Medieval 2 Total War
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Aquilae Auctoritas

Ultimo Aggiornamento: 16/09/2012 16:08
22/08/2012 16:32
 
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L' autorità dell'Imperatore


Capitolo 1 : Tramonto
A.D. 1158, 22 agosto, ora dei Vespri, municipio di Milano
Il signore di Milano e capo della Lega dei Comuni Lombardi Ottone Visconti, osservò l’astro completare il suo tragitto nel cielo e scomparire lentamente dietro i monti. “Eppure non sono tranquillo” pensò. Era appena giunta la notizia. L’imperatore Federico II Barbarossa, dopo essere stato solennemente incoronato a Roma, tornava in Germania, valicando il passo di Trento – Innsbruck da cui era venuto. Ma si lasciava dietro un’Italia divisa come lo era prima, con l’unica eccezione della conquista di Verona, presa dai Reichsritter della Guardia dopo una sortita sfortunata. Il piccione messaggero che Ottone aveva mandato al signore di Verona, pace all’anima sua, sconsigliandogli di uscire dalle mura non era stato ascoltato. Ora si diceva che Federico volesse espandere l’impero secondo i principi del Drang nach Osten (spinta verso Est); un’ottima cosa per i signori comunali. Ma era di certo una montatura: Federico era stato di tutt’altro avviso alla Dieta di poco tempo fa, e non era un uomo che cambiasse facilmente idea.
<<Inoltre, sembra che il signore Monferrato, Guglielmo, abbia riconquistato Asti insieme a suo figlio>> Ruggiero, capo delle forze armate comunali, continuava il rapporto. <<Ma non hanno un vero esercito. Con le nostre armate possiamo prendere Asti a un solo cenno, Eccellenza>>. Ottone ponderò l’idea. <<Non sarebbe consigliabile, disse infine, Welf IV ci attaccherebbe poi alle spalle da Verona. E’ lì il pericolo. Verona ci taglia fuori dai Veneziani, è un cuneo puntato alla gola dell’Italia>>. <<Quindi quali sono gli ordini?>> <<Presidiate con un’armata il sud del lago di Garda, e rinforzate la guarnigione di Lugano. Puoi andare.>>
Ma in quel momento un gran baccano li fece accorrere alla finestra. L’esercito imperiale? Impossibile, è a Thun! Ma allora cosa? <<Arnaldo brucia! Arnaldo brucia! Il Cardinale tedesco l’ha bruciato in piazza!>> Ottone represse un’imprecazione: <<Riuscire dove il vescovo di Milano ha fallito, un’ovvia dimostrazione di forza… e ora il papa sarà più bendisposto verso gli hohenstaufen, che il diavolo se li porti tutti con sé!>>







A.D. 1160, 17 febbraio, prima hora (l’alba), dintorni di Milano
<<Comandante!>> Ruggiero balzò in piedi. Essere svegliato così poteva significare solo guai. <<Signore, un’armata si avvicina! È immensa!>> <<Come è possibile? Pisa ha l’esercito in Sardegna e Guglielmo Monferrato ha portato con sé pochi uomini dalla Savoia, e poi non oserebbero attaccare qui!>> Poi lo vide.

Aquila imperiale che sormonta tre leoni neri in campo giallo. Lo stendardo personale di Federico Barbarossa. Aveva evidentemente il dono della bilocazione. <<Alle Armi!>> fu l’unica cosa che riuscì a dire, semistrangolato dall’orrore. Avrebbe dovuto resistere fino all’arrivo delle truppe di milano e del grosso della fanteria italica, a mezza giornata di distanza da dove si trovava. Più osservava lo schieramento nemico più impallidiva: col Barbarossa c’erano i due Monferrato e il conte lotaringio. Quest’ultimo evidentemente era quello che aveva portato più soldati di tutti, a giudicare da colori. La cavalleria alleata si era appena messa in sella quando i Reichsritter, anticipando qualsiasi mossa di Ruggiero, caricarono.

Quando Ottone Visconti arrivò, l’esercito della lega era stato già maciullato.

<<Ritirata!>> Gridò, per tornare a Milano e prepararsi per l’assedio prima che fosse troppo tardi. Intanto malediva se stesso per aver lasciato che Umberto Pirovano andasse con metà dell’esercito a Bologna in un momento tanto delicato… quando una colonna di cavalieri imperiali, la guardia del corpo del conte lotaringio, mise fine ai suoi pensieri.




A.D 1160, 19 febbraio, II vigilia (le undici di notte), municipio di Milano
La scelta dell’imperatore di non torcere un capello alla plebe era stata accolta con sorpresa e gioia dai milanesi, che si aspettavano di vedere la propria città rasa al suolo. <<Devono sentirsi parte di qualcosa di più grande, non vittime di una potenza straniera. La decisione è presa>>. I festeggiamenti erano duravano da due giorni. Federico si godeva il meritato riposo: da quando aveva lasciato Salzburg non era rimasto mai in una città per più di poche notti. Ripensò alla strategia concordata con i Monferrato che gli aveva permesso di stroncare i la Lega così in fretta. Tutto era cominciato nel 1158, quando un sosia del Barbarossa era rientrato in Germania per la via Verona-Trento-Innsbruck-Salzburg, mentre l’imperatore prendeva la via di genova e dopo averla conquistata insieme al prinz Corrado arrivava a Torino. I Milanesi si aspettavano un attacco da Verona, da dove l’Imperatore era sceso verso Roma, ed avevano fiducia nel castello di Lugano a guardia del passo più breve. Ma l’esercito imperiale, guidato dal conte lotaringio, era sceso dalla Svizzera passando per Lyon, facendo un giro più lungo aggirando la fortezza della Lega ed era arrivato con un tempismo perfetto: l’Imperatore ne aveva assunto il comando e marciato verso una Milano impreparata. Ora solo poche sacche di resistenza rimanevano in Lombardia. <<Conosco quello sguardo>> disse un Guglielmo Monferrato l’unico ospite non ubriaco della sala <<vostra altezza imperiale già sta pensando al prossimo paese da sbaragliare>> <<Ti dico solo che non tornerò in Germania, Guglielmo. Ho ancora molti conti in sospeso in questa penisola>>.
[Modificato da gio med II 22/08/2012 16:34]

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Quando un popolo, divorato dalla sete di libertà, si trova ad avere dei mescitori che gliene versano quanta ne vuole, fino ad ubriacarlo, allora accade che se i governanti resistono alle richieste dei cittadini sempre più esigenti, sono denunciati come tiranni.
E avviene anche che chi si dimostra disciplinato è definito un uomo senza carattere; che il padre impaurito finisce per trattare il figlio come suo pari, e non è più rispettato; che il maestro non osa rimproverare gli scolari, e costoro si fanno beffe di lui.
In questo clima di libertà, e nel nome della medesima, non vi è più riguardo nè rispetto per nessuno. In mezzo a tanta licenza, nasce e si sviluppa una mala pianta: la tirannia...

PLATONE, IV secolo a.C.

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P.S. Campagna feudal full, storica, difficoltà molto difficile/molto difficile

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Quando un popolo, divorato dalla sete di libertà, si trova ad avere dei mescitori che gliene versano quanta ne vuole, fino ad ubriacarlo, allora accade che se i governanti resistono alle richieste dei cittadini sempre più esigenti, sono denunciati come tiranni.
E avviene anche che chi si dimostra disciplinato è definito un uomo senza carattere; che il padre impaurito finisce per trattare il figlio come suo pari, e non è più rispettato; che il maestro non osa rimproverare gli scolari, e costoro si fanno beffe di lui.
In questo clima di libertà, e nel nome della medesima, non vi è più riguardo nè rispetto per nessuno. In mezzo a tanta licenza, nasce e si sviluppa una mala pianta: la tirannia...

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Belle immagini e bella cronaca! [SM=x1140522]
24/08/2012 16:26
 
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Grazie è la mia prima AAR in assoluto perciò ho scelto una fazione che conosco bene!

ora sono in vacanza perciò a settembre metterò il secondo capitolo!

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Quando un popolo, divorato dalla sete di libertà, si trova ad avere dei mescitori che gliene versano quanta ne vuole, fino ad ubriacarlo, allora accade che se i governanti resistono alle richieste dei cittadini sempre più esigenti, sono denunciati come tiranni.
E avviene anche che chi si dimostra disciplinato è definito un uomo senza carattere; che il padre impaurito finisce per trattare il figlio come suo pari, e non è più rispettato; che il maestro non osa rimproverare gli scolari, e costoro si fanno beffe di lui.
In questo clima di libertà, e nel nome della medesima, non vi è più riguardo nè rispetto per nessuno. In mezzo a tanta licenza, nasce e si sviluppa una mala pianta: la tirannia...

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Vedo che sei messo bene anche in campo economico; come ce l'hai fatta? Io con una campagna fatta coi Tedeschi non ho mai guadagnato tanto!
26/08/2012 21:05
 
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I primi turni infatti sono duri è inevitabile andare in rosso ma l'importante è astenersi dall'usare capitani interra straniera (600 bisanti sembrano pochi ma non lo sono), concludere presto i costosi assedi facendosi sortire subito ecc.

Poi ho ignorato il reclutamento fino al 10 turno... fino ad allora ho solo congedato trupppe che sono solo costose e numerose, quelle iniziali sono quasi al livello di contadini... è meglio non tenerle proprio, sono rimasto con solo 4 guarnigioni di 5/6 truppe; e grazie al danaro racimolato ho messo in piedi l'esercito imperiale di sopra in due turni ;)

Ma cosa più importente ho notato, munendomi di matita sull'orecchio, foglietto e calcolatrice, che in bellum ci sono + o - -4000 bisanti di malus perenni non specificati... bisogna metterli in conto!

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Quando un popolo, divorato dalla sete di libertà, si trova ad avere dei mescitori che gliene versano quanta ne vuole, fino ad ubriacarlo, allora accade che se i governanti resistono alle richieste dei cittadini sempre più esigenti, sono denunciati come tiranni.
E avviene anche che chi si dimostra disciplinato è definito un uomo senza carattere; che il padre impaurito finisce per trattare il figlio come suo pari, e non è più rispettato; che il maestro non osa rimproverare gli scolari, e costoro si fanno beffe di lui.
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Capitolo 2 : Contraccolpo

A.D. 1161, 13 aprile, I hora (le sei di mattina), corso principale di Pavia
Volle portare la bara. Respinse tutti coloro che sostenevano fosse un onere eccessivo per sua altezza e insieme ai fidi compagni d’arme del defunto, soldati canuti ma ancora capaci di spezzare chiunque in due sul campo, sostenne l’arca di legno che trasportava le spoglie mortali del grande condottiero e amico.



Federico I Hohenstaufen desiderò poter piangere sul terreno duro, smosso, in cui il proprio mentore era stato sepolto. Ma già era stato difficile liberarsi dagli impegni politici per quella mattina. Il Requiem per l’anima del generale sarebbe stato il controllo della penisola Italiana. C’era una notizia anche peggiore per lui oggi in concilio: sembrava che il papa avesse lanciato un interdetto contro di lui, intimando la fine delle ostilità tra l’Impero e i ribelli lombardi ancora in circolazione.



<<Dovremmo togliere l’assedio a Lugano e aspettare, Maestà>> disse uno dei comandanti più devoti. <<Non possiamo rischiare una scomunica proprio ora>> disse un altro <<Potremmo prendere in considerazione la conquista di Danzica, che ancora rifiuta la sottomissione sia a voi che ai Polacchi>> Quest’ultimo era uno dei figli di non si sa quale comandante tedesco, a sostituire il padre. Federico si domandò se era davvero così stupido da pensare davvero che si potesse fare la guerra un momento in italia e l’altro in polonia. Come facevano ad arrivare a questi vertici idioti come quello? Intanto molti altri membri stavano zitti, aspettando che il sovrano dicesse qualcosa. Così fu. L’Imperatore si alzò: <<La nostra prossima mossa sarà assaltare Lugano.>> Silenzio tombale. <<Ma signore il papa… la minaccia di scomunica… >> tentò qualcuno di dire <<E aspettare tre anni in ozio? Certo, e dare la possibilità alle armate della lega di prendere Bologna, così saremo punto e daccapo! Proprio una strategia brillante! No, noi distruggeremo Lugano. E’ l’ultima città che ci resiste attivamente. Una volta presa, il sistema ribelle qui in lombardia, già in ginocchio, crollerà. E per quanto riguarda il papa, sarà compito del fidato Christian Berlinguer che come avrete notato non è qui, mostrare quanto sia vantaggioso avere il sacro romano impero all’interno del cattolicesimo…>>







A.D. 1162, 1 maggio, V hora (le tredici), Ancona, Taverna Principe Grasso
Gli avventori erano pochi a quest’ora nella bassa sala. Ma vi erano comunque un gruppo di persone che si erano date lì appuntamento. Tra loro spiccavano per le uniformi sgargianti le truppe degli occupanti, una mezza dozzina di arabi siciliani. I cittadini mal sopportavano la loro presenza: nonostante gli uomini non facessero nulla per attirarsi le ire della gente erano comunque musulmani, a nord di Roma! La tensione nell’aria era palpabile. Ma R. aveva già provato ad aizzare queste paure e a mettere i gruppi gli uni contro gli altri: non se ne faceva nulla, il presidio era sproporzionato rispetto ai cittadini e al contempo i governanti erano i più illuminati che la città avesse mai visto. Ironia della sorte, non erano quelli legittimi, cioè quelli che lo avevano pagato per studiare la situazione in città. I nuovi dominatori, i Normanni di Sicilia avevano preso la città mentre gli eserciti imperiali erano ancora alle prese con i ribelli padani. Comandavano un regno vasto e ricco, che andava dall’Africa all’Illiria, difficile da sconfiggere anche con l’esercito imperiale al massimo dell’efficienza e le casse piene. E R. sapeva, avendo seduto nel concilio fino al mese scorso, che Federico non aveva né l’uno né l’altro, sopratutto dopo aver dovuto "persuadere" il papa della propria devozione. Così, dietro suo stesso suggerimento, si optò per una tattica meno invasiva ma assai più letale. Lui stesso era partito per primo per Ancona, sperando di trovare i cittadini impazienti di rivoltarsi al dominatore. Così non è stato. Pazienza, si disse il capo delle spie del Sacro Romano Impero, si continua con il piano normale. Il suo contatto dovrebbe arrivare a momenti. Ah eccolo: E’ bravo eh, si nota da come si muove, ma R. individuò lo stesso l’apparentemente innocua cucitura sulla spalla della veste, modificata per permettere alla lama di un pugnale di 25 cm di scivolare sotto l’ascella…

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Carina la parte finale, scommetto che è riuscito ad andare a segno! [SM=g27980]
12/09/2012 22:28
 
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Capitolo 3 : Drang nach Osten
A.D. 1166, 12 gennaio, 4° vigilia (le 4 di mattina) Bassa Slesia polacca
<<NON si può passare>>. Il lanciere enfatizzò tale dichiarazione battendo per terra la sua arma. <<Non capisco devo uscire dalle vostre terre mica entrarci!>> Ma la guardia si limitò ad ignorarlo. <<La zona del forte di sula Vistola è interdetta al traffico. Dovrete fare il giro. Questo vale anche per i diplomatici imperiali>>. Leopold si rassegnò e cominciò a cercare un’altra strada. Quasi tutti i viaggiatori curvavano a nord, essendoci una strada sterrata che portava a Wrezclaw. Leopold invece decise di continuare verso la Vistola a sud. Inoltre dalle colline avrebbe visto in lontananza il forte polacco che cominciava ad avere un’aria sospetta. Per quale motivo chiudere un passaggio obbligato tanto comodo per i commerci, seppur scarsi, della regione? Otto ore dopo sulla cima della collina fu tutto più chiaro.



Per Leopold i mesi successivi furono piuttosto impegnati. Decorato per aver portato notizie tanto importanti dalle linee nemiche, li passò a stretto contatto con l’Imperatore Federico, dal quale ebbe anche l’onere di scrivere un resoconto della non programmata e immediata invasione preventiva della Polonia. Questo è ovviamente scritto in latino e il qui presente umile commentatore non se la sentiva di misurarsi con la traduzione delle molte pergamene di cui è composto. Ma venne anche riccamente miniato e i fregi sono sopravvissuti con un’incredible tonalità di colori:

























Intanto le cose in Italia sembrano risentire della mancanza dell’autorità imperiale…




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14/09/2012 21:47
 
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Invasione della Polonia modello 1939, quello che mi sarei aspettato da uno che gioca con l'Impero! [SM=x1140520] Per i Pisani, io ti consiglierei una cosa(se hai come alleato il Papa); visto che quasi sempre toccano il confine pontificio imbattendosi in qualche esercito papale, prova con una piccola task-force ad attaccare le armate pisane sfruttando le armate romane, così il Papa, che si sentirà come attaccato, scomunicherà Pisa.
ps: complimenti ancora per le belle immagini! [SM=x1140522]
14/09/2012 22:51
 
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Grazie!

Purtroppo non sono alleato con il papa... ma coi Pisani!! Alleanza che risale all'inizio della campagna - per inciso, storicamente pisa ha sempre sostenuto l'autorità dell'imperatore - .
Ancora adesso mi seccherebbe attaccarli, sia per la storia sia per le loro isole che rendono difficile la guerra lampo. Invece ho pensato che magari potrei anche tollerarli: in italia devo comunque mantenere guarnigioni per scoraggiare il papato con cui ho relazioni estremamente variabili.
Quindi mi sono alleato anche con Venezia ed et voilà, l'italia del nord è sistemata. Mi stanno simpatiche pisa e venezia, le osservo con aria paterna quasi fossero sub-fazioni... devo trovare un modo per passare dall'alleanza al loro vassallaggio più in là con la campagna.

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Allora spera che non ti attacchino; per vassallare Pisa e Venezia sinceramente non saprei, ma teoricamente per farlo dovresti ridurle ad un territorio solo in uno stato disastroso...
Ecco, quello che non so è se hai come alleati anche gli ungheresi; se sì, cerca di tenertele buone le relazioni, se no, provati ad alleare con loro altrimenti costruisci buone strutture militari a Vienna, perchè sono avversari(almeno, penso io) un pochino ostici se non li previeni. I danesi e i francesi tienteli dalla tua parte, soprattutto i francesi, per vedere se le prendono o no dagli inglesi. Occhio ai siciliani nelle Marche, che potrebbero bramare a Bologna... Sono stato esauriente? [SM=x1140520]
15/09/2012 16:18
 
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Vuoi condurre tu la campagna? [SM=g27964] [SM=g27964] [SM=g27964]
C'è un solo modo in cui tu sai tutte queste cose: anche per te lo SRI è la fazione preferita! [SM=x1140441]

Gli ungheresi volevano proprio attaccarmi con un mare di truppe, ma...
Mo non voglio anticipare nulla; nel prossimo capitolo farò un chiaro quadro di tutta la situazione geopolitica, che arrivano notizie a Regensburg di grandi avvenimenti appena fuori la sfera d'influenza imperiale...

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Esperienza si può chiamare... [SM=g27962] Comunque, io ho iniziato proprio oggi una campagna con l'Impero(lasciando un'attimo quella con Milano, con cui ho praticamente riunito l'Italia e conquistato Grecia e Albania), e adè sto seguendo un pò le tue strategie di Blitzkrieg!
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