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Confutazione trasmissione Radio Maria del GRIS di gennaio 2014...

Ultimo Aggiornamento: 23/01/2014 21:41
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12/01/2014 12:22
 
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III PARTE:



viceadmintdg1, 07/01/2014 12:49:




Parola a chi desidera replicare...




LA QUESTIONE DEL SANGUE (PER SOMMI CAPI):

Genesi 9:4-5 CEI:

Soltanto non mangerete la carne con la sua vita, cioè con il suo sangue. Del sangue vostro, ossia della vostra vita, io domanderò conto”!

Non mangiare la carne con il sangue, ma se di solo precetto alimentare si tratta, perchè specificare "Soltanto non mangerete la carne con la sua vita, cioè il suo sangue"?
E' impossibile, a meno che uno non abbia una teologia preconfezionata da difendere, non porsi il quesito.
Non era forse il sangue, cioè la vita ("del vostro sangue, ossia della vostra vita, io domanderò conto", ribadisce Dio a Noè in Genesi 9:5...) qualcosa di sacro, riguardo al sangue di Abele, cioè alla sua vita, che gridava dal suolo? (Genesi 4:10).
Non è il sangue qualcosa di sacro da essere definito "la vita" anche nel comando noachico?

Lo stesso comando viene riproposto nella Torah, ma in quale contesto?

In un contesto, quello di Levitico 17, in cui l' unico argomento è quello relativo alla presentazione dei sacrifici al tabernacolo.

In questo capitolo del Levitico non si parla di astensione o proibizione da cibi, ma di aspetto puramente cultuale.

Guarda caso, è proprio nel capitolo 17 di Levitico, in quel contesto, che viene ripreso il comando noachico, ribadendo che la vita della carne è nel sangue, e che il solo uso consentito è quello relativo ai sacrifici (Levitico 17:10-11), che la vita stessa di ogni essere vivente non è solo nel suo sangue, ma è il suo sangue stesso(Levitico 17:14)!

“Lev. 17: 14: “Perché la vita di ogni essere vivente E’ IL SUO SANGUE, IN QUANTO E’ LA SUA VITA” (CEI)!

La vita di ogni essere vivente è il suo sangue, per cui qui viene stabilita la sacralità del sangue, perchè è la vita stessa!

Ora, caro Fiorino, lo spirito santo e gli apostoli che fanno?
Riprendono pari pari i precetti pre-Legge, poi recepiti dalla Torah: il decreto apostolico è rivolto ai cristiani gentili e quindi a tutti noi, senza limiti di tempo e di epoca, con le pratiche relative ad ogni epoca, poichè certamente il sangue non cessa affatto di essere la vita stessa dell' essere vivente neppure nel nostro tempo, e non cessa di essere la vita dell’ essere vivente neppure se viene immesso nel corpo in altro modo che non sia il mangiarlo, sbaglio Fiorino?

Gli apostoli specificano di astenersi dalla cose strangolate o soffocate, cioè dalla carne non dissanguata (evidentemente un cibo prelibato per i pagani dell' epoca...), e dal sangue, scindendo in qualche modo ciò che era scritto, ma non per amplificare alcunchè, ma per mettere in assoluto rilievo un fatto incontrovertibile: che il sangue è sacro e che esso è la vita dell' essere vivente, e che non ne va fatto alcun uso all' infuori di quello prescritto per i sacrifici di espiazione, fino al sacrificio definitivo di Cristo (Ebrei 9:11-14 ; 10:3-4, 11-20!), che certo non ci autorizza in alcun modo a farne, da lì in poi, un altro uso, profano.
Insomma, sul sangue non avevamo mai avuto diritto alcuno, nè continuiamo ad averne alcuno, anche dopo il sacrificio di Cristo e il decreto apostolico.

Si può obiettare: se il precetto non è solo alimentare ma cultuale perchè porlo ai cristiani che non hanno nessun sangue da spargere ai loro culti?


Il problema è comprendere cosa si intende per "cultuale" (abbiamo già visto il contesto prettamente cultuale di Levitico 17…).

E’ necessario per spiegare il principio su cui si basava la proibizione, che non era alimentare ma era legato alla santità del sangue, il sangue non doveva essere consumato non perché fosse alimentarmene "impuro" (come le carni di certi animali, precetti che vennero abbandonati dai cristiani) ma perché era sacro, tanto è vero che fin dagli albori dell'umanità era riservato ad un uso sacro. Per questo se non era usato nel tempio andava "gettato a terra" perché comunque apparteneva a Dio essendo il sangue la vita dell’essere vivente.

Il sacrificio di Cristo, per gli apostoli, non ha cambiato nulla nel significato di questo precetto, il sangue, la vita di ogni essere, continua ad appartenere a Dio ed essere santa ai suoi occhi, anzi, il sangue diviene ancora più santo agli occhi dei cristiani perché Gesù ha versato il suo sangue per il perdono dei nostri peccati e dunque è ancora più urgente che i cristiani ubbidiscano al precetto di "astenersi" attentamente dal sangue, dall'idolatria e dalla fornicazione per mostrare rispetto verso il sacrificio di Cristo.

Il sangue di Cristo fu usato in armonia con la santità del sangue, fu versato a terra (Gesù venne trafitto) come quello dell'agnello che veniva scannato a Pasqua.

Nessuno è ora autorizzato a fare un uso profano del sangue, sacro agli occhi di Dio, proprio per rispetto del sangue versato da Cristo.

La ringrazio.
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