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"La porta del miglioramento non ha chiave. E' per questo che entrare è facile quanto uscire"

Ultimo Aggiornamento: 21/07/2013 12:46
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Utente Junior
21/07/2013 12:46
 
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...a colpi di scure...
Riassunto: In una delle tante notti di Avalon, Fehrer scrive al Tuor Keris per invitarlo a una delle molteplici attività che non rientrano nei canoni attitudinali di un Cavaliere, ma che formano il fisico e testano l'umiltà: procurare legna. Nel trasporto dei ceppi e nel seguente dividerli in pezzi più piccoli, il Prescelto porrà una serie di domande all'Aspirante, facendo evolvere così la mera attività di braccia in uno spunto di riflessioni utili per la sua via.
I due si lasceranno con l'intento di ritrovarsi in sala d'armi.

Commento: L'ultima attività del genere è spettata ad Azhael, che trovò una buonissima idea per creare gioco e chiedere skill. E così abbiamo pensato di fare noi, onorando la sua iniziativa.
Mi sono divertito. Keris è stato un bel partner e, così, ci siamo conosciuti un po' meglio. A presto armi alla mano!

FEHRER [Loggia | Spiazzo Esterno] Le vesti fumose della notte non fermano l'iniziativa dello Scandinavo. Abbracciato da indumenti tutt'altro che regali, laceri e strappati in più punti, lasciandolo apparire come il più umile degli abitanti della Loggia, l'uomo dei ghiacci ha in mente l'ultimo atto per concludere la giornata in modo funzionale. Presto il fuoco tornerà a scoppiettare fra le rocce della Casa dei Draghi e, per allora, le scorte di legna sommariamente organizzate presso la piccola sala ivi adiacente dovranno essere a portata d'utilizzo. [«Bravo, galoppino...» s'inumidisce la bocca grondante orrore l'Abietto, ghignando nelle efferate profondità dell'umida conca. ''Da qualche parte bisognerà pur cominciare!'' replica il guerriero, tutt'altro che restio ad adoperare la forza per scopi affini alla causa]. Non è solo, il Prescelto. Keris, richiamato con uno stralcio d'ingiallita pergamena contenente due righe di spiegazione, l'affianca nella camminata notturna verso la legnaia, prestandosi alla richiesta d'aiuto e compagnia. ''A volte un Cavaliere può e deve prestarsi a compiti di basso lignaggio'' mormora a mo' di spiegazione, sorridendo nell'ombra, spezzando il silenzio con le prime, vere parole da che il passo dei due s'è unito.

KERIS [Spiazzo esterno] La notte è ormai calata sull'isola già da un po' ma il Tuor non sembra ancora ricercare riposo dopo una giornata piena passata tra allenamenti e studio, come sempre, anzi, pare che un ultimo compito richieda la sua presenza, a cui si è prestato volentieri su richiesta del confratello, Fehrer. Cammina accanto a lui nello spiazzo esterno, con l'intento di fare provviste di legna per quando serviranno in maggiore quantità. Indossa degli abiti un po' meno nuovi di quelli che porta solitamente, dato che non vuole rovinarli, quindi ha optato per una camicia di cotone nera abbastanza vecchia, con un paio di pantaloni dello stesso colore che gli fasciano le gambe, sempre non molto nuovi, ai piedi un paio di stivali di cuoio. Il medaglione da Tuor sempre appeso al collo insieme al ciondolo donatogli da Procas, entrambi adagiati sul suo petto ben in vista sulla camicia. Niente armi con sé, gli avrebbero solo dato fastidio quindi le ha lasciate nella sua stanza. Il crine castano sciolto come sempre, che gli ricade in parte sulle spalle. Gli occhi chiari puntati davanti a sé ricercando la loro meta. [°°Lo so che avevo detto che eri un inutile Tuor, ma non intendevo dovessi fare lavori da servo°° commenta con fastidio il Rosso Simbionte *è una cosa che si deve fare, e poi può essere utile per il corpo* risponde più ottimista l'uomo]. Quando ode il dire del confratello si volge un attimo in sua direzione ''lo so, non mi stavo certo lamentando'' risponde con un lieve sorriso del tutto sincero.

FEHRER [Loggia | Legnaia] Ruota un poco il polso destro, sollevando lo stesso braccio per far sì che il volto altrui venga rischiarato appena dall'allegra fiamma della torcia che s'è portato appresso. Un lume tenue nel buio pesto che avvolge la cordigliera draconica, soltanto in parte mitigato dal flusso argentato d'una luna gravida nel cielo. Il Nero, che in un passato non troppo antico ha condotto con successo e gloria gruppi di uomini dediti alla guerra e all'onore, ha chiaro in mente quanto possa influire il valore emozionale di un individuo, in rapporto al progredimento, e studierà pochi istanti l'espressione del Tuor, come volesse scavare aldilà dello sguardo maschile per accertarsi della bontà della sua fibra messa alla prova da uno Scarlatto. Mantenendo il viso sereno, egli tornerà a guardare dinnanzi a sé, registrando la ribattuta di Keris con un diniego del tutto sprovvisto di aggiunta in merito. "Il vostro cammino procede bene..." concede piegando un poco il capo, a riprova di ciò che crede, confidando l'altro comprenda non ci siano compromessi. "Lavorate sodo e, da quel che so, già assumete i panni di un Superiore verso alcuni di noi. E' una propensione per la quale meritate rispetto". La voce profonda del Prescelto s'arresta e, nel varcare l'ingresso della legnaia, s'arresta pure il suo passo. Illuminando le pareti della sala, l'uomo troverà presto lungo le rocce umide un appiglio cui affidare il sostegno della torcia, ché tutt'e due le braccia serviranno presto a entrambi! Gli occhi attenti scandagliano il contenuto della stanza alla ricerca di ceppi utili alla causa e, individuati i pezzi di legno più grossi, si muoverà verso questi ultimi. "Avete mai paura, Keris?"

KERIS [Legnaia] La luna risplende alta nel cielo, quasi completamente piena, permettendo già una buona visuale in quella notte scura, per fortuna però che il confratello previdente ha portato anche una torcia così da non aver problemi di sorta per la vista. Ancora qualche passo e presto saranno arrivati alla legnaia, nel mentre l'udito cattura con facilità le parole che l'altro gli rivolge, dato che gli unici rumori prodotti sono quelli dei loro passi nel silenzio della cordigliera. Resta alcuni istanti sorpreso da quelle parole e forse anche un po' imbarazzato ma cerca di non darlo a vedere, in fondo non è molto abituato a complimenti. ''Vi ringrazio, faccio quello che posso per aiutare i confratelli e la congrega, ormai siete la mia famiglia'' risponde ancora sincero e sereno ''il cammino da noi intrapreso è arduo, cerco di facilitarlo ai nuovi arrivati anche su richiesta dello Iodrak'' continua ancora dando qualche sguardo al volto dell'altro mantenendo quel lieve sorriso sul volto ''in fondo sono un semplice Tuor'' conclude senza alcun accenno di delusione, osservando solo i fatti, che continuamente Raiskhar gli rinfaccia con cattiveria. Decisamente una convivenza difficile a cui piano piano si sta abituando, e forse colui che si trova accanto a lui in questo momento è uno dei pochi che può capirlo appieno, condividendo la stessa via dolorosa. [°°Magari quando smetterai di lamentarti e accetterai il tuo destino forse potrai godere dei benefici che io posso offrirti°° commenta decisamente più pacifico del solito il Rosso, anche se sempre con i suoi modi poco amichevoli]. Non risponde al contatto mentale del Drago, riflettendo di più su quelle parole che in fondo sa essere vere, deve riuscire a conviverci, è questo il suo percorso, il suo cammino. Entra nella legnaia dopo il confratello ritornando con l'attenzione sulla realtà e aspettando le sue direttive, guardando qualche ceppo qua e là, ma di nuovo resta un po' sorpreso da quell'ultima domanda ed anche un po' perplesso. ''Paura? Di cosa?'' chiede forse un po' stupidamente ma non ha ben compreso a cosa si riferisca l'altro, iniziando a seguirlo verso i pezzi di legna scelti dal Prescelto.

FEHRER [Loggia | Legnaia] La catasta di ceppi grossi è uno sprone silenzioso che indica che il lavoro è appena iniziato. Avvicinandosi del tutto al tronco assai alto, almeno dai piedi al collo del fu bianco, l'uomo ne afferrerà la cima, inclinandolo appena verso sé, e, piegando un poco le ginocchia, non farà altro che poggiarlo sull'incavo fra capo e spalla destra. Le mani, ora, s'adageranno pressappoco sui 'fianchi' del ceppo, leggermente in basso rispetto al suo centro esatto, esercitando una forte presa. Il carico peserà definitivamente sul corpo maschile quando, sollevando le gambe e inclinando la schiena all'indietro, al Prescelto non resterà che bilanciare il legno statico con la potenza delle braccia e la fermezza e l'equilibrio del baricentro. Uno sbuffo abbandona le labbra del Nordico e, durante la leva, lo sforzo apparirà sul suo volto, almeno fin quando non sarà ben stabile in piedi. Allora cercherà con lo sguardo il Tuor, come volesse insieme invitarlo a fare altrettanto e cercare un'espressione per le parole dal confratello adottate. "Un semplice Tuor..." ripete, la voce appena macchiata dall'impegno. "Nelle mie terre diciamo: 'per quanto tu possa imbrogliare il tempo, il tempo saprà sempre scoprirti. Perciò non preoccuparti troppo di apparire meglio di come sei. Preoccupati, piuttosto, di vivere meglio di come fai'. Sì, il tempo ci aiuta a costruire noi stessi, ma non dobbiamo pensare di esserci definiti una volta per tutte..." spiega ed aggiunge, come leggendo nei pensieri altrui: un cromatico non è solo, fintanto che ci saranno confratelli in grado di percepire il fardello d'una convivenza assieme dolorosa e sublime. Avvertire nelle vene l'irruenza d'un drago dalle scaglie cromate è qualcosa che a pochi vien concesso di Sentire. L'onore e l'onere di costituire la falange armata della Loggia... Al Prescelto spetta, forse, uno dei fardelli peggiori. "Di ciò che diventerete" sorride nuovamente, incamminandosi verso l'esterno, eseguendo il cammino precedente a ritroso. Non hanno più la torcia, ma la via indicata dalla luna e la memoria cieca che i draconici hanno del passaggio roccioso faranno la loro parte! Camminerà lentamente, in modo che l'altro possa pareggiare presto l'andatura. "Non c'è niente di male ad aver paura. Purchè si comprenda che lo è".

KERIS [Legnaia] Osserva con attenzione i movimenti del confratello mentre cerca di caricarsi in spalla un grosso tronco decisamente pesante. Lo guarda restando un po' distante da lui così da non intralciarlo e da non farsi colpire nel caso egli ruoti su se stesso con quel pezzo di legno in spalla. Una volta che l'altro abbia fatto si avvicinerebbe cercando con lo sguardo uno da prendere anche lui. Nel mentre ascolta ancora le parole del Prescelto con attenzione, cercando di non farsi sfuggire nulla ed al contempo sorride. ''Cercherò di ricordarmelo'' commenta sereno in sua direzione ''lo so, nulla è scritto, tutto dipende da noi e dalle nostre scelte'' continua con tono più neutro mentre il respiro possente del Simbionte si fa sentire, ricordando al Tuor la sua presenza. Per fortuna non pare essere solo sulla sua via, anche se solo lui può vedersela con il suo Drago, spietato, feroce e alla continua ricerca di battaglie. Lascia che l'altro si allontani un po', iniziando a camminare verso la loggia mentre lui ha adocchiato il suo fardello di questa sera. Un'altro tronco, forse poco più grande di quello del confratello visto che anche a lui arriva circa all'altezza del collo ma c'è anche da dire che lui è un po' più alto di Fehrer, per cui proporzionalmente è più grande. Cerca di posizionarlo in verticale e provare a compiere gli stessi movimenti del confratello. Si chinerebbe sulle ginocchia inarcando anche un po' il busto in avanti per poi tentare quasi di 'abbracciare' il tronco poco più sotto del centro, così da posizionare quest'ultima parte proprio sulla spalla destra. Una volta fatto questo cercherebbe di ritornare in posizione eretta portando il pezzo di legno con sé e caricarselo sulla spalla destra, distendendo di nuovo le gambe e anche la schiena verso l'alto. E' di certo un procedimento faticoso dato il peso del tronco ma al Tuor non dovrebbe causare troppi problemi, dopo aver impiegato la forza di ogni singolo muscolo del corpo [//potenza +2]. Tornato in piedi cerca di mantenere ben bilanciato il tronco così da non farlo cadere, per poi avviarsi verso la loggia, raggiungendo nuovamente in confratello posizionandosi sul di lui lato destro. Alle ultime parole dell'altro si limita a rispondere ora ''se vi riferite al destino che mi ha scelto non credo di avere paura, mi sembra che molti siano riusciti a convivere con il proprio Drago seppur non molto amichevole'' il tono sereno e forse anche un po' ironico ''e voi? Avevate paura? Avete paura?'' chiede ponendo la stessa domanda all'altro così da sapere come lui si è comportato nella sua stessa situazione.

FEHRER [Loggia | Salone Esterno] [«Gli uomini bruciano le tappe credendo di fregare il tempo. Pensano che ''tutto e subito'' sia il modo più forte di vivere la vita. E non sanno che è la strada più breve per una noia mortale» riassume in breve, l'Abietto, il pensiero del suo Prescelto, adoperando al solito la via più lussuosa per esporre i fatti: poesia, ironia, malizia, crudeltà. E, sovente, una più che buona quantità d'inganno]. L'uomo è tuttavia assai acuto e ormai preparato a contrastare la lingua del Principe degli Inferi, spremendone il detto e lasciandone stillare il più possibile la saggezza in esso contenuta. Oh, poiché ne è pregna, contrariamente a ciò che persino il Simbionte stesso, crogiolandosi nel proprio efferato ego, stabilirebbe. Egli, dunque, tace, rimuginando su ciò che è stato detto, mettendo in fila al contempo una serie di piccoli ma rapidi passi per coprire con falcate efficaci la distanza che separa i due dal Salone Esterno il cui portone è stato in precedenza - e con sapienza! - lasciato aperto. Superando col respiro lievemente corto la soglia dell'immenso spiazzo, lo Scandinavo sorriderà, raccogliendo positivamente l'avvenuta comprensione del Tuor. Lo sforzo si fa maggiore, i muscoli maschili, ora, gonfiati dal numero di passi sempre crescente. Sceglie un punto poco distante dal portone e, assicurandosi che il fratello in congrega e simbiosi sia sufficientemente distante, solleverà di poco il tronco sopra le spalle, per staccarlo dal corpo quel tanto che basta affinché possa mollarne la presa e lasciarlo cadere sul pavimento in pietra, l'eco del forte schianto che rimbomba fra le pareti rocciose. ["Dubito sveglieremo qualcuno!" esclama spegnendo le parole fra le scaglie opalescenti della Bestia con cui divide la vita]. "Ricominciamo" s'assicura invece di far sapere al compagno, l'idea di recuperare quantomeno un altro ceppo ciascuno. "Io?" fa avviandosi nuovamente alla legnaia. "Sono convinto che nessuno sia veramente libero dalla paura, finché c'è coscienza". Una piccola pausa. Tanto basti al Tuor per emulare i movimenti e accompagnarlo nella nuova sortita di recupero.

KERIS [Spiazzo esterno-->Loggia / Salone esterno] Continua a seguire il confratello mentre porta quel pesante tronco sulla spalla, che lo schiaccia a terra rendendo i suoi movimenti più difficili e faticosi, come anche il semplice camminare. Ma il Tuor fa appello a tutti i suoi muscoli per sopportare quello sforzo mettendo anche all'opera ciò che gli allenamenti hanno sviluppato [// potenza +2]. Arrivato finalmente sulla soglia della loggia lascia che l'altro entri per primo per poi seguirlo poco dopo. Sente il tonfo provocato dal tronco che Fehrer deposita sul pavimento di pietra, decisamente non molto delicatamente però il Tuor sorride, al massimo leveranno il sonno a qualcuno. Decide quindi di lasciare anche il suo di fardello portando le mano attorno al tronco per poi spingerlo via in avanti, tentando di accompagnarlo anche un po' nella discesa così da evitare di far troppo baccano. Riprende un po' fiato, ora che si sente decisamente più leggero, una sensazione abbastanza strana e piacevole. Si volge nuovamente verso il Prescelto una volta ascoltate le sue parole, vedendolo tornare fuori e quindi si appresterebbe a seguirlo a ruota. ''Credo comunque che quei tronchi vadano anche spaccati altrimenti sarà difficile usarli'' commenta anche se è sicuro che l'altro l'abbia già messo in conto e forse vuole solo prendere un altro ceppo a testa prima di iniziare quell'altro lavoro. Alle sue ultime parole risponderebbe sereno ''non posso darvi torto però non tutte le cose fanno paura''. Gli occhi che tornano a fissarsi davanti a sé, spostandosi solo di tanto in tanto sul volto dell'altro, ormai completamente immersi nell'oscurità e baciati solo dalla tenue luce lunare.

FEHRER [Loggia | Legnaia] Un sospiro abbandona il petto del Nordico, che possiede sin dall'infanzia la capacità di contrastare sufficientemente la fatica e lo sforzo accumulati [Resistenza I]. Non sarà pertanto così poco a sfiancarlo. Non ancora, almeno. Si volta e, presto, si trova ad attraversare nuovamente il piccolo portone incastonato nella roccia, per ripercorrere il breve sentiero che unisce nella polvere e nei contorni frastagliati la legnaia e lo spiazzo esterno. S'è mosso al buio con un ceppo su d'una spalla; farà altrettanto col corpo libero e senza fardelli, non esteriori, almeno. Nell'abbattere i passi e approssimarsi all'ingresso della sala che ospita i tronchi fa sue le considerazioni di Keris, sollevando un braccio per indicare una scure posta in un angolo della legnaia. "Useremo quella" mormora con un cenno d'assenso, utilizzando lo stesso arto per rimuovere dalla fronte alcune gocce di sudore che gli imperlano la pelle. "No, nessuno l'ha mai detto. Quel che non fa paura rientra nella nostra capacità di conoscere, e comprendere" spiega il suo punto di vista, cercando gli occhi del Tuor coi suoi, prima d'individuare un nuovo tronco con l'aiuto efficace della torcia che proietta arabeschi danzanti sulle pareti. Ceppo diverso, stessa procedura: senz'altro aggiungere, il Prescelto piegherà le ginocchia dinnanzi a un grosso pezzo, sbilanciandolo prima in modo che poggi sull'incavo fra capo e spalla. Dopodiché, con l'apporto e la spinta di schiena e gambe, si solleverà portando il carico con sé, sistemandolo nel miglior modo possibile per facilitare la presa e il futuro cammino. Un nuovo sbuffo vien liberato dal petto, che, gonfiandosi, è nuovamente messo alla prova in fatto di fiato e vigore. "Di nuovo..." sussurra più a se stesso che all'altro, attendendo la procedura del compagno di stanotte prima d'incamminarsi ancora.

KERIS [Legnaia] Dopo aver ripercorso nuovamente il cammino fatto prima si ritrovano ancora una volta nella legnaia per caricarsi altri tronchi in spalla. Segue con lo sguardo la direzione indicata dall'altro per notare l'ascia poggiata alla parete della legnaia. Annuisce silenziosamente prima di tornare ad osservare i vari pezzi di legna. Come prima attende che il Prescelto prenda il suo carico prima di fare altrettanto. Lo lascia passare per poi dirigersi verso un altro tronco simile al precedente. Lo posiziona di nuovo in verticale per poi chinarsi sulle gambe e inclinando un po' la schiena in avanti. Posiziona circa il centro del tronco sulla sua spalla destra, quasi a contatto con il collo, mentre le braccia vanno attorno al tronco. Prende un profondo respiro preparandosi al nuovo sforzo che dovrà compiere per sollevare quest'altro tronco. Infine si riporta in posizione eretta come in precedenza, portando con sé il tronco poggiato sulla sua spalla. Di nuovo tutti i muscoli si trovano a lavorare per poter compiere quell'azione con relativa facilità [//potenza +2]. Cerca di mantenere in equilibrio sia il ceppo che sé per poi voltarsi di nuovo verso il confratello. ''Sì, sono pienamente d'accordo, molte volte la paura scaturisce da ciò che non si conosce, ma anche da ciò che si conosce'' un commento che esce un po' affaticato dato lo sforzo dell'uomo che però non è ancora stanco [//resistenza +1]. Arrivato nei pressi dell'uscita della legnaia si volge verso la scure poggiata al muro, dovrebbe riuscire a prenderla senza dover tornare qui nuovamente. Quindi cerca di tenere in equilibrio il tronco sulla sua spalla con il braccio destro, decisamente sotto sforzo [//potenza +2] mentre con la mano sinistra andrebbe ad afferrare il manico dell'ascia, piegandosi un po' sulle ginocchia e mantenendo la schiena in posizione diritta. Farebbe un ultimo sforzo per risollevarsi ed infine incamminarsi nuovamente verso la loggia. Ritorna ad affiancare il confratello, mentre il respiro si fa un po' più pesante ma ancora controllato.

FEHRER [Loggia | Salone Esterno] Una ruota che gira, movimenti che si ripetono. Nel chiarore della pozza argentata, riflesso che s'allarga della luna alta nella volta scura, si compie il nuovo cammino del Prescelto, che con la coda dell'occhio s'avvede dei movimenti intrisi di fretta del Tuor, sorridendo affaticato senza dir nulla. Compirà infatti gli stessi, rapidi passetti per sopperire a un'eventuale perdita d'equilibrio che, tuttavia, egli dovrebbe poter combattere coi riflessi sviluppati e con la capacità di muoversi a dovere su terreni impervi, con o senza difficoltà aggiunte [Agilità I]. Il petto s'alza e s'abbassa velocemente per consentire al fiato d'abbandonare le labbra con precisa e breve successione, e, quando l'ingresso del Salone Esterno sarà varcato, e gli altri tronchi raggiunti, il Nordico depositerà nuovamente senza troppo riguardo nei confronti del ceppo condotto il legno sulla roccia, se necessario spostandosi all'indietro, per evitare sgradite sorprese. "Aspettate qui" mormorerà poi affaticato, tornando rapidamente indietro alla legnaia per cercare fra le cataste gli oggetti che si prestino al caso: li individuerà in due piccoli ceppi, che, nelle idee del Prescelto, diverranno la base per quelli grossi depositati alla Loggia. Con altrettanta rapidità raggiungerà il confratello, non prima d'aver assicurato i pezzi sotto entrambe le braccia, stringendole con forza ai fianchi per non farli scivolare. Dentro, li sistemerà a circa un metro e mezzo di distanza tra loro, chiedendo poi silenziosamente aiuto all'uomo, con lo sguardo. "Poggiamone uno su questi e..." mormora, senza concludere la frase, avviandosi presso un lato di uno dei ceppi grossi e invitandolo a fare altrettanto sulla parte opposta.

KERIS [Legnaia-->Loggia/Salone esterno] Dopo ancora qualche passo si ritrova nuovamente nel salone esterno della loggia dopo aver fatto passare prima il confratello nel 'piccolo' ingresso rispetto a quello in cui è incastonata la porticina. Un altro tonfo sordo sulla pietra del pavimento segna che l'altro abbia scaricato il suo tronco a terra. Altrettanto farà il Tuor spingendo in avanti con la spalla destra e anche con il braccio destro, con forza [//potenza +2] facendo cadere il proprio pezzo di legno accanto agli altri tre lì presenti. Nella mano sinistra tiene ancora l'ascia che ora andrà ad adagiare a terra mentre vede il Prescelto scomparire nuovamente fuori dicendo di aspettarlo, e lui non si muove, prima di vederlo tornare con due ceppi più piccoli che già può immaginare a cosa servano. Si sgranchisce un po' le braccia dopo gli sforzi a cui sono state sottoposte ma il lavoro non è ancora finito, anzi, ci manca ancora abbastanza. Si dirige quindi dall'altro capo del tronco prescelto dal confratello per poi chinarsi nuovamente sulle ginocchia e andare ad afferrare con le mani quel lato del tronco aspettando l'altro per sollevarlo con discreta facilità [//potenza +2]. [°°Sembra che ci stai prendendo gusto, forse il tuo destino era di fare il taglialegna°° commenta ironico il Rosso con cattiveria a cui l'uomo non risponde se non con uno sbuffo dalle labbra]. ''Adesso c'è la parte divertente'' commenta con un sorriso verso il confratello, giusto per alleggerire un po' quel lavoro con qualche battuta.

FEHRER [Loggia | Salone Esterno] Inspirando fiato, che andrà ad ossigenare i polmoni autori d'una grande prova, l'uomo attenderà un paio d'istanti prima di accompagnare il movimento di Keris con il suo; avendo posizionato i ceppi piccoli non troppo distanti da quelli grossi, non avranno patemi nel depositare uno dei secondi sui primi. Il tronco sarà così, presto, non più in terra, ma su un piano rialzato d'almeno mezzo metro, consentendo un miglior margine di manovra. D'accordo con il Tuor, verso il quale si produce in un cenno d'assenso non meno leggero, recupererà la scure adagiata sulla pietra, stringendo la destra attorno al manico subito sotto la testa doppiamente affilata. Allungando il braccio, dunque, il Prescelto affiderà l'arma all'altro, sorridente. ''A voi l'onore del primo. Colpite come se il legno rappresentasse il peggior male di questo mondo!''

KERIS [Loggia - Salone esterno] Con tranquillità cerca di seguire i movimenti del confratello tenendo alzato quel tronco per poi andarlo ad adagiare sui ceppi più piccoli, così che abbia un appoggio rialzato. Una volta poggiato torna di nuovo con la schiena dritta riprendendo un attimo fiato anche se può resistere ancora [//resistenza +1]. Osserva ora i movimenti dell'altro che va a raccogliere l'ascia adagiata a terra. Con sua sorpresa decide di concedere a lui il compito di tagliare il primo tronco. Dopo un secondo di tentennamento gli sorride andando ad afferrare la scure con la mano destra, alla base del manico. ''Ci proverò, in fondo non è troppo diversa da una spada'' il dire che cerca di essere sereno anche se sa che qualche differenza c'è e poi non si tratta di combattere in quel frangente. Non ha mai tagliato legna prima d'ora ma in fondo c'è una prima volta per tutto. Andrebbe a soppesare per alcuni istanti l'ascia che tiene in mano, per trovare il modo più efficace per usarla. L'afferrerebbe poi anche con la mano sinistra che si posiziona più vicina alla lama, quasi poco sotto. Il movimento che deve compiere è simile ad un fendente per cui sfrutterà anche la forza di gravità per dare maggiore forza al 'colpo'. Si posiziona davanti al tronco posizionato in orizzontale di fronte a lui, circa al centro di esso. Inizialmente farebbe alcune prove per trovare il punto da colpire e la giusta distanza da avere per far andare il colpo a segno. Infine andrebbe ad alzare l'ascia sopra la sua testa in verticale, mantenendo la stessa posizione delle mani per poi infine calare dall'alto verso il basso cercando di andare a colpire il tronco con tutta la sua forza [//potenza +2] nel punto prescelto. Le ginocchia si piegano per avere maggiore impatto mentre la mano sx durante la discesa andrebbe ad avvicinarsi alla dx circa al centro del manico, così da concedere maggiore forza anche grazie alla forza di gravità. Il colpo dovrebbe essere abbastanza forte per spaccare il tronco a metà senza troppi problemi.

FEHRER [Loggia | Salone Esterno] Una profonda risata gli scuote il petto. ''Non se la spada avesse un cuneo e una testa!'' esclama incrociando le braccia - invero indolenzite! - al petto, osservando il posizionarsi di Keris, tornando serio, quasi valutare i movimenti del Tuor fosse divenuto lo scopo ultimo della notte che va lentamente consumandosi. Il colpo, tuttavia, giunge puntuale, e il legno che viene divelto dall'acciaio della lama affilata è il risultato di una discesa precisa e letale. Probabilmente non ne basterebbe una, ma la forza altrui in questo caso è bastata a tranciare, dividendolo, il tronco, che cade sul pavimento roccioso e resta lì fermo, inerme. ''Era davvero il peggior male di questo mondo...'' commenta con l'ultima ombra del sorriso precedente. ''Lune addietro, nel vulcano, credo avreste fatto incetta di drow. Con la scure, s'intende''. Presto un altro ceppo sarà posizionato al posto del primo, sulla base composta da quelli piccoli. Tenderà così il braccio destro per recuperare lui stesso, stavolta, l'arma affilata, saggiandole dunque con entrambe le mani - la mancina subito sotto la testa, la destra un po' più giù -, come quotidianamente si soppesa un'arma per la quale non s'è mai speso tempo. E quindi distanzierà le gambe, inclinando appena all'indietro le spalle per consentire alla scure di sollevarsi sopra il capo, le ginocchia che si fletteranno un poco per preparare il colpo. Con uno sbuffo che abbandonerà le labbra, la lama calerà dall'alto verso il basso, verticalmente, con la potenza - ahimè, poca! - di cui lo Scandinavo dispone, fendendo il ceppo nel suo centro esatto, senza tuttavia inciderne più della metà. Rinsaldando la presa sulla scure, l'uomo ripeterà ancora lo stesso movimento, una o più volte, tentando di imprimere forza uguale e di incidere nello stesso punto, o quasi, prima di raggiungere lo stesso risultato. ''Questo ci dice...'' mormora affaticato, a lavoro ultimato. ''...che, quanto a forza, siete messo meglio!''

KERIS [Loggia - Salone esterno] Si compiace un po' del risultato ottenuto, a quanto pare gli allenamenti danno i suoi frutti, non si aspettava di recidere quel tronco con un solo colpo. Ascolta le parole del confratello, sorridendo divertito ''vabbé era per dire'' commenta ironico prima di continuare ''il peggior male di questo mondo non so, ma sicuramente adesso è bello che morto'' il tono ancora divertito. Posizionano insieme un altro tronco nella posizione uguale a quello precedente e poi sarà il Tuor a passare l'ascia al Prescelto ''ora vedete voi di fargliela vedere'' dice sempre con un lieve sorriso. Alle sue parole sulla battaglia nel vulcano risponderebbe ''no direi che preferisco di gran lunga le spade, sono più maneggevoli'' il dire tra il serio e il divertito ma in fondo è la verità, si trova decisamente più a suo agio con delle spade in mano. Osserva con attenzione i movimenti dell'altro rimanendo ad una debita distanza così da non dargli fastidio. Forse con qualche colpo in più di lui ma alla fine ottiene lo stesso risultato e con il suo solito fare gentile direbbe con un sorriso ''non è detto, magari io sono stato fortunato'' il tono sincero ''per vederlo magari qualche volta ci potremmo incontrare in sala d'armi se vi va, non ho mai avuto il piacere di allenarmi con voi'' conclude con tranquillità attendendo una risposta del confratello. [°°Ecco, finalmente si parla di qualcosa di vagamente interessante°° commenta Raiskhar non del tutto soddisfatto dato che si tratta pur sempre di un allenamento e quindi poco sangue, però sicuramente si diverte di più che a vedere quei compiti inutili a suo parere].

FEHRER [Loggia | Salone Esterno] Con la coda dell'occhio osserva il confratello, annuendo. "Potrebbe diventare un buon motto..." proferisce accondiscendente, soppesando ancora con entrambe le mani la consistenza dell'arma inconsueta adottata stanotte. Restano due ceppi di legno ma, in fin dei conti, il Tuor s'è meritato il suo riposo, e il Prescelto non può e non vuole osare oltre. Scuote il capo con fare altrettanto cortese. "Non esiste la fortuna, Keris. Tenetelo bene a mente" suggerisce a mo' di monito, pur senza attenuare il levarsi discreto d'un angolo delle labbra che mitiga le sorti dell'insegnamento e lo rende assai più prossimo al mero consiglio d'un compagno d'armi consolidato. "Ecco, sì. Ma..." esordisce, avvertendo già nelle cervella il levarsi d'un brontolio cupo. La Fiera è desta e rammenta al fu bianco che la sala dei fantocci è luogo in cui misericordia, perdono e fraternità spesso non accompagnano il braccio della Loggia. "...lì è altro canto. Lì, Keris, ci saranno altre vesti e altre lezioni" chiosa promettendo tutt'altro che pacche sulle spalle. "Ora andate a riposare, Tuor. Qui concludo io. Ricordate soltanto una cosa... la porta del miglioramento non ha chiave. E' per questo che entrare è facile quanto uscire" mormora enigmatico. "Kaetaa, Keris. E grazie per il vostro aiuto". L'osserverà congedarsi e, ancora, recupererà la scure. Altri colpi ed urla liberatorie si leveranno, e ceppi più piccoli man mano sfileranno dinnanzi allo sguardo del Nero. Che, poco a poco, ad ampie bracciate, sistemerà pezzo per pezzo là dove resteranno a giacere in attesa. Al camino non mancherà legna per un po'...

KERIS [Loggia - Salone esterno] Ne ascolta le parole con attenzione il Tuor, sorridendo alle prime alzando le spalle ''potrebbe perché no'' e ride lievemente. Lo continua ad osservare prima di ascoltare le sue successive parole ''beh un briciolo di fortuna c'è in tutte le cose, è innegabile'' il dire più o meno come la vede lui. Incrocia le braccia al petto poi, soppesando con attenzione quelle parole riguardo la sala d'armi e l'espressione si fa lievemente perplessa. ''Volete dire che lì farete sul serio? Per me non c'è problema, anzi, spero magari di imparare qualcosa di utile'' commenta del tutto sincero senza lasciarsi affatto intimidire, cosa che al Rosso non sarebbe andata per niente a genio, orgoglioso il Drago e in parte trasmette queste sensazioni anche all'uomo. La perplessità non scompare dal suo volto neanche alle sue ultime parole, alzando ora un sopracciglio ''ma come ora volete liberarvi di me? Non per disobbedire ad un ordine ma io ho intenzione di rimanere ad aiutarvi finché non avremo finito, non vorrete spaccare tutta questa legna da solo?'' commenta con una domanda più retorica, sempre con un lieve sorriso sul volto. ''E poi sarebbe impossibile riposare con voi che fate tutto questo rumore'' conclude giusto per convincerlo ulteriormente a farlo restare. E quindi, se l'altro acconsentisse, continuerebbe ad aiutarlo nell'opera di taglialegna, occupando gran parte della notte.
[Modificato da Fehrer 21/07/2013 12:47]



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