buon pomeriggio amore mio grande !!
Emanuele Spud Grandi....il raccontastorie!!!
Il primo giorno di autunno era arrivato sul Ponte dell’Arcobaleno, annunciato da venti più freschi che avevano spazzato via l’afa dell’estate e portato le prime foglie sul grande prato, depositandole proprio dove alcuni cani si stavano riposando.
Una foglia di castagno si posò sul tartufo di Ettore, che si svegliò di soprassalto dando un potente starnuto; “quante storie per una foglia!” lo redarguì Amarilla appena svegliata da Ettore.
“Abbi pazienza Amarilla, ma non potevo trattenerlo”
Amarilla stava per rispondere ma tacque colpita dal silenzio e dallo sguardo fisso di Bernard; “cosa stai guardando con tanta attenzione?” gli domandò il cane giallo.
Bernard non rispose subito e immediatamente gli altri cani guardarono nella sua stessa direzione: Bernard stava osservando il monte Fiocco minacciato da enormi nubi nere.
“Sta per scatenarsi una brutta tempesta sul Fiocco...” disse Bernard senza nascondere la sua preoccupazione.
Nessun cane gli replicò, imbambolati come erano a guardare le nuvole che si addensavano sempre di più sulla montagna, quando fu Nuvola a rompere il silenzio: “ma se tra poco si scatenerà una tempesta cosa succederà ai cuccioli che sono là?”
“Ma cosa stai dicendo? Quali cuccioli?” rispose allarmato Ettore.
“Stamani Coffey e i suoi amici sono partiti per andare a esplorare il monte e non so se si renderanno conto del pericolo che sta arrivando sulle loro teste”
“E sono soli?” chiese Amarilla.
“Credo li abbiano accompagnati Kira e Sun”
“Bisogna organizzare un gruppo di cani che parta subito per raggiungerli prima possibile. E devono essere cani forti e giovani” disse Ettore in tono severo.
“Io sono pronta!” si fece avanti Bunna.
“Vengo con te!” disse Thor.
“Veniamo anche noi!” esclamarono Balto e Neve.
I cani anziani guardarono ammirati il coraggioso gruppo pronto a partire quando una voce li fece sobbalzare: “voglio venire con voi, sono pronta!”
Tutti si voltarono e riconobbero Fiamma.
“Sei sicura di voler andare?” le chiese delicatamente Ettore guardando le sue vecchie cicatrici frutto di anni di randagismo.
“Non temere amico mio, non sarò di peso alla spedizione. E poi, chissà che la mia presenza non sia di aiuto” ammiccò Fiamma.
“E va bene. Partite amici, riportate i nostri cuccioli e i nostri amici qui da noi! Andate!”
Il gruppetto si mosse salutato dai cani anziani, che guardavano i loro amici correre decisi verso le nuvole nere; “forza Fiamma, conto su di te” mormorò Ettore ripensando alle parole di poco prima.
L’aria era squassata da tuoni e lampi e il vento si faceva sempre più violento, con raffiche che piegavano gli alberi fino quasi a sfiorare il sentiero sul quale camminavano, in fila indiana, Kira, Sun e i cuccioli che erano stanchi e spaventati.
“Dobbiamo fermarci, Kira: i cuccioli sono esausti”
“Non possiamo Sun, sta arrivando una tempesta e dobbiamo allontanarci dalla montagna il più possibile!”
Come se avesse ascoltato le parole del cane un tuono potentissimo fece tremare il bosco: i cuccioli si fermarono terrorizzati e tremanti e fu dura convincerli a ripartire.
“Non ce la faccio più” guaì il piccolo Coffey
“Anche io.. “ aggiunse Nesquik.
“Forza, forza! Tra poco saremo al sicuro” cercò di motivarli Sun che tuttavia era molto preoccupato.
“Dobbiamo riposare un po’ Kira, solo pochi minuti”
“E va bene, fermiamoci in quella radura. Ma solo per riprendere un po’ di forze e poi ci rimettiamo in cammino”
I cani si fermarono nella radura mentre nel cielo, nero come la pece, rimbombavano tuoni e i lampi erano l’unica luce in quel buio spaventoso.
Improvvisamente Kira drizzò le orecchie: aveva sentito abbaiare in lontananza e si domandò quale cane potesse essere così avventato da spingersi verso la montagna con quel tempo; i cuccioli erano assopiti intorno a Sun, che non aveva sentito niente.
Kira guardò nell’oscurità davanti a lei e con sua grande sorpresa vide spuntare un gruppo di cani che si fermò davanti a lei; intanto i cuccioli si erano risvegliati a causa di quel trambusto.
“Siamo qui per portarvi via, tra poco si scatenerà una burrasca e non è saggio restare sulla montagna” disse Balto.
“Siamo pronti, ma i cuccioli sono stremati” rispose triste Kira.
“Ci pensiamo noi!”: Neve Bunna e Thor seguirono Balto e ognuno di loro prese delicatamente un cucciolo per la collottola sollevandolo da terra; solo Fiamma non aveva un cucciolo in bocca e fu lei a dire di muoversi.
Procedendo in fila i cani lasciarono la radura e non avevano fatto che poche centinaia di metri quando una scarica di fulmini si abbattè sugli alberi che avevano davanti: le saette squarciarono le piante incendiandole e il fuoco, spinto dalle raffiche di vento, si propagò agli alberi vicini: uno spettacolo terribile si parò innanzi ai cani che indugiarono mentre le fiamme si alzavano rapide verso il cielo nero e un incendio si era acceso velocemente.
“Siamo perduti! Come possiamo superare il fuoco?” disse Sun.
“Ho paura...” mormorò Coffey mentre Bunna lo teneva saldamente fra i denti.
Fu in quel momento che Fiamma si voltò verso i cani e li guardò fiera e nobile: “so io come superare lo sbarramento del fuoco, ma dovrete seguirmi e fidarvi di me. Ho già sconfitto il fuoco quando ero in vita e lo farò anche stavolta!”
I cani annuirono, convinti dalle parole di Fiamma: “al mio segnale mi seguirete, correndo più veloci che potete e passando esattamente dove sono passata io.
Ce la faremo amici, ve lo prometto.
Ma ora andiamo!”
Fiamma si mosse sicura verso il fuoco, seguita dagli altri cani; i cuccioli chiusero gli occhi mentre i loro portatori cercavano di non perdere di vista il cane che li precedeva.
Guidato da Fiamma il gruppetto aveva individuato il solo corridoio che gli avrebbe permesso di uscire dall’incendio che i fulmini avevano scatenato e dopo una corsa che era sembrata infinita le loro narici ripresero a respirare aria fresca e non più fumo e calore; erano passati, l’incendio era alle loro spalle e i cani si fermarono ad ammirare il fuoco che sembrava voler vincere le nuvole nere sopra di lui.
“E ora?” chiese Coffey che aveva riaperto gli occhi dopo che Bunna lo aveva posato a terra.
“Ci penserà la tempesta a spengere le fiamme. Ora andiamo, perché i nostri amici ci aspettano sul prato” gli rispose Balto.
“E se li rivedremo sarà solo grazie al coraggio di Fiamma” disse Balto indicando ai cuccioli la vecchia randagia che si leccava il pelo bruciacchiato.
Senza bisogno di dire altro Coffey e gli altri cuccioli si lanciarono su Fiamma, per festeggiarla e ringraziarla leccandole il muso.
“Piano piccoletti, sennò rimango senza pelo sul muso” scherzò Fiamma tentando di resistere al festoso assalto dei cuccioli.
“Possiamo riprendere il cammino amici, così saremo al prato prima del tramonto” disse Neve.
“Va bene andiamo”.
I cani si misero in fila ma la voce di Bunna li bloccò: “Fiamma stai tu davanti a fare strada; riportaci al sicuro, amica”
Fiamma si portò davanti, respirò il vento e disse: “seguitemi amici, vi riporto a casa”