Il problema dei 3 corpi: Attraverso continenti e decadi, cinque amici geniali fanno scoperte sconvolgenti mentre le leggi della scienza si sgretolano ed emerge una minaccia esistenziale. Vieni a parlarne su TopManga.
Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

Dichiarazione comune di teologi cattolici ed evangelici.

Ultimo Aggiornamento: 05/11/2012 19:33
Autore
Stampa | Notifica email    
05/11/2012 19:30
 
Email
 
Scheda Utente
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

4. CI BATTIAMO INSIEME

Cosí come siamo legati insieme da Cristo e dalla sua causa, cosí siamo legati insieme dall'impegno di batterci contro tutto quanto si oppone a Cristo e alla sua causa. Ci sentiamo rafforzati, non dall'illusione di un facile trionfo, ma dalla fede nel suo trionfo che è già certo. Nostro Signore ha pianto su Gerusalemme, e piange oggi su un mondo che non conosce il tempo della sua visitazione. La rabbia dei Principati e delle Potestà può crescere mentre il tempo della fine si avvicina, ma l'esito della battaglia e già sicuro. La causa di Cristo è la causa e la missione della Chiesa che consiste, anzitutto, nel proclamare la Buona Novella che "è stato Dio a riconciliare a sé il mondo in Cristo, non imputando agli uomini le loro colpe e affidando a noi la parola della riconciliazione" (2° Corinzi 5,19). Proclamare questo Vangelo e sostenere la comunità di fede, adorazione e discepolato riunita intorno a questo Vangelo è la prima e principale responsabilità della Chiesa. Tutti gli altri compiti e responsabilità della Chiesa derivano e sono diretti verso la missione del Vangelo.

I cristiani come singoli e la Chiesa nel suo insieme hanno pure una responsabilità per il retto ordinamento della società civile. Assumiamo questo impegno con sobrietà; conoscendo le conseguenze dell'umana tendenza al peccato, resistiamo al concetto utopistico che rientri nelle nostre possibilità costruire un regno di Dio in terra. Assumiamo questo compito nella speranza; sapendo che Dio ci ha chiamato ad amare il nostro prossimo, cerchiamo di assicurare a tutti una più ampia misura di giustizia e moralità sociale, fiduciosi che egli coronerà i nostri sforzi quando ordinerà tutte le cose alla venuta del suo regno.

 

Nell'esercizio di queste responsabilità pubbliche c'è stata negli anni recenti una crescente convergenza e cooperazione tra gli evangelici e i cattolici. Ringraziamo Dio per il modo in cui ci siamo reciprocamente scoperti nella battaglia per una causa comune. Cosa molto più importante, ringraziamo Dio per esserci scoperti come fratelli e sorelle in Cristo. La nostra collaborazione come cittadini è animata dalla nostra convergenza come cristiani. Ci promettiamo a vicenda di operare per approfondire, accrescere ed espandere questa tendenza alla convergenza e alla cooperazione.

Ci battiamo insieme per la verità secondo cui la politica, le leggi e la cultura devono essere fondate sulla verità morale. Con i fondatori dell'esperimento americano, affermiamo che questo ordine costituzionale non è composto solo da regole e procedure ma pè anzitutto un esperimento morale. Con loro manteniamo fermo che solo un popolo virtuoso può essere libero e giusto, e che la virtù è garantita dalla religione. Pensare che assicurare la virtù civile sia lo scopo ultimo dalla religione è blasfemo. Ma negare che assicurare la virtù civile sia un beneficio che viene dalla religione è una forma di cecità.

Influenti settori della cultura sono sconvolti dal relativismo, dall'anti-intellettualismo e da un nichilismo che nega la stessa idea della verità. Contro queste influenze nella cultura, sia elitaria sia popolare, ci appelliamo alla ragione e alla religione, mentre ci battiamo per le verità che sono a fondamento del nostro ordine costituzionale.

Più specificamente, ci battiamo insieme per la libertà religiosa. Lo facciamo per la religione, ma anche perché la libertà religiosa è la prima libertà, la fonte e lo scudo di tutte le libertà umane. Nella loro relazione con Dio, le persone hanno una dignità e una responsabilità che trascende -- e pertanto limita -- l'autorità dello Stato e di ogni altra istituzione meramente umana.

La libertà religiosa è, a sua volta, fondata sulla fede religiosa e ne è un prodotto, come è evidente nel nostro paese se si esamina la storia dei battisti e di altri gruppi. Oggi ci rallegriamo insieme del fatto che la Chiesa cattolica romana -- come è stato affermato al concilio Vaticano II ed esemplificato in modo eminente da tutto il ministero di Giovanni Paolo II -- sia fortemente impegnata nella difesa della libertà religiosa, e -- come conseguenza -- nella difesa degli autentici diritti umani. Dove gli evangelici e i cattolici si trovano in situazioni di serio e talora violento conflitto fra loro -- come avviene in certi paesi dell'America Latina -- chiediamo ai cristiani di predicare e agire secondo l'imperativo della libertà religiosa. La libertà religiosa non sarà rispettata dallo Stato se non è rispettata dai cristiani o, peggio ancora, se ci sono dei cristiani che cercano di reclutare lo Stato come alleato per la repressione della libertà religiosa.

Anche nel nostro paese la libertà di religione non può essere data per scontata, ma richiede un'attenzione costante. Affermiamo con forza la separazione della Chiesa dallo Stato, ma con la stessa forza protestiamo contro la distorsione di questo principio che lo interpreta come separazione della religione dal la vita pubblica. Siamo molto preoccupati quando i tribunali restringono la protezione garantita dalla clausola del "libero esercizio" del primo emendamento [della Costituzione degli Stati Uniti] e si mostrano ossessionati da un principio di "non riconoscimento pubblico" della religione che mortifica il ruolo necessario della religione nella vita americana. Come conseguenza di queste distorsioni, accade spesso che dove il governo avanza la religione deve ritirarsi, e il governo avanza sempre di più quasi in ogni direzione. La religione, che è stata privilegiata come una delle fonti del nostro ordine legale, negli ultimi anni è stata penalizzata e resa marginale. Ci battiamo insieme per un ritorno alla visione costitutiva del ruolo della religione nell'esperimento americano.

La religione e la morale fondata sulla religione non sono forze straniere o minacciose per la nostra vita pubblica. Per la grande maggioranza degli americani la morale deriva -- per quanto spesso in modo diverso o confuso -- dalla religione. La teoria sostenuta a voce sempre più alta da settori della nostra cultura politica secondo cui la religione dovrebbe esser esclusa dalla piazza pubblica deve essere riconosciuta come un assalto contro i più elementari principi del governo democratico. Questa teoria deve essere denunciata e combattuta dai leader, religiosi e non religiosi, che hanno a cuore l'integrità del nostro ordine costituzionale.

La via della convergenza e della cooperazione tra evangelici e cattolici è, in larga parte, un risultato dello sforzo comune per proteggere la vita umana, particolarmente la vita dei più vulnerabili tra noi. Con i padri fondatori [degli Stati Uniti] dichiariamo che tutti gli esseri umani hanno ricevuto in dono dal loro Creatore il diritto alla vita, alla libertà e alla ricerca della felicità. L'affermazione che il bambino non nato è una vita umana che -- in assenza di incidenti naturali o dell'intervento letale dell'uomo -- diventerà quello che ciascuno può riconoscere come un bambino umano non è un'affermazione religiosa. È la semplice affermazione di un fatto biologico. Che il bambino non nato abbia diritto a essere protetto -- in particolare dalla legge -- è un'affermazione morale che trova il suo fondamento nella ragione naturale e nella verità biblica.

Pertanto continuiamo a lottare -- senza scoraggiarci, anzi moltiplicando gli sforzi -- per assicurare la protezione legale del bambino non nato. I nostri scopi sono questi: assicurare i diritti legali del bambino non nato, promuovere le leggi e le azioni dei poteri pubblici più favorevoli alla protezione della vita del non nato che siano oggi politicamente possibili, e ridurre in modo drastico il numero degli aborti. Sosteniamo calorosamente coloro che hanno organizzato migliaia di centri di aiuto alla gravidanza e alla vita nel nostro paese, e chiediamo con urgenza che questi sforzi si moltiplichino. Cosí come i non nati devono essere protetti, cosí devono essere protette le donne dal contemporaneo dilagante sfruttamento da parte dell'industria dell'aborto e di padri che rifiutano di accettare le loro responsabilità per le madri e i figli. L'aborto su semplice richiesta -- che purtroppo è la norma oggi in America -- deve essere riconosciuto come un grave attacco alla dignità, ai diritti e alle necessità delle donne.

L'aborto è la punta avanzata di una più profonda cultura della morte. I vecchi non autosufficienti, gli handicappati, e gli altri che non possono difendere da soli i loro diritti sono trattati sempre di più come se non avessero alcun diritto. Sono i senza potere, che sono esposti alla volontà di potenza di coloro che hanno potere su di loro. Faremo tutto quanto è in nostro potere per combattere le proposte relative all'eutanasia, alle politiche eugenetiche e al controllo della popolazione, che sfruttano i più vulnerabili, corrompono l'integrità della medicina, depravano la nostra cultura, e tradiscono le verità morali del nostro ordine costituzionale.

Nell'educazione pubblica, ci battiamo insieme per scuole che trasmettano alle generazioni future la nostra eredità culturale, che è inseparabile dall'influenza formativa della religione, specialmente ebraica e cristiana. L'educazione di cittadini responsabili capaci di un corretto comportamento sociale è inevitabilmente un'educazione morale. Ogni sforzo deve essere fatto per coltivare una morale dell'onestà, della legalità, del lavoro, della solidarietà, della castità, del mutuo rispetto fra i sessi, della preparazione al matrimonio, alla generazione e alla famiglia. Rifiutiamo l'affermazione che -- in tutte e in ciascuna di queste aree -- la "tolleranza" richiede la promozione di un'equivalenza morale fra quello che è normativo e quello che è deviante. In una società democratica che riconosce ai genitori la responsabilità primaria per la formazione dei loro figli, le scuole devono assistere e sostenere, non contrastare e sabotare, lo sforzo dei genitori nell'esercizio di questa responsabilità.

Ci battiamo insieme per una politica globale che assicuri la scelta dei genitori nell'educazione. Si tratta di una questione morale di semplice giustizia. I genitori sono i primi educatori dei loro figli; lo Stato e le altre istituzioni devono sostenere l'esercizio di questa responsabilità. Sosteniamo politiche che aiutino i genitori ad esercitare effettivamente questo diritto e la responsabilità di scegliere il tipo di scuola che considerano migliore per i loro figli.

Ci battiamo insieme contro il dilagare della pornografia nella nostra società, la celebrazione della violenza, la depravazione sessuale e i pregiudizi anti-religiosi nei messi di comunicazione e di intrattenimento. Resistendo a queste forme di degradazione culturale e morale, riconosciamo la legittimità del boicottaggio e di altre attività dei consumatori, e chiediamo che le leggi che esistono contro la pornografia vengano applicate. Rifiutiamo le interessate affermazioni dei venditori ambulanti di depravazione secondo cui le nostre richieste costituiscono una forma di censura illegittima. Rigettiamo l'affermazione di persone senza immaginazione secondo cui la creatività artistica si misura secondo la capacità di scandalizzare o di offendere. Un popolo incapace di difendere la decenza finisce per attirare sopra di sé il trionfo del vizio, sia pubblico sia personale.

Ci battiamo per un rinnovato spirito di accettazione, comprensione e cooperazione che trascenda le divisioni di religione, razza, etnicità, sesso e classe sociale. Siamo tutti creati a immagine di Dio e responsabili di fronte a lui. Questa verità è la base della responsabilità individuale e del principio di uguaglianza di fronte alla legge. L'abbandono di questa verità ha avuto come risultato una società in guerra con se stessa, che lancia i cittadini gli uni contro gli altri in aspri conflitti dove ciascun gruppo fa valere il suo rancore e le sue rivendicazioni. La giustizia e la concordia sociale richiedono una nuova direzione degli atteggiamenti e delle politiche pubbliche in cui i diritti non siano mai disgiunti dai doveri e il merito sia ricompensato in base al carattere e alla competenza.

Ci battiamo per una società libera, e questo comprende un'economia di mercato viva. Una società libera richiede un delicato equilibrio tra economia, politica e cultura. Il cristianesimo non è un'ideologia e pertanto non prescrive precisamente come questo equilibrio debba essere raggiunto in ogni specifica circostanza. Affermiamo l'importanza di una libera economia non solo perché è più efficiente, ma perché si accorda meglio con la comprensione cristiana della libertà. La libertà economica -- per quanto sia esposta al rischio di gravi abusi di per sé rende possibili le vie della creatività, della cooperazione e della responsabilità che contribuiscono al bene comune. Ci battiamo insieme per un rinnovato apprezzamento della cultura occidentale. Nella sua storia e nelle sue attività missionarie, il cristianesimo si confronta con tutte le culture e non rimane prigioniero di nessuna. Tuttavia siamo ben consapevoli -- e grati -- del ruolo del cristianesimo nel formare e sostenere la cultura occidentale di cui siamo parte. Come avviene in generale nella storia, questa cultura è ferita dal peccato umano. Pressoché sola tra le culture del mondo, tuttavia, l'Occidente ha coltivato un atteggiamento di autocritica e di desiderio di imparare dalle altre culture. Quello che viene chiamato multiculturalismo può significare un'attenzione rispettosa alle differenze umane. Oggi tuttavia più spesso la parola "multiculturalismo" viene usata per affermare i valori di tutte le culture tranne la nostra. Mentre diamo il benvenuto ai contributi di altre culture e siamo sempre più attenti ai limiti della nostra, riceviamo la cultura occidentale come la nostra eredità e la assumiamo come un compito per trasmetterla in dono alle future generazioni.

Ci battiamo per politiche pubbliche che dimostrino un rispetto rinnovato per il ruolo insostituibile dei corpi intermedi nella società: la famiglia, le Chiese, le migliaia di associazioni volontarie. Lo Stato non è la società, e molte delle più importanti funzioni della società sono gestite meglio in una situazione di indipendenza dallo Stato. Il ruolo delle Chiese nella risposta ad un'ampia varietà di necessità umane, soprattutto dei più poveri ed emarginati, ha bisogno di essere protetto e rinforzato. Inoltre la società non è una somma di individui isolati, ciascuno con i suoi diritti, ma è composta da comunità che insegnano la responsabilità, tramandano una memoria comune, assicurano un mutuo aiuto, e trasmettono le abitudini che contribuiscono sia al benessere personale che al bene comune. La più importante e fondamentale fra queste comunità è la famiglia. Le leggi e le politiche sociali debbono essere pensate avendo particolare cura per la stabilità e la promozione delle famiglie. Anche se la crisi della famiglia in America non è affatto limitata ai più poveri ed emarginati, speciale attenzione deve essere dedicata a coloro che -- spesso come risultato di politiche bene intenzionate ma fallimentari -- di fatto vivono sotto la tutela del governo.

Ci battiamo infine per una comprensione realistica e responsabile del ruolo dell'America negli affari internazionali. Il realismo e la responsabilità ci chiedono di evitare sia l'illusione di un potere illimitato che non sbaglia mai, sia la timidezza e l'egoismo dell'isolazionismo. La politica estera degli Stati Uniti deve riflettere una preoccupazione per la difesa della democrazia e -- dove è prudente e possibile -- per la promozione e il miglioramento dei diritti umani, fra cui ha un posto speciale la libertà religiosa.

Fino a questo punto abbiamo fornito una lista parziale di aree di responsabilità pubblica su cui riconosciamo una strada di convergenza e di cooperazione tra gli evangelici e i cattolici. Rifiutiamo l'idea che questa sia una "agenda" religiosa o un programma partitico nella politica americana. Si tratta piuttosto di un insieme di obiettivi orientati al bene comune e soggetti ad una discussione sulla base della ragione pubblica. Certo, il nostro senso di responsabilità civica è informato e motivato dalla fede cristiana, ma la nostra intenzione è di elevare il livello del discorso morale e politico in un modo che non escluda nessuno, ma inviti la partecipazione di tutte le persone di buona volontà. A questo scopo, gli evangelici e i cattolici hanno dato al paese un contributo inestimabile nel passato, e noi speriamo che ne diano uno ancora più importante in futuro.

Siamo profondamente consapevoli che l'esperimento americano è stato tutto sommato -- una benedizione per il mondo e una benedizione per noi cristiani evangelici e cattolici. Siamo decisi ad assumere in pieno la nostra parte di responsabilità per questa "nazione unita sotto Dio", intendendo con questo che si tratta di una nazione che si trova sottoposta al giudizio, alla misericordia e alla provvidenza del Signore delle nazioni. A lui solo va la nostra incondizionata obbedienza.

 

Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi
Questa è la vita: che conoscano Te, solo vero Dio, e Colui che hai mandato, Gesù Cristo. Gv.17,3
 
*****************************************
Feed | Forum | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra | Regolamento | Privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 08:41. Versione: Stampabile | Mobile - © 2000-2024 www.freeforumzone.com