venirne a capo

Ciao, sono Rita, la mamma di Nicole. La mia piccolina è morta strozzata nel cordone ombelicale alla fine della 25 settimana. Anche se sono ultraquarantenne lei era sana e vivo come una beffa che sia morta così stupidamente. Il padre è fuggito a gambe levate appena saputo di lei, ma oggi ho un uomo che mi sta accanto nonostante la mia storia anche se io non so ancora cosa voglio per noi. Non dovrò avere altri figli, ne andrebbe della vita che, comunque, ho rischiato durante il parto: un utero pieno di fibromi che durante il cesareo ha provocato una forte emorraggia, poi versamento pleurico e tutti i valori completamente sballati. In breve 12 giorni di ricovero per un cesareo. Volevo la mia bambina, l'ho difesa con tutte le forze che avevo, non posso neppure consolarmi col pensiero di un'altra creatura. Lei ha scritto a Giusi che è un'esperienza che l'ha resa migliore anche come madre. A me che cosa sarà servito tutto questo? Nicole è con me come è con me l'altra creaturina, figlia dello stesso padre persa alla decima settimana tre anni fa. Ma può bastare essere mamma di angeli o stelle, come dite voi? A chi giova tutto questo?
Grazie per l'attenzione
Rita

Carissima Rita,
quanto dolore leggo nelle tue parole, quante speranze, quanti progetti andati tragicamente in fumo, quanta disperazione e rabbia per essere stata abbandonata proprio nel momento più intenso della vita di una donna dall'uomo che avrebbe dovuto sostenerti e proteggerti, poi la lacerazione improvvisa bruciante, una botta in pieno viso per chiunque che avrebbe steso al tappeto anche la donna più forte. Eppure mi vienenda pensare, eppure nonostante tanto dolore, tante prove, tante beffe da un destino avverso alla tua tanto sospirata maternità ce l'hai fatta. Hai superato il dolore più buio ti sei confrontata con le tue angosce e ne sei uscita vittoriosa, con le ossa rotte ma talmente vittoriosa da aver ritrovato una luce in te che è stata immediatamente scorsa da questo nuovo uomo che ti è accanto che ha saputo innamorarsi di questa Rita tormentata, sofferente ma evidentemente ancora piena di vita e di progetti nonostante il dolore e la rabbia. La rabbia un sentinento infinitamente umano che ti smuove da dentro che devi imparare ad accettare come parte di te in questo momento più che legittima. Quando mi chiedi a cosa sia servita tuyta questa sofferenza e se valga la pena obsia abbastanza essere genitori di uno o più angeli o stelle la kia risposta è questa. Tutto ciò che hai vissuto ti ha portato ad essere la donna che sei ora forse sarai un pò più cinica o disincantata forse sarai più arrabbiata e meno sognante ma sei più consapevole di cosa sia il dono della maternità proprio perché per tanto ti è stata negata e nel momento in cui deciderai, se lo deciderai, di diventare nuovamente madre sarà una esperienza talmente totalizzante e piena che ti darà gioie n infinite e un approccio più consapevole alle gestione della tua nuova famiglia. Quando mi chiedi se basti essere mamme di angeli mi chiedo e ti chiedo se tu abbia già preso una decisione definitiva che metta la parola 'fine' al tuo sogno di maternità. Come ben sai non esiste solo la gravidanza come forma per diventare madre esiste anche l'adozione. Un figlio diviene tale perché nasce voluto nel tuo cuore prima ancora di conoscerlo e non perché cresce dentro di te nella tua panciam Io stessa sono stata adottata dai miei genitori e ringrazio Dio che non abbia permesso a loro di avere figli naturalmente così che io abbia avuto la meravigliosa e unica possibilità di vivere questa stupenda vita che è iniziata nel giorno in cui a 3 anni li ho conosciuti. Come vedi la maternità fa parte del dna di noi donne ma per poterla vivere con gioia dobbiamo desiderarla con amore e costanza con pazienza e perseveranza senza rabbia, senza arrenderci o demordere. Se invece la tua delusione e la tua rabbia hanno preso il sopravvento su tutto allora forse non era giunto il tuo momento di diventare genitore e devi ancora fare pace con la vita per assaporare le sue bellezze dopo tanti tormenti. Quel che posso dirti è che davvero la vita è come uno specchio se la guardi sorridento ti sorride se non trovi il coraggio di guardarla e tieni la testa bassa per il dolore o la tristezza allora devi fermarti, prendere il tuo tempo e conoscere da vicino il dolore n che ti tormenta dentro e prenderti cura di quella Rita ferita delusa e arrabbiata per far si che rialzi lo sguardo per notare che forse il sole nella sua vita è già tornato da tempo. Ti abbraccio forte sii coraggiosa e intensa come lo sei sempre stata.

Jeny

Cara Geny, ho il cuore aperto ad amare. Lo avrei anche per una adozione e da sempre. Il padre delle mie creature era figlio adottivo e l'ho amato anche per questo e forse anche per questo ne ho sempre giustificato le mancanze fino a questa ultima di abbandonarmi a me stessa nel momento tanto delicato della gravidanza. Il guaio è l'età. Come un guaio è che l'uomo che mi è accanto è più grande di me ed in ogni caso è molto presto per parlare di matrimonio, condizione imprescindibile per una adozione in Italia. A meno di casi particolari (Lavoro nel campo del diritto). Penso di rivolgere il bene ai figli dell'uomo che ho accanto, ai suoi nipoti, se verranno e se saremo ancora insieme. Forse il problema è che mi vedo cogli occhi degli altri: single e sterile. E del resto è tutto molto vicino: sono passati solo poco più di due mesi dalla nascita/morte di Nicole. Sono triste e voglio vivere: che contraddizione! Grazie per l'ascolto