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Alla Locanda si va per chiacchierare e conoscersi

Ultimo Aggiornamento: 27/01/2013 20:13
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Sesso: Femminile
27/01/2013 20:13

RIASSUNTO


Dewdra cammina verso la locanda decisa a cercare Malekus, il quale non sa ch'ella è ormai al Rifugio. Fortunatamente è proprio lì che lo trova e senza molte esitazioni, come pare non essercene tra i due, si scambiano le ultime vicissitudini, informazioni e una specie di particolare attenzione. Nel mentre un nano dall'aspetto guerriero si inoltra solitario al bancone ma solo non starà, poichè Dewdra lo saluterà subito e dopo il suo congedo toccherà a Malekus intrattenersi con Imrak degli Scudoquercia ( )



Commento


Graziosa giocata. Dewdra abbiamo capito quanto sia mangiona e Malekus e Imrak intenditori di birre scure. Alla prossima!



Locanda di Avalon









MALEKUS [Locanda - tavolo] Il tempo è bello e sereno ma il freddo sembrerebbe non arrestarsi nemmeno quando il sole pone il suo caldo abbraccio su quell'isola. Anche tu, uomo dei ghiacci eterni e dei Fiordi norvegesi, hai deciso di rimanere al calore di una stanza alla locanda. Di fatto non sei l'unico all'interno della sala che gode del calore di un camino che riscalda la schiena. Saduto a uno dei tavoli sorseggi da un boccale la tua bevanda e nel mentre osservi coloro che sono intenti a loquire animatamente nei pressi del bancone e sotto lo sguardo ed il giudizio della buongustaia Filippa. Strappi un pezzo di pane che tieni tra le mani e sorridi prima di portare alle labbra il liquido ambrato. Posi la brocca dinanzi a te accanto alla fiamma ardente e delicata di una candela posta al centro di quel tavolo e, come ben potresti vedere, ad ogni tavolo occupato o meno. Ti lasci cadere pesantemente con la schiena allo schienale di quella sedia guardando fuori da una finestra poco distante. La gente sembrerebbe riunirsi tra quelle vie chi a raccontar storie chi per poter comprare qualche oggetto dal mercato alla piazza. Il sole lentamente si abbassa ed i suoi raggi si affievoliscono facendo allungare le ombre che dalle case circostanti si allungano fino all'interno della locanda. Pochi attimi di luce ancora mentre un nuovo giorno sta per morire.



DEWDRA |Sentiero - est. Locanda| Vento che viaggia, sorvola. Passi che lo inseguono, lo nutrono e lo schivano con il solo sguardo, uno sguardo particolarmente chiaro, trasparente e carico di energia. Il tuo. Addosso c'è poca eleganza, i movimenti sono svelti e curati ugualmente. E' più la lana scura che ricopre te che il contrario, nell'essere padrona di portare qualcosa addosso. Non è così. L'unica cosa che ti appartiene è quello stesso vento gelido, che arriva da nord, scende dritto ad accarezzare i sogni. I capelli sono una massa nera ed informe di trecce e sottili cose simili, neri, scendono lungo le spalle, e ancora più giù fino al seno, coperto da uno scialle altrettanto nero, ma sotto avresti un abito verdone, dalle ampie maniche. Gli scarponcini calpestano del ghiaccio induritosi durante le scorse notti invernali. Ti avvicini alla locanda, apri uno sguardo curioso e grande, ti affretteresti ancora un po', cercheresti di salire i gradini anteposti davanti all'ingresso e la mano destra fuoriuscirebbe dal lembo scuro e pesante. Una folata di vento annuncia il tuo arrivo per poi abbassare la maniglia di quella vecchia porta di faggio e lasciare che, dall'interno, soltanto la tua ombra possa scorgersi.



MALEKUS [Locanda - tavolo] Segui le ombre proiettarsi dalla vetrata al pavimento fino a raggiungerti sul tavolo e su quella mano che ancor stringe un pezzo di pane. Mormoreresti qualcosa in quel frangente, il tuo viso pare contrariato da qualcosa, ma masticando non è chiaro quel che stavi dicendo. Alcune persone si voltano per un breve istante prima di riprendere le loro conversazioni. Sembri un'ombra tu stesso a quel tavolo, uno spettro che nulla ha da dire salvo imprecare contro qualcosa o forse qualcuno. Deponi il tuo pane raggruppando poi le briciole sparse in un unico mucchietto strofinando il palmo di una mano sulla superficie di quel desco. Poi passi l'altra mano ai capelli oggi sciolti, liberi dalle catene di una laccetto che molto spesso porti, liberi dalla prigione. Sospiri portandoti infine posando il braccio destro al tavolo sostenendo il capo portandoti una mano alla fronte. Le parole di Antair ancora ti vorticano nella mente. Come dimenticare, come dimenticarla...così esile d'aspetto ma così forte nel temperamento. Eppure lei stessa è soggetta al pericolo ogni minuto di più stando a Barrington. Osservi la gente passeggiare serena fuori dalla locanda, osservi le persone al bancone e, mentre le parole della conoscitrice ti affiorano alla mente, provi un moto di stizza interiore...molto simile al disprezzo. Non per loro, ovviamente...



DEWDRA |Sentiero - est.int. Locanda| La maniglia scatta ferrosa, procurando quello stridolio nel roteare dei cardini su se stessi. Non appena la porta si apre lasceresti che aria gelida e rasente possa passare, oltrepassare la soglia prima di te. Lanci uno sguardo fugace alla locandiera e certo la saluteresti, ma ti affiora sulle labbra un sorriso furbetto, pensando alla tua vecchia camera al piano di sopra. ''Sid et Naturalis'' la tua voce avrebbe un tono divertito e caloroso, si dovrebbe sentire nella sala comune mentre le mani abbasserebbero il cappuccio e questo scivolerebbe lieto appoggiandosi sulle spalle. Staresti per giungere al bancone per provare a chiedere alla stessa Locandiera di Malekus. Ma il destino e la fortuna vogliono che lui sia lì a pranzare nella sala. ''Malekus!'' esclameresti senza sorta di remora e indugio. Gli sorrideresti se lui ti guardasse, accorgendosi di te, avendo udito il suo nome rimbalzare tra le incenerite pareti della sala. Non aspetteresti nemmeno un invito perché ci andrai tu stessa a quel tavolo. Se poi ti offrisse qualcosa di caldo ne saresti anche più contenta. Non hai con te i diari, ma solo il Medaglione che è appoggiato alla pelle, sul petto, poco si scorgerebbe la voglia a forma di goccia, o almeno non completamente, non si capirebbe che cosa sia quella macchia sul seno destro. Una volta arrivata al tavolo, scosteresti una sedia, nell'attesa tuttavia che lui possa approvare la cosa.



MALEKUS [Locanda - tavolo] Sei assorto nei tuoi pensieri. Infatti, non porteresti attenzione a coloro che entrerebbero da quella porta preceduti dal vento freddo dell'inverno. Nemmeno quel saluto ti risulterebbe conosciuto ma quando Dewdra ti chiamerebbe solleveresti il viso ed i tuoi occhi, liquidi e caldi, incrocerebbero il di lei sguardo. Abbozzi un sorriso imbarazzato per forza ma sincero. [Dewdra!] la chiameresti con voce roca sollevandoti dalla sedia che stride graffiando il pavimento. L'accogli a braccia aperte, per un attimo l'attendi. Guardi la sua grazia in quei movimenti, il suo sorriso, i suoi capelli scuri proprio come i tuoi. Tra non molto a raggiungerti non sarà solo lei ma ogni sua essenza: la vitalità che possiede così come l'odore che avrebbe addosso. [Speravo di vederti...] mormori e, se te lo consentisse, l'abbracceresti. Ora hai ogni sensazione davanti a lei, nei suoi occhi ti ritrovi, nell'iride scura che racchiude la tua figura come intrappolandoti in una bolla di sapone. [...ma non sapevo dove trovarti. Accomodati perfavore.] pronunci indicandola con le braccia allargate il tavolo da lui occupato e quella sedia posta al lato opposto dalla propria. Vesti un paio di brache di cuoio al ginocchio, una casacca bianca dalle maniche lunghe, un farsetto egualmente di cuoio ed un paio di stivali alti calzi ai piedi. Alla cintura è più che evidente la presenza di una corta spada contenuta nel suo fodero. Scostando quest'ultima ti andrai a sedere allungando le braccia sul tavolo, posando pesantemente i gomiti e congiungendo le mani intrecciandone le dita dopo aver allontanato i rimasugli e quelle briciole di pane ed aver spostato il tuo boccale che ti avrebbe diviso dalla nordica e dalla sua bellezza. [La tua stanza è spoglia da alcuni giorni. Pensavo te ne fossi andata via...senza salutarmi.] concludi affondando le tue affermazioni così come i tuoi occhi affondano in quegli d'ella.



DEWDRA |Locanda - Tavolo| Schiudi le labbra rosse dall'entusiasmo, le sue mani si allungano a te e non esiteresti nel lasciarti fasciare da quell'abbraccio che si rivela poi sicuro e confortante. Il petto ampio di Malekus ti accoglie e rimarresti lì a farti intiepidire la pelle da tutto il gelo delle terre e della paura che queste provocherebbero. Solleveresti lo sguardo grigio nel suo bruno, la guancia si strofinerebbe su di lui, sul gusto del cuoio. Lentamente lasceresti quel crogiolo di dolcezza per orientarti ad accomodarti sulla sedia che avvicineresti, tirandola, presso la sua. Scuoti il capo leggera e sempre con gli occhi nei suoi lo metteresti al corrente delle tue vicende. ''No, cioè sì, me ne sono andata… ma a dire la verità stavo trovando giusto il tempo necessario per venirvi a trovare.'' Allungheresti le mani sul tavolo scuro e noteresti le briciole su una piccola pezza. ''Sono andata via con lady Merenwen, state tranquillo e solo iniziato il mio cammino verso la Madre, così Merenwen mi ha condotto via dalla locanda.'' bhè si, è ciò che è successo, ma attenderesti l'avanzare del verbo di lui per decidere se proseguire o meno. ''Che cosa state mangiando, io avrei un po' fame e un po' freddo… posso?'' domanderesti verso il pane e portando sul viso un sorrisetto particolare. L'odore di cibo nella sala comune è forte e impregna l'aria circostante, ti lasceresti così il mantello pesante sulle spalle, ancora un po', finchè non ti sarai scaldata meglio. ''E voi…?'' chiedi curiosa, sollevando il mento. Noti la spada e i capelli sciolti…



MALEKUS [Locanda - tavolo] Ascolti le sue parole, scorgi l'imbarazzo nella sua voce ma anche l'entusiasmo verso il cammino appena intrapreso. [Ah lady Merenwen!] favelli sciogliendo l'intreccio delle dita per battere una mano sul tavolo. Ti guardi intorno, guardi alle spalle di Dewdra, hai attirato l'attenzione, la gente avrà altro cui mormorare quest'oggi. [Avrò modo di rimproverarla un giorno!] affermi affondando sullo schienale incrociando le braccia con aria pensierosa. [Invece...] continui avvicinandoti nuovamente con un sorriso [...come vi trovate con la druida?]. Lo domandi perchè l'Arcidruida l'avresti già conosciuta una notte non troppo lontana alla foresta. Vi era anche un nano di cui però non rammenti il nome e anche una luna luminosa. Ti soffermi sui tuoi pensieri sollevando gli occhi in alto estraniandoti appena da quel discorso intavolato. [Volete del pane, forse? Queste sono soltanto delle briciole lasciate perdere. Filippa!] richiami l'attenzione con voce grossa sollevando un braccio verso l'alto per richiamare l'attenzione della paffutella donna. [Quanto tempo fa siete partita, milady?] domandi ritornando agli occhi di Dewdra. [Eravate sicura di trovarmi qui, vero? Faccio sempre ritorno, lo so.] concludi ridendo con forza. [Sono stato a Barrington, un lungo giorno per poi rientrare.]. Avevi delle informazioni per la conoscitrice, lady Antair. Ma questo non lo andresti a proferire, non avrebbe importanza...per ora. [Ci siete mai stata?].



DEWDRA |Locanda - Tavolo| Le mani si intrecciano nascoste sotto ai lembi delle maniche del manto. Annuisci sui suoi quesiti ''Benissimo! Lady Merenwen è gentile, mi piace molto.'' Ma non chiederesti perché lui debba rimproverarla, sorrideresti all'indirizzo di Filippa. ''Sono andata via da qualche giorno, la mia ultima notte qui è stata freddissima, la mia stanza lo era.'' ti strofineresti un palmo sull'altro.''No, non ne ero affatto sicura, so che andate e venite da Barrington… ho voluto tentare, avrei in quel caso lasciato una missiva per voi qui, nelle mani della locandiera, sicuramente ella ve l'avrebbe consegnata.'' lo sguardo si farebbe dritto, preciso.''Ci sono novità?'' domandi solo per voler sapere. ''Formaggio ed insalata andranno benissimo ed un bicchiere di sidro.'' anticipi l'ordinazione all'arrivo di Filippa che esce dal bancone con la solita aria pensosa. Il sorriso si amplia verso Malekus e non lo ripeteresti. Il caldo molto lentamente salirebbe ad avvinghiare le membra e regalarti un dolce tepore, la mani insieme andrebbero ad abbassare prima il manto che lasceresti cadere sulla sedia, dopo di chè sfileresti via lo scialle scuro, con le frange penzolanti sul davanti. Così si intravedrebbe la pelle e il chiaro di luna su essa. Oltre una mezza goccia, che sarà mistero fino a che non si deciderà di svelarne l'intera forma.



MALEKUS [Locanda - tavolo] L'ordinazione di Dewdra ti farebbe affiorare un nuovo sorriso sul volto. [Per me nulla, grazie!] dinieghi l'invito di Filippa con poche parole ed un gesto della mano sollevata. [Sono venuto a conoscenza...] parli con tono sommesso mentre un dito indice inviterebbe Dewdra ad avvicinarsi un pò quasi si trattasse di un segreto. [...non penso che la dimora dei druidi sia un buon luogo per voi, per la vostra sicurezza ma non solo, per la sicurezza di ogni vostro confratello. Lady Merenwen non fa eccezione.]. Lasci che possa soppesare le tue parole e se vedessi un lampo a ciel sereno nei suoi occhi proveresti a calmarlo con altre parole. [Vi dicevo, sono venuto a conoscenza che l'isola stessa non è sicura. Questo lo sappiamo entrambi, mi dirai. Ma quel che non sai ed io ignoravo è che si mormora che la Dea stessa abbia perso il suo potere e che per questa ragione strane creature sono libere di aggirarsi in ogni luogo dell'isola, foresta compresa. Ma non è tutto.] prendi fiato [Si dice anche che la protezione non sia adeguata, ovvero che coloro che dovrebbero proteggerla, sia pur con fede o meno, come in nome della Dea o meno, non siano disposti a farlo. No, scusate. Forse le mie parole sono eccessive e non appropriate. Forse queste persone tengono più alla propria vita che a quella di una persona debole e inerme, forse infrangendo per alcuni anche un vecchio giuramento.]. L'hai saputo da Antair quel meriggio in cui andasti a Barrington ora vuoi che Dewdra possa venire a conoscenza anche di questo fatto. Osservi i suoi occhi, il mutamento improvviso o meno che possano avere i suoi bellissimi lineamenti. [Vi prego...] pronunci a bassa voce cercando la sua mano posandone una tua sulla sua [...non andateci da sola. Se posso, vorrei potervi accompagnare. Se posso...]. Lasci che le tue parole si affievoliscono come il calore che fuoriesce dalle vermiglia muore mescolandosi alla temperatura dell'ambiente e agli schiamazzi e le risa dei pochi presenti.



DEWDRA |Locanda - Tavolo| Che Filippa sia una locandiera ancora efficiente non glielo si può negare. Tant'è che arriva lesta con tutto il tuo pranzo, un po' tardivo, ma del resto, si ha fame all'ora che si può mangiare. Incominceresti dal formaggio, poi con l'insalata, sei una mangiona lo si capirebbe dal modo in cui sì, assaporeresti il cibo ma lo ingurgiti non con una certa classe ed eleganza. Tuttavia ascolti e come non potresti. Le parole di Malekus ti si ripercuotono sempre addosso e che puoi farci tu, non è che tu la puoi salvare quest'isola. Un pensiero eufemistico, certo sarebbe quello che ti passa nella mente. Con mezza boccuccia piena porteresti alle labbra il sidro. Sospireresti più sollevata ora che ti staresti sfamando. Solleveresti quindi lo sguardo e i tuoi pensieri parrebbero incupirsi dentro quello sguardo trasparente, di pioggia velata. Pensi che tu dimori al Rifugio e non alla fortezza, la quale non sai nemmeno dove sia, esattamente. Scrolli le spalle, accompagnate da un'espressione medio serio. ''Bah, non so che dire. Che volete che vi dica, si vede che dovevano pregare di più la Dea.'' leggere quelle verba che recano il peso di fardelli di altri, che ora ricadono su te e Malekus per esempio. ''Mi dispiace per Avalon, sembra messa proprio male… spero di poterne assaporare momenti migliori.'' Le mani spezzano, questa volta, con più grazia un altro pezzo di formaggio. Ha un sapore dolce che ti farebbe venire l'acquolina ancora. ''Non volete nulla, un po' di sidro magari… no?'' e gli allungheresti il tuo bicchiere. ''E voi cosa vorreste fare in merito a tutto ciò?'' il tono non cela alcuna insicurezza, ma parecchia curiosità.



MALEKUS [Locanda - tavolo] La guarderesti mangiare, rosicchiare il suo formaggio e sorseggiare dal calice di sidro. [Forse avrebbero dovuto credere di più...nella Dea.] un sorriso di scherno nasce spontaneo. [Sempre che una Dea esista per davvero.]. Sei un uomo d'armi e come ogni soldato che hai conosciuto sai che non ci sono Dei che ti possano salvare quando sei nel mezzo di una battaglia. E' la tempesta che infuria e puoi solo pregare, invano, per la salvezza tua e dei tuoi confratelli. Fandonie. Tutte fandonie. Battaglie perse anche i nome degli Dei quando la vera forza stava nell'uomo, nella carne e non nell'immateriale. [No grazie, Dewdra. Siete gentile ma ho ancora un pò di birra nel mio boccale, vedete?] le domandi porgendo la brocca che tieni impugnata nella destra facendo ondeggiare il liquido all'interno con movimenti circolari della mano. [Non so che cosa potrei fare io a riguardo. Non sono nessuno. Forse nemmeno ascolterebbero questo nessuno. Ma ci tengo a voi, alla vostra vita. Non voglio che la sprechiate sebbene non cercate il pericolo. Ed io non voglio perdervi, Dewdra.]. I tuoi occhi sono profondi e non celano quel sentimento che starebbe per nascere. Penetranti cercano e scrutano in quelli dell postulante, nordici e fieri, combattenti e temerari. [Voglio potervi accompagnare quando vi incamminerete nella foresta al sopraggiungere della notte.]. Il tuo tono è perentorio mentre concludi per poi bere l'intero contenuto del boccale e appoggiarlo sul desco con un tonfo facendo ondeggiare la fiamma della candela poco distante.



IMRAK [sentiero- locanda] lenti e incerti i passi del rosso antico, la fredda neve cade incessantemente sul capo del nano che con passo inverto avanza nella gelida coltre bianca, quando in lontananza scorge finalmente la lignea porta della locanda laddove avrebbe trovato riparo dalle interperie e un po di ristoro nell'unica cosa ,che in queste lande per lui straniere, di cui si fidava, la sua amata birra scura. mentre questipensieri affollano la sua mente quasiinvolontariamnete i suoipasi lo conducono nei pressi della lignea porta e mentre la neve e il vento continuano a tormentarlo la mano porta sul freddo pomello e facendo una lieve pressione fa scattare la serratura, ancora pochi istanti e finalmente trovera riparo e riuscira ad asciugarsi le logore e sudice vesti uno sguardo va a dare all'interno e nel notare solo poche figure ilsuo animo un po si rallegra, non ama troppo la conpagnia delle genti alte, e in generale di nessunoestraneo alla sua antica e fiera razza, alcuni passi muove all'interno del locale avvicinandosi al banco laddove siaspettava ditrovare iun oste. ad ognipasso i ciondoli appesi alla sua barba in ricordo delle antiche battaglie uno strano e fastidioso tintinnio.



DEWDRA |Locanda - Tavolo| Sospiri ancora, ti puliresti la bocca con la tovaglietta là accanto. Porti ancora il sidro alle labbra e lo finiresti. ''Scusate Malekus, avevo fame….'' e gli sorrideresti, con una solare espressione continueresti, parrebbe che nulla possa sfiorarti o farti cadere di malumore. ''Io seguo la Madre ora, ed è tutto ciò che posso accogliere.'' la frase non è fredda, ma accompagnata da una nota armonica di essenza pura che parla di te. ''Spero che possiate intendere le mie parole, perché in fondo è anche la Madre coinvolta in tutto ciò, sono sicura che ogni cosa tornerà al suo originale equilibrio.'' Lasci dire alla tua bocca ciò che batte nel tuo cuore. ''Sono certa che lady Merenwen sappia il fatto suo e le autorità dell'isola…'' su questo punto non puoi esserne certa perché non conosci ''le autorità'' dell'isola, chi siano o come svolgano il loro operato. Ma una parola su tutte ti farebbe spalancare gli occhi. Un attimo di pausa solo per incassare quella piccola leggera parola, forse detta con poco trasporto, almeno così ti imporresti. Ti schiariresti la gola… ''… anche io non vorrei perdervi, Malekus… '' sorridi mordendoti il labbro inferiore. Fortunatamente la porta si apre, e volgeresti completamente lo sguardo grigio sul nano guerriero appena entrato, o almeno ha tutta l'aria d 'arrivare da posti remoti. ''Sid et Naturalis, ser…'' pronunci con orgoglio il saluto dei druidi, della Madre, di tutta la testimonianza del creato. Attenderesti stemperando piccole emozioni dall'animo, cercando di non essere paonazza in viso per quelle, sottili e delicate, parole.



MALEKUS [Locanda - tavolo] Capisci perfettamente le parole di Dewdra, percepisci l'emozione e l'entusiasmo con la quale le proferirebbe. Annuisci con il capo andando poi a scostare i capelli che ricadono in avanti riportandoli all'indietro. Abbozzi un sorriso alle sue ultime parole che muoiono sulle sue labbra nell'istante stesso in cui la porta si aprirebbe ruotando sui cardini arrugginiti e la figura bassa e tozza e ballonzolante di un nano farebbe ingresso con passo greve, pesante, che farebbe scricchiolare le assi sul pavimento. Non mormori nulla in direzione del nuovo giunto, segui le movenze di Dewdra che si volta verso la porta salutando il viandante, lo sconosciuto. Noteresti uno strano suono che giunge distante ma che sembrerebbe un tintinnare di qualcosa. Luccicano infatti i ciondoli appesi alla barba del nano quando, avanzando, passa accanto ad alcune candele poste ai tavoli e ai davanzali delle finestre. [Che cosa mi potete dire di questa Madre terra?] domandi cercando l'attenzione della druida.



IMRAK [locanda- banco] finalmente adesso la cresta e la barba sono all'asciutto, un leggero tepore pervade le ossa e le membra dell'antico, lasciando dietro di se una scia di gocce di neve sciolta sul pavimento che non di certo appare in perfette condizioni, ma di questo poco gli interessa abituato com'era a dormire e a vivere in posti ben peggiori, dopo aver mosso alcuni pesanti passi provocando degli scricchiolii nelle assi del pavimento una femminea voce sente pronunciare parole a lui nuove, incomprensibili, lo sguardo verso l'umana figura volge, uno sguardo freddo e distaccato, già altre volte aveva sentito la prima parte di quella frase pronunciata, con un filo di voce, freddo e distaccato favella un semplice '' Sid'' voltando per un attimo lo sguardo verso l'altra figura presente che era rimasta silente e si era limitata a una occhiata nei suoi confronti, verso quest'ultimo non pronuncia verbo e si avvia verso il banco dove nota uno sgabello troppo alto per lui, decide di restare in piedi e di chiamare a gran voce l'oste, nel mentre che l'attende lo sguardo volge nel locale e ogni tanto verso i due astanti, ma nessuna parola pronuncia.



DEWDRA |Locanda - Tavolo| Chini leggermente il capo sul saluto del nano e il suono dei suoi campanelli non ti procurerebbe fastidio. ''Sentite Malekus, per me s'è fatto tardi. E' già buio e devo tornare al rifugio, vi saluto Lady Merenwen se vi fa piacere e spero davvero presto di potervi incontrare.'' Ti solleveresti in piedi e solo ora osserveresti il tavolo dove avresti desinato tutto quel cibo. ''Ah, grazie per il pranzetto squisito!'' andresti a prendere lo scialle scuro e lo faresti attorcigliare al collo dopo il mantello di lana nerissima e pesante, ti tiene un bel caldo. ''Vi scriverò presto, promettetemi di fare attenzione e non andate a caccia di ''cose''…'' e la parola è ovviamene sussurrata e mitigata nel caso, orecchie indiscrete potessero coglierla. ''da solo, cercate di farvi vedere magari al Tor…'' detto questo lasceresti il posto, alcuni passi avanti per compierli poi indietro. Torneresti da Malekus e cercheresti di fare schioccare un sonoro bacio sulla sua guancia sinistra. Una risata leggera e armonica si alzerebbe infine, e come foglia al vento, nel gelo, torneresti nel verde, in quel luogo che ripara i tuoi pensieri e ti permetterà di diventare goccia e acqua. Prima di uscire dalla locanda passeresti davanti al nano e con uno sguardo e un ulteriore cenno del capo lo saluteresti. Andresti alla porta e questa si aprirebbe per permetterti di uscire, tireresti su il cappuccio sul capo e scompariresti in quel, un po', tetro tramonto avalonese.


MALEKUS [Locanda - tavolo] Ti alzi lentamente posando le mani sul tavolo. Accompagni per un breve pezzo di strada la druida prima che lei si possa congedare. Ti farebbe dono di quelle sue parole, della sua allegria ancora presente nell'aria di quella sala della locanda. E di un bacio. Ma anche della cena consumata che pagherai poi alla locandiera in aggiunta a quanto hai ordinato. Un ultimo sguardo alla figura di spalle che chiude la porta dietro di sè prima di voltarti e avvicinarti al bancone. Abbassi gli occhi, il nano è proprio accanto a te. Adocchi lo sgabello al di lui fianco, sembrerebbe alto quasi quanto lui, più esile è vero, e tutto ciò ti strapperebbe un sonoro sorriso. Non è di scherno ma più simile ad un venticello di primavera molto piacevole sulla pelle, carezzevole se si vuole. Frugando tra le tasche porgi alcuni denari alla donna dietro al banco rimanendo in attesa del resto dovuto. [Tenete anche un altro boccale di birra, perfavore.] ti limiti a sottolineare alla fine osservando Filippa destreggiarsi in mezzo alle solite incombenze.



IMRAK [locanda-banco] dopo aver finalmente ordinato da bere alla locandiera, con la coda dell'occhio nota che la femminea figura saluta colui con cui stavca parlando e si dirige verso l'uscita, uno sgraziato sorriso si disegna sul volto del nano che mai aveva particolarmente apprezzato le femine di razza umana, troppo minute per sopportare grossi pesi, troppo alte per entrare nelle caverne e soprattutto cosi prive di peluria sul volto, che al primo inverno sulle montagne dalle quali proveniva sarebbero morte assiderate. poi l'attenzione viene rivolta alla figura che si avvicina al bancone, piu indifferente che titubante il nano resta in silenzio, solo un rumore esce dalla sua bocca, un sonoro e fragoroso rutto dopo aver trangugiato in un sol sorso tutta l'ambrata bevanda.



MALEKUS [Locanda - bancone] Il boccale giunge e ti viene porto sotto gli occhi. La schiuma straborda colando sulla superficie di legno del bancone. Qualcosa di sprecato ma che importa penseresti con una scrollata di spalle piuttosto evidente. Le dita della mancina afferrano il boccale di latta sollevandolo e portandolo alle vermiglia, sei pronto ad assaporare l'ambrata fresca dal sapore denso e forte e dall'amarognolo retrogusto quando...un rutto proveniente dal basso e alla tua destra sospenderebbe la tua azione. Abbassi la bevanda intatta all'altezza del costato osservando accigliato il nano. Ne incroci lo sguardo come sei abituato a fare con tutte le persone, in un certo senso le soppesi, di certo a modo tuo. [Non proprio carino da parte vostra...] favelli con una smorfia che lascerebbe posto ad un sorriso spontaneo successivamente [...ma lasciate che vi possa fare compagnia per questa sera.]. Stringi il boccale di latta più forte nella mancina portandolo avidamente alle labbra e trangugiando il contenuto con il capo all'indietro. [Ahhh ci voleva.] articoli calando la brocca sul bancone. Attendi alcuni istanti, attimi in cui ti sentiresti pieno come chi ha avuto modo di riempirsi lo stomaco di cibarie varie. Le bollicine salgono dallo stomaco all'esofago ed un flato non molto bello e di eguaglianza a quello del nano ma pur sempre un rutto lasci che possa orchestrare tra di voi e la povera donna affaccendata dietro al bancone.



IMRAK [locanda-bancone] dopoa ver dimostrato l'apprezzamento per la bevanda a modo suo il nano si passa la mancina sulla bocca pulendola dalla schiuma che era rimasta attaccata alla barba, quando sente l'astante favellare parole di rimprovero miste a ironia alchè si volta alla sua sinistra e alzando lo sguardo fino a incrociare quello dell'umano verba quando poi quest'ultimo aggiunge una frase molto meno ironico alche un leggero sorriso si disegna sulle vermiglie dell'antico lasciando poi spazio a un tutt'altro che esteticoe gradevole sorriso quando un secondo rutto echeggia nel locale. poi continuando a tenere lo sguardo rivolto all'umano verba '' Sid mio signore, Imrak degli Scudoquercia'' accennando un inchino abbastanza profondo da essere rispettoso ma non cosi perfetto a causa della poca dimestichezza con i saluti e con le smancerie tipiche degliesseri alti, null'altro avrebbe aggiunto attendendo che anche l'astante si fosse presentato se lo avesse voluto.



MALEKUS [Locanda - bancone] Sonore sono le tue risa inarcandoti sulla schiena per poi guardare in basso dove il nano è intento a ripulirsi la bocca e la lunga barba dalla schiumante bevanda degustata. Un nuovo rutto propone quasi volesse iniziare a disquisire a quel modo. Sorridi per un istante al sottil pensiero prima di farti serio e ascoltare con pazienza le sue parole. [Il mio nome è Malekus, Imrak degli Scudoquercia.]. Non domanderai nulla su quel nome così inusuale affibbiandolo a qualcosa che ha caratterizzato il suo passato, forse un nome dovuto alla casa di appartenenza. Per molte popolazioni è abitudine avanzare di generazione in generazione mantenendo il nome del fondatore. Ma chissà perchè Scudoquercia...non ti giunge nuovo, dopotutto. Dalla tasca sfili una nuova che giri e rigiri tra i polpastrelli, lucente nella fioca illuminazione del loco. La posi sul bancone e con l'indice al di sopra la trascini allungandola verso la donna perplessa. [Per le mie scuse lasciate che possa fare dono di questa moneta. Avrete il prezzo del boccale di Imrak ed il resto è vostro.]. Togli il dito e lesto è il gesto della donna per appropriarsi del denaro. [Ser Imrak...] mormori abbassandoti posando le mani sulle ginocchia in modo che i tuoi occhi possano essere alla sua altezza. Non ci sono livelli tra bassi e alti, non per te. [...è giunto per me il momento di andare. Alcune incombenze che non possono tardare. Spero di rivedervi presto. Alloggio qui alla locanda quindi sapete ora dove trovarmi. Ho molto apprezzato la vostra compagnia. Spero voi la mia, seppur breve.]. Inclini di lato il viso a quelle ultime parole congedandoti così dal nano e con un gesto di saluto aperta e sollevata in direzione di Filippa prima di giungere alla porta.



IMRAK [locanda-bancone] annuisci alle parole di presentazione dell'umano e soprattutto al fatto che l'umano abbia offerto la birra, poi lo sguardo segue i movimenti dell'astante che si abbassa, parole di congedo ei pronuncia alchè il nano verba con voce sincera '' la cosa è reciproca ser Malekus, a presto e che la vostra strada sia piena di soddisfazioni e di nemici'' strano modo era di salutare ma cosi si faceva nella sua famiglia dall'alba dei tempi, cosi dopo aver seguito conlo sguardo l'umano dirigersi alla porta muove anch'esso i suoi passi verso la lignea per rituffarsi nel freddo e nella neve.




Trovata dai Lupi nella Foresta, salvata dalle spine dei Rose.
-Nata per inseguire il Vento-


༺ Bardo dei Druidi di Avalon ༻





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