A tutti voi che passate da qui: BENVENUTI
Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

Meditazioni quotidiane: Gennaio - Febbraio - Marzo - Aprile

Ultimo Aggiornamento: 09/04/2014 10:07
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 39.989
Sesso: Femminile
07/04/2014 11:12
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota




“... (Gesù) sarà un re dei poveri, un povero tra i poveri e per i poveri. La povertà s'intende nel senso degli anawim d'Israele, di quelle anime credenti ed umili nella prospettiva della prima Beatitudine del Discorso della montagna. Uno può essere materialmente povero, ma avere il cuore pieno di bramosia... Proprio il fatto che egli vive nell'invidia e nella cupidigia... desidera di rovesciare la ripartizione dei beni, ma per arrivare ad essere lui stesso nella situazione dei ricchi di prima. La povertà nel senso di Gesù – nel senso dei profeti – presuppone soprattutto la libertà interiore dall'avidità di possesso e dalla smania di potere. Si tratta di una realtà più
grande di una semplice ripartizione diversa dei beni, che resterebbe però nel campo materiale, rendendo anzi i cuori più duri. Si tratta innanzitutto della purificazione del cuore... La libertà interiore è il presupposto per il superamento della corruzione e dell'avidità che ormai devastano il mondo; tale libertà può essere trovata soltanto se Dio diventa la nostra ricchezza; può essere trovata soltanto nella pazienza delle rinunce quotidiane, nelle quali essa si sviluppa come libertà vera”.
Benedetto XVI - Omelia
Domenica delle Palme 2006

  14 Aprile

GIORNO DI UNIONE CON MARIA

 

1. Rispetto di Maria a S. Giuseppe. La Vergine Maria, dopo Gesù, è pur sempre il più bello e più compito modello da imitare. Orbene, per il suo sposo, quanta sottomissione, quanta ubbidienza, quanta umiltà mostrò Maria! Ella più grande di Lui, anzi, sapendo che tutta la dignità dello sposo era dovuta a lei, la vera Madre di Gesù, pure fu tutta rispetto per lui. Che esempio di sottomissione, d'umiltà mi presenta Maria!

 

2. Amore di Maria a S. Giuseppe. Quanta unione fra quei due cuori! Ambedue dolci, innocenti, rassegnati: il loro amore era fondato sulla virtù. Maria, dopo Gesù, amava Giuseppe quanto una sposa, tenera e affettuosa, può amare uno sposo... Servendolo e confortandolo in tutta la vita e più nell'agonia, non si può dire che Maria è la prima maestra di affetto, di devozione, d'amore a S. Giuseppe? Com'è possibile, guardando a Maria, non divenire divotissimo di S. Giuseppe?

 

3. Uniamoci a Maria nell'onorare S. Giuseppe. Per tanti titoli, dobbiamo essergli divoti: perché è un Santo tutto privilegiato; per le tante virtù che esercitò; perché è il padre-custode di Gesù; ma oggi ci basti imitare Maria e persuaderci di far cosa grata a Lei nell'onorare S. Giuseppe. Uniamo i nostri affetti, Ì nostri atti d'amore a S. Giuseppe con quelli di Maria; preghiamola che ci comunichi un profondo amore e una viva devozione a S. Giuseppe.

 

PRATICA. - Oggi fa tutto per amor di Gesù, di Giuseppe e di Maria; l'inno del Santo o sette Gloria Patri.

 

15 Aprile

GIORNO DI PREPARAZIONE ALLA MORTE

 

1. Importanza di tale preparazione. Il Signore nascose a bello studio la conoscenza dell'ultima nostra ora, perché sempre stiamo disposti : Estote parati. Siccome non basta una preparazione superficiale e leggera, i buoni cristiani usano scegliere un giorno al mese per ciò. Nel raccoglimento, in più profonda meditazione, pensando al gran passo decisivo, all'eternità che si avanza, l'anima si scuote, si purifica, si prepara, L'hai tu tale santa abitudine? Con qual frutto vi attendi?

 

2. S. Giuseppe sul letto di morte. Meditiamo l'agonia del Patriarca. I suoi capelli sono bianchi, le rughe solcano la sua fronte, segno che ha percorso una lunga carriera; ma nulla lo agita, nulla ne furba la placida agonia; lo sguardo calmo, il cuore tranquillo, si volge or al Figlio Gesù, or alla Sposa Maria; questa gli terge il freddo sudore. Gesù lo conforta con la dolce parola... È un placido sonno il morire del Santo. Quale sarà la tua morte?

 

3. Domandiamo la morte, del giusto. Che fortuna per noi se negli estremi, senza rimorsi, ci toccasse la morte del giusto! Che dolce morire coi nomi di Gesù, Giuseppe e Maria sulle labbra, senza paura de! Giudizio! Fin da oggi preparati; esamina se in tè abbonda il bene o il male, e ciò che ti darebbe pena in quel punto, toglilo. Domanda a S. Giuseppe una buona morte.

 

PRATICA. - Ripeti : Gesù, Maria, Giuseppe.

 

16 Aprile

GIORNO DI CONFIDENZA

 

1. Miserie quotidiane. Ovunque ci volgiamo, si tocca con mano la verità di quel detto di Giobbe: Militia est vita hominis: la vita è una lotta continua: sebbene breve è ripiena di molte miserie. Miserie che scoraggiano pei tristi tempi che corrono e per l'odio, l'egoismo, la cupidigia che dilagano dappertutto, originando guerre disastrose; miserie dovute alle malattie, alle privazioni, ai sacrifici d'ogni giorno; miserie per le passioni che ci tormentano, per la santità che scarseggia; tutto ci cruccia, ci affanna!.„

 

2. Il gran Protettore. Gesù nell'assoggettarsi anche Egli alle tribolazioni umane, tranne il peccato, scelse per sé un protettore, un custode, quasi un angelo terreno a cui si affidò. S. Giuseppe non venne meno alla grande e delicata missione. Ma, con questo fatto, non ci dice Gesù che egli stesso eleggeva S. Giuseppe a Protettore della famiglia cristiana? Questo ci apre il cuore a confidenza nei bisogni quotidiani, sperando che, se Gesù cc lo diede a protettore, S. Giuseppe è tutto per noi. Andate a Giuseppe... Ed io ci penso cosi poco!

 

3. Confidenza illimitata. Tra i guai e le miserie della vita, l'affanno e la malinconia non servono a nulla; solleviamo il cuore con la confidenza... Dopo Gesù e Maria, volgiamoci a S. Giuseppe. S. Teresa sfidava chiunque a trovare uno che fosse ricorso a lui senza essere esaudito. L'Angelico dice : S. Giuseppe è eletto ad ottenerci qualunque grazia. Sia dunque S. Giuseppe

il nostro confidente; in lui speriamo senza limite e sempre.

 

PRATICA. - Raccomanda a S. Giuseppe te e le tue pene: recita i sette dolori di S. Giuseppe o sette Gloria Patri.

 

17 Aprile

GIORNO DI UNIONE CON GESÙ

 

1. Le scene di Betlemme. In mezzo alla povertà, allo squallore di quella spelonca, S. Giuseppe è felice, né cambierebbe il suo stato con tutto l'oro del mondo. Vede il neonato Bambino, lo piglia tra le braccia, lo stringe al seno; Gesù riposa sul cuore di S. Giuseppe, lo unisce al suo nel bacio d'amore, lo ricolma di gioia... Non sono le ricchezze, né i piaceri che rendono contenti: cose tutte passeggere; solo Iddio rende il cuore felice. Io lo so, lo dico; ma, nelle occasioni mi regolo come se i beni materiali costituissero l'unica mia felicità.

 

2. La casa di Nazaret. La S. Famiglia vive modestamente del proprio lavoro; la sua giornata è un ripetersi di fatiche sempre più gravi e continue; tuttavia la pace, la vera contentezza brilla sulla loro fronte e Giuseppe, capo e sostenitore di casa, lungi dal lagnarsi, trova dolce ogni travaglio, facile ogni pena, perché è con Gesù e vive per amore di Lui. Ecco il segreto per cambiare in gaudio ogni amarezza : l'amore di Gesù e l'unione con Lui. Rifletti e applica a te.

 

3. Il cuore di S. Giuseppe. Chi può misurarne l’amore, l'affetto, l'unione col suo Gesù? S. Paolo diceva: Non sono più io che vivo, è Gesù che vive in me. S. Teresa; Io muoio d'amore, perché non muoio. S. Francesco d'Assisi non vedeva, non udiva, non desiderava se non Gesù Cristo. Che dire di S. Giuseppe che fu per trent'anni accanto all'Amore in terra! Desideriamo almeno di crescere nell'amor di Gesù; offriamo a Lui ogni palpito, ogni sospiro.

 

PRATICA. - Facciamo oggi tutto volentieri per amore di Gesù e di S. Giuseppe; sette Gloria al Santo.

 

18 Aprile

GIORNO DI ABBANDONO IN DIO

 

1. Iddio c'invita a riposarci in Lui. Egli stesso si fa chiamare: Padre nostro, dolce parola che tutta descrive la tenerezza del suo Cuore e le premure di cui ci circonda. Gesù per infonderci confidenza, richiama la nostra attenzione sul giglio del campo e sull'uccelletto dell'aria, nutrito e sostenuto dalla Provvidenza divina; Egli stesso pronunziò venite a me, o voi, che siete travagliati e stanchi, Io vi ristorerò. Possiamo dunque credere che non pensi a noi? Eppure ci lamentiamo tanto di Dio!

 

2. Abbandono di S. Giuseppe in Dio. Quante angustie travagliarono la famiglia del Santo! La povertà batteva di continuo alla sua porta; Giuseppe si abbandona in Dio e Dio provvede a Lui. Nel pellegrinaggio del deserto, nell'esilio d'Egitto si vede solo, senz'appoggio veruno per provvedere a Maria e Gesù, ma, dopo aver fatto tutto il possibile, si abbandona in Dio ed è consolato. Nelle pene di spirito confida in Dio e l'Angelo lo conforta. Come fece in vita, così fece in morte. Che nobile esempio!

 

3. Dolcezza dell'abbandono in Dio. Tu ti agiti per la povertà, per la malattia, per la poca capacità, per la mancanza di virtù, per le privazioni: che ci guadagni? Melanconie ed affanni maggiori! Chi s'abbandona in Dio, in tutte le afflizioni e ripete il fìat voluntas tua, si sente capace d'eroici sacrifici e la tribolazione s'alleggerisce; affidarci in tutto nelle braccia di un Padre che è onnipotente, conforta molto e ottiene miracoli.

 

PRATICA. - Riponiamo in seno a Dio noi e tutte le cose nostre: tre Pater a S. Giuseppe.

 

19 Aprile

GIORNO DI FERVORE

 

1. Incostanza nel servire Iddio. Abbiamo il comando di amare il Signore con tutte le forze, ossia in ogni tempo, luogo e circostanza; come servi e figli Suoi, ne segue il dovere di essergli sempre fedeli e devoti; il cuore stesso ci stimolala servire Dio, nostro fine e nostro bene... Ma la nostra fedeltà, il nostro fervore quanto durano? Le promesse giurate e ripetute quanto valgono? Per quanti giorni o per quante ore ci manteniamo veri amanti di Dio?

 

3. Fervore di S. Giuseppe. Come esercitò la sua missione di custode, di padre sostenitore di Gesù? Egli, giusto nell'opinione comune, ossia fedele nel servizio divino, che rifiutò di fare o di soffrire per il suo Gesù? - Nulla. Mutò per Lui la povera, ma pure sua casetta, con una spelonca; con lui esulò per sette anni in Egitto; tutta la vita lavorò per Lui. Tremò per Gesù, ricercato a morte da Erode; tre giorni lo pianse e lo cercò; quanto zelo nel servirlo! Impara una volta il modo di servire Iddio.

 

3. Giornata di fervore. È ben giusto vergognarci della nostra incostanza, del nostro ritirarci per una piccola difficoltà, di perdere il coraggio per l'asprezza della lotta. Gesù quanto fece e patì per noi! S. Giuseppe quanti anni servì a Gesù! Ripromettiamo con più volontà di servire fervorosamente Dio per sempre. Oggi sia tutto fatto con zelo, con ardore; ogni dovere del tuo stato e di religione sia compiuto con esattezza e con impegno.

 

PRATICA. - Comincia oggi a compiere ogni dovere con esattezza, con dedizione e con retta intenzione.

 

20 Aprile

PATROCINIO DI S. GIUSEPPE

 

1. Preghiamo S. Giuseppe. Medita quanto sia viva tra i cristiani la divozione a S. Giuseppe, Ogni cuore che ama Gesù e Maria, non sa separare S. Giuseppe da essi. Quasi tutti l'invocano, persuasi non solo del proprio vantaggio, ma di far cosa gradita al Figlio e alla Madre. Prediletto da Dio, adorno di tutte le virtù, lo pregarono S. Crisostomo, S. Teresa, S. Francesco di Sales, S. Giovanni Bosco, il B. Valfrè. Tu quanto lo preghi?

 

2. Speriamo in S. Giuseppe. I divoti a lui otterranno specialmente: 1° la castità e la forza contro le tentazioni della carne; 2° aiuti speciali per uscire dal peccato e per ritornare nell'amicizia di Dio; 3° la vera divozione a Maria; 4° assistenza in punto di morte e protezione contro il demonio; 5° salute corporale, se è meglio per l'anima e sollievo nei travagli della vita; 6° i demoni temeranno l'invocazione del nome glorioso di S. Giuseppe. Non ti paiono grazie abbastanza grandi? Forse che non ne abbisogni?

 

3. Imitiamo S. Giuseppe. S. Teresa otteneva dal Santo qualunque grazia domandasse; l'esperienza provò in cento casi che il ricorso a lui è sempre esaudito... Ma corroboriamo la preghiera con l'imitazione delle virtù sue: la carità, la vita nascosta tutta con Dio, l'umiltà, lo zelo e specialmente lo studio di lui di sempre fare ciò che Dio vuole, come Dio vuole, perché Dio lo vuole. Prendi per te questa massima: piacerai al Santo.

 

PRATICA. — Eleggi San Giuseppe a tuo patrono: pratica ogni mercoledì una divozione in suo onore: recita sette Pater al Santo.

 

21 Aprile (inizia la Novena a Santa Caterina da Siena)

GRAZIA D'ESSERE CRISTIANI

 

1. Grazia non meritata. Medita quante nazioni, quanti popoli sono nel mondo e, in proporzione, quanto pochi sono i Cristiani. Infinito è il numero degli idolatri che si prostrano innanzi a un dio dì legno o di pietra. Noi per qua! merito, con quale diritto, fummo destinati a nascere in paese cattolico, da parenti cattolici? Che cosa mai trovò Iddio in te, in noi, di buono, da preferirci a milioni d'anime, che forse meglio di noi avrebbero corrisposto alla grazia di Dio?

 

2. Grazia grandissima. Chi non crede in Gesù Cristo, è fuori della via della salvezza. Ora, al pensare che più di un miliardo e mezzo d'anime vivono nel mondo, non cattoliche, e tu sei cattolico, non ti pare una grande fortuna? Appena battezzato, ti fu dischiuso il Cielo... Purché tu voglia seguire Gesù, sei certo di battere la via della salvezza... Tu figlio di Dio, fratello di adozione di Gesù, hai diritto all'eredità di Lui... Che grazia! A tè par un nulla l'esser cattolico? È per questo che vivi cosi male!...

 

3. Come corrispondi a tanta grazia. Il Signore nella sua bontà dispensa i talenti e le grazie a seconda degli alti ed imperscrutabili Suoi disegni : ma qual conto ne chiederà un giorno! Il servo pigro fu condannato alle tenebre, solo perché non trafficò il talento in proporzione della sua capacità. Che dire di chi disprezza o non si cura d'essere cattolico? Di chi vive da pagano? Di chi paga d'ingratitudine la grazia di Dio?

 

PRATICA. — Ringrazia il Signore di essere nato tra i cristiani : tre Pater alla Santissima Trinità.

 

 

22 Aprile

DIGNITÀ DEL CRISTIANO

 

1. Il cristiano figlio di Dio Padre. Ogni persona, creata da Dio, e da Lui dotata di ragione, da Lui conservata, è figlia di Dio. Per tutti gli uomini sorge il sole, la terra germoglia, la Provvidenza provvede; Dio è il Padre universale, e il cristiano, in particolare, per adozione diviene figlio di Dio, cui concede quanto ha di più caro; è partecipe delle carezze di Dio, ed erede dei beni, dei godimenti di Dio. Tu, cristiano, come il prodigo, non sperperi tante grazie col peccato?

 

2. Il cristiano membro di Dio Figlio. In virtù del Battesimo, ogni cristiano si unisce cosi intimamente a Gesù mediante la fede, la carità e la grazia, che San Paolo ci dice : Voi siete il corpo di Cristo e membra delle membra di Lui, Come due amici, per l'amore che li lega, non sono più due volontà, due cuori, ma quasi un cuor solo; così il cristiano con Gesù. Ma come osi gettare nel fango della impurità un membro di Cristo? Getta, dunque, il Crocifisso nel fango... Tu non osi... Ed osi degradare il tuo corpo nelle bruttezze del vizio impuro?

 

3. Il cristiano tempio dello Spirito Santo. Lo spirito, la grazia di Dio entra nel cuore del battezzato, e ne santifica ogni pensiero, ogni parola, ogni opera. Lo Spirito Santo in noi prega, ci stimola al bene, ci muove ad atti di fede, di carità e rende meritoria per il Cielo ogni azione, fatta in grazia di Dio. Iddio, dunque, abita in me; Egli è il Dio del mio cuore; come, dunque, standomi così vicino, ardisco offenderlo?

 

PRATICA. Recita gli atti di fede, speranza e carità.

 

23 Aprile

DOVERI DEL CRISTIANO

 

1. Ubbidisci a Dio Padre. L'obbedienza non è il primo dovere che stringe un figlio al padre? Non si lamentò forse tante volte Iddio, per mezzo dei profeti, del popolo suo; Io m'allevai dei figli, ed essi mi hanno disprezzato? {Is. 1, 2). Tu cristiano, figlio di Dio, amalo perché e padre, temilo perché è Dio. La trascuranza, sebbene leggera, d'un solo comandamento è disobbedienza, è disprezzo di Lui: eppure, quante ne commetti al giorno?

 

2. Vivi della vita di Gesù. Qualora un re o anche solamente un amico t'invitasse a vivere eoa lui, non ti studieresti di vivere d'accordo, di uniformarti alle sue volontà? Gesù ti ha unito a sé come membro del suo Corpo divino : non devi dunque tu vivere dello Spirito di Gesù, dell'umiltà, della pazienza sua? Non devi cercare di piacergli, perché non ti divida da sé? Gesù può gloriarsi di te come membro eletto o dovrà vergognarsi di tè come membro corrotto? Ti chiamerà, un giorno, con sé in Cielo o ti caccerà negli abissi?

 

3. Non contristare la Spirito Santo. La profanazione dei templi e dei vasi sacri è grave delitto e severamente punito da Dio. San Paolo scrive: Se alcuno profanerà il tempio di Dio, Iddio lo disperderà, perché il tempio di Dio è santo; e voi siete questo tempio (I Cor. III, 17), Si affligge lo Spirito Santo se noi non ne ascoltiamo le ispirazioni e non ne seguiamo le attrattive, anzi si estingue, se gli resistiamo e se pecchiamo gravemente. Sei santo col Battesimo : non divenire demonio!

 

PRATICA. - Implora, con tre Pater, la perseveranza nel bene.

 

 

24 Aprile

DIVISIONE DEL CUORE

 

1. Di chi è il tuo cuore? È forse del demonio, tuo nemico principale? Questo pensiero ti fa rabbrividire, e non vorresti per tè tanta sventura. Guai a chi, lasciando Iddio, elegge per padrone il nemico di Lui, Satana, Guai a chi affida il proprio cuore a tale tiranno, che dopo gl'inganni in vita, ci abbandona nella disperazione in morte. Ma guai ancora a chi permette che il demonio si insinui insensibilmente nel suo cuore col peccato, con la tiepidezza, con l'indifferenza.

 

2. È di Dio il tuo cuore? Lo dovrebbe essere perché Egli l'ha creato per sé, l'ha comperato a prezzo d'infinito amore, charitate perpetua; perché tè lo chiede intero, ne lo lascia soddisfatto fuori del possesso di Dio... Ma il tuo cuore è proprio tutto di Dio? Quanto facevano i Santi per serbarglielo puro, intemerato e tutto unito a Lui! Quanto gemevano per le piccole infedeltà! Quanti aneliti a divenire tutti di Dio! E tu che fai per il tuo Dio?

 

3. Non è diviso il tuo cuore? 1 tuoi costumi non saranno apertamente cattivi, ma nemmeno sono schiettamente buoni. La divozione non è spenta in tè, ma nemmeno è fervorosa. Ami Dio a parole, con qualche fatto; ma il mondo, i piaceri, ti sono pure cari. Vuoi contentare il tuo Signore; ma neppure scontentare gli uomini, l'amor proprio, le tue comodità... Insomma vuoi contentare due padroni. Dimentichi che è impossibile tale compromesso?

 

PRATICA. - Oggi ripeti al Signore; Voglio essere vostro, solo vostro, tutto vostro.

 

25 Aprile

L'AMORE DI S. PIETRO

 

1. Pietro, mi ami tu? Immagina di trovarti, sulle sponde del lago di Tiberiade, con Gesù e S. Pietro. Medita la bontà del Redentore che, dimenticando l'abbandono e il triplice rinnegamento di Pietro, gli conserva l'affetto di prima e la dignità di suo Vicario in terra... Che dolce conforto per i peccatori convertiti! Rimangono sempre cari a Dio... Gesù interroga: Mi ami tu? E Pietro: Sì, Signore, tu sai che io t'amo. Che bella risposta!

 

2. Pietro, mi ami più di questi? Gesù non chiedeva solo a Pietro se l'amava, ma se l'amava più degli altri; e l'Apostolo franco rispondeva: Sì, t'amo. Se Gesù interrogasse tè: Mi ami tu? Oseresti rispondere: Sì, io t'amo? lo t'amo con tante infedeltà! Io t'amo con tanta freddezza! Io t'amo, ma neppure un sacrificio so fare per te! E se soggiungesse Gesù : Mi ami più degli altri? Quanta confusione ne avresti!

 

3. Pietro, mi ami tu? Tre volte l'interrogò Gesù e tre volte S. Pietro rispose protestando il suo amore in compenso della triplice negazione di Lui nell'atrio del Pontefice; ma, fatto più cauto e più umile dalla propria caduta, dice S. Agostino, non rispose a Gesù: Io t'amo più degli altri, ma, esprimendo semplicemente l'affetto del suo cuore, disse di sé: Io t'amo. Compensi tu le infedeltà passate con altrettanto amore? Impara ad amare Dio, quanto puoi, ma con un amore umile che non ti lasci preferire te agli altri, né disprezzarli.

 

PRATICA. - Se ami Gesù, mostraglielo oggi con la santità delle opere: recita tre atti di carità.

 

26 Aprile

IL   BATTESIMO

 

1. Gesù ne è l'amore. Volle Egli stesso ricevere il Battesimo dalle mani di Giovanni Battista per esempio nostro; ma risorto, intimò agli Apostoli di battezzare nel nome del Padre, del Figliuolo e dello Spirito Santo, soggiungendo : Chi crederà e sarà battezzato, questi sarà salvo; chi non crederà, sarà condannato. Ringrazia Gesù che rese tanto facile la via della salute; ma occorre una fede viva e congiunta alle opere buone.

 

2. Le cerimonie del Battesimo. Immaginati di essere presso il fonte, ove ricevesti il Battesimo. Allora il demonio veniva cacciato da te, con gli esorcismi, per dar luogo a Dio; col sale della sapienza, fu santificata la tua lingua, perché parlasse santamente; con l'olio e col crisma vennero consacrati l'anima e il corpo per renderti tabernacolo santo di Dio vivo; ti fu indossata la bianca veste, perché tu fossi sempre innocente; la candela accesa della fede e della carità era simbolo di queste virtù, che ti devono adornare l'anima.

 

3. Le condizioni del Battesimo. A quante cose ti obbligano le cerimonie battesimali! Le hai tu adempiute? A una solenne condizione ti fu concesso il Battesimo ed è: di rinunziare al demonio, al mondo ed alla carne, e di seguire Gesù e ta Sua legge. Puoi dire di avere mantenuta la parola data nel Battesimo per mezzo dei padrini? A nulla gioverà, anzi varrà a maggiore condanna essere cristiano per il Battesimo, senza le opere cristiane.

 

PRATICA. - Recita il Credo; raccomandati all'Angelo Custode.

 

27 Aprile   

OBBLIGO DI SANTIFICARSI PER IL CRISTIANO

 

1. È santo di nome. S. Paolo non esita a dire santi i cristiani a cui scrive (Eph. 1). S. Pietro ripete: Voi gente santa, santo sacerdozio, popolo di Dio (I Petr. c. II). Nel linguaggio comune per cristiano non s'intende forse un uomo onesto e virtuoso, cioè un santo? E di fatto cristiano non deriva forse dal nome di Dio stesso. Gesù Cristo, il Santo dei santi? Quale vergogna essere santo di nome e peccatore di fatto!

 

2. È santo in forza della fede che professa. Vero, unico scopo del Vangelo è salvare, santificare le anime: Io sono venuto, dice Gesù, perché gli uomini abbiano la vita (.Joann. x, 19). Indi animandoci alla più alta santità; Siate perfetti, dichiara, come il vostro Padre che è nei cieli. Devi dunque essere santo; altrimenti vieni meno alla legge che professi... Eppure, chi oserebbe dire: Io sono santo?... E che cosa faccio io per divenirlo?

 

3. È un futuro santo del Paradiso. Tutte le promesse di Gesù, lo scopo del Vangelo, la virtù dei Sacramenti, le grazie ed i meriti di Gesù, applicati alle anime nostre, non tendono forse a incoronarci dell'aureola di santi in Cielo? Per i cristiani il Paradiso è come parte di eredità dovuta ad essi : haeredes Dei. Non dire dunque che è impossibile farti santo: tu sei cristiano per divenire santo. Ricordati che, se non sarai santo, non entrerai in Paradiso. O santo, o dannato!

 

PRATICA. - Proponi fermamente: voglio farmi santo; implora tale grazia da Maria con tre Salve Regina.

 

28 Aprile

TRE GENERI DI SANTITÀ

 

1. La santità straordinaria. Per ciascuno è diversa la via della santificazione. Alcune anime sono chiamate per vie mirabili e straordinarie di miracoli, di estasi, di portenti come S. Luigi Gonzaga, S. Stanislao Kostka, S. Maddalena de' Pazzi, S, Caterina da Genova. Noi benediciamo Iddio nei suoi' Santi; non invidiamoli; ammiriamoli, senza pretendere tanto per noi; piuttosto imitiamo la loro fedele corrispondenza alla grazia.

 

2. La santità comune. Sono molti i Santi che prima peccatori, dopo con la penitenza si guadagnarono il cielo. Sono molti che, nello stato in cui erano posti della Provvidenza, riuscirono santi senza miracoli, solo con l'attendere esattamente ai loro doveri : così S. Francesco di Sales e tante altre anime sante sconosciute, ma ben care a Dio. Tale genere di santità non è difficile per chi si arma di buon volere; ma tu che fai per riuscirvi? Almeno hai fatto qualche passo in questa via?

 

3. La santità nascosta. Non credere solamente santo chi tale compare in vita e quelli che veneriamo sugli altari. Quante anime belle, quante sante Terese, quanti serafini rivelerà il giudizio finale! Sono le anime disprezzate, ma pazienti; sono le anime timorose, fra tentazioni, tra sacrifici quotidiani, in lavori abbietti, tra comuni impieghi, ma capaci di santificare tutto con la fedeltà a Dio. E tu fra quali Santi sarai? Trovi tutto difficile, ma al giudizio finale quanti vedrai pari tuoi, che fecero prodigi di santità!..

 

PRATICA, - Signore, fatemi santo: tre Angele Dei.

 

29 Aprile

LE VARIE CHIAMATE DI DIO

 

1- Gli uni sono chiamati alla prima età. Medita la bella parabola del padrone della vigna, che esce a varie riprese a condurre operai nel suo podere. Questa vigna è la Chiesa di Dio o l'anima da santificare; il padrone è Dio; i coltivatori siamo noi, destinati a coltivare l'anima nostra. Iddio chiama alcuni di primo mattino, perché la loro vita è breve, o perché giungano con gli anni a grande santità. Chi non corrisponde si salverà ancora? Nella giovinezza anche tu senti o hai sentito stimoli a darti a Dio; come li hai tu assecondati?

 

2. Chiama altri a metà del giorno. Dio è tanto buono: sempre accanto a noi, non guarda molte volte ai peccati commessi, alle infedeltà di vari anni, al tempo perduto, e ama la penitenza più che il sacrifizio; chiamò la Maddalena, S. Margherita da Cortona, la Taide, S. Camillo de' Lellis, li salvò e ne fece dei santi. Ma quante volte ha chiamato anche te e sempre invano? Perché non muti subito vita? Perché stanchi Iddio?

 

3. Chiama taluni al fine della vita. Verità consolante. Dunque avessi anche dissipata tutta la vita, fossi carico di enormi peccati come il buon ladrone, non mi rimanesse più che un'ora di vita, Iddio nella sua bontà accetta ancora il pentimento, la penitenza dell'ultima ora ed ancora mi salva! Non disperiamo dunque mai; confidiamo sempre in Dio che ci cerca per salvarci, ma pensiamo che ogni ora potrebbe essere l'ultima per noi.

 

PRATICA. - Rammenta la brevità della vita : muta presto in bene.

 

30 Aprile

ASCENSIONE DI GESÙ

 

1. Mistero di distacco. Ecco Gesù sul monte Oliveto in mezzo agli Apostoli e ai discepoli; dopo aver parlato del Regno di Dio, si leva, a palmo a palmo, da terra, finché una bianca nube, velandone la divina Persona, lascia tutti estatici per meraviglia. Gesù si stacca dalla terra, perché il Cielo è la sua patria, il suo Regno. Anch'io sono forestiero, pellegrino sulla terra: perché vi sto tanto attaccato? Forse domani devo lasciarla ed io non ci penso!

 

2. Mistero di desiderio. Gesù ascende, nell'anelito di congiungersi al Padre, invitandoci a seguirlo. Qual fortuna per noi se oggi potessimo volare al Cielo! Bramo sciogliermi dalla vita ed essere con Cristo, esclamava S. Paolo. Se Gesù è il mio tesoro, la mia vita, il bene del mio cuore, se il Paradiso è il luogo della mia eterna felicità, come non desiderarlo? Perché temo la morte, se è la porta del cielo? È un guadagno, lucrum. So bene perché temo la morte: forse perché non vi sono preparato...

 

3. Mistero di speranza. Perché Gesù ascese al Cielo? Io vado a prepararvi il luogo, disse Egli. Dolce promessa; il mio seggio è lassù, disposto da Gesù stesso per me. " Io voglio, o Padre, che dove sono Io, qui ancora siano i miei discepoli, affinché sia perfetta la mia felicità ". Armiamoci di confidenza nelle contrarietà della vita, nell’imperversare delle passioni, nelle difficoltà della virtù, dicendo : Pochi anni, poche ore; poi il Paradiso è mio. Quando vi potrò giungere io?...

 

PRATICA. - Sospira al Paradiso; tre atti. di speranza.


     



[Modificato da Caterina63 09/04/2014 10:07]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 14:24. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com