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La Cacciatrice di Lacrime

Ultimo Aggiornamento: 16/12/2013 15:25
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Sesso: Femminile
16/12/2013 15:25

RIASSUNTO

Una notte d'Inverno riveste la cittadella di Barrington, la notte incombe e porterà con sé qualcosa che i tre astanti alla bettola, finiti lì per caso, non si aspettavano. Una donna cerca una fanciulla, ma ritroverà la sua Lacrima…



La Cacciatrice di Lacrime







[QUEST START, ATTENDERE RESPONSO]

Una Nenia funebre sembra sollevarsi dal suolo oscuro della cittadella di Barrington, una nenia rivestita già di malinconia, di tristezza e di altri sentimenti che alienano dal cuore e si annidano in quelle sue parti fragili, latenti, dispersive per qualsiasi animo umano. Una musica non musica, non la si può udire se non con l'anima che sarebbe capace di avvertire quel soffocamento quasi continuo delle emozioni tra i vicoli freddi e ghiacciati di un luogo oscuro. La neve è caduta, Barrington parrebbe quasi dormiente e quasi beffardamente pura, trasparente, candida, innocua, coperta da un abito bianco, come le vergini spose, oppure come le distese di sabbie bianche dei paesi del sole, ma non è qui che si donerà a tanta bellezza, non è qui che quelle stalattiti non imprimeranno dolore come punte di spade sguainate e puntate al sordo viandante, al cieco straniero, all'infido cittadino. Una macchia nera, una figura ammantata e striata di rosso avanza calpestando la neve ancora soffice che su quel pavimento di ombre è scesa, non la si scorge ora pienamente, balzata fuori da un angolo celato ai più. E' entrata in Barrington, dalla porta centrale della cittadella, s'è calata sul viso il cappuccio e di questa figura nata dalla neve e dalle ombre, dal freddo, dal ghiaccio, improvvisamente, così come il fulmine è capace di spezzare l'azzurro di un cielo estivo, non se ne conosce nulla ma quasi si sentirebbe un vociferare basso proveniente dalla notte unicamente "Lei è Qui." Ma la porta della cittadella l'ha fatta passare come una tra tante, una tra mille. Cerca, avanza e cerca. I suoi occhi, profondamente oscuri, appaiono da sotto al cappuccio fieri e morti, privi di emozioni, no… quegli occhi sono guidati da uno tra i sentimenti più forti che esista nell'animo di ogni creatura. L'Odio. Lei cerca qualcuno e darà a quel qualcuno la caccia fino a quando l'ultima lacrima non sarà versata. Oltre la prima torre ( ex dimora Arcana) è già passata, ora tra vicoli stretti si muove come un nero fiume, in cui dentro galleggiano, cadute per caso, poche gocce di sangue, verso l'unico luogo di ristoro del posto, verso la bettola. Il rumore dei suoi passi è assente dovuto sì alla neve ma soprattutto a quella capacità sinistra di muovere il suo corpo in modo quasi del tutto silenzioso. {//Furtività +1}. Un bagliore si riflette dal medaglione a specchio che ha legato al collo, emette una scia come argentata, ma è un attimo che quella piccola luminescenza andrà a spegnersi del tutto. Una scia di luce, troppo poco da notare tra tutta quell'oscurità.

[POSIZIONI E DISTANZE: Zethardal a 5 mt dalla porta di ingresso della bettola, figura ammantata]
[GDR PLAY, TURNI: Tyana, Tartalion, Karvas]



TYANA [SALA COMUNE] Seduta ad uno dei tavoli più lontani dalla porta di ingresso, la spagnola cerca di ricordare per quale ingiustificato motivo si trovi in una lugubre e lurida bettola, in una cittadella sotto la morsa del gelo, quando vive nella primavera eterna e può tranquillamente vestire leggera. NO ma proprio NO, perchè quest'oggi la follia iberica si è impadronita di lei e dopo una traversata da incubo, il quasi congelamento delle appendici, è tutta intirizzita davanti un brodo caldo che sta guardando per trovare il coraggio di bere. Il freddo sembra le si sia attaccato direttamente alle ossa, come un amante troppo soddisfatto che non si stacca da addosso. Gli occhioni, scuri, guardano il nulla. *Ma senor Richard non possiamo aumentare il calore di questo camino?* Domanderebbe vedendo quella fiamma fin troppo debole per staccarle il gelo che l'ha avviluppata.


TARTALION [SALA COMUNE] seduto a uno dei tavoli più vicini al camino, li dove il fuoco sembra emanare più calore che ad ogni altra parte del luogo, in mano regge una tazza con dell'acqua fumante all'interno, dove foglie d'alloro, menta e semi di finocchio si trovano in una tisana che riscalda il corpo e la mente dell'allievo, permane seduto al proprio tavolo schivando gli sguardi altrui di coloro che nel loco invece risiedono, è giunto fin li per le solite storie, a caccia di nuove storie e di mere realtà che dovranno essere scritte e appuntate, per poi esser tramandate di generazione in generazione, il proprio sguardo fisso a legno del tavolo ove è accomodato, come se pensasse a qualcosa, come se volesse farsi venire un'idea, ma al momento silenzio e nient'altro, sol la mano con la tazza va portata alle labbra per mandare giù un sorso della calda bevanda


KARVAS [SALA COMUNE] Perchè è tornato in quella terra che in passato l'ha già visto caotico, vestire i panni di colui che era il campione del caos, quale beffardo destino lo avrebbe riportato in quel luogo, con il pericolo oltretutto di essere riconosciuto dai suoi ex compagni. Sarebbe dovuto restarsene sull'isola al sicuro dietro le mura della della Dimora della Conoscenza. La confusione lo assale mentre sorseggia, seduto ad un tavolo, il suo solito bicchiere di Cidro. Non si spiega perchè quella bevanda gli piaccia molto, ma l'ha sempre bevuta e gli è sempre piaciuta. Con lui nella sala ci sarebbero degli altri astanti, ma egli preferirebbe starsene per i fatti suoi, ha dei buoni motivi per farlo.


[ATTENDERE RESPONSO]

D'un tratto una minacciosa folata di vento si innalza vorticando rapida, portando con sé scaglie di neve, frammenti di ghiaccio mal posati sul suolo, un'onda quasi spettrale e viva s'avvicina a Zethardal, la quale dona a quel momento un fugace sguardo. Lei avanza e il portone di ingresso della bettola è proprio lì, a portata di mano. La sua cerca è giunta al principio, ma non è iniziata questa notte ma molti anni prima che il nome di questa cittadella potesse giungerle all'orecchio. La mano destra si allunga verso il pomolo della maniglia, spinge cautamente permettendosi un ingresso silente ma disturbato dallo stridere meccanico di cardini che ruotano su se stessi. La coda del suo mantello nero richiama piumaggi di corvi, ali spezzate e nere, sfrangiato in alcuni punti tanto da far sollevare lo sguardo ai tre astanti che alla bettola, non per un sentiero comune ma per un medesimo destino questa notte sarebbero stati richiamati dal fato. Zethardal si chiude alle spalle la porta e si avvia tra i tavoli (passante tra i Tavoli 6 e 7; Mappa location Bettola dalla chat) verso il bancone, non tira giù il cappuccio del manto e all'oste ordinerà un calice di vino rosso. Una volta compiuta l'ordinazione, i suoi occhi corvini punteranno dapprima Karvas, voleranno a Tyana ed infine su Tartalion si fermeranno, per poi tornare a guardare il mezzelfo, un attimo in più rispetto a quanto possa aver fatto con gli altri. Richard è silente, questa notte poco avvezzo alle chiacchiere e alla baldoria del suo ambiguo locale, lascia il calice di vino sul desco del bancone a pochi cm alla portata di Zethardal, scomparendo subito dietro nelle cucine. In un morbido mezzo giro del busto verso destra, accompagnato con il braccio destro la mano della donna afferra la coppa. Ne sorseggerà veloce e quasi a scatto tutto il liquido, il vino, quello scomparirà dentro di lei, solo una goccia ruscellerebbe via dal lato sinistro della sua bocca sottile. Compiuti questi gesti, come fossero la preparazione di un qualche macabro rito, accennerà un movimento delle mani che si alzerebbero verso i lembi del cappuccio e solo adesso lo farebbe scivolare sulle spalle. Si fa guardare la maliarda, si fa notare non poco. Rimarrebbe in piedi vicino al bancone, scrutando poi il fuoco acceso del camino, antica sapienza è quella del fuoco. Pensa.

[POSIZIONI E DISTANZE: Zethardal in piedi al bancone, dà le spalle ad esso ed è frontale verso la totale sala; a circa 6 mt da Karvas, 4 mt da Tyana, 4,50 mt da Tartalion; Karvas seduto (Tav.1), frontale all'ingresso, 1 mt da esso, dà le spalle a Tyana e Tartalion; Tyana seduta (Tav. 5) 6 mt dall'ingresso, frontale ad esso, dà le spalle al camino; Tartalion seduto (Tav. 4) 6,50 mt dall'ingresso, dà alle spalle al camino, fronte rivolto all'ingresso.]
[GDR PLAY, TURNI: Tyana, Tartalion, Karvas]


TYANA [tavolo 5] Il coraggio di sorseggiare il brodo infine lo troverebbe anche, ma si sa ci sono azioni coraggiose che non devono essere interrotte, altrimenti si perdono, e così con l'apertura della porta e quell'orrendo cigolio, la tazza resterebbe a mezz'aria, e la spagnola, che sarebbe frontale all'ingresso, segue per intero l'entrata di quel vortice nero. Sulle prime quasi a Ty verrebbe di intimarle, (Sierra la puerta), ma qualcosa in quel fugace sguardo che le dedicherebbe, la farebbe desistere da qualunque proposito verbale. Ripoggerebbe quindi la tazza, quella mistura decisamente non sarebbe destinata all'iberico stomaco, e la fisserebbe, mai si sarebbe preoccupata che il fissare è segno di palese maleducazione, non le è mai importato e quando ella finisce l'ordinato vino e cala via il cappuccio, Ty potrebbe vedere una donna di certo non più giovane, ma fascinosa ed estremamente sensuale. Instintiva come lo scoppiettio di una fiamma viva su un ciocco, le sorriderebbe, quasi a mezza bocca, non certo un sorriso pieno, ma visibile. Qualcosa la turberebbe, ammettiamolo, ma per ora sarebbe solo una fugace sensazione di neve.........


TARTALION [sala comune] seduto al proprio tavolo permane, ma l'attenzione viene portata a quella figura che s'addentra nella sala comune, gli astanti non osserva più e mantenendo la propria bevanda tra le mani porterebbe nuovamente quella alle labbra, bevanda calda che permane e che il di lui corpo fa gioire, sempre meglio del freddo gelido che all'esterno vi è, non proferisce nulla solo la guarda mentre adesso fa la propria ordinazione e si toglie il cappuccio svelando così a tutti il proprio volto, ancora una volta non si scompone permane forse in attesa che gli eventi prendano il suo corso e che i fatti si facciano palesi


KARVAS [Sala Comune Tavolo 1] Ancora un sorso a quel cidro che gli entra giù nello stomaco, provocandogli un breve piacere e calore, un calore che gli scalda lo stomaco ma che non arriva per nulla a scaldargli il cuore. Quella sera ha una sensazione, che rimane tale, un brivido gli attraversa la schiena facendolo pensare. Quale sia nessuno può saperlo. Sarebbe il primo a vedere la donna dal mantello scuro entrare dentro la sala comune e avviarsi al bancone. Quella strana sensazione tornerebbe su dallo stomaco in un batter d'occhio. Sapeva che non doveva venire alla bettola. La donna si fa servire e poi l'osserva, una e poi due volte, quella strana sensazione starebbe per diventare certezza, mentre ricambierebbe lo sguardo per capire cosa voglia da lui o se si stia solamente sbagliando.


[ATTENDERE RESPONSO]

Un po' di neve entra con Zethardal, attaccata al bordo della sua veste, alle frange del suo mantello, cade sul suolo, tutto sommato tiepido della comune sala della bettola, scivola come acqua che non ha più artigli per far presa, non ha più corpo, svanisce e svilisce la sua stessa esistenza, si crea così una piccola pozza d'acqua ai piedi della Cacciatrice di Lacrime, incurante ella avanzerà oltre, spostandosi di qualche metro verso il centro della sala, più vicina e in direzione di Karvas. Le folate del vento gelido oltre quei semplici muri battono sui vetri fini dell'edificio, creando rumori striduli e tremanti vetri continuano ancora quella nenia di Inverno. Gli occhi magnetici di lei s'abbassano per un breve attimo, si risollevano intrappolando nel nero velluto delle sue iridi i tre astanti, che sono mischiati insieme nelle loro trame, insieme Avalonesi e Barrintoniani, come se non esistessero Due Terre divise e nettamente contrastanti, ma Persone che si muovono e cadono gli uni nelle vite degli altri. La voce di Zethardal è suadente, liscia, un tappeto rosso che accoglie il gelo di quella notte e lo riscalda. "Scusate Messeri e Milady, sono giunta questa notte, proprio ora in questa cittadella così a Nord e il gelo e la solitudine mi hanno accolto." Lascia che la sua voce scorra come letto di fiume e perpetri nelle lunghe e ricamate stoffe delle loro anime. Le mani nude si intrecciano al grembo quasi dolorante e addolorata. "Posso chiedere a Voi, probabilmente sapreste aiutarmi… sto cercando mia figlia, è fuggita dalla sua casa, so per certo che non può essere altrove che qui, poiché questa è la terra che confina con Avalon…" [Sotterfugio +1] slega le dita e le braccia di Zethardal ricadono lungo i fianchi pesantemente. I suoi occhi sono muri scuri nei quali poco v'è permesso intravedere. Rimane in piedi nella sala, al centro di un teatro che decanta ben tre spettatori. Una pulsazione, una scintilla però, improvvisamente, si scaglia dal collo di Zethardal, una goccia di luce opalescente e talmente breve, talmente veloce che occhi umani non riuscirebbero a captare, a rubare. Una richiesta di aiuto, un bagliore delicato e minuto. Nient'altro che quello. Emette un grosso e affaticato respiro lei, lei che attende di sapere, di capire la direzione da prendere per giungere a colei che narra le sue favole. Un passo ancora verso il tavolo del mezzelfo, quando i capelli corvini di lui non sono poi così differenti dall'oscurità da cui ella proviene. "Posso accomodarvi con voi?" [//Sotterfugio +1] una richiesta usuale e banale per le orecchie di un mezzelfo e degli altri due che, forse, s'avvicineranno a creare un cerchio intorno ad ella.

[POSIZIONI E DISTANZE: Zethardal in piedi a 2 mt dal tavolo di Karvas, a 3 mt dal bancone, posizionata con il corpo in diagonale e alla vista di tutti; Tyana, Tartalion, Karvas medesime postazioni e distanze di prima, Karvas ora ha la donna più vicina quindi al suo Tavolo 1]
[GDR PLAY: Stessi Turni]

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TYANA[tavolo 5] Probabilmente anche se volesse la spagnola non riuscirebbe a distogliere lo sguardo dalla donna, qualcosa sembrerebbe imprigionarla a lei, potrebbe essere certo solo la natura dell'iberica, ma non ne sarebbe così certa. E quando ella abbassa il viso per poi ricatturarli in quelle iridi che sembrano i pozzi senza fondo della dannazione, Tyana proverebbe un brivido lungo la schiena, come se le parole che lei stesse dicendo, e che si sentirebbero senza difficoltà, mal si sposassero con l'immago di quella donna. Il viso di Ty si volterebbe un attimo a guardare quella polla di acqua che si era formata lasciando che la neve scivolasse dal manto della donna. Quella visione si accompagnerebbe alla musica di sottofondo che il vento farebbe contro vetri e parenti stesse. Si riporterebbe sulla dama, forse in tempo per sentirle terminare quella accorata richiesta e vedere quel bagliore di quel medaglione che catturerebbe un istante Ty, tanto da farla alzare e avvicinarsi al tavolo dove la donna avrebbe mosso passi ( in fondo ella starebbe chiedendo a tutti non solo al mezzo) penserebbe forse riuscendo a portarsi al fianco dx(?) della madre addolorata. * Io conosco molte della fanciulle di queste terre, magari se mi dite come è fatta?*. Null'altro, mentre ancora il medaglione attirerebbe la sua attenzione provocandole forse anche una strana sensazione di tensione. (é solo suggestione TY. è solo il vento.....)


TARTALION [sala comune/tavolo] silenzioso permane, solo la scena che innanzi a se si palesa, sta a guardare, non accenna ad alcun dire mentre la dama che non molto distante da egli si trova, ma in un altro tavolo vocifera qualcosa riguardo alle dame che nelle terre locali si trovano, non accenna a voler essere parte della discussione permane al proprio posto e un nuovo sorso della tisana darebbe, sorseggiando la bevanda calda, guarda solo la dama che adesso vicino al mezzelfo vorrebbe sedere, poggia adesso gli avambracci sul tavolo, mentre con entrambe le mani terrebbe la tazza con la tisana.


KARVAS [Sala comune tavolo 1] Passa il tempo sulla clessidra e gli eventi si evolvono e si susseguono con una velocità tale che disorienterebbe il mezzelfo. Tutto sembrerebbe precipitare verso un abisso inevitabile che egli questa sera non avrebbe cercato. Parole verrebbero ad interrompere quello strano silenzio che si era creato e provenienti tutte dalla donna appena giunta. Una fanciulla? A quell'ora della notte su Avalon? Scuoterebbe la testa in segno di diniego quando penserebbe se avrebbe visto oppure no una giovane fanciulla. *Mi dispiace ma non posso aiutarvi in questa vostra ricerca*, non avrebbe bisogno di mentire, saprebbe esser vero quello che afferma. Vede Tyana alzarsi e offrire il suo aiuto, forse una descrizione più precisa potrebbe servire a tutti in effetti, senza sapere ne l viso ne nulla di particolare sarebbe come cercare un ago in un pagliaio. Poi ad un tratto un lampo guizzerebbe dal suo petto per essere catturato alla vista molto buona del mezzelfo. *Vedo che vi piacciono i gioielli, che cos'è quel ciondolo?* direbbe indicando la fonte del luccichio. Nel frattempo però farebbe segno alla donna di accomodarsi tanto che aspetterebbe di ricevere le sue risposte.


[ATTENDERE RESPONSO]

La bocca dal sapore di vino. Quella goccia corsa via dalle labbra si sarebbe assorbita sulla parte superiore del suo mantello, invisibile goccia rossa mangiata dalla stoffa nera e spessa di un abito che, ad occhi scaltri, non sarebbe in grado di nasconderne gli aggrovigliati messaggi spiegati in ali di corvo, piumaggi presenti nel suo abbigliamento. Le risposte, in un modo o nell'altro, sembrerebbe che, chiunque dentro quella ombrata sala, ne richiederebbero, aspettandole, avendo la fortuna di saper attendere, probabilmente qualcosa si svelerà e qualcos'altro rimarrà nell'eterna oscurità di strade mai incrociate. Tyana arriva per prima al suo fianco destro spinta, forse, da una innata curiosità, attirata dalla noia di movimentare quella tarda serata, tuttavia Zethardal poggerà su lei uno sguardo interessato, più acceso. Fiamme di ostentata ricerca della sua vittoria animano quei due globi neri che si puntano dritti e rapidi sulla spagnola. Asserisce poco prima di poter invece udire ciò che Karvas avrà da riferirle, avanzando senza alcuna remora al tavolo, sedendosi al lato di questo, al suo lato sinistro. Lancia infine uno sguardo all'ultimo astante, un uomo solitario, ancora rimasto fermo ed inamovibile a quel desco. Zethardal non muterebbe mai l'espressione desolata e, marginalmente, disperata che sarebbe caduta quasi accidentalmente sul suo viso fino a quando il mezzelfo dai capelli corvini oserebbe anche troppo. Indica il medaglione. Capta il bagliore tiepido, la luce della Lacrima. Karvas è certo di aver visto un luccichio, forte della sua capacità di razza e sarebbe consapevole che, una sensazione si muoverebbe di già in lui minacciosa, questa non sarà una nottata di bevute. Zethardal si ricompone, si riassesta come dovesse fare in fretta, sente crescere la nenia sempre più ritmata dentro e fuori di lei, deve parlare e deve ottenere informazioni. La lacrima, il suo chiarore però non moriranno, a tempi alterni, come un occhio di folgore, si ripresenterebbe. "Mia figlia è una fanciulla delicata, minuta ed esile, intorno ai 14 anni, ha capelli molto lunghi e rossi, rossi come le striature dei cieli estivi al tramonto e… " si concederebbe una pausa perché le susseguenti due informazioni che donerà a questi sconosciuti saranno fondamentali " ha sempre con sé un coniglietto selvatico, ama raccontare favole, favole a chiunque ne sia interessato." la voce è asciutta, maniacalmente controllata, fintamente materna e dominata nella tonalità mantenuta bassa e senza sfumature, semplicemente condotta avanti. [//Sotterfugio +1]. Poco dopo, seduta a quel tavolo, allungherà una mano verso il polso sinistro di Karvas, tentando di sfiorarglielo e ammiccherà un'occhiata, suadente, seguita dalla parola di una donna che sa esserlo "Ogni donna ama i gioielli, questo mi è caro come la "'vita'"sottolinea enfatizzando, scandendo quel termine come cammeo che spicca di più tra la pietra di conchiglia decorata.

[POSIZIONI E DISTANZE: Zethardal seduta al Tav. 1, al lato sinistro di Karvas; Tyana in piedi con le spalle al bancone, orientata verso il tavolo 1 distante da esso 2,50 mt; Karvas sempre frontale all'ingresso e seduto, a Zethardal seduta al suo lato sinistro; Tartalion medesima distanza e posizione di prima]
[GDR PLAY: Stessi Turni]


TYANA [tavolo 1]Ancora si avvicinerebbe la spagnola, ma quel suo avvicinarsi sarebbe interrotto per qualche istante dall'occhiata che la donna le lancia. Lei il lato femminile lo conoscerebbe bene, e quello sguardo vorrebbe ricambiarlo, forse vorrebbe che durasse un po' di più, ma bisogna capire, è in pena per la figlia che ora descrive, con dovizia di particolari. TY riprenderebbe l'incedere e alla fine scosterebbe anche una seduta e si porrebbe come suo solito, gamba sx sotto il sedere e dx penzoloni, dovrebbe essere alla sx della donna e alla dx del mezzo, al quale dedicherebbe uno sguardo solo per pochi istanti, più interessata alla donna prima e al suo gioiello dopo. Quel brillare forse lo avrebbe anche notato, anche se non è una che fa caso alle cose. * Non mi sembra di conoscere vostra figlia...Possiamo chiedere in giro*. Lo direbbe ty senza distogliere sguardo dal gioiello. * é molto bello sapere, brilla molto alla luce?* Chiederebbe come gazza ladra attirata dal brillare. Si è distratta la spagnola, già non segue più, almeno fino a che non vede la donna che tocca il polso al mezzelfo. A questi dedicherebbe un'ultima occhiata, come a dire ti interessa o mi butto io?


TARTALION [sala comune/tavolo] ne ascolterebbe il dire adesso di colei che fianco al mezzelfo si va a sedere, ne ascolta attentamente il dire e inizia mentalmente a ricreare l'immagine di questa bambina con tali caratteristiche, ed è mentre egli sta pensando che di colpo alla propria mente apparirebbe quell'evento successogli qualche periodo addietro, guarda la dama e fa adesso alzando un poco la voce data la distanza che c'è tra un tavolo e l'altro *Io ho già veduto una bambina con tali caratteristiche, più che altro ricordo che venne con in braccio un coniglietto... sta bene fortunatamente, è venuta a narrare una storia...* altro non direbbe, dopotutto non sa bene se fidarsi, chiunque potrebbe presentarsi come un genitore, ma chissà quanto ella ne sappia, e permane a guardare la donna e il mezzelfo che vicino a lei si trova, la guarda e ne attende reazione, mentre nelle mani reggerà ancora la tazza con la bevanda calda.


KARVAS [Sala comune Tavolo 1] Si muovono le anime dentro quella sala, come spiriti che si inseguono e si cercano, tra loro nei loro sguardi nelle loro parole. La donna misteriosa continuerebbe ad osservarlo, inizierebbe a favellare delle parole che egli a modo suo sentirebbe come sconosciute. Andrebbe a bere un altro sorso della sua bevanda, quel liquido che gli riscalda la gola gli infonde un pò di calma. Vedrebbe Tyana offrirsi per aiutare la donna nelle sue ricerche di una bambina scomparsa. Ne sentirebbe la descrizione con attenzione, ma andrebbe a scuotere la testa non potendo associare un volto a quella descrizione. *Mi dispiace milady ma non posso esservi di aiuto, non ho mai visto la bambina che dite* affermerebbe schiettamente e senza troppi giri di parole. Vedrebbe la donna sedersi al tavolo come lui le aveva offerto di fare poco prima, ma non accetterebbe di essere toccato in quel modo. Ritrarrebbe il braccio quando la donna vorrebbe toccarlo, chiedendosi per quale motivo lo abbia fatto. *I gioielli sono importanti, ma meno di una figlia* direbbe ricordando la propria esperienza.


[ATTENDERE RESPONSO]

Sta iniziando a nevicare di nuovo sulla cittadella di Barrington, nuove gemme di ghiaccio, stelle di cristallo si posano sui tetti delle Torri e delle dimore, vento e freddo appannano i vetri della bettola e il ghiaccio dell'esterno parrebbe quasi che voglia ghermire l'intero edificio, aggrappandosi ad esso come Oro bianco, rendendo dominante il colore della purezza, un Bianco completamente inaspettato per ciò che sotto esso invece si cela. L'aria vortica fuori, crea piccole spire di vento che solleva polvere di neve e pezzi di ghiaccio, una grande Luna si offre nuda a piccole increspature di una Natura che segue il suo corso, anche qui, forse qui più di tutto. Il lampeggiare del fuoco del camino è un riflesso ormai dai vetri della bettola e all'interno di essa, i fili si muovono, le bocche degli altri iniziano a costruire e gli occhi di Zethardal guizzeranno rapidi su Tartalion che offre senza alcun prezzo ciò che la maliarda esige da lui e da loro tutti. Scosta il viso da Karvas che ritrae celere il suo braccio, assottiglierà le palpebre su quel gesto ed una ciocca rosso scuro ricade sul viso della donna, rimarcandone i contorni netti del suo profilo. Lo sguardo si apre rapido su Tartalion, uno sguardo deciso e diretto. "E' lei…" eppure in quel tono di voce manca l'afflizione, il dolore, l'angoscia e quel ritrovato barlume di speranza che renderebbe qualsiasi madre emozionata, quasi agitata nel sentire che la propria figlia sia viva, stia bene. Zethardal si solleva in piedi, lasciando il tavolo all'ingresso, per avanzare a passi rapidi a quell'altro tavolo, l'ultimo, poco considerato. "Portatemi da lei." il fiato è freddo, per nulla consolatore, schiacciano quelle parole, perché i globi neri di Zethardal inghiottono tutta la figura dell'uomo, mentre Tyana e Karvas non potranno far altro, in quel momento, di seguire tutta la scena. Zethardal posa i palmi delle mani aperti sulla superficie del tavolo, si incurva con il busto in avanti e avrà davanti agli occhi, gli occhi di Tartalion, ma l'uomo invece scorgerà l'immagine di se stesso nello specchio del medaglione, si rifletterà dentro quel bagliore ancora, vedrà se stesso immerso dalla Lacrima. Forse, molto probabilmente, tutti e tre in quella sala comune avvertiranno la sensazione netta che la Chiave della Vita si nasconda proprio dentro quello specchio, quella luce opalescente, quella Lacrima che, la sua cacciatrice e padrona, tiene legata al collo.

[POSIZIONI E DISTANZE: Zethardal in piedi, ora frontale a Tartalion (Tav.4), ad 1mt circa da lui, distante da Tyana e Karvas 5,50 mt; Tyana seduta frontale a Karvas, dà le spalle alla porta d'ingresso della bettola (Tav.1); Karvas e Tartalion medesime posizioni di prima, entrambi seduti]
[GDR PLAY, TURNI: Tartalion, Tyana, Karvas]

TARTALION [sala comune / tavolo] e rimarrebbe ancora seduto l'allievo al proprio posto, mentre la natura all'esterno del loco fa il proprio corso, gli occhi continuerebbero a fissare la donna, che adesso s'alza e si porta al tavolo ove egli è seduto, silente al momento rimarrebbe, mentre ella adesso poggerebbe palmi sul tavolo, sul nudo legno, adesso noterebbe anche lui lo specchio e altro non fa che fissare la propria figura, se stesso su quell'oggetto e ne sembra rapito, sembra perdere per alcuni istanti il proprio pensiero, per poi proferire *L'ora è tarda milady sappiate riposare questa notte e provvederemo nella giornata che segue a riportarvi da lei, purtroppo non è in queste terre...* altro non farebbe se non rimanere immobile innanzi a lei rimanendo seduto al proprio posto lasciando quasi che un brivido gli percorra la schiena, si sente strano, ma non ne capisce il vero motivo.


TYANA[tavolo1] quando Tartalion parla, la sua boccuccia si spalanca ad O, (ma davvero lui conosce una tipa che va in giro con un coniglio a raccontare favole?)questo penserebbe mentre la donna, ad udire quelle parole, avrebbe francamente una reazione che a Ty pare strana, non sembra di sollievo, ma più che altro di un "ah finalmente". La dx mano la porterebbe quindi alla testolina, la gratta, non capisce, però si renderebbe quasi conto che ora che avrebbe Zethardal di schiena, il non vedere il medaglione, la lascerebbe perplessa, ma al contempo maggiormente rilassata. *Ha ragione lui, ovunque sia, starà dormendo, si spaventerebbe, voi siete la mamma.....non vorrete spaventarla?* Non se ne renderebbe nemmeno conto ma quelle parole uscirebbero con un tono canzonatorio e leggermente provocante. Che sia uno sbaglio, forse lo capirà, ma per il momento si alzerebbe, girerebbe se possibile dietro Karvas per cercare di vedere di lato l'espressione che la donna avrà alle parole dell'allievo, se si fosse spostata sarebbe a circa due mt laterale dx alla donna, semprecchè abbia in effetti compiuto il movimento, con la testolina piegata a guardare o cercar di guardare il medaglione.


KARVAS [sala comune Tavolo 1] Il braccio della donna non riuscirebbe a toccare quello del mezzelfo mentre egli lo ritira velocemente a se. Lei si rivolgerebbe quindi agli altri due, Tyana e Tartalion soprattutto che prima era rimasto in disparte e adesso con un colpo improvviso, attira su di se l'attenzione della donna. 'Finalmente', penserebbe il mezzelfo, che si distrae continuando a bere il suo Cidro. Sente giungere le parole dell'arcano che sembrerebbe conoscere la figlia della donna. Anche se la sua sensazione iniziale forse non risulterebbe sbagliata. Noterebbe che qualcosa sarebbe cambiato nell'espressione e nel tono della donna. Non sembrerebbe avere un'aria del tutto materna, qualcosa di oscuro in lei percuote l'animo del mezzelfo che per esperienza, saprebbe riconoscere un animo malvagio da uno non malvagio. Egli non sarebbe a quale delle due categorie apparterebbe la donna, ma la studierebbe attentamente anche quando giungerebbero le parole di Tyana. Il medaglione comunque nel girarsi della donna verrebbe celato alla sua vista. Gli interesserebbe poter capire a che serva o quale artificio conservi.


[ATTENDERE RESPONSO]

Le spire di ghiaccio fuori dalla bettola di Richard continuano inesorabili a trascinare via ogni cosa dal suolo, sbattendo porte, provocando sinistri tremolii dei vetri delle case, i vortici di aria e neve si orientano verso Nord con la forza di strani uragani, con il desiderio sopito di portarsi via tutta Barrington e quella nenia funebre ora si allunga sulla porta di legno vecchio, cerca un passaggio per se stessa, tenta senza mai arrestarsi di entrare dentro la sala. Zethardal si posiziona ritta e volge il capo di scatto verso la finestra, come se qualcuno l'avesse richiamata da là fuori, ticchettando le dita sul vetro. Un sottile terrore mal camuffato appare sul volto della donna che nulla ode in realtà, è solo una sensazione, una autentica quanto mai puntuale sensazione. Si schiarisce la voce, riprende un parziale controllo di se stessa e parlerà ora portandosi nuovamente al centro della sala, indietreggiando e lasciando che in questo modo il Medaglione della Lacrima possa inghiottire tutti e tre i loro volti insieme, portandoli dentro il riflesso e permettendo loro di esserne attirati. Zethardal parlerà con tono acuto, immoto nonostante le svariate emozioni che l'attanagliano. Incapace forse questa notte di continuare la catena e proseguire ancora in un maleficio protrattosi da tempo da lei e da chi aveva perpetrato prima di lei, rubando, rubando tutto degli altri. Quando la donna parlerà, Tyana, Tartalion e Karvas riuscirebbero a sentire, come in una dimensione parallela, una piccola voce animarsi proprio dalla lacrima, sentiranno Zethardal ma anche l'altra dimensione in cui la voce li spingerà ad entrare per farsi udire. E tutti e tre probabilmente riusciranno ad incrociare i loro sguardi ed assicurarsi che ognuno di loro abbia udito quelle stesse parole, quello stesso suono di voce sottile, da bambina, una voce lontana ma eternamente presente nelle loro orecchie, nelle loro menti. "La notte è troppo lunga Signori miei, una madre non ha tempo e non ne perde se è la ricerca dei propri figli il suo fine" 'SE IL MEDAGLIONE CADRA,' LA LACRIMA USCIRA'. Zethardal, non percepisce né ode nulla, niente della voce bambina parallela, ode solo se stessa, il suo cuore impuro e non ultimo la sua stessa voce. "Sarebbe per me davvero troppo tardi domani, entro l'alba… io ho bisogno di lei, portatemi adesso, vi prego…" E sotto e sopra la sua voce, la nenia continua "SE IL MEDAGLIONE SI SPEZZERA', LA LACRIMA A LEI TORNERA''. Distenderà le braccia lungo i fianchi e ispirerà minacciosa, rimanendo ferma, in un gesto del tutto involontario, la mano destra della donna, si poggerà rapida sul monile, senza capire, senza avvertire che esso richiama la sua ora. E' il suo tempo. Sta ai tre ora decidere che fare, mentre il Medaglione emette riflessi minuti di luce.

[POSIZIONI E DISTANZE: Zethardal in piedi al centro della sala, frontale con le spalle al bancone, sta a 4 mt dal Tav 1 di Karvas, 3 mt da Tyana, 3 mt da Tartalion; Tyana in piedi frontale a Zethardal a 3 mt da lei, spalle alla finestra ha al suo lato sx Tartalion a 2,50 mt e al suo lato dx Karvas a 3,50 mt; Karvas seduto Tav. 1, sta a 4 mt da Zethardal; Tartalion seduto Tav. 4, spalle al camino, a Zethardal 3 mt frontale]
[GDR PLAY, TURNI: Tyana, Tartalion, Karvas]

TYANA[sala comune]Sembra quasi il gioco delle belle statuine, se non fosse quasi tragico, sarebbe pressocchè comico. Quando la donna si volta di scatto verso la finestra, anche Tyana farebbe la stessa cosa, non perchè abbia udito qualcosa o visto, ma è come un gesto istintivo, non pare ci sia nulla, anche se le folate di vento sembrano quasi voler entrare come ospiti non invitati, in quella sala, di quella bettola dove quattro anime, sembrerebbero avere i destini di una quinta anima. Zethardal, si riporrebbe frontale e di nuovo sarebbe il medaglione ad attirare la spagnola, ma stavolta non sarebbe solo il suo scintillio, sarebbe proprio una voce, non sarebbe subito certa di quello che ode, si guarderebbe anche attorno, prima per vedere se c'è qualcuno, poi per capire se anche gli altri abbiano sentito. Quello che ora forse sarebbe certa di aver capito è che quello parrebbe un artefatto magico. Qualcosa di strano sembrerebbe accadere nella testa di una spagnola loca, Con entrambe le mani afferrerebbe, dalla spalliera, una sedia, la terrebbe ben salda tra le mani e avanzerebbe velocemente verso la donna. * TU NON SEI LA SUA MAMMA*.Nel dire quella frase e durante l'avvicinarsi, tirerebbe su la sedia verso la propria dx, cercando di rilasciarla sulla donna stessa, dall'alto verso il basso. Una follia forse, ma chissà che alche gli altri due non decidano di intervenire.


TARTALION [sala comune/tavolo] e solo adesso s'alzerebbe dalla panca, ascoltando quelle voci che sembrano provenire da chissà quale parte della stanza, e si guarda intorno come a volerne carpire senso e direzione, non riuscendo ovviamente a capire da dove quella possa soggiungere, ma poi riportare lo sguardo alla donna e lasciarsi rapire da quel medaglione, da quell'emblema che appare così radioso e che sembra vibrare di propria luce, eppure può capire che qualcosa non va di certo, lascia che la tazza rimanga sul tavolo in legno e ascoltare l'urlo della spagnola che con accento a modo suo proferisce la sua idea di chi sia quella donna, rimane quasi attonito, non saprebbe bene cosa fare, e per alcuni istanti rimarrebbe immobile al proprio tavolo, in piedi, troppo repentino il gesto della spagnola che sembra sbigottire tutti.


KARVAS [bettola-sala comune tavolo 1]Fuori è solo tempesta. Gelida probabilmente ma se ne accorge solo ora, perchè il caldo all'interno del locale gli aveva fatto dimenticare insieme al Cidro quello che fuori stava avvenendo. Ma adesso solo quelle sensazioni che continuano a tornare da quando quella donna sarebbe entrata dentro la bettola, a risvegliargli i sensi intorpiditi e a renderlo vigile verso quello che starebbe accadendo. Tutto avviene in fretta però. Una voce adesso giungerebbe da un ambiente che potrebbe sembrargli metafisico. Una nenia che gli sussurra alle sue lunghe orecchie qualcosa che egli comprende come "se il medaglione cadrà una lacrima a lei tornerà"... Si alzerebbe in piedi quando vedrebbe la reazione improvvisa degli altri due astanti Tyana e Tartalion. Ma la reazione di Tyana lo sorprende, la vedrebbe scagliare una sedia contro la donna misteriosa, un buon modo per fare amicizia. Ma non crede che sia quella la loro intenzione. Cercherebbe di avvicinarsi, girando verso la sua diagonale sx e cercando di muovere passi verso il bancone e la donna che disterebbero circa 4 metri, cercherebbe dunque di avvicinarsi verso di lei appunto cercando di coprire almeno la metà e quindi 2 mt dalla donna misteriosa. *Fermatevi* griderebbe intanto a Tyana, anche se ormai potrebbe essere troppo tardi.


[ATTENDERE RESPONSO]


La voce Bambina è riuscita ad entrare, a farsi sentire, a smuovere finalmente, almeno un po', il percorso di quella storia, la Lacrima attende di essere liberata, scagliata per terra, strappata ad ella che lo porta, chiede rivalsa, chiede Lei di tornare a dare Anima ad un Corpo che ha dimenticato, solo dimenticato, di essere ciò che era… I tre ascoltano e si lasciano convincere che è ora di darsi da fare, questa notte ha portato il proprio messaggio, la propria Missione. Palesano reazioni diverse però, chi riflette, chi agisce, chi ferma un movimento che potrebbe apparire brusco e rapido, quasi ingiustificato. V'è da capire e da usare la Mente forse, forse prima di usare la violenza e non dare alla donna alcuna possibilità di riscattarsi. Tyana avanza di qualche metro verso Zethardal con la sedia in mano che scaglierebbe in avanti con tutta la forza che la minuta spagnola avrebbe in corpo. Zethardal ha il tempo di muoversi rapida verso la sua destra, prevedendo l'azione insana di Tyana, scatta quindi veloce senza venirne colpita dal dardo improvviso [//Agilità +1], la sedia cade perdendo velocità al suolo, fermandosi ai piedi centrali del bancone. Tartalion non potrebbe che rimanere basito nel continuare ad essere spettatore dal suo tavolo, mentre Zethardal si avvicinerebbe a Tyana cercando di afferrarle il polso sinistro con la sua mano sinistra "Siete stolta ragazzina" un ghigno disegnato sulle sottili labbra si mostra senza pietà. L'urlo di Karvas, invece, arriverebbe tardi, poiché la velocità del lancio della sedia sarebbe ormai andato in fumo. 'LIBERAMI… LIBERAMI… LIBERAMI' Un Eco sottile giungerà ancora alle orecchie dei Tre, ma Tyana avrebbe quindi Zethardal più vicina rispetto agli altri, anche se Karvas e Tartalion potrebbero sopraggiungere in aiuto. La voce Bambina si fa concitata, ansiosa e sempre più viva. Ad un certo punto, forse, qualcuno di loro affiancherà quella voce alla stessa di Zethardal, era la sua Voce, quella che è rimasta nascosta fino ad oggi. La neve cade e dimentica, cancellando orme dei passanti fuori dalla bettola, chi si affaccerebbe dai vetri dell'edificio, spiandoci all'interno, non potrà mai vedere ciò che realmente si starebbe consumando là dentro. Sono due le donne che dovranno essere salvate. Entrambe però invisibili agli occhi.

[POSIZIONI E DISTANZE: Zethardal in piedi, centro della sala alla sinistra di Tyana, 30 cm, spalle al bancone, spalla sx a Karvas; Tyana in piedi, frontale al bancone, ha alla sua sinistra Zethardal, 30 cm; Zethardal e Tyana si trovano davanti ai Tav. 6 e 5[Mappa bettola]; Tartalion in piedi (Tav. 4), frontale alla sala distante dai tre 3 mt circa; Karvas in piedi posto lateralmente sia al bancone, sia alla finestra vicino all'ingresso, 1 mt da Tyana e Zethardal]
[GDR PLAY, TURNI: Tyana, Karvas, Tartalion]


TYANA [sala]La voce del mezzo arriverebbe tardi all'oto spagnolo, ma non pensiamo davvero che Ty si sarebbe fermata, tuttavia la poca forza che ha e la mira scarsa impediscono non solo di prendere la donna, ma anche all'iberica forse di riequilibriasi e così si lascerebbe afferrare il polso, perchè quell'urlo silente la starebbe anche facendo impazzire. Fisserebbe il medaglione, forse ci vedrebbe anche la sua immagine riflessa, ma leggermente distorta parrebbe. Cercherebbe di resistere alla pressione della presa se questa fosse effettivamente avvenuta ( resistenza +1) anzi, alzerebbe la dx mano e cercherebbe, il più velocemente possibile di stringere la sua stessa dx mano attorno a quel medaglione, se la presa fosse avvenuta tirerebbe verso di se con tutta la forza che si troverebbe ad avere, tirandosi indietro anche la schiena e con i piedi. * Insomma me la date voi due una mano o la voce la sento solo io?* direbbe cercando però di continuare a fissare la donna, ha paura che distraendosi possa succedere di tutto. Non sentirebbe nemmeno più gli ululati del vento, il cuore batte più di tutto.


KARVAS [bettola-sala comune pressi bancone] Ed entrerebbe in gioco quindi il mezzelfo, non potrebbe più aspettare, ne restare a guardare lo spettacolo che si starebbe consumando sotto ai suoi occhi. La sedia si andrebbe a schiantare sotto il bancone e la donna misteriosa dunque ad afferrare Tyana al polso. A quel punto dunque sarebbe arrivata l'ora di agire. Andrebbe a spostarsi a quel punto essendo a circa 1 mt da Zethardal alla sua sx, verso la propria diagonale dx di circa 0,70 cm cercando di portarsi dietro la schiena della misteriosa donna. Quindi cercando di ruotare il busto e gambe di 90° gradi verso la propria sx cercherebbe di portarsi frontale alla schiena della donna, avanzerebbe a quel punto di 0,30 cm la distanza massima per potersi avvicinare a lei in modo totale. A quel punto allargherebbe le braccia dx e sx in un movimento dal basso verso l'alto e quindi andrebbe a chiudere le stesse in un movimento da sx verso dx per quanto riguarderebbe il braccio sx e da dx verso sx per il braccio dx, con lo scopo di serrare le braccia intorno a quelle della donna cercando di usare in questo frangente tutta la propria forza che egli potrebbe imprimere alla propria muscolatura (potenza +3). Quindi griderebbe a Tyana *Strappale il medaglione!* chiare e semplici le sue parole nel mentre che cercherebbe di tenere ferma la propria vittima.


TARTALION [sala comune/tavolo] ancora nei pressi del tavolo si trova lui, che nel trambusto della situazione cerca di capire cosa ancora stia succedendo, ed è tra un grido e un'altro che coglie il dire del mezzelfo, il medaglione, ed è li allora che tenta uno scatto in direzione della donna, occupata con la spagnola a tenerle i polsi, tenta quindi di afferrare con la destrosa mano il medaglione e di strapparlo, questa la di lui intenzione, quindi tenterebbe di scattare prima col pie destro e di seguito col sinistro in uno scatto che dovrebbe aiutarlo a raggiungere in poco tempo il di lui obiettivo, non direbbe nulla per non attirare attenzione d'ella, ne degli altri astanti.


[ATTENDERE RESPONSO]

Nel seguire gli eventi, prefiggersi degli obiettivi, alcune cose si perdono, altre si raccolgono, altre si allontanano. Le mura della Cittadella di Barrington l'ha fatta passare, poi la rinchiusa alla bettola scoprendo, forse di lì a poco, che un'altra Zethardal non s'era mai conosciuta. Una donna contro tre, un Medaglione che decanta la sua fine, una Lacrima che desidera ripercorrere a ritroso il suo viaggio, una Luce da seguire e che tutti e tre hanno seguito. I momenti che si avvicenderanno da ora in poi saranno rapidi, senza sosta. Tyana rimane ferma in quella posizione nella quale si sarebbe ritrovata ghermita dalla presa di lei, ma Zethardal, accorgendosi delle intenzioni della spagnola, si muove di scatto all'indietro con il busto [//Agilità +1] lascia la presa del polso ma non farà quindi in tempo a fuggire, a non farsi rubare il Medaglione, perché Karvas sarà più veloce, costringendo il suo corpo a rimanere bloccato dentro quell'abbraccio contrario. Tartalion avanza, uscendo dall'angolo del tavolo arrivato ad una sicura distanza dalla donna allungherebbe la mano destra e con un felino e repentino movimento il medaglione se lo ritroverà tra le mani. Zethardal mostra ora alla se stessa rinchiusa nel monile un volto terrorizzato, perso. Un grido come un suono acuto e doloroso si spalanca dalla bocca di lei, trasalendo dalla gola "Noooo!" eco che non muore in fretta, rimbalza su tutte e quattro le pareti della sala e come ogni preda cercherebbe di slegare e liberare se stessa ma la sua forza [//Potenza +1] non può nulla contro la ferrea presa del mezzelfo. Rimarrà una sola cosa da fare, spezzare il Medaglione.

[POSIZIONI E DISTANZE: Zethardal in piedi spalle a Karvas, 30 cm da Tyana e da Tartalion; Tyana frontale a Zethardal e Karvas di 40 cm; Tartalion posizionato in diagonale con le spalle al camino 45 cm da Zethardal, Tyana e Karvas]
[GDR PLAY, TURNI: Tartalion, Karvas, Tyana]


TARTALION [sala comune/pressi camino] ed è solo adesso che in quello scatto sentirebbe tra le proprie mani l'oggetto che aveva intenzione di prendere per se, non lo guarda nemmeno, non sa bene cosa possa succedere, sa solo che forse la cosa più sensata è quella che ha detto il mezzelfo, indi con tutta la forza che ha lo tirerebbe contro la pietra che forma il camino della bettola [Potenza +2] sperando che quel gesto possa essere decisivo e definitivo per ciò che in quella serata si sta prospettando, e in quel gesto tentato proferirebbe *che la Dea ce la mandi buona* altro non farebbe che voltare il busto di 45 gradi verso destra e tirando indietro il braccio destro ove il medaglione dovrebbe trovarsi, lo farebbe roteare per lanciarlo li sul camino e in quella pietra calda che lo compone, lasciando che i capelli si muovano al movimentarsi proprio e attendendo che il destino adesso faccia il suo corso.


KARVAS [sala comune pressi bancone] Continuerebbe a tenere bel salda la presa intorno alle braccia della donna il mezzelfo (potenza +3), concentrandosi e sforzandosi di poter mantenere salda la presa. Sente anche Tartalion muoversi verso la donna oscura mentre Tyana rimarrebbe imberbe al volere della donna, forse spaventata dalla sua reazione improvvisa. Ma l'altro uomo sarebbe in grado di giungere velocemente al collo della donna e di strapparle il medaglione che essa porterebbe e che sarebbe l'oggetto della contesa. Egli lo lancerebbe contro il camino per renderlo in frantumi e forse screditare un'antica maledizione? Sono pensieri che gli passerebbero per la mente in quel momento, così concitato e veloce da renderlo quasi irreale. Attimi infiniti prima che tutto quel mistero si dissolva riportandoli ad una dura ed incredibile realtà.


TYANA [sala comune] non riesce la spagnola ad afferrare il medaglione, quella donna sguscia via come un'anguilla, ma il mezzelfo riesce a bloccarla e Tartalion riesce a strappare il medaglione e a gettarlo . Come incantata seguirà proprio il volo del gioiello, non prima di aver notato sia lo sguardo della megera che quello dei compagni di avventura.il medaglione si romperà? Quel mistero avrà una spiegazione? Sente forte battere il cuore e i secondi sono le ore di una vita o molte forse spezzate, e che forse ora avranno pace.


[ATTENDERE RESPONSO]


Nel gioco del Destino, spesse volte, si scoprono carte di non ritorno, destinazioni sconosciute, fili che, una volta spezzati, difficilmente tornerebbero ad unirsi, tornando ad essere una cosa sola. Le carte del gioco del destino vengono mischiate da altre mani, ignare di avere in loro possesso carte vincenti o perdenti, è solo il Caso, un momento fortuito che ci indica una strada tra mille altre strade, ma c'è una ragione sottile, un disegno presentito e prescritto che viene consegnato ad ognuno di noi dall'inizio della nostra personale storia. Zethardal ha percorso l'ultimo viaggio di un'altra vita che le era stata consegnata per conseguire un altro giro di mano. Sente il distaccarsi della catenella del Medaglione dal suo collo, ma è inerme per due motivi, il primo è un mezzelfo che la tiene a sé stretta, impedendole qualsiasi mossa od azione, il secondo motivo è trascendente in lei stessa, una comprensione di ciò che era stato fino a poco prima, un anfratto oscuro e nascosto di una parte di sè. Tartalion spinge via nell'aria il monile, lo lancia dritto verso la pietra del camino e i volti di tutti sono orientati a quel volo ascendente e preciso, totalmente leggero che parrebbe anche rallentare nell'aeree. Il medaglione tocca la pietra in un impatto sonante creando un fino suono di fiumi argentati scendere come ruscelli dalle vette di montagne, si spezza a metà. Uno squarcio luminoso ed immenso quasi accecante produrrà un fascio di luce che nessuno dei tre ha mai visto prima. Avvertiranno una fonte di luce calda che accarezzerebbe i loro visi, è il calore delle lacrime. Come arcobaleno che scompare, la luce lascerà il proprio posto ad Una ed Unica lacrima in sospensione, galleggiante nell'aria, in alto, all'altezza umana e sarà ben visibile. Una goccia perfetta, acqua con un immenso potere umano. Si farà guardare da loro tutti e Zethardal, vinta, perderà i sensi, si accascerà al suolo, come se fosse stata privata di un sostegno, eppure Karvas che ancora la terrebbe a sé, la sentirebbe scivolare al suolo.

[POSIZIONI E DISTANZE: Posizioni e distanze invariate, Zethardal ai piedi dei tre]
[GDR PLAY, TURNI: Tartalion, Tyana, Karvas]


TARTALION [sala comune/pressi camino] e attimi passati, istanti che in un ticchettante scattar del tempo si possono percepire, così lunga quella serata e così lesto il momento della distruzione del monile, porterebbe adesso la mano innanzi ai propri occhi per coprirli dalla luce accecante e da quel lampo che in arcobaleno va tramutandosi, non proferisce nulla per alcuni istanti, sino a quando l'esplosione e la luce forte non si spegneranno, si guarderebbe quindi intorno come a voler capire se tutto quello è reale, ed effettivamente lo è, poi si volterebbe in direzione degli altri due che dietro di se si troverebbero e guarderebbe la donna che priva di sensi è sorretta dal mezzelfo, non sa bene cosa dire ma abbozzerebbe adesso alcune parole *che diavoleria era!...* altro non direbbe, forse nulla di sensato al momento ma molta confusione non può che avere in testa rimarrebbe adesso li nei pressi del camino per sistemarsi e comporsi nuovamente.


TYANA[sala comune] Quando il medaglione lanciato da Tartalion si spacca, si infrange su una delle pietre del camino, Ty vedrebbe una luce simile a quelle cose che accadono quando piove col sole, come si chiama? Ah si Arcobaleno, e insieme anche una fonte calda, lo stesso calore che hanno le lacrime quando rigano il volto, quando lasciano gli occhi per prendere una nuova via. E poi qualcosa di incredibile, una lacrima, perfetta, sospesa, che galleggia nell'aria, quasi la spagnola allungherebbe la mano per toccarla, ma non oserebbe per paura di rompere quella magia. Si volterebbe a guardare gli altri e forse in quel momento vedrebbe Zethardal accasciarsi a terra. Resterebbe così Tyana tra la donna in terra che parrebbe ora solo una fagotto di stracci e una lacrima liberata. Un misto tra reali magie e magiche realtà.


KARVAS [bettola pressi bancone]In batter d'occhio in quella sala accadrebbero prodigi che il mezzelfo non aveva ancora visto fino a quel giorno. Si ricorda della nave fantasma comparsa in piazza, ma quello che in quel frangente vedrebbe lo farebbe sobbalzare dalla sorpresa. Il medaglione lanciato da Tartalion andrebbe a frantumarsi in decine di pezzi e le sue parti si scomporrebbero lasciando spazio, a una miriade di colori e di luce. Rimane a bocca aperta per qualche istante nel vedere quella meraviglia riflettersi dentro i suoi occhi azzurri. Anche Tyana parrebbe stupita da quell'incanto, da quella magia. Tutti e tre a fissare quella magia e quella goccia o lacrima che volteggerebbe nell'aria, libera forse di respirare di nuovo il profumo di libertà. Ma ad un tratto sentirebbe un peso andare giù. La donna misteriosa si accascerebbe al suolo, svenendo forse. Egli allora cercherebbe di accompagnarla a terra, mettendole la testa stessa e il corpo in posizione supina per non svegliarla e non causarle altri malori. La osserverebbe sdraiata al suolo per qualche istante, le sue braccia non la sostenterebbero più. Ma la terrebbe ancora sott'occhio nel caso dovesse risvegliarsi.


[ATTENDERE RESPONSO]


Un solo Viaggio, questa volta senza ritorno. Del Medaglione non rimane nulla, solo piccole scintille di luci accarezzano l'ambiente dopo l'impatto. La Lacrima si muove, offrirà la vita per un'altra esistenza, offre la sua anima, affinché ella possa morire questa notte per tornare all'inizio del ciclo di tutte le cose. Si sposta nell'aria, si fa spazio ed una piccola aura luminosa la raccoglie, la rende pienamente visibile. Ondeggia e freme, ma nessun vento potrebbe scacciarla o decomporla. Avanza verso il corpo privo di vigore di Zethardal e sopra ella sosterà per brevi attimi, affinché possa mirarla, infine riconoscerla. Il volto della Donna è sereno, disteso, qualcosa in lei s'è infranto, spaccatosi come il medaglione che da una vita le avevano relegato senza permesso. La voce Bambina della Lacrima si apre a ventaglio, un suono ampio ed armonico, pizzicato tra le corde di quegli ultimi istanti di vita, di Verità che le rimangono si fa strada "Di tutte le Lacrime perse, questa Torna ai tuoi occhi per regalarti la gioia, l'amore, il dolore, la sofferenza. Ogni lacrima che cadrà dai tuoi occhi, da questa notte in poi, ti ricorderà che ogni emozione è resa autentica da chi riuscirebbe a generare Lacrime di vita. Come l'Odio e l'Amore, io appartengo." Lentamente poi più veloce la lacrima si schianta anch'essa tra le ciglia degli occhi di Zethardal. La lacrima si disfa, scende dalle gote e lì muore per sempre. La bella cacciatrice di lacrime si risveglierà con gli occhi umidi, Cesylian da qualche altra parte starebbe tornando a casa, l'edere della sua breve esistenza sono scomparse, ogni cosa che era finita in un pianto ultimo da questo diparte e principia da capo, nel senso orario delle cose giuste. Zethardal tornerà a cercare la sua vita prima della notte in cui la Signora Invidia l'aveva cercata e ogni cosa si assopirà come una musica quando finisce. Della Notte alla bettola, i tre astanti, ricorderanno una lacrima e la sua vita… tutto il resto solo il loro cuore lo porterà con sè.

[GDR END!]
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