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Preghiera e pensiero di oggi

Ultimo Aggiornamento: 08/06/2014 09:02
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25/12/2012 09:36
 
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Riscoprire la gioia del credere



Natale del Signore


25.12.2012


Is 8,23b-9.6a; Sal 95 (96); Ebr 1,1-8a; Lc 2,1-14



«Oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore». (Lc 2,13)



Questo nostro tempo, insieme a una certa cultura dell’effimero, rischia di portarci così altrove rispetto al cuore del Natale di Cristo. Luminarie, buoni sentimenti, consuetudini consumistiche, che diventano obblighi dentro un rito irresistibile orchestrato a perfezione. Tutto questo ci porta così lontano dall’autentica bellezza del Natale di Gesù. “Fare Natale” è entrare nel senso più profondo della gioia cristiana. Il Natale ci rammenta infatti che la vita evangelica è “Buona Notizia”, che ha il suo senso e il suo cuore nella persona stessa di Cristo, principio e fondamento di ogni felicità! La nascita di Gesù invita a fissare lo sguardo sulla misericordia di Dio che è vicina, infinita e per tutti, questo può generare davvero scelte di carità e di riconciliazione. La luce del Natale dà la forza per ricucire strappi, rinverdire relazioni e rendere magnanimi cuori troppo irrigiditi. Vivere il Natale è custodire la fede in un Dio che ci coinvolge e ci chiama a guardare ogni povertà umana, la precarietà, il bisogno, la stanchezza, la solitudine, l’ignoranza, l’esilio, la fragilità, come “luoghi” dove Cristo ci attende, per dimostrare alla storia che siamo veramente suoi.



Preghiamo



Piccolo grande Dio, che nell’umiltà più sentita

hai indicato in Te la via maestra che porta alla verità

aiutaci ad eliminare da questa terra l’orgoglio,

la falsità e la menzogna,

cause dirette del male del mondo moderno.



(Beato Giovanni Paolo II

chiesadimilano
25/12/2012 14:25
 
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Credere è sempre una gioia , Gesù è nato per salvarci, lode a nostro signore
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26/12/2012 11:33
 
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Riscoprire la gioia di credere


26.12.2012
II giorno dell’ottava di Natale - Santo Stefano, primo martire



At 6,8-7,2a; 7,51-8,4; Sal 30 (31); 2Tm 3,16-4,8; Mt 17,24-27 oppure Gv 15,18-22



«Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me». (Gv 15,18)



La festa di S. Stefano, primo martire di Cristo, sembra un accostamento stridente, quasi fuori luogo con il clima del Natale. Si tratta di un accostamento non deliberato da un disegno liturgico, eppure ugualmente capace di ricordare una verità scomoda, che la venuta di Gesù porta con sé, fin dall’inizio. La presenza stessa di Gesù segna un preciso confine tra chi accoglie la bellezza della luce e chi la rifiuta, perché preferisce le tenebre. Sembra impossibile, ma alcuni continuano ad amare la notte e si sentono disturbati e irritati dall’irrompere del chiarore di Dio nella storia. Fanno una tenace resistenza alla parola del Vangelo e non intendono lasciarsi trasfigurare da tale bellezza. S. Stefano fa esperienza di questa opposizione violenta alla parola del Vangelo e trova nell’intima unione a Gesù la forza di resistere e di dare testimonianza. Egli muore perdonando e chiedendo perdono per quanti lo stavano uccidendo. Chiediamo al Signore la grazia di non spaventarci e di non scandalizzarci dinnanzi alle persecuzioni, il Signore ci aveva avvisato: “se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me”. La testimonianza di S. Stefano ci doni forza per vivere con convinzione il nostro credo. Vi è infatti, un modo mediocre di vivere la fede, quando non si ha il coraggio di andare “contro corrente”, rispetto alla cultura secolarizzata che s’impone anche nelle scelte più personali. In questo giorno ci sentiamo uniti a tutti i battezzati che soffrono a causa di Cristo. La loro testimonianza svegli i nostri cuori, talvolta “addormentati” e rinnovi quelle comunità cristiane “illanguidite” da un tepore che svilisce l’appartenenza a Gesù Cristo!



Preghiamo



Mi rendono male per bene

e odio in cambio di amore.

(dal Sal 108, 5)

chiesadimilano
26/12/2012 14:24
 
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S.stefano grande santo, il primo martire della storia , intercedi per noi S.stefano
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27/12/2012 11:55
 
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27.12.2012
III giorno dell’ottava di Natale - S. Giovanni, apostolo ed evangelista



1Gv 1,1-10; Sal 96 (97); Rm 10,8c-15; Gv 21,19c-24



«Questi è il discepolo che testimonia queste cose e le ha scritte, e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera». (Gv 21,24)



Questa pagina di Vangelo ci presenta “quel discepolo che Gesù amava” e ci racconta della predilezione che Gesù ha verso di lui. Da questa comunione con il discepolo, comprendiamo com’è il cuore di Cristo con ogni discepolo. La sua iniziativa di misericordia e di bontà sui nostri passi viene prima ed è gratuita. Gesù, non ci ama soltanto perché noi lo amiamo. Questa Parola disvela una verità fondamentale della nostra identità: siamo amati da Dio. Siamo sempre accompagnati dalla tenerezza di Gesù, anche quando ci sentiamo soli, anche quando le cose vanno male e tutto sembra franare sotto i nostri piedi. Non possiamo mai dubitare della fedeltà del Signore in ogni istante della nostra vita. Questa è la roccia su cui fondiamo la nostra fede. La bellezza di questa verità ci rende capaci di dare testimonianza davanti a tutti con gioia.



Preghiamo



O Dio, che per mezzo dell’apostolo Giovanni

ci hai rivelato le misteriose profondità del tuo Verbo,

donaci l’intelligenza che penetra la parola di vita,

annunziata da lui alla tua Chiesa.

(orazione, liturgia ambrosiana)


chiesadimilano
27/12/2012 14:08
 
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Dobbiamo testimoniare sempre la fede in cristo e mai arrenderci
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27/12/2012 14:24
 
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[SM=g27987]
27/12/2012 14:33
 
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Nostro signore dacci sempre forza di credere e testimoniare in te anche nelle difficoltà peggiori
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28/12/2012 08:50
 
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28.12.2012
IV giorno dell’ottava di Natale - Ss. Innocenti Martiri





Ger 31,15-18.20; Sal 123 (124); Rm 8,14-21; Mt 2,13b-18



«Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo». (Mt 2,13)



Una incredibile contraddizione defigura l’uomo, e lo trasforma da custode della vita in un “Erode crudele” che non si ferma neppure di fronte all’innocenza dei bambini. Piccoli germogli che con tenerezza ti indicano la vita che nasce e che tenacemente desidera crescere. Ma c’è un Erode nelle pieghe della storia che non si lascia dissuadere nemmeno da una tenerezza così primordiale e immediata. E così i giornali ti riversano un mare di sofferenza innocente: Bosnia, Meninos de Rua, Beslan, Afghanistan, Siria… Il Vangelo ci chiede di stare sempre dalla parte di chi è fragile ed ultimo. Ancora oggi molti bambini che vivono in certi paesi del mondo, continuano ad essere nelle mani di persone senza coscienza e violati nella loro dignità. La Parola evangelica ci chiede di reagire con fermezza contro ogni Erode! Ogni volta che vorremmo “strappare” quelle pagine della Parola di Cristo che ci sembrano chiedere troppo, anche dentro la nostra vita, riecheggia talvolta con prepotenza quell’Erode che vuole togliere di mezzo Gesù. Anche nelle nostre scelte, ci ritroviamo come dentro un agguato e un’improvvisa prepotenza scaccia la mitezza che Cristo ci ha insegnato. Nelle nostre parole quotidiane, “Erode” viene fuori quando i nostri interessi prendono il sopravvento sulla verità, quando l’arroganza e la presunzione smorzano il desiderio di accostarsi alla Parola con il gusto di imparare davvero. Dovremmo custodire e difendere la presenza di Cristo in noi dagli agguati, che portano nomi diversi e trappole inedite.



Preghiamo



La potenza del tuo amore
si dimostri ancora una volta più grande
del male che ci minaccia.

chiesadimilano
(Beato Giovanni Paolo II)
28/12/2012 14:34
 
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i bambini sono degli innocenti, gli Erode esistono , noi dobbiamo essere figli della luce e di nostro signore che è via , verità , luce dobbiamo testimoniarlo in tutto il mondo,la sua parola , la sua bontà
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29/12/2012 11:38
 
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29.12.2012
V giorno dell’ottava di Natale



Mi 4,1-4; Sal 95 (96); 1Cor 1,1-10; Mt 2,19-23



«Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e va’ nella terra d’Israele». (Mt 2,20)



Contro tutti gli “Erodi” della storia, Dio ha generato la famiglia, ha donato a ogni bambino che viene al mondo un padre e una madre, riflesso della sua tenerezza! Dio crede così tanto nella famiglia che ne ha voluta una anche per sé, venendo in mezzo a noi. Gesù infatti vive in una famiglia semplice e piena di fede. Dio non l’ha preservata dalle prove, non l’ha salvaguardata dalle difficoltà come se fosse un’isola spensierata per un’infanzia senza problemi. Come ci ricordano i testi evangelici, la Santa Famiglia ha conosciuto le porte chiuse nel momento del bisogno, la prepotenza di chi comanda e la minaccia di morte per il suo bambino. La famiglia di Gesù ha sperimentato la fuga e l’esilio in un paese lontano e straniero, dove ricominciare tutto da capo. Ha vissuto l’anonimato, la vita ordinaria, la fatica del lavoro e la lieta quotidianità delle piccole cose di ogni giorno. Tutte le volte che sosteniamo con la solidarietà e la condivisione, famiglie che vivono momenti di difficoltà per il lavoro che manca, per la presenza della malattia, per le ingiustizie che incombono, noi ci rendiamo strumenti della Provvidenza. Rimaniamo in ascolto di quella via concreta di solidarietà reciproca che il Santo Padre Benedetto XVI ha suggerito, durante la Festa delle testimonianze a Bresso: la strada di gemellaggi tra famiglie, per affrontare la crisi insieme. Ogni volta che nella vita delle nostre famiglie, rafforziamo l’amore e il rispetto e custodiamo il silenzio raccolto della preghiera, noi ci mettiamo alla scuola della Santa Famiglia di Nazareth.



Preghiamo



Soccorrici nella nostra missione

di trasmettere la fede ai nostri figli.

Apri i loro cuori affinché cresca in essi

il seme della fede che hanno ricevuto nel battesimo.

(Benedetto XVI)

chiesadimilano
29/12/2012 15:53
 
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Bellissimo stupendo, la famiglia è sacra non si tocca,amo la sacra famiglia
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30/12/2012 09:21
 
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Per mezzo di lui e in vista di lui


30.12.2012
Pr 8,22-31; Sal 2; Col 1,13b.15-20; Gv 1,1-14



«Fratelli, il Figlio del suo amore è immagine del Dio invisibile, primogenito di tutta la crea-zione, perché in lui furono create tutte le cose nei cieli e sulla terra, quelle visibili e quelle in-visibili». (Col 1, 13b.15-16a)





Abba Genesio diceva ai suoi fratelli: la sola gioia della vita è amare. Guardate Gesù, il Figlio di Dio: in ogni cosa e sopra ogni cosa ha cercato l’amore. Quando vedeva i fiori del campo pensava al Padre. Quando scopriva il cuore sanguinante di una donna lo tuffava nell’amore misericordioso di Dio. Quando vedeva il sorriso di un piccolo si rallegrava per quel nome scritto nei cieli. Quando vedeva il cuore tormentato di un padre subito prendeva su di sé il dolore opprimente. Cose da vedere e cose da immaginare. Tutte Gesù paragonava all’amore di Dio. Egli è il Figlio dell’amore. Guardate anche voi con i suoi occhi cose visibili e invisibili. Gesù è il figlio del suo amore. Quello del Padre.



Preghiamo



Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l'unzione
e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,
a proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista;
a rimettere in libertà gli oppressi. (Lc 4,18)



Impegno settimanale

Quale frutto del Natale di quest’anno mi può aiutare per vivere con più impegno la mia fede?



.chiesadimilano



30/12/2012 14:03
 
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Gesù è amore ha dato la vita per noi, e noi dobbiamo seguire il suo esempio amarlo ad ogni costo ed amare il nostro prossimo
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31/12/2012 09:29
 
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Per mezzo di lui e in vista di lui


31.12.2012
VII giorno dell’ottava di Natale



Mi 5,2-4a; Sal 95 (96); Gal 1,1-5; Lc 2,33-35



«Abiteranno sicuri, perché egli allora sarà grande fino agli estremi confini della terra. Egli stesso sarà la pace!». (Mi 5,3b-4a)



Abba Genesio diceva ai suoi fratelli: non scandalizzatevi per i rumori di guerre. Nel tumulto delle città, al mercato delle monete, nell’assemblea dei legislatori, al tavolo del gioco si alzano le urla, lo schiamazzo e le bestemmie. Ai confini dell’impero c’è sempre una tensione, un popolo che preme e un soldato ucciso per sbaglio. Guarda nella tua casa. Entra nella tua cella: non hai forse nascosto l’arma del rancore? Non hai forse seppellito in qualche angolo il coltello della vendetta? Non c’è sulla mensola un manuale di guerra che continui a ripassare? Siediti. Tranquillo. Sotto il fico e la vite il Dio della pace continua a parlare al tuo cuore.



Preghiamo



Accresci, o Dio, nei tuoi servi la pace del cuore;

nessuna contrarietà del mondo ci turbi

mentre ci allietiamo della nascita tra noi del tuo Figlio,

e la celebrazione che compiamo ci ottenga un frutto eterno. Amen.

(orazione, liturgia ambrosiana)


chiesadimilano

31/12/2012 12:56
 
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Preghiamo per essere sempre più forti e credere sempre di più in nostro signore, preghiamo anche per il mondo che si accosti sempre di più a nostro signore.
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02/01/2013 11:35
 
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Per mezzo di lui e in vista di lui


2.01.2013


Dn 2,26-35; Sal 97 (98); Fil 1,1-11; Lc 2,28b-32



«E perciò prego che la vostra carità cresca sempre più in conoscenza e in pieno discernimento, perché possiate distinguere ciò che è meglio ed essere integri e irreprensibili per il giorno di Cristo, ricolmi di quel frutto di giustizia che si ottiene per mezzo di Gesù Cristo, a gloria e lode di Dio». (Fil 1, 9-11)



Abba Genesio diceva ai suoi fratelli: vedo tante opere buone nel nostro monastero. Marco, il giovane, porta il secchio pesante dell’acqua a padre Macario. Padre Parmenas non si stanca di insegnare il canto e le scritture ai novizi. Padre Rufo è infaticabile nel suo impegnativo servizio di cucina. E anche Macrina, la donna che si prende cura della nostra grande chiesa non si risparmia certo nella fatica. Ma la carità? E il discernimento? Quale pensiero e quale amore ci sono nelle nostre attività? E siamo certi che il Signore ci chieda proprio, sempre, solo quello che sappiamo fare? E se lui volesse esagerare nel regalare il suo amore, la mia piccola mente si aprirebbe alle sorprese dell’amore di Dio? Anch’io prego per voi. E voi pregate per me. La nostra mente conosca sempre meglio la Carità che è Dio e il suo dono per noi.




Preghiamo



Tutte le genti da te create

verranno e ti adoreranno, Signore,

glorificando il tuo nome

poiché tu sei grande e compi prodigi,

tu sei l’unico Dio.

Rivelami, Signore la tua strada

e conoscerò la tua verità;

rendi puro il mio cuore e temerò il tuo nome.

(dal Sal 85)

chiesadimilano
02/01/2013 16:38
 
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Preghiamo per ogni nostra attività, che sia gradita a Dio, anche quella è offerta, offriamo la nostra vita e preghiamo mentre lavoriamo, Dio vi dia , pace , luce , gioia, beatitudine.
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03/01/2013 10:55
 
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Per mezzo di lui e in vista di lui


3.01.2013
Dn 2,36-47; Sal 97 (98); Col 1,1-7; Lc2,36-38



«Paolo, apostolo di Cristo Gesù per volontà di Dio, e il fratello Timòteo, ai santi e credenti fratelli in Cristo che sono a Colosse: grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro. Noi rendiamo grazie a Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, continuamente pregando per voi, avendo avuto notizie della vostra fede in Cristo Gesù e della carità che avete verso tutti i santi a causa della speranza che vi attende nei cieli». (Col 1, 1-5)



Abba Genesio diceva ai suoi fratelli: venite da me per avere una nuova parola! Ma nessun discepolo può dire una parola da solo. Vedete i miei fratelli? Sono loro la mia parola per voi. Quando li chiamo per nome, quando li guardo e sorrido loro, posso dire con più verità la preghiera del Signore: “Padre nostro”. Senza un fratello da amare, senza una comunità per cui pregare, senza una passione per il Vangelo di Gesù che parola potrei dirvi? Solo nella fraternità e nella comunione posso dirvi una parola. Chi accoglie la buona notizia vive la carità tra i santi.





Preghiamo



Sorreggi la nostra fragilità,

o Dio pietoso,

con gli aiuti che tu ci doni nella nascita del tuo Cristo,

e poiché siamo decaduti dalla nobiltà primitiva

ci rialzi e rinnovi la gloria del Salvatore. Amen.

(orazione, liturgia ambrosiana)

chiesadimilano
03/01/2013 15:06
 
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Accogliamo la buona novella, quella di cristo la sua parola è verità, vita , luce , beatitudine, preghiamo intensamente perchè Gesù ci aiuti a mettere in pratica la sua parola, non solo con le parole ma coi fatti
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04/01/2013 10:27
 
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Per mezzo di lui e in vista di lui


4.01.2013
Dn 7,9-14; Sal 97 (98); 2Ts 1,1-12; Lc 3,23-38





«Paolo e Silvano e Timòteo alla Chiesa dei Tessalonicesi che è in Dio Padre nostro e nel Signore Gesù Cristo: a voi, grazia e pace da Dio Padre e dal Signore Gesù Cristo. Dobbiamo sempre rendere grazie a Dio per voi, fratelli, come è giusto, perché la vostra fede fa grandi progressi e l’amore di ciascuno di voi verso gli altri va crescendo. Così noi possiamo gloriarci di voi nelle Chiese di Dio, per la vostra perseveranza e la vostra fede in tutte le vostre persecuzioni e tribolazioni che sopportate». (2 Tes 1,1-4)



Abba Genesio diceva ai suoi fratelli: nella mia giovinezza ho visto un uomo fare molte penitenze. Pregava ogni giorno. Digiunava nei tempi stabiliti e in tutte le vigilie delle feste della Madre di Dio. Conosceva e studiava la scrittura, faceva grandi progressi nella conoscenza di Dio. Poteva sembrare un angelo. Un giorno così concentrato nel suo cammino di fede non ebbe tempo per partecipare alla messa della domenica. D’altronde era così avanti nel cammino di fede! Ma senza quel povero cristiano che incontri ogni domenica e che non ha nessun cammino, ma solo un appuntamento settimanale, magari risicato e rubato a tanti impegni,… non c’è vita cristiana. Non puoi progredire da solo nella fede. Soprattutto: “cresci nella carità”.




Preghiamo



Rendiamo grazie al Signore:

l’uomo è caduto e Dio s’è chinato;

l’uomo è caduto nella rovina,

e Dio si è chinato nella sua misericordia;

l’uomo è caduto per la sua superbia,

e Dio è venuto a noi con la sua grazia.

(antifona, liturgia ambrosiana)


chiesadimilano
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04/01/2013 11:00
 
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Amen! Credo che questi pochi versetti dell'epistola ai Tessalonicesi siano sufficienti a inquadrare i fatti essenziali della vita cristiana. Ovvero, inizia con la separazione dal mondo e anche da quelle "chiese" in cui il Cristo non è accettato perché si tende ad amare di più se stessi, le tradizioni umano-religiose e gli onori mondani che non la verità!
[Modificato da Perdonato 04/01/2013 11:01]
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04/01/2013 11:05
 
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anche da quelle "chiese" in cui il Cristo non è accettato perché si tende ad amare di più se stessi, le tradizioni umano-religiose e gli onori mondani che non la verità!

Quali?
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04/01/2013 11:14
 
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Non mi riferisco a nessuna denominazione cristiana in particolare, mi riferisco alle chiese locali... Il problema è dei singoli credenti, solo che si vedono spesso alcune chiese che promuovono questo tipo di "cammino di fede" come lo chiama il pensiero che hai riportato.
[Modificato da Perdonato 04/01/2013 11:15]
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04/01/2013 11:28
 
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Chiese locali? Quali? Non seguo il tuo discorso, perdonami.
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04/01/2013 11:42
 
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Dirti "quali" non ha senso. La chiesa locale è un gruppo di credenti in Gesù Cristo che si incontra regolarmente in una località geografica. Io frequento un locale di culto a Milano, tu ne frequenterai un altro nella tua città. Il mio discorso è generale, non sto parlando di chiese o denominazioni in particolare. Ci sono alcuni credenti come diceva il tuo pensiero che vivono quel "cammino di fede" e spesso sono le chiese stesse o i conduttori delle chiese a promuovere questo tipo di "cammino di fede".
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04/01/2013 11:47
 
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Il mio pensiero?

Ma tu parli di separazione e non di riunione e guida: "separazione da quelle Chiese"

[Modificato da ulisseitaca 04/01/2013 11:49]
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04/01/2013 11:50
 
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Ulisseitaca, cerchiamo di comprenderci però... intendevo il pensiero che hai riportato.
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04/01/2013 11:51
 
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O vuoi forse dirmi che in "quelle" chiese locali Cristo non è accettato e si predica e proclama tutt'altro?
04/01/2013 11:54
 
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il pensiero che ho riportato che è tratto dalla liturgia di oggi della Chiesa ambrosiana, non parla affatto di separazione, ma di comunione e della importanza della messa e della comunità
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QUELLO CHE AVETE UDITO, VOI ANNUNCIATELO DAI TETTI (Mt 10,27)
 
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