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}{ Quel che resta dello spirito di un gemmato }{

Ultimo Aggiornamento: 03/04/2012 18:49
03/04/2012 18:49
 
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}{ RIASSUNTO }{

La mattinata è stata proficua per la giovane Ishtuk che ha approfittato, dell'apparente quiete, per fare un po' di esercizio fisico. Rientrata in loggia Aine si troverà davanti colui che un tempo guidò i cavalieri dei draghi: Lord Trago. L'incontro è piuttosto emozionante per entrambi, anche se le condizioni del macedone e l'assenza del suo drago preoccupano il cigno dorato, il quale si offre per per accompagnarlo al tempio dalle sacerdotesse perchè possa ricevere le adeguate cure.


.COMMENTO.
Questo si che è davvero un gradito ritorno!!! [SM=g27998]


}{ REGISTRAZIONE }{


AINGEAL [ Piazzale -> Interno Loggia ] { Come non approfittare di una splendida giornata di sole, per sgranchirsi le gambe scendendo giù dalla cordigliera, fino alla foresta di luce, per poi farvi ritorno in tutta fretta, a tratti correndo, fino a che il cuore vorrebbe esplodergli nel petto. Ma la ragazzina non è abituata alla troppa inattività e ormai erano troppi giorni che se ne stava rintanata sulla poltroncina assorta per lo più dai propri pensieri o immersa in una fitta conversazione con il suo dorato. Non ha armi con sé, la spada le avrebbe intralciato solo la corsa, sebbene Nahorem abbia provato ad insistere a farle portare almeno il pugnale che è allacciato al fianco sinistro. La tunichetta verde le arriva al ginocchio e mettono in risalto quella massa di onde ribelli biondo-rame, che scomposti, le ricadono davanti al viso. I morbidi stivali alti fino al ginocchio, coprono il resto delle gambe, di certo magre, ma toniche e giovani per chi è nell’età della pienezza fisica. Un ultimo sforzo, l’ultimo tratto di salita, la più impervia ma il portoncino della loggia è già davanti a lei, i muscoli bruciano ma, con un ultimo scatto tenterebbe di chiudere la distanza che la separa dalla loggia arrivando quasi di getto sul portale di legno appoggiando entrambi i palmi delle mani con un sonoro tonfo. [ // Agilità lvl 2] } PRIMA! { Ansima il giovane alfiere, cercando di ridare alla folle corsa del suo cuore il regolare battito, inspirando ed espirando lentamente. | °°Ma perché stavi gareggiando contro qualcuno?°° | Ironico il commento del dorato. | “Solo contro il tempo!” | altrettanto sarcastica la risposta della giovane, che tra un respiro e l’altro accenna un lieve sorriso. }


TRAGO [Salone Esterno] L’ennesima giornata di tarda primavera, in quell’eterna spirale dell’isola dove il tempo si è fermato per volere della Dea, una Dea che ha eletto l’isola delle Mele come sua dimora manifestando un po’ ovunque la propria presenza e la propria forza. Il portone in precario stato di conservazione della biblioteca si apre si apre creando quel suo ormai classico rumore di cardini che il vecchio e non più draconico conosce alla perfezione. Da esso infatti sbuca la sagoma mal concia del fu Iodrak e fu Ishtuk della loggia. Una fisica copre la parte destra della testa tenendo occultato l’occhio dello stesso lato, la bianca camicia rivela la manica sinistra vuota lasciata libera di penzolare sul fianco ed un piccolo rigonfio sul petto fa ben comprendere che il braccio è tenuto ermo al busto. Vistosamente claudicante e con passo lento il macedone si dirige verso il centro del salone con lo sguardo dell’occhio libero fisso sull’altare che domina il centro del salone. La porta si richiude dietro di lui, segno che lo stesso Sigieth si è offerto di fare da usciere al mediterraneo è vistosamente stanco, non riesce poi molto a dormire ed il dolore delle ferite si fa sempre più intenso… ormai privo della forza della gemmata, egli non è altro che un fragile essere umano anche se il suo orgoglio è rimasto intatto cosi come la sua determinazione, ed è forse grazie a quello che è riuscito a compiere quello che ha fatto in questi giorni. Il tutto si rivela nella sua postura che anche se claudicante ed il passo lentissimo con la gamba sinistra che viene quasi strusciata sul pavimento roccioso dell’ampio salone, quell’aria austera e fiera non sembra volerlo abbandonare.


AINGEAL [ Salone esterno ] { I palmi aderiscono ancora al portone, le braccia distese e parallele al terreno, il corpo appena obliquo mentre il respiro torna lentamente regolare, così come il battito del suo cuore. Le gote sono leggermente arrossate, il simbolo di una freschezza appena sbocciata. I fiori che l’arcimaga le ha fatto pervenire alla loggia per il suo compleanno sono l’unica nota di colore nella sua stanza. Eppure le sembra solamente ieri che Azhael, ancora bambina, la portò con sé per ospitarla alla loggia. Mai avrebbe potuto immaginare che da allora, non sarebbe più tornata alla torre di magia. La mano scende lungo il legno pesante fino a trovare la maniglia, fa scattare le chiusure metalliche per aprire lentamente il piccolo portoncino. Un cigolio, il delicato tocco del vento che dall’uscio si insinua tra i suoi capelli. Odore di Casa. Sgattaiola dentro, sinuosa e delicata, se non fosse per il cigolio dei cardini probabilmente, se ci fosse qualcuno presente all’interno dell’ampio salone, non se ne accorgerebbe neppure di quella nuova e delicata presenza. I suoi occhi ci mettono un pochino per abituarsi alla penombra del salone, non si avvede pertanto della presenza di chi rappresentò, per un certo periodo la guida stessa dei cavalieri dei draghi. Il portoncino viene richiuso alle sue spalle e i ganci nuovamente fatti scivolare a sigillare per non permettere a quell’atmosfera che sa di antico di disperdersi al di fuori della loggia. }


TRAGO [Salone esterno] Ferma il passo il Macedone e la schiena automaticamente diviene dritta, le gambe leggermente divaricate portano i piedi a non superare la linea delle spalle, in una fiera postura osserva quell’altare protagonista silente di molti episodi della sua vita. Silente testimone del suo mutamento e del nuovo stile di vita che è divenuto suo, il leggero cigolio di cardini che si spande nell’aria dopo l’ingresso dell’Ishtuk fa si che il capo ramato si giri ad osservare la porta d’ingresso della loggia, un leggero sorriso sulle labbra carnose e pallide del mediterraneo contornate dalla ramata barba ed un lieve sospiro che và a gonfiare il petto mettendo più in evidenza la bozza sul petto dovuta al braccio fissato con varie fasce al petto. Non gira il corpo perché vuole evitare troppi dolori forse inutili visto che comunque riesce ad osservarla anche in quella posizione. Non si palesa, non sembra richiamare la sua attenzione. Diviene un muto spettare che attende paziente l’evolversi della vicenda.


AINGEAL [ Salone esterno ] { L’aria di casa. Sono questi gli odori al quale non sa più rinunciare. L’odore della terra, dello zolfo, la pietra nuda, la voce del vento che si insinua nelle fenditure della roccia. Profumi e aromi a cui non potrebbe più rinunciare, così come non saprebbe vivere senza Nahorem che, solo con il suo respiro, è una presenza vigile e rassicurante. Si volta così la giovane per guadagnare qualche metro con l’intento di attraversarlo lungo tutto il suo diametro per impegnare il corridoio est. Ma si ferma di botto. Il suo sguardo si incrocia con quegli occhi che appartengono a colui che fu guida, mentore e maestro. Non si sofferma dapprima sui dettagli, incredula di trovarsi davanti al fu Iodrak. Poi la sua visuale si fa più ampia e i particolari sono fin troppo evidenti sul corpo dell’uomo. L’occhio bendato, la manica penzolante, il braccio piegato a ridosso del petto. } TR…ago! { Muore il nome sulle sue labbra, incapace di muoversi osservando quella figura che poco ricorda il guerriero che fu, se non nella postura e nella fierezza che anima ancora il suo sguardo. | °°Non è più lui… non appartiene più ai cavalieri…°° | E’ rammaricato il commento del drago d’oro. Effettivamente, l’alfiere bambina non avverte alcuna presenza nella mente del Macedone, si arcua un sopraciglio, una incapacità di comprendere come possa essere possibile. }


TRAGO [Salone esterno] lo sguardo fiero si posa sulla figura della ragazza che sembra alquanto scioccata a vedere e riconoscere chi gli si pone d’innanzi, un leggero e appena accennato sorriso va ad addolcire gli austeri lineamenti del pallido volto coperti dalla corta e ramata barba. [Mi chiedo quale saluto sia il più opportuno al momento.] Il tono rimane comunque fiero, anche se in quella frase è racchiusa tutta la sua essenza attuale. [Vedo con piacere che la bambina, il piccolo anatroccolo è cresciuto diventando uno stupendo cigno.] Mantiene ancora quell’accenno di sorriso mentre il tono diviene sempre più dolce. Non può avvertire la presenza del dorato non più ormai, ma le parole del Tuor della sera scorsa che hanno catalogato la piccola umana come Isthuk la dicono lunga sul perché abbia detto quelle parole. Permane immobile, il ricordo delle fitte che avverte ad ogni passo è ancora troppo presente in lui e quindi necessario che cerchi di muoversi il meno possibile anche se la postura eretta inizia ad essere difficile da mantenere, ma non demorde il macedone, può aver perso la simbionte, ma non ha perso la sua tempra e il suo carattere combattivo.


AINGEAL [ Salone esterno ] { Il sorriso del macedone smorza un po’ la tensione che ha congelato l’alfiere bambina in quella posizione talmente statica che qualunque oggetto inanimato presente nel salone sarebbe stato sicuramente più vivace. Coglie appena uno sguardo di sofferenza sul volto addolcito dal sorriso e da quelle parole che riempiono quell’attimo di silenzio e di esitazione. [ // Empatia lvl 1 ] La sua esuberanza la farebbe precipitare addosso all’uomo felice di vederlo, ma avanza con estrema lentezza fino a giungere a qualche passo da lui. Si affaccia sulle sue labbra un sorriso sincero sebbene non riesca a nascondere un velo di tristezza. } Un cigno che però non ha perso le brutte abitudini! { Un lampo di autentica allegria illumina lo sguardo del giovane Ishtuk. } Come volete salutarmi? Come avete sempre fatto… siete parte comunque di questa famiglia… o…. almeno io vi considero tale! { Non ha mai tenuto nascosta quella bontà di cuore che l’ha fatta primeggiare alla fine tra le schiere dei metallici fino a divenirne loro guida. } Ce la fate ad arrivare fino alle poltroncine? Appoggiatevi pure a me… permettetemi di aiutarvi! { Offrirebbe così il proprio braccio o la propria spalla se il macedone volesse accettare la sua richiesta di aiuto. }


TRAGO [Salone Esterno] L’unico occhio che può permettersi di osservare la scena è fisso sul volto della bambina che si avvicina, ed una volta arrivata a pochi passi da lui la mano sinistra si sposta nell’aria per poggiarsi con delicatezza sulla guancia dell’Alfiere prendendo quasi metà del volto. Il suo tatto è delicato anche se la pelle del palmo risulta leggermente ruvida e indurita nel tempo, naturalmente se ella non decidesse di spostarsi. [Voi mi considerate cosi, ma io non sono più tale, piccola Aine, non ditemi che il vostro compagno non vi ha rivelato nulla di quello che manca nella mia mente.] Un malinconico sorriso si dipinge ora sulle sue labbra. Il volto si sposta verso sinistra e l’occhio color miele si perde a fissare un punto non ben precisato sulla parete del Salone esterno, segno evidente che la mente del macedone si è persa nei meandri dei pensieri, permane per qualche secondo in quella posizione per poi girarsi verso di lei nuovamente cercando di assumere un’espressione più pacata e più presente, la mano sinistra scivolerebbe dalla guancia della ragazza fino alla sua spalla. [Devo chiedervi un piacere.] il suo tono è più deciso ora anche se una lieve nota di imbarazzo si può osservare sul suo volto provato dal dolore della perdita e dal dolore fisico. [Accompagnatemi al Tempio, se i vostri doveri di Ishtuk ve lo permettono. Ho atteso due giorni per riuscire ad incontrare lo Iodrak ma come sempre, in questo luogo è cosi difficile incontrare un confratello, e le mie condizioni non mi permettono di attendere oltre.] Fa una lieve pausa nel suo dire per far scivolare via la mano dalla spalla della ragazza mantenendo comunque quel suo sorriso cordiale, fin troppo poco presente sul suo volto quando era lui stesso un’Ishtuk. [Io cammino male ho bisogno di continue pause, sarà un lungo viaggio anche se in realtà non dovrebbe essere cosi.] confessa in fine girandosi e iniziando ad avviarsi verso il portone d’uscita. Il suo passo è lento, vistosamente claudicante e il piede sinistro viene strusciato sul pavimento, ma non demorde il fu Iodrak testardo e orgoglioso come sempre anche se le sue parole dicono il contrario. [Ormai sono solo un pallido ricordo di quello che ero.] la voce è rotta dal dolore che avverte in ogni movimento che compie.


AINGEAL [ Salone esterno -> esterno ] { Accoglie quella carezza come se fosse un fratello maggiore a fargliela, la mano ruvida del mediterraneo contrasta con la pelle delicata della ragazzina, ma in quel gesto c’è un calore e un affetto tale che istintivamente porteranno la mano del cigno dorato a posarsi su quella dell’uomo ancora accostata alla sua guancia. } Non importa… siete stato per molto tempo la guida dei cavalieri dei draghi, la Lex ce l’avete impressa nella vostra mente… e quello che avete rappresentato non si dissolve nel vento… anche se… { Le fa fatica e le provoca una certa fitta nel cuore per quelle parole che sussurra appena sulle labbra. } …nessun millenario divide con voi la vostra esistenza… al momento! { Qualsiasi cosa sia successa all’uomo avranno successivamente modo e tempo per parlarne. Ora è il suo fisico principalmente a richiedere attenzioni particolari. } Nessun impegno che possa rimandare a dopo. Certo che vi accompagno, non dovevate nemmeno chiedermelo, sciocca a non averci pensato io per prima! Le sacerdotesse vi rimetteranno in forma, ne sono certa… lo hanno fatto con Azhael, perché non dovrebbero farlo anche con voi? { Fiduciosa e determinata in quella constatazione, anche se non può esserne così certa. } Poi penseremo al resto… un passo alla volta… { Sorride generosamente offrendo la propria spalla come supporto per permettere al mediterraneo di appoggiarsi a lei. La discesa sarà faticosa, ma lo sarà soprattutto la salita emotiva, psicologia e fisica che l’uomo dovrà affrontare in seguito. Per il momento si incamminano, verso l’esterno diretti verso il tempio. La ragazzina adegua il suo passo a quello del fu Iodrak per permettergli di non affaticarsi troppo e di procedere con quella dignità e con quella fierezza che sempre lo hanno caratterizzato. }

Il mio nome è Aingeal Eilinoir Branwen Tinuviel e sono il Cigno dei Wright




Ogni volta che dico qualcosa di cui mi pento urlo “Non voglio perderti!” Ma in qualche modo so che non mi lascerai mai!

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