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LA FEDE E LE OPERE

Ultimo Aggiornamento: 19/07/2019 12:20
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10/08/2012 20:58
 
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La fede e le opere (s.Agostino)

13. 20. ... ricordino che cosa il Signore stesso rispose al ricco che gli chiedeva quale bene compiere per ottenere la vita eterna: Se vuoi avere la vita eterna, disse, osserva i comandamenti. Ed egli: Quali? Il Signore allora richiamò i precetti della legge:Non ucciderai, non fornicherai, e gli altri. Quindi, siccome replicò che tutti questi precetti li aveva osservati fin dall'adolescenza, il Signore aggiunse anche il precetto della perfezione, cioè che, venduti tutti i suoi beni e distribuitili in elemosina ai poveri, avesse un tesoro in cielo e seguisse il Signore 46. Notino, dunque: a quell'uomo non fu detto di credere e di farsi battezzare, unico sostegno, secondo costoro, col quale si può avere la vita eterna, ma gli sono stati dati i precetti morali che, di certo, senza la fede non possono essere né custoditi né osservati. Del resto, se ci limitiamo a prescrivere e pretendere che si annunzino i precetti morali agli uomini che desiderano avere la vita eterna, non lo facciamo perché in questo episodio sembra che il Signore non abbia raccomandato esplicitamente la fede: le due cose, come ho detto già in precedenza, sono legate vicendevolmente, perché non può esistere l'amore di Dio nell'uomo che non ama il prossimo né l'amore del prossimo nell'uomo che non ama Dio. Pertanto, se talora capita che la Scrittura, invece della dottrina completa, menziona l'uno senza l'altro, sia questo o sia quello, anche in tal modo fa capire che l'uno non può prescindere dall'altro, perché chi crede in Dio deve fare ciò che Dio comanda e chi fa qualcosa perché Dio lo comanda, necessariamente crede in Dio.

14. 21. Ora dunque esaminiamo ciò che si deve sradicare dai cuori timorati di Dio perché non perdano la loro salvezza a causa di una perversa sicurezza. Questo avverrebbe qualora ritenessero che per ottenerla sia sufficiente la fede, e perciò trascurassero di vivere bene e di seguire la via di Dio con le opere buone. Invero, anche al tempo degli Apostoli certuni, per non aver compreso alcuni passi piuttosto oscuri dell'Apostolo Paolo, credettero che egli dicesse: Facciamo il male, affinché ne venga il bene 47, perché aveva detto: È intervenuta la legge, affinché l'errore fosse abbondante; ma dove abbondò l'errore, sovrabbondò la grazia 48. Il che è vero, nel senso che, ricevendo la legge ma non chiedendo con retta fede l'aiuto divino per vincere le perverse concupiscenze, uomini che presumevano molto superbamente delle loro forze, si sono caricati di più numerosi e più gravi delitti, poiché vi aggiunsero anche la trasgressione della legge. Ma così, sotto la spinta di una colpa tanto grande, si rifugiarono nella fede, per mezzo della quale potessero meritare dal Signore, che ha fatto il cielo e la terra 49, la misericordia della sua indulgenza e del suo aiuto, in modo che, diffusasi nei loro cuori la carità attraverso lo Spirito Santo 50, potessero compiere con amore ciò che era loro prescritto contro le concupiscenze di questo generazione, secondo quanto era stato predetto nel Salmo: I loro mali si sono moltiplicati, allora si sono affrettati 51. Quando dunque l'Apostolo dice che, a suo avviso, l'uomo è giustificato per mezzo della fede senza le opere della legge 52, non lo sostiene perché, una volta accolta e professata la fede, le opere della giustizia siano trascurate, ma perché ciascuno sappia che può essere giustificato per mezzo della fede, anche senza aver prima compiuto le opere della legge. Queste infatti seguono la giustificazione, non la precedono. Di questo argomento, però, non è necessario che ne discuta più a lungo in questa opera, soprattutto perché su di esso ho di recente pubblicato un libro assai esteso che si intitola Lo Spirito e la lettera. Poiché dunque questa convinzione aveva visto la luce in quei tempi, altre lettere, quelle degli apostoli Pietro, Giovanni, Giacomo e Giuda, si rivolgono principalmente contro di essa, per sostenere con energia che la fede senza le opere non è di alcun giovamento. Anche Paolo, del resto, definì salvifica e veramente evangelica non una fede qualunque con la quale si crede in Dio, ma quella le cui opere procedono dalla carità: La fede, così dice, che opera per mezzo della carità 53. Da qui l'affermazione che quella fede che ad alcuni sembra sufficiente per la salvezza, non giova a nulla, di modo che dice: Se possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, io sono un niente 54. Invece là dove opera una carità ispirata dalla fede, senza dubbio si vive bene, perché Il compimento della legge è la carità 55.

Paolo, come pure tutti gli altri apostoli, è dell'opinione che la salvezza eterna è data solo a coloro che vivono bene.

14. 22. Per questo evidentemente nella sua seconda lettera Pietro esorta alla santità della condotta di vita e preannunzia che questo mondo passerà, ma si attendono cieli nuovi e una terra nuova, che sarà data ai giusti da abitare: si facciano perciò attenti a come devono vivere, per diventare degni di quella dimora. Inoltre, sapendo che alcuni cattivi cristiani avevano preso occasione da certi passi assai oscuri dell'apostolo Paolo per non curarsi di vivere bene, presumendosi sicuri della salvezza che risiede nella fede, ricorda che nelle sue lettere ci sono passi difficili a capirsi, dei quali - come avviene anche per il resto delle Scritture - gli uomini, a loro propria rovina, stravolgono il senso: anche Paolo, però come pure tutti gli altri apostoli, è dell'opinione che la salvezza eterna è data solo a coloro che vivono bene. Ecco appunto Pietro: Poiché dunque tutte queste cose si devono dissolvere così, quali non dovete essere voi, nella santità della vostra condotta e nella pietà, attendendo e, anzi, affrettando la venuta del giorno del Signore, nel quale i cieli infuocati si dissolveranno e gli elementi si disintegreranno consumati dal calore? Ma, secondo la sua promessa, noi attendiamo nuovi cieli e una terra nuova, nei quali avrà stabile dimora la giustizia. Perciò, carissimi, nell'attesa di questi eventi, cercate di essere senza macchia e irreprensibili davanti a Dio, in pace. Giudicatela come salvezza la magnanimità del Signore nostro, come anche il nostro carissimo fratello Paolo vi ha scritto, secondo la sapienza che gli è stata data; così fa in tutte le lettere in cui tratta di queste cose. In esse ci sono alcuni punti difficili da comprendere, che gli ignoranti e gli instabili travisano, come fanno anche con il resto delle Scritture, per loro propria rovina. Voi dunque, carissimi, che ne siete stati preavvisati, state in guardia per non venir meno nella vostra fermezza, travolti dall'errore degli empi. Crescete piuttosto nella grazia e nella conoscenza del Signore nostro e Salvatore Gesù Cristo. A lui sia gloria ora e nel giorno dell'eternità 56.

La fede senza le opere non giova alla salvezza.

14. 23. Giacomo poi è così avverso nei confronti di quanti presumono che la fede senza le opere valga per ottenere la salvezza da paragonarli addirittura ai demoni. Dice infatti: Tu credi che c'è un solo Dio? Fai bene; anche i demoni lo credono, e tremano 57. Che cosa si sarebbe potuto dire di più vero e in modo più breve ed incisivo? Anche nel Vangelo infatti leggiamo di questa confessione dei demoni quando proclamarono Cristo Figlio di Dio e da lui furono rimproverati 58, cosa che fu lodata da Pietro nella sua professione di fede. Fratelli miei, domanda Giacomo, che giova ad uno dire di aver la fede, se non ha le opere? Forse che quella fede potrà salvarlo? 59; e ancora:Perché la fede senza le opere è morta 60. Ecco fino a qual punto dunque s'ingannano quelli che si ripromettono la vita eterna sul fondamento di una fede morta!

È respinta l'opinione di chi ritiene che la fede senza le opere giova alla salvezza.

15. 25. Se è così, riconosciamo che costoro si adoperano con encomiabile carità per far ammettere tutti, senza distinzione alcuna, al battesimo: e non solo gli adùlteri e le adùltere, che portano a pretesto false nozze contro il giudizio del Signore, ma anche le pubbliche meretrici, che perseverano in una così turpe professione, quelle che di certo neppure la più trascurata delle Chiese ha la consuetudine di ammettere, a meno che non si fossero liberate previamente da quel vizio. Ma, in base a tale criterio, non vedo proprio perché non dovrebbero essere ammesse senza alcuna riserva: chi, infatti, non preferisce che anche esse in virtù del fondamento posto, per quanto vi abbiano ammucchiato sopra legno, fieno e paglia, siano purificate, magari con un fuoco parecchio più lungo, piuttosto che vadano perdute in eterno? In tal caso però saranno falsi i testi, esenti da oscurità e ambiguità, come: Se possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, io sono un niente 62, e: Fratelli miei, che giova ad uno dire di avere la fede se non ha le opere? Forse che quella fede potrà salvarlo? 63 E falso sarà anche quello che dichiara: Non fatevi illusioni: né i fornicatori, né gli adoratori di idoli, né i ladri, né gli avari, né gli adùlteri, né gli effeminati, né i pederasti, né gli ubriaconi, né i maldicenti, né gli avidi possederanno il regno di Dio 64. E anche quello che dice: Le opere della carne sono ben note: fornicazioni, impurità, libertinaggi, piaceri, idolatria, stregonerie, inimicizie, contese, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere; circa queste cose vi preavviso, come ho già detto, che chi le compie non erediterà il regno di Dio 65. Questi testi dunque saranno falsi, se è sufficiente che credano e che siano battezzati, perché essi, per quanto perseverino in simili peccati, siano salvati per mezzo del fuoco. Coloro che sono battezzati in Cristo perciò, anche se commettono tali colpe, possederanno il regno di Dio. Quindi è detto senza senso: E tali eravate alcuni di voi, ma siete stati lavati 66, dal momento che, anche lavati, restano tali. Sembrerà detto invano anche ciò che è affermato da Pietro:Figura, questa, del battesimo, che ora fa salvi anche voi, non lavando le sozzure del corpo, ma domandando una buona coscienza 67, se è vero che il battesimo fa salvi anche coloro che hanno una coscienza pessima, piena di tutte le colpe più riprovevoli, e non cambiata dal pentimento per esse; grazie al fondamento che è posto proprio nel battesimo, essi infatti saranno salvi, benché attraverso il fuoco. E non vedo neppure perché il Signore abbia detto: Se vuoi aver la vita, osserva i comandamenti - e ricordò quelli che concernono i buoni costumi 68 -, se è possibile avere la vita eterna anche senza osservarli, per mezzo della sola fede, la quale senza le opere è morta. Inoltre, come potrà essere vero ciò che dirà a coloro che collocherà alla propria sinistra: Andate al fuoco eterno, che è preparato per il diavolo e per i suoi angeli? Costoro non li rimprovera perché non hanno creduto in lui, ma perché non hanno compiuto opere buone. Evidentemente, proprio perché nessuno si ripromettesse la vita eterna sul fondamento della fede che, senza le opere, è morta, per questo annunziò la separazione di tutte le genti che, mescolate, godevano dei medesimi pascoli, perché apparisse chiaro che a dirgli Signore, quando mai ti abbiamo visto patire questo e quello e non ti abbiamo soccorso? saranno quelli che avranno creduto in lui, senza curarsi però di fare opere buone, come se dalla stessa fede morta si potesse avere la vita eterna. O forse andranno nel fuoco eterno coloro che non hanno compiuto opere di misericordia, mentre non ci andranno coloro che rubarono i beni altrui o non ebbero misericordia verso se stessi, profanando in se stessi il tempio di Dio? Quasi che le opere di misericordia giovino a qualcosa senza l'amore, quando invece l'Apostolo dice:E se anche distribuissi tutte le mie sostanze ai poveri e dessi il mio corpo per essere bruciato, ma non avessi la carità, (tutto questo) non mi giova a nulla 69. Oppure quasi che chi non ama se stesso possa amare il prossimo come se stesso, quando invece: Chi ama l'iniquità, odia l'anima sua 70. E a questo punto non si potrà dire ciò che alcuni pur dicono, fuorviando se stessi, cioè che si tratta di un fuoco eterno, ma non già di una pena eterna; per cui pensano che per il fuoco, che sarà eterno, passeranno coloro ai quali promettono la salvezza attraverso il fuoco, a causa della loro fede morta. Di modo che il fuoco in se stesso sarebbe eterno e non il loro bruciare; ossia l'azione del fuoco su di loro non sarebbe eterna. Ma il Signore, proprio in quanto tale, prevedendo ciò, ha concluso le sue parole dicendo: E se ne andavano, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna 71. Il bruciare, dunque, sarà eterno, come il fuoco, e la Verità ha detto che vi andranno, come ha dichiarato, coloro ai quali non è mancata la fede ma le opere buone.

[Modificato da Credente 10/08/2012 21:04]
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10/08/2012 20:59
 
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Confrontare il passo dell'Apostolo con i testi delle Scritture.

15. 26. Se, dunque, tutte queste affermazioni ed altre ancora che si possono trovare in quantità per tutte le Scritture formulate senza ambiguità, saranno false, allora potrà essere vera quella interpretazione che danno della legna, del fieno e della paglia, secondo la quale saranno salvi attraverso il fuoco quelli che si sono limitati a serbare la fede in Cristo e hanno trascurato le opere buone. Se invece le affermazioni riportate sono vere oltre che chiare, allora non c'è alcun dubbio che quel passo dell'Apostolo va interpretato in un altro modo e deve essere posto tra quelli a proposito dei quali Pietro dice che nei suoi scritti vi sono alcune cose difficili da comprendere, ma che gli uomini si devono guardare bene dallo stravolgerne il senso a loro propria rovina, fino al punto di assicurare, in contrasto con evidentissimi testi delle Scritture, a individui completamente pervertiti e ostinatamente attaccati alla loro perversione che otterranno la salvezza, pur restando gli stessi, cioè senza correggersi e senza fare penitenza.

Su questo punto preferirei ascoltare esegeti migliori di me.

16. 27. A questo punto qualcuno potrebbe chiedermi quale è la mia opinione sul passo richiamato dell'apostolo Paolo e come ritenga che debba essere interpretato. Confesso che sull'argomento preferirei ascoltare esegeti più penetranti e competenti, capaci di spiegarlo in modo che conservino tutta la loro verità e incontrovertibilità sia i testi sopra richiamati sia tutti gli altri non richiamati, con i quali la Scrittura attesta in modo assolutamente inequivocabile che la fede non giova a niente, se non si tratta di quella che, come l'ha definita l'Apostolo, opera per mezzo della carità 72; invece la fede senza le opere non può salvare né senza il fuoco né per mezzo del fuoco, perché, se salva attraverso il fuoco, in ogni caso è ancora essa che salva, mentre è detto in modo assolutamente chiaro: Che giova ad uno dire di avere la fede, se non ha le opere? Forse che quella fede potrà salvarlo? 73. Dirò tuttavia, nella forma più breve possibile, anche quale è la mia opinione su quel passo dell'Apostolo Paolo difficile da intendersi; però, a proposito della mia dichiarazione, si tenga conto soprattutto di quello che ho già detto, cioè che su questo punto preferirei ascoltare esegeti migliori di me. Che Cristo sia fondamento rientra nel piano del sapiente Architetto, e questo non ha bisogno di spiegazione perché è detto chiaramente: Nessuno infatti può porre altro fondamento oltre quello già posto, cioè Gesù Cristo 74. Ma se Cristo, senza dubbio la fede in Cristo: per mezzo della fede, infatti, Cristo abita nei nostri cuori, come dice lo stesso Apostolo 75. Inoltre, se la fede in Cristo non può essere che quella che, come l'ha definita l'Apostolo, opera per mezzo della carità; infatti non può essere presa come fondamento la fede dei demoni, benché anche essi credano e, tremanti 76, confessino che Gesù è il Figlio di Dio 77. E per quale ragione, se non perché non è fede che opera per mezzo dell'amore, ma fede che si manifesta sotto la pressione del timore? È dunque la fede in Cristo, la fede della grazia cristiana, cioè la fede che opera per mezzo dell'amore e che, posta nel fondamento, non permette a nessuno di perdersi. Ma che cosa significhi edificare su questo fondamento con oro, argento e pietre preziose, oppure con legno, fieno e paglia, temo che, se cercassi di approfondirlo, la spiegazione stessa sarebbe piuttosto difficile da comprendere. Tuttavia, con l'aiuto del Signore, mi sforzerò di esporre in breve e, per quanto potrò, in modo chiaro quello che penso. Ecco: colui che chiese al buon maestro che cosa doveva fare di buono per avere la vita eterna, si sentì rispondere che, se desiderava avere la vita eterna, doveva osservare i comandamenti; e quando poi domandò quali comandamenti, gli fu risposto: Non ucciderai, non commetterai adultèri, non ruberai, non testimonierai il falso; onora il padre e la madre, ama il prossimo tuo come te stesso 78. Agendo così nella fede di Cristo, senza dubbio avrebbe posseduto la fede che opera per mezzo della carità: infatti, non avrebbe potuto amare il prossimo come se stesso, se non dopo aver accolto l'amore di Dio, senza il quale non avrebbe potuto amare se stesso. Ebbene, se avesse fatto anche quello che il Signore aggiunse dicendo: Se vuoi essere perfetto, va, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi 79, avrebbe edificato sopra quel fondamento con oro, argento e pietre preziose; infatti, non avrebbe pensato ad altro che alle cose che sono di Dio e a come piacergli, e questi pensieri, a mio avviso, sono oro, argento e pietre preziose. Se invece, per una sorta di affezione carnale, fosse rimasto attaccato alle sue ricchezze - sebbene ne facesse materia per elemosine senza ricorrere, per aumentarle, a frodi o rapine e senza cadere nel vizio o nella colpa per timore di vederle diminuire o di disperderle (altrimenti già in questo modo si sarebbe sottratto alla stabilità di quel fondamento) - e se lo avesse fatto, come ho detto, per una sorta di affezione carnale nei loro confronti, per cui non potesse esser privo di tali beni senza dolore, avrebbe edificato su quel fondamento con legno, fieno e paglia. E questo sarebbe accaduto soprattutto se avesse avuto una moglie e, per causa sua, avesse pensato alle cose del mondo e a come piacerle. Poiché dunque queste cose, quando sono amate con attaccamento carnale, non si perdono senza dolore, per questo chi le possiede, benché abbia a fondamento la fede che opera mossa dalla carità, e per nessun motivo o cupidigia preferisca ad essa queste cose, tuttavia soffre un danno allorché le perde e così, attraverso questo dolore che è come un fuoco, perviene alla salvezza. Dal dolore di così grande danno uno è tanto più al riparo quanto meno le ha amate oppure le ha possedute come se non le possedesse. Chi invece o per conservarle o per ottenerle, ha commesso omicidio, adulterio, fornicazione, idolatria e cose simili, invece di essere salvato attraverso il fuoco grazie al fondamento, sarà tormentato col fuoco eterno, avendo perduto il fondamento.

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10/08/2012 21:00
 
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Altro testo dell'Apostolo addotto da chi insegna che la fede senza le opere salva.

16. 28. Quasi per voler comprovare quanto vale la fede da sola, essi mi propongono quel passo dove l'Apostolo dice: Ma se il non credente vuole separarsi, si separi pure; in tal caso il fratello o la sorella non sono costretti a servitù 80, cioè che, a causa della fede in Cristo, si può ripudiare senza colpa alcuna la moglie stessa, anche se sposata con legittime nozze, qualora essa non volesse rimanere con il suo sposo cristiano, proprio perché è cristiano. Essi però non considerano che il ripudio è in tal modo pienamente giustificato, nel caso in cui questa dica a suo marito: " Non sarò tua moglie, se non accumulerai per me ricchezze anche rubando " oppure " se, anche da cristiano, non continuerai ad esercitare le solite ruffianerie, per le quali usavi la nostra casa ", e così di qualunque altro vizio o colpa che conoscesse nel marito, dalla quale era attratta e di cui saziava la sua libidine o ne ricavava abbondante vitto o si mostrava in pubblico con più sfarzo. Di fronte a questa dichiarazione della moglie, il marito, se si è veramente pentito delle opere morte quando si è accostato al battesimo e ha per suo fondamento la fede che opera per mezzo della carità, senza dubbio si sentirà più legato all'amore della grazia divina che a quello del corpo della moglie: per questo amputa coraggiosamente il membro che gli è di scandalo. Così, il dolore del cuore che sopporterà in questa rottura, a causa dell'attaccamento carnale alla moglie, è il danno che deve subire, il fuoco attraverso il quale, mentre il fieno arde, egli si salverà. Se invece aveva già la moglie come se non l'avesse, rendendole più che non esigendo il debito coniugale non per passione ma per misericordia, nell'intento di salvare anche lei, di certo non proverà alcun dolore carnale quando tale unione si interromperà: in lei, del resto, non pensava che alle cose di Dio e come potesse piacere a Dio 81. Così, nella misura in cui edificava su quei pensieri con oro, argento e pietre preziose, nella stessa misura non pativa alcun danno e la sua costruzione, che non era fatta con fieno, non bruciava per nessun incendio.

L'interpretazione che propongo di questo passo non contrasta con il criterio della verità.

16. 29. Sia dunque che gli uomini patiscano queste pene soltanto in questa vita, sia che anche dopo questa vita seguano giudizi di tal genere, l'interpretazione che propongo di questo passo, per quanto credo, non contrasta con il criterio della verità. Comunque, se ce n'è un'altra che mi sfugge, va senz'altro preferita; fino a che ci atteniamo a questa, però, non siamo costretti a dire agli iniqui, agli indocili, agli empi, ai viziosi, ai parricidi, ai matricidi, agli omicidi, ai fornicatori, agli invertiti, ai plagiari, agli spergiuri e a quanti altri operino in modo contrario alla sana dottrina, che concorda con l'annuncio della gloria di Dio beato 82: " È sufficiente che crediate in Cristo e che riceviate il sacramento del suo battesimo, e voi sarete salvi, anche se non cambierete questa vostra pessima vita".





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19/07/2019 12:20
 
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UNA VOLTA SALVATI, SI RESTA SEMPRE SALVATI?


Trattazione della lettera agli Ebrei

Questa lettera é rivolta a veri credenti in Cristo, nati di nuovo.
La Bibbia dice che "TUTTA LA SCRITTURA", e tutte le cose che sono state scritte per noi, quindi anche la lettera agli Ebrei é scritta per noi (Romani 15:4; 2Tim 3:16).

Infatti proprio nella conclusione di questa lettera ci viene detto che é "una lettera di esortazione" rivolta a veri credenti in Cristo.

Ebrei 13:22-25 (Luzzi, CEI, Gerusalemme)

"Or, FRATELLI, accogliete, vi prego, la mia parola d'esortazione; perché v'ho scritto brevemente. 23 Sappiate che IL NOSTRO FRATELLO TIMOTEO è stato messo in libertà; con lui, se vien presto, io vi vedrò. 24 Salutate tutti i vostri conduttori e tutti i santi. Quei d'Italia vi salutano. 25 La grazia sia con tutti voi. Amen."

Attenti a coloro che cercano con i loro discorsi pomposi di annulare le scritture.
Nel caso di questa lettera agli Ebrei, costoro vi dicono che la lettera agli Ebrei era rivolta a non credenti, cioé a persone che si dovevano ancora convertire, questo che affermano é falso.
Notate dalle parole conclusive della lettera che l'autore si rivolge a veri credenti chiamandoli "fratelli", inoltre dice: "il nostro fratello Timoteo", questo significa che erano fratelli in Cristo insieme al fratello Timoteo.

Ebrei 3:1 (CEI- Diodati- Luzzi)

"Perciò, fratelli santi, partecipi di una vocazione celeste, fissate bene lo sguardo in Gesù, l'apostolo e sommo sacerdote della fede che noi professiamo".

Notate bene che i beneficiari della lettera vengono chiamati "FRATELLI SANTI, PARTECIPI DELLA VOCAZIONE CELESTE". Inoltre viene detto che sia i beneficiari della lettera sia l'autore, professavano la loro la fede in Cristo.
"fissate bene lo sguardo in Gesù, l'apostolo e sommo sacerdote DELLA FEDE CHE NOI PROFESSIAMO" (Ebrei 3:1)
"manteniamo ferma la professione della nostra fede" (Ebrei 4:14).
Quindi erano veri credenti anche se ancora erano "bambini" spiritualmente parlando (Leggi Ebrei 5:12-14).

Leggiamo alcuni brani di questa lettera ed esaminiamoli.

" LA SUA CASA SIAMO NOI, SE RITENIAMO FERMA SINO ALLA FINE la nostra franchezza e il vanto della nostra speranza." (Ebrei 3:6)
La casa di Dio é la chiesa (Leggi 1Tim 3:15; 1Cor 3:9).
Notate che l'autore della lettera si include anche lui stesso in queste parole, dicendo "la casa di Dio SIAMO NOI, SE..."

Il "se" in Italiano secondo il vocabolario é un condizionale, che indica una condizione da seguire. L'autore della lettera sta affermando che anche lui é parte della casa di Dio cioé la chiesa "SE" = CONDIZIONALE che indica una condizione da seguire. La condizione da seguire é questa " SE riteniamo ferma fino alla fine la speranza".

"bisogna che ci applichiamo con maggiore impegno a quelle cose che abbiamo udito, per non andare fuori strada. 2 Se, infatti, la parola trasmessa per mezzo degli angeli si è dimostrata salda, e ogni trasgressione e disobbedienza ha ricevuto giusta punizione, 3 come potremo scampare NOI se trascuriamo una salvezza così grande?" (Ebr 2:1-3)

La via da seguire per essere salvati é Cristo (Giovanni 14:6)
Ma si puó andare fuori strada e perdere la salvezza, se non ci mettiamo impegno. E se andiamo fuori strada non scamperemo, come non scamparono il popolo Ebreo che molti di loro Dio li fece morire nel deserto, e non entrarono nella terra promessa.
E queste cose cose dice la scrittura furono scritte per noi (Leggi 1Corinzi 10:1-12)
Cosí anche noi possiamo rischiare di non entrare nel regno dei cieli, se non "ci applichiamo con maggiore impegno a quelle cose che abbiamo udito, per non andare fuori strada" (Ebre 2:1).
Notate che l'autore della lettera si include lui stesso in queste parole dicendo:
"come potremo scampare NOI se trascuriamo una salvezza così grande?" (Ebr 2:3)

Ebrei 3:12-14

"Guardate, FRATELLI, che talora non si trovi in alcuno di voi un malvagio cuore incredulo, che vi porti a ritrarvi dall'Iddio vivente; 13 ma esortatevi gli uni gli altri tutti i giorni, finché si può dire: 'Oggi', onde nessuno di voi sia indurato per inganno del peccato; 14 poiché siam diventati partecipi di Cristo, A CONDIZIONE CHE RITENIAMO FERMA FINO ALLA FINE LA FIDUCIA CHE AVEVAMO DA PRINCIPIO".

Notate che ancora una volta l'autore della lettera chiama i beneficiari "fratelli" e si include lui stesso in queste parole ad indicare che la condizione era valida per lo stesso scrittore della lettera.

Ebrei 4:1

"Dobbiamo dunque temere che, mentre ancora rimane in vigore la promessa di entrare nel suo riposo, qualcuno di voi ne sia giudicato escluso".

Significa che anche i credenti possono essere esclusi dalla salvezza, questo puó succedere se non si conserva la fede fino alla fine.

"Gesú divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono" (Ebr 5:9) Quindi é necessaria l'ubbidienza, ubbidire a Cristo.

"Quelli infatti che sono stati una volta illuminati, che hanno gustato il dono celeste, SONO DIVENTATI PARTECIPI DELLO SPIRITO SANTO 5 e hanno gustato la buona parola di Dio e le meraviglie del mondo futuro. 6 Tuttavia se sono caduti, è impossibile rinnovarli una seconda volta portandoli alla conversione, dal momento che per loro conto crocifiggono di nuovo il Figlio di Dio e lo espongono all'infamia" (Ebr 6:4-6 CEI)

É chiaro che quí si sta parlando di credenti nati di nuovo.
Solo una persona spiritualmente cieca, puó ostinarsi a negare delle scritture cosi chiare e cosí semplici.

A CHI ERA RIVOLTA LA LETTERA AGLI EBREI?
LA SALVEZZA SI PUÓ PERDERE? (SECONDA PARTE)

Come abbiamo visto nella prima parte di questo studio, coloro a cui scrive l'autore della lettera, erano persone che avevano creduto e avevano fede in Cristo ed erano veri credenti nati di nuovo. A questi lo scrittore della lettera li esorta a rimanere fermi nella fede in Cristo Gesú ( Leggi Ebrei 3:1, 6, 14; 13:22-35).

Ebrei 4:14
"Avendo dunque un gran sommo sacerdote che è passato attraverso i cieli, Gesù, il Figlio di Dio, RITENIAMO FERMAMENTE LA NOSTRA CONFESSIONE DI FEDE."

Poi lo scrittore dice che sia lui che anche coloro a cui scriveva, erano veri credenti che erano stati santificati dal sangue di Cristo.

Ebrei 10:10
"Ed è appunto per quella volontà che NOI SIAMO STATI SANTIFICATI, PER MEZZO DELL'OFFERTA DEL CORPO DI GESÚ CRISTO, fatta una volta per sempre."

Quindi la lettera é rivolta a veri credenti nati di nuovo.
Notate che leggendo le successive parole della lettera, si comprende che anche un vero credente nato di nuovo puó perdere la salvezza.

L'autore della lettera agli Ebrei si include anche lui stesso in queste parole dicendo:

Ebrei 10:26-27

"Infatti, SE NOI PECCHIAMO volontariamente dopo aver ricevuto la conoscenza della verità, non rimane più alcun sacrificio per i peccati, 27 ma soltanto una spaventosa attesa di giudizio e un ardore di fuoco che divorerà gli avversari."

Ora non mi venite a dire che chi ha scritto la lettera agli Ebrei,
non era lui stesso un vero credente nato di nuovo.
Notate che anche lo scritore si include in queste parole dicendo:
"SE NOI PECCHIAMO VOLONTARIAMENTE". Non dice se voi peccate, ma scrive "NOI" includendosi anche lui stesso.
Questo sta ad indicare che la salvezza la puó perdere anche un vero credente nato di nuovo, se persiste nel peccare volontariamente.

Inoltre legiamo ancora: Ebrei 10:29
"Quale peggiore castigo pensate voi merita colui che ha calpestato il Figlio di Dio e ha considerato profano il sangue del patto col quale É STATO SANTIFICATO, e ha oltraggiato lo Spirito della grazia?"

Dicendo "colui che calpesta il sangue del patto col quale É (ESSERE) STATO SANTIFICATO"
si riferisce a persone SANTIFICATE dal sangue di Cristo. Ora come la stessa lettera agli Ebrei spiega, i santificati solo coloro che sono nati di nuovo, infatti leggiamo:

Ebrei 2:11
"Infatti colui che santifica e quelli che sono santificati provengono tutti da uno; per questo motivo Egli (Gesú) non si vergogna di chiamarli fratelli".

Ebrei 10:14
"Con un'unica offerta, infatti, Egli ha reso perfetti per sempre coloro che sono santificati."

Ebrei 13:12
"Perciò anche Gesù, per santificare il popolo con il proprio sangue, ha sofferto fuori della porta."

"Cristo ha amato la chiesa e ha dato se stesso per lei, per santificarla, avendola purificata col lavacro dell'acqua per mezzo della parola" (Efesini 5:25, 26).

Quindi i santificati chi sono? Sono la chiesa.

E tra questi santificati dal sangue di Cristo vi sono sia lo scrittore della lettera agli Ebrei, sia i beneficiari della lettera, secondo ció che leggiamo nello stesso contesto della lettera agli Ebrei.

Ebrei 10:10
"Ed è appunto per quella volontà che NOI SIAMO STATI SANTIFICATI, PER MEZZO DELL'OFFERTA DEL CORPO DI GESÚ CRISTO, fatta una volta per sempre."

Quindi lo scrittore e i beneficiari della lettera erano santificati, nati di nuovo, e "partecipi dello Spirito Santo" (Ebrei 6:4)
Ora la scrittura dice chiaramente :

"colui che avrá calpestato il Figlio di Dio e avrá considerato profano IL SANGUE DEL PATTO COL QUALE É STATO SANTIFICATO" (Ebrei 10:29) cioé per i membri della chiesa giá stati santificati, che "persistono nel peccare volontariamente dopo avere ricevuto la conoscenza della veritá, non rimane piú alcun sacrificio dei peccati." (Ebrei 10:26)

Quindi la salvezza si puó perdere. La dottrina "una volta salvati sempre salvati" o ipergrazia É FALSA.
State dunque fermi nella fede e rigettate i falsi insegnamenti che vanno contro le scritture.

Ebrei 10:19-31

"Avendo dunque, fratelli, piena libertà di entrare nel santuario per mezzo del sangue di Gesù, 20 per questa via nuova e vivente che egli ha inaugurato per noi attraverso il velo, cioè la sua carne; 21 avendo noi un sacerdote grande sopra la casa di Dio, 22 accostiamoci con cuore sincero nella pienezza della fede, con i cuori purificati da ogni cattiva coscienza e il corpo lavato con acqua pura. 23 Manteniamo senza vacillare la professione della nostra speranza, perché è fedele colui che ha promesso."

G.Longo

Risulta dunque chiaro in molti punti della Scrittura che la salvezza operata da Cristo resta operativa finchè uno resta PERSEVERANTE. Lo ha detto con chiarezza lo stesso Gesù: "chi avrà PERSEVERATO FINO ALLA FINE SARA' SALVATO".
Gesù stesso è la Via della Verità che porta alla Vita. Se uno rimane sulla Via, arriverà alla Vita. Se uno ad un certo punto lascia quella Via (che è stretta) per prendere altre strade larghe e comode ma non conformi al Vangelo, (il che è possibile perchè noi siamo esseri realmente LIBERI), allora c'è il serio rischio di finire nel burrone, qualora non ci reimmettiamo nella Via che è Gesù stesso.
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Così non saremo più fanciulli in balìa delle onde, trasportati qua e là da qualsiasi vento di dottrina, ingannati dagli uomini con quella astuzia che trascina all'errore. Ef.4,14
 
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