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Chi garantisce l'origine divina dei Testi sacri e la retta interpretazione?

Ultimo Aggiornamento: 14/09/2014 08:11
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27/05/2012 16:45
 
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Pubblicazione a cura di Carlo Di Pietro

Chi può dare le garanzie della origine divina dei Testi Sacri e della sua retta interpretazione?

Molti si chiedono:
-"Partendo dal presupposto che le Scritture (Antico e Nuovo Testamento, Vangeli e quant'altro) custodiscono la Parola di Dio, unica, univoca e detentrice della Verità, sommo Testo a cui nessun individuo, come la più alta carica della Chiesa può osare contrapporsi, com'è allora possibile che i Cattolici e la relativa Chiesa possano darvi libera interpretazione? I passi parlano chiaro, celarsi dietro "l'interpretazione" è una motivazione che non regge. Non seguire questi precetti, ripeto, ben descritti e che non lasciano spazio a libere interpretazioni, non equivale forse a scagliarsi contro la volontà di Dio, disobbedendo?" - La domanda in sé non è una, ma affronta tanti argomenti e, dato che oggi giorno sono in tanti a contestare anche questo alla Chiesa, vediamo di fornire risposte. Dobbiamo obbedire alla volontà di Dio? Alla Parola di Dio, piuttosto che a quella degli uomini? Certo! La Scrittura ci insegna: ...

... “Bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini” (At 5,29). Allora chi mi garantisce questo “presupposto” dal quale dobbiamo partire? Fa comodo partire da qui perché si sa che i cattolici vi credono? Bene, allora comincio a rispondere col porre una domanda. Perché dovremmo partire da questo presupposto? Chi mi garantisce che la Bibbia è veramente l’infallibile Parola di Dio? Tu? I miei antenati? Gli archeologi? Gli studiosi? Tutti uomini che, come tali, possono sbagliare.

Quindi dovrei fidarmi di uno o più uomini (non Dio!!!) che mi dicono che la Bibbia è la Parola di Dio. Poi, partendo da questo atto di fede negli uomini (non in Dio), prendere la Bibbia e crederle come a Parola di Dio. La mia fede dovrebbe poggiare sulla parola di uomini, quindi. Non sia mai!

Allora perché devo credere nella Bibbia? Inoltre, perché devo credere in QUELLA Bibbia?

Non esistono solo i 72 libri canonici, ce ne sono molti altri. Molti sono stati scartati, ritenuti apocrifi, contenenti si anche delle verità, probabilmente perfino cose realmente dette dal Signore e dagli Apostoli; ma non sono libri ispirati, cioè che hanno Dio per autore, non sono testi coperti dall’inerranza, ecc …

Nei secoli sono state innumerevoli le discussioni su quali libri accettare e quali no, sia nell’Antico che nel Nuovo testamento.

Per esempio, Sant’Alfonso Maria de' Liguori nel linguaggio dell'epoca dice:

“Lutero nega tanti libri della scrittura: Giobbe, l'ecclesiaste ed altri riferiti di sopra. Calvino all'incontro gli ammette per veri e divini. Ambedue questi eresiarchi, come dicono i loro seguaci, sono stati messi illuminati da Dio, ambedue hanno avuta la luce interna dallo Spirito santo. A chi dei due dobbiamo noi credere?”

Nella Bibbia che oggi usano buona parte dei protestanti (avventisti, evangelici, ecc …) mancano i "Maccabei" ed altri libri dell’Antico Testamento. I cattolici ed altri li ritengono invece divini.

Per non parlare del Nuovo Testamento: alcuni volevano includere l’apocalisse di Paolo e quella di Pietro, la lettera di Barnaba, gli atti di Paolo ed il Pastore d’Erma: poi furono scartati.

Altri volevano scartare L’apocalisse di Giovanni, ma fu inclusa.

Così per i “vangeli” di Tommaso, di Filippo, della Maddalena.

E così anche per alcune lettere di quelle, invece ora accettate, come la seconda di Pietro e la lettera di Giuda; alcuni le volevano scartare, ma altri poi le ammisero.

Alla fine è sui pareri umani che ci basiamo? La mia fede deve poggiare sui pareri umani? Chi mi garantisce che questa è la Parola di Dio? E se nella Bibbia vi fosse un libro che in realtà non è divino? Che contiene errori? E se ve ne fossero in più di uno? E se tutta (o in parte) fosse non divina, contenente, quindi, verità, ma miste ad errori di uomini?

La tua domanda contiene una contraddizione di fondo: dai per buona la Sacra Scrittura; ma non ti accorgi che senza la Chiesa non avresti nemmeno la Sacra Scrittura!

Così facendo "sputi nel piatto in cui mangi"; il piatto è la Sacra Scrittura, la cuoca è la Chiesa con il suo Magistero e la sua autorità assistita dallo Spirito Santo. Senza la cuoca non avresti neppure il piatto in cui mangi, senza la Chiesa non avresti nemmeno la Scrittura su cui affermi tante volte la necessità di basarsi. Neppure sapremmo quali sono i libri divini e quali no. Neppure sapremmo distinguere con certezza divina i libri ispirati integralmente da quelli apocrifi.

Non avremmo la Sacra Scrittura, ma solo un insieme confuso e dubbioso di reperti storici raccolti da uomini in mezzo a polvere e ragnatele, uomini che come tali possono sbagliare, anche se sono studiosi archeologi provetti; la superbia potrebbe giocare brutti scherzi!

Invece abbiamo la Bibbia; la Chiesa, ispirata infallibilmente dallo Spirito Santo, "la Chiesa, colonna e fondamento della verità", come se Gesù ancora parlasse, ci ha confermato e chiarito, con divina certezza, qual è il canone dei libri divini ispirati:

Nel Concilio di Ippona, del 393, nel Concilio di Cartagine, del 397 e ribadendolo in seguito nel Concilio di Trento.

Sempre la stessa fede, che mai non muta, come si addice a cosa divina; mentre la fede umana muta.

Questo lo hanno capito anche quei “vescovi” ex-anglicani che di recente si sono convertiti alla Chiesa Cattolica, insieme con buona parte dei loro “preti” e fedeli:  hanno visto mutamento nella “fede” anglicana, e, ben consci che se fosse istituzione divina non potrebbe mutare nella Dottrina ufficiale, hanno capito che non è lì l’unità della fede divina, che non muta mai.

Quando il mondo laicista critica la Chiesa Cattolica per il fatto che non si “adatta ai tempi” e rimane sempre incrollabile nella sua immutabile Dottrina, non capisce che in parte le rende un favore, testimoniando, suo malgrado, la divinità incrollabile della sua istituzione, e l’ispirazione dello Spirito Santo.

Cristo non ha detto:

“vi scrivo il Vangelo, poi fate le fotocopie e distribuitelo, ed ognuno si organizzi e se lo interpreti a modo suo”, come invece fanno i protestanti e tutti i cristiani non cattolici, con il metodo del “libero esame”, il "sola Scriptura" inaugurato da Lutero.

Cristo ha istituito “la mia Chiesa” (Mt 16,18ss). a, ad Essa, ha dato l’incarico di predicare. Lo ha fatto, Cristo stesso, promettendole l’assistenza dello Spirito Santo, affinché mai si sarebbe ingannata.

Errori e peccati personali dei suoi membri ce ne sarebbero sempre stati (cominciando da Giuda, da Pietro, ecc …), ma quanto all’insegnamento, mai avrebbe ingannato i fedeli:

“… le porte degli inferi non prevarranno contro di essa …” (Mt 16,18);

“… chi ascolta voi ascolta me …” (Lc 10,16)

Ed ha ammonito che chi non avesse ascoltato la Chiesa avrebbe sbagliato:

"... e se non ascolterà neanche la Chiesa, sia per te come un pagano e un pubblicano ..." (Mt 18,17).

Infatti, bisogna obbedire alla volontà di Dio sempre, non solo a volte.

Guardiamo all'esempio della circoncisione: prima era obbligatoria, ma poi fu sostituita dal battesimo.

L’episodio negli Atti è celebre: l’Antico Testamento non aveva detto nulla a riguardo, circa il fatto se la circoncisione andasse abolita oppure no. Gesù non aveva dato istruzioni, altrimenti gli apostoli non avrebbero avuto alcun dubbio, eppure sorse la questione se si dovevano circoncidere i pagani oppure no.

Come risolverla?

Il Nuovo Testamento (inclusi gli Atti) ancora non era stato scritto.

Dove cercare la verità, dato che la Bibbia completa, come la abbiamo adesso, ancora non esisteva? (sempre ammesso che adesso fossimo d’accordo su quali sono i libri da includervi).

Cristo era già salito al Padre ... A chi chiedere?

Ci pensò la Chiesa, il concilio di Gerusalemme: si riunirono, ognuno disse la sua: parlavano gli uomini, non Dio, non ancora; poi, quando la Chiesa definì in modo definitivo ed universale, non erano solo “uomini” a parlare, ma fu lo Spirito Santo:

“Abbiamo deciso, lo Spirito Santo e noi, ...” (cfr. At. 15,28ss).

I cristiani dei primissimi decenni erano i migliori cristiani della storia (questo è pacificamente risaputo e creduto da tutti i cristiani di tutte le confessioni religiose cristiane), ebbene, non avevano ancora il Nuovo Testamento, che ha richiesto decenni per essere scritto ed ultimato. I migliori cristiani non avevano la Bibbia, sembra un’assurdità, ma non è così: c’è la Chiesa che li istruisce. Prima il collegio apostolico, e dopo, morti gli apostoli, i loro immediati successori.

L’episodio del concilio di Gerusalemme citato poco sopra è emblematico.

Quanto all’interpretazione, invece, è proprio il contrario. Sono proprio i cristiani non-cattolici che ne danno la libera interpretazione (il cosiddetto libero esame protestante).

Infatti Lutero inventò il metodo che definì “sola scriptura”: cioè bisognava prendere solo la scrittura, e non anche l’interpretazione che ne dà la Chiesa. Secondo l'eretico, difatti, bisognava prendere solo la Parola di Dio, non le aggiunte degli uomini; purtroppo, così facendo, ha ottenuto l'esatto contrario, ovvero che ogni singolo credente vi aggiunge del suo.

Ebbene, da allora ad oggi sono sorte più di 25.000 "religioni" protestanti diverse, tutte divergenti per uno o più punti nell’interpretazione della Scrittura, perché ognuno la interpreta a modo suo, anziché seguire l’interpretazione della Chiesa Cattolica che non muta mai, proprio perché assistita dallo Spirito Santo.

Cosa chiede Cristo? Unità! Cosa vuole e cosa significa Satana, il diavolo? Divisione! La risposta è nelle conseguenze stesse.

Se fosse stato così semplice leggere "alla lettera" la Scrittura, così come domandi e dici tu, non sarebbero sorte tutte queste divergenze, non trovi?

Altro esempio:

Gesù dice: “Il Padre è più grande di me” (Gv 14,28).

Stando al tuo discorso, allora Gesù non è Dio, pertanto la chiesa ha sbagliato! Si sono tutti sbagliati, in 2000 anni.

Invece la Chiesa, assistita dallo Spirito Santo, ci spiega che Gesù non intende che il Padre è più grande di lui come “sostanza”, ma per scelta: cioè il Figlio, il Verbo, ha deciso di umiliarsi, di farsi uomo, povero, piccolo … in quello STATO il Padre è più grande di lui, ma non per inferiorità del Figlio nella sostanza, nella sua natura divina, bensì semplicemente per scelta volontaria di lui!

La Parola di Dio non serve a niente se non si ha l’interpretazione altrettanto divina e sicura come la parola che si interpreta. L’interpretazione umana di una parola divina, toglie dal sentiero divino!L’unico modo per avere l’interpretazione divina (come divina è la parola da interpretare), è vedere quella data dall’istituzione divina: la Chiesa.

“voglio che tu sappia come comportarti nella casa di Dio, che è la Chiesa del Dio vivente, colonna e fondamento della verità” (1 Timoteo 3,15).

Infatti senza la Chiesa, che è il fondamento e la colonna della verità, la Scrittura cade nel mare tumultuoso delle multiple interpretazioni umane, dunque non se ne esce più.

... le "religioni" e "chiese" cristiane fioccano a migliaia nei secoli ...

A quale interpretazione dovrei dar retta? A quella di Tizio? A quella di Caio? A quella di Sempronio? A quella di Lutero? A quella di Calvino? A quella degli avventisti? A quella dei luterani? A quella dei TDG? A quella degli ana-battisti? Tutte sette nate meno di 5 secoli fa.

Sono tornate alla purezza originale del Vangelo? E allora perché non sono tutte un’unica “chiesa”? Perché non hanno tutte la stessa fede? Perché non sono tutte d’accordo su ogni punto, tutte unite in un’unica e medesima fede, come unico e medesimo è lo Spirito di Verità che le conduce (a detta dei loro membri)?

Cosa chiede Cristo? Unità! Cosa vuole e cosa significa Satana, il diavolo? Divisione! La risposta è nelle conseguenze stesse.

“Una sola fede” (Ef 4,5), tuona ed avvisa l’Apostolo!

Forse che lo Spirito Santo si diverte a confonderci? A contraddirsi?

Solo una delle suddette “comunità” è quella veramente ispirata? Ed in tal caso quale?

Se non dobbiamo vedere la più antica (che è quella Cattolica-Romana), ma dobbiamo supporre che una di quelle, con 1.500 anni di ritardo dalla venuta di Cristo, sia quella veramente basata sulla purezza del Vangelo (come se lo Spirito Santo per 1.500 anni abbia dormito, e poi si sia svegliato dopo questo lungo sonno di abbandono delle pecorelle negli errori della Chiesa Romana Cattolica), quale delle suddette è quella ispirata? Chiunque e qualunque può dire: “io sono tornato alla purezza del Vangelo!”.

Meno male che, invece:

"Non si addormenterà, non prenderà sonno, il custode d'Israele" (Sal 120,4).

Altro esempio:

“Questo è il mio corpo”.

Chi dice che si deve intendere come un simbolo? Chi dice che Gesù si fa più presente, ma sempre spiritualmente, in modo più attivo? Chi dice che Gesù mette il suo corpo presente nel pane, ma che il pane rimane pane (companazione)? Chi dice che il pane diventa corpo di Cristo e cessa di essere pane, rimanendo solo nell’apparenza sensibile di pane?

Le confessioni protestanti sono tutte divise; chi dovremmo ascoltare? Chi può dire: “la mia interpretazione è quella giusta”?

Praticamente dovrei basare la mia fede sui pareri umani, anziché sulla “colonna e fondamento della verità”: la Chiesa!

La Chiesa che parla è Cristo che parla, è lo Spirito Santo che parla, come abbiamo visto negli Atti degli Apostoli, nell'episodio citato sopra:

“Abbiamo deciso, lo Spirito Santo e noi ….”.

E così noi siamo sicuri. Ecco perché, infatti, ammonisce l’Apostolo, e la stessa Scrittura con lui:

“Vi ordiniamo pertanto, fratelli, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo, di tenervi lontani da ogni fratello che si comporta in maniera indisciplinata e non secondo la tradizione che ha ricevuto da noi” (2 Ts 3,6);

“Perciò, fratelli, state saldi e mantenete le tradizioni che avete apprese così dalla nostra PAROLA come dalla nostra LETTERA” (2 Ts 2,15);

“Vi lodo poi perché in ogni cosa vi ricordate di me e conservate le tradizioni così come ve le ho trasmesse” (1 Cor 11,2);

La Scrittura contiene verità IMPLICITE e SINTETICHE. Senza un’interpretazione altrettanto divina come lo è il testo, è impossibile non cadere in errore.

Quanto al fatto che sia necessario interpretarla, e che debba interpretarla ed istruire su di essa chi ha ricevuto il mandato dalla Chiesa, è vero, e se lo neghi, come hai fatto, vai anche contro la stessa Scrittura:

“Filippo corse innanzi e, udito che leggeva il profeta Isaia, gli disse: «Capisci quello che stai leggendo?». Quegli rispose: «E come lo potrei, se nessuno mi istruisce?». E invitò Filippo a salire e a sedere accanto a lui … Filippo, prendendo a parlare e partendo da quel passo della Scrittura, gli annunziò la buona novella di Gesù” (At 8,30-31.35).

E’ l’annunzio della Parola, fatto da --- Scrittura + Annunzio della Chiesa --- (Apostoli, prima; Successori, poi), che fa la “buona novella di Gesù”. Non solo un testo di cui non sapremmo nemmeno perché siamo sicuri, se non credessimo nella Chiesa Cattolica:

"Invero io stesso non crederei al Vangelo se non mi ci spingesse l'autorità della Chiesa Cattolica" (Sant'Agostino).

NB: all' "interno" della Chiesa stessa vi sono molti saccenti biblisti e teologi che forniscono stravaganti interpretazioni della Scrittura, non conformi alla tradizione e, molte volte, eretiche. La nostra certezza, quella dell'inerranza e della retta interpretazione, è data dal consenso unanime dei Padri. Chi si discosta dalla retta ed ortodossa interpretazione, così come ben spiegata nel Magistero, pur essendo "incardinato" nella Chiesa cattolica, si dimostra disubbidiente, superbo e "falso profeta". Chi fu il disubbidiente ed il superbo per eccellenza? Satana. Costoro, i sapientoni che vanno contro il depositum fidei, si condannano da soli.

[Modificato da Coordin. 27/05/2012 17:03]
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27/05/2012 16:52
 
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Seconda parte.

Pontifex.RomaQualcuno chiede:

"Se mi dice (riferendosi alla Chiesa),  che questi precetti non vanno seguiti, per motivazioni varie ed eventuali (come perché vecchi ed appartenenti a culture antiche), chi è che ha deciso quali conservare e quali "abrogare" e soprattutto, con che qualifica l'ha fatto? E applicare queste "modifiche" non è un po' come prevaricare la volontà dell'Onnipotente?" - Anche in questo caso non è una singola domanda, ma contiene tanti interrogativi molto frequenti, specialmente negli ambienti protestanti. Rispondere è semplice.

 Comandare, in nome di Dio ed assistiti dallo Spirito Santo, assolutamente non vuol dire prevaricare l'Onnipotente, anzi! E’ stata proprio la volontà dell’Onnipotente ad incaricare la Chiesa, come abbiamo visto. Quindi, così come la Chiesa ha l’autorità per definire quali sono i libri divini e  quali no; così ha l’autorità per interpretarli divinamente, ed in base a tale autorità, Cristo continua a guidare le pecorelle dicendogli, per mezzo della Chiesa, cosa è stato abolito della Vecchia Alleanza, e cosa è stato integrato, portato a compimento.

L’episodio degli Atti degli Apostoli sulla circoncisione, visto poc’anzi, è proprio un chiaro esempio di ciò: non era la Scrittura a dire che dovevano abolire la circoncisione; non lo disse Cristo agli Apostoli, ma lo decise la Chiesa riunita in Concilio a Gerusalemme, NONOSTANTE DIO STESSO avesse chiesto la circoncisione nei tempi antichi!

Coerenza! Se accetti che la Bibbia è parola di Dio, accetti anche le altre cose che ti dice la stessa fonte che ti dice che quella è parola di Dio.

Tale fonte è la Chiesa Cattolica Romana.

NB: all' "interno" della Chiesa stessa vi sono molti saccenti biblisti e teologi che forniscono stravaganti interpretazioni della Scrittura, non conformi alla tradizione e, molte volte, eretiche. La nostra certezza, quella dell'inerranza e della retta interpretazione, è data dal consenso unanime dei Padri. Chi si discosta dalla retta ed ortodossa interpretazione, così come ben spiegata nel Magistero, pur essendo "incardinato" nella Chiesa cattolica, si dimostra disubbidiente, superbo e "falso profeta". Chi fu il disubbidiente ed il superbo per eccellenza? Satana. Costoro, i sapientoni che vanno contro il depositum fidei, si condannano da soli.

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Terza parte


Pontifex.RomaQualcuno chiede

-"Non crede che se Dio avesse voluto che alcuni di questi precetti non fossero più applicati, avrebbe manifestato tale volontà apertamente, come fece al tempo attraverso i mezzi che ben conosciamo?" - Anche questa domanda, di solito, viene fatta dai protestanti o, comunque, dagli appartenenti ad altre confessioni religiose cristiane, non cattoliche, che lo stesso Catechismo definisce come "imperfette". Rispondere è semplice.

 Certo che Dio lo ha manifestato apertamente, ed ha continuato a manifestarlo in ogni secolo! Infatti, come Gesù Cristo aveva promesso: “In verità, in verità vi dico: anche chi crede in me, compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi, perché io vado al Padre” (Gv 14,12). “E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno” (Mc 16,17-18).

Infatti, in ogni secolo, innumerevoli santi, davanti alla testimonianza di popoli interi, ed anche del mondo della scienza, hanno compiuto le stesse cose, ed anche di più grandi (ovviamente per grazia di Cristo!).

Se è pur vero che tali parole vanno interpretate ANCHE spiritualmente, bene; ma non vanno interpretate SOLTANTO spiritualmente. Gesù, che è la Verità in persona, incarnata per essenza, non avrebbe mai detto parole così ESPLICITE  E CHIARE se non avesse inteso che tali fatti sarebbero accaduti anche LETTERALMENTE, altrimenti ci avrebbe ingannati.

E poi, non si affermava nelle precedenti domande:

 "la Scrittura non va interpretata, ma va presa per quello che dice"?
Ebbene, prendiamola per ciò che dice in questo caso, che in molti casi va proprio fatto ANCHE così: quelli saranno i segni.

Ora, se i tali segni fatti dai santi, guarda caso solo nella Chiesa Cattolica, fossero prodigi diabolici, dove sono quelli divini promessi da Cristo?

Non è che anche la “chiesa luterana” o quella avventista o una qualsiasi delle oltre 25.000 nate dopo il 1.500 ha i santi ed i miracoli come la Chiesa Cattolica Romana, tale che si può dire: “Quelli della Chiesa Cattolica sono dal diavolo, mentre quelli di quell’altra “chiesa X” sono da Dio, come Gesù aveva promesso”.

No, perché non ci sono, non ce ne sono!

Gesù quindi si sarebbe sbagliato! Dio si sarebbe sbagliato, avrebbe promesso il falso, sarebbe stato imprudente nelle sue esplicite e CHIARISSIME profezie e promesse.

La gloria di Dio sarebbe offesa gravemente: il diavolo sempre ad operare prodigi in ogni secolo, così forti da convertire il mondo intero, e Dio? Nessun prodigio, o al massimo solo agli inizi.

Se guardi bene con occhi sinceri i miracoli compiuti dai santi, vedi all’opera la stessa gloria di Dio che operava stupendi portenti soprannaturali nei tempi antichi dei Patriarchi e dei Profeti, così come agli albori, agli inizi del Nuovo Tempo: quello degli Apostoli. Così come Gesù aveva promesso.

Che cosa è più facile, dire: “è la mia chiesa quella vera, quella che torna alla purezza del Vangelo” (Ce ne sono più di 25'000 “chiese” che lo dicono), oppure dire ad un morto di risorgere, od a un cieco di vedere, ecc …, così come ha fatto Gesù, come ha promesso che avrebbero fatto i suoi veri credenti, e come infatti hanno fatto i Santi in ogni secolo? Cosa è più facile?

“Che cosa dunque è più facile, dire: Ti sono rimessi i peccati, o dire: Alzati e cammina? Ora, perché sappiate che il Figlio dell'uomo ha il potere in terra di rimettere i peccati: alzati, disse allora al paralitico, prendi il tuo letto e va' a casa tua». Ed egli si alzò e andò a casa sua.” (Mt 9,5-7).

Ci provino i fondatori ed i membri di ognuna di quelle 25.000 “chiese” alternative, umane, istituzioni umane, fondate in ritardo di 1.500 anni e più da quando venne il Verbo e fondò la sua vera Chiesa! “sul fondamento degli Apostoli”, non “della Scrittura”.

Infatti è la Chiesa, come abbiam visto, che ci dà la Scrittura, insieme agli altri beni spirituali. Non il contrario:

“edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti” (Ef 2,20).

Ci provino TUTTI INSIEME a fare quello che solo un santo ha eseguito in un sol giorno della sua vita.

NB: all' "interno" della Chiesa stessa vi sono molti saccenti biblisti e teologi che forniscono stravaganti interpretazioni della Scrittura, non conformi alla tradizione e, molte volte, eretiche. La nostra certezza, quella dell'inerranza e della retta interpretazione, è data dal consenso unanime dei Padri. Chi si discosta dalla retta ed ortodossa interpretazione, così come ben spiegata nel Magistero, pur essendo "incardinato" nella Chiesa cattolica, si dimostra disubbidiente, superbo e "falso profeta". Chi fu il disubbidiente ed il superbo per eccellenza? Satana. Costoro, i sapientoni che vanno contro il depositum fidei, si condannano da soli.

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27/05/2012 17:01
 
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Pontifex.RomaQualcuno pone la seguente domanda:
"Da un punto di vista puramente oggettivo, questi emendamenti, se non fossero stati emanati da un'entità superiore, ma da un uomo comune, non sarebbero stati forse tacciati di razzismo, violenza, lesione della libertà altrui, di sopruso e prevaricazione dell'individuo? Più uomini nel corso della storia hanno tentato di imporre i loro ideali lesivi della libertà della persona, e sappiamo bene la fine che han fatto?" -  
Anche questa domanda è sentita e risentita; è la tipica domanda, purtroppo sempre più spesso posta sotto forma di affermazione, detta da coloro i quali vogliono individuare nella Chiesa un nemico da contrastare. E' la cosiddetta catto fobia che produce queste considerazioni sbagliate e che, in palese violazione anche della Costituzione, tende a discriminare chi ha fede e chi è timorato di Dio. Non so, in particolare, a quali emendamenti ti riferisci, ma suppongo che siano le regole date nell’Antico Testamento. Ebbene, deve essere chiaro che in quei tempi non esisteva lo stato, il ministero dell’interno, le forze dell’ordine, ecc … A quel tempo il Patriarca era capo anche politico della popolazione, e come tale era responsabile anche dell’ordine pubblico, dei provvedimenti disciplinari, delle pene correttive, ecc …

COME TALE, dunque, emanava anche norme di condotta, di ordine e giustizia, ed anche pene per i contravventori.

Nella storia, con l'evolversi dei tempi, è nata la giurisprudenza; la giustizia è stata affidata ai cosiddetti "laici" e, la stessa Chiesa in cammino nel mondo, ma non con il mondo, ha santamente deciso di operare principalmente nell'ambito della spiritualità.

Ai tempi dei Patriarchi, il furto veniva punito anche corporalmente con la legge dei profeti, oggi diversamente, il ladro è giudicato da un tribunale civile, tuttavia se dovesse "farla franca", sarà Dio a commisurare la giusta condanna al momento del Giudizio particolare.

Sempre lo stesso utente pone un altro interrogativo: "In definitiva, sono un fermo sostenitore che la Parola di Dio Signore dev'essere accettata in ogni sua singola forma e parola, sia questo Antico o Nuovo Testamento o Vangelo, per esservi fedele ed evitare diatribe sulla base delle differenze interpretative. Perché se tali Scritture sono passibili di interpretazione, anch'io posso porvi la mia personale interpretazione in quanto quella "ufficiale" data dalla Chiesa Cattolica è stata frutto dell'intelletto umano, e non della volontà Divina, indi per cui io, in veste di umano pensante, ho, a queste condizioni, pieno diritto di interpretarla, oppure no?"

La risposta e la verità e nello stesso contrario ... E' se la leggi “tu” che la interpreti a testa tua, così come me, così come qualsiasi altro uomo. In realtà, il “cristiano” non cattolico, che legge la scrittura, fa la stessa cosa che fa la Chiesa Cattolica. Critica la Chiesa Cattolica, ma fa la stessa cosa!

Solo che nel suo caso OGNI SINGOLO CREDENTE che legge la Scrittura è come una piccola “chiesa cattolica” che la sta leggendo in modo infallibile. E’ come un piccolo “Papa infallibile”.

I “cristiani” non cattolici si scandalizzano di UNA Chiesa Cattolica, ma poi hanno milioni di “piccole chiese cattoliche” infallibili, ovvero quante sono le indipendenti teste dei loro membri.

Si scandalizzano di un Papa, Vicario di Cristo, ma poi hanno milioni di "papi", che leggono ed interpretano la Scrittura, quanti sono cioè i loro membri.

Inoltre, ripeto e ribadisco, neppure sanno il PERCHE’ credono nella Scrittura, dato che se non vi fosse l’autorità dell’istituzione divina della Chiesa Cattolica che conferma quale è la Scrittura divina, non avrebbero certezze neppure in questo senso.

Ti ho fatto anche qualche esempio di versetti. E’ inevitabile interpretare la Scrittura: sia che la interpreti secondo la Chiesa Cattolica, sia che la interpreti secondo un altro autore o secondo il tuo proprio giudizio. TUTTI la interpretano in qualche modo, nessuno escluso.

Dunque, devi solo scegliere a quale interpretazione credere: a quella dell’istituzione - divina -immutabile, la Chiesa Cattolica, oppure a quella della tua testa, o di qualsiasi altra testa di cristiano non cattolico (o di cristiano che dice di essere cattolico ma in realtà non lo è perché non crede in qualche punto della fede cattolica ufficiale).

In veste di umano pensante hai la possibilità di interpretarla, ma in tal caso sappi che puoi sbagliare, perché sei un uomo, non un Dio, e neppure sei un'istituzione divina. Questo vale anche per me e per chiunque altro.

Dice Sant'Alfonso Maria de' Liguori, Dottore della Chiesa (Verità della Fede, Parte III, Cap. VI, §2.4):

[...] come si prova quale sia il vero senso delle scritture? Dice s. Girolamo che il vangelo, o sia la legge del vangelo non è nelle parole delle scritture, ma nel vero senso di quelle: Non putemus in verbis scripturarum esse evangelium, sed in sensu... Interpretatione enim perversa de evangelio Christi fit hominis evangelium, aut quod peius est, diaboli. Così le parole Pater maior me est (Ioan. 10. 28), come le intende un cattolico, sono parole di Dio; ma come le intende un ariano, sono parole d'un eretico [...]

[...] Né gli eretici secondo i loro principj possono mai provare che abbiano il vero senso della scrittura. Non possono provarlo per mezzo della stessa scrittura, perché, siccome si è detto, la scrittura in molto luoghi è oscura, né in altri luoghi si spiega; e così come un testo può essere giudice dello stesso testo?

Non possono neppure provarlo per lo spirito interno, perché questo spirito è di ciascun uomo privato, il quale può ingannarsi. Non dicono i novatori che la chiesa romana dopo il quinto secolo si è ingannata con tanti uomini dotti suoi seguaci, e così ha corrotta la fede? E come poi ciascun uomo privato non può ingannarsi?

Ma a rispetto di questo spirito privato vediamo che ne dicono questi maestri di fede. Lutero nega tanti libri della scrittura: Giobbe, l'ecclesiaste ed altri riferiti di sopra: Calvino all'incontro gli ammette per veri e divini. Ambedue questi eresiarchi, come dicono i loro seguaci, sono stati messi illuminati da Dio, ambedue hanno avuta la luce interna dallo Spirito santo. A chi dei due dobbiamo noi credere? Di più le parole dell'eucaristia: Hoc est corpus meum, Lutero le intende realmente del corpo di Gesù Cristo; ma Zuinglio e Calvino le intendono figuratamente: Sicché quello che l'uno tiene per fede, gli altri condannano per idolatria. Mi dicano chi di loro dice la verità?

Posto ciò si vede che i riformati non hanno, né possono aver regola certa di fede; poiché non hanno giudice infallibile che decida le controversie. E qual è questo giudice infallibile? È la chiesa. Vediamolo [...]

[...] Dicono gli eretici non esser necessario che ogni cosa sia espressa nella scrittura, ma bastare che sia dedotta da quella per legittima conseguenza senza che siamo tenuti ad ammettere le tradizioni. Ma si risponde che la conseguenza dedotta dalla divina parola non è già parola divina, ma parola umana; mentr'è dedotta dall'intelletto umano, il quale è soggetto a fallire. Oltreché per trarre dalla scrittura una legittima e certa conseguenza, dovremmo esser certi del senso di quella; ma questa certezza non può aversi senza la dichiarazione della chiesa, per mezzo della quale Iddio ci parla più chiaramente, che per mezzo della scrittura; giacché egli con segni molto più evidenti ci ha renduti certi della verità della chiesa, che dell'esistenza delle scritture.

NB: all' "interno" della Chiesa stessa vi sono molti saccenti biblisti e teologi che forniscono stravaganti interpretazioni della Scrittura, non conformi alla tradizione e, molte volte, eretiche. La nostra certezza, quella dell'inerranza e della retta interpretazione, è data dal consenso unanime dei Padri. Chi si discosta dalla retta ed ortodossa interpretazione, così come ben spiegata nel Magistero, pur essendo "incardinato" nella Chiesa cattolica, si dimostra disubbidiente.

Pubblicazione a cura di Carlo Di Pietro

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02/06/2012 17:26
 
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Interessante estratto dal testo " Il Criterio della verità " dal sito evangelico:


10
 Come Dio non ci ha lasciato andare a tastoni al buio nella nostra ricerca della verità, ma si è rivelato a noi attraverso la Bibbia, allo stesso modo Egli ha vegliato affinché il contenuto fondamentale della Bibbia venisse preservato attraverso la storia, come pure venisse preservata e garantita la sua corretta interpretazione nonostante gli alti e bassi di fedeltà che le chiese, sempre fatte di deboli esseri umani, hanno saputo dimostrare.

11 La preservazione provvidenziale della corretta interpretazione dei dati fondamentali del messaggio biblico ( = ortodossia) è avvenuta tramite i Credo della chiesa universale dei primi secoli e poi dalle confessioni di fede di quelle chiese che, attenendosi esclusivamente al messaggio biblico ne hanno preservata storicamente la sostanza.

12 Nel Nuovo Testamento non vi sono formulazioni di credo, ma brevi formule confessionali come: Gesù è il Messia (Mc.8:29; Gv. 11:27), Gesù è Signore (Ro. 10:9; Fil. 2:11; Cl. 2:6), o Gesù è il Figlio di Dio (At. 8:37; Mt. 14:33). Frequentemente si esprime pure interesse per una sana dottrina e un credere corretto (es. 1 Ti. 6:3,4; 2 Ti. 1:13,14).

Queste brevi formule crebbero fino a diventare dettagliate e composite affermazioni della fede cristiana, le quali tracciarono confini fra ortodossia ed eresia in termini di accettazione o di rifiuto di un credo. Erano brevi proclamazioni della fede della chiesa come pure strumenti per verificare la conformità di credenti singoli con quella fede.

13 Certamente l’autorità dei Credo e delle confessioni di fede è senz’altro secondaria e dovrà essere in ogni caso sempre verificata e comprovata riflettere effettivamente ciò che la Scrittura stessa insegna. Questi documenti legano la coscienza umana nella misura in cui riflettono accuratamente ciò che afferma la Scrittura, mentre la forma di ciò che è affermato lega solo coloro che volontariamente hanno sottoscritto alla Confessione.

14 L’ortodossia è essenziale. Quando Priscilla ed Aquila udirono Apollo che predicava ad Efeso, c’era molto nel suo parlare che a loro piaceva. C’era però pure qualcosa in lui che sembrava "non quadrare molto", anzi, che era decisamente errato. Così "Quando Priscilla ed Aquila lo udirono, lo presero con loro e gli esposero più a fondo la via di Dio" (At. 18:26). Fin dall’inizio i seguaci di Gesù avevano una precisa coscienza che a loro era stato affidato un deposito di verità che essi dovevano proclamare e custodire.

15 Quando parliamo di ortodossia intendiamo dire che il messaggio della Bibbia è stato di fatto considerato e spiegato nella chiesa cristiana fino al giorno d’oggi. Sarebbe folle per chiunque cercare di edificare le proprie credenze dal terreno in su, ignorando nel contempo tutti gli evangelisti, le confessioni ed i predicatori del passato. Tutti coloro che hanno cercato di farlo, non hanno fatto altro che sostituire tutta una serie di preconcetti con degli altri. Indubbiamente ciò che hanno fatto era solo sostituire i maturi pensieri di quei pii maestri con i loro preconcetti cotti a metà e mal concepiti. Cercare di ricominciare da zero tutto quanto ("basto io e la mia Bibbia"), come molti presuntuosi gruppi eretici hanno fatto, è un atto di disobbedienza e di orgoglio.

Impossibilità di un’interpretazione "pura"

16 Oggi infatti alcuni polemicamente affermano di non credere a "un Credo basato su tradizioni umane". Quest’argomentazione è pretestuosa e non è oggettivamente possibile perché inevitabilmente tutti fanno per forza riferimento ad un Credo fondato su tradizioni ed autorità umane, che ne siano coscienti oppure no, o che lo vogliano ammettere oppure meno. L’interpretazione della Bibbia sarà sempre influenzata da "tradizioni umane" più o meno valide ed accreditate e talora essa può essere senz’altro influenzata anche da pregiudizi o da travisamenti pilotati ad arte.

17 Chi rifiuta pregiudizialmente l’assistenza fornita dalle affermazioni dottrinali elaborate lentamente e definite dalla Chiesa cristiana nel corso dei secoli, dovrà elaborare in ogni caso il proprio Credo con l’aiuto della propria sapienza. La vera questione non è così - come spesso si pretende - fra la Parola di Dio e "i credi basati su tradizioni umane", ma fra la fede e le esperienze provate dell’insieme del popolo di Dio attraverso i secoli, e il giudizio privato e la sapienza non assistita di chi ripudia i credi, fra l’esperienza storica consolidata e la presunzione e le ambizioni di chi, staccandosi dalla tradizione, si atteggia ad unico interprete autorevole della verità.

L’elaborazione delle confessioni di fede

18 E’ un fatto che la Chiesa cristiana abbia avanzato molto gradualmente in quest’opera di accurata interpretazione della Scrittura e nella definizione delle grandi dottrine che compongono il sistema di verità che essa rivela. L’attenzione della Chiesa cristiana è stata diretta in modo particolare allo studio di una dottrina in un’epoca, e di un’altra dottrina in un’altra epoca. Nell’avanzare nella chiara definizione della verità evangelica, in periodi diversi, essa ha fissato in accurate affermazioni il risultato delle sue riflessioni allo scopo sia di conservare che di istruire.

19 L’ortodossia cristiana è stata definita nel contesto delle grandi controversie con l’eresia che hanno segnato la storia della chiesa. Le sue meticolose chiarificazioni che si trovano nei grandi credi, articoli di fede e confessioni della chiesa cristiana sono come i segni sul muro che mostrano la crescita di un bambino fino alla maturità. I figlioli di Dio, il Padre li ammaestra sempre.

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02/06/2012 18:11
 
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Interessante articolo tratto dal sito evangelico Riforma.net
Vi sono alcune cose condivisibili anche se ovviamente non condividiamo tutto. Lo riportiamo però per mostrare che gli assunti contenuti nella TRASMISSIONE DELLA FEDE e cioè nella TRADIZIONE sono da condividere per non rischiare di professare una fede a propria immagine anzichè quella oggettiva e affidata alla Chiesa.



Autorità biblica e ortodossia cristiana

di Andrew Sandlin

Si fa spesso l'errore, sincero ma ingenuo, di presumere che riconoscere formalmente l'autorità della Bibbia (presupporre l'infallibilità e l'ispirazione della Bibbia)
garantisca un giusto modo di credere. Per questo modo di pensare, credere correttamente alla Bibbia corrisponde ad una corretta fede biblica. Pochi altri presupposti teologici potrebbero essere maggiormente errati di questo. Eppure sia riformatori cosiddetti radicali, sia gli unitari e gli antitrinitari affermavano cose giuste al riguardo
della Bibbia [Jaroslav Pelikan, Reformation of Church and Dogma (Chicago and
London, 1984), 323-331]. Essi così intendevano spacciare come valide le loro eresie
proprio sulla base della stessa bandiera sventolata dai Riformatori: il sola scriptura.
Era però lungi dalla mente dei riformatori sovvertire l'antica ortodossia cattolica cri-
stallizzata dei credi ecumenici [idem., Obedient Rebels (New York and Evanston,
1964)]. Essi erano convinti che fossero soltanto le incrostazioni medioevali all'orto-
dossia cattolica ad avere inquinato la vibrante Fede biblica. Per loro "Sola Scrittura"
significava "nessuna autorità umana, chiesa inclusa, può competere con la Scrittura".
Essa non voleva dire: "Sovvertiamo sommariamente il cristianesimo storico mediante
la restaurazione nel 16° secolo del cristianesimo primitivo nei termini di una lettura
della Bibbia non condizionata storicamente". Essi erano convinti (ed avevano ragio-
ne) che la Bibbia esiga, in quanto esplicazione od implicazione storica, il cristianesi-
mo ortodosso.

Dove concordano sia protestanti che cattolici-romani

Sebbene l'errore di gran parte del Cattolicesimo romano post-tridentino sia quello
di subordinare la Scrittura al settore romano della chiesa (il che non è in alcun modo
identico alla chiesa cattolica [Eugene Osterhaven, The Spirit of the Reformed
Tradition (Grand Rapids, 1971), 40]), l'errore di molti protestanti moderni è di met-
tere da parte come se niente fosse il Cristianesimo storico in favore di innovazioni eretiche. Naturalmente i cattolici-romani scagliano i loro anatemi sui protestanti sulla
base che questi ultimi, rinnegando la chiesa, negano la vera Fede, proprio come i pro-
testanti scagliano i loro anatemi sui cattolici-romani sulla base che questi ultimi rin-
negano la vera Fede rinnegando la Bibbia. Il fatto è che, sebbene vi siano chiare diffe-
renze fra i due settori della chiesa, che sarebbe un grave errore sorvolare (come sfor-
tunatamente alcuni evangelici moderni hanno cercato di fare), i protestanti storici e i
cattolici-romani storici hanno una cosa in comune che né i cattolici-romani moderni-
sti che i protestanti modernisti non hanno: l'ortodossia. I protestanti storici condiv i-
dono con i cattolici-romani storici ciò che non possono condividere con i protestanti
modernisti; ed i cattolici-romani storici condividono con i protestanti storici ciò che
non possono condividere con i cattolici-romani modernisti: l'ortodossia. Oltre all'or-
todossia cattolica, per esempio, essi dissentono vigorosamente sulla precisa natura
del peccato, della salvezza e della chiesa. Ma tali vigorosi disaccordi fra noi, prote-
stanti storici e cattolici-romani storici, sono molto più preferibili al vigoroso disac-
cordo che ciascuno di noi ha con i modernisti e le sétte che negano punti qualificanti
dell'ortodossia come il peccato originale, la Trinità, la duplice natura di Cristo, la na-
scita verginale, l'espiazione vicaria, la resurrezione dei corpi, il secondo Avvento cor-
porale, la risurrezione fisica, la fine della storia umana e così via.Autorità biblica ed ortodossia cristiana, 2/5
Il protestantesimo liberale e l'ortodossia
Il protestantesimo moderno (che si considera erroneamente "storico") è pratica-
mente del tutto dedito a questa negazione caratteristica del modernismo o liberali-
smo [William R. Hutchison, The Modernist Impulse in American Protestan-
tism (Cambridge, 1976)]. Come dimostrò Gresham Machen nel 1923 [Christianity
and Liberalism (Grand Rapids, 1923)], il liberalismo non è un'estensione, un miglio-
ramento, e neanche tanto una deformazione del Cristianesimo biblico storico; si trat-
ta del tutto di un'altra religione. Esso sferra un attacco radicale al cuore stesso della
Fede - le sue affermazioni soprannaturalistiche - e trattano il Cristianesimo come un
naso di cera che si può rimodellare a seconda del temperamento moderno. Se in-
fluenzati dalla filosofia del processo, i liberali rinnegano quella che chiamano "la con-
cezione statica greca" di Dio come espressa nei primi credo cristiani, optando per una
concezione "dinamica" di Dio, cioè una che esista e cambi insieme al mondo ed alla
storia umana. Se influenzati dallo storicismo, i liberali negano qualsiasi ortodossia
dottrinale transculturale, sostenendo che ogni formulazione dogmatica e teologica
(ad eccezione della loro, naturalmente) è storicamente e culturalmente relativa. Per
loro la verità dottrinale non può esistere nella storia. Se i liberali sono femministe ra-
dicali, i credo rappresenterebbe un falso Dio patriarcale (forse misogino) al quale il
moderno mondo "illuminato" non potrebbe credere. Se sostengono l'unitarismo, i li-
berali vorrebbero purgare la fede dell'elemento miracolistico, cioè, in pratica, rinne-
gare la Fede stessa. Il liberalismo, come le sétte, è l'antitesi stessa dell'ortodossia cri-
stiana.
Non si può sfuggire dall'ortodossia
L'ortodossia è un "dato", un assiona imprescindibile, "quello senza il quale non è
possibile". Come nota Gerhard Ebeling (che non è egli stesso ortodosso):
Il convincimento del predicatore che gli fa prendere in mano il testo biblico, cioè,
che la Parola di Dio vi è presente e percettibile, gli viene pure trasmesso storicamente,
in modo specifico attraverso la chiesa cristiana nella cui tradizione egli si pone. A
questa tradizione egli non deve solo la trasmissione del testo, ma anche la trasmissio-
ne dell'affermazione che la Bibbia possieda autorità unica. Non importa quanto il
predicatore abbia fatta propria quest'affermazione, il fatto stesso che sia così e che e-
gli si avvii al pulpito per predicare, tradisce il suo attaccamento alla tradizione della
storia della chiesa. Egli è battezzato nel contesto della catechesi cristiana e chiamato
al suo ministerio nel contesto della tradizione della vocazione della chiesa [Gerhard
Ebeling, The Problem of Historicity (Philadelphia, 1967), 9, 10].
I cristiani di qualsiasi vocazione, non solo i predicatori, non appaiono in un vuoto
storico, ma sono incapsulati nel contesto cristiano. Anche chiese liberali ed altre ete-
rodosse conservano i simboli ed il linguaggio cristiano (sebbene ipocritamente e pr o-
ditoriamente) perché esse non possono sfuggire agli effetti dell'ortodossia per quanto
in ogni modo essi tentino di farlo. Per questa ragione gli eretici devono presupporre
l'ortodossia al fine di negarla, proprio come gli atei devono presupporre Dio al fine di
negarlo.
Ortodossia e continuità storica
Il temperamento moderno, però, non sopporta le strettoie attraverso le quali l'or-
todossia vorrebbe far marciare l'immaginazione. L'ortodossia trinitaria e cristologica fissata nell'era patristica era necessaria in parte perché chi professava di credere alla
Bibbia non riusciva a conformare alla ragione umana certe affermazioni bibliche su
Dio e su Cristo. In linea di massima l'ortodossia cerca di preservare in forma somma-
ria le evidenze bibliche sulla natura di Dio senza riconciliarle alla sbarra della ragione
umama. Così, nel Credo di Calcedonia apprendiamo che Gesù è Dio, vero Dio e vero
uomo, anche se questo ripugna alla ragione umana. La Bibbia, e non la ragione uma-
na è l'autorità ultima. L'ortodossia protegge la Bibbia dai tentativi dell'uomo autono-
mo di adattare il suo significato sotto la pressione delle trasformazioni storiche. L'or-
todossia, cioè, è un meccanismo di continuità teologica, ecclesiastica e pratica. Libe-
rarci dei credo della chiesa o disprezzarli, erode questa continuità e quindi la Fede
stessa.
Dove i liberali e troppi conservatori concordano
In modo abbastanza strano, questo è un errore che sia i liberali che troppi conser-
vatori commettono. La frenesia con cui i liberali vorrebbero conservare la rilevanza
della Scrittura e conformarla alla modernità trova che i credo cristiani sono un freno
intollerabile. Nulla di meno, però, fanno molti moderni conservatori. Un'ortodossia
ereditata che richiede per comprenderla un certo grado di sofisticazione ed impedisce
di farla diventare popolare ed a buon mercato, risulta fastidiosa per molti conservat o-
ri che ritengono che il sola scriptura significhi il diritto per ciascuno di decidere ciò
che la Bibbia voglia dire per lui (l'infame refrain dello studio biblico domestico: "Ca-
ro, che cosa ti sta dicendo Dio in quel versetto?". Hatch descrive così l'eredità di que-
sto modo di pensare in America:
I primi americani che sottolinearono il diritto di giudicare privatamente le Scrittu-
re furono, curiosamente, i predicatori che si opponevano alle affermazioni evangeli-
che del Primo Grande Risveglio... I liberali in teologia divennero sempre più nervosi
di dover avere a che fare con le strette definizioni dei credo cristiani... Nel 19° secolo
stesso, i cristiani razionalisti, molti dei quali ingrandivano le file degli Unitariani e
degli Universalisti, facevano appello alla Bibbia per contrapporsi all'ortodossia evan-
gelica. Charles Beecher difese il suo rifiuto dell'ortodossia di suo padre Lyman rinun-
ciando al "potere del credo" ed alzando la bandiera di "la bibbia, l'intera Bibbia, e
nient'altro che la Bibbia" [Nathan Hatch, "Sola Scriptura and Novus Ordo Seclorum,"
in Nathan Hatch and Mark Noll, ed., The Bible In America: Essays in Cultural
History (New York, 1982), 62, 63].
Questo deve certamente suonare strano alle orecchie di molti evangelici e fonda-
mentalisti moderni. Essi sono abituati ad udire che i credo sono "cattolici" (e quindi
cattivi), e che credere alla Bibbia soltanto assicuri la fede corretta senza far ricorso al-
la Fede cristiana. Ovviamente certamente non crederanno alla Bibbia soltanto, nono-
stante la loro presunzione e protesta, perché alla Bibbia portano certi presupposti sul-
la Fede e sulla vita e che modellano la loro comprensione della Bibbia. Lo slogan "solo
la Bibbia" che intenda evitare il cristianesimo storico è un modo conveniente per is o-
larli dall'evidenza dei propri presupposti male informati. La validità dell'ortodossia
cristiana è un presupposto molto più sicuro da portarsi allo studio biblico che il rifiu-
to di quell'ortodossia, e quindo la sostituzione di essa con un'ortodossia nuova, priv a-
ta e quindi perversa.

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02/06/2012 22:18
 
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continuazione dal post precedente

L'antinomismo teologico

Fu proprio questa influenza avversa al credo che affermava lo slogan "Bibbia soltanto" ad essere responsabile dell'erosione della Fede cristiana e quindi della cultura
cristiana nell'America del 19° secolo [sugli effetti sociali dell'ortodossia confessionale,
si veda: Rousas John Rushdoony, Foundations of Social Order (Fairfax, VA
[1968], 1978)]. L'apparente preferenza di molto clero per questo "Bibbia soltanto", in
realtà significava: "la Bibbia interpretata secondo i miei presupposti autonomi e ribelli". E' in questo senso che i modernisti non sono meno peccaminosi che la maggior
parte degli ecclesiocentrici cattolici-romani e dei greci-ortodossi. Mentre gli ultimi
due preferiscono l'autonomia della chiesa istituzionale, i primi preferiscono l'autonomia della mente individuale (o delle emozioni). Proprio come il revivalismo ("sentito nel cuore") conservatore spalleggia ed è complice delle conquiste liberali ("sentite
nel cuore"), perché il locus della verità viene trasferito dalla Scrittura oggettiva e dal-
l'ortodossia confessionale all'immaginazione soggettiva umana o alle emozioni) [Pe-
ter J. Leithart, "Revivalism and American Protestantism," Christianity and Civili-
zation: The Reconstruction of the Church, No. 4, 1985, 51 f], così un conserva-
torismo privo di credo pone le basi per un liberalismo eretico o per il settarismo (per-
ché il dogma storico strutturato inteso a delimitare la fede cristiana viene abbandona-
to in favore di una "libertà individuale", cioè l'antinomismo teologico). In alternativa,
quando i Protestanti misero l'accento sul sacerdozio individuale dei credenti, essi in-
tendevano che la comprensione della Bibbia non dovesse essere legata al magistero
romano e non intendevano dire che i singoli cristiani potessero sovvertire la fede una
volta per sempre trasmessa ai santi (Giuda 3).

L'eresia moderna

Oggi le nuove eresie (di fatto le vecchie eresie in abito moderno) fioriscono persino
nel seno della Fede ortodossa. Vi sono oppositori "evangelici" dell'eterna figliolanza
di Cristo, i preteristi "coerenti" (leggi: eretici) che negano la risurrezione fisica e la se-
conda venuta fisica di Cristo, i fondamentalisti per cui l'umanità di Cristo è ripugnante ed imbarazzante, noti teologi "conservatori" che mettono in questione l'onniscienza
di Dio (dato che sarebbe in conflitto con la "libertà" umana). Pentecostali che copiano
l'eresia modalistica (Dio non esiste in tre Persone, ma in tre "modi" di essere), ed altre assortite varietà d'eresia. Ciascuna di queste eresie nasce virtualmente da una serra teologica isolata (intenzionalmente) dal cristianesimo ortodosso. Ciascuna afferma
un dogma antinomista sotto le innocenti vesti di uno che intenderebbe essere fedele
alla Bibbia!

Due verità gemelle: Scrittura ed ortodossia

In ardito contrasto con tutto questo, noi dobbiamo sempre simultaneamente af-
fermare due verità gemelle: la Bibbia è la Parola ispirata ed infallibile del vivente Id-
dio, la sola regola ultima ed oggettiva di fede e di pratica; la Bibbia, non l'individuo, la
chiesa o il dogma è infallibilmente autorevole. Il Dio che ha ispirato la Bibbia, però, è
il Dio del Patto che tutto condiziona e sovrintende alla preservazione ed alla corretta
comprensione degli elementi cardinali della Sua Parola nella storia per mezzo dell'ortodossia cattolica [Questa è la posizione di Charles Hodge, Systematic Theology
(Grand Rapids, 1981), 1:114, 115].

Noi dobbiamo ad ogni costo onorare la Bibbia, infallibile Parola di Dio. Ma non onoreremo la Bibbia come infallibile Parola di Dio se disonoriamo l'ortodossia cristiana!

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da:  Riforma.net
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14/10/2012 17:35
 
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Vincenzo di Lérins († prima del 450) ha sintetizzato il pensiero tradizionale dei cristiani sulla retta interpretazione della Scrittura, in questo importante testo:

   «La Sacra Scrittura, per la sua stessa sublimità, non viene interpretata da tutti nello stesso senso: uno ne spiega i detti in un modo, l’altro in un altro; sembra quasi di poterne dedurre: tanti uomini, tante sentenze...  Ma per questo, per tante tortuosità di vario errore, è necessario che la linea interpretativa degli scritti profetici e apostolici sia guidata dalla norma del senso ecclesiale (sensus Ecclesiae) e cattolico (= universale). Nella stessa Chiesa cattolica dobbiamo curare con grande attenzione di attenerci a ciò che è stato creduto ovunque, sempre e da tutti: ciò infatti che è veramente e propriamente cattolico, per lo stesso significato e la stessa forza della parola, comprende universalmente tutto. Ma ciò avverrà solo se ci atterremo all’universalità, all’antichità e al consenso
   Ci atteniamo all’universalità, se professiamo come vera solo la fede che tutta la Chiesa professa in tutto il mondo; ci atteniamo invece all’antichità, se non ci allontaniamo dalle concezioni che i nostri santi predecessori e padri hanno chiaramente professato; e ci atteniamo infine al consenso, se, all’interno delle dottrine antiche, seguiamo il parere di tutti, o almeno di quasi tutti, i vescovi e i maestri.
      Che farà dunque il cristiano cattolico, se qualche piccola parte della Chiesa si stacca dall’universale comunione di fede? Che cosa, se non anteporre ad un membro appestato e corrotto la salute di tutto il corpo? E che farà, se qualche nuovo contagio cerca di invadere non solo una particella della Chiesa, ma tutta la Chiesa insieme? Anche allora avrà cura di attenersi alle dottrine antiche, che certo non possono venire sedotte da inganno di novità. Ma se anche in queste si scova l’errore di due o tre uomini, o addirittura di una città o di una provincia? Avrà allora cura di preporre alla presunzione o all’ignoranza di pochi,  le decisioni conciliari, se vi sono, della Chiesa universale. 
   Ma se si affaccia una dottrina su cui non si trova nulla di simile?
Allora si metterà all’opera per 
consultareesaminare confrontare tra di loro le opinioni degli antichi e precisamente di coloro che, pur in tempi e luoghi diversi, costanti nella comunione e nella fede dell’unica Chiesa cattolica divennero, in materia, un’autorità. Tutto ciò che egli troverà essere stato sostenuto, scritto e difeso non da uno o da due soli, ma da tutti, nello stesso senso, chiaramente, con frequenza e continuità, sappia che anch’egli lo deve credere senza dubbio alcuno» (Commonitorio, 2-3).
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14/09/2014 08:11
 
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DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
ALL'ASSOCIAZIONE BIBLICA ITALIANA

Sala Clementina
Venerdì, 12 settembre 2014

 

Cari amici,

vi incontro al termine della Settimana Biblica Nazionale, promossa dall’Associazione Biblica Italiana. Questo vostro appuntamento inaugura le celebrazioni per il 50° anniversario della Costituzione Dogmatica del Concilio Vaticano II. Dobbiamo essere grati per le aperture che, come frutto di una lunga fatica di ricerca, ci ha offerto il Concilio, come pure per l’abbondanza e la facilità di accesso alla Sacra Scrittura. Il cristiano ne ha bisogno oggi più che mai, sollecitato com’è da contrastanti provocazioni culturali. La fede, per rispondere, per non essere soffocata, dev’essere nutrita costantemente dalla Parola di Dio.

Vi esprimo la mia stima e la mia riconoscenza per il lavoro prezioso che svolgete nel vostro ministero di docenti e di studiosi della Bibbia. Inoltre, questo incontro mi offre l’opportunità di ribadire, in continuità con il Magistero della Chiesa, l’importanza dell’esegesi biblica per il Popolo di Dio. Possiamo ricordare quanto affermato dalla Pontificia Commissione Biblica: « L’esegesi biblica – cito – adempie, nella Chiesa e nel mondo, un compito indispensabile. Voler fare a meno di essa per comprendere la Bibbia sarebbe un’illusione e dimostrerebbe una mancanza di rispetto per la Scrittura ispirata […] Per parlare agli uomini e alle donne, fin dal tempo dell’Antico Testamento, Dio ha sfruttato tutte le possibilità del linguaggio umano, ma nello stesso tempo ha dovuto sottomettere la sua Parola a tutti i condizionamenti di questo linguaggio. Il vero rispetto per la Scrittura ispirata esige che si compiano tutti gli sforzi necessari perché si possa cogliere bene il suo significato. Certo, non è possibile che ogni cristiano faccia personalmente le ricerche di ogni tipo che consentano di meglio comprendere i testi biblici. Questo compito è affidato agli esegeti, responsabili, in questo settore, del bene di tutti» (L’interpretazione della Bibbia nella Chiesa, 15 aprile 1993, Conclusione).

Proprio incontrando i membri della Pontificia Commissione Biblica, in occasione della presentazione del Documento appena citato, san Giovanni Paolo II ricordò che « per rispettare la coerenza della fede della Chiesa e dell’ispirazione della Scrittura, l’esegesi cattolica deve essere attenta a non attenersi agli aspetti umani dei testi biblici. Occorre che essa, anche e soprattutto, aiuti il popolo cristiano a percepire in modo più nitido la parola di Dio in questi testi, in modo da accoglierla meglio, per vivere pienamente in comunione con Dio » (L’Osservatore Romano, 25 aprile 1993, p. 9). A tale scopo è necessario naturalmente che lo stesso esegeta sappia percepire nei testi la Parola divina, e questo è possibile solo se la sua vita spirituale è fervida, ricca di dialogo con il Signore; altrimenti la ricerca esegetica resta incompleta, perde di vista il suo obiettivo principale.

Nella Conclusione del Documento c’è un’espressione molto efficace: «L’esegesi cattolica non ha il diritto di somigliare a un corso d’acqua che si perde nelle sabbie di un’analisi ipercritica». 

Perciò, oltre alla competenza accademica, all’esegeta cattolico è richiesta anche e soprattutto la fede, ricevuta e condivisa con tutto il popolo credente, che nella sua totalità non può sbagliare. Mi rifaccio ancora alle parole di san Giovanni Paolo II: «Per arrivare ad un’interpretazione pienamente valida delle parole ispirate dallo Spirito Santo, dobbiamo noi stessi essere guidati dallo Spirito Santo, per questo bisogna pregare, pregare molto, chiedere nella preghiera la luce interiore dello Spirito e accogliere docilmente questa luce, chiedere l’amore, che solo rende capaci di comprendere il linguaggio di Dio, che è amore (1 Gv 4,8.16)» (Oss. Romano, 25 aprile 1993, p. 9).

Il modello è la Vergine Maria, della quale san Luca ci riferisce che meditava nel suo cuore le parole e gli avvenimenti che riguardavano il suo Figlio Gesù (cfr 2,19). La Madonna ci insegna ad accogliere pienamente la Parola di Dio, non solo attraverso la ricerca intellettuale, ma in tutta la nostra vita.

Cari fratelli e sorelle, vi ringrazio ancora, benedico voi e il vostro lavoro, e vi chiedo per favore di pregare per me.


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Filippo corse innanzi e, udito che leggeva il profeta Isaia, gli disse: «Capisci quello che stai leggendo?». Quegli rispose: «E come lo potrei, se nessuno mi istruisce?». At 8,30
 
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