boicottiamo
Da troppo tempo ormai il piatto più servito alla “Trattoria del centro sinistra” era il mitico “facciamoci del male”.
Volendo tuttavia portare una ventata di rinnovamento in cucina gli chefs, vollero elaborarne una nuova versione aggiungendo agli ingredienti tradizionali, ma a cottura ultimata, una “spolveratina di primarie”.
Come sempre accade in questi casi le reazioni furono le più disparate.
Qualcuno pensò che finalmente era stato individuato quanto mancava per farne un piatto perfetto e di sicuro successo.
Altri
manifestarono molto meno entusiasmo, ammettendo che della famosa “spolveratina” non si sentiva poi tanto la mancanza ma visto che c’era …. buon appetito.
Altri, infine, che già non amavano molto la portata, pensarono che in tal modo fosse stata definitivamente e, forse irreparabilmente, rovinata.
Pur continuando a frequentare la Trattoria colsero così l’occasione per cambiare menu iniziando però anche a domandarsi se non era giunta l’ora di cambiare cucina.
Poiché faccio
parte di quest’ultima schiera cerco di spiegare in dieci sintetici punti perché ritengo che le primarie vadano boicottate.
1 – Romano
Prodi è ritenuto da tutti il leader del centrosinistra.
Mettere in
discussione che il leader (si badi bene di una coalizione non di un
partito) sia anche il naturale candidato premier equivale a minarne la credibilità e l’immagine sia all’interno che all’esterno.
Non mi pare
utile, alla vigilia delle elezioni, lanciare un messaggio che può
apparire sintomo di incertezza e di debolezza.
2 – Si dice che, in
tal modo, “la candidatura Prodi” uscita vittoriosa dalle primarie avrà maggior forza e legittimazione.
Ma se si fanno le primarie per questo
fine che primarie sono?
Senza avere capacità divinatorie Vi potrei anticipare chi vince.
3 – Ma oltre a vincere conta anche come si vince.
Diamo proprio per scontato che sarà un plebiscito a favore del Professore.
Già una volta è rimasto bruciato, e con lui il paese, dal voler “fare la conta”.
Qualcuno si è chiesto quale sarà il prestigio e l’autorità di Prodi se non raccoglie almeno l’80 – 90 % di consenso all’
interno della coalizione?
O se si registrerà una scarsissima affluenza al voto ?.
Qualcuno si è chiesto quali nefaste conseguenze potrebbe generare un risultato che veda prevalere di un non nulla un candidato (mettiamo Prodi) piuttosto che un altro (mettiamo Mastella).
Non
conviene credo a nessuno avere un leader – candidato debole ancora prima di scendere in campo.
Vale allora veramente la pena di correre questi rischi o stiamo cercando di “farci del male”.
4 – La scelta del
candidato attraverso questo tipo di primarie mi pare rappresenti una dichiarazione di resa, molto ponziopilatesca del sistema dei partiti incapaci di proporre o perché no di “imporre”, assumendosene la responsabilità, un candidato.
In altri termini una classe politica
incapace di essere classe dirigente.
5 – La controprova è presto
fatta.
Proponiamo alle forze politiche che si facciano primarie anche per le candidature alla Camera e al Senato, nei collegi del maggioritario, per i sindaci.
Se questa è la panacea dei mali che ci
affligge perché prenderla a piccole “dosi”.
6 – Credere, e voler far
credere, che con il sistema delle primarie si ampli democrazia, e partecipazione risolvendo anche solo alcuni dei mali del nostro sistema è “gattopardianamente” cambiare tutto per non cambiare nulla.
Ci è già
capitato con il sistema elettorale o con il finanziamento ai partiti.
Negli USA, dove per altro le primarie si svolgono all’interno dei partiti e non di una coalizione, i livelli di partecipazione e di democrazia lasciano alquanto a desiderare.
Ben altra allora deve essere
la cura per la democrazia gravemente ammalata.
7 – I vari candidati
alle primarie saranno, oggettivamente, portati ad esaltare più le cose che li dividono da quelle che li uniscono.
Si corre il rischio di
creare ulteriori fratture oltre a quelle già esistenti, di esacerbare ulteriormente i già difficili rapporti tra le forze della coalizione.
E
tutto ciò alcuni mesi prima della più importante competizione elettorale del dopo guerra.
8 – La competizione sarà inevitabilmente in mano agli apparati dei partiti.
Non sarebbe più utile che sforzi,
tempo, energie e danari fossero tutti concentrati nell’obiettivo unico e primario di mandare a casa Berlusconi.
9 – La disaffezione e il
disinteresse degli elettori al voto è sempre più crescente (referendum e ballottaggi ne sono esempi).
Nessuno credo sentiva la mancanza di
una ulteriore chiamate alle urne.
Anche i farmaci migliori tendono a
perdere efficacia se se ne abusa o se ne fa continuo uso.
Il pericolo
è che si verifichi quello che accade ai ballottaggi nelle amministrative.
Una volta che il mio candidato di punta (es. Mastella) è fuori dalla competizione perché dovrei andare a scegliere fra due ( Prodi – Berlusconi) il meno peggio ?
10 – Infine c’è chi dice visto che
ci sono partecipiamoci.
No! Questa volta non ci stò!
Non sono più
disponibile a tapparmi il naso e fare una cosa alla quale non credo.
O peggio che credo che servirà esclusivamente ai vari Fassino, Rutelli, Mastella, Bertinotti ecc. per dividersi quote di influenza e di potere.
Non andrò a votare alle primarie.
E se condividete quanto sopra non
andateci neppure Voi.
Anche questo potrebbe essere un importante segnale della società civile.
Narciso Dirindin - Torino