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La FSSPX è vicino all'accordo? preghiamo insieme!

Ultimo Aggiornamento: 04/05/2019 15:20
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19/07/2012 19:15
 
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Dichiarazione del Capitolo generale della F.S.S.P.X e primo comunicato della S. Sede

Dichiarazione del Capitolo generale della Fraternità Sacerdotale San Pio X
inviata alla S. Sede
del 14 luglio 2012, pubblicata oggi 19 luglio 2012
su D.I.C.I. , via Inter Multiplices Una Vox

***

Presentazione di D.I.C.I.


Come annunciato dal comunicato della Casa generalizia della Fraternità San Pio X, del 14luglio 2012, i membri del Capitolo generale hanno inviato a Roma unadichiarazione comune. Essa è resa pubblica oggi.
Al momento dell'intervista apparsa su D.I.C.I. il 16 luglio 2012 (qui il nostro post con il testo tradotto), Mons. Bernard Fellay indicava chequesto documento era «l’occasionedi precisare la nostra tabella di marcia insistendo sulla conservazionedella nostra identità, solo mezzo efficace per aiutare la Chiesaa restaurare la Cristianità», e aggiungeva «Poiché il mutismo dottrinale nonè la risposta a questa «apostasia silenziosa» cheperfino Giovanni Paolo II constatava nel 2003».


Testo della Dichiarazione


Alla fine del Capitolo generale della Fraternità Sacerdotale San PioX, riuniti accanto alla tomba del suo venerato fondatore Mons. MarcelLefebvre, e uniti al suo Superiore generale, noi partecipanti, Vescovi,superiori e anziani di questa Fraternità, teniamo a far salireal cielo le nostre più vive azioni di grazia per i quarantadueanni di protezione divina così meravigliosa sulla nostra opera,in mezzo ad una Chiesa in piena crisi e ad un mondo che si allontana digiorno in giorno da Dio e dalla sua legge.

Noi esprimiamo la nostra profonda gratitudine a tutti i membri diquesta Fraternità, sacerdoti, frati, suore, terziari, allecomunità religiose amiche, come ai cari fedeli, per la lorodedizione quotidiana e le loro ferventi preghiere in occasione diquesto Capitolo, che ha conosciuto un franco confronto e svolto unlavoro molto fruttuoso. Tutti i sacrifici, tutte le pene accettate congenerosità hanno certamente contribuito a superare ledifficoltà che la Fraternità ha incontrato in questiultimi tempi. Noi abbiamo ritrovato la nostra profonda unione nella suamissione essenziale: conservare e difendere la fede cattolica, formaredei buoni sacerdoti e lavorare per la restaurazione dellaCristianità.

Abbiamo definito ed approvato le necessarie condizioni per unaeventuale regolarizzazione canonica. Si è stabilito che, inquesto caso, sarà convocato prima un Capitolo straordinariodeliberativo. Ma non dimentichiamo che la santificazione delle animecomincia sempre in noi stessi. Essa è opera di una fedevivificata ed operante attraverso la carità, secondo le paroledi San Paolo: « Non abbiamoinfatti alcun potere contro la verità, ma per la verità»(II Cor. XIII, 8), e anche:«Cristo ha amato la Chiesa e hadato se stesso per lei, al fine… di renderla santa e immacolata»(Cfr. Ef. V, 25 ss.).

Il Capitolo ritiene che il primo dovere della Fraternità nelservizio che intende rendere alla Chiesa, sia quello di continuare a professare, con l’aiuto diDio, la fede cattolica in tutta la sua purezza e integrità, conuna determinazione proporzionata agli attacchi che questa stessa fedeoggi non cessa di subire.

È per questo che ci sembra opportuno riaffermare la nostra fedenella Chiesa cattolica romana, la sola Chiesa fondata da Nostro SignoreGesù Cristo, al di fuori dellaquale non c’è salvezza né possibilità di trovare imezzi che conducono ad essa; nellasua costituzione monarchica, voluta da Nostro Signore, che fasì che il potere supremo di governo su tutta la Chiesaappartenga solo al Papa, Vicario di Cristo sulla terra; nella regalità universale di NostroSignore Gesù Cristo, creatore dell’ordine naturale esoprannaturale, alla quale ogni uomo eogni società devono sottomettersi.

Per tutte le novità del Concilio Vaticano II che restano viziateda errori, e per le riforme che ne sono derivate, la Fraternità può solocontinuare ad attenersi alle affermazioni e agli insegnamenti delMagistero costante della Chiesa; essa trova la sua guida inquesto Magistero ininterrotto che, con la sua azione di insegnamento,trasmette il deposito rivelato in perfetta armonia con tutto ciòche la Chiesa intera ha sempre creduto, in ogni luogo.

Parimenti, la Fraternità trova la sua guida nella Tradizionecostante della Chiesa, che trasmette e trasmetterà fino allafine dei tempi l’insieme degli insegnamenti necessari al mantenimentodella fede e alla salvezza, in attesache sia reso possibile un dibattito aperto e serio mirante ad unritorno delle autorità ecclesiastiche alla Tradizione.

Noi ci uniamo ai altri cristiani perseguitati nei diversi paesi delmondo, che soffrono per la fede cattolica, spesso fino al martirio. Illoro sangue versato in unione con la Vittima dei nostri altari èla prova del rinnovamento della Chiesa in capite et membris, secondo ilvecchio adagio «sanguismartyrum semen christianorum».

«Infine, ci rivolgiamo allaVergine Maria, anch’ella gelosa dei privilegi del suo Figlio divino,gelosa della sua gloria, del suo Regno sulla terra come in Cielo.Quante volte ella è intervenuta in difesa, anche armata, dellaCristianità, contro i nemici del Regno di Nostro Signore! Noi lasupplichiamo di intervenire oggi per scacciare i nemici interni chetentano di distruggere la Chiesa più radicalmente dei nemiciesterni. Che ella si degni di conservare nell’integrità dellafede, nell’amore per la Chiesa, nella devozione al successore diPietro, tutti i membri della Fraternità San Pio X e tuttii sacerdoti e i fedeli che operano con le stesse intenzioni,affinché ella ci difenda e ci preservi tanto dallo scisma quantodall’eresia.
«Che San Michele Arcangelo citrasmetta il suo zelo per la gloria di Dio e la sua forza percombattere il demonio.
«Che San Pio X ci facciapartecipi della sua saggezza, della sua scienza e della suasantità per discernere, in questi tempi di confusione e dimenzogna, il vero dal falso e il bene dal male.» (Mons.Marcel Lefebvre, Albano, 19 ottobre 1983).

Ecône, 14 luglio 2012

***

 

LA PRIMA RISPOSTA DELLA SANTA SEDE

Città del Vaticano, 19 luglio 2012 (VIS).
N
el primo pomeriggio di oggi la Sala Stampa della Santa Sede ha emesso il Comunicato di seguito riportato, a proposito della Dichiarazione del Capitolo Generale della Fraternità San Pio X.
"Il Capitolo Generale della Fraternità sacerdotale San Pio X, concluso nei giorni scorsi, ha pubblicato una Dichiarazione a proposito della possibile normalizzazione canonica della relazione fra la Fraternità e la Santa Sede.
Pur essendo stata resa pubblica, tale Dichiarazione rimane anzitutto un documento interno, per lo studio e la discussione fra i membri della Fraternità".
"La Santa Sede ha preso atto di questa Dichiarazione, ma resta in attesa della annunciata Comunicazione ufficiale da parte della Fraternità Sacerdotale, per la continuazione del dialogo fra la Fraternità e la Commissione “Ecclesia Dei”.

[SM=g1740733]


Sulla Dichiarazione della FSSPX. Marco Bongi : Un commento a caldo, finalmente è possibile!

 Abbiamo ricevuto e pubblichiamo :
"Ed ora, finalmente, per quanto possano esserlo le vicende umane, un punto fermo è stato posto. 
La logorante e difficilissima vicenda della possibile regolarizzazione della FSSPX è giunta ad una situazione di apparente stallo. 
Abbiamo taciuto e pregato fino ad oggi ma forse adesso è possibile formulare qualche semplice considerazione, senza temere di turbare equilibri delicatissimi.
 Chi ha vinto? 
Chi ha perso?
Non sono questi evidentemente i punti che possono interessare il semplice fedele cattolico. 
Abbiamo tuttavia assistito ad una serie di avvenimenti, prolungatisi per circa un anno. 
Impossibile non osservare, impossibile non farsi, con tutti i limiti dovuti al fatto che molti elementi del "puzle" rimangono ignoti, una opinione. 
E' legittimo, credo, pensare visto che il dono della ragione ci è stato dato dal Creatore.
 Ebbene... 
Chi esce meglio da questa interminabile vicenda quasi surreale?
Secondo me non ci sono dubbi: il Superiore Generale della FSSPX mons Bernard Fellay.
So che molti lettori non concorderanno con questa mia valutazione. 
Per questo cercherò di motivarla. 
Nessuno potrà infatti accusare mons. Fellay di scarso senso della "romanità".
Egli ha mostrato un amore verso il Papa e la Chiesa davvero commovente. 
Ha messo addirittura a rischio l'unità della Fraternità e, da un punto di vista cattolico, ciò è giusto. 
Conta ben di più la Chiesa universale che una piccola congregazione religiosa. 
Fino a quando non gli è stato chiesto esplicitamente di sacrificare qualche contenuto di Fede, egli giustamente ha creduto, ha sperato, è andato avanti. 
Ripeto infatti quanto avevo già scritto in un mio articolo precedente: se il Papa, anche se non siamo sicuri della Sua Fede personale, lo può essere del resto solo Dio, mi chiede aiuto ed obbedienza, senza pretendere nulla di falso o cattivo, io ho il dovere morale di obbedire. 
Dicendo ciò non intendo assolutamente affermare che il Papa abbia sempre ragione e non mi voglio, in alcun modo, mescolare a quei "conservatori" conciliaristi o papolatri.
Esistono criteri oggettivi e possibilità reali per distinguere cosa sia e dove stia l'autentica Tradizione Cattolica. 

Se comunque le autorità romane non avessero chiesto alcun sacrificio su punti di Fede, rimango convinto che la regolarizzazione andava doverosamente accettata.
Ma così non è evidentemente andata... 
Il Diavolo fa le pentole ma non i coperchi!
Il voltafaccia del 13 giugno probabilmente deve aver fatto riflettere molto anche mons. Fellay.
 Un segno della Provvidenza! 
Cosa è veramente successo? 
Ovviamente non lo sappiamo nei dettagli e probabilmente non lo sapremo mai. 
La lettura più convincente, almeno per ora, ci fa pensare ad un Benedetto XVI fortemente condizionato, qualcuno si spinge addirittura ad usare il termine "ricattato". 
Certo le possibilità rimangono sostanzialmente due ed entrambe assai preoccupanti: o il Papa la pensa come i suoi collaboratori della SC della Dotrina della Fede, ed allora effettivamente tutta la vicenda si riduce ad una tentata trappola, oppure, non mi sembra un peccato affermarlo, il Papa si è mostrato debole. 
Ce ne sono stati tanti di Pontefici deboli nella storia della Chiesa. ci sono stati e ce ne saranno..., a cominciare da quel Clemente XIV che cedette alle pressioni politiche e sciolse la Compagnia di Gesù. 
Ne escono male dunque il Papa e il Vaticano ma, per amore della Verità, bisogna anche ammettere che non hanno fatto una gran bella figura i cosiddetti "dissidenti" interni della FSSPX. 
Essi certamente appaiono, insieme ai progressisti ed ai conservatori, i vincitori della guerra. 
Ma le loro argomentazioni avanzate, fin dall'inizio, sono apparse pretestuose e basate su pregiudizi che non sono mai stati pienamente motivati, se non con argomentazioni prettamente umane. 
La metafora di mons. Williamson, ad esempio, dell'innesto di un ramo sano su un albero malato, avrà forse un valore in botanica, ma non appare molto evangelica: il Vangelo infatti preferisce parlare di "lievito" che fa crescere la pasta e di sale che da sapore ai cibi ovvero... di piccole quantità di bene che possono cambiare il senso della storia. 

Anche Galileo Galilei del resto, aveva avuto una buona intuizione sull'eliocentrismo, peccato che le sue argomentazioni, basate sul fenomeno delle maree, erano completamente errate.
 I dissidenti dunque sono partiti immediatamente con un rifiuto aprioristico che non dimostra spirito autenticamente cattolico. 
C'è infatti chi dice sempre "si si, si si" e chi, come questi ultimi "no no, no no". 
Ma il Vangelo ci chiede invece di saper discernere e dire "SI SI, NO NO". 
Così, almeno mi sembra, abbia fatto mons. Fellay e di ciò bisogna sinceramente rendergli merito". 
Marco BONGI

[SM=g1740758]

SANT’AGOSTINO STA CON LA FRATERNITA’

 

 
Quando ad Aprile si parlò per la FSSPX di ultimatum e sembrava già evidente che le cose fossero andate in questa maniera scrissi a Don Pierpaolo facendo appello ad uno dei miei insegnanti (Agostino) non che dottore della Chiesa Cattolica.

Molti di quelli di quelli che auspicano l’accordo, magari anche in buona fede, mancando di sano realismo, inconsapevoli che il virus del relativismo e dell’idealismo hegeliano è penetrato nel loro organismo, soprattutto se hanno fatto i miei stessi studi ed hanno la mia età, non riescono ad intravedere l’assoluta nocività di un contatto con questa gerarchia modernista.

L’analogia, che è il giusto metodo di conoscenza delle cose, anche nella fede, ci insegna che mai si sia visto un soggetto sano che abbia “attaccato la sanità” ad uno influenzato, piuttosto accade il contrario.

Questa analogia, da una parte presenta una similitudine, dall’altra anche una certa dissimilitudine, similitudine relativa, quanto al contagio, ma essenzialmente diversa quanto alla natura.

Certamente essa ci può aiutare a comprendere quanto sia più facile che la FSSPX si ammali di modernismo piuttosto che, in effetti, la gerarchia romana modernista si converta e così guarisca.

Il grande dottore della Chiesa, Agostino, così diceva:

“Spesso la divina Provvidenza permette anche che, a causa di alcune rivolte troppo turbolente dei carnali, gli uomini buoni siano espulsi dalla comunità cristiana. Ora essi, se sopporteranno pazientemente l'ingiusto affronto per la pace della Chiesa, senza cercare di dar vita a qualche nuovo scisma o eresia, con ciò insegneranno a tutti con quanta autentica disponibilità e con quanta sincera carità si deve servire Dio. È loro intenzione infatti ritornare, una volta cessata la tempesta; oppure - se ciò non è loro concesso sia per il perdurare della tempesta sia per il timore che, con il loro ritorno, ne sorga una simile o più furiosa - non abbandonano la volontà di aiutare coloro che, con i loro fermenti e disordini, ne provocarono l'allontanamento, difendendo fino alla morte, senza ricorrere a segrete conventicole e mediante la loro testimonianza, quella fede che sanno proclamata dalla Chiesa cattolica. Il Padre, che vede nel segreto, nel segreto li premia. Questo caso sembra raro; gli esempi però non mancano, anzi sono più numerosi di quanto si possa credere. Così la divina Provvidenza si serve di ogni genere di uomini e di esempi per guarire le anime e formare spiritualmente il popolo.”(Sant'Agostino- De Vera Rel. 6.11)

E’ straordinario come Agostino dipinga questa situazione, egli infatti dice “cessata la Tempesta” e non “fatta cessare la tempesta”,infatti come spesso la Divina Provvidenza permette la tempesta, alla stessa maniera la Divina Provvidenza la farà cessare: in che modo?

Soltanto Dio lo sa, sebbene alcuni indizi li abbiamo.

Qui il Santo Dottore insegna come la cura ed il Medico sia soltanto di Dio e non dei buoni ,suoi strumenti.

Gli uomini buonidevono continuare ad aiutare e testimoniare senza però, è evidente, mischiarsi con i carnali, infatti sono espulsi, non scismatici come specifica il santo1, cosa che la FSSPX continua a fare e deve continuare a fare per testimoniare quella fede che sanno proclamata dalla Chiesa cattolica.

Certo Agostino per nulla avrebbe immaginato che i carnali si sarebbero trovati all’interno della gerarchia (2), sebbene il passo non lo escluda del tutto, ma certamente vi sono tante persone, in realtà tantissime, che vogliono allontanare i buoni, i quali non si accordano e non pensano “carnalmente” come loro.

Incredibile come il Santo d’Ippona dica: “per la pace della Chiesa”

Una pace, però, se si parla di turbolenti (la turbolenza dice infatti disordine), apparente, come quella che regna oggi nella Chiesa divisa tra sette ecclesiastiche che appartengono al corpo visibile solo perché il capo non li espelle con la condanna dei loro errori, infatti se la FSSPX “rientrasse” provocherebbe ulteriori disordini e tumulti da parte dei carnalissimi cultori del conciliabolo secondo e soprattutto dei super carnalissimi “cugini nella fede”, timorosi, forse, di riveder un giorno nuovamente loro affibbiato il titolo, meritato, di deicidi.3

Con l’augurio di Sant’Agostino prego la Divina Provvidenza, chesi serve di ogni genere di uomini (anche i carnali), affinchè l’esempio sia preservato e le anime dei turbolenti possano guarire, si possa formare spiritualmente il popolo ed illuminare tutti quelli che vogliono erroneamente che la FSSPX giunga a compromessi con la roma modernista contrariamente a quanto scritto da Sant’Agostino che, è evidente, sta con la Fraternità.

 

 

NOTE

1 Infatti dice “senza creare” dopo l’espulsione che non è un atto volontario ma subito.
2 Forse anche nella stessa FSSPX, staremo a vedere.
3 Chiaramente si intende come la Chiesa ha sempre insegnato in quanto causa efficiente e morale della morta di Cristo secondo la Dottrina di San Tommaso (ST p. III q 47)

 

 

[Modificato da Caterina63 21/07/2012 23:22]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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