L’allevamento in cattività del genere Chelorrhina
Generale:
Soprattutto nei paesi stranieri, negli ultimi anni è in corso un incredibile commercio di coleotteri giganti. Tra i maggiori esponenti troviamo i famosi
Goliathus africani, grossi goliathini assai complicati da allevare ma splendidi.
Coleotteri molto simili morfologicamente ai
Goliathus ma di dimensioni minori sono gli scarabei del genere Chelorrhina (Considerato sottogenere di
Mecynorrhina). Si tratta di grossi coleotteri dotati di lunghe corna sul capo e una livrea sgargiante.
Il genere è diffuso esclusivamente in africa centrale, con 3 principali specie che vediamo qui elencate:
-Mecynorrhina (Chelorrhina) polyphemus
-Mecynorrhina (Chelorrhina) svagei
-Mecynorrhina (Chelorrhina) kraatzi
La specie
C. polyphemus, ossia la più allevata presenta 2 sottospecie in allevamento,
p. polyphemus e
p. confluens.
Il genere Chelorrhina è tipicamente utilizzato come sottogenere di
Mecynorrhina, comprendente anche altri due sottogeneri allevati (
Mecynorrhina e
Megalorrhina).
L’allevamento di
Chelorrhina è molto facile nonostante le somiglianze con i Goliathus assai più difficili.
Parlando sempre del commercio, questi coleotteri sono già da tempo allevati soprattutto in Europa, e si sono potute attuare tecniche di riproduzione molto convenienti, semplici ed efficaci, grazie allo studio degli scienziati e dei biologi.
Descrizione:
Il maschio di questo genere di insetti è lungo dai 3 ai 7 cm, presenta un corno che può essere lungo quasi 2 cm sul capo, con ai lati altri due cornetti poco sviluppati. Il corno maggiore è biforcato sulla punta o a metà creando una forma a Y .
Gli arti anteriori presentano 3 spine poco definite nel lato esterno della tibia, mentre quello interno ne vanta ben 6 ma poco sviluppate.
Gli arti posteriori presentano una fitta peluria.
I tarsi sono abbastanza lunghi e hanno unghie molto affilate con le quali si aggrappano ai rami degli alberi.
La colorazione è molto varia, in
C. polyphemus è verde, con 4-5 linee che percorrono il pronoto da capo fino alle elitre, per poi trasformarsi in macchie.
C. svagei è invece verde scuro con ampie strisce e macchie gialle su pronoto ed elitre.
C. kraatzi è nera o bruna, con 3 ampie righe gialle sul pronoto distanti tra loro e numerose righe e macchie sulle elitre, mentre il corno del maschio ha l’estremità rossa-bruna.
Le femmine sono prive di qualunque corno, presentano una colorazione simile a quella del maschio e hanno zampe più corte con spine ben marcate.
Il corpo del maschio è coperto da microscopici e fitti peletti che creano una consistenza vellutata, ridotta nelle femmine al margine elitrale mentre il resto del corpo è liscio.
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Qui sopra possiamo vedere tre esemplari di Chelorrhina polyphemus confluens, il maschio copula con la femmina a sinistra, mentre la femmina a destra si nutre di una soluzione zuccherina mischiata con frutta sminuzzata inserita in un piccolo contenitore poi fissata con chiodi a una corteccia.
Distribuzione e habitat:
Come gia detto, questi grossi coleotteri sono originari dell’Africa. C. kraatzi è presente in gran parte di Nigeria e Camerun, C. svagei è presente soprattutto in Zaire, Repubblica Centrafricana. La specie C. polyphemus è presente invece in Congo, Costa d’Avorio, Zaire e Repubblica Centrafricana.
Tutte queste specie abitano ambienti semidesertici, steppe ricche di alberi caduti, savane ecc… Spesso le femmine depongono all’interno o sotto i tronchi d’acacia caduta, le larve rodono il legno e scavano all’interno di esso, talvolta vagano per terra in cerca di altro nutrimento. Talvolta le specie vivono in foreste semiumide, ricche di vegetazione verdeggiante. Le larve sono state rinvenute persino su Euforbiacee e affini.
L’attività dei coleotteri corrisponde alla stagione secca che va da marzo a piena estate, le larve si sviluppano durante la stagione umida in modo che le varie mute siano agevoli e la vegetazione per nutrirsi non scarseggi.
L’adulto vaga spesso tra i rami delle Mimosacee, delle Euforbiacee e delle Acace in cerca di infiorescenze di cui nutrirsi, frutti o linfa.
L’allevamento del genere Chelorrhina:
L’allevamento di questi coleotteri rientra negli standard di allevamento dei Goliathini minori, ma bisogna prestare piccoli accorgimenti al complicato stadio larvale.
L’adulto vive circa 3 mesi, durante i quali è assai attivo, il maschio può convivere con altre femmine, ma non con altri maschi data l’aggressività. Il terrario dovrà contenere circa 30-40 cm di terra, seguendo la regola dell’otto, ossia moltiplicare la lunghezza della femmina per otto e si ottengono i cm di terra da utilizzare per l’allevamento.
Una buona percentuale di substrato pressato si aggira intorno al 30%, ma con solo 5 cm si possono ottenere buoni risultati, il resto del substrato non andrà pressato. Il substrato compatto deve contenere numerosi tronchetti decomposti e sbriciolati, oltre a fogliame secco, si creerà così un ottimo luogo per la deposizione della femmina.
Il maschio si accoppia numerose volte con le femmine, l’accoppiamento dura circa 2 ore, anche se può prolungarsi per una notte intera, ma la copula in se non dura più di un ora. Dopo di ché la femmina si sotterra per deporre, non cercatela durante questo periodo per non stressarla. Circa 30-50 ore dopo la femmina riemerge, dopo aver deposto fino a 5 uova. Le femmine di questo genere infatti depongono le uova ad intervalli, ma con un solo accoppiamento ne vengono fecondate solo una parte. In totale una femmina di C. polyphemus può deporre fino a 45-50 uova, mentre la media di svagei è intorno a 20-30, kraatzi depone invece poche uova, talvolta solo 15-20.
Le uova sono bianche e ovali, impiegheranno circa 3-4 settimane a schiudersi, e durante questo lasso di tempo cambieranno visibilmente: ho preso in esame tre uova di C. polyophemus, appena deposte si presentano bianchastre, ovali e opache su tutta la superfice, ma dopo 10 giorni diventeranno più traslucide e la forma cambierà da ovale a tondeggiante, crescendo del doppio. Poco prima della schiusa diverranno più scure, sul giallo-marroncino traslucido, per poi schiudere se l’umidità lo consente.
L’umidità è infatti rilevante per la schiusa, deve sempre essere mantenuta alta.
Circa un mese e mezzo dalle deposizione delle ultime uova, si può controllare nel substrato di deposizione, soprattutto nell’ultimo strato terroso saranno presenti larvette lunghe circa 10-15 mm, con il corpo traslucido di colore bianco e grigio e un capo scuro, queste si muovono assai velocemente nel substrato. Le larve vanno subito divise per impedire cannibalismo, assi frequente in questa specie, soprattutto al terzo stadio.
Il primo stadio dura all’incirca due mesi, durante i quali la larva si sviluppa fino a raggiungere i 2 cm, sarà molto mobile nel substrato e la sua dieta andrà integrata con bucce di frutta o croccantini. Il secondo stadio, nel quale la larva raggiungerà dimensioni di 5 cm, diventerà assai meno mobile, starà principalmente sul fondo del contenitore d’allevamento. Quest’ultimo dovrà essere assai capiente e alto circa 3 la lunghezza della larva distesa come minimo.
La larva al terzo stadio potrà raggiungere dimensioni di 10 cm o più per certi maschi, e pesare oltre 40 grammi alla massima maturità.
Questo stadio durerà fino a 5-6 mesi. Dopo questo lasso di tempo la larva si impuperà in una cellette di terra, foglie e legno di forma ovale e spessa pochi millimetri nella quale trascorrerà la fase di pupa. Non disturbate assolutamente la larva e la pupa nel periodo di tempo trascorso nella cella pupale o potrebbe avere problemi nello farfallamento.
Dopo circa 10-15 giorni dalla costruzione della celletta, la larva si impuperà, e dopo circa 20 giorni per la femmina e 25-30 per il maschio, l’adulto fuoriuscirà dall’involucro. Nel giro di 3 giorni sarà completamente sclerificato e avrà raggiunto colore e solidità nell’esoscheletro. Dopo altre 2 settimane l’adulto fuoriuscirà dal substrato e sarà pronto ad accoppiarsi.
Per quanto riguarda la nutrizione degli adulti, io utilizzo un modo assai pratico. Dopo aver trovato una corteccia spessa lunga circa 5 cm, vi fisso con due chiodi o con colla a caldo il tappo di una bottiglia in plastica, si crea così un piatto stabile che impedisce al cibo di ammuffire entrando a contatto col substrato. Il cibo va spalmato dentro il tappino come una ciotola e gli insetti potranno nutrirsi assai agevolmente.
Parlando di cibo, va beinissimo la frutta matura, mela, pera, banana, albicocca, ecc… la frutta acquosa come l’anguria e il melone è molto sconsigliata perché provoca problmemi intestinali agli insetti. I beetle jelly non sono particolarmente apprezzati da questo genere. E’ ottima invece una ricetta valida per tutti i Goliathi che illustrerò ora:
-Frullare due mele
-Disporre il composto ottenuto in una piccola pentola
-Aggiungere abbondante zucchero
-Aggiungere mezzo bicchiere d’acqua
-Cuocere per 10 minuti a fiamma alta fino a quando lo zucchero non sarà sciolto e mescolato con la mela.
Si può poi procedere inserendo il dolce in pratici contenitori come quelli dei budini, oppure in bicchieri. Tenete sempre in frigo prima di somministrare, si otterrà una sorta di gelatina con pezzetti di mela molto gustosa per i nostri coleotteri.
Le larve hanno bisogno di un substrato ricco di fogliame e legno marcio, questi devono comprendere circa i 2/3 del compost, mentre il resto andrà occupato da humus ed eventuale letame di vari animali. Mischiate bene gli ingredienti e otterrete un buon substrato, al quale potrete aggiungere eventualmente degli integratori, bucce di frutta, croccantini o altri materiali organici.
Le larve, a differenza del cibo nel substrato, si svilupperanno in un periodo variabile che va dai 6 ai 15 mesi, il maschio tende a sfarfallare però dopo della femmina, con ritardi di oltre un mese talvolta, causati dalle dimensioni maggiori e dalla conseguente materia da sclerificare.
Come accade in altri goliathini, come ad esempio
Fornasinus,
Amaurodes,
Goliathus,
Dicronorrhina,
Rhamphorrhina e
Cheirolasia, le larve si sviluppano maggiormente e più in fretta in un contenitore di dimensioni modeste, per una larva l3 si può utilizzare una semplice bottiglia da 1 litro e mezzo riempita fino all’orlo di substrato. Ogni settimana si può svitare il tappo della bottiglia e somministrare gli integratori.
In totale l’intero ciclo vitale medio di
Chelorrhina dura minimo 13 mesi, 9 passati come larva, 1 come pupa e 3 come adulto.
Prestate sempre molta attenzione a maneggiare questi coleotteri, nelle ore diurne sono molto attivi e volano assai frequentemente e rapidamente, meglio non tenere le finestre aperte o si rischia di perdere esemplari!
La riproduzione non comporta problemi, il maschio non è molto aggressivo con la femmina e si accoppia frequentemente ogni volta che la femmina è disponibile. I maschi si scontrano con le lunghe corna e talvolta possono ferirsi al capo e all’addome.
Spero che la scheda sia utile, permetto che non ho mai allevato
Chelorrhia kraatzi e la scheda d'allevamento è rivolta a
C. svagei e
C. polyphemus in quanto si tratta delle due specie più comuni in allevamento.
Precisazioni o eventuali segnalazioni di errori sono sempre ben accette.
Spero di essere riuscito ad inserire l'immagine finalmente!
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Marco Villani
no hablo espanol!
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