Località: Messina ionica
Condimeteo: mare poco mosso, Maestrale leggero in crescita, pioggia
Ora: 04:45 -07:15
Canna: Lamiglass Kenai Pro Mulinello: Daiwa Capricorn 4000
Trecciato: Super Pe 0,20
Artificiale: baby jig 40 g con assist dress
Preda:Palamita 800g
Ragazzi da notare il cappelino di pescare a Messina che mi ha portato fortuna!!!! Questo report lo trovate anche nel mio sito sipesca.com ,ma la gioia di condividerlo qui, con voi messinesi come me,che più e più volte pescate alla passeggiata a mare, è grande, anche perché potete immedesimarvi e capire quello che ho provato.
1 Giugno 2013 ore 21:30.5
Torno a casa dal lavoro, stanco più che mai. Ma domani è Domenica e si pesca. Il tempo non promette bene. Ha piovuto buona parte del pomeriggio, il maestrale continua a soffiare…. già li sento che mi dicono “ a unni vai, statti a casa dumani ghiovi…” che in antica lingua messinese vuol dire ” forse sarebbe il caso che tu non vada domani a pescare, poiché le condizioni del meteo potrebbero essere avverse per la pesca….”
Mi collego su ilmeteo.it, prevista pioggia, e lo sapevamo… vento accettabile sempre da NW ma nello spot che ho scelto non dovrei avere grossi problemi. Chiamo qualche amico, tutti rinunciano. A me quattro gocce d’acqua non hanno fatto paura dd’inverno, figuramoci ora. Si parte
2 Giugno 2013 ore 4:30
Parto da casa con l’attrezzatura…oggi esce la Kenai, abbinata al Capricorn 4000 della Daiwa, Super Pe imbobinato e jig a tutta birra. Arrivo sullo spot in 10 min, il vento è calato e non piove…non ancora. Scavalco la ringhiera, mi metto su uno scoglio stabile, purtroppo non ho proprio le scarpe adatte per una buona aderenza in caso di bagnato.
Penso tra me e me, “Ma quale pioggia!!!”, neanche finisco la frase e giù il diluvio….Sono abbastanza attrezzato per quella, e non mi preoccupo proprio. Scelgo il jig, rigorosamente montato con l’assist e lancio. Aspetto che scenda a fondo, tengo la treccia tra le dita per controllare la caduta….e via a jerkare, alternando long jerk e short veloci. .cambio velocità , sondo i vari srati…nulla. I lanci si ripetono uno dopo l’altro. Sono le 6:30. Il sole è sorto ormai da un ‘ora ma le nuvole celano bene i suoi raggi calorosi, tranne qualcuno di questi che rifrange nell’acqua facendone brillare la superficie.
7Ieri avevo controllato le fasi di marea, culmine di alta alle 8:00 e come la buona vecchia regola ci insegna, due ore prima e 3 ore dopo i migliori momenti per la pesca…beh ci sono dentro alla grande.
Cambio jig, sempre 40g, colore naturale, tento di imitare l’alaccia, preda preferita della palamita…. Lancio di nuovo, aspetto che scenda controllandone la caduta, e via a jerkare…passano si e no 10 secondi, la jerkata si blocca, la sento, ha aspirato il jig e l’assist ha fatto il suo lavoro….. Ferro, la frizione è forse un po’ lentina e….viaaaaaa comincia a fuggire, come se fosse un treno. La kenai è una canna che ben si presta a questo tipo di pesca e può fronteggiare esemplari ben più grossi, soprattutto dalla scogliere, eppure sento bene la fuga soprattutto nella parte finale della cima. Stringo la frizione e comincio a recuperare. Viene verso di me e poi ancora altra fuga sulla sinistra. Serro ancora di più e recupero continuo. Canna alta, pompo un po’ e via, la vedo a galla a circa 15 metri dalla mia postazione. Ormai è fatta. Mi metto su uno scoglio più prossimo all’acqua e la tiro su. I suoi colori bellissimi, appena uscita dal mare sono troppo difficili da descrivere, Prendo il boga, visto i suoi dentini ben affilati e faccio qualche foto. Poi levo l’amo, altre foto…. Mi accorgo che mi tremano le gambe. Non mi ero reso conto di quanta adrenalina avessi.
In quella ferrata c’erano troppe speranze, troppe albe, tanto freddo e tanta pioggia, ma soprattutto tanta passione. Tanta voglia di riuscire, dopo aver perseverato più di 7 mesi senza tirare fuori dall’acqua nulla di serio. Ormai credevo che fosse solo colpa mia, eppure le provavo tutte.
Non veniva nessuno con me a pesca? Beh, pazienza andavo solo. In quei momenti mi rilassavo, riflettevo, parlavo con Dio e lo ringraziavo per avermi dato la possibilità di farmi vivere quella natura magnifica da Lui creata. Di avermi dato la possibilità di stare a contatto col mare. Di vincere le mie paure. Di impegnarmi fino in fondo, fino ad ottenere il risultato. Nella pesca e nella vita. Non era la palamita a rendermi felice, era tutto questo percorso. Era questo rigore trasformato dopo due supplementari lunghissimi…ed io avevo i crampi.
Nessun’altro pesce avrà questa importanza. Questo non lo dimenticherò proprio mai.
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Il mare non è nostro, Dio l'ha creato per noi, quindi RISPETTOOOO