalle comunità indigene come TteS ha impiegato sei anni per raccogliere le testimonianze di 6.750 persone, e nel 2015 ha stilato un rapporto concludendo che il sistema dei collegi per indigeni fu una forma di «genocidio culturale». Adesso la commissione è diventata un centro permanente, il National Centre for Truth and Reconciliation. Alcuni ex studenti dei collegi hanno ricordato episodi sistematici di abusi e violenza sessuale da parte dei preti responsabili dei collegi, che in certi casi portarono a gravidanze indesiderate tra le studentesse. Non è noto con precisione quanti bambini e bambine siano morti nei collegi per indigeni. Il rapporto del 2015 parla di almeno 4.100 tra morti e scomparsi, ma l'ex giudice Murray Sinclair, che ha guidato la commissione, ha detto al New York Times che molto probabilmente sono stati «più di diecimila». Molti di loro morivano per incidenti o nel tentativo di scappare, ma la gran parte a causa di malattie e infezioni. Quando succedeva, i responsabili del collegio fornivano spiegazioni vaghe ai genitori, e di solito i corpi venivano seppelliti a scuola e non consegnati alle famiglie per risparmiare i costi del viaggio.

08 giugno 2021
www.ilpost.it/2021/06/08/canada-collegi-indigeni/
13/11/2021 17:00
 
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Morto l'ex Gran Maestro Festing, licenziato da Francesco: voleva fare luce sul denaro dello SMOM



Avrebbe compiuto 72 anni il 30 novembre l'ex Gran Maestro dell'Ordine di Malta, Matthew Festing. Il nobiluomo scozzese, uomo integerrimo e rispettato, si è spento improvvisamente dopo essere entrato in coma il 4 novembre scorso a Malta, dove si era recato per prendere parte alla professione religiosa di fra' Francis Vassallo, già Governatore della Banca Centrale di Malta. Una delle ultime fotografie di Festing lo ritrae mentre si trova in carrozzina nella cattedrale e saluta l'arcivescovo Scicluna. Poche ore dopo la funzione solenne si era sentito male e non si era più ripreso. Le sue condizioni di salute da tempo davano problemi: si erano progressivamente deteriorate, giorno dopo giorno, dal gennaio 2017, quando fu costretto da Papa Francesco a firmare le sue dimissioni da Gran Maestro dell'Ordine di Malta (nonostante fosse stato eletto a vita). Da quel momento fu costretto ad andare a vivere in esilio in Northumberland, al confine con la Scozia. Un passaggio che ha vissuto ingiustamente. E da allora la salute è andata peggiorando, e certamente hanno avuto un peso l'emarginazione cui è andato incontro e l'amarezza per quanto accaduto. La sua colpa, a detta di alcuni cavalieri di Malta che gli sono sempre stati vicini, è di aver fatto di tutto per rinnovare l'Ordine di Malta e aver mosso i primi passi per fare luce sulla gestione finanzia interna ma, soprattutto, per aver chiesto indagini sull'origine di una importante eredità milionaria di un nobile francese, tale Jean du Tour, che in realtà nessuno lo aveva mai sentito nominare prima. Festing ipotizzava dietro persino il riciclaggio e lo confidò ad alcuni amici in via riservata. Una delle rare interviste che concesse fu al Messaggero raccontando il momento del licenziamento:«Sono stato convocato da Papa Francesco e mi ha chiesto di dimettermi da Gran Maestro. È stato gentile anche se non mi ha dato alcuna spiegazione circa la richiesta; posso supporre che la Santa Sede mi abbia vissuto come un ostacolo, altra spiegazione non trovo. Come buon cattolico e come religioso ho immediatamente accettato la volontà del Papa. Sono tenuto all'obbedienza. Avevo l'impressione che la Santa Sede non fosse felice della mia insistenza sull'ortodossia, né del mio desiderio di indagare sul denaro dell'Ordine. Per alcuni probabilmente ero una forma di minaccia. Quando ne saprò di più avrò l'obbligo morale di usare ogni mezzo per far sapere». Alla domanda sul perchè avesse allora firmato le dimissioni, Festing aggiunse:«La mia coscienza è pulita dinanzi al Signore e a me stesso. Quando mi fu chiesto un passo indietro non avevo dubbi sul da farsi. Sono un ex soldato abituato a fare ciò che gli viene ordinato dai superiori. Quando il Papa mi disse che voleva le mie dimissioni, accettai senza contrastare la sua decisione».

Le lotte intestine interne tra la corrente guidata dal tedesco von Boeselager, allora Gran Cancelliere, e quelle dei riformisti guidati da Festing hanno fatto da sfondo a una sorta di congiura di palazzo. Nel 2017 la nota ufficiale del Vaticano informava che il Papa aveva accettato le dimissioni esprimendo «apprezzamento e riconoscenza per i sentimenti di lealtà e devozione nei confronti del Successore di Pietro». La realtà invece era un pò diversa. Fra' Matthew Festing, pur essendo stato nominato a vita, fu costretto a lasciare il suo «ufficio» dopo l' udienza con Francesco in un momento drammatico. Lo scontro di potere interno all'Ordine si era infiammato progressivamente anche su questioni di natura dottrinale, visto che Boeselager aveva autorizzato il Malteser, l'organo caritativo dello SMOM, a distribuire nelle zone di guerra anche profilattici, assieme a materiale sanitario di prima necessità. Ne era nato un putiferio in Vaticano, con una commissione che era stata incaricata di dirimere la questione. Festing chiese a Boeselager di lasciare l'incarico ma le cose in Vaticano presero un'altra strada e la situazione finì per ribaltarsi quando il cardinale Parolin decise di appoggiare la corrente dei tedeschi. Alla fine ci rimise la testa anche il cardinale americano ultraconservatore Raymond Leo Burke, «patrono» dell' Ordine, che assieme a Fra' Festing aveva voluto la destituzione del Gran Cancelliere Boeselager. Pietro Parolin scrisse anche due lettere, il 12 e il 21 dicembre:«Sull' uso e sulla diffusione di metodi e mezzi contrari alla legge morale, Sua Santità ha chiesto un dialogo sul modo in cui possano essere affrontati e risolti eventuali problemi, ma non ha mai detto di cacciare qualcuno». Festing era stato ammesso nel più antico ordine cavalleresco al mondo nel 1977, emettendo i voti religiosi nel 1991. E' stato in passato gran priore d'Inghilterra. Discendeva da una delle più antiche famiglie inglesi, da sir Adrian Fortescue, Cavaliere di Malta martirizzato nel 1539. Era stato eletto 79esimo Gran Maestro l'11 marzo 2008. Era cittadino onorario di Rapallo e Pompei. L'ultimo Gran Maestro morto a Malta è stato de Rohan, la cui morte avvenne nel 1797.

Franca Giansoldati
12 Novembre 2021
www.ilmessaggero.it/vaticano/ordine_di_malta_papa_francesco_festing_parolin_tomasi_becciu_morte_inchiesta-6318...
26/01/2022 19:30
 
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Canada, le tombe anonime dei bambini nativi
Ancora scosso dalla scoperta dei corpi di oltre 200 minori indigeni nei pressi di una scuola cattolica, il Paese del nord America affronta una seconda tragedia collettiva: 751 tombe anonime diseppellite nei pressi di un altro istituto


Bambini indigeni all'Indian Residential School in Canada

“Non una fossa comune ma tombe anonime”, è la dichiarazione del capo della comunità indigena canadese Cowessess durante la conferenza stampa di mercoledì sugli scavi iniziati il 2 giugno nei pressi di un'ex scuola residenziale nella provincia di Saskatchewan, Canada occidentale.

Altri scavi
Tombe anonime, 751 circa, in gran parte di bambini nativi, un ritrovamento che riporta alla recente scoperta di un mese fa dei resti di altri 215 piccoli: autoctoni, alunni della Kamloops Indian Residential School, uno dei più grandi istituti della Nazione, che faceva parte di una rete di scuole fondate dal governo canadese e amministrate dalle Chiese cristiane presenti nel Paese. Gli scavi intorno all'ex scuola residenziale Marieval sono iniziati a fine maggio. Altri siti sono ora oggetto di un'indagine approfondita con l'assistenza delle autorità governative.

I vescovi canadesi e la commozione del Papa
“Le autorità politiche e religiose del Canada”, aveva detto Papa Francesco durante l’Angelus del 6 giugno, “continuino a collaborare con determinazione per fare luce sulla triste vicenda e impegnarsi umilmente in un cammino di riconciliazione e di guarigione”. I vescovi canadesi, che lunedì 21 giugno hanno dedicato una preghiera in occasione della Giornata dei Popoli Aborigeni, starebbero lavorando per realizzare un incontro in Vaticano tra il Papa e i responsabili delle comunità autoctone. Nulla è stato ancora ufficializzato. Parlando alla televisione canadese, l'arcivescovo di Regina, Donald Bolen, ha detto di essere impegnato in un lungo processo:"Sarà un lungo viaggio. Abbiamo a che fare con una storia complicata. Varie forme di abuso hanno avuto luogo nelle scuole residenziali. Dobbiamo camminare a fianco degli indigeni nella loro ricerca di giustizia. Non dobbiamo nascondere nulla e chiedere scusa quando è chiaro che è importante farlo. Dobbiamo continuare con azioni concrete per la giustizia e la riconciliazione”.

Imparare dal passato

Il Primo Ministro Justin Trudeau ha espresso il suo "dolore", dicendo che il suo Paese deve imparare dal passato e lavorare per la riconciliazione. Per il Ministro dei Servizi Aborigeni Marc Miller, questa verità è stata "troppo spesso negata".

Emanuela Campanile
25 giugno 2021
www.vaticannews.va/it/mondo/news/2021-06/canada-tombe-papa-francesco-nativi-scu...
[Modificato da wheaton80 26/01/2022 19:32]
26/08/2022 11:44
 
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Monsignor Weakland, morte di un vescovo progressista



Il 22 agosto è morto a Greenfield, negli Stati Uniti, l’arcivescovo emerito di Milwaukee, mons. Rembert Weakland. Il padre gesuita James Martin, ben noto per le sue posizioni controverse sulla morale sessuale e per il suo ruolo di tramite con il mondo LGBTQ, in un tweet (poi rimosso) ha detto che lo considerava un amico e ne piangeva la scomparsa, pur menzionando alcuni aspetti controversi della sua vita, su cui torneremo. Era nato nel 1927. Nel 1945 entra nell’ordine benedettino, studiando teologia, liturgia e musica. All’interno dell’ordine ascenderà a posizioni sempre più importanti, fino a divenirne abate primate. Nel 1977 Paolo VI lo nomina arcivescovo di Milwaukee, posizione da cui si ritira nel 2002. Rembert Weakland è stato uno degli alfieri del cattolicesimo progressista degli ultimi 50 anni, non solo nella teologia ma anche nella liturgia. Egli promosse battaglie per il sacerdozio femminile, contro i divieti sull’aborto, contraccezione, divorzio e celibato per i sacerdoti. Non di secondo piano fu il suo ruolo nella riforma liturgica. Carl Bunderson informa:«Studioso di musica, fu nominato consultore del Consilium, il comitato che interpretava la Sacrosanctum Concilium e che aveva il compito di preparare l'Ordine della Messa rivisto dopo il Concilio Vaticano II, nel 1964. Fu nominato membro del Consilium nel 1968». Questo ci dice già abbastanza sulle influenze sulla riforma liturgica. Per descrivere le sue idee riguardo la musica sacra, il musicologo Ferdinand Haberl, nel 1967, commemtando sul ruolo dell’allora abate primate dei benedettini Weakland durante un congresso di musica sacra cattolica, diceva:«L'abate maggiore Rembert G. Weakland, O.S.B., Presidente della Church Music Association of America, attirò la discussione sul fatto che la musica sacra non deve venir ristretta alla musica vocale, dato che la voce è soltanto una parte dell'uomo. Bisogna tener conto anche di movenze corporali, danza e jazz nella musica liturgica» (Haberl, Ferdinand, and Giulio Cogni. “Il Quinto Congresso Internazionale per la Musica Sacra Cattolica [Chicago, 21-25 Agosto; Milwaukee, 25-28 Agosto 1966], Rivista Italiana Di Musicologia, vol. 2, no. 1, 1967, pp. 162–73).

Paul Likoudis insiste sul ruolo di Weakland nella riforma liturgica:«Il compianto mons. Richard Schuler della Chiesa di Sant'Agnese a St. Paul, Minnesota, ha avuto la sfortuna di osservare da vicino Weakland mentre guidava la squadra di demolitori liturgici che aveva requisito la neonata Church Music Association of America nel 1964. Mons. Schuler ha scritto in A Chronicle of the Reform: Catholic Music in the 20th Century (Sacred Music: 1990) che Weakland e i suoi co-cospiratori in tutto il mondo erano uniti nella loro opposizione al rinnovamento liturgico richiesto dal Vaticano II. Hanno regolarmente ignorato gli appelli della Santa Sede a fermare le loro innovazioni "inutili e dannose". Hanno portato avanti una massiccia campagna di pubbliche relazioni e propaganda sia sulla stampa laica che cattolica, nonché in comunicazioni ingannevoli e ufficiali a sacerdoti e religiosi, distorcendo ciò che la Chiesa desiderava in termini di arte sacra e musica». Ma questo non è tutto. Nel 2002 un ex seminarista, Paul Marcoux, rivela di essere stato l’amante di mons. Weakland circa 20 anni prima e che aveva ricevuto circa 450mila dollari per stare in silenzio in una relazione che, secondo Marcoux, era connotata anche da stupri. In una intervista con il New York Times in occasione della presentazione della sua autobiografia qualche anno dopo, Weakland ammise di sapere della sua omosessualità dall’adolescenza e che aveva avuto relazioni sessuali con vari uomini, pagando a volte con i soldi della diocesi:

www.nytimes.com/2022/08/22/us/archbishop-rembert-weakland-d...

Fu anche violentemente criticato per le sue coperture verso sacerdoti che abusavano minori. Nella sua autobiografia fa una affermazione sorprendente:«Tutti consideravamo l'abuso sessuale di minori come un male morale, ma non capivamo la sua natura criminale». Certo, una cosa del genere da parte di una persona certamente istruita ci lascia esterrefatti. Il rimedio, sempre secondo mons. Weakland, era di coprire l’accaduto perché le vittime si sarebbero fatte una ragione di quello che gli era accaduto. Dio possa avere misericordia di lui, che ne ha davvero bisogno.

Aurelio Porfiri
25-08-2022
lanuovabq.it/it/monsignor-weakland-morte-di-un-vescovo-prog...
07/09/2022 11:02
 
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Commissariato l’Ordine di Malta, i Templari esultano

Bergoglio ha posto fine al contrasto durissimo del Vaticano coi Cavalieri di Malta sciogliendo il secolare Ordine Ospitaliero di San Giovanni. Si tratta d’un provvedimento definitivo, per cui il Sovrano Militare Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme, di Rodi e di Malta è stato commissariato. Il Papa ha quindi promulgato la nuova Carta Costituzionale e il relativo Codice Melitense disponendone l’immediata entrata in vigore e revocando le alte cariche, decidendo lo scioglimento dell’attuale Sovrano Consiglio e la costituzione di un sovrano consiglio provvisorio formato da tredici membri. Tra essi spicca il nome di Alessandro de Franciscis, Presidente del Bureau des Constatations Médicales di Lourdes, l’istituzione che esamina le guarigioni scientificamente inspiegabili avvenute nella cittadina francese. Il capitolo generale straordinario sarà preparato dal cardinale Silvano Maria Tomasi e dal luogotenente John T. Dunlap, coadiuvati dal Sovrano Consiglio provvisorio. La decisione di Bergoglio trae spunto dalla sentenza emessa dal Tribunale Cardinalizio nel 1953, dove si legge che le “prerogative inerenti all’Ordine come soggetto di diritto internazionale, che sono proprie della sovranità, non costituiscono tuttavia nell’Ordine quel complesso di poteri e prerogative, che è proprio degli enti sovrani nel senso pieno della parola”. Infatti, quello di Malta è “un Ordine religioso, approvato dalla Santa Sede. Esso persegue, oltre la santificazione dei suoi membri, anche fini religiosi, caritativi e assistenziali […]. Le due qualità di Ordine sovrano e di Ordine religioso sono intimamente connesse tra di loro. La qualità di Ordine sovrano della istituzione è funzionale, ossia diretta ad assicurare il raggiungimento dei fini dell’Ordine stesso e il suo sviluppo nel mondo. Quindi”, ha sottolineato Francesco, “essendo un Ordine religioso, dipende, nelle sue diverse articolazioni, dalla Santa Sede”. Il nuovo governo dell’Ordine prevede di arrivare all’elezione del Gran Maestro entro marzo 2023. Gli eleggibili sono circa 35. Il mandato non sarà più a vita, ma di durata decennale rinnovabile una sola volta e comunque con il limite d’età fissato a 85 anni. Le donne sono completamente equiparate agli uomini, l’unica differenza riguarda lo status di consacrati. Esultano i Templari del Sovrano Militare Ordine del Tempio, che parlano esplicitamente di risarcimento morale, poiché al processo di Chinon del 1307-14 che ha condannato i Templari al rogo e l’Ordine allo scioglimento, i Cavalieri di Malta non hanno mosso un dito per difenderli. Anzi, peggio, hanno fatto propri tutti i loro beni. A questo proposito pubblichiamo un comunicato stampa del Sovrano Militare Ordine del Tempio.

“Apprendiamo con soddisfazione che il Sovrano Militare Ordine di Malta è stato commissariato dal Papa. Ciò costituisce un parziale risarcimento per noi Poveri Cavalieri di Cristo che, anche a causa della totale assenza di aiuto da parte dei “Cavalieri di Malta”, abbiamo subito umiliazioni e saccheggi, oltre a essere stati vittime dei tremendi roghi al termine del processo di Chinon del 1307-14 in forza del quale il nostro Ordine è stato sospeso e molti Cavalieri Templari torturati (300 su 30.000, per cui 29.700 Cavalieri hanno continuato a lavorare segretamente) e mandati sul rogo dalla Chiesa di Roma e dal Papa Clemente V. I suoi beni sono stati incamerati dal Re di Francia (la fine della sua miserabile schiatta s’è compiuta il 21 gennaio 1793 a Parigi con la decapitazione di Luigi XVI grazie anche al nostro segreto ma determinante contributo), dalla Chiesa di Roma (il cui atteso giudizio è alle porte) e proprio dai Cavalieri di Malta (allora Cavalieri Ospitalieri di San Giovanni) che, nonostante gli innumerevoli, fraterni, disinteressati e determinanti aiuti avuti da noi in Palestina tra il XII e il XIII secolo, per cui sono morti sul campo migliaia di Templari per difenderli dalle orde dell’Islam, non hanno sentito il dovere morale di spendersi per noi e di sottrarci al martirio, oltretutto senza opporsi alla criminale e diabolica bolla papale Vox in Excelsio promulgata il 22 marzo 1312 con la quale sono stati decisi la soppressione provvisoria, ovvero senza giudizio né condanna, dell’Ordine Templare e il sequestro dei suoi beni, in gran parte regalati proprio agli Ospitalieri, cioè ai Cavalieri di Malta, che li hanno accettati. A noi Templari non piacciono i conti in sospeso, e quando se ne chiude uno siamo contenti. Ma non basta, anche se in forza della decisione vaticana di ieri ci sentiamo più sollevati. In ogni caso la nostra lotta continua per un Mondo riconsegnato all’Ordine Naturale e a Nostro Signore Gesù Cristo, per il quale combattiamo da 904 anni.

P. S.
Approfittiamo dell’ospitalità degli amici giornalisti per rendere noto a qualche cialtrone e a qualche cialtrona (come quella che scrive dell’esistenza delle templari donne) che si spacciano per studiosi del Medio Evo (credendo di saperla lunga perfino sui Templari, per cui è meglio che lascino perdere), che la banda nera sullo scudo e sul Baussant va in alto (esattamente come ritratto sulla pergamena riprodotta a lato) e non in basso come credono loro in base a rozze ipotesi del tutto campate in aria.

Ad Maiorem Dei Gloriam
Non Nobis Domine, non nobis, sed Nomini Tuo da Gloriam



P. S.
Se possibile, ricordiamo che il Sovrano Militare Ordine di Malta si è sempre schierato col potere temporale, qualunque esso fosse, come dimostra questo filmato d’antan che alleghiamo alla nostra lettera. Dal filmato si capisce che loro sono stati fascisti e monarchici, noi no. Ringraziamo dello spazio che ci avete concesso e salutiamo con viva cordialità.
- Il Maestro Generale del S.M.O.T.



Lorenzo Mancini
04 settembre 2022
www.alessandriaoggi.info/sito/2022/09/04/commissariato-lordine-di-malta-i-templari-e...
[Modificato da wheaton80 07/09/2022 11:03]
02/12/2022 18:51
 
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La mafia di San Gallo: il piano per sovvertire la Chiesa



Le edizioni Fede & Cultura pubblicano in italiano "La mafia di San Gallo", un libro che ha fatto tanto parlare di sé non appena uscito in America nel 2021. Il sottotitolo traduce alla lettera quello americano: Un gruppo riformista segreto all’interno della Chiesa. Come è noto, l’espressione da cui prende il titolo il libro è stata coniata da un membro del gruppo, il cardinale belga Daneels, in riferimento ad alcuni alti prelati, poi cardinali, che si incontravano sistematicamente a San Gallo, in Svizzera (ma non solo lì), per coordinare gli sforzi in vista di un cambiamento nella Chiesa: lo stesso Daneels, Martini, Kasper, Murphy O’Connor, Lehmann. Il libro mette in sequenza numerosi fatti, incontri, cene nelle trattorie romane avvenuti in prossimità dei due conclavi del 2005 e del 2013; frasi insinuate, depistaggi programmati, rivelazioni tendenziose. Non tutto è dimostrato, alcune ricostruzioni si basano su ipotesi, come quando, durante il conclave del 2005, dopo un colloquio riservato tra Ratzinger e Martini a pranzo, le cose si sbloccarono a tal punto che al pomeriggio stesso di quel giorno fu eletto Benedetto XVI. La lettura del libro, però, rivela molto più di una ricostruzione da giornalismo d’inchiesta. Il suo significato va oltre la dimensione della spy-story tinteggiata di "giallo vaticano". Il lettore percepisce che la ricostruzione è molto verosimile, sostanzialmente attendibile e capace di spiegare un trentennio di storia vaticana. Il libro ha il merito di mettere i dati in ordine, di esporli con chiarezza e completezza e, ci ritorneremo a breve, di inserirli nella più ampia vita della Chiesa. Non è solo gossip da vaticanisti.

Il “gruppo” di San Gallo nasce a metà degli anni Novanta, quando cominciò a manifestarsi la malattia di Giovanni Paolo II, per opporsi all'eventuale elezione di Ratzinger in vista di un futuro conclave. La Meloni ricostruisce le azioni concordate dal gruppo alla morte di Giovanni Paolo II e, soprattutto, l’apparentemente strano comportamento di Martini che, dopo il famoso colloquio a tavola di cui sopra, fece confluire i propri voti su Ratzinger. Proprio Martini che, spiega la Meloni, il gruppo di San Gallo avrebbe voluto come candidato anti-Ratzinger se non avesse contratto il morbo di Parkinson. Nell’impossibilità di candidare Martini, già allora l’attenzione del gruppo si era indirizzata sull’arcivescovo di Buenos Aires, Bergoglio, che nel 2005 emerse come possibile candidato della mafia di San Gallo, ma per la “tenuta” della candidatura di Ratzinger e per la scelta di Martini di confluire su di lui, anche Bergoglio si indirizzò su Benedetto XVI. Una cosa diversa avvenne nel conclave del 2013, dopo le dimissioni di Benedetto XVI. Anche in questo caso l’autrice ricostruisce i fatti, molti dei quali accertati, altri molto probabili ma non dimostrati, come per esempio l’invito a dimettersi che il cardinale Martini avrebbe rivolto a Benedetto XVI. La narrazione si incentra sull’emergenza del primate d’Argentina, Jorge Mario Bergoglio, e sulla convergenza progressiva delle sue prese di posizione con gli auspici del gruppo di San Gallo.

Lascio al lettore queste numerose e interessanti pagine, per segnalare, piuttosto, una delle dimensioni più interessanti del libro. Come dicevo sopra, la Meloni non scrive solo un giallo ecclesiastico, una storia di trame e trabocchetti, da leggersi come un libro di spionaggio. Le azioni del gruppo di San Gallo hanno dietro di sé una visione teologica e sono finalizzate a un “cambio di regime” nella Chiesa, non solo e non tanto sostituendo una persona con un’altra, ma un paradigma con un altro. Il gruppo voleva attuare nella Chiesa la rivoluzione liberale che nel 1972 Karl Rahner aveva espresso nel dettaglio nel suo libro "La ristrutturazione della Chiesa come compito e come chance". Revisione della posizione della Chiesa su sessualità, contraccezione ed omosessualità, celibato dei sacerdoti, diaconato femminile, decentramento dottrinale, comunione ai divorziati risposati, sinodalità: questo il programma della “rivoluzione” del gruppo di San Gallo, già codificato alla sua nascita. La qual cosa ci dice che non si trattava solo di un comitato di adepti clandestini, seppure di alto rango ecclesiastico, ma di un mondo teologico, di un’ampia fetta di Chiesa che da decenni combatteva contro Giovanni Paolo II e Ratzinger per una “svolta” progressista radicale.

Era una “avanguardia” della rivoluzione con dietro a sé molte truppe. Secondo la Meloni, Bergoglio fu eletto nel nuovo conclave del 2013 come esito finale di una lunga macchinazione durante la quale il gruppo aveva dovuto pazientare, aspettare il momento opportuno, rivedere momentaneamente la propria tattica, riposizionarsi, ma senza mollare mai, nemmeno dopo il suo assottigliamento per la morte di Silvestrini prima e di Martini poi. Ed infatti l’autrice elenca i provvedimenti con cui oggi Bergoglio/Francesco sta realizzando tutti i punti dell’agenda del gruppo richiamati sopra. Due sono i criteri tattici seguiti per la “rivoluzione” nella Chiesa, oggi in piena attuazione, secondo la nostra autrice. Il primo è la velocità: Murphy O’Connor diceva che sarebbero bastati quattro anni di Bergoglio per avere una Chiesa diversa. Ne sono passati di più e tutti vedono che si sta procedendo a tappe forzate. La seconda, solo apparentemente contraria, è quella della prudenza. Gettare le basi dei cambiamenti, produrli indirettamente, fermarli temporaneamente quando si fanno troppo dirompenti e, quindi, passibili di una pericolosa reazione, farli camminare sottotraccia per farli poi emergere al momento opportuno.

Stefano Fontana
25-11-2022
lanuovabq.it/it/la-mafia-di-san-gallo-il-piano-per-sovvertire-l...
[Modificato da wheaton80 02/12/2022 18:53]
12/01/2023 17:56
 
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E' morto a 81 anni il cardinale australiano George Pell



E' morto a Roma, all'età di 81 anni, il cardinale australiano George Pell, prefetto emerito della Segreteria per l'Economia, dopo essere stato arcivescovo di Melbourne e di Sydney. Il porporato non ha superato le complicazioni causate da un intervento chirurgico all'anca. Nei giorni scorsi aveva partecipato in Vaticano ai funerali del papa emerito Benedetto XVI. Il cardinale Pell era stato posto da papa Francesco, il 24 febbraio 2014, alla guida della nuova Segreteria per l'Economia e di fatto a capo delle riforme economiche intraprese dal Pontefice. Il 29 giugno 2017, però, la polizia australiana confermò l'imminente stato d'accusa per il cardinale Pell per "gravi reati sessuali" su minori, fra i quali quello di uno stupro, che sarebbero stati commessi negli anni Settanta, quando Pell era parroco nella sua città natale, Ballarat. La Santa Sede contemporaneamente confermò la notizia del rinvio a giudizio del cardinale Pell e la sua partenza per l'Australia "per affrontare le accuse che gli sono state mosse". L'11 dicembre 2018 Pell fu giudicato colpevole di abusi sessuali su due chierichetti di 13 anni dalla giuria della County Court dello Stato di Victoria e il 13 marzo 2019 condannato a una pena detentiva di 6 anni. Il cardinale, che si è sempre dichiarato innocente, ha quindi annunciato il ricorso in appello, che è stato respinto e la condanna confermata. E per il cardinale si sono aperte le porte del carcere Nel mese di novembre, alla luce dei numerosi vizi formali nelle procedure processuali segnalati dal giudice Mark Weinberg, la Corte Suprema dell'Australia ha ammesso la richiesta di appello presentata da Pell. Il 7 aprile 2020 il cardinale è stato prosciolto all'unanimità dalla stessa Corte e rilasciato dopo più di un anno d'incarcerazione. In una recentissima intervista, papa Francesco ha riconosciuto pubblicamente i meriti di Pell a proposito della riforma delle finanze vaticane. “Io ho dato indicazioni soltanto”, ha detto Bergoglio a Canale 5 lo scorso 18 dicembre. “Ma l'organizzare questo che, grazie a Dio, sta andando bene con il Consiglio dell'Economia, con il Segretariato all'Economia, tutto questo lo ha visto chiaro il cardinale Pell, che è quello che ha incominciato questo". "Poi è dovuto rimanere quasi due anni in Australia per questa calunnia che gli hanno fatto, che poi era innocente, ma gliel'hanno fatta brutta poveretto, e si è allontanato da questa amministrazione, ma è stato Pell a fare lo schema di come si poteva andare avanti. È un grande uomo e gli dobbiamo tante cose", ha concluso il Papa.

11 gennaio 2023
www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2023/01/11/morto-il-cardinale-george-pell-complicazioni-dopo-un-intervento_fbdcb812-23de-4698-9a98-187f18a95...
16/01/2023 19:43
 
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Emanela Orlandi - Quel “dossier” vaticano segreto rivelato dalla Voce nel 2017

Emanuela Orlandi, il caso finalmente si riapre dopo le ennesime richieste da parte della famiglia, che non si è mai rassegnata, soprattutto il fratello Pietro, pur dopo 40 anni di finte inchieste, depistaggi, segreti a iosa, menzogne vaticane e lo zampino dei servizi segreti nostrani, vaticani e americani. Un bel mix! Lo ha deciso il ‘Procuratore di Giustizia’ Alessandro Diddi e vedremo ora se sul serio salteranno fuori le carte & i documenti che, ad esempio, provano come Emanuela fosse viva e vegeta, almeno fino al 1997, quando era ospitata in una casa di cura privata a Londra gestita da suore, sotto lo sguardo vigile del Vaticano. Ora, nelle ultime parole pronunciate da Alì Agca e anche dalla moglie italiana, sposata sette anni fa, la ravennate Elena Rossi, si torna a parlare di un ‘convento a Londra’ e di ‘suore vaticane’.

Nel 2017 “una fonte” rivela alla Voce…
Ne scrisse per la prima volta, in esclusiva, la ‘Voce’ in un’inchiesta pubblicata il 17 settembre 2017 e subito ripresa da alcuni media, tra cui l’Espresso. Nel reportage si faceva anche un esplicito riferimento al cardinal Angelo Becciu, l’uomo di tutti i segreti che sigillò la vicenda con parole che più esplicite non si può:“Il caso è chiuso. Per sempre”. Poi Becciu è salito alla ribalta delle cronache per altre non troppo edificanti vicende ed è entrato in rotta di collisione con Papa Francesco. E vuoi vedere che la più che irrituale, fragorosa rottura era dovuta alla strenua difesa portata avanti con pervicacia da Becciu di ‘seppellire’ il segreto di Emanuela, mentre al contrario Bergoglio voleva far finalmente luce, trasparenza e arrivare alla verità di quanto successe alla povera Emanuela e anche a Mirella Gregori? Misteri vaticani. Staremo a vedere. Ma ecco, di seguito, alcuni passaggi salienti di quella clamorosa inchiesta della ‘Voce’ di sei anni fa, costruita su informazioni super riservate che arrivavano da una più che attendibile fonte interna, cioè vaticana. La potete leggere integralmente cliccando sul link in basso. Così l’incipit:“C’è la prova che il Vaticano sapeva. Finalmente, dopo 34 anni di attesa, si sta per squarciare il velo sul giallo di Emanuela Orlandi. Secondo fonti attendibili, è imminente la ‘bomba’: ossia la rivelazione di documenti custoditi nella super cassaforte della ‘Prefettura della Casa Pontificia’ che svelano non poche trame. E soprattutto dettagliano, per filo e per segno, le spese sostenute dal Vaticano in vicende oscure, compresa la permanenza di Emanuela per un certo periodo a Londra”. Rammentiamo che quella Prefettura era ‘gestita’ dall’arcivescovo Georg Ganswein, fedelissimo dell’appena defunto papa Josef Ratzinger. Così continuavamo la ricostruzione dei fatti:“La prima svolta a metà giugno (2017, ndr), quando la famiglia Orlandi avanza una clamorosa richiesta: ossia un’istanza di accesso, rivolta al Vaticano, di poter visionare atti e documenti relativi al caso, il cosiddetto ‘dossier’ di cui da anni si parla, almeno dal 2012, e di cui nulla è mai trapelato”. “Il dossier conterrebbe notizie fino a tutto il 1997”. “Una sorta di libro mastro delle uscite.

A cominciare dai delicatissimi trasferimenti dei fondi dalla banca privata vaticana, lo IOR, verso istituti lussemburghesi, fino alle spese per la sicurezza vaticana. Tra queste note di spesa c’è un preciso riferimento alla vicenda Orlandi. Ci sono le pezze d’appoggio, tutti i riscontri”. Prosegue il nostro reportage del 2017:“Precisa la fonte:‘In particolare, la nota vaticana conservata nella cassaforte si riferisce alle spese sostenute per il mantenimento di Emanuela Orlandi in una casa di cura privata a Londra, ovviamente sotto falso nome. La circostanza è di enorme rilevanza, perché si tratta di fondi segreti vaticani. Ma soprattutto perché è la prova provata che dentro quelle mura pontificie, ai più alti livelli, sapevano e hanno taciuto. Hanno coperto e non hanno collaborato con la magistratura e soprattutto con la famiglia che cercava disperatamente Emanuela da anni. E che ancora oggi continua a cercarla”. E ancora:“Ecco cosa scrive una nota d’agenzia del 27 giugno scorso:‘La madre di Emanuela, tramite i suoi legali Annamaria Bernardini de Pace e Laura Sgrò, aveva chiesto di vedere il dossier su sua figlia conservato nella Santa Sede. Dopo 34 anni di silenzio assordante, passa poco meno di un’ora dalla presentazione della domanda ufficiale di visionare il fascicolo e il sostituto della Segreteria di Stato, monsignor Angelo Becciu, si affretta a rispondere:‘Il caso è chiuso’. Quattro parole per liquidare un calvario di 34 anni. Il linguaggio burocratico per liberarsi diplomaticamente di un caso per cui non si è riusciti neanche a confezionare una verità su misura. Archiviato”. E la madre di Emanuela, a botta calda, replicò:“Emanuela Orlandi non è un caso chiuso. E’ mia figlia. E io la cercherò finchè il Signore mi terrà in vita”.

Gli ultimi segnali
Ma vediamo adesso gli ultimi ‘segnali’ che si sono infittiti proprio a fine anno scorso, dicembre 2022:
- 5 dicembre. Il giornalista Riccardo Annibali riporta la notizia di “una registrazione avvenuta all’insaputa di chi stava parlando, e forse per questo una vera e propria confessione, con nomi e cognomi, fatta da un sodale di Enrico De Pedis (boss della ‘Banda della Magliana’), che lancia accuse pesantissime verso il Vaticano. Il racconto, catturato da un microfono clandestino da Alessandro Ambrosini, il fondatore del blog d’inchiesta ‘Notte Criminale’, potrebbe spalancare una porta nel caso di Emanuela Orlandi, scomparsa quasi 40 anni fa, che ha ritrovato nuovo interesse dopo la chiacchieratissima docu-serie firmata Netflix ‘Vatican Girl’”. E molto significativo è quanto racconta il 13 dicembre scorso un giornalista investigativo di razza come Ferruccio Pinotti:“Alì Agca, l’uomo che sparò a Papa Woytila, propone una sua nuova versione sulla sparizione di Emanuela Orlandi, inviando un ampio documento, che il Corriere della Sera ha potuto visionare, direttamente a Pietro Orlandi, il fratello della ragazza scomparsa”. Dopo una serie di piste indicate da Agcà e altre demolite (come quella ‘bulgara’), passa ad affrontare il caso Orlandi e afferma:“I rapimenti di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori furono decisi dal Governo Vaticano ed eseguiti da uomini del Servizio Segreto Vaticano vicinissimi al Papa. La trattativa pubblica era ovviamente una sceneggiata ben orchestrata da pochi alti prelati operanti all’interno dei Servizi Vaticani”. E poi Agca aggiunge nella missiva inviata a Pietro Orlandi:“Emanuela Orlandi era un fatto tutto vaticano. E’ stata presa in consegna da alcune suore fin dall’inizio, ha compreso l’importanza del suo ruolo e lo ha accettato serenamente. So di lei soprattutto grazie a un Padre spagnolo che mi ha visitato in Italia e anche qui a Istambul”.

Intervistato da Pinotti, Pietro Orlandi fa riferimento ad un altro prete, citato sempre da Agcà:“Agcà mi ha parlato di un certo padre Lucien, colombiano dell’Opus Dei, incontrato tre anni fa in Turchia. Agcà mi ha detto: a Villa Tevere qualcuno ti può aiutare”. Proprio negli stessi giorni, metà dicembre 2022, scrive un inquietante messaggio su Facebook Elena Rossi, la ravennate che Alì Agca ha sposato sette anni fa, dopo una corrispondenza durata mesi (ora vivono in Turchia). Ecco le sue parole:“Bisogna riaprire il caso Gregori-Orlandi. Ci sono tante cose ancora da chiarire e responsabili da sentire dalla parte italiana. Non vengano separati i due casi, altrimenti si va nel fosso”. Parole un pò criptiche, che poi provvede a chiarire nel corso di un’intervista rilasciata poche ore dopo a ‘il Riformista’. Ecco alcuni fatti che Elena Rossi racconta. “Sono convinta che a legarci (lei e Alì, ndr) sia il destino. Alì nella lettera di sei pagine inviata a Pietro Orlandi dice la pura verità. Nella lettera esistono notizie di reato molto precise che dovrebbero essere prese in esame dalla Procura. Spero esista un magistrato onesto e volenteroso disposto a farsi carico di questa patata bollente”. E prosegue lanciando pesantissime accuse in varie direzioni. “In questa brutta storia di cose storte e false ne esistono davvero tante. Certo che Alì è stato manovrato, da uomini del SISDE, dei Servizi Vaticani, della CIA, e per CIA intendo Gladio, quanto c’è di più pericoloso al mondo, secondo Alì. Come ha sempre detto a Pietro Orlandi, Alì ritiene che le ragazze siano state prese direttamente dal Vaticano e che siano state collocate in un convento di clausura. In quanto ad Emanuela, ha avuto rassicurazione fino a tre anni fa, da parte di un sacerdote, che era viva. Sulla storia di Mirella dice che ‘non è chiara’; e il prete che ha visto Alì anche in Turchia dice che ‘su Mirella non è dato sapere’”. E termina con un significativo:“Dopo tanto tempo, questa criminosa omertà dovrebbe finire, almeno sul versante italiano”.

Andrea Cinquegrani
10 gennaio 2023
www.lavocedellevoci.it/2023/01/10/emanuela-orlandi-quel-dossier-vaticano-segreto-rivelato-dalla-voce-n...
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