Mattinata di ferie per andare a rivedere i “miei” Colli Bergamaschi …
Venerdì 18 gennaio 2013: la decisione è maturata ieri sera, dopo aver preso visione delle pessime previsioni meteo, con l’imperativo di sfruttare al massimo il venerdì, unica giornata dal meteo decente. Così decido di lavorare da casa e di prendermi la mattinata di ferie. Sveglia standard alle 6,20. Colazione a ritmo di moviola, senza lo stress di dover fare le cose in fretta (quanto odio correre …). 4 chiacchiere con mia moglie e mia figlia, per uscire di casa solo alle 7,41. Ho percorso 7-800 metri, quando sul viale della circonvallazione mi sorpassa la Fiat Panda con le mie 2 ragazze a bordo che mi fanno “Ciao, ciao” con il finestrino abbassato.
Bellissimo. Poi però arrivano rotonde, incroci, un vigile urbano e la bici, si sa, nel traffico è spesso più agile. Passo davanti e imbocco il sottopassaggio con un vantaggio incolmabile. Voglio ricambiare il saluto e l’augurio di buona giornata, così mi fermo davanti alla scuola di mia figlia per fare anche io il mio “Ciao, ciao”. Ancora più bello.
Riparto. Ora ho in testa la bici e l’allenamento che voglio fare. Un paio di preghiere per avere un supporto dall’alto e via tranquillo verso Palazzolo sull’Oglio fino a raggiungere, dopo circa 20 km di piana leggermente vallonata, Grumello del Monte. Sì, “del Monte” perché lì inizia la prima salita di giornata: il Gandosso che è la mia bestia nera, in quanto fatico sempre a trovare il ritmo. Nella seconda metà inizio a trovare la neve a bordo strada, l’aria è freddina e brucia nei polmoni quando sono costretto a respirare a bocca aperta.
Scollino. Un paio di colpi di tosse. Tiro su la cerniera e affronto con una fila esagerata di occhi aperti la discesa verso Credaro, gelida, in ombra e a rischio di ghiaccio … brrrrrr …
Sono giù. Tutto ok e giro subito a sinistra per risalire verso Foresto a cercare qualche raggio di sole, che puntualmente ritrovo, dopo un altro passaggio al gelo, nei 4 tornanti di via Tengattini. Prendo la strada alta (quella dove Maurino mi ha rubato un dei miei pochissimi Kom di Strava) e poi plano verso la chiesa, dove attacco le rampe dure che mi portano alla frazione di Collepiano. Fatico, ma il cuore risponde abbastanza bene: ieri forse era più reattivo, ma oggi la prospettiva è diversa. Scendo in mezzo al bosco, facendo attenzione al ghiaccio e mi ritrovo ad Adrara San Martino. Svolto a sinistra, attraverso il paese e ricomincio a salire verso i Colli di San Fermo. Superata anche Adrara San Rocco e la rampa infida successiva, provo a trovare un ritmo regolare, l’unico sostenibile in questa fase della stagione. La catena perennemente sul 34x24 o sul 34x26, le gambe agili, il cuore sotto controllo, la neve a bordo strada che man mano che salgo aumenta ed inizia ad impadronirsi dell’asfalto nei tratti in ombra. Sono le sensazioni che cercavo. Chissenefrega se salgo piano (ci sarà modo e tempo per fare meglio), chissenefrega se a metà strada tra il cartello dell’11° e 12° km un tizio in bici mi passa a velocità quasi doppia (provo a stare al suo passo per 300 metri e poi capisco che non è proprio il caso …). Pian, piano arrivo al cartello del 13° km e da lì in avanti la strada è completamente esposta al sole, mentre l’asfalto è sempre più coperto dalla neve evidentemente spostata anche dal vento. Dopo il cartello del 14° km, salgo su una striscia di asfalto pulito larga non più di 50-70 centimetri, ma con moltissima prudenza al punto che quando vedo scendere un’automobile mi fermo e metto il piede a terra per farla passare. Un po’ più complicato ripartire, proprio lì dove la pendenza raggiunge il suo massimo, ma memore delle avventure sul Seren del Grappa parto e al terzo tentativo la tacchetta fa “click” ed entra nel pedale. Scollino, senza nemmeno sapere con che tempo (è l’ultimo dei miei pensieri) e devo fare ancora molta attenzione alla strada coperta di neve prima di raggiungere il valico vero e proprio dove vado a prendermi un meritato caffè.
Al barista (quello di sabato scorso) chiedo info sulla discesa verso Grone, notoriamente fredda e non facile. Lui mi rassicura e allora indosso la mantellina e riparto scendendo in direzione della Val Cavallina. I primi 3 km sono ancora abbastanza al sole, gli altri 6 no … ma non va malissimo, nel senso che il freddo lo sopporto e tenendo la velocità ridottissima non rischio nulla.
Quando sono all’innesto della SS 42, mi fermo un attimo, tolgo la mantellina e riparto. Il sudore si è raffreddato sotto l’abbigliamento e mi serve proprio una bella salita come il Colle Gallo per tornare a riscaldare il vecchio diesel. Ovviamente, essendo da solo, prendo la variante di Trate che mi ha insegnato anni fa Giuseppe e che a me piace tantissimo. Pian piano (e con tanta fatica) arrivo in vetta al Colle Gallo. Brevissima pausa per mollare i liquidi in eccesso, mangiare un panino e scattare un paio di foto.
Poi giù in discesa verso Albino e la Val Seriana. Il primo tratto è di nuovo piuttosto freddo. Uso prudenza. Mi immedesimo nella parte di uno che deve trasportare uova o cristalleria. I freni vanno usati con dolcezza …
Arrivo a Dossello dove il sole torna ad illuminare la strada e lascio correre un po’ di più la bici. Ad Albino però, opto per passare da Nembro per sfruttare il versante della Val Seriana più soleggiato. Faccio la scelta giusta e ritrovo subito una temperatura più gradevole, anche se inizio ad essere visibilmente stanco.
Attarverso il fiume Serio e a Gavarno imbocco l’ultima salita del giorno: il facile Colle dei Pasta, che supero grazie all’esperienza e al fatto che salga a gradini. Poi giù verso Cenate Sopra e Trescore e da lì rientro con gli ultimi 30 km di più o meno piana. A 500 metri da casa, incrocio di nuovo la Panda di mia moglie
che sta andando a prendere mia figlia
a scuola. Che combinazione …
Sotto la doccia mi sento cotto a puntino, ma sono soddisfatto e pronto ad affrontare un pomeriggio di intenso lavoro.
Tempo: 5h 49'
Distanza: 130,7 km
Battiti: 144/172 bpm
Cadenza: // rpm
Velocità media: 22,5 km/h
Dislivello: 2.298 mt
Calorie: 3.209 kcal
Temperatura: min -5°C/media +1,0°C
Ciao e buone pedalate a tutti