15/06/2005 16:20 |
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Perdonate un testo scarno a monte di un argomento così vasto, ma in questi giorni la Musa Ispiratrice s'è presa le ferie.
S'alzano critiche a questa Modernità da ogni parte, spesso ne resto perplesso, per come la si critica - come se fosse oggetto astratto ed estraneo, e non la nostra quotidianità, concreta e tangibile - altrettanto spesso ne resto fascinato nelle analisi, puntuali e toccanti, ancor più spesso rimango sbigottito nei rimedi, del tutto fuori luogo se non pericolosi.
Le rivoluzioni che si concludono hanno ritmi sempre più vorticosi, con una accelerazione inarrestabile che suscita il pericolo imminente del risultarne schiacciati. [e qui, snaturandola, mi torna in mente quella visione della storia a spirale di quel filosofo che amo tanto]
Ci si rifugia nell'ineluttabilità del "ciò che deve accadere accade", e ci si prepara a scenari apocalittici pessimi sperando in scenari post apocalittici che ci restituiscano una giovane umanità arcaica e rossa terra fertile.
Mi sento a disagio, non so voi.
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