Hai mai bevuto una birra al Bar Rattazzo?
Sezione “milano”
«Per la dedizione, la passione, l'umanità con cui svolge da 43 anni la professione di ristoratore nello storico quartiere del Ticinese.
Per avere trasformato la sua trattoria in un luogo di scambio culturale, sociale e politico dove il profitto è messo in secondo piano privilegiando la comunicazione e l'amicizia. Per essere anche oggi un punto di riferimento tra diverse generazioni, bisogni e desiderata e sapere eliminare frizioni ed attriti. Per aver inventato un momento particolare della giornata dove riuscire a riunire ancora oggi tantissime persone in convivio e relax e averlo trasformato in un "rito" che si consuma quotidianamente in ogni bar della città: l'happy hour.
Per aver sempre aiutato le persone meno abbienti offrendo pasti caldi». Con queste motivazioni, Davide "Atomo" Tinelli, consigliere comunale di Milano, proporrà
l'Ambrogino d'oro per Piero Rattazzo, titolare del bar omonimo in corso Ticinese 83 a Milano. Chiunque abbia bevuto anche solo una birra nello storico bar, scarichi il modulo, lo faccia firmare a quanti più amici può e lo mandi ad Atomo entro il 10 novembre.
La storia di Piero Rattazzo
di Davide "Atomo" Tinelli
Piero Rattazzo è nato a Calosso d'Asti il giorno 8 gennaio del 1937 da famiglia contadina che coltiva un podere nel Monferrato prevalentemente a vigna.
A diciassette anni lascia il lavoro nei campi e si trasferisce a Milano. E' il 1954 e Piero trova impiego come barista presso uno dei luoghi che diverranno storia nella nostra città: la Crota Piemunteisa di Via Sacchi.
Lavora per questa catena di locali tipici per diversi anni e, divenuto direttore, girerà le varie sedi di Piazza Beccarla, Via Pontaccio, Via Rasori.
Nel 1958 apre il suo primo negozio a conduzione famigliare in Via Sabotino 14.
E' una trattoria con mescita di vino, buona parte del quale di provenienza dal podere del Monferrato, con la madre in cucina.
Nel 1962 apre il negozio di Corso di Porta Ticinese 83, le Cantine Rattazzo, dove vende vino fino al 1971 quando, allargando il locale, imposta la trattoria che conduce insieme alla moglie ed ai figli ancora oggi.
Gli anni 60 sono tempi di fermento politico e culturale ed il popolare quartiere del Ticinese diventa l'epicentro della discussione dei movimenti e dei gruppuscoli che caratterizzeranno la scena politica della città. Tra le case di ringhiera si aprono sedi di partiti, associazioni, collettivi, librerie, stamperie ed editorie, piccoli studi d'arte. La trattoria diventa il fulcro di ogni attività, luogo dove ristorarsi e dar vita ad interminabili discussioni, confronti anche accesi ma, con la sapiente regia di Piero, la saggezza dovuta alla tradizione contadina, territorio neutro, pacificato. Qui si incontrano gruppi e posizioni in contrapposizione che nelle piazze di quegli anni si trasformano spesso in atti di violenza ma che nell'extraterritorialità della trattoria riescono, seppur in cagnesco, a convivere. I nomi e le sigle sono quelle dell'epoca e vanno da Avanguardia Operaia al Movimento Studentesco, da Lotta Continua a Contro Informazione, all'Autonomia, al PCI ecc..
Nel 1972 nasce alle Cantine Rattazzo un rito tipicamente ambrosiano che nella sua evoluzione resiste tutt'oggi ed è imitato ormai in tutta Europa: happy hour ovvero, nell'epoca della globalizzazione, l'ora dell'aperitivo.
Dai 25 ai 30 kg di pane tagliati ogni sera e disposti sul bancone,a disposizione degli avventori, infarciti di acciughe, tonno, mortadella e salumi e poi uova sode e, quelle che entreranno nella storia della gastronomia meneghina, le mitiche polpette di Rattazzo.
La classica ricetta dei mondeghili milanese sapientemente lavorata.
Nella trattoria si ritrovano pittori come Baratella, Spadari, De Filippi, Amadori, Crociani, Schifano…politici come Toni Negri, Valpreda, Sofri, Bonpressi, Pietrostefani, Viale, De Aglio, Mentana, Salvini, Liguori, Ferrara, Pisapia, Cafiero, Cossutta, Russo Spena, Gay…e poi comici come Rossi, Gino e Michele…scrittori ed editori come Dazieri, De Luca, Colaprico, Capisani, Philopat, Nico Colonna e storici librai come Primo Moroni…anche uno dei banditi più famosi di Milano come Vallanzasca ha pranzato da Rattazzo.
La sua trattoria è aperta a tutti e un piatto di pasta non è mai negato a nessuno specie alle persone più indigenti e bisognose che da sempre sanno che Piero, se può e come può, aiuta chiunque.
E' da una riunione alla mensa di Piero che nasce l'agenda diario più famosa d'Italia: Smemoranda.
Nel 1999 Rattazzo sconta 20 giorni a San Vittore, esperienza tremenda che gli permette di conoscere l'ambiente carcerario e, parole sue, l'immensa umanità che vi è rinchiusa. Lì conosce Don Alberto, parroco del carcere, con il quale mantiene i contatti e rifornisce costantemente di mazzi di carte da gioco, radioline, magliette e francobolli che vengono distribuiti tra i detenuti.
Una storia, una trattoria, un'umanità lunga 43 anni nel Ticinese dove sono passate generazioni che rappresentano uno spaccato importantissimo della nostra società.
Ovviamente, molti di voi non possono firmare questa importante petizione.
Riporto l'articolo solo per affetto verso quest'uomo. E perchè in corsa per l'ambrogino c'è anche la Fallaci, che per Milano e le sue persone non ha fatto NULLA e ha sicuramente parlato TROPPO.
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lasciando perdere attese e ritorni, ho aperto gli occhi dall'orlo increspato, ho visto un'alba blu, ho visto un'alba blu
l'intelligenza sta nel chiedersi sempre serenamente se c'è la propria vita in allarme rosso e non fare finta di ridere, con autoironia non mentire mai.
Ma soprattutto: sono in intimo allineamento con il palpitante ronzio del Divino Wow