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Carta straccia - di Giampaolo Pansa

Ultimo Aggiornamento: 15/12/2013 17:24
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03/11/2013 21:30
 
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Non l'ho ancora terminato, anzi, l'ho appena cominciato e lo leggo a tempo perso, ma promette bene.

Un piccolo ritratto popolare delle province piementesi a me care:

"Oggi in una società sempre piu' globalizzata, puo' sembrare inverosimile. Ma allora, a somiglianza di altre regioni italiane, anche il Piemonte era diviso in tribu' ostili che si ritenevano a vicenda popolazioni inferiori. Da bollare, da sfottere, da deridere, da minchionare.
I minchioni piu' minchioni erano i nativi di Cuneo, la fabbrica dei gonzi. Da noi, quando un bambino non capiva il ragionamento piu' semplice, in casa gli domandavano: "Ma non sei mica di Cuneo?". Circolavano storielle infami. Per esempi quella sulla visita di Vittorio Emanuele II e del banchetto ufficiale offerto dalla città, Dopo un brindisi, il re esclamava, compiaciuto: "Buono il vostro barolo!". E il sindaco gli replicava, giulebboso: "Maestà, sentisse quello che teniamo per le grandi occasioni!".
Degli indigeni di Asti non avevamo nessun rispetto. Mia nonna diceva: "Astigiani, larghi di bocca e stretti di mano". Ossia parolai e nient'altro. All'incirca come quelli di Alessandria. Erano i mondrogni, gentaglia infida, furbastra, attaccata al soldo, pronta a vendere persino la mamma per quattro denari.
Gli abitanti di Vercelli venivano chiamati "biciulan", soprannome che suonava come un insulto, per di piu' dal suono vagamente osceno. Derivava da un biscotto di forma ovale che i vercellesi producevano. Niente di paragonabile rispetto al nostro biscotto curvo, il famoso crumiro di Casale.
Dei biellesi meglio non parlare. Erano il peggio del peggio. Caterina predicava: "A-i völ sent'agn e ses meis per fé fora un bieleis!". Ci vogliono cento anni e sei mesi per stroncare uno di questi dannati biellesi. Gente maladrina, capace di ogni nefandezza. A cominciare da quella di produrre un po' di stoffa, scriverci sopra "made in England" e fregare il prossimo.
I vicini di Novara, invece, non contavano nulla. Erano dei mezzi lombardi. E portavano pure scalogna. Infatti, nel marzo 1849, era stata proprio la sconfitta davanti alla "fatal Novara" a condurre gli austriaci alle porte di Casale. E soltanto noi avevamo saputo fermarli, con quattro soldati della città e qualche barricata messa su con il letame, per impedirgli di spingersi fino a Torino.
E qui siamo arrivati al cuore del razzismo monferrino. La pretesa dei torinesi di essere i primi della classe in Piemonte, scatenava l'irrisione di Caterina. Non erano soltanto "falsi e cortesi". Erano anche dei profittatori che avevano creato la Fiat con il sudore degli operai forestieri, raccattati un po' in tutte le regioni del Nord, a comincare dal Veneto." [P. 23-24]
03/11/2013 21:31
 
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Re:
Qui trovate il libro:

rizzoli.rcslibri.corriere.it/libro/4927_carta_straccia_pa...

schietto, diretto, senza troppi fronzoli, come tutte le ultime opere di questo scrittore.

Simon
03/11/2013 21:52
 
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uno spaccato all'italiana dell'introduzione
o del decorso storico
verso l'avviamento della cretinizzazione
della gente

quando ancora vi erano delle differenze di culture

grazie

04/11/2013 00:02
 
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Casale caput mundi!

Shalom [SM=g27985]
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Sijmadicandhapajiee, gente per cui le arti stan nei musei - Paolo Conte

FORUM TESTIMONI DI GEOVA
04/11/2013 12:27
 
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considerati un'eletto [SM=g27988]
se gli effetti della globalizzazione
ti "sfiorano"

un privilegiato
15/12/2013 00:26
 
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P. 119-120
"Avevo sentito parlare molto di un film e nel marzo 2009 lo vidi. Era Katyn, l'opera di Andrzej Wajda sul massacro degli ufficiali polacchi compiuto dai sovietici nella primavera dewl 1940.

...

Il film del grande regista polacco era bellissimo e straziante. Le sequenze finali delle esecuzioni nella foresta destavano un'angoscia profonda. Ma il tema del film era la verità. L'avevano cercata per anni le mogli, le madri e le sorelle degli ufficiali uccisi. A nasconderla erano stati i sovietici che accusavano della strage i tedeschi. Si dovette aspettare il 1990 e il coraggio di Mikail Gorbaciov per avere la conferma che la strage di Katyn era stata voluta da Stalin.
Il tema della verità e della menzogna sul massacro di Katyn riguardava anche il Pci. Nel dopoguerra, i comunisti difesero a spada tratta la versione bugiarda dell'Urss. A Napoli viveva un medico legale che aveva fatto parte della commissione della Croce Rossa Internazionale incaricata di indagare sulla strage. I periti andarono a Katyn nell'aprile 1943. E stabilirono che i cadaveri gettati nelle fosse comuni risalivano ai primi mesi del 1940, quando la zona era controllata dall'Armata rossa.
Il rapporto della commissione venne respinto dai sovietici. Mosca continuo' a negare anche dopo la fine del conflitto, con l'aiuto dei partiti satellite dell'Urss. Il Pci e "l'"Unità" scatenarono una violenta campagna di discredito contro il medico napoletano, Vincenzo Maria Palmieri. Fu insultato, minacciato, boicottato dai burocrati del Partitone rosso e dagli studenti comunisti. Il linciaggio duro' a lungo. Palmieri si vide costretto a rinunciare alla cattedra universitaria.

...

La sinistra non ha mai voluto la verità su quanto era avvenuto dal 1943 sino al 1948. Non la voleva perché la "sua" verità, gonfia di menzogne, l'aveva già imposta in tutte le sedi: la cultura, la ricerca storica, i testi scolastici, il cinema, i giornali.".

Si noti, parliamo di eventi successi 50 anni fa, dove i testimoni oculari sono ancora in vita!

Simon
15/12/2013 17:24
 
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si è risposto ad atrocità con altrettanta ferocia.
La storia la scrivono i vincitori e così ci vuole tempo per scoprire certe responsabilità..

Non può esserci giustizia in un mondo governato dal grande burattinaio
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