Conoscenza della natura lv.1
Sopravvivere lv.2
Agilità l.v1
Essere tutto perché si è niente.
E’ stata una bambina allevata lungo le rive di un fiume, il padre pescava e la madre cucinava. Lei sgambottava da un punto all’altro, ma i pesci le facevano senso, anche se nella rete avevano colori lucenti ed erano così vivi e guizzanti. Ma poi quando era ora di ucciderli, di tirarli a riva, lei scappava via perché aveva paura. Credeva che potessero colpirla e farla cadere in acqua. Era piccolina, continuava ad avere paura dell’acqua. Così i suoi, che non erano poi così ciechi e sordi, con molta pazienza presero a insegnarle a nuotare, prima nelle polle d’acqua ferma e pulita, poi negli affluenti.. e intorno ai 10 anni riuscì a nuotare anche nel Grande Fiume. Ma continuava ad avere la sottile paura dell’acqua, anche se ormai non ne parlava neanche più. Preferiva guardare sua madre cucinare e aiutarla a impastare. Adorava ficcare le manine nella pasta, rigirare, schiacciare, incollarsi e poi smangiucchiare di nascosto qualche pezzettino.
Insomma, alla fin fine, una vita come un’altra. Le amichette, i clienti che la trattavano da mascotte, lei che zizzagava per i tavoli a servire piatti più grossi di lei.
Lei non lo sa, non sa niente di questa storia effettivamente.
Non ricorda quando a un certo punto il fiume ruggì, e trascinò via tutto.
Il ristorante, la barca, la madre, il padre.
Non sa, però vide.
Non era notte, era giorno e lei era andata a inseguire delle gallinelle di fiume, e sti poveri pennuti trottavano, insieme agli altri, scappavano dalla piena. E lei dietro, capendo che qualcosa non andava, perché voleva prenderle, prenderle tutte, e rassicurarle: era solo pioggia quella che scendeva dal cielo.
Ma si voltò e vide.
L’acqua raggiunse anche lei, ma dopo esser stata sballottata si ritrovò infilata non capì bene come tra i rami a forcella di un albero, più di là che di qua.
Venne soccorsa e il fatto che non ricordasse niente fu giudicata una cosa positiva da un po’ tutti.
Il problema fu che non perse solo la memoria di quella sua ancora beve vita, ma le si inceppò qualcosa, non riuscii più a capire di star imparando, non riuscii più a ricordare quello che faceva o che non faceva.
Il corpo apprendeva magari, ma la sua testa non lo sapeva, e alla disperata e silenziosa ricerca di essere qualcuno o qualcosa, iniziò ad assimilare le storie che aveva intorno, a costruirsi identità per sentirsi al sicuro.
Non le copiava totalmente, le mischiava a quello che viveva, sperando così di tappare quei buchi mancanti che non comprendeva.
Iniziò a dire di essere stata a servizio di una maga, poi la maga fu insegnante di magia presso una scuola di Pangea.
Effettivamente, non che ci fosse gran differenza, a quella vecchina erborista faceva anche un sottile piacere essere definita “maga” dalla ragazzetta.
Secondo la sua storia, la maga le stava insegnando i segreti della magia, a richiamare spiriti dimenticati del lontano passato.
Visse una vita con quella vecchietta, il corpo imparò a triturare alla giusta maniera le erbe, e a riconoscerle, ad applicarle e la sua mente pensò che la storia che aveva sentito non era poi malaccio, si disse che stava imparando a scagliare palle di fuoco, la sua testa non registrò mai la consapevolezza della conoscenza delle erbe. Però apprese, assimilò, sotto la coperta della storia che aveva letto.
La vecchina poi la congedò e lei si avviò verso il mare per spaziare gli orizzonti della sua “arte magica”; eppure qualcosa non andava in quel viaggio, il posto era sempre più caldo, il mondo sempre più veloce, i capogiri erano una scocciatura per lei che era stata una fanciulla splendida dal lungocrine biondo, e aveva fatto impazzire il fior fior dei cavalieri del re.
Quella storia che stava leggendo, le era piaciuta molto.
Ma questa fase durò poco, l’aria angelicata, al suo vero Sé, non andava bene.
Si imbarcò, conobbe un Ramingo. Le piacque.
Le piacque in quel modo in cui alle ragazzine piace l’algido cavaliere dallo sguardo lontano.
L’idea dell’avventura iniziò a incollarlesi addosso e poi le piaceva effettivamente camminare per le terre.
Giunse ad Aldebaran, sbarcò, ed era anche lei una raminga, sapeva effettivamente di piante e le piaceva camminare. Disse che il male alle gambe era dovuto allo star sempre chiusa in una nave, si disse amante del mondo, si incamminò e iniziò a girovagare, mischiando la sua vera storia con quella di altri, imparando realmente a orientarsi.. non perché fosse conoscenza già acquisita, ma perché doveva evitare di perdersi. Le stelle diventarono amiche, il muschio e le cortecce diventarono medicamento.
Dopo un anno, decise che non sarebbe stata idea malvagia provare ad andare a vedere la città, a imparare ancora, a scoprire come si viveva in quelle comodità…
originaria di: Pangea
nome: Kalevala
cognome: Grimmith
età:20
altezza: 1.70
peso: 60
occhi: marroni
capelli: castani, tinti di rosso
allineamento: caotico buono
[Modificato da Kalevala.G 19/04/2013 21:19]