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JESSICA

Ultimo Aggiornamento: 20/12/2015 23:20
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20/02/2014 14:26
 
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ASCOLTAMI
Figlia...2014(Jessica)
Ho promesso di non parlarti, di non venire più a turbare la tua serenità ma le parole per te nascono ogni istante dalla mia anima e se le trattengo troppo a lungo potrebbero fare ancor più male. Allora le poso qui, in questa bacheca virtuale sospesa nel vuoto dove tutto può essere e non essere, dove i sogni si librano leggeri e spensierati tra spire di sentimenti, senza i limiti o le barriere del nostro umano cammino.
Non hai capito o non hai voluto capire la mia richiesta di potermi avvicinare a te, hai voluto leggere tra le mie parole implicazioni terribili alle quali io non avevo neanche pensato. Volevo solo sentire la tua voce e tu hai continuato a negarmela. Se io solo pensassi che qualcuno mi sta ingiuriando o ingiustamente incolpando di cose che reputo assurde la prima cosa che farei è prendere il telefono ed urlare la mia indignazione. Ma io sono (tuo padre) e tu sei tu. Tu hai preferito continuare una conversazione fatta di parole immaginate, digitate su un display(solo tuo mentale) che in certi casi purtroppo portano con sé solo caratteri severi di sentimenti, intonazioni o modulazioni, semplici segni incapaci di farci comprendere appieno il significato che c’è oltre le parole. Hai voluto leggere tra le mie righe parole che io non ho scritto né lontanamente pensato. E quando ho provato a spiegarti...anni fa' hai chiuso tutte le porte lasciandomi fuori.
Hai detto che ti ho ferito e non mi hai permesso di parlare con te, di spiegarti che nelle mie parole non c’era alcuna accusa ma solo il mio disperato bisogno di un contatto più personale con te...figlia...
Anche tu in passato mi hai ferito, persino offeso con la tua assenza, accusandomi ingiustamente di azioni che non mi appartenevano(io non ti ho abbandonata), ma ti ho sempre dato la possibilità di spiegarmi il perché di quelle tue reazioni ed ho chiamato tutta la mia comprensione per perdonarti. A me questa possibilità l’hai negata ed hai fatto di me il solo carnefice della nostra vita.
Mi chiedo dove sia finito quell’Amore che ci legava nella tua infanzia, quell’Amore che io avrei ferito ed offeso. Dimmi tu quale nome dare ad un amore che non lascia neppure lo spazio per un chiarimento e fugge impaurito alla richiesta di una voce trincerandosi dietro ad un gelido silenzio. Dimmelo tu perché io non so più come chiamarlo.
No, non ho smesso di sentirti, sei sempre dentro di me, più forte che mai, sei sotto la mia pelle e continui a farla fremere anche al solo pensiero di poter una volta ancora incontrare il tuo sguardo.
Dimmi, come potrei amarti profondamente, come potrei respirarti anche nella lontananza, come potrei sentirti pulsare dentro di me anche nel più inanimato istante se mi avesse anche solo sfiorato il pensiero che sei in qualche modo una presenza negativa nella mia vita.
La risposta è solo una… non potrei…perchè sei il mio SANGUE.


...

La Bottega Della Gioia et Dolore
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