Stellar Blade Un'esclusiva PS5 che sta facendo discutere per l'eccessiva bellezza della protagonista. Vieni a parlarne su Award & Oscar!
 
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Autore

Lasrai

Ultimo Aggiornamento: 01/02/2013 04:03
01/02/2013 04:03

Nome completo del PG

Lasrai Nehlannaer uth Tor Yvresse

Clan di Appartenenza

Areldar

Età

584 anni

Allineamento

Legale/Neutrale

Punti Karma

30374 - Anyàroquendë


Background

Compatti e forti danzavano in un vortice letale di ferro gelido e acciaio. La terra aveva già bevuto il sangue dei vinti, la morte falciato il suo raccolto di carne ed ossa. Fiotti rossi, come fontane, sgorgavano da ferite orrende e squarci mortali.
Con occhi vitrei, guardai inorridito la mia stessa linfa divorata dal terreno, mescolata all’acqua grigiastra che ancora precipitava dal cielo. Restai quasi immobile, intorpidito, ad osservare il mio stesso volto riflettersi malamente in quella pozza amara.
La chiarezza tornò senza annunciarsi. Non mi chiesi cosa stessi facendo in quel luogo, o cosa sperassi di ottenere dall’ondeggiare ipnotico di una pozzanghera: mi rimproverai in silenzio di avere perso tempo, di avere dubitato. Soffocai l’indignazione per essere stato ferito: ci sarebbe stato tempo per dare sfogo ad essa più avanti.
Il clangore delle armi recitava imperterrito il suo sermone affilato: non un solo fendente o un singolo affondo terminavano il loro sibilante percorso senza produrre una ripetitiva, dissonante cacofonia di carne squarciata ed ossa infrante, soltanto occasionalmente impoverita da qualche sordo lamento. Neppure il tempo di gridare.
Non provai piacere nell’esegesi di quella mattanza: semplicemente non potei evitare di accogliere nei miei sensi ogni dettaglio. Ne avevo il diritto ed il dovere. Non mi soffermai a compiacermi del lavoro rapido e pulito che stessimo compiendo: il valore dei miei confratelli mi era noto almeno quanto il mio lo era a loro e non fui sorpreso di non vedere esitazioni quando detti l’ordine.
L’ordine di epurare la città.

---

Fui contrario dal principio all’idea di concedere lo stanziamento nelle nostre terre alla popolazione profuga delle città-stato umane della regione lacustre sita oltre le montagne. Ad onor del vero, mi sorprese alquanto scoprirmi, nelle mie posizioni, parte di una minoranza esigua: pur non facendone parte, il mio rango nella gerarchia militare mi consentì di assistere alla seduta del concilio – sebbene non avessi facoltà di parola – ed ebbi così modo di constatare di persona l’orientamento dei reggenti.
Sarebbe stato concesso asilo alle genti umane, martoriate da guerre e carestie – le stesse che ho dovuto tenere ai margini delle nostre terre per gran parte della mia vita, combattendo e perdendo brave anime, perché non infettassero i bordi dei reami di Yvresse – in virtù dell’altrimenti certa condanna a morte che sarebbe ricaduta su di loro, qualora fossero stati riportati ai margini della frontiera.
Così fu.

---

Gli insediamenti degli uomini cominciarono ad assumere un aspetto più sofisticato di semplici fattorie e mulini pochi anni dopo il loro stabilirsi nella nostra regione. Fui colpito, lo riconosco, dalla rapidità con cui una manciata sporca di anime impaurite fosse riuscita a costruirsi una vita e a prosperare; nel corso di un centinaio di anni, il commercio marittimo attecchì tra i porti formatisi nei golfi e con esso anche il novero degli umani presenti nelle città.
Tenni le mie congetture per me, ma fui turbato dai censimenti. In poco tempo, erano superiori a noi di oltre venti unità ad una. Quanto tempo sarebbe dovuto passare, prima che l’ago della bilancia potesse suggerire loro di arraffare il braccio attaccato al quale vi era la mano a loro tesa tempo addietro?
Non vi fu il tempo di preoccuparsene: il morbo colpì prima di qualsiasi insurrezione.
Non so come giunse – forse via mare – ma la velocità con cui falciò le prime vittime lasciava poco all’immaginazione, come ancor meno facevano i cadaveri corrotti di chi ne moriva. Altrettanto rapido fu il caos in cui degenerò la popolazione; ricevetti notizie di violenze d’ogni genere, soprusi, ladrocinio, saccheggio e stupri. Qualcuno ebbe persino l’ardire di interpretare il volere degli dei, millantando guarigioni in cambio di falsi pentimenti e danaro.
La nostra risposta fu rapida, la quarantena stabilita. Mi assicurai personalmente che gli ordini di consegna per qualsiasi carovana venissero respinti ed i sentieri sigillati. Che gli umani rimanessero a gestire il proprio marciume ed i propri morti.
Nessuno sarebbe dovuto entrare.
Gli uomini sarebbero morti nel sudiciume e nell’impurità che loro stessi si erano procacciati con la stessa ingordigia che li aveva spinti, derelitti, a cercare rifugio all’ombra di Yvresse; osai sperare che alla luce di questi eventi, le mie opinioni sull’ormai sciagurata idea di permettere loro l’insediamento venissero rivalutate.
La verità fu ben peggiore di quanto potessi immaginare.
Yvresse era stata travolta e giaceva nel caos, butterata dalla malattia come un gigante d’avorio infestato da sordidi parassiti; i cancelli erano aperti, i carri infranti disseminati per la strada principale ben suggerivano cosa poteva essere accaduto. Tremebondi di pietà, forse di paura, qualche anima nobile deve aver di nuovo teso la mano all’orda di appestati e questi l’hanno divorata. Nei pochi mesi di mia assenza, la cornice che aveva circondato il passare dei miei secoli si era infranta.
Ricordo bene le urla blasfeme, già chiare poco dopo il nostro ingresso nelle corti violentate della città: folli di dolore, gli uomini si gettavano l’uno contro l’altro nel tentativo di guadagnare poco o niente per preservare la propria corrotta esistenza.
Non volli neppure pensare a cosa poteva essere accaduto ai cittadini, ai miei consanguinei, ai miei pari; gran parte della guardia mi aveva seguito nei mesi addietro e mai nessuno avrebbe potuto pensare che una simile sventura potesse abbattersi su Yvresse in così poco tempo. La milizia cittadina non aveva retto, il che fu ancor più evidente quando il mio drappello fu assalito da un manipolo di stolti: alcuni brandivano armi della guarnigione interna in un parossismo inguardabile di malagrazia – pareva di osservare scimmie brandire utensili da ricamo e non mi sarei sorpreso di veder qualcuno di loro impugnare armi dalla parte della lama.
Fui impreparato, lo riconosco con vergogna. Inorridito ed affranto, permisi a costoro il primo assalto e fui disarcionato. Non ricordo di aver battuto il capo, lo realizzai solo quando rinvenni poco dopo, con il viso sanguinante.
Attorno a me, i miei eroici compagni già avevano iniziato a prodigarsi ad adempiere al triste compito che a tutti fu chiaro da subito. Avremmo posto fine alle sofferenze di Yvresse.


Death upon death, black death redemption.
On this sea of rats I shall claim my crown.
Halo of death, death puke salvation.
Only death is now pure enough to forgive your sins.



Non importa quanto lontano avrei dovuto viaggiare. Avrei impartito a quei cani il verdetto che gli sarebbe appartenuto dal momento in cui misero piede oltre le montagne.


Descrizione fisica

Capelli: Biondi, molto lunghi.
Occhi: Verde scuro.
Altezza: 2,00 mt
Peso: 83,00 Kg.

Una figura svettante e solida, nello sguardo e nei gesti più che nel fisico. Quasi sette piedi d'altezza sormontati da un viso austero, dai tratti inclementi ed affilati come se fosse stato scavato nella selce a colpi di cesello. Robusto, per quanto possano consentirlo i limiti di una stirpe lontana dall'essere nerboruta per antonomasia. I capelli sono biondi, molto chiari; spesso portati sciolti, raramente in modo tale da interferire con gesti o veduta. Occhi verdi, sempre giudicanti e apparentemente lontani dal dimostrare una qualsivoglia empatia, gonfi di un livore e di una stanchezza che in quasi sei secoli di vita hanno avuto modo di assorbire. Di aspetto imponente, dimostra il portamento di chi è avvezzo a vestire corazza ed armatura con lo stesso agio di un abito da lavoro. Cicatrici e scarificazioni compongono un macabro decoro lungo tutto il corpo: segni indelebili di troppi scontri o sofferenze, perché ognuna di esse possa avere un nome. Unico accenno normalmente visibile di questo arabesco di carne è un solco diagonale lungo circa due pollici che segna il viso al di sotto dell'occhio destro, lungo lo zigomo.


Descrizione caratteriale

Distante e severo, con chiunque quanto con se stesso. Dalla morale inflessibile, si considera al di sopra degli altri nella maggioranza dei casi. Difficilmente dimostra o ha dimostrato interesse per i popoli giovani, preferendo cullare disprezzo e sconforto nel corso dei secoli e trovando vitalità soltanto nel perseguire il rigore marziale necessario a respingere qualsiasi cosa minacciasse ordine e stabilità, tanto nel proprio animo, quanto nella vita.
La prolungata simbiosi mentale con un antico drago rosso, Khai’ne, contratta durante il lungo tempo trascorso nelle fila dei Cavalieri dei Draghi, ha eroso lentamente le incrollabili fondamenta su cui poggiavano tanto arroganza quanto zelo e purezza – forse eccessivamente intesa – di intenti, spezzando anima e mente fino al limite più amaro. Eppure, ha resistito, fino ad ora.


Abbigliamento e oggetti posseduti.

• Abiti da viaggio pesanti, di qualità decente, ma più volti a soddisfare esigenze di praticità e funzionalità.
• Spada lunga, ormai priva di filo anche sul debole della lama (Intendo una banale arma del mercato, ma non so se questo sia possibile – mi adeguo, nel caso considerate questa voce dell’elenco come non esistente).
• Una cappa cremisi, in parte logora.
• Un medaglione dei Cavalieri dei Draghi, con le effigi di rango d’Alfiere, infranto e per questo conservato in schegge all’interno di una piccola borsa.


Caratteristiche di Razza

Agilità: +2
Potenza: -1
Resistenza: -1
Metri per Turno: 6
Fattore taglia: 0
Estrema longevità
Immunità al sonno
Sangue elfico: Il sangue degli elfi, in quanto sangue di creature di vita e luce, risulta letale per i vampiri.
Arma preferita: spada e arco


Incanto di Clan

Luce di Varda (Luce di Vita)

Livello 3
Capacità di creare luce per illuminare la zona come se si disponesse di una torcia (6 metri di raggio), la luce sarà una sfera luminosa che l'Elfo potrà muovere a piacimento fino ad una distanza di 5 metri da sé.,oppure di canalizzare l’energia in un flash luminoso capace di accecare un singolo bersaglio a distanza massima di 5 per la metà dei turni normali.

Concentrazione 1 round, durata 4 round.


Capacità di Razza

Fermezza di Aulë
(passiva)

La mente di un Elfo è antica e disciplinata, e le sue convinzioni sono talmente radicate che risulterà molto difficile riuscire a controllarle attraverso arti magiche o il semplice uso della dialettica. Abilità comuni non hanno effetto, se usate con l'intento di dissuadere un Elfo dal compiere la sua volontà.

Livello 3 - 70% di possibilità di resistere

Sensi Sviluppati (passiva)

I sensi degli Elfi si rivelano essere assai più sviluppati e fini rispetto a quelli delle altre creature.

UDITO: Il loro udito permette loro di percepire fruscii, bisbigli e rumori di diversa natura, per quanto leggeri siano; in condizioni sonore disagevoli questa abilità ha un raggio d'azione da intendersi non inferiore a 30 metri.
VISTA: La loro vista è assai più acuta di quella degli Umani, cosa che consente agli Elfi di avere una maggiore efficacia in azioni come, ad esempio, il mirare.
OLFATTO: Il loro olfatto consente l'individuazione di odori anche poco forti, e il discernimento della loro fonte qualora la si sia incontrata almeno una volta.

Visione Crepuscolare (passiva)

Resistenza Magica (passiva)

La natura magica degli Elfi conferisce loro, col passare del tempo, e in misura sempre crescente, una sorta di protezione naturale contro le aggressioni di tipo magico. La magia naturale subirà sempre un decremento del 50%, mentre quella divina non può essere contrastata. Gli incanti di magia arcana subiranno un decremento degli effetti secondo quanto segue:

Livello 3 - 20% di protezione


Abilità di razza

Sussurro di Manwë
(attiva)

Possibilità di stabilire un contatto mentale con le diverse creature che abitano le terre emerse. È possibile inviare un messaggio telepatico a qualsiasi creatura indipendentemente dalla razza di appartenenza. Interagire in maniera biunivoca sarà possibile solo con coloro che possiedono questa stessa abilità. Sarà inoltre possibile per l'Elfo il percepire sensazioni venendo a contatto con la mente dei PG cui l'interazione è destinata; le sensazioni percepite saranno unicamente tali, e non sarà quindi possibile individuarne la causa o le conseguenze che queste potrebbero portare nel comportamento del PG interessato.

Il messaggio è inviabile ad una creatura distante massimo 20 metri ed è necessario ikl contatto visivo tra i due.

Non funziona con i non-morti, nani, mannari in forma krinos e i draghi. Questi ultimi possono, nel caso, accettare o meno il contatto mentale a loro scelta.

Manto di Yavanna (attiva)

Gli Elfi, essendo nati e avendo sempre vissuto nelle selve, hanno sviluppato nel corso dei secoli
una forte legame con i boschi e la Natura, di cui rispettano le leggi. Ella in cambio ha sempre offerto loro aiuto e protezione, garantendo loro di celare le loro sembianze negli ambienti naturali, di camminare sull'erba fresca e sui sentieri battuti senza far alcun rumore né lasciare tracce (escluse superfici incantate), di orientarsi agevolmente nelle selve, di interpretarne i segni e le tracce e di riuscire a stabilire un contatto empatico con l’ambiente che li circonda, al fine di percepire le sensazioni della natura circostante, semplicemente sostando nel luogo o toccandone gli elementi...i risultati potranno essere semplicemente sensazioni emotive, fino ad arrivare a brevi immagini mentali.

Tale potere ha una percentuale di base di riuscita pari al 30% incrementabile in base alla situazione, al luogo, al momento. Quindi un elfo potrà nascondere le proprie tracce, celarsi , muoversi silenziosamente, interpretare i segni solo in ambienti naturali.

Destrezza di Tulkas (attiva)

Gli Elfi sono addestrati nell’utilizzo di armi quali spada lunga elfica, arco e pugnale elfici, riuscendo ad avere una maggiore efficacia nel maneggiare tali armi. La sfera di influenza agisce sulla rapidità, sulla precisione e sulla potenza dei colpi sferrati. L'utilizzo di armi o armature non tipicamente elfiche porterà un malus da applicarsi ai parametri citati.

In termini di parametri numerici equivale ad un bonus di +10 quando utilizza una spada lunga o un arco.


MALUS

Diffidenza verso le altre razze

Scarsa Costituzione


Nonostante raggiungano altezze ragguardevoli, la loro costituzione resta esile, il che li svantaggia decisamente nei combattimenti corpo a corpo con altre razze più robuste. Tutte le ferite subite da armi contro un elfo hanno una maggiorazione di +10.

Ipersensibilità


L' avere sensi molto sviluppati vista e udito su tutti fa si che in presenza di suoni molto forti o di luci molto intense gli elfi avvertano un senso di disagio che può sfociare nel vero e proprio dolore fisico nei casi più estremi. Niente a che vedere con il rintoccare di una campana o il sorgere del sole. Con il possesso di Volontà Ferrea tale malus non sarà annullato, ma affievolito.

Malinconia

La malinconia del popolo elfico, che trasuda da ogni nota dei loro canti vespertini, affligge le anime degli Immortali che vedono il loro tempo scorrere lentamente per loro stessi, e velocemente per il resto delle cose. Le piante si appassiscono, e muoiono...le stagioni delle vite mortali si rincorrono, mentre tutto cambia e per loro permane immutato. La loro mente è facilmente corruttibile dalle sensazioni negative, e qualsiasi tentativo volto ad instillare tristezza e sconforto nel loro spirito sarà indubbiamente facilitato.


Skills possedute:
(ATTENZIONE: alle skill fisiche vanno aggiunti/sottratti i livelli delle skill caratteristiche di razza)

Potenza +3
Agilità+ 3
Resistenza +2
Esperienza Armi In asta +3
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