Ottava regola n° 336
Attenzione! Anche quando l'inizio viene da Dio, in seguito può benissimo infiltrarsi il demonio.
Il demonio può contraffare anche vere apparizioni. Ricordate la famosa visione della SS. Trinità avuta da sant'Ignazio a Manresa. Alcuni giorni dopo, gli appare nostro Signore, ma Ignazio è sorpreso, turbato, si chiede perché nostro Signore è così: fa il segno di croce e, improvvisamente, la visione si trasforma in serpente e scompare, lasciando un odore nauseabondo.
Un uomo può avere grazie straordinarie e lasciarsi trascinare dal demonio. «Questa notte, prima che il gallo canti, mi avrai rinnegato tre volte». E si che san Pietro aveva già ottenuto favori mistici straordinari (Cana, pesca miracolosa, tu es Christus Filius Dei vivi!). Quindi, signori miei, attenzione!
336 - Quando la consolazione spirituale è senza causa, è certo che è al riparo da ogni inganno, essendo solo da Dio nostro Signore, come s'è detto nella seconda regola. Tuttavia la persona spirituale, alla quale Dio dà tale consolazione, deve con molta vigilanza e attenzione mirare e discernere il tempo proprio di tale consolazione attuale dal seguente, in cui l'anima rimane fervente e sente ancora il favore e i preziosi resti della consolazione passata; perché molte volte in questo secondo tempo forma, con la sua propria riflessione, secondo le abitudini naturali e in conseguenza dei suoi concetti e giudizi, sotto l'ispirazione dello spirito buono o l'ispirazione del cattivo, diverse risoluzioni e decisioni che non sono ricevute immediatamente da Dio nostro Signore, e pertanto bisogna che siano esaminate molto bene, prima di dar loro intero credito e di metterle in esecuzione.
Dunque, attenzione! I fenomeni ascetici e, a fortiori, quelli mistici vanno esaminati con la più grande cura. In particolare, nei casi di rivelazioni e visioni, bisogna distinguere bene ciò che viene certamente da Dio, dalle reazioni, ragionamenti e conclusioni tratti dai veggenti, dai testimoni o esaminatori, e soprattutto dagli entusiasti più o meno eccitati.
Ecco perché in presenza di ogni visione o rivelazione privata d'origine soprannaturale divina, ci si deve ricordare le parole di san Pietro dopo il racconto della Trasfigurazione: Sed habemus firmiorem propheticum sermonem (2 Pt 1, 19), «abbiamo però una parola più ferma, quella dei profeti», quella della rivelazione, quella della Chiesa ufficiale. Umiltà: Vigilate et orate, ne intretis in tentationem; spiritus probate... «Vegliate e pregate per non essere indotti in tentazione», «provate gli spiriti» come dice san Giovanni.
«Dai loro frutti li riconoscerete. Si coglie forse l'uva sui pruni, o i fichi sui rovi?» (Mt 7, 7).
Invochiamo nostra Signora del Buon Consiglio, imitiamo la Vergine cosi prudente nel porre all'arcangelo Gabriele la domanda: «Come può essere se non conosco uomo?». Si vede che la Madonna era abituata ad essere tentata sotto l'apparenza del bene, ma che agiva in tutta prudenza, quale sposa dello Spirito Santo. Invochiamo san Giuseppe, custode e protettore della Chiesa universale. Invochiamo i grandi arcangeli san Michele, san Gabriele, san Raffaele e gli spiriti celesti preposti a nostra custodia e a guardia delle istituzioni.
Rapporto del padre Ibânez O.P. su santa Teresa d'Avila
Permettetemi di concludere aggiungendo un'importante relazione di un grande teologo domenicano, l'unico che, ai tempi di santa Teresa, ebbe il coraggio di assumerne la difesa.
Mentre tutti i teologi di Avila erano giunti alla conclusione che la santa era ingannata dal demonio, lui solo seppe dare le regole per discernere lo spirito che la guidava, concludendo vittoriosamente che era lo spirito di Dio. Morì due anni dopo. Santa Teresa, da lui tanto incoraggiata nella riforma del Carmelo, lo vide salire direttamente in paradiso senza passare dal purgatorio. Ella ne fa un bell'elogio nei capitoli 9 e 23 dell'«Autobiografia».
Queste regole non riguardano il discernimento degli spiriti della prima settimana, ma si collegano piuttosto a quelle della seconda: le regole per i casi superiori, soprattutto per i casi mistici.
Padre Ibànez O.P., professore di teologia ad Avila, preparò questa relazione circa vent'anni prima della morte della santa, e la presentò ad una riunione di dotti per provare che Teresa era guidata da Dio. È forse la più importante testimonianza della santità della riformatrice del Carmelo. Quanto a noi, potrà aiutarci a risolvere i molti problemi posti oggi da visioni e apparizioni, delle quali alcune sono senz'altro false, altre vere ed altre ancora rimangono dubbie.
Cito padre Ibànez: come riconoscere coloro che hanno visioni e rivelazioni provenienti da Dio? E come scoprire se siamo invece vittime, noi o gli altri, di illusioni?
Santa Teresa, ancora bambina, sente parlare del cielo, dell'immensa gioia riservata ai buoni e dei terribili tormenti che attendono i cattivi; quando le narrano le gesta dei martiri, prova il desiderio di partire in missione fra i Mori. A 19 anni, l'esempio di una santa religiosa la conduce al Carmelo dell'Incarnazione; vi entrerà a 21 anni. Era piena di buone intenzioni, ma non le mancavano gli ostacoli. Non si dedicava abbastanza all'orazione; i rapporti amichevoli e familiari con persone non totalmente dedite a Dio, costituivano seri ostacoli per il progresso spirituale e perfino per la sua salvezza. Un bel giorno decide di impegnarsi seriamente nell'orazione, nella penitenza e nei digiuni, nella più completa obbedienza al confessore.
Da quel momento è oggetto di favori speciali. Le sembrava di udire il Signore insegnare un gran numero di verità, misteri nascosti, avvenimenti futuri concernenti le eresie che sconvolgevano la Francia, e alcune opere che avrebbe dovuto compiere. Santa Teresa aveva un gran timore che fossero inganni del demonio, permessi come punizione dei suoi peccati.
L'esempio di Maddalena della Croce, che soltanto quache anno prima aveva fatto parlare tutta la Spagna, incuteva nei confessori il timore che anche lei fosse vittima del demonio. Maddalena della Croce, ancora giovane pastorella, aveva venduto l'anima al demonio in cambio di poter compiere prodigi; e infatti da trent'anni faceva prodigi. Tutti accorrevano a lei: ecclesiastici, imperatore, popolo... Annunciò perfino, stando a Cordova, che il re di Francia Francesco I, nel 1525, si era costituito prigioniero dei soldati spagnoli a Pavia. Tutti erano d'accordo: «È una gran santa!». Ma poi si scoprirono gli inganni del demonio e si comprese come poteva compiere, non dei miracoli, ma dei prodigi. (I demoni possono d'un tratto spostarsi da Pavia a Cordova, sollevarla da terra, portarle la comunione dalle mani del sacerdote alla sua lingua, farla sanguinare o procurarle anche le stigmate in determinati giorni, ecc.).
Si obietta, continua padre Ibàitez, che spesso anche uomini saggi e competenti si sono ingannati. I santi affermano che bisogna accettare per vere solo un numero esiguo di visioni... se sono vere, sono miracoli. Ora, per considerare miracoloso un fatto, ci vuole una grave necessità; ma questa necessità di confermare la fede non si verifica in un chiostro... I santi non desideravano manifestare pubblicamente i particolari favori divini, preferivano nasconderli. Potrebbe essere un'illusione o una menzogna, non sembrano esserci motivi per pensare diversamente.
Il famoso Gersone, al concilio di Costanza, affermò che santa Caterina da Siena non poteva avere una tale familiarità con Dio. Scrisse contro di lei e chiese al concilio di condannarla...
Non è ancora successo che qualcuno sia progredito nell'amore di Dio, senza essere stato combattuto da contraddittori in cerca di distruggere la reputazione! Vi sono persone che espongono le loro opinioni contro la verità.
Essere oggetto di contraddizione non è dunque motivo sufficiente per considerare illusione i favori della divina Maestà. Ciò è ancor più vero se si considera che coloro che perseverano in questa errata visione non hanno mai parlato con santa Teresa, ma si sono formati un'opinione fondata su semplici chiacchiere.
Certe cose, a prima vista, sembrano cattive, ma, se vi si aggiungono alcune circostanze, diventano sante e virtuose.
Appropriarsi della roba degli altri, per esempio, è un male; ma farlo per il bene del proprietario, per impedirgli il suicidio, è una buona azione. Così, se normalmente non è saggio e prudente credere con facilità alle visioni, in determinati casi sarà un atto di giustizia. Non si deve inoltre dimenticare che in ogni epoca nostro Signore ha avuto una grande intimità con certe anime; basti pensare ad Abramo, al profeta Amos, ai santi... Finché il mondo durerà, a Dio non mancheranno profeti e amici nella Chiesa. Egli offre la sua amicizia a chi vi si prepara, in qualunque epoca. Dio suscita i santi per il bene e l'utilità della Chiesa, per placare l'indignazione divina.
Queste necessità sono ora attuali.
* * *
Dunque, non bisogna scandalizzarsi quando si sente parlare di un santo da parte di coloro che lo conoscono e che hanno avuto rapporti con lui. Quando si dubita della provenienza di una rivelazione, una forte prova della sua veridicità e provenienza divina è costituita dalla condotta di vita perfettamente cristiana della persona in questione.
Nella scienza dei segni che indicano se lo spirito apparentemente buono proviene veramente da Dio, è difficile dare regole precise per ogni caso particolare. Molti si sono ingannati, pur possedendo la scienza necessaria, come Gersone. Dopo aver lungamente lavorato per appianare questa via, giunse al punto di sorridere delle visioni e rivelazioni di santa Caterina, e ciò per ragioni umane insufficienti: primo, perché ignorava parecchi fatti; secondo, perché Dio opera nei santi molte cose che superano la ragione naturale.
Stabiliamo ora qualche punto fondamentale:
Esaminare gli effetti e i frutti. Come il medico vede una malattia invisibile dagli effetti, così lo stato di un'anima si riconosce dalle opere e dalla bellezza della sua vita.
A fructibus eorum cognoscetis cos, disse Gesù. «Dai loro frutti li riconoscerete» (Mi 7, 16).
Le rivelazioni o visioni possono essere buone e vere, e allora vengono da Dio; oppure cattive e bugiarde, e allora vengono dal demonio. In caso di dubbio, quelle divine si riconoscono dall'impronta divina che portano in sé; quelle diaboliche, dagli artifici e dall'astuzia del demonio.
Fissiamo alcune regole per stabilire un buon discernimento:
1. Quando la persona che riceve le rivelazioni prova, tanto nel periodo dei favori che in seguito, il disprezzo di sé stessa e la conoscenza delle proprie colpe; quando si riconosce più debole e miserabile delle altre, ciò significa che la rivelazione procede da Dio.
Questo segno è sempre presente nei servi del Signore, mentre manca nei mistificatori ingannati dal demonio. Da una parte umiltà e amore, dall'altra orgoglio e turbamento. Vedi la Madonna e santa Elisabetta (l'Annunciazione e la Visitazione).
2. Se la persona, una volta ricevute le rivelazioni, è portata al raccoglimento e al distacco da tutto; se fugge il mondo, non gli parla né lo stima, tende a dimenticarlo e a disprezzarlo, ciò è un segno evidente della provenienza divina della rivelazione. Se invece suscita lo spirito di ribellione, il desiderio di mettersi in vista e d'essere ammirata, di mostrare che si ricevono favori da Dio, lì c'è senz'altro l'inganno.
L'amore, lo spirito di Dio e l'umiltà fuggono tutto ciò e ricercano il disprezzo del mondo. «II mio segreto è per me», diceva il profeta Isaia.
3. Osservare se la persona è dedita o no all'orazione; se, nei rapporti col prossimo, si nota un amore di Dio non solo apparente. Chi persevera nell'orazione non sarà mai ingannato dal demonio che, al contrario, spinge ad abbandonare questa pratica.
4. Osservare se la persona si preoccupa di consultare qualche esperto in materia, e soprattutto se non nasconde nulla al confessore. Se segue i suoi consigli, è certo che non siamo di fronte ad un inganno: Dio non abbandona chi è animato da rette intenzioni. Aprirsi è un atto di umiltà. Al contrario, se rifiuta di parlare a competenti che non sono disposti ad approvare tutto, e non si preoccupa molto di cercare la verità, c'è da credere ad un'illusione del demonio.
5. Attenersi all'opinione di chi conosce fatti miracolosi e dei confessori cui siamo soliti aprire la coscienza. Quando si manca di esperienza, e i confessori consultati non sono d'accordo, l'aiuto della sola teologia non basta.
6. Osservare se la persona subisce opposizioni e contraddizioni, senza aver fatto nulla per attirarle. Se poi le opposizioni vengono da persone buone e piene di zelo, e malgrado ciò si mantiene nella pazienza, è segno che Dio vive e abita nel suo cuore. Il demonio non può dunque ingannarla. Vedi il caso di Giobbe...
7. Un'altra prova, che solo i confessori o direttori spirituali possono accertare, è la purezza d'animo e l'altezza della virtù. Questa prova è sicura ed efficace, perché Dio concede i favori solo alle anime pure e prive di peccato. Beati mundo corde, «beati i puri di cuore»!
8. Osservare il profitto tratto da coloro che intrattengono stretti rapporti con questa persona: le grazie «gratis datae» sono infatti concesse per il bene del prossimo. Vedere se costoro hanno lo spirito di Dio o, al contrario, se ne risulta l'indipendenza, l'orgoglio, la ricerca degli agi; in questo caso la visione non viene da Dio, ma dal demonio trasformato in «angelo di luce».
9. Considerare ciò che è detto e rivelato. Se tende a nascondere qualche cosa, a fuggire o disprezzare le persone competenti trattandole da ignoranti, se racconta cose inutili o di scarsa edificazione, è certo l'inganno dello spirito maligno. Ma se si apre con semplicità a coloro che possono capire e giudicare, se non nasconde nulla e tutto ciò che dice è prudente e conforme all'insegnamento della Chiesa, è segno che viene dal Cielo.
10. Quando, osservando attentamente, si trova irreprensibile la sua compagnia e ricca di profonda virtù la sua conversazione, è una ragione evidente che ciò è vero. Quando tutti, e specialmente gli uomini di dottrina, approvano una persona, significa che i fatti che la riguardano vengono da Dio.
11. Rendersi conto del comportamento del demonio con questa persona. Se l'approva e manifesta soddisfazione, è cattivo segno; se la perseguita, è buon segno. Verso i buoni il demonio si mostra feroce; cogli amici da lui ingannati si mostra invece calmo.
Senza dubbio all'inizio sarà difficile riconoscere se viene da Dio, ma col tempo ci si riesce.
Quanto a Teresa, lei pensa solo a Dio e si occupa solo di Dio. Ogni cosa è per la gloria di Dio e il bene spirituale delle anime. Per nulla al mondo commetterebbe un peccato veniale, per piccolo che sia. La sua ambizione consiste nel perfezionamento quotidiano e nella crescita in virtù.
Un giorno, così si rivolse a Dio:
- Signore, ma non ci sono proprio altre persone, specialmente persone di dottrina?
Dio rispose:
- Quando gli uomini di dottrina non vogliono disporsi a trattare con me, ecco che io, messo alle strette e respinto da loro, vado in cerca di povere donnette presso cui trovo riposo e con le quali tratto i miei interessi.
Gesù aggiunse ancora:
- Il demonio non poteva dare questa contentezza, questa gioia interiore e spirituale. Non poteva neppure produrre questo amore e questo progresso nella virtù. (Citazione di santa Teresa d'Avita).
Aggiungiamo, continua padre Ibànez:
I. Non c'è mai stata persona ingannata dal demonio, con tante ragioni e prove da credere che fosse Dio a produrre quei favori.
2. I santi non hanno insegnato a non ricevere assolutamente certe rivelazioni, né riconoscere come santi certi personaggi. Hanno solo detto di non prestar fede facilmente. Ora, non è leggerezza credere a fatti di tale levatura.
3. Sua Maestà, per consolare i servitori fedeli e, tramite loro, salvare altre anime, ha sempre accordato favori straodinari a talune creature. Ora, vi è una quantità di ragioni per considerare questa religiosa favorita da Dio, mentre non ve n'è alcuna per negarlo.
4. All'inizio Teresa esponeva questi favori solo ai confessori e a chi poteva illuminarla, e sempre con la raccomandazione di non dir nulla.
5. II padre ha assistito alla guarigione disperata di un rene quando lei ha pregato per il malato. Un'altra volta, per un benefattore che perdeva la vista, nostro Signore le apparve mostrando la piaga sul costato e dicendole che avrebbe esaudito ogni sua richiesta; immediatamente la vista fu ricuperata. Ha anche operato numerose guarigioni.
Queste pagine sono il riassunto della relazione fatta da padre Ibànez. Vi prego di scusarmi se non la posso citare integralmente. Vi si troverà l'essenziale per discernere se i carismi mistici (visioni, estasi o altro) che una persona può presentare vengono da Dio o dal demonio.
Ludovic Marie Barrielle direttore spirituale a Ecône
Sia lodato Gesù Cristo.
Sempre con Maria.