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Dimissioni d' élite

Ultimo Aggiornamento: 20/03/2024 19:45
19/07/2013 13:16
 
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Usa, Janet Napolitano lascia governo, guiderà l’Università della California
55 anni, democratica, era già prima donna a capo dell'istituzione incaricata di provvedere e coordinare la sicurezza interna americana voluta da George W. Bush dopo gli attacchi dell’11 settembre



“Ringrazio il presidente Barack Obama per la opportunità che mi ha dato di servire il Paese nel corso di un capitolo importante della sua storia”. Queste le parole con cui Janet Napolitano ha annunciato le sue dimissioni da segretario alla Sicurezza interna degli Stati Uniti, il Department of Homeland Security (DHS), istituzione incaricata di provvedere e coordinare la sicurezza interna americana voluta da George W. Bush dopo gli attacchi dell’11 settembre. Il numero uno della Casa Bianca ha a sua volta ringraziato la Napolitano. “Con lei gli americani oggi sono più sicuri”: con la “sua leadership ha protetto contro gli attacchi terroristici”. Secondo quanto riportato dal Los Angeles Times, l'ormai ex segretaria sarà il prossimo presidente dell'università della California (Uc), una scelta singolare che porterà un politico di primissimo livello a occupare un posizione solitamente affidata ad un accademico. L'ormai ex segretario alla Sicurezza interna ha poi aggiunto che il suo dipartimento “ha migliorato la sicurezza dei viaggiatori, ha messo in atto importanti passi per rendere il nostro sistema dell'immigrazione più giusto, garantendo al tempo stesso risorse record alla protezione dei confini nazionali e migliorato la sicurezza informatica insieme ai partner del settore privato”.

12.7.2013
www.tgcom24.mediaset.it/mondo/articoli/1105840/usa-janet-napolitano-si-dimet...
01/08/2013 02:06
 
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Slovenia, il papa fa piazza pulita
Nel gennaio di due anni fa 'l'Espresso' scoprì l'incredibile buco da un miliardo di euro fatto dalla diocesi di Maribor. C'è voluto Bergoglio per mandare a casa i vescovi locali


Marjan Turnsek


Anton Stres

Papa Francesco, alle prese con le pulizie dello Ior, sta lavorando a tutto campo, con l'intenzione di sradicare malaffare e cattiva gestione del passato anche fuori i confini vaticani. Così oggi ha fatto "dimettere" due pezzi da novanta della Chiesa slovena, considerati tra i principali responsabili di un crac da 800 milioni di euro della diocesi di Maribor, l'arcivescovo di Lubiana Anton Stres e di quello di Maribor Marjan Turnsek. Entrambe le rinunce sono state presentate per il comma 2 del canone 401 del diritto canonico, quindi "per grave causa". Andrej Glavan, vescovo di Novo Mesto, è stato nominato nuovo reggente dell'arcidiocesi di Lubiana; Stanislav Lipovsek, vescovo di Celje, è invece il nuovo reggente dell'arcidiocesi di Maribor. A confermare la rinuncia alla carica episcopale sono stati gli stessi Stres e Turnsek in una conferenza stampa con il nunzio apostolico di Slovenia, Juliusz Janusz. Stres e Turnsek hanno detto di essere rammaricati per quanto è successo, e hanno ammesso in parte di avere responsabilità nella vicenda in quanto esponenti ecclesiastici ai vertici. Stres fu arcivescovo "coadiutore" da febbraio 2009 a gennaio 2010, quando fu nominato arcivescovo di Lubiana, e Turnsek fu nominato arcivescovo coadiutore di Maribor nel 2010 e arcivescovo nel 2011, dopo le dimissioni del predecessore Franc Kramberger (a causa dello stesso crack finanziario).

Emiliano Fittipaldi
31 luglio 2013
espresso.repubblica.it/dettaglio/slovenia-il-papa-fa-piazza-pulita/22...
[Modificato da wheaton80 01/08/2013 02:07]
04/08/2013 23:42
 
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Libia, si dimette il vice premier Barasi



BENGASI (LIBIA) – Il vice premier della Libia, Awad al-Barasi, ieri ha rassegnato le proprie dimissioni, affermando di non aver ricevuto sufficienti poteri per svolgere l’incarico che gli era stato conferito. “Non posso lavorare in un governo disfunzionale in cui i miei poteri vanno persi”, ha dichiarato il vice premier Barasi durante una conferenza stampa a Bengasi. Barasi ha criticato il governo del primo ministro libico Ali Zeidan, accusandolo di non essere in grado di affrontare in modo concreto i problemi del Paese.

Vanessa Ioannou
04/08/2013
www.julienews.it/notizia/dal-mondo/libia-si-dimette-il-vice-premier-barasi/311341_dal-mond...
13/08/2013 21:57
 
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Rep. Ceca/ Accettate dimissioni governo, verso elezioni a ottobre
Zeman ha detto che non cercherà di rinviare scioglimento camera


Jiri Rusnok

Praga, 13 agosto 2013 (TMNews) - Il presidente ceco Milos Zeman ha accettato le dimissioni del governo guidato da Jiri Rusnok, sfiduciato la scorsa settimana, in un nuovo passo verso elezioni anticipate. Zeman ha chiesto all'economista Rusnok di assicurare gli affari correnti "sino alla formazione di un nuovo governo che, spero, nascerà da libere elezioni", ha detto il capo di Stato, che a questo punto sembra a sua volta rassegnato alla convocazione anticipata di nuove legislative. La settimana prossima la Camera dovrebbe votare l'istanza di autoscioglimenmto e il presidente ha detto che non cercherà rinvii. A questo punto, una chiamata alle urne per cercare di mettere fine alla crisi politica, sarà con ogni probabilità per il mese di ottobre. In quest'ottica, i partiti di sinistra sembrano ben posizionati per una vittoria, secondo i sondaggi, e il Social-democratici hanno concrete possibilità di tornare al potere per la prima volta dal 2006.

www.tmnews.it/web/sezioni/nuovaeuropa/PN_20130813_00101_...
[Modificato da wheaton80 13/08/2013 21:58]
30/08/2013 01:20
 
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Svizzera: si dimette presidente di Zurich Insurance, Josef Ackermann



(ASCA) - Dopo il suicidio del direttore finanziario di Zurich, Pierre Wauthier, il presidente della compagnia assicurativa svizzera, Josef Ackermann, ha annunciato le sue dimissioni ''con effetto immediato''. Lo riferisce Zurich Insurance Group in un comunicato, in cui si precisa che il nuovo presidente ''sarà l'attuale vice, Tom de Swaan''. Ackermann, 65 anni, ex direttore generale di Deutsche Bank, in un messaggio ai membri del Cda di Zurich ha spiegato che ''la morte inattesa di Wauthier mi ha profondamente colpito: ho motivo di credere che la sua famiglia pensi che debba assumermi la mia parte di responsabilita'''. ''Di conseguenza - ha aggiunto Ackermann - ritengo che il proseguimento delle mie attivita' alla presidenza del Gruppo debba essere rimesso in questione, per il bene di Zurich''. ''Per evitare qualsiasi danno alla reputazione della societa' ho deciso di ritirarmi da tutte le mie funzioni'' ha concluso. Il Consiglio di amministrazione di Zurich ha fatto sapere di aver ''accettato'' le dimissioni di Ackermann, accolte pero' con ''profondo rammarico''.

www.asca.it/newsSvizzera__si_dimette_presidente_di_Zurich_Insurance__Josef_Ackermann-1308516-...
31/08/2013 20:40
 
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Lascia Bertone, contestato ma sempre difeso da Ratzinger



(AGI)- L'era Bertone si e' conclusa ufficialmente oggi con la nomina da parte di Papa Francesco del nuovo Segretario di Stato. Il passaggio di consegne con monsignor Pietro Parolin avverra' il 15 ottobre ma gia' da oggi si puo' dire che sia uscito di scena il cardinale Tarcisio Bertone, 79 anni il prossimo 2 dicembre. Il porporato, che e' stato rettore dell'Universita' Salesiana e poi arcivescovo di Vercelli e Genova, lascia dopo sette anni la piu' antica e rilevante carica della Curia romana affidatagli da Benedetto XVI, il 15 settembre 2006 che prima lo scelse anche se non veniva dalle file della diplomazia, come era prassi per i suoi predecessori, e poi l'anno dopo lo nomino' anche camerlengo, perche' custodisse la Sede apostolica in assenza del Pontefice e eventualmente ne certificasse la morte, curandone le esequie. Con Jospeph Ratzinger aveva lavorato all'ex Sant'Uffizio, come numero due e aveva conquistato la sua piena fiducia occupandosi dei dossier piu' scottanti: la teologia della liberazione, lo scisma di Lefebvre, il terzo segreto di Fatima, le apparizioni di Medjugorje, il caso Milingo. Da segretario di Stato pero' non ha portato bene al "suo" Pontefice perche gli ha attirato addosso diverse "tegole", in particolare le vicende giudiziarie che coinvolgono lo Ior - istituzione per la quale Bertone si e' molto interessato essendo presidente del Comitato di vigilanza, incarico dal quale non sembra intenzionato a dimettersi - e il caso Vatileaks, nato proprio dalla pubblicazione di documenti riservati che lo riguardavano: in buona sostanza lettere di protesta contro di lui indirizzate al Pontefice tedesco che nonostante tutto lo ha sempre difeso. Paradossalmente, essendo proprio lui il bersaglio dei veleni che hanno funestato il Pontificato e estenuato Benedetto XVI, un ruolo tra i piu' cruciali, Bertone lo ha svolto proprio dopo l'annuncio delle dimissioni da Papa quando assume la funzione di governo ordinaria della Chiesa fino al 13 marzo scorso giorno dell'elezione di Bergoglio. Ma nel corso delle Congregazioni Generali non gli vengono risparmiate critiche proprio per la disinvolta gestione dello Ior, tanto che il cardinale Scherer che si alza a difenderlo dagli strali di altri porporati (in particolare del prefetto dei religiosi Braz d'Aviz) vede sfumare ogli possibilita' di essere eletto e in Conclave racimola pochissimi voti. E il presidente dei vescovi americani Dolan appena qualche settimana fa chiede pubblicamente a Papa Francesco di fare in fretta a sostituire il segretario di Stato.

31 agosto 2013
www.agi.it/cronaca/notizie/201308311643crort10094lascia_bertone_contestato_ma_sempre_difeso_da_r...
03/10/2013 18:20
 
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Telecom, Bernabè lascia la presidenza
Le dimissioni comunicate durante il consiglio di amministrazione. Il titolo recupera in Borsa. Domani l’incontro tra l’ad e sindacati



Franco Bernabè si è dimesso da presidente di Telecom. Lo ufficializza la società in una nota segnalando che il Consiglio di amministrazione prosegue sotto la conduzione del vicepresidente Aldo Minucci. «Il consiglio ha espresso i suoi vivi ringraziamenti per il grande impegno e l’elevato apporto manageriale profuso in questi anni», prosegue il comunicato ricordando che il manager era consigliere esecutivo non indipendente e presidente del comitato esecutivo e che possiede 468.000 azioni Telecom ordinarie e 480.000 risparmio. Immediatamente dopo la diffusione della notizia delle dimissioni del presidente, in Borsa il titolo che viaggiava in calo di oltre l’1%, sale dello 0,16% a 0,63 euro per azione. Domani alle 15, nella sede di Corso d’Italia a Roma, l’amministrazione delegato di Telecom Italia Marco Patuano incontrerà i sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil. Ne dà notizia il segretario della Fistel Cisl, Vito Vitale. I sindacati, ha spiegato Vitale, sono stati convocati da Patuano per «illustrare gli effetti del Cda» che è in corso oggi a Milano, a cui il presidente Franco Bernabè ha consegnato le proprie dimissioni.

03/10/2013
www.lastampa.it/2013/10/03/economia/telecom-bernab-lascia-la-presidenza-HB2ZvW6tHWoUvV80TPnr4N/pag...
14/10/2013 23:41
 
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Banca Marche, il presidente Masera lascia a 3 mesi dalla nomina
Spiega così le dimissioni: “Non ci sono i presupposti per rafforzare nell'immediato il patrimonio”. Dice addio anche il consigliere indipendente Pietro Alessandrini



Jesi (Ancona), 14 ottobre 2013 – Banca Marche perde il suo presidente: Rainer Masera si dimette a tre mesi dalla sua nomina:“Non ci sono i presupposti per rafforzare nell’immediato il patrimonio” spiega lui stesso. Masera punta il dito contro i capitani di industria, essendo stato nominato presidente “sulla base di assicurazioni dal mondo imprenditoriale marchigiano che avrebbe svolto il ruolo di perno per il necessario rafforzamento patrimoniale della Banca”.

Banca che ha davanti a sé la necessità di reperire non più 300 o 400 milioni di euro per la ricapitalizzazione bensì 500 (“da realizzare in tempi molto ristretti”). Ma “non ha i presupposti per ricorrere in condizioni di ordinaria gestione e tempi brevissimi al mercato per rafforzare il patrimonio” scrive Masera a tre mesi dalla nomina. L’ex ministro lamenta l'assenza di impegni “del mondo imprenditoriale per poter assicurare, la creazione del nocciolo duro necessario per porla in sicurezza”, mentre “le Fondazioni non hanno l'intendimento, le disponibilità e le autorizzazioni necessari per accompagnare il rafforzamento patrimoniale”. L’addio di Masera porta con sé le dimissioni di un consigliere indipendente: l'economista e docente universitario Pietro Alessandrini.

“La mia scelta - ha spiegato – non è un atto di sfiducia nei confronti della banca che tuttavia ad oggi non ha trovato capitale sufficiente per rafforzarsi, né da fonti istituzionali né private”. Ma l’ex Ministro si sente anche di rassicurare: “Lo scudo dell’autorità di vigilanza può senz'altro favorire, in condizioni appropriate e nei tempi adeguati, la necessaria ricapitalizzazione”. Masera riconosce come la gestione dei commissari ha permesso di “avviare il processo di risanamento industriale e mantenere la fiducia degli operatori. La Banca ha confermato la capacità di tenuta sul mercato, il radicamento nel territorio, le fondate prospettive di ripresa”. I commissari Feliziani e Terrinoni sono al lavoro per verificare il reale valore della banca e l’interessamento di un grande gruppo bancario sarà decisivo per il futuro dell’istituto di credito marchigiano. Sceglie di non replicare al j’accuse Paolo Tanoni che guida la cordata di imprenditori marchigiani che dovrebbe ricapitalizzare l’istituto. L’avvocato si limita a ribadire di aver coinvolto nel progetto numerosi imprenditori e, a domanda, aggiunge: “Penso che andremo avanti”.

Sara Ferreri
www.ilrestodelcarlino.it/ancona/cronaca/2013/10/14/965765-banca-marche-dimissioni-masera-alessandri...
26/12/2013 04:42
 
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Turchia, scandalo tangenti travolge il governo. Erdogan decide il rimpasto: via 10 ministri


Erdogan Bayraktar (a destra), Zafer Caglayan (al centro) e Muammer Guler, ministro dell’Ambiente, dell’Economia e dell’ Interno dimissionari

Il primo ministro turco Recep Tayyip Erdogan ha annunciato un robusto rimpasto governativo per rispondere alle inchieste che hanno coinvolto figli di membri del suo esecutivo e costretto tre ministri alle dimissioni: Erdogan formerà un nuovo governo con ben dieci novità rispetto a quello decimato dagli abbandoni.

LE DIMISSIONI - La giornata di Natale è stata convulsa per il governo turco e si è aperta con le triple dimissioni del ministro dell’Economia Zafer Caglayan, del ministro dell’Interno Muammer Guler e di quello dell’Ambiente e Urbanizzazione Erdogan Bayraktar. Tutti hanno lasciato l’incarico dopo che i loro figli sono finiti in manette in una `tangentopoli´ legata a licenze edilizie in aree urbane che finora ha portato all’arresto di oltre 50 persone, mentre a Istanbul circa 5.000 persone sono scese in piazza per protestare contro l’esecutivo e chiedere al premier di lasciare. «Lascio il mio posto perché possa essere fatta piena luce su questa ignobile operazione che coinvolge il nostro governo», scrive l’ex responsabile dell’Economia in un breve comunicato.

SCONTRI - A Istanbul, polizia e manifestanti che chiedevano le dimissioni del premier turco Erdogan si sono scontrati: circa 5.000 persone sono scese in piazza qualche ora dopo le dimissioni dei tre ministri. Le forze dell’ordine hanno sparato gas lacrimogeni per disperdere i manifestanti nel quartiere di Kadikoy, nella parte orientale della città. Proteste anche a Besiktas, nella zona europea di Istanbul.

L’INCHIESTA - Una vera e propria bufera per Erdogan a tre mesi dalle cruciali elezioni amministrative di marzo: sempre più in difficoltà per lo scandalo il «sultano» di Ankara è tornato nei giorni scorsi a denunciare, come fece all’epoca delle proteste di Gezi Park, un complotto internazionale per minare l’ascesa della Turchia e danneggiare il suo governo in vista del voto. Poi la decisione di cambiare la compagine governativa per allontanare il sospetto di proteggere uomini dell’esecutivo travolti dalle inchieste.

I CAMBI IN SQUADRA -
Sostituiti quindi i ministri dimissionari, sostituiti da Efkan Ala (Interni), Nihat Zeybekc (Economia) e Idris Gulluce (Ambiente). Ma rimpiazzati anche i titolari di dicasteri di peso come quello della Giustizia, dei Trasporti, della Famiglia e degli Affari europei. Quest’ultimo, Egemen Bagis, è stato citato dalla stampa tra le persone coinvolte nella tangentopoli che ha travolto l’esecutivo ma per il momento non è indagato dalla giustizia turca. Già martedì però, rispondendo alle domande dei giornalisti, il presidente della Turchia Abdullah Gul aveva detto che i ministri coinvolti nello scandalo avrebbero dovuto essere rimossi dai loro incarichi.

25 dicembre 2013
www.corriere.it/esteri/13_dicembre_25/turchia-scandalo-corruzione-si-dimettono-ministri-dell-interno-dell-economia-528e9280-6d37-11e3-9b3b-c1323fe242...
10/01/2014 23:54
 
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Caos Venezuela. Si dimettono tutti i ministri. Inflazione al 56% e alert criminalità

CARACAS - Tutti i ministri venezuelani hanno presentato le dimissioni al presidente Nicolas Maduro "per facilitare il rinnovo del governo in questo nuovo anno appena iniziato". Lo ha reso noto lo stesso Maduro su Twitter. Dietro al gesto c'è l'emozione per l'omicidio dell'ex Miss Venezuela, che ha acuito l'emergenza nazionale su sicurezza ed economia. ''Ringrazio tutti i ministri per lo sforzo e per la lealtà dimostrate in questi tempi di Rivoluzione. Chavez vive! La Patria continua!'', ha aggiunto Maduro sul social network. L'annuncio del presidente venezuelano - viene sottolineato da più parti - arriva in un momento di grande commozione nazionale, provocata dal recente, brutale assassinio dell'ex regina di bellezza, Monica Spear Mootz, e di suo marito, Thomas Henry Berry, durante una rapina. L'episodio ha riacceso i riflettori sul tema della sicurezza, una delle maggiori sfide del Paese sudamericano, tra i più violenti del mondo per tasso di omicidi. Esecutivo e opposizione hanno così deciso di unire le forze, aprendo un gabinetto di crisi per predisporre un piano di emergenza contro la criminalità, dilagante. In nove mesi al potere, Maduro ha poi dovuto fare i conti con un'evidente crisi economica interna, culminata in un'inflazione che ha raggiunto il 56% nel 2013. (ANSA)

10 gennaio 2014
www.wallstreetitalia.com/article/1657233/global/caos-venezuela-si-dimettono-tutti-i-ministri-inflazione-al-56-e-alert-criminal...
16/01/2014 01:33
 
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Vaticano, rinnovata la commissione di vigilanza sullo Ior. Escluso il cardinal Bertone


Domenico Calcagno


Odilo Scherer

CITTA' DEL VATICANO - Papa Francesco ha modificato per un quinquennio la composizione della Commissione cardinalizia di vigilanza sull'Istituto per le opere di religione (Ior). Escono dall'organismo i cardinali italiani Tarcisio Bertone e Domenico Calcagno, per fare posto al nuovo segretario di Stato Pietro Parolin e all'arciprete di Santa Maria Maggiore Santos y Abril, che potrebbe diventarne il presidente, ancora non indicato (al posto del decaduto Bertone). Esce anche il cardinale brasiliano Odilo Scherer, vescovo di San Paolo e tra i principali contendenti di Bergoglio alla successione di Benedetto XVI. E lascia l'incarico anche l'indiano Toppo sostituito dal cardinale di Vienna Schoenborn. Gli altri membri della Commissione sono Thomas Christopher Collins, arcivescovo di Toronto, Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso ed ex ministro degli Esteri di Papa Wojtyla. Il 16 febbraio scorso, cinque giorni giorni dopo l'annuncio della rinuncia al soglio pontificio di Joseph Ratzinger, la sala stampa della Santa Sede rese noto che Benedetto XVI aveva rinnovato "per un quinquennio" la Commissione composta dai cardinali Bertone, Tauran, Scherer, Toppo e Calcagno. Per volontà di Bergoglio, quel mandato si è esaurito dopo soli 11 mesi.

Secondo fonti accreditate, il cardinale Bertone aveva chiesto a Papa Francesco di poter mantenere la presidenza della Commissione anche dopo la sua uscita dalla Segreteria di Stato, ma non è stato accontentato. Inattesa anche l'uscita del presidente dell'Apsa, Calcagno, anch'egli inserito in Commissione lo scorso 16 febbraio da Benedetto XVI. Prosegue, dunque, l'attento lavoro di analisi, controllo e rinnovamento dello Ior a cui Papa Francesco ha da subito dato grande impulso. Istituendo in giugno una nuova Commissione per il rinnovamento dell'Istituto, presieduta dal cardinale salesiano e riformatore Raffaele Farina, affiancato, tra gli altri, proprio da quel cardinale Tauran, rimasto al suo posto nella Commissione di vigilanza oggi rinnovata da Bergoglio. Poco meno di un mese dopo, in luglio, all'indomani dell'arresto di monsignor Nunzio Scarano, contabile dell'Apsa, da parte della Guardia di Finanza con l'accusa di riciclare attraverso lo Ior ingenti somme di denaro per conto di suoi amici, lo stesso Pontefice aveva istituito una Commissione d'inchiesta sullo Ior, anche per migliorarne le strategie, evitare sprechi di risorse e soprattutto garantirne la trasparenza. Ad eccezione del segretario, monsignor Lucio Angel Vallejo Balda, i membri della Commissione d'inchiesta sono tutti laici, esperti di materie giuridiche, economiche, finanziarie e organizzative, già consulenti o revisori di istituzioni economiche vaticane o ecclesiastiche. A far materialmente da tramite tra le due Commissioni, il segretario personale del Papa, monsignor Alfred Xuereb.

La decisione di rinnovare la Commissione cardinalizia di vigilanza sembra escludere la chiusura imminente dello Ior, indicata dallo stesso Pontefice come una delle possibili e più drastiche soluzioni della questione relativa alla banca vaticana. E, alla luce del ricambio odierno, si comprende anche come Papa Francesco avesse fatto riferimento alla Commissione d'inchiesta e non a quella di vigilanza, quando, sull'aereo che lo riportava in Italia dopo la Giornata Mondiale della Gioventù di Rio de Janeiro, ai giornalisti aveva detto: "Io non so come finirà lo Ior. Alcuni dicono che, forse, è meglio che sia una banca, altri che sia un fondo di aiuto, altri dicono di chiuderlo. Mah, si sentono queste voci. Io non so. Io mi fido del lavoro delle persone dello Ior, che stanno lavorando su questo, anche della Commissione".

15 gennaio 2014
www.repubblica.it/esteri/2014/01/15/news/vaticano_commissione_vigilanza_ior-7...
01/02/2014 22:15
 
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Mastrapasqua si arrende: “mister 25 poltrone” lascia la presidenza dell’Inps



Il collezionista di poltrone dice addio alla presidenza dell’Inps. Antonio Mastrapasqua, dopo le dichiarazioni del premier Enrico Letta sull’esclusività dell’incarico e dell’approvazione di un ddl sul conflitto di interessi, ha consegnato al ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, le dimissioni “anche alla luce delle decisioni assunte ieri dal Consiglio dei ministri”. Il governo – spiega una nota del ministero del Lavoro – ha deciso di accelerare il processo di ridisegno della governance dell’Inps e dell’Inail e ha approvato un disegno di legge per disciplinare l’incompatibilità per tutte le posizioni di vertice degli enti pubblici nazionali, prevedendo, per quelli di particolare rilevanza, un regime di esclusività volta a prevenire situazioni di conflitto d’interesse. La nota si conclude con “l’apprezzamento per la sensibilità dimostrata dal dottor Mastrapasqua” e un ringraziamento “per il lavoro svolto in questi anni per il rinnovamento dell’Inps e il complesso processo di riorganizzazione dell’Ente derivante dall’incorporazione dell’Inpdap e dell’Enpals”. Già domenica scorsa, all’indomani delle notizie sulle indagini che coinvolgono il presidente dell’Inps nel suo diverso incarico di direttore generale dell’Ospedale Israelitico di Roma, Letta aveva promesso “massima chiarezza nel rispetto dei cittadini”. E aveva incaricato il ministro Giovannini di fare una relazione “al più presto possibile” su tutti i profili della vicenda in cui Mastrapaqua è indagato per truffa, falso e abuso d’ufficio dalla procura di Roma. Così a stretto giro, cinque giorni dopo, le prime contromisure sono arrivate sul tavolo del Consiglio dei ministri con un disegno di legge con procedura d’urgenza. Il presidente del Consiglio ha quindi atteso la notizia delle indagini per alzare i toni nei confronti di Mastrapasqua. Anche se il commercialista regna dal 2008 sul più grande ente previdenziale d’Europa nonostante denunce, scandali, interrogazioni e mozioni parlamentari. “Finalmente la procura di Roma ha indagato Mastrapasqua, collezionista di poltrone con 25 incarichi simultanei ed in conflitto di interesse, per la scandalosa storia delle cartelle gonfiate per portare a casa maggiori rimborsi all’Ospedale israelita, di cui è direttore generale, per un importo di 85 milioni di euro di cui 14 sarebbero non dovuti”, ha annunciato l’associazione di consumatori Adusbef commentando la notizia dell’inchiesta romana. “Il direttore dell’Inps e vicepresidente di Equitalia – prosegue la nota dell’Adusbef – quasi certamente gode del dono dell’ubiquità. Infatti, oltre alle 25 cariche note, dalla presidenza di Idea Fimit, la più grande società immobiliare italiana accusata di essere stata al centro di molteplici scandali immobiliari, alle molteplici poltrone nei collegi sindacali, ha anche un’altra serie d’incarichi. Il commercialista – uomo da 1.200.000 euro l’anno – è anche amministratore unico della Litorale spa, azienda per lo sviluppo economico turistico e occupazionale del litorale laziale”. Le dimissioni di Mastrapasqua erano nell’aria da un po’. “Il governo di Mario Monti voleva intervenire su di lui, ma ci furono veti superiori che bloccarono la cacciata”, ha rivelato l’ex ministro del Lavoro Elsa Fornero in un’intervista a La Stampa. “L’obiettivo era una gestione più trasparente e meno accentrata e a tal fine venne istituita una commissione ad hoc per rivedere la struttura dell’Ente. Purtroppo però, nonostante i vari impulsi ricevuti, la politica impedì il rinnovamento”. Si aprono ora le scommesse su chi prenderà il posto di Mastrapasqua alla guida dell’Inps. Il candidato più forte, secondo le indiscrezioni che circolano in questi giorni, è l’ex Ministro del Lavoro Tiziano Treu, nominato durante il governo Dini e confermato da Prodi. In quota anche Raffaele Bonanni, attuale segretario della Cisl, anche se sarebbe al momento il candidato più debole. Nella rosa dei candidati c’è anche un posto per Giuliano Cazzola, ex presidente della commissione Lavoro della Camera e a lungo consigliere d’amministrazione dell’Inps, che eletto in passato per il Popolo delle libertà, e dopo essersi candidato per la lista Scelta Civica, ha ora aderito al Ncd. Intanto il premier italiano punta a guadagnare consensi sottolineando il suo contributo all’addio di Mastrapasqua. “Credo che abbia fatto una scelta saggia”, ha detto. “Ha colto l’iniziativa del governo: non si possono assumere incarichi così rilevanti senza esclusività”.

1 febbraio 2014
www.ilfattoquotidiano.it/2014/02/01/mastrapasqua-dopo-il-pressing-di-letta-si-dimette-da-presidenza-inps...
07/02/2014 15:04
 
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Agenzia Spaziale, Saggese si dimette per l’indagine su tangenti e appalti



Il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, Enrico Saggese, mette a disposizione il suo mandato al ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza. La decisione arriva dopo la notizia dell’iscrizione nel registro degli indagati per concussione, nell’ambito di un’inchiesta su un giro di appalti e tangenti. “L’ingegnere Enrico Saggese, – si legge in una nota dell’Asi – nel rispetto delle indagini in corso, ribadendo la sua totale estraneità ai fatti contestatigli (…), ha inviato al Ministro Vigilante una lettera di messa a disposizione il proprio mandato di Presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, con effetto immediato”. Nell’indagine, aperta dal pm della procura capitolina Paolo Ielo, sono indagate 7 persone. L’inchiesta è stata avviata dopo la denuncia di un dirigente dell’Asi vittima di un tentativo di concussione che, a fronte della rilevazione di anomalie nella gestione degli appalti, sarebbe stato oggetto di ritorsioni. Per la procura, Saggese “ha abusato del suo ruolo apicale rivestito” nell’ente. Tra gli episodi attribuiti al presidente c’è anche una carta di credito ricaricabile che gli sarebbe stata messa a disposizione dalla società Art Work. Agli indagati sono contestati, a seconda delle posizioni, i reati di concussione e corruzione. Oltre a Saggese sono iscritti nel registro degli indagati due suoi collaboratori, Francesca e Mario Giacomo Sette (dipendenti Finmeccanica distaccati presso l’Asi) e gli operatori di società Elena Oteri, Alfiero Pignataro, Salvatore Marascia e Vittorio Sette.

7 febbraio 2014
www.ilfattoquotidiano.it/2014/02/07/agenzia-spaziale-saggese-si-dimette-per-lindagine-su-tangenti-e-appalti...
08/02/2014 23:48
 
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Gb: colf irregolare, ministro dell'Immigrazione si dimette



Da ministro dell'Immigrazione era in prima linea nel chiedere regole più severe per i lavoratori stranieri. Ma come privato cittadino, si faceva pulire la casa da una immigrata irregolare. Di fronte al fatto compiuto, nonostante la difesa di rito, non ha potuto far altro che farsi da parte e abbandonare la poltrona. Mark Harper, 43 anni, ministro dell'Immigrazione del governo britannico, ha lasciato il suo incarico dopo aver scoperto che la sua domestica dal 2007 era una clandestina. Harper era balzato agli onori delle cronache per aver tagliato i benefit agli immigrati dell'Unione europea (in particolare romeni e bulgari) e per una pubblicità rivolta agli stranieri clandestini: «Andatevene a casa o verrete arrestati».

CAMERON RAMMARICATO - Il premier David Cameron ha accolto le dimissioni «con rammarico» e ha nominato nuovo ministro James Brokenshire. Nella lettera di dimissioni rivolta al primo ministro, Harper ha spiegato di aver assunto la domestica nel 2007 perché gli facesse le pulizie in casa: all'epoca la donna (di nazionalità non specificata) era in regola.

IL BOOMERANG DEL MINISTRO - Nel 2012, a un secondo controllo, i suoi documenti erano risultati ancora a posto. L'anno dopo però, il ministro aveva lanciato una campagna presso i datori di lavoro perché controllassero con più attenzione la posizione dei loro lavoratori stranieri. Volendo dare il buon esempio, Harper aveva fatto verificare anche la posizione della sua domestica. E l'ufficio immigrazione aveva scoperto che la donna non aveva più un permesso di lavoro. Il ministro ha immediatamente segnalato la cosa alla sua collega ministra dell'Interno, Theresa May.

DIMISSIONI IN FRETTA E FURIA - A quel punto si è trovato in una situazione imbarazzante. Il paladino della lotta ai clandestini che dava lavoro a una clandestina, anche se inconsapevolmente (almeno a suo dire). Una situazione che in passato è costata il posto a numerosi ministri statunitensi, che hanno dovuto lasciare a causa delle loro domestiche latinoamericane senza permesso di soggiorno. Prima che scoppiasse lo scandalo, Harper ha dunque deciso di dimettersi.

08 Febbraio 2014
www.lettera43.it/cronaca/gb-colf-irregolare-ministro-dell-immigrazione-si-dimette_4367512...
14/02/2014 23:34
 
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Letta si dimette, via a consultazioni lampo. Il Cav, auguri a Renzi ma non è democrazia



Enrico Letta ha rassegnato oggi le dimissioni: 'Ogni giorno come l'ultimo', ha scritto su Twitter. Nel pomeriggio sono partite le consultazioni lampo, senza alcun passaggio parlamentare. Non andranno M5S e Lega. E sull'assenza del Carroccio il capo dello Stato ha espresso il proprio stupore. Il Quirinale ha chiesto intanto di far presto. Secondo le previsioni Napolitano dovrebbe conferire l'incarico a Renzi domenica ed entro 10 giorni si andrà al voto delle Camere. Terminata la prima giornata di consultazioni, con i presidenti di Senato e Camera, Grasso e Boldrini, e i presidenti del Gruppo misto De Petris e Pisicchio. Si ricomincia domani alle 10, alle 19,15 si chiude col Pd. "A Renzi faccio gli auguri di tutto cuore ma questo non significa che ciò che sta accadendo sia da iscrivere in ciò che può accadere un una democrazia perchè o il potere è democratico o non è democrazia". Lo afferma Silvio Berlusconi chiudendo la campagna elettorale in Sardegna di Ugo Cappellacci. "Sono l'ultimo presidente del Consiglio che è stato eletto dal popolo". Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, si apprende in ambienti di palazzo Chigi, ha chiamato il presidente del Consiglio uscente dall'Air Force One ribadendo la sua sincera amicizia e complimentandosi per il lavoro svolto da Letta a livello internazionale.

Consultazioni lampo - Il Presidente della Repubblica svolgerà nel più breve tempo possibile le consultazioni al fine di avviare la complessa fase successiva che dovrà condurre a una efficace soluzione della crisi, quanto mai opportuna nella delicata fase economica e per affrontare al più presto l'esame della legge elettorale e delle riforme ritenute più urgenti.

Dimissioni irrrevocabili - Il presidente del Consiglio Enrico Letta ha rassegnato nelle mani del capo dello le dimissioni irrevocabili. Dimissioni che non prevedono un passaggio parlamentare.
Nel prendere atto delle dimissioni irrevocabili di Letta e del fatto che a questo punto un formale passaggio parlamentare non potrebbe offrire elementi tali da indurlo a soprassedere dalle dimissioni il Capo dello Stato osserva che il Parlamento potrà comunque esprimersi sulle origini e le motivazioni della crisi allorché sarà chiamato a dare la fiducia al nuovo Governo. La stessa procedura - si ricorda - si è seguita con le dimissioni del Presidente Berlusconi e dal Presidente Monti la scorsa legislatura.

L'ultimo tweet da premier -
"Al Quirinale a rassegnare le dimissioni al Capo dello Stato. Grazie a tutti quelli che mi hanno aiutato. 'Ogni giorno come se fosse l'ultimo' aveva twittato Letta.

www.ansa.it/web/notizie/rubriche/politica/2014/02/12/Letta-Renzi-nulla-fatto-Posizioni-restano-distanti_10060...
[Modificato da wheaton80 14/02/2014 23:34]
14/02/2014 23:42
 
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Scandalo pedofilia scuote Germania, Merkel caccia un ministro



(AGI) - Berlino, 14 feb. - "Signori e signore, Auf Wiedersehen": con queste parole, in una conferenza stampa, il ministro dell'Agricoltura tedesco, Hans-Peter Friedrich, si e' dimesso oggi in seguito al caso Edathy, l'ex deputato della Spd indagato per pedofilia. Friedrich era sotto pressione per aver informato a ottobre il presidente del partito Sigmar Gabriel delle indagini in corso su Sebastian Edathy. Friedrich ha affermato di essere convinto di aver agito in maniera corretta ma che la pressione su di lui era ormai eccessiva per permettergli di proseguire nel suo incarico. Il cancelliere, Angela Merkel, in un breve intervento televisivo ha detto di accettare le dimissioni del ministro "con grande rispetto e dispiacere". Secondo quanto riporta la Bild sarebbe stata proprio la Merkel a convincere Friedrich a dimettersi dopo che lui stesso aveva annunciato di volerlo fare in caso fosse avviata un'inchiesta legale sul caso.

14 febbraio 2014
www.agi.it/estero/notizie/201402142208estrt10271scandalo_pedofilia_scuote_germania_merkel_caccia_un_...
26/02/2014 00:43
 
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Mannheimer indagato, dimissioni da presidenza Autorithy a Roma



Con una lettera, inviata al presidente dell’Assemblea capitolina Mirko Coratti e letta in aula, Renato Mannheimer ha rassegnato le sue dimissioni da presidente dell’Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici locali di Roma Capitale. Motivo della scelta, secondo quanto contenuto nella lettera, l’inchiesta della Procura di Milano per irregolarità fiscali. Il presidente Coratti ha accettato le dimissioni “per correttezza e non senza rammarico”. Il sondaggista è ”pentito”, come lui stesso ha fatto sapere tempo fa, e si sta muovendo per restituire “tutto quanto” il dovuto con un risarcimento che potrebbe favorire anche il patteggiamento della pena. A carico del presidente dell’istituto di sondaggi Ispo, e di altre nove persone, la Procura di Milano ha chiuso nei giorni scorsi le indagini contestando una presunta frode fiscale da circa 10 milioni di euro, realizzata attraverso uno schema di false fatture e società esistenti solo sulla carta, che avrebbe permesso al sondaggista di aggirare il Fisco e spostare denaro su conti esteri. Mannheimer, in particolare, è accusato di associazione per delinquere finalizzata alla frode fiscale e all’utilizzo di false fatture per operazioni inesistenti (per circa 30 milioni di euro), assieme ad altre quattro persone. Tra loro, il commercialista Francesco Mario Merlo e due personaggi già indagati anche nel caso Finmeccanica con al centro la presunta tangente pagata a funzionari del Governo indiano per aggiudicarsi la fornitura di 12 elicotteri Agusta-Westland: Carlo Gerosa e il tunisino Hedi Kamoun. Stando all’imputazione del pm di Milano Adriano Scudieri, Mannheimer è indagato nella qualità di “amministratore e legale rappresentante” della Ispo Ricerche srl e come responsabile di altre società. E sarebbe stato proprio lui “l’ideatore e beneficiario dell’attività fraudolenta, posta in essere attraverso il consulente e commercialista Merlo” e tramite le cosiddette società “filtro” e una serie di società “cartiere” tunisine. Mannheimer, come scrive il pm, si sarebbe servito “al fine di evadere le imposte sui redditi e sull’Iva, nelle dichiarazioni fiscali societarie per gli anni dal 2004 al 2010” di fatture “per operazioni inesistenti utilizzate dalle società effettivamente operative da lui amministrate, emesse dalle società ‘filtro’” e di “fatture per operazioni inesistenti utilizzate dalle società ‘filtro’ da lui di fatto amministrate, emesse dalle società ‘cartiere’ tunisine”. Il sondaggista, inoltre, avrebbe trasferito poi “il provento dell’evasione alle società ‘cartiere’ tunisine per poi veicolare l’illecito profitto su conti a lui riconducibili radicati in Svizzera, in Antigua e Lussemburgo”.

25 febbraio 2014
www.ilfattoquotidiano.it/2014/02/25/mannheimer-indagato-dimissioni-da-presidente-autorithy-a-roma...
03/03/2014 22:09
 
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Gentile lascia travolto dallo scandalo



Dopo 48 ore di polemiche infuocate, Antonio Gentile si «arrende». Il senatore Ncd, nominato sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti, a pochi giorni dal caso del quotidiano «L’Ora della Calabria», cede alle pressioni di chi - da buona parte del Pd all’intera opposizione - voleva le sue dimissioni. È «una decisione sofferta», giunta al termine di «una riflessione amara», quella che Gentile annuncia in una lettera inviata al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, al premier Matteo Renzi e al «suo» leader, Angelino Alfano. Una decisione che, di fatto, toglie le castagne dal fuoco al governo ricucendo i rapporti nella maggioranza proprio mentre il nodo dell’Italicum si avvia al suo climax. E, a testimonianza di ciò, Renzi avrebbe detto ai suoi fedelissimi di rispettare e apprezzare una scelta che resta, ad ogni modo, di Ncd. Scelta fatta «nell’interesse del Paese», al termine di «uno stillicidio», rimarca Gentile nella sua missiva, alla quale fanno eco le parole di Alfano: «Gentile ha rassegnato le proprie dimissioni da sottosegretario senza che alcuna comunicazione giudiziaria lo abbia raggiunto. Per noi viene prima l’Italia». Di certo, la decisione di Gentile rende vana la mozione di sfiducia presentata da Sel e annunciata dal M5S ed evita un voto in Aula dove il Pd correva il rischio di presentarsi spaccato. Il passo richiesto al senatore da più parti, alla fine, arriva - ironia della sorte - proprio mentre la Procura di Cosenza annuncia che il senatore non è indagato nell’inchiesta che si è aperta sulle pressioni che sarebbero state esercitate su «l’Ora della Calabria» per impedire la pubblicazione della notizia di un’indagine in cui è coinvolto il figlio del parlamentare. Notizia, quella annunciata dal Pm Dario Granieri, alla quale guardava con interesse anche Palazzo Chigi, deciso ad attendere l’eventuale ingresso di Gentile nel registro degli indagati prima di fare qualsiasi mossa. Con le dimissioni del senatore, Renzi avrà un nodo in meno da sciogliere e potrà concentrarsi con più tranquillità sul suo programma, che il premier vuole rapido e concreto. Con il Piano Casa, venerdì sul tavolo del Cdm, come primo appuntamento chiave, e il Jobs Act come partita che Renzi vuole chiudere prima dell’incontro a Berlino con Angela Merkel. E in una lettera inviata oggi ai sindaci italiani, Renzi, confermando come fin «dalla prossima settimana arriveranno i primi provvedimenti economici», rimette in primo piano uno dei suoi cavalli di battaglia: il piano di edilizia scolastica. «Scegliete all’interno del vostro Comune un edificio scolastico. Inviateci entro il 15 marzo una nota sintetica» sul loro stato, «noi cercheremo nei successivi quindici giorni di individuare le strade per semplificare le procedure di gara e per liberare fondi dal computo del patto di stabilità interna», scrive il premier nella sua missiva. Quella dei sottosegretari, tuttavia, resta una rosa con diverse spine, con altri tre elementi freschi di nomina, i dem Francesca Barracciu, Vito De Filippo e Umberto Del Basso De Caro che risultano indagati nelle regioni di appartenenza. È soprattutto sulla prima - indagata per peculato nel caso delle `spese pazze´ dei fondi ai gruppi regionali sardi - ad essere finita nel mirino di Ncd in questi giorni. Casi sui quali, archiviato il nodo Gentile, si potrebbe ora concentrare l’attenzione dell’opposizione e degli alfaniani.

3/03/2014
www.lastampa.it/2014/03/03/italia/politica/gentile-si-dimette-da-sottosegretario-torno-a-fare-politica-in-calabria-V7D1jF8NL9FWZCEHX2KCiI/pag...
27/03/2014 02:25
 
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Vescovo tedesco rimosso dal Papa per spese folli: 31 milioni per la sua residenza



Giro di vite a Limburg, in Germania. Il vescovo spendaccione Franz Peter Tebartz van Elst deve lasciare la diocesi: gli sarà assegnato un altro incarico, non ancora definito, e al suo posto alla guida della diocesi arriverà l'amministratore apostolico mons. Manfred Grothe. L'annuncio della decisione della Santa Sede di accogliere le dimissioni che il presule aveva presentato lo scorso 20 ottobre, si accompagna alla richiesta del Papa, «al clero e ai fedeli» di Limburg di «accogliere con docilità» la decisione, e di «impegnarsi» per «ritrovare un clima di carità e riconciliazione». L'accusa: ha speso 31 milioni per ristrutturare la sua residenza. La rimozione del vescovo viene annunciata da una nota della diocesi tedesca, letta in sala stampa vaticana da padre Federico Lombardi. Franz-Peter Tebartz van Elst, fino a oggi ordinario di Limburg, era accusato di aver speso 31 milioni di euro per ristrutturare la sua residenza in diocesi, e da mesi i fedeli ne chiedevano a gran voce la rimozione. Lo scorso ottobre era stato allontanato per un periodo dal governo ed era stato nominato un vicario generale per amministrare i beni diocesani. Nel frattempo era al lavoro una commissione d'inchiesta sulle spese folli decisa dal Vaticano in accordo con la conferenza episcopale tedesca e con il Capitolo del Duomo di Limburg. La rimozione è stata decisa dalla Congregazione vaticana per i vescovi, dopo aver «studiato attentamente il rapporto» della inchiesta, che aveva come principale scopo appurare le «responsabilità coinvolte nella costruzione del Centro Diocesano "St. Nikolaus". Mons. Tebartz van Elst era stato ricevuto da Papa Francesco lo scorso 21 ottobre, quando era ancora al lavoro la commissione di inchiesta. L'indignazione di popolo per le spese sostenute dal presule - si parla persino di 15mila euro solo per una vasca da bagno, per giunta doppia - aveva ovviamente colpito il Papa, i vescovi tedeschi e in genere la Chiesa, che con il Pontefice latinoamericano ha in agenda i poveri e stili di vita che non offendano i poveri.

26 Marzo 2014
www.ilmessaggero.it/PRIMOPIANO/VATICANO/vescovo_rimosso_papa_limburg_franz_peter_tebartz_val_elst/notizie/5950...
[Modificato da wheaton80 27/03/2014 02:26]
13/04/2014 00:05
 
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Si dimette il ministro della Sanità di Obama



La riforma aveva come obiettivo dare l'assicurazione sanitaria ai 45 milioni di americani che ancora non l'hanno, il che fa degli Stati Uniti il paese occidentale più arretrato sul fronte della salute. In Italia e in Europa la sanità è disponibile e gratuita per tutti. L'amministrazione è riuscita per il momento a far iscrivere al website del governo www.healthcare.gov 7,5 milioni di americani, cifra appena superiore ai 7 milioni (al 31 marzo) considerato il tetto minimo affinché il sistema funzionasse. Più giovani sono iscritti e più vengono distribuiti i costi. L'Obamacare è il punto n.1 di attacco da parte dei repubblicani, il partito che considera la riforma "socialista", con il governo accusato di intrufolarsi nelle vite private dei cittadini. La stessa cosa fu detta negli anni Trenta del Social Security e del Medicare, adesso due dei capisaldi dell'assistenza negli Stati Uniti, a cui neanche il più destrorso dei repubblicani ora rinuncerebbe. Tuttavia, poiché a novembre si vota per le elezioni di MidTerm, Obama ha acconsentito ad immolare il ministro della Sanità Kathleen Sebelius. Motivo: i democratici sono in allarme per la possibile perdita del controllo al Senato (la Camera è già repubblicana). In campagna elettorale l' Affordable Care Act - il vero nome della legge di riforma da tutti chiamata Obamacare - sarà certamente il maggior cavallo di battaglia del partito che si oppone al Presidente. "Se nell'amministrazione Obama pensano che queste dimissioni possano calmare le acque, penso che sbaglino, la mossa non farà che rafforzare i repubblicani", dice David Yepsen, direttore del Paul Simon Public Policy Institute alla Southern Illinois University.

11 aprile 2014
www.wallstreetitalia.com/article/1685599/usa/si-dimette-il-ministro-della-sanita-di-ob...
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