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o§ Huath, il Biancospino §o

Ultimo Aggiornamento: 19/01/2013 11:01
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Sesso: Femminile
19/01/2013 11:01

Dewdra, Postulante dei Druidi







{RIASSUNTO}



In una Locanda che sa di cenere e fumo, l'Arcidruida Merenwen torna in quel luogo. Dal piano superiore Dewdra uscirà dalla sua stanza per cenare e chiedere a Filippa di poter andare ad irrobustire il fuoco nella sua camera. Non appena scenderà in sala riconoscerà l'Arcidruida che l'aveva ben messa sull'attenti sulle condizioni "oscure" dell'isola. Dopo uno scambio di parole, Dewdra le racconterà dei suoi incontri sull'isola stessa e del cammino che la Madre le ha fatto fiorire nel cuore. Merenwen le darà un altro nome e il giorno dopo partiranno dalla locanda per accompagnare Dewdra al rifugio dei postulanti.


{COMMENTO}


Molto felice di esser parte dei Druidi.




-Locanda di Avalon-





MERENWEN (locanda) Ecco la druida ritornare in locanda, coperta da capo a piedi da un mantello si trova davanti all'uscio dopo aver lasciato Perseo nel retro. Batte gli stivali a terra per pulirli dalla neve che si era appiccicata sotto le suole regalandole un cm in più alla sua altezza. Troppo freddo per i suoi gusti, purtroppo l'elfo Rashim non sa dirle il motivo del cambiamento del clima ma ella ha altro di cui parlare e spera ben presto di farlo. Ora la falange non ce l'ha più, dovrà informare il ranger su quel che era successo. Un essere maledetto che non sopporta stare un luogo sacro il tanto da polverizzarsi, ora ripensando alla scena che fuggiva via come un topo impaurito sorriderebbe..ma quel che c'è sotto non fa però ridere purtroppo.. Lesta e immersa in quei pensieri aprirebbe la porta per poi entrare velocemente per farsi accogliere dal calore del caminetto che scoppietta nella sala comune.



DEWDRA | Scale - Sala comune | Ha di nuovo nevicato, nella sua stanza c'è un freddo asciutto che la farebbe rabbrividire. Il caminetto acceso accanto al letto s'è spento da un po', lei sbuffa, intirizzita e gelata. ''Brr!'' La locanda di Filippa, la chiamano, ma pare un posto ormai solitario, un po' vuoto e soprattutto sa solo di fumo e cenere. Pensa questo la nordica mentre vestita di un abito color degli abissi oceani, di un blu scurissimo, metterà sulle spalle un mantello pesantissimo, ricamato di lana nerissima e grezza e sotto avrebbe anche lo scialle dalla frange penzolanti sul davanti. I capelli neri poggiano oltre le spalle, realmente disordinati e distratta e la sua espressione stasera. Ha con sé i due Diari grandi, dove avrebbe appuntato le quindici erbe che conosce, poi al collo è legato quel Medaglione della Luna, ricordo sottile di una fuga che è stata più forte del fatto di rimanere a casa, in un bel palazzo. Che ci sarà venuta a fare qui, ad Avalon, forse prendersi un'influenza, sì, una bella influenza che potrebbe renderla cagionevole di salute. Scappa via dalla stanza, scenderà lenta giù per le scale, con il cappuccio di grigio pelo a solleticarle il viso, almeno mangerà qualcosa di caldo e poi chiederà a Filippa se possa andar su a ringalluzzire il fuoco della sua stanza. I passi si orientano ormai confidenziali con quel luogo, quel legno, perfino il rumore del suolo le entra nelle ossa, come il freddo. Più che una fanciulla altolocata, più che la figlia dei Rose di Danimarca, pare una nomade. Selvaggia.



MERENWEN (locanda) Con entrambe le mani farebbe cadere il cappuccio del mantello sulle spalle lasciando liberi i capelli castani, con lo sguardo vagherebbe nella sala deserta, solo il rumore di passi provenire dalle scale sentirebbe ora e dei piatti sbattuti in cucina. Volgerebbe lo sguardo verso le scale mentre con passo lento si avvierebbe verso il bancone, ha bisogno di qualcosa di caldo per riscaldarsi. Ha intenzione di dormire lì stanotte, non ha voglia di rischiare di trovarsi qualche mannaro a farle la festa in foresta. I passi ben assestati si sentirebbero distintamente tant'è che la locandiera sbucherebbe dalla cucina salutandola "Sid et naturalis" risponderebbe l'Arcidruida , "cerco alloggio stasera e un pasto caldo, mi siedo vicino al cammino intanto" farebbe cenno con la mano destra al tavolo "se avete della zuppa di verdure e del sidro vi ringrazio…". Così dicendo si avvierebbe verso il tavolo togliendosi il mantello e rivelando l'abito verde e semplice che ha indosso.



DEWDRA | Sala comune | Gli scarponcini battono un ritmo irregolare, di un passo dall'incedere discontinuo; corre per il corridoio, poi arriva alla rampa di scale, si ferma, sistema i diari che rischiano di cadere dalle braccia, poi riprende la discesa fino a saltellare giù, nella sala deserta, come tutte le sere. Ma questa sera, Dewdra riconoscerebbe il profilo dell'Arcidruida Merenwen, e con la luce accesa dentro quello sguardo grigio-azzurro non si preoccuperebbe nemmeno di disturbarla perché al bancone avanzerebbe e l'unica cosa chiara che si vedrebbe in lei, sarebbero gli occhi chiarissimi. ''Sid et Dia Abar, Merenwen! Vi ricordate di me? '' domanda con fare curioso, mentre senza molta eleganza si accomoderebbe sullo sgabello al fianco dell'Arcidruida. Ma Merenwen andrebbe a sedersi accanto al fuoco, allora lascerebbe che i Diari vengano riposti sul bancone e verso Filippa chiederebbe la medesima ordinazione. ''Anche per me, Filippa… grazie.'' esitante per un attimo nel proferire quella ordinazione, anche perchè va da sé che s'è dimenticata di dirle del fuoco della sua stramaledetta gelata camera. Eppure Dewdra segue ogni gesto dell'Arcidruida, che nel mentre ella possa risponderle, lei la studierebbe. Poche son le domande che passano nella sua mente, soprattutto si chiede la nordica se Teobromie e Nolhan le abbiano mai parlato di lei… e poi lei avrebbe molte cose da dirle, tante, spera che possano essere espresse. Il candido viso attende, mentre i piedi calzati dagli scarponcini un po' sporchi ballonzolano sullo sgabello.



MERENWEN (locanda) Giunta al tavolo, i passi provenienti dal piano superiore sembrano avvicinarsi sempre più fino quando riuscirebbe a vedere l'artefice. Riconoscerebbe la ragazza veduta tempo addietro e alla quale aveva parlato dei non morti vagare per l'isola. "Sid et naturalis" direbbe salutandola anch'ella. La guarderebbe avvicinarsi e ordinare le stesse pietanze e avvicinarsi a lei sedendosi affianco. Le regalerebbe un sorriso cordiale "come state lady Dewdra?". Volgerebbe lo sguardo verso i tomi e poi di nuovo a lei "siete di studio stasera?". Allungherebbe le mani verso il caminetto per riscaldarle, erano gelate e rosse per il freddo patito mentre cavalcava.



DEWDRA | Sala comune - verso tavolo di Merenwen | Le si illuminerebbero gli occhi al saluto dell'Arcidruida e scenderebbe senza la solita eleganza dallo sgabello alto per prima volgersi a prendere i Diari e poi avviarsi senza esitazione al tavolo di lei. Sposterebbe una sedia con la mano libera per poi sedersi accanto. Aprirebbe i due Diari che, se Merenwen li guardasse con attenzione, allora ci vedrebbe sopra uno una chiave e sull'altro una serratura, rilegati in cuoio e definiti preziosamente nell'intaglio. ''Sì, io conosco alcune piante, una quindicina a dire il vero. Ho avuto come maestro il curatore di corte, lui mi ha donato questi diari, poi io li ho appuntati con i nomi delle piante. Limone, luppolo, maggiorana, calendula, rosa… e così via.'' direbbe con maestria la nordica, conoscendole a memoria e successivamente li indicherebbe con il dito indice. La guarderebbe negli occhi Merenwen e prenderebbe un leggero coraggio, quella leggera sfacciataggine che sempre la contraddistinta in casa Rose. ''Sentite Arcidruida, devo confessarvi che in queste terre ho conosciuto i vostri druidi e Nolhan il terzo, Teobromie la seconda. Con Nolhan abbiamo intonato un canto alla Madre e concentrato le nostre energie in quel canto. Ecco, ho da dirvi tante cose.!'' esclama certa di ciò che dice, brillante nel tono. Mentre Filippa arriverebbe con le ordinazioni. La ringrazierebbe ma prima che scappi cercherebbe di richiamarla ''Filippa potreste accendere il fuoco della mia stanza, nel camino… Muoio di freddo. '' l'ultima frase è a malapena stretta tra i denti. Quella annuirebbe forse, ma non si capirebbe, poi lo sguardo tornerebbe sull'Arcidruida, pronta a sentire il suo parere.



MERENWEN (tavolo) Con al coda dell'occhio guarderebbe la ragazza avvicinarsi a lei con i tomi e riferendole la natura dei suoi studi. Continuerebbe a riscaldare le mani dicendo "ah ma guarda, anche a voi interessano le piante". Annuirebbe e contenta di sapere che Nolhan si stava dando da fare come bardo continuerebbe a dir "Se avete parlato con Teobromie avrete anche capito quanto ne sa di piante anche lei" sorride ritirando le mani in grembo. Mentre accoglierebbe il piatto fumante davanti a se portato dalla locandiera. "Grazie " direbbe alla stessa e una volta allontanata chiederebbe alla ragazza "posso vederli" farebbe un rapido cenno con la mano destra verso i tomi attendendo suo dir.



DEWDRA | Sala comune - tavolo di Merenwen | Glieli lascerebbe vedere, allungandoglieli sul desco. ''Merenwen, volevo anche dirvi che ho sempre seguito le indicazioni preziose che mi avete riferito la prima sera qui alla locanda. Non sono andata in giro per via di quelle….'' ecco ora abbasserebbe lo sguardo e si stringerebbe stretta in quello strano mantello nero e davvero grezzo, molto pesante, ma che lascia in Dewdra il sapore della libertà, di possedere qualcosa che sia lontano da un canone di cose. ''Creature, quei mostri, poi ho incontrato un ragazzo.'' Tornerebbe a guardala negli occhi chiari di lei e continuerebbe ancora con quella sfumatura di vita e libertà in lei presente. ''Sì, Malekus, mi ha messo in guardia, come avete fatto voi… E' stato gentile.'' sorride, lasciando che ora la sua mandritta possa prendere il cucchiaio e cominciare ad immergerlo nella zuppa fumante che il solo vapore le scalderebbe il viso. ''Ci sono novità in merito… a ciò, dico, ancora vi sono queste creature, non si può andare alla foresta?'' la domanda è di per sé innocente, ma letale. Se solo ci fosse libertà di movimento in quell'isola, forse non ci sarebbe nemmeno la neve. ''Teobromie è stata gentile, molto utile.'' sorride nuovamente, portando adesso il cucchiaio alla bocca.



MERENWEN (tavolo) Ascolta le parole di Dewdra e poi le tornerebbe in mente quelle di Vegon, non procurate allarme..una parola, come può non raccomandare di stare in guardia..La guarderebbe dritta negli occhi "non vagate da sola di notte, soprattutto con la luna piena…" si schiarirebbe la voce a disagio, pensando ai mannari. Berrebbe un sorso di sidro "ho conosciuto Malekus, forse vi avrà detto altro a riguardo ebbene state attenta, anche di chi sembra un semplice essere umano" altro non dice la druida. La ragazza l'aveva già redarguita ancor prima dell'incontro con Vegon..Prenderebbe un tomo e lo sfoglierebbe piano per non rovinare le pagine "ben fatto" direbbe cambiando discorso.



DEWDRA | Sala comune - tavolo di Merenwen | Mangia piano e assapora tutto il gusto della zuppa di Filippa, che a dire il vero per Dewdra ha sempre lo stesso sapore da qualche mese. ''Sono molto affezionata a quei diari, spero di poter studiare ancora le erbe e le piante, spero a dire il vero, vorrei potervi chiedere una cosa Merenwen, poiché è davvero molto che ci penso e molto ho sperato di incontrarvi di nuovo, ma non sapevo come fare, non sapevo dove avrei potuto cercarvi e scrivervi, ma ora che siete qui…'' lascerebbe nel dire cadere il cucchiaio nella zuppa, poggiandolo sul bordo con cura. ''Secondo voi io potrei seguire il cammino della Madre, diventare druida?'' il quesito si pone tra lei e l'Arcidruida, continuando mentre la vedrebbe poggiare il suo bicchiere di sidro. ''Un giorno scappai dal palazzo che era la mia casa, in realtà quando arrivai ad Avalon non ero molto convinta di ciò che avrei voluto diventare o essere, forse nemmeno che cosa io stessi cercando… ma poi incontrai voi e Teobromie, e Nolhan e molto mi hanno incuriosito.…" Si morderebbe il labbro per poi quasi dimenticare tutto quello che nascerebbe e morirebbe là fuori, sotto una luna piena o sotto all'oscurità. Si è accorta che Merenwen le ha riconsigliato di non uscire di notte, sicuramente la notte è l'ora nefasta. Deglutisce il sapore della zuppa e aspetta le parole dell'Arcidruida, quando son piccoli i refoli di vento che giungono dalle fessure delle finestre e ricordano che fuori è inverno anche sull'isola sacra.



MERENWEN (tavolo) Poserebbe il libro e assaggerebbe anche lei la zuppa prima che diventi fredda. Ascolta la ragazza e si fermerebbe a mangiare non appena ella dice che vorrebbe essere druida. Poserebbe il cucchiaio e con espressione seria direbbe "Lady Dewdra, se è la Madre che vi chiede di essere druida dovreste sentirlo dentro di voi… potrete venire da noi per qualche tempo per capire se è questa la strada che volete percorrere… se volete domani mattina stessa potrete venire con me. Tempo addietro altri han tentato la strada, ma a quanto pare non era la giusta..se ne sono andati..ma tutto quello che aven imparato han perduto" tace per qualche istante per poi riprendere il cucchiaio " quello che vi chiedo è che ne siate veramente convinta della vostra scelta".



DEWDRA | Sala comune - tavolo di Merenwen | Non toccherebbe quasi più cibo la nordica, quasi più nulla, le parole di Merenwen la bloccano in quel dire, in quell'agire. Pensa, pensa a quanto possa essere testarda ad intraprendere un cammino che sente nel cuore. Gli occhi di Dewdra ora sarebbero come due bagliori accesi. Li abbasserebbe sulle mani intrecciate e nascoste sotto ai lembi di quel mantello pesante. Poi la voce riecheggia fioca e certa ''Vi sono dei motivi per cui ve lo sto chiedendo, perché sento che è la mia via, non ne esiste altra per me. Il giorno che incontrai Nolhan, sull'altura della collina del Sacro Tor, fui armonica con lui e lui con me, fu il completamento, il pezzo mancante del mio vagare.'' le mani sfilano via e andrebbero a posarsi sul desco. Cercherebbe gli occhi di Merenwen per poi proseguire lieta e gentile, sincera, come lo è chi insegue il Vento, e la vita le sarà accanto ''Ognuno ha il suo destino, io credo che il mio sia con voi, è nel mio cuore la strada. E credetemi ne son pienamente convinta, difficilmente mi azzardo a dire cose che non penso seriamente.'' andrebbe ad aprire i diari e cercherebbe la Rosa, il termine e ovviamente il passato torna. ''…certo non tutti son pronti, ma ogni conoscenza porta con sé il fardello del sacrificio, son consapevole Merenwen e non vi deluderò.'' incoraggia un sorriso che va ad incurvare le sue labbra giovani, una manciata d'anni e una vita dedicata a cercare ciò che questa notte vorrebbe che fosse suo. ''Verrò con voi!'' sussurrerebbe ora sciolta e libera nell'aver proferito un desìo, come un sentiero.



MERENWEN (tavolo) Guarda la donna con attenzione. Sembra convinta di ciò "bene allora domani mattina verrete con me, alloggerete nelle stanze dei postulanti..seguirete le lezioni, poi la Madre vi indicherà la via giusta per voi" . Continuerebbe a mangiare la sua zuppa fino a terminarla per poi aggiungere"avrete un nuovo nome Dewdra, che solo tra druidi dovrà essere nominato, nessuno al di fuori della congrega deve saperlo, è un nome dell'antica lingua vi chiamerete Huath che vuol dire Biancospino..vi spiegherò meglio poi altro " sorride la druida alzandosi e prendendo il mantello "ora mi ritiro in camera vi aspetto domani mattina qui giù" così dicendo andrebbe al bancone per lasciare le monete per i pasti di entrambe e prendendo la chiave direbbe alla ragazza "Buonanotte". Così dicendo salirebbe le scale l'arcidruida per raggiungere la sua stanza.



DEWDRA | Sala comune - tavolo di Merenwen | Arriccerebbe la bocca, in piena attenzione su ciò che Merenwen direbbe. Ascolterebbe Dewdra tutto ciò che possa essere inteso. Annuirebbe infine, poi dinegando sul nome, come ad aver inteso anche quello, che non lo dirà a nessuno. '' Ho capito tutto, Huath, il Biancospino… ''sussurri, ed è bello, irreale ma così tanto aggrappato al mondo che le provocherebbe un fremito. ''Allora, Vi aspetto qui. Merenwen, grazie.'' La vedrebbe alzarsi, con eleganza e Dewdra la seguirebbe con occhi brillanti, gli occhi dell'inizio, del gemito, della paura e della ricchezza. Lei invece rimarrebbe a quel tavolo, cercando di scaldarsi, ancora rubando il calore di un fuoco che, anche in sala, pare andare a spegnersi. ''Filippa, chissà se morirò di freddo questa notte, che è l'ultima nella tua, molto accogliente, locanda'' direbbe sorridendo al di là di un bancone vuoto.




Trovata dai Lupi nella Foresta, salvata dalle spine dei Rose.
-Nata per inseguire il Vento-


༺ Bardo dei Druidi di Avalon ༻





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