Il giardino incantato e i maiali guardiani. C'era una volta....
Martedì 19 Marzo
Dopo la deprimente domenica passata a guardare (senza invidia!) la gelida Milano - Sanremo, mentre fuori della finestra pioveva acqua ghiacciata a 2°C per tutta la giornata, oggi aspettavo di potermi rifare. Ma il sonno di stamattina ci ha messo del suo e ho indugiato a letto ben oltre il suono della sveglia e, dovendo rientrare nel primo pomeriggio per impegni extra-ciclistici, già mi vedevo rassegnata ad un anonimo giro a/r in Riviera, con giro di boa a Rapallo.
Ma per vivacizzare un po' l'uscita decido di evitare l'attraversamento della città e punto alla collina di Sant'Eusebio/Bavari, per tornare sull'Aurelia un po' più in là: il richiamo della salita, pur in questo gelido Marzo, inizia a farsi insistente. Già al primo tornante (saranno sì e no 50 m.s.l.m.) la neve è uno strato compatto ai lati della strada e quando più avanti, nel tratto più selvaggio di questa salita cittadina, si guadagna a tornanti la collina passando in una fitta boscaglia, l'atmosfera si fa irreale.
Allo scollinamento (circa 300 m.) lo sguardo spazia sui monti che circondano Genova, tutti imbiancati fino a ridosso della distesa blu del mare. Stupendo.... E in quel momento prendo la decisione di rinunciare al solito "avanti e indré" rivierasco per azzardare la salita al Monte Fasce, che sorride sulla città tutto bianco anche lui, contro un bellissimo cielo azzurro.
Affronto l'impegnativa salita, come sempre, col dovuto rispetto. La neve, sottile ma compatta, lambisce la carreggiata e di quando in quando mi accompagnano crepitii e piccoli tonfi di ghiaccio che cade da rami e cespugli, "micro-slavine" di neve che rotola, smossa dal vento che batte il pendio. E sotto di me, laggiù, la città e il mare blu: perché non ho portato la macchina fotografica?
In cima lo spettacolo è stupendo
. Oltre a quanto già descritto riconosco nitida, nella limpidezza della giornata, far capolino là in fondo oltre la cintura dei monti liguri, la sagoma bianchissima del Monte Rosa: l'avreste detto?
Può bastare? No.
La strada corre alta a lambire il crinale, e in un tratto esposto a nord mi trovo improvvisamente a passare in un giardino addormentato da un incantesimo
: ogni cespuglio, ogni filo d'erba è cristallizzato dalla galaverna, ogni essere inanimato è prigioniero di una gabbia di vetro. Ogni tanto, con un crepitare secco, qua e là qualche ciuffo riesce a liberarsi dal sortilegio, mandando in mille pezzi il ghiaccio e riconquistando la libertà.
I lunghi aghi irrigiditi sui rami dei pini ricordano "Mani di Forbice" e i tronchi mostrano un curioso effetto bicolore, con uno strato di ghiaccio spesso almeno due dita che sfida la verticale e ne riveste il lato esposto a nord.
Come in una favola di Andersen attraverso il giardino magico, sotto lo sguardo apparentemente incurante dei suoi guardiani, i "mitici" maiali in libertà che sempre si incontrano lungo la strada nella zona del Fasce che, oggi infangati più che mai, aggiungono un che di favolesco al paesaggio già di per sé irreale.
Man mano che scendo su Calcinara torno nel mondo della realtà. Ormai non mi resta che la lunga discesa sulla costa fino a Recco, la breve deviazione in salita per Megli, dove un pesco in fiore reclama la Primavera, e il definitivo rientro a casa.
No, decisamente quello di oggi non è stato un anonimo giro in Riviera.
Mannaggia non aver portato la macchina fotografica!!!
Distanza Km. 73,36
Dislivello m. 1398
Quota massima m. 750
[Modificato da grigua 19/03/2013 23:53]
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Un'emozione in più è terra conquistata,
non possiamo chiedere certezze a questa vita (R.Z.)
E' il tempo, sai, che ci misura,
che ci fa uomini o soltanto frenesia (R.Z.)