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ER GATTO DE ROMA

Ultimo Aggiornamento: 27/05/2012 08:12
07/05/2012 17:53
 
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ER GATTO DE ROMA

Lo sai chi da noi a Roma è fortunato?
E’ chi sta ne li Fori da padrone:
Sta tutto fermo lì spaparacchiato,
Da prima de l’ incendio de Nerone:

Sta là sur coccio steso ed abbacchiato,
O fa le poste sotto ad un portone;
E poi tranquillo, doppo aver magnato,
Sur coccio poi s’ addorme qual pigrone!

Ce metterei la mano sovra er foco,
Ma si ce sto a penzà nun me va affatto:
Sto qua ar monno pe’ vive sì co’ poco

Ma nun me sto a magnà de certo er ratto.
Do er sorcio a chi l’ accoppa poi pe’ gioco
Tra cocci e chiese: lasso tutto ar gatto!
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07/05/2012 18:46
 
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La vecia dei gati
Non posso postarla come nuova, in quanto scritta da mio fratello e non da me.
Ma, come vedete, non ci sono gatti solo a Roma: a Venezia son o una vera poesia
(Se qualche termine vi è oscuro, chiedetelo, lo tradurrò)

LA VECIA DEI GATI


Un sotoportego, un campielo, na vera da posso
Un colombo che beca e vissin do o tre selegote
Un palasso un fià malandà co l'intonaco rosso
Scrostà in qualche punto, su ‘n balcon do lastre xe rote.

Na vecia, tegnindose al pato, vien zo da le scale
Cufada pa’ i ani, ghe strissa par tera le franze
Fruae anca quele come el resto del sciale
Xe la vecia dei gati, ciamada da tuti la Zanze.

E tuto su 'n àtimo, come par un segnal
Da tute le parti i riva de corsa come dei mati
Da la cale, dai porteghi, da la riva vissin al canal
I impinisse de colpo el campielo: i sarà trenta gati

La Zanze la li ciama par nome, ogniun, come un cristian
"Nane sta bon, Romeo un pesseto, Gigeto vien qua
Ancùo xe festa par ti picoleto: go una squela de late col pan,
Fufeto mio belo la te va ben, par ti ecco qua un tocheto de asià"

E po la se senta sora un scalin a vardarli che i magna
Par ela i xe la so vita e famegia, no la ga altro che quel,
La so vita passada no la xe stada sempre cucagna
E adesso la speta che ariva el so turno de San Micel. (Ilcimitero, NDR)

Eppur la ga avuo anca ela el so momento de gloria
La xe stada bela e più de uno che ghe stava drio
In spessial modo co uno ghe xe stada na storia
Xe rivada la guera, la Russia, no ‘l xe più tornà indrio.

Gigeto e Romeo i xe drio sbarufarse par na meza anguela
La Zanze i divide e a Fufeto el sorian la ghe slissa el mantelo
Po co fadiga la se alsa, la se cucia, la rancura da tera la squela
La torna su a casa, e anca i gati sparisse da quel campielo.

G.Gasparini
[Modificato da Gaspy2010 07/05/2012 18:50]


...

Se quello che hai da dire ha poco senso compiuto, meglio tacere
07/05/2012 18:58
 
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Re: La vecia dei gati

(Se qualche termine vi è oscuro, chiedetelo, lo tradurrò)

ciao, l'ho letta pur non comprendendo molti termini ma è scorrevole,molto davvero :) se me la traduci è meglio :) io spero che il romanesco non abbia rappresentato un ostacolo :)
Ovvio che non abbiamo gatti solo a Roma :)

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08/05/2012 10:33
 
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Re:
Malatesta1984, 07/05/2012 17.53:

ER GATTO DE ROMA

Lo sai chi da noi a Roma è fortunato?
E’ chi sta ne li Fori da padrone:
Sta tutto fermo lì spaparacchiato,
Da prima de l’ incendio de Nerone:

Sta là sur coccio steso ed abbacchiato,
O fa le poste sotto ad un portone;
E poi tranquillo, doppo aver magnato,
Sur coccio poi s’ addorme qual pigrone!

Ce metterei la mano sovra er foco,
Ma si ce sto a penzà nun me va affatto:
Sto qua ar monno pe’ vive sì co’ poco

Ma nun me sto a magnà de certo er ratto.
Do er sorcio a chi l’ accoppa poi pe’ gioco
Tra cocci e chiese: lasso tutto ar gatto!





La poesia mi sembra più in dialetto che altro per cui l'ho spostata in questa rubrica.
Qui la traduzione sarebbe obbligatoria ma devo ammettere che la poesia è abbastanza comprensibile lo stesso (almeno per me), per cui fai come credi.

La poesia mi appare assai curata e molto simpatica sia per l'argomento che per il dialetto.

Un grande applauso. [SM=x142874]

[SM=x142897] Giancarlo


[Modificato da Cobite 08/05/2012 10:34]


...

- Quando le parole hanno la musica dentro e la strofa è canto, allora il pensiero è diventato poesia.- (Cobite)
08/05/2012 10:44
 
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Re: Re:
Cobite, 08/05/2012 10.33:





La poesia mi sembra più in dialetto che altro per cui l'ho spostata in questa rubrica.
Qui la traduzione sarebbe obbligatoria ma devo ammettere che la poesia è abbastanza comprensibile lo stesso (almeno per me), per cui fai come credi.

La poesia mi appare assai curata e molto simpatica sia per l'argomento che per il dialetto.

Un grande applauso. [SM=x142874]

[SM=x142897] Giancarlo





Grazie mille Giancarlo :) sì la poesia è resa ironica e dall'argomento e dalla dialettica romanesca,dialettica che metto assieme a termini italiani per rendere il tutto più comprensibile.
Ti ringrazio per il tuo complimento :)
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11/05/2012 11:42
 
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Re: Re: Re:
Malatesta1984, 08/05/2012 10.44:



Grazie mille Giancarlo :) sì la poesia è resa ironica e dall'argomento e dalla dialettica romanesca,dialettica che metto assieme a termini italiani per rendere il tutto più comprensibile.
Ti ringrazio per il tuo complimento :)






Mi ricorda il mio dialetto d’oggi. Non è più quello di quando ero piccolo e che parlava mia nonna. Tantissime parole ora si sono "italianizzate" pur mantenendo una forma dialettale.
Questo è il nostro tempo.
Il romano o romanesco (non ne conosco a fondo la differenza), comunque ha per me sempre un richiamo di forte simpatia.
[SM=x142897]
Ciao


...

- Quando le parole hanno la musica dentro e la strofa è canto, allora il pensiero è diventato poesia.- (Cobite)
11/05/2012 13:18
 
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Re: Re: Re: Re:
Cobite, 11/05/2012 11.42:






Mi ricorda il mio dialetto d’oggi. Non è più quello di quando ero piccolo e che parlava mia nonna. Tantissime parole ora si sono "italianizzate" pur mantenendo una forma dialettale.
Questo è il nostro tempo.
Il romano o romanesco (non ne conosco a fondo la differenza), comunque ha per me sempre un richiamo di forte simpatia.
[SM=x142897]
Ciao




Ti ringrazio Giancarlo a nome di tutti i Romani :)
ti spiego la differenza tra romano (romanaccio) e romanesco: il primo , il romanaccio appunto, è il dialetto con il quale si indica la parlata del romano d'oggi: i linguaggi volgarotti dei ragazzi di Roma, i linguaggi di periferia ed il dialetto che in questi decenni è mutato, da dialetto "puro", dal "romano pure" (che poi neppure quello è puro") a quello usato oggi.
Il romanesco è, per far capire, il dialetto usato dal Belli, dal Trilussa, il dialetto dei miei nonni e bisnonni, il romano popolano alla Aldo Fabrizi per indenderci, alla Ettore Petrolini. Ma, studiando l'antropologia della lingua italiana, e in questo caso del romanesco, si evince benissimo che lo stesso non è quello PURO della città di Roma: il romanesco del Belli e del Trilussa,quello che gli anziani di oggi dicono essere la pura lingua di Roma, in realtà deriva,ha molte derivazioni, dal toscano. I banchieri ed importanti personalità toscane giunsero a Roma nel XV secolo e furono così ben amalgamati nella società romana tanto da modificarne la dialettica. A Roma ad esempio, non si dovrebbe dire "io faccio" ma "io fo" e quel "fo" è appunto toscano. Il romanesco puro,veramente puro lo si parlava all'epoca di Cola de Rienzo, al'epoca di Teofilatto, insomma nel Medioevo e somigliava,pensa,di più al napoletano che agli altri dialetti autoctoni del Lazio. Un esempio è la arola Castello, nel Medioevo a Roma si diceva "Costiello".
Spero il tutto abbia aiutato la tua curiosità :)
Un saluto e Grazie per i complimenti verso la mia poesia e verso il nostro dialetto :)
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11/05/2012 14:02
 
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Ti ringrazio della risposta.
Penso di avere capito. E' un po' come riferivo del mio dialetto. Naturalmente non essendo io romano, faticherò sempre a capire la differenza. [SM=x142856]

Ciao [SM=x142897]

Giancarlo


...

- Quando le parole hanno la musica dentro e la strofa è canto, allora il pensiero è diventato poesia.- (Cobite)
11/05/2012 14:22
 
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Re:
Cobite, 11/05/2012 14.02:



Ti ringrazio della risposta.
Penso di avere capito. E' un po' come riferivo del mio dialetto. Naturalmente non essendo io romano, faticherò sempre a capire la differenza. [SM=x142856]

Ciao [SM=x142897]

Giancarlo




te di dove sei?
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11/05/2012 16:29
 
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Carissimo Gaspy
sarebbe bello se tu potessi aggiungere la traduzione della poesi
la vecia....
Un saluto
Dina
11/05/2012 16:40
 
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Re:
badina, 11/05/2012 16.29:

Carissimo Gaspy
sarebbe bello se tu potessi aggiungere la traduzione della poesi
la vecia....
Un saluto
Dina




concordo,almeno ci sarà anche il piacere di leggere l'altra poesia
11/05/2012 19:04
 
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ER GATTO DE ROMA

Lo sai chi da noi a Roma è fortunato?
E’ chi sta ne li Fori da padrone:
Lo vedi sempre lì spaparacchiato,
Da prima de l’ incendio de Nerone:

Sta là steso sur coccio ed abbacchiato,
O fa le poste sotto a un ber portone;
E poi tranquillo, doppo aver magnato,
Su li cocci s’ addorme qual pigrone!

Ce metterei la mano sovra er foco,
Ma si ce sto a penzà nun me va affatto:
Sto qua ar monno pe’ vive sì co’ poco

Ma nun me sto a magnà de certo er ratto.
Do er sorcio a chi l’ accoppa sì pe’ gioco
Tra cocci e chiese: lasso tutto ar gatto!
12/05/2012 09:46
 
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Re:
Malatesta1984, 11/05/2012 19.04:

ER GATTO DE ROMA

Lo sai chi da noi a Roma è fortunato?
E’ chi sta ne li Fori da padrone:
Lo vedi sempre lì spaparacchiato,
Da prima de l’ incendio de Nerone:

Sta là steso sur coccio ed abbacchiato,
O fa le poste sotto a un ber portone;
E poi tranquillo, doppo aver magnato,
Su li cocci s’ addorme qual pigrone!

Ce metterei la mano sovra er foco,
Ma si ce sto a penzà nun me va affatto:
Sto qua ar monno pe’ vive sì co’ poco

Ma nun me sto a magnà de certo er ratto.
Do er sorcio a chi l’ accoppa sì pe’ gioco
Tra cocci e chiese: lasso tutto ar gatto!




Ho cambiato alcune cose a Fronte
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13/05/2012 10:33
 
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A me le poesie sembrano eguali. [SM=g1602838]

Ciao

Giancarlo


...

- Quando le parole hanno la musica dentro e la strofa è canto, allora il pensiero è diventato poesia.- (Cobite)
13/05/2012 10:49
 
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Re:
Cobite, 13/05/2012 10.33:



A me le poesie sembrano eguali. [SM=g1602838]

Ciao

Giancarlo




Ho cambiato alcune parole nel terzo verso della prima quartina e nell'ultimo verso della seconda quartina...a mio avviso così suona meglio
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14/05/2012 09:27
 
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Non me n'ero accorto! [SM=x142844]

Chiedo venia.

Ciao [SM=x142897]

Giancarlo


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- Quando le parole hanno la musica dentro e la strofa è canto, allora il pensiero è diventato poesia.- (Cobite)
14/05/2012 09:29
 
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tranquillo tranquillo, il tutto è uguale al precedente,le cose cambiate sono minime,faccio difficoltà anche io ad accorgemene :)
25/05/2012 04:45
 
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Grande Malatesta! Ma lasciami dire... Poro gatto!
27/05/2012 08:12
 
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Già, porello :)))))))
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