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oO Sembra che siamo finiti all'Inferno, Malekus… oO

Ultimo Aggiornamento: 26/12/2012 18:01
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Sesso: Femminile
26/12/2012 18:01

RIASSUNTO


Il Tor è bianco, ospita i passi e le parole di Malekus e Dewdra. Si scambiano strane informazioni sull'Isola di Avalon, sulle avvertenze fatte ad entrambi dall'Arcidruida per poi, molto lentamente, rendersi conto di essere finiti in una terra malata da strane creature. Dewdra è all'oscuro di ciò, ma Malekus la metterà in guardia dalla notte. Una volta entrati in una sorta di maggior confidenza, Dewdra svelerà il suo passato al giovane norvegese. Intirizziti dal freddo decideranno di continuare le chiacchiere presso il caldo fuoco della locanda.


COMMENTO


Oooh, ma quanto chiacchierano questi due! Grazie Malekus!



oO Sacro Tor Oo








DEWDRA §°§ Sentiero Tor §°§ La neve è finita, esauritasi dal cielo bianco che è ora nuvoloso, mentre da giorni la nordica danese e il suo Vento selvaggio, avrebbero guardato quella stessa consistenza bianca dalla finestra appannata ed opaca della sua stanza alla locanda. Decide di uscire, portando con sé solo il Medaglione della Luna, legato da una catena che stringe ancora le sue radici sconosciute al suo passato. Gli occhi grigio-azzurri sono perle, perle di nebbie, poiché in quello sguardo mai si riuscirebbe a scrutare il suo animo. Gli scarponcini, non molto eleganti, calpestano la scia di ghiaccio che sarebbe rimasta sul lastricato sentiero, indicandole la via da seguire. Addosso ha vesti scure e pesanti, un mantello spesso di lana nera e la pelliccia che circonda il bordo scuro del cappuccio è grigio scuro. Una sagoma distinta in tutto quel bianco, che non sembrerebbe affatto candido, avrebbe, agli occhi di Dewdra, un che di infausto, di così poco brillante che mai altro paesaggio le apparirebbe più inquieto. Del resto, la neve non le fa paura, c'è nata dentro quel gelo, sotto l'ululato di lupi famelici. Lo scialle sulle spalle, sotto al mantello grezzo scuro, oscillerebbe con le sue frange nordiche sul petto, un passo ed un altro, per arrivare fino all'altura. L'ultima volta che s'era avventurata in giro per quella strana isola era diretta ancora al Tor. Incontrò Nolhan, meditarono insieme, poi ella stessa scoprì che il Terzo Druido di Avalon le si era palesato innanzi. Oggi, quali sorprese custodirebbe per lei quella terra che dicono ancora... Sacra.




MALEKUS [sentiero] Ti inoltri seguendo un sentiero che si inerpica in direzione di una collina. Quel che i tuoi occhi hanno visto la scorsa notte non lo puoi dimenticare.Non ci sarà il tempo per farlo. Merenwen, dal canto suo, è stata ospitale con te e con il burbero nano. Non sei riuscito a chiudere occhio nonostante la possibilità di dormire in un morbido letto caldo. Di fatto, gli occhi scuri che guardano davanti sono lievemente arrossati, cerchiati di rosso , quasi iniettati di sangue. Cosa che però non brami. I tuoi passi si muovono furtivi, silenziosi. Il vento freddo porta con sè soltanto la sensazione di uno schiaffo sul tuo viso. I tuoi capelli lunghi e scuri sono annodati in un laccio di cuoio sulla nuca. Le tue labbra si aprono ad un sorriso accattivante mentre le iridi nere come la pece sono franche e amichevoli. Vesti brache di cuoio sfrangiate e una tunica priva di maniche, anch'essa di cuoio. Sopra quest'ultima la cotta di maglia e l'armatura del soldato che spesso indossi. Ai fianchi, legate alla cintura di cuoio le due spalle gemelle, due corte per l'esattezza. A coprire la tua grande figura c'è il tepore del caldo mantello rosso carmino che scende sulla schiena fino a lambire le caviglie. La neve permane a sprazzi soffocando i sottili fili d'erba forse un tempo vivaci e vivi nel loro colore. Spazi con lo sguardo ogni singolo elemento circostante. Una figura di ammantata e nero vestita sembrerebbe avere il tuo stesso desiderio o il medesimo stimolo di curiosità. Affretti il passo stringendoti al petto la calda manta.




DEWDRA §°§ Sentiero Tor §°§ Le mani sono nascoste sotto agli abiti, per di più sarebbero gelate, mezze rosse, spaccate. Non è tempo di primavera, decisamente no. Il freddo ed il gelo hanno conquistato tutto, ogni cosa vivente, soprattutto, sembrerebbe. Il mantello pesante striscia nella neve, imbiancando e bagnando quella veste. Perché dei Rose nel suo sangue non c'è mai stata traccia, perché non lo è mai stata, Dewdra, una Rose. Quindi avrebbe un aspetto non decisamente trasandato, ma più selvaggio, in affinità con qualcosa che è legato alla Natura, allo Spirito delle cose stesse. Qualcosa che sfugge a chiunque, perché la vera libertà è veloce, corre, corre… Lei tira su il vestito e il mantello, ma ondeggia appena su quella neve, e un leggero affanno l'avrebbe presa, quindi gli occhi lucidi e le gote rosse, appaiono come realtà vive sul suo volto. Una ciocca di capelli neri come la notte cade dal cappuccio, lascia che vibri, che ondeggi e si libri. Non sente di passi, forse nemmeno la presenza poco dietro di lei, ma avanza, facendo molta attenzione a dove poggerebbe i suoi passi. Nessun uccello in volo, non è un bel segno. Solleva di poco il mento, ma gli occhi si condensano al bianco ancora, da far male, solo i Menhir si intravedrebbero finalmente. Poco prima di metter piede sulla piana del Tor, si fermerebbe, sostandosi per eterni attimi. Osservando tra il vapore freddo della nebbie e la neve che divora, mangia il paesaggio e il lago da lassù è mare ghiacciato. Il ragazzo dietro di lei, si accorgerebbe che Dewdra si sarebbe fermata, potrebbe probabilmente così raggiungerla, ma tanto, prima o poi le si avvicinerebbe ugualmente, se è medesimo il sentiero che, entrambi, starebbero percorrendo.




MALEKUS [sentiero] Il freddo penetra e come fitte al corpo si scontra con il calore del petto. Stringi più forte il mantello al collo mentre osservi la figura ammantata fermarsi. Che si fosse accorta della tua presenza è ciò che andresti a pensare sulle prime...ti avvicini, questa volta più cauto. Nessun accenno di portare la mano ad una delle due gemelle celate alla presenza della dama che raggiungi. [Incantevole. Davvero.] le tue verba si aprono al colloquio con la sconosciuta mentre ammiri il lago da quella posizione seguendo lo sguardo della ragazza. Scostando una parte del mantello sfileresti la tua ghirba riempita stamane al ruscello nella foresta. [Prendete e bevete, milady.] mormori allungandole la fiaschetta d'acqua con un sorriso dipinto sul volto. Estendi l'invito in segno di offerta. Cerchi i suoi occhi se solo lei ti donasse attenzione. Queste terre sono pericolose quanto quelle lasciate. La stessa terra natìa sembra essere luogo più sicuro delle fredde mura cittadine. Quattro mura non fermeranno l'oscurità...rammenti le parole di Cassandra. [Il mio nome è Malekus.] non celi la tua vera identità. Perchè farlo? Nobile è l'animo del cavaliere sempre veritiero, sempre disposto a difendere i più deboli. Questo almeno è il lontano giuramento. [Il vostro?] domandi cercando di non essere scorbutico come hai già fatto in passato.




DEWDRA §°§ Sentiero Tor §°§ Chissà se i passi della danese hanno lasciato segni su quel ghiaccio infernale. Freddo. Ostinato. Involucrato come le sorti stesse di quell'Isola che non sembra avere, a parer suo, l'aspetto di -casa-. La voce sobilla e freme nell'aria maledetta e fredda, avrebbe un sussulto l'anima e l'espressione è di ghiaccio, spaventata, forse lei, ma non si lascerebbe conquistare da quell'invito. O almeno non adesso, quando la stessa aria vortica per pietrificarli entrambi. Volge lo sguardo al fine di vederne il volto, gli occhi scuri, abissi dentro altri abissi. Tratterrebbe il respiro, ma sono quegli occhi penetranti e duri che osservano le sue mani tenere saldamente la borraccetta. Scuote il capo la danese, convinta di voler rifiutare qualsiasi gesto di solo calore che possa, probabilmente, sciogliere i ghiacci che invadono la costa lagunare. Indaga, mantiene un'espressione distaccata, severa. Solo dopo lascia che la bocca carnosa si schiuda e la voce possa prendere la rincorsa verso il destinatario. ''Dewdra.'' secco, gelido rimando come la neve ghiacciata sotto ai suoi piedi. Dopo di ciò farebbe passi in avanti, lasciando che il mantello pesante di lana grezza possa rotolare in quel bianco. ''Malekus, avete detto?'' non tentenna la voce, non trapelando alcuna emozione. ''Non si può dire che sia incantevole un luogo in cui si sono annidati mostri.'' Taglia le corde Dewdra e lascia che il fiume tra i due cominci a scorrere. Successivamente, abbassando lo sguardo, procederebbe verso l'altare, il Cerchio, senza, tuttavia, entrarci dentro.




MALEKUS [sentiero - Tor] Il suono della sua voce è incantevole anche se austero. Ancora non lo sai ma appartenete al nord entrambi. [Dewdra, dite?] domandi andando ad infilare la ghirba alla cintura di cuoio dopo il suo diniego del capo. [E' un bel nome. Non l'ho mai sentito, ma ha un bel suono. Dewdra. Dewdra.] Ripeti il suo nome con voce sottile mentre riprendi il passo dietro di lei. [Si, Malekus.] Affermi con un gesto del capo. Ti porti al suo fianco nuovamente, accostandola sulla sinistra per poi aggirarla arrestando il suo cammino. [Vedete, Dewdra, un paesaggio non muore mai nemmeno se creature oscure possano calcare il suolo. Un paesaggio è incantevole allo stesso modo. Provate a dimenticare per un istante quel che succede sull'isola...]. Ti scosti per poi darle le spalle e osservare silente il lago da una diversa angolatura. Stringi le braccia al petto, un rumore metallico proviene da sotto le tue vesti. Gli occhi stringi quasi come a voler scrutare oltre quelle nebbie che hai superato soltanto ieri. [Avalon e la mia terra sembrano gemelle. Clima rigido, neve ad ogni angolo. Persone fredde.]. Sospiri per rivolgerti a lei. [Siete nata in queste terre o siete anche voi una straniera?] domandi lasciando cadere ogni tuo pensiero ogni tuo ricordo ed ogni suo dolore.




DEWDRA §°§ Sacro Tor §°§ Malekus ha l'animo buono, così le pare, potrebbe fidarsi, anche se le parole di Merenwen l'hanno tuttavia sconfortata e non poco. Annuirebbe senza volerlo guardare negli occhi, non vorrebbe cercare il suo sguardo ma imparare a conoscerne la voce prima dei gesti. Ascolta quel verbo carico di fuoco e di parole che oltrepasserebbero la barriera del suo Io, per voler provare a sorridere. Malekus non è un druido, su questo pensiero invece si culla un'idea quasi ironica. Le mancano molto Teobromie e Nolhan e anche la stessa Merenwen, dentro di lei, sempre più forte e chiaro, si sarebbe aperto quel desiderio di diventare ciò che la Natura forse vorrebbe che lei diventasse, figlia del Vento e di tutti i suoi Elementi. Viva e ancora viva. Certo che solo la Fortuna le porterà nuovamente ad incrociarne i passi. Però Malekus la distrae, fino a che non arriverebbe, a passi affondati nella neve, al suo fianco. Senza mai cercare ancora i suoi occhi, senza mai scrutarne il profilo mascolino ma morbido, allunga lo sguardo grigio verso le acque fredde ora, ancora scuote il capo, il vento passerebbe sul pelo del cappuccio e la pelle del viso di Dewdra parrebbe sottile come lastre di vetro. ''Si…'' sussurri, io sono nata…'' dove è nata la figlia adottiva dei Rose di Danimarca, dove? Che cosa starebbe per dire la fanciulla nordica all'indirizzo forse curioso e attento di Malekus. ''Io non ho casa, credevo di essere qualcosa che non ero.'' Un distratto gesto delle mani che ora, verrebbero tirate fuori dai lembi neri del manto. ''Danimarca… costa dello Jutland'' Se Malekus afferrasse quel gemito più che quel verbare sarebbe con Dewdra su un'ottima strada iniziale. ''Chi avete incontrato qui ad Avalon… Vi hanno detto dei mostri?'' domanda lecita del resto, poiché il ragazzo parrebbe già esser stato messo sull'attenti. Finalmente lo guarda Dewdra, posa gli occhi dolcemente sul colore scuro dei capelli, sulle ciglia e sulle labbra. Le nuvole coprono ogni cosa dell'azzurro lassù, ma è l'anima di lui che lei vorrebbe vedere.




MALEKUS [Sacro Tor] I passi della dama si avvicinano. I suoi occhi sembrerebbero sondare la tua personalità affondando nei tuoi. Inutile negarlo. Dewdra sembra incerta sulle parole che profera. Forse avrebbe solo bisogno di avere fiducia nel prossimo. Forse in te potrebbe trovare il modo di ritrovarsi, di aprirsi con qualcuno. [Danimarca.] mormori con un sorriso. [Ci sono passato in sella al mio cavallo.]. Abbassi il capo e in quell'istante i tuoi ricordi riaffiorano alla mente. [Sono fuggito nella notte dalle mie terre. La Norvegia.] sollevi le iridi incrociando il di lei sguardo per vedere se le tue parole possano farle provare un qualsiasi moto in quei bellissimi lineamenti, più delicati se solo si aprirebbero ad un sorriso. [Ho lasciato la mia patria solo per poter raggiungere Avalon. Eppure quel che i miei occhi possono vedere è solo il male che continua ad espandersi come una macchia d'olio.]. Ti avvicini a lei con il viso. [Pensavo di avere lasciato tutto alle spalle invece sembra che l'Inferno brami la mia anima.]. Ti ritrai appena dandole un attimo di respiro in modo che possa soppesare le tue parole e quello che andrai a rivelare. [Giunto a Barrington ho avuto modo di conoscere Lady Antair che mi ha fatto dono di una stanza per la notte.]. Soffermi le parole non divulgando l'incontro con il mezzelfo prima della partenza. [Soltanto poche ore fa ho lasciato il Nosocomio, un luogo protetto nella foresta. Lady Merenwen mi ha dato un letto comodo sul quale riposar le membra. C'era anche un nano con noi con un carico di...letame.] mormori nascondendo un sorriso dietro le dita di una mano. [Si, Dewdra. Era proprio letame per i druidi.] continui inarcando la schiena e questa volta ridendo abbondantemente. [In ogni modo...] concludi una volta ricomposto [...sono a conoscenza del male che ha trovato dimora su quest'isola. Sembra che l'equilibrio dell'isola sia stato infranto da queste creature: mannari, non morti e succhia-sangue abbiano trovato il modo di uscire dalle tenebre mescolandosi alla gente. Una volta vi era la primavera stabile con tutti i suoi fiori, con i suoi insetti, con il suo tepore sulla pelle, con il canto degli uccelli.]. La guardi intensamente pur senza un gesto affrettato. [Questo luogo è pericoloso quanto la terraferma, Dewdra. Cercate di stare attenta.] la metti in guardia su tutto ciò che sai. [Evitate la notte, evitate le tenebre. Sembra che queste creatura fuoriescano nello stesso istante in cui i mantelli dei signori della notte ricoprono il sole.].





DEWDRA §°§ Sacro Tor §°§ Le mani lasciate in balìa del vento tornerebbero nuovamente a celarsi e proteggersi sotto la stoffa pesante. Gli occhi di Malekus incrociano i suoi, due tizzoni ardenti, gemme brune e perfette. Un leggero sorriso andrebbe ad incurvarsi sulle sue labbra, anche gli occhi si illuminerebbero, il viso molto più disteso. Un soffio verrebbe lasciato vivere su quelle stesse labbra, mentre altre nerissime ciocche di capelli troverebbero vie d'uscita dal peso del manto sul capo. Le ciocche si alzano al ritmo del vento gelido, solleticano il viso chiaro della fanciulla che, a sentir menzionare il nome di Lady Antair, avrebbe un sussulto come lo stesso, forse, più evidente, sotto la nota della nomea dell'Arcidruida. ''Avete conosciuto Merenwen?'' domanda incastrando un pezzo di lei, finalmente. Quesito accorato ed interessato. ''Oh…'' esclama sul letame per i Druidi. Un attimo di nostalgia corre sul pensiero di tutti loro. ''Io non so di cosa stiate parlando Malekus, succhia..che?'' si contraggono le labbra e tutta la faccia, infine sul viso di Dewdra nascerebbe un'espressione stizzita, più stupefatta… ''Sì, lady Merenwen mi ha messo a conoscenza di fattacci, anche questo inverno parrebbe una novità per Avalon, anche perché io stessa ammetto di non averne mai sentito parlare di stagioni qui, sempre le leggende narravano di una terra vivida e calda… e ora?'' altra domanda, certo che il rebus in cui sono finiti tutti è greve e fastidioso. ''Io di mannari mai sentito, nemmeno di mostri in generale non ne so molto.'' Ora compirebbe un passo verso di lui, dopo che il volto di Malekus si avvicinerebbe di pochissimo al suo, mentre ironicamente anche lei lo farebbe, uguale, viso a poco dal suo, per spifferare una brutta idea che non abbia altri testimoni. ''Sembra che siamo finiti all'Inferno, Malekus…'' un sorrisetto nervoso, uno sguardo incisivo e duro, paralizzante per Malekus, si farebbe ora spazio, dentro di lui.




MALEKUS [Sacro Tor] Anche Dewdra è a conoscenza di molte cose, ma non tutte. [Succhia-sangue così ho sentito dire. Non so dare un nome nè un volto a queste figure vomitate e generate dall'Inferno. Non so neppure dirvi se o che cosa siano queste...cose.] continuo con un moto di stizza e una sollevata di spalle. [Conoscete lady Merenwen, l'Arcidruida.]. Rammenti il particolare con il quale ha affermato la sua posizione dinanzi al nano, con quanta facilità ha aperto il mantello turchino per rivelare il medaglione infilando una mano nella scollatura della casacca. Piccoli particolari...[L'inferno c'è sempre stato, Dewdra. Ma mai più vicino di oggi ve lo posso garantire. Così come il Male è sempre esistito, nato e cresciuto dall'odio e dalla paura delle persone, rigenerato da questi sentimenti ha trovato nuova forza. Tanto da far muovere l'equilibrio di questa terra. Come una bilancia. L'ago ora punta in direzione di chi potrebbe essere il vincitore.]. Abbassi il capo osservando le impronte lasciate sulla neve andando avanti e indietro. [Pensate che siano venute per richiedere un loro tributo? Un pagamento?] domandi sollevando il volto ai primi bagliori, alle prime stelle che luccicano, nel firmamento. L'aria fredda si alza intorno a te sollevando il mantello, rigonfiandolo all'indietro. [E se anche fosse, quale?] domande solo domande affiorano alla mente. Eppure sono ben poche le persone che possono trarre delle conclusioni. [Rashim...] favelli in tono sommesso. [...dispensatore di sventure...così disse lady Cassandra. Non so a chi poss appartenere quel nome ma non ne sono sicuro di spingermi oltre per scoprirlo. Alcune informazioni sono troppo importanti. Certi segreti hanno i loro debiti.].




DEWDRA §°§ Sacro Tor §°§ Farebbe proprio pochi passi, quelli sufficienti per riuscire ad avvicinarsi ad una pietra e poggiarsi sopra, magari probabilmente a sedersi. Si stringe il manto sempre più al corpo, gli scarponcini logori e bagnati andrebbero poi ad unirsi sotto ai bordi grezzi della veste, per poi portarne uno sopra l'altro. Così stretta a quel manto rigato di lana inclinerebbe il capo e il cappuccio volerebbe via, adagiandosi stanco sulle sue spalle. La chioma nera e ondulata vedrebbe la luce, la neve, ogni suo particolare, prima lievemente celato, andrebbe a scoprirsi agli occhi del norvegese. Pondera Dewdra, di certo non si sarebbe mai aspettata tanta sventura, sarebbe stato meglio rimanere a palazzo, svolgere la quotidiana vita da figlia dei Rose, pensa esattamente questo, mentre emetterebbe vacui respiri che si vaporizzerebbero al gelo, abbandonandosi ad esso. ''Non lo so proprio, Malekus, io credo che Avalon sappia proteggersi infine, è una terra sacra, so dell'esistenza della Dea, non so come, non so dove… '' Frenetiche si muovono le mani ora sulle braccia dentro e sotto al manto. ''Chi è lady Cassandra?'' chiede per sapere, anche se l'unico cruccio di Dewdra ora sarebbe solo l'impossibilità di incontrare Merenwen. ''Io sto alla locanda, voi rimanete ospite dell'Arcidruida?'' si morderebbe il labbro inferiore, assottigliando le palpebre in cerca di quelle risposte. Magari potrebbe farsi accompagnare da Malekus al cospetto di Merenwen. Già che vorrebbe tentare. Ma ancora non sa Dewdra che il suo destino è già scritto tra le stelle, come quello di tutti, su quelle due sponde.




MALEKUS [Sacro Tor] La guardi allontanarsi, adagiandosi sul bordo di una pietra fredda che il sole non ha trovato il modo di scaldare nemmeno oggi. [Ho sentito parlare di una Dea. Non so a che cosa si fosse riferita Merenwen ma molto presto lo scoprirò.] le dici slacciando l'intreccio delle braccia e facendole ricadere ai lati. Ricopri la distanza che da lei ti separerebbe con morbidi passi sulla neve. [Cassandra? Non vi saprei dire chi fosse.] favelli sinceramente osservando la tua immagine nell'iride della fanciulla. [Una ragazza enigmatica, sottile e anche molto saggia. Anche se il suo volto appare indefinito e privo di età potrei dirvi che tutt'altro per la sua esperienza. Forse Merenwen potrebbe fornire entrambi di una risposta alla vostra domanda.]. Ti guardi intorno, oltre la tua interlocutrice. I pochi fili d'erba che escono dalla neve sono ghiacciati, impossibilitati a muoversi sotto il lieve soffio del vento. Andrai a coprirti stringendoti nelle spalle. [Non sono ancora andato nella cittadina, Dewdra. Non conosco bene l'isola, le sue abitudini. Se solo lo voleste potrei scortarvi all'interno delle mura accompagnandovi dove avete trovato alloggio. Ho bisogno di un posto caldo e di qualcosa da mangiare per meglio ponderare su questi particolari.] concludi andando a sfregar le mani una nell'altra. Quindi porgerai il braccio alla ragazza, la mano aperta la inviterebbe a rialzarsi dalla pietra per poter proseguire ridiscendendo il sentiero percorso soltanto poche ore prima.




DEWDRA §°§ Sacro Tor §°§ Pensa, pensa con attenzione e continuerebbe a stringersi al manto e ad ascoltare quella risposta che desidera, che brama più di tutto. Se poi sbagliasse Dewdra, sarebbe proprio il Vento che vorrebbe inseguire? Forse vorrebbe anche imparare a sceglierlo quel Vento. Scrolla le spalle, poco dopo ascoltando il congedo di Malekus sulla locanda, prenderebbe l'orlo del cappuccio per sollevarlo pesantemente sopra al capo, andando con cura a celare l'intera chioma corvina. ''Sapete che i miei primi ed unici incontri qui ad Avalon son stati Tre Druidi?'' gli sorriderebbe maliziosa sull'argomento. Si lascerebbe porgere il braccio e sibilerebbe un sottile ''Grazie'' imbarazzato. '' Sono stata trovata dai lupi nella Foresta innevata, ma le spine dei Rose mi hanno salvato, sono stata -adottata- e ho vissuto in un palazzo sontuoso e ricco, poi ho scelto di vivere libera.'' Il fiume della sua vita si dipana tra il passato e il presente. ''Questa sono io, ora, una selvaggia.'' pronuncerebbe quelle verba con passione e Verità, senza celare di essere senza nido e senza meta. Il medaglione della Luna apparirebbe come d'incanto però, come a voler ricordarle che, invece, una radice forte l'ha. ''Venite, vi porto alla Locanda.'' Detto questo, lascerebbe che la mano possa imbracciare il suo avambraccio, mentre gli canticchierebbe una canzoncina che avrebbe udito non molto tempo fa, proprio su quell'altura, dal Terzo druido, così ha soprannominato Nolhan. Via dall'incanto bianco, per finire davanti al fuoco caldo della locanda.




MALEKUS [sentiero] Scorgi la dolcezza di Dewdra solo nell'istante in cui le prenderesti la mano aiutandola a sollevarsi. La suo passato non è forse tutto ciò che ogni persona desidera? Ascolti le sue parole, con quanta dolcezza si susseguono le sue verba ora che lo stretto laccio di ghiaccio sembra essersi spezzato in lei. Non puoi evitare di sorridere nella notte imminente. Forse lei, anche se al tuo fianco, nemmeno se ne accorgerà. Avresti molto in comune con la giovane dama. Entrambi, anche se con passati diversi, state cercando di essere liberi su una terra ospitale ma piena di insidie e di pericoli. Vorresti parlargliene ma non potresti mai fermare la sua voce e quel canto che ti riscalda più di un fuoco ardente provenire da un camino. Questa è la forza della compagnia, l'hai trovata in Dewdra ora. Le parlerai di te no appena giunti nei pressi della locanda seduti a un desco, davanti una pietanza calda, meglio fumante. Intanto ti riscaldi con quelle emozioni che finora lei soltanto ti ha donato. Lasci le perle di neve alle spalle, i sottili fili d'erba ghiacciata, le gocce d'acqua sciolte durante il giorno...ma quella più rara è lì accanto a te.




Trovata dai Lupi nella Foresta, salvata dalle spine dei Rose.
-Nata per inseguire il Vento-


༺ Bardo dei Druidi di Avalon ༻





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