L'INFILTRAZIONE

Ultimo Aggiornamento: 02/05/2012 16:57
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02/05/2012 08:11

L'INFILTRAZIONE.
lo scopo di questo articolo è quello di dare alcune nozioni fondamentali relative allo studio dell'infiltrazione. Gran parte degli appassionati di meteorologia spesso e volentieri raccolgono con molta assiduità una serie di dati pluviometrici, però in realtà pochi di essi sanno quantificare (anche se in linea di massima) quale sia l'aliquota di precipitazioni utili che s'infiltrano nel terreno e che vanno ad'alimentare le falde idriche. Il processo infiltrativo è regolato da una serie di fattori molto complessi per i quali occorrerebbe una trattazione molto avanzata, nonostante ciò si possono individuare ugualmente alcuni concetti più o meno semplici che riescono a spiegare anche se in modo molto superficiale il fenomeno dell'infiltrazione. Prima di tutto definiamo cosa è l'infiltrazione: essa non è altro che il processo attraverso il quale l’acqua dalla superficie del terreno penetra in esso per forza gravitazionale e capillare. Il concetto di precipitazione efficace (PE) è fondamentale per comprendere il processo infiltrativo; essa è data dalla precipitazione totale meno l'evapotraspirazione (P – ETR=PE). Quando avviene una precipitazione una parte di essa evapora e traspira dalgi apparati vegetali, questo fenomeno viene detto evapotraspirazione (ETR), un'altra parte scorre superficilamente originado il ruscellamento o deflusso superficiale (R) mentre la restante tende ad'infiltrarsi nel terreno (PE=I+R). L'infiltrazione (I) è influenzata dalle caratteristiche fisiche del terreno (tessitura, struttura, permeabilità, porosità ecc.), dal suo contenuto di acqua, dalla sua temperatura, dalla morfologia superficiale (acclività), dalla presenza di vegetazione nonché dall’intensità delle piogge, infatti è risaputo che piogge durature con rain rate poco elevati tendono ad'infiltrarsi nel terreno con più facilità di piogge violente con rain rate molto elevati. L'infiltrazione può essere stimata atraverso un coefficiente d'infiltrazione potenziale proprio di ogni terreno che indica più o meno quale sia l'aliquota di precipitazioni che s'infiltrano efficacemente, esso varia da 0 a 1. A titolo di esempio prendiamo un terreno composto da alluvioni grossolane, esso avrà un coefficiente d'infiltrazione potenziale variabile tra 0,7 e 0,9 ciò significa che il 70-90% delle precipitazioni efficaci (PE) tendono ad'infiltrarsi nel terreno; un terreno argilloso invece che possiede un coefficiente d'infiltrazione potenziale intorno a 0,1-0,2 avrà solo il 10-20% delle precipitazioni efficaci che tenderanno ad'infiltrarsi.

Questi valori in realtà sono influenzati da una serie di fattori che regolano l'infiltrazione e devono essere presi solo orientativamente, infatti ogni terreno avrà una serie di caratteristiche proprie che possono variare non solo da un terreno all'altro ma anche all'interno del terreno stesso in quanto i terreni raramente presentano una certa omogeneità composizionale e strutturale; in oltre non tutti i terreni si trovano in zone pianeggianti ma possono trovarsi anche su dei versanti che presentano una certa acclività, essa infatti gioca a sfavore dell'infiltrazione andando ad'incrementare il ruscellamento (R). L'acqua nel terreno è sogetta a dei movimenti per opera della forza di gravità e delle forze capillari, solo una parte di essa però può muoversi liberamente in quanto un'altra parte vista la sua natura bipolare, tende a legarsi con le particelle di terreno divenendo immobile per fenomeni di adsorbimento, adesione e capillarità. L'acqua si muove nel terreno attraverso i pori, specialemte quelli interconessi tra di loro. La porosità è una caratteristica fondamentale che regola il moto dell'acquà nel suolo e nelle rocce. In linea generale si può individuare una percentuale di acquà libera che segue la forza di gravità detta “acqua gravifica” e un'altra parte legata ai fenomeni prima descritti detta “acqua di ritenzione”. Un terreno generico x presenta una certà zonalità verticale costituita da una “zona di areazione” e una “zona di saturazione” quest'ultima non è altro che la falda idrica. La zona di areazione può essere suddivisa in tre subzone:
subzona di evapotraspirazione, dove la circolazione dell'acqua è sempre verticale e può essere in due direzioni: sia in ingresso, quindi in alimentazione della falda, sia in uscita per azione combinata dell'evaporazione e della traspirazione.
subzona di transizione: in questa zona le acque circolano solo verso la falda. Qui possiamo trovare acque igroscopiche e vapor d'acqua; la saturazione è intorno al 75%. Questa zona non ha alcun legame idraulico con la zona satura. L'acqua che si trova in questa zona è detta acqua vadosa.
frangia capillare: è la zona che sta immediatamente al di sopra della zona satura è a stretto contatto con essa, infatti alle oscillazioni della zona satura, il movimento delle acque è verticale e bidirezionale a seconda dei movimenti della falda.

Durante una pioggia prolungata, una parte della precipitazione efficace tende ad'infiltrarsi nel terreno; in base al grado di saturazione del terreno essa inizierà a saturare la zona di areazione, chiaramente un'aliquota traspirerà tramite la vegetazione presente, un'altra parte verrà tratenuta da fenomeni di absorbimento, capillarità e adesione mentre la parte restante raggiungerà la falda. Un fattore rilevante da considerare durante il processo infiltrativo è che l'infiltrabilità da un valore iniziale massimo decresce esponenzialmente col passare del tempo fino ad un valore minimo, in pratica l'infiltrazione cumulata crescerà nel tempo ma contrariamente la velocità d'infiltrazione decrescerà . Questa enunciazione è valida sopratutto nel caso in cui il rain rate sia superiore alla capacità d'infiltrazione tipica di ogni terreno specialmente se quest'ultimo è secco. Dopo periodi prolungati di siccità si può formare una “crosta” nello strato superficiale del terreno, la presenza di essa provoca un restringimento degli spazi di entrata dell’acqua nel suolo, ciò determina una minore capacità di infiltrazione. Nelle regioni del Mediterraneo, la crosta può essere responsabile delle perdite di acqua, per la mancata infiltrazione, del 50-60% delle pioggie autunnali ed invernali.Spero di essere riuscito a chiarire almeno una parte dell'argomento in modo soddisfacente, se qualcuno di voi ha delle domande in particolare può rivolgermele ho tralasciato volutamente la trattazione fisico-matematica un po complessa , grazie ciao
02/05/2012 16:57

Grazie dell'ottimo articolo Mattia, ho iniziato a leggerlo con calma ed è molto interessante, se avrò delle domande particolari saprò a chi rivolgermi!

Ciao da Fabio! [SM=x137388]
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