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Confutazione trasmissione radiomaria del GRIS di marzo 2012...

Ultimo Aggiornamento: 19/03/2012 13:44
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09/03/2012 15:19
 
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...sulla TNM (Mc 12:36; 13:2; 6; 11)
[Modificato da viceadmintdg1 15/03/2012 10:29]
09/03/2012 15:21
 
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La trasmissione di marzo si apre con l’intervento di Lorenzo Minuti. Dedica praticamente la prima mezz’ora alla lettura dell’articolo “Matrimonio” dal dizionario biblico Perspicacia nello studio delle Scritture. Alla fine si vanta di aver fatto una sana critica dell’articolo, ma si tratta perlopiù di osservazioni capziose e sconclusionate. Credo che si possa soprassedere.

Dopo Minuti è arrivato il turno del Gruppo di greco.

Ecco la loro prima obiezione, ricordando che stanno proseguendo con l'analisi progressiva del Vangelo di Marco:


Marco 12:36: “Mediante lo spirito santo Davide stesso disse: ‘Geova ha detto al mio Signore: “Siedi alla mia destra finché io ponga i tuoi nemici sotto i tuoi piedi”’.

Così formulato questo versetto vuol dare l’idea che lo spirito santo (minuscolo) sia un mezzo, uno strumento, usando il quale Davide disse…
C’è inoltre da notare l’inserimento abusivo della parola Geova al posto di Signore.



Parola a chi vuol replicare...
09/03/2012 19:18
 
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Mi pare che di fronte alle ovvietà messe in onda da Radio Maria e spacciate come filologica ci sia ben poco da dire, qui tutti gli esegeti mi sembrano d'accordo che quando si parla di pneuma si intenda quello che nella concezione veterotestamentaria aveva ispirato gli scrittori sacri, dunque la forza divina che agiva sui profeti, ripieni di spirito. Pertanto direi che la TNM traduce correttamente en to pneumati che qui può avere senso sociativo ("con spirito" cioè sotto il potere dello spirito) oppure strumentale (per mezzo dello spirito).

Francamente non vedo un riferimento alla terza persona della trinità che giustificherebbe l'uso della maiuscola. Sull'uso della maiuscola/minuscola sono interessanti le considerazioni del DENT (II, 1012): "non di rado, sotto l'influenza della dottrina ecclesiastica, pneuma viene inteso prematuramente come "persona". Per prevenire quest'ultimo fraintendimento, molto scritti esegetici evitano di scrivere la parola con la maiuscola". La TNM seguendo questa consuetudine evita di usare la maiuscola proprio per evitare fraintendimenti sulla base dell'influenza della dottrina ecclesiastica, tanto più in questa passo, dove pneuma non ha nulla a che vedere con la terza persona della trinità.

Shalom
09/03/2012 21:52
 
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viceadmintdg1, 08/03/2012 15.02:

La trasmissione di marzo si apre con l’intervento di Lorenzo Minuti. Dedica praticamente la prima mezz’ora alla lettura dell’articolo “Matrimonio” dal dizionario biblico Perspicacia nello studio delle Scritture. Alla fine si vanta di aver fatto una sana critica dell’articolo, ma si tratta per lo più di osservazioni capziose e perlopiù sconclusionate. Credo che si possa soprassedere.

Dopo Minuti è arrivato il turno del Gruppo di greco.

Ecco la loro prima obiezione, ricordando che stanno proseguendo con l'analisi progressiva del Vangelo di Marco:


Marco 12:36:Mediante lo spirito santo Davide stesso disse: ‘Geova ha detto al mio Signore: “Siedi alla mia destra finché io ponga i tuoi nemici sotto i tuoi piedi”’.

Così formulato questo versetto vuol dare l’idea che lo spirito santo (minuscolo) sia un mezzo, uno strumento, usando il quale Davide disse
C’è inoltre da notare l’inserimento abusivo della parola Geova al posto di Signore.



Parola a chi vuol replicare...



Grazie Admin....

La resa di Marco 12:36 della TNM è la seguente:
"Mediante ("en toi pneumati") lo spirito santo Davide stesso disse....".

Ma la stessa accusa, che il gruppo p greco rivolge alla TNM, dovrebbe essere indirizzata anche alla Bibbia CEI, riguardo al passo di Zaccaria 7:12:

"Indurirono il cuore come un diamante, per non udire la legge e le parole che il Signore degli eserciti rivolgeva loro mediante ("en pneumati" nella Settanta greca...) il suo spirito (minuscolo!) per mezzo dei profeti del passato"!

E non è molto diverso dalla traduzione che la Bibbia CEI edizione 1971 dava in Mt. 22:43 di "en pneumati":
"Come mai allora Davide, sotto ispirazione ("en pneumati"), lo chiama Signore, dicendo.....".

"En pneumati" vuole quindi comunicare che si parla sotto ispirazione divina, dato che tutta la Scrittura è "theopneustos", cioè "alitata da Dio" per mezzo del suo spirito santo (2 Tim. 3:16).

E questo concetto è spiegato perfettamente proprio dal passo di Zaccaria 7:12, di cui abbiamo visto la traduzione CEI (praticamente identica a quella della TNM).

Il senso del passo di Zaccaria, sopra riportato, è chiaro: Geova Dio trasmette il suo pensiero e i suoi oracoli ai profeti per mezzo, tramite il suo spirito santo, la forza mediante in quale Dio agisce, opera, compie ogni azione. La sua forza agente, insomma, qualcosa (non qualcuno) che gli appartiene strettamente, tanto è vero che viene spessissimo chiamato lo spirito di Dio.

Non c' è quindi alcun motivo per ipostatizzare lo spirito santo, nè qui nè altrove...

E' appena il caso di accennare che la preposizione propria "en" regge un solo caso, il dativo. In greco, il caso che una preposizione può reggere trasmette alcuni significati generali che orientano il significato della preposizione in una certa direzione, e il dativo, tra le altre cose, può esprimere lo stato in luogo e il mezzo...

Riguardo al Geova "abusivo" nel passo di Marco, lo è tanto quanto il "Signore" che la CEI mette in Zaccaria 7:12, laddove non vi è un nome comune ma il Nome proprio divino, YHWH....

[Modificato da Aquila-58 09/03/2012 22:03]
11/03/2012 18:18
 
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Bene. Passiamo ora alla seconda obiezione:


Marco 13:2: “Comunque Gesù gli disse: “Vedi questi grandi edifici? Non sarà affatto lasciata qui pietra sopra pietra che non sia diroccata”.

Quel “comunque” veramente non ha ragione di essere inserito nel discorso. Infatti nell’interlineare della Società Torre di Guardia troviamo il greco Kai = “e", congiunzione, forse leggermente avversativo come: “ma”, “però” ma non certo “comunque”!



Chi si offre di rispondere?
13/03/2012 20:08
 
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viceadmintdg1, 11/03/2012 18.15:

Passiamo alla seconda obiezione:


Marco 13:2: “Comunque Gesù gli disse: “Vedi questi grandi edifici? Non sarà affatto lasciata qui pietra sopra pietra che non sia diroccata”.

Quel “comunque” veramente non ha ragione di essere inserito nel discorso. Infatti nell’interlineare della Società Torre di Guardia troviamo il greco Kai = “e", congiunzione, forse leggermente avversativo come: “ma”, “però” ma non certo “comunque”!



Chi si offre di rispondere?



Grazie Admin,

Francamente, non si vede dove sia il problema, dato che la congiunzione coordinante greca kai è per lo più copulativa, ma può avere a volte anche un senso avversativo, come ad esempio in Mt. 5:29, dove la TNM rende la congiunzione kai con "piuttosto".
Ma questo non è il caso di Marco 13:2: qui kai non ha, sostanzialmente, un senso avversativo: il discepolo descritto in Marco 13:1 esprime a Cristo la magnificenza del tempio:
"Maestro, guarda che pietre e che costruzioni!" (CEI).
Gesù gli risponde così?
"Ma Gesù gli rispose: vedi queste grandi costruzioni? Non sarà lasciata qui pietra su pietra che non venga distrutta"?
No, non è esattamente quello il senso...
La CEI omette di tradurre la congiunzione kai posta all' inizio della frase: "kai ho Iesous eipen autoi", alla lettera "E Gesù disse a lui.....".
La TNM, invece, non ritiene di dover omettere la traduzione della congiunzione kai, non dandogli però un valore avversativo, come in Mt. 5:29.
Rende invece con la congiunzione "comunque", che può significare "ad ogni modo", (come può avere anche il senso avversativo di "tuttavia" in altri casi).
In questo caso, il significato è quello specificato per primo.
In sostanza, Gesù non sta introducendo una proposizione di significato contrario (come in genere accade nel caso delle congiunzioni coordinanti avversative), non nega la magnificenza di quelle strutture, ma aggiunge che tutte quelle cose, pur nella loro magnificenza, sarebbero state diroccate.
Da qui il "comunque" usato dalla TNM che introduce la risposta non avversativa di Cristo, ma piuttosto di aggiunta al pensiero espresso precedentemente dal discepolo.

[Modificato da Aquila-58 13/03/2012 20:16]
15/03/2012 10:28
 
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Ecco la successiva obiezione:


Marco 13:6: “Molti verranno in base al mio nome, dicendo: ‘Sono io’, e svieranno molti”.

“In base al mio nome”; anche qui ci pare una forma non utilizzata in italiano corrente che potrebbe essere sostituita con “nel mio nome”



Parola a chi desidera rispondere...
15/03/2012 10:59
 
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“In base al mio nome”; anche qui ci pare una forma non utilizzata in italiano corrente che potrebbe essere sostituita con “nel mio nome”



Ohibò, come si può dire che l'espressione "in base a" non sia utilizzata in italiano? Magari non è comunissima, ma mi pare assolutamente comprensibile ed utilizzata nella nostra lingua.

Inoltre la TNM conosce benissimo l'espressione "nel mio nome" e la usa più volte per rendere la formula "en to onomati mou" oppure "eis to emon onoma". Qui è usata invece la formula "epi to onomati mou" che la TNM differenzia, nel testo italiano, dalle espressioni affini traducendo "in base al mio nome". L'espressione si focalizza sulla funzione autorizzante del nome di Gesù, e letteralmente indicherebbe "per incarico di/in base all'autorità di". Ci sono altre formule in cui compare onoma è la TNM cerca di mantenere il più possibile queste sfumature anche nel testo italiano, ad esempio rende l'espressione "dia to onoma mou" con "a causa del mio nome".

Non si capisce, quindi, che cosa il gruppo pi-greco qui rimproveri alla TNM, di aver differenziato epi to onomati da eis, dia o en to onomati? Sinceramente non è ben chiaro dove sia il problema...

Shalom

16/03/2012 09:31
 
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Ecco la successiva obiezione. Questa è più lunga e articolata:


Marco 13:11: “Ma quando vi condurranno per consegnarvi, non siate ansiosi prima del tempo circa quello che direte; ma qualunque cosa vi sia data in quell’ora, ditela, poiché non sarete voi a parlare, ma lo spirito santo.”

E’ molto strano quanto leggiamo qui perché in contrasto con quanto insegna la Società Biblica Torre di Guardia in merito allo spirito santo (con le iniziali minuscole). Leggiamo nel libro Potete vivere per sempre su una terra paradisiaca:

“Una centrale è situata in un determinato luogo in una città o nei dintorni. Ma distribuisce l’elettricità a tutta la zona, fornendo luce e forza motrice. In modo analogo, Dio risiede nei cieli. (Isaia 57:15; Salmo 123:1) Ma il suo spirito santo, la sua invisibile forza attiva, può agire ovunque nell’universo. Mediante il suo santo spirito Dio creò i cieli, la terra e ogni forma di vita. (Salmo 33:6; Genesi 1:2; Salmo 104:30) Per creare queste cose Dio non ebbe bisogno di essere presente di persona. Può inviare il suo spirito, la sua forza attiva, a compiere qualsiasi cosa egli voglia anche in luoghi lontanissimi. Che Dio meraviglioso! — Geremia 10:12; Daniele 4:35. (cap. 4 p. 37 par. 9 Chi è Dio?)”

Avrei seri dubbi che quello qui descritto sia un Dio meraviglioso! Ma avete notato come viene presentato lo spirito santo? Come una specie di fluido, di corrente elettrica, di assolutamente impersonale. Infatti per stabilire se qualcosa sia persona deve avere 2 caratteristiche fondamentali:

1 Una propria intelligenza
2 Una propria volontà

Per la Società Torre di Guardia lo spirito santo non deve essere una persona altrimenti si confermerebbe la dottrina della Trinità.

Ma torniamo al versetto in questione, in cui siamo costretti ad ammettere che lo Spirito Santo è persona, in quanto ha volontà e potere di parlare, di parlare con intelligenza in difesa degli accusati. Più persona di così!

Quindi lo Spirito Santo è indiscutibilmente persona, persona divina come il Padre e il Figlio.



Spazio alle risposte...
17/03/2012 12:42
 
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Ma torniamo al versetto in questione, in cui siamo costretti ad ammettere che lo Spirito Santo è persona, in quanto ha volontà e potere di parlare, di parlare con intelligenza in difesa degli accusati. Più persona di così!



Mah... qui non si capisce perché leggendo il passo di Marco 13,11 si dovrebbe "essere costretti" ad ammettere che lo spirito santo è una "persona", consultando vari strumenti scientifici infatti non mi pare così scontato dire che qui si dica che sia un'altra persona a parlare in luogo dei discepoli, più semplicemente dovremmo leggere che Dio avrebbe dato il suo spirito ai discepoli, permettendo a questi uomini illetterati di parlare con sapienza e coraggio, segno che erano sotto l'influenza dello spirito di Dio. Come dice il passo affine di Luca 21,15: "poiché vi darò una bocca e una sapienza a cui tutti i vostri oppositori insieme non potranno resistere né contraddire".

Il Kittel (πνευµα, πνευµατικός, E, I, 3), che a quanto pare i nostri detrattori considerano "superato", dice a questo proposito (cito dall'edizione inglese):

"The community realises that the prophetic Spirit is given to it not merely in the blessed past at the time of the biblical prophets but also in the present, Mk. 13:11 par. The OT view is that the Spirit mediates God’s Word (2 S. 23:2). This is now reinterpreted, however, for the speaking of the Spirit is a sign of God’s help in eschatological tribulation"

Qui mi pare che non si intenda lo spirito santo in quanto persona, ma in quanto spirito profetico.

Anche il DENT, II, p.1015 mi pare che sia sulla stessa linea di pensiero "il pneuma ha ispirato gli scrittori veterotestamentari (Mc 12,36) ed opera nei profeti della chiesa primitiva" e questo stesso pneuma "da il coraggio di testimoniare il vangelo, specialmente nelle tribolazioni (Mt 10,20; Lc 12,12; Mc 13,11)", che è proprio il passo in questione.

Anche qui mi pare che l'esegesi corrente in questo passo veda non una "persona" ma la "potenza d'ispirazione ed azione dell'uomo da Dio" (Rusconi). Insomma, ciascuno poi è libero di dare la lettura che meglio crede a questo passo, ma non mi pare che la TNM qui traduca abusivamente né che si possa necessariamente concludere che la metafora usata da Gesù "costringa ad ammettere" che si parli di una persona, mi pare che vi siano autorevoli opinioni contrarie.

Shalom
[Modificato da barnabino 17/03/2012 12:53]
17/03/2012 13:00
 
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Aggiungo alcune mie considerazioni a quanto già espresso, in maniera eccellente, da Barnabino.


Cari amici del gruppo p greco,

il passo di Marco 13:11 va letto in primis nel suo contesto, e in secundiis alla luce di altri versetti, per poterne comprendere il significato.
Non si può estrapolare dalla Bibbia un passo, toglierlo dal suo contesto, e fagli dire quello che non dice..
Gesù disse:
"Ma quando vi condurranno per consegnarvi, non siate ansiosi prima del tempo circa quello che direte; ma qualunque cosa vi sia data in quell' ora, ditela, poichè non sarete voi a parlare, ma lo spirito santo".

Da ciò voi concludete che lo spirito santo sia una persona, di più, una Persona, di più, la terza Persona dell' Essere Divino, l' Iddio Ontologico trinitario.
A noi questo sembra, però, solo un bel volo pindarico: comprendiamo bene che dovete ubbidire a un dogma, ma le cose sono ben più complesse, cari amici.
Andiamo con ordine.

Vogliamo vedere alcune realizzazioni pratiche della profezia di Gesù espressa in Marco 13:11? Bene, basta leggere passi come Atti 4:8 e 6:10, per esempio, per verificarle facilmente...
Ci si riferisce quindi, nella stessa profezia, a un periodo di tempo successivo alla morte, risurrezione e ascensione al cielo di Cristo.

Con questo preambolo in mente, il quadro può apparire già più chiaro.
C' è un passo biblico che può aiutarvi a comprendere meglio la questione, ed è quello di Gv. 16:7, che traggo dalla TNM:
"E' per il vostro bene che io me ne vada. Poichè se non me ne vado, il soccorritore (parakletos) non verrà a voi in nessun modo, ma se me ne vado, ve lo manderò".

Che cos' è il soccorritore (il Paraclito, secondo la traduzione CEI)?
E' lo spirito santo stesso, vedasi Gv. 14:26:
"Ma il Paraclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome...." (CEI).
Ma perchè Gesù dice che il Paraclito, cioè lo spirito santo, non sarebbe venuto se Gesù stesso non se ne fosse andato (in cielo)?
E' questo il punto, cari amici.

Lo spirito santo di Dio aveva sempre agito e operato nel mondo sin dalla creazione (Genesi 1:2).  
Il peccatore Davide, nel cosiddetto Miserere (Salmo 51), supplicò Geova di non togliere da lui il suo spirito santo (Salmo 51:11).  
Zaccaria era pieno di spirito santo (Luca 1:67), lo spirito santo era su Simeone (Luca 2:25), ecc.  
Lo spirito santo aveva sempre agito ed era sempre stato ben presente nel mondo.  
Quindi?  
Semplice: con l' ascensione al cielo di Gesù, lo spirito santo avrebbe ricoperto un nuovo ruolo nella storia umana, un ruolo assolutamente fondamentale, e per rendere chiaro questo aspetto Gesù non fa altro che personificarlo, usando un sostantivo greco, parakletos, che significa "soccorritore, consolatore, intercessore, avvocato".  

E non è affatto un caso che Cristo personifichi lo spirito santo usando proprio questo sostantivo, vista la gamma di significati che gli appartiene. 

In questo nuovo ruolo opera lo spirito santo di Dio nella storia umana, dall' ascensione al cielo di Cristo in poi, e in questa luce vanno letti tutti quei passi che dicono che lo spirito santo/parakletos "parla", "agisce", "intercede con gemiti inespressi", è "contristato", ecc.....
agendo come una persona, esattamente come la sapienza personificata di Proverbi 8:1-21, che fa cose che solo una persona può fare, ed ha sentimenti che solo una persona può avere, dato che "l' empietà è orrore per le sue labbra" (Proverbi 8:7- CEI), possiede "scienza e riflessione" (Proverbi 8:12- CEI), detesta "la superbia e l' arroganza" (Proverbi 8:13-CEI), ama "coloro che la amano" (Proverbi 8:17 - CEI).

Ma personificazione non significa personalità! La stessa cosa vale per il parakletos/spirito santo: non c' è alcun bisogno di ipostatizzarlo perchè compia delle azioni, possa essere contristato, ecc. 

Che cosa sia lo spirito santo di Dio lo spiega benissimo un passo anticotestamentario, ed esattamente quello di Zaccaria 7:12, che traggo dalla traduzione CEI:
"Indurirono il cuore come un diamante, per non udire la legge e le parole che il Signore degli eserciti rivolgeva loro mediante  il suo spirito per mezzo dei profeti del passato". 

Il senso del passo di Zaccaria, sopra riportato, è chiaro: Geova Dio trasmette il suo pensiero e i suoi oracoli ai profeti per mezzo, tramite il suo spirito santo, la forza mediante in quale Dio agisce, opera, compie ogni azione. La sua forza agente, insomma, qualcosa (non qualcunoche gli appartiene strettamente, tanto è vero che viene spessissimo chiamato "lo spirito di Dio"
19/03/2012 11:16
 
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C'è da dire che quello dello spirito santo non è l'unico caso di personalizzazione:

(Genesi 4:10) A ciò disse: “Che hai fatto? Ascolta! Il sangue di tuo fratello grida a me dal suolo.

(Proverbi 1:20) La vera sapienza stessa continua a gridare forte nella medesima strada. Nelle pubbliche piazze continua a far sentire la sua voce.

(Romani 5:17) Poiché se per il fallo di un solo [uomo] la morte ha regnato per mezzo di quel solo, molto di più quelli che ricevono l’abbondanza dell’immeritata benignità e del gratuito dono della giustizia regneranno nella vita per mezzo di uno solo, Gesù Cristo.

(Romani 5:21) A qual fine? Affinché, come il peccato regnò con la morte, similmente anche l’immeritata benignità regnasse per mezzo della giustizia in vista della vita eterna per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore.


Questi passi indicherebbero che il sangue di Abele, la sapienza, la morte ed il peccato sono persone perché gridano o regnano? Interessante il passo seguente:

(Ebrei 4:12, 13) Poiché la parola di Dio è vivente ed esercita potenza ed è più tagliente di qualsiasi spada a due tagli e penetra fino alla divisione dell’anima e dello spirito, e delle giunture e del [loro] midollo, e può discernere i pensieri e le intenzioni del cuore. E non c’è creazione che non sia manifesta alla sua vista, ma tutte le cose sono nude e apertamente esposte agli occhi di colui al quale dobbiamo rendere conto.

Dio è in grado di operare attraverso mezzi impersonali (la sua parola), ma l'azione viene metaforicamente attribuita al mezzo. La stessa cosa avviene in questo caso per lo spirito santo: è Dio ad agire per mezzo del suo spirito santo (che non è "forza" o "potenza" come alcuni benpensanti vogliono far credere che insegniamo) ma ne attribuisce ad esso l'azione.
19/03/2012 12:57
 
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Dopo le esaustive risposte procediamo con l'ultima obiezione del gruppo p greco che chiude la serie di interventi rispondendo alla domanda di una ascoltatrice:


Perché ce l’avete tanto con i Testimoni di Geova?

Noi non ce l’abbiamo con i testimoni di Geova che chiamiamo e consideriamo fratelli. Se parliamo spesso di loro è perché li amiamo e li vogliamo aiutare a rendersi conto di certi errori che la Società Torre di Guardia impone loro di credere ciecamente come se venissero da Dio stesso, spesso oltretutto modificati nel corso del tempo con insegnamenti di segno opposto.
Questi errori li dimostriamo con le stesse pubblicazioni della Società mostrando contraddizioni interne e manipolazioni della loro traduzione biblica, in particolare usando la loro traduzione interlineare, che consigliamo a tutti!

Inoltre noi insegniamo ad amare anche il nemico a imitazione di quanto ha insegnato Gesù. La Società Torre di Guardia invece insegna l’odio per il nemico, parlando della santa qualità dell’odio. Volete un esempio? Leggiamo il libro Le nazioni conosceranno che io sono Geova, p 112:

“sia il clero che le loro organizzazioni religiose mostreranno d’essere in senso spirituale malati mortalmente, colpiti da un’epidemia di malattie veneree conseguente alla fornicazione religiosa commessa con gli elementi politici e secolari di questo impuro sistema di cose” ( p. 112 par. 48 "I giorni della cristianità sono contati").

In realtà il campionario di insulti è molto più ampio ma non per questo ci sentiamo di odiare i nostri fratelli TdG anche se vengono istigati all’odio nei nostri confronti. La Società Torre di Guardia parla della santa qualità dell’odio mentre poi preferiamo parlare e applicare l’amore di Cristo!




Parola a chi vuole replicare...


[Modificato da viceadmintdg1 19/03/2012 12:57]
19/03/2012 13:44
 
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RadioMaria, 18/03/2012 20.55:

Perché ce l’avete tanto con i Testimoni di Geova?

Noi non ce l’abbiamo con i testimoni di Geova che chiamiamo e consideriamo fratelli. Se parliamo spesso di loro è perché li amiamo e li vogliamo aiutare...



Quando noi pubblicavamo quelle citazioni di Rivelazione, la Chiesa praticava il suo amore verso di noi:

*** re cap. 37 pp. 270-271 par. 15 Cordoglio e allegrezza per la fine di Babilonia ***
Nel suo libro I nazisti e la Chiesa (cit., p. 70), Guenter Lewy scrive: “Quando la setta dei Testimoni di Geova fu soppressa in Baviera (il 13 aprile [1933]), la Chiesa accettò persino il compito assegnatole dal Ministero dell’Educazione e del Culto di denunciare qualsiasi membro della setta che continuasse a praticare la religione proibita”. La Chiesa Cattolica è pertanto corresponsabile dell’invio di migliaia di Testimoni nei campi di concentramento; le sue mani sono sporche del sangue di centinaia di Testimoni che vennero giustiziati.

*** jv cap. 22 p. 492 Parte 4 - Testimoni fino alla più distante parte della terra ***
Sapendo che in Occidente molti avevano paura del comunismo, nel 1948 il clero cattolico della città irlandese di Cork fomentò l’opposizione contro i testimoni di Geova definendoli “diavoli comunisti”. Di conseguenza Fred Metcalfe, mentre svolgeva il ministero di campo, si trovò davanti una folla che lo prese a pugni e a calci e sparpagliò per la strada la sua letteratura biblica. Meno male che in quel momento un poliziotto passò di lì e disperse la folla. Nonostante tutto i fratelli perseveravano. Non tutti gli irlandesi erano favorevoli alla violenza. Persino qualcuno che vi aveva preso parte in seguito se ne rammaricò. In Irlanda la maggior parte dei cattolici non aveva mai visto una Bibbia. Ma, con amorevole pazienza, alcuni furono aiutati ad afferrare la verità che rende liberi. — Giov. 8:32.
[...]
Nella Spagna cattolica, quando dopo il 1946 un po’ alla volta riprese l’attività organizzata dei testimoni di Geova, non fu una sorpresa che anche lì il clero facesse pressione sulle autorità secolari nel tentativo di fermarli. Adunanze di congregazione dei testimoni di Geova furono interrotte. I missionari furono costretti a lasciare il paese. Alcuni Testimoni furono arrestati semplicemente perché avevano la Bibbia o pubblicazioni bibliche. Spesso furono trattenuti in luride prigioni anche per tre giorni, poi rilasciati solo per essere nuovamente arrestati, interrogati e imprigionati. Molti scontarono un mese o più di prigione. I preti incitavano le autorità secolari a dare la caccia a chiunque studiasse la Bibbia con i testimoni di Geova. Anche dopo che nel 1967 fu approvata una legge che garantiva la libertà religiosa, i cambiamenti furono lenti a venire. Comunque nel 1970, quando finalmente ottennero il riconoscimento giuridico, in Spagna c’erano già oltre 11.000 testimoni di Geova. E cinque anni dopo erano più di 30.000, tutti evangelizzatori attivi.

*** jv cap. 29 pp. 656-657 “Odiati da tutte le nazioni” ***
Il nome che si fecero all’epoca alcuni funzionari americani ossequenti alla volontà del clero non è migliore. Per esempio nel 1936, dopo la visita del vescovo cattolico O’Hara a La Grange (Georgia), il sindaco e il procuratore locale fecero arrestare decine di testimoni di Geova. Durante la detenzione dovettero dormire accanto a mucchi di letame su materassi cosparsi di urina di vacca e mangiare cibo pieno di vermi, e furono costretti a lavorare nella costruzione di strade.
[...]
Gli archivi del governo canadese rivelano che in Canada nel 1940 i testimoni di Geova vennero messi al bando in seguito a una lettera inviata dalla curia del cardinale Villeneuve, del Quebec, al ministro della giustizia Ernest Lapointe. In seguito altre personalità del governo chiesero una spiegazione completa delle ragioni di quell’azione, ma le risposte di Lapointe non furono affatto convincenti per molti parlamentari canadesi.
Dall’altra parte del globo c’erano simili intrighi del clero. Gli archivi del governo australiano contengono una lettera dell’arcivescovo di Sydney che incitava il procuratore generale W. M. Hughes a dichiarare fuori legge i testimoni di Geova. La lettera era stata scritta il 20 agosto 1940, solo cinque giorni prima che venisse imposto il bando. In seguito, dopo aver riesaminato le presunte motivazioni del bando, il giudice Williams dell’Alta Corte australiana disse che aveva avuto “l’effetto di rendere illegale la propugnazione dei princìpi e delle dottrine della religione cristiana e di fare di ogni servizio religioso tenuto dai credenti nella nascita di Cristo una riunione illegale”. Il 14 giugno 1943 la Corte decise che il bando non era compatibile con la legge australiana.
[...]
In Francia il clero cattolico pensava di avere ancora saldamente in pugno la popolazione ed era deciso a fare in modo che niente interferisse in quel monopolio. Nel 1924 e 1925 gli Studenti Biblici erano impegnati in molti paesi nella distribuzione del volantino Ecclesiastics Indicted (Accusati gli ecclesiastici). Nel 1925 J. F. Rutherford doveva parlare a Parigi sul tema “Smascherati gli inganni del clero”. Un testimone oculare riferì ciò che avvenne a quell’adunanza: “La sala era gremita. Il fratello Rutherford si presentò sul palcoscenico e ci fu un caloroso applauso. Aveva appena cominciato a parlare quando all’improvviso una cinquantina di preti e di membri dell’Azione Cattolica, armati di bastoni, irruppero nella sala cantando La Marsigliese [l’inno nazionale francese]. Lanciarono volantini dall’alto della scalinata. Un prete salì sul palcoscenico. Due giovanotti lo cacciarono via. Tre volte il fratello Rutherford lasciò il palcoscenico e poi tornò. Infine se ne andò definitivamente. . . . I tavoli su cui era in mostra la nostra letteratura furono rovesciati e i libri sparpagliati un po’ dappertutto. C’era un’enorme confusione”. Ma non fu un episodio isolato.
Jack Corr, mentre dava testimonianza in Irlanda, sperimentò spesso la furia del clero cattolico. Una volta un gruppo di facinorosi, aizzati dal parroco, lo tirò fuori dal letto a mezzanotte e poi bruciò in piazza tutte le pubblicazioni che aveva. A Roscrea, nella contea di Tipperary, Victor Gurd e Jim Corby quando tornarono a casa scoprirono che gli oppositori si erano impossessati delle loro pubblicazioni, le avevano cosparse di benzina e vi avevano dato fuoco. Tutto intorno al falò c’erano la polizia locale, i preti e i bambini della zona, che cantavano “La fede dei nostri padri”.
Nel 1939, prima che i testimoni di Geova si radunassero al Madison Square Garden di New York, i seguaci del sacerdote cattolico Charles Coughlin minacciarono che l’assemblea sarebbe stata interrotta. Venne avvertita la polizia. Il 25 giugno il fratello Rutherford parlò ai 18.000 o più presenti in sala, e anche a un vasto uditorio internazionale che ascoltò alla radio il discorso “Governo e pace”. Dopo che il discorso era iniziato, 200 o più cattolici e nazisti, guidati da diversi sacerdoti, si accalcarono nella balconata. A un dato segnale, causarono un terribile schiamazzo, gridando “Heil Hitler!” e “Viva Franco!” Ricorsero a ogni sorta di parolacce e minacce e aggredirono molti uscieri intervenuti per sedare il tumulto. I facinorosi non riuscirono a interrompere l’adunanza. Il fratello Rutherford continuò a parlare con vigore e senza paura. Al culmine del frastuono, dichiarò: “Noterete che oggi i nazisti e i cattolici vorrebbero interrompere questa adunanza, ma grazie a Dio non ci riusciranno”. L’uditorio gli diede il suo appoggio con scrosci di applausi. Il tumulto diventò parte integrante della registrazione fatta in quell’occasione e fu udito in molte parti del mondo.

*** jv cap. 29 pp. 666-668 “Odiati da tutte le nazioni” ***
Dopo la seconda guerra mondiale nella Cecoslovacchia orientale il clero continuò a fomentare la persecuzione dei testimoni di Geova. Al tempo della dominazione nazista accusava i Testimoni di essere comunisti; ora sosteneva che erano contro il governo comunista. A volte, quando i testimoni di Geova facevano visite in casa della gente, i preti incitavano i maestri a lasciare uscire di scuola centinaia di ragazzi perché li prendessero a sassate.
Similmente nel 1947 i sacerdoti cattolici di Santa Ana, nel Salvador, organizzarono una dimostrazione contro i Testimoni. Mentre i fratelli tenevano il settimanale studio Torre di Guardia, dei ragazzi lanciarono sassi attraverso la porta aperta. Poi arrivò la processione con i sacerdoti in testa. Alcuni portavano torce, altri immagini, e gridavano: “Viva la Vergine!” e “A morte Geova!” Per un paio d’ore l’edificio fu sotto una sassaiola.
Verso la metà degli anni ’40 anche nel Quebec, in Canada, i testimoni di Geova subirono terribili angherie da parte sia di turbe di cattolici sia di funzionari. Delegazioni inviate dalla curia vescovile andavano ogni giorno dalla polizia per chiedere che la facesse finita con i Testimoni. Spesso, prima che venisse effettuato un arresto, si vedevano agenti uscire da una porta secondaria della chiesa. Nel 1949 missionari dei testimoni di Geova furono scacciati da Joliette (Quebec) da facinorosi cattolici.
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Come al tempo dell’Inquisizione, in Spagna il clero accusava e poi lasciava allo Stato il meschino compito di fare il resto. Per esempio, a Barcellona, dove nel 1954 l’arcivescovo bandì una crociata contro i Testimoni, il clero si servì del pulpito e anche delle scuole e della radio per dire ai parrocchiani che quando i Testimoni facevano loro visita dovevano invitarli a entrare e poi chiamare subito la polizia.
I preti temevano che gli spagnoli potessero venire a sapere quello che diceva la Bibbia e magari anche mostrarlo ad altri. Quando Manuel Mula Giménez nel 1960 fu imprigionato a Granada per il “reato” di insegnare ad altri la Bibbia, il cappellano della prigione (un sacerdote cattolico) fece sparire l’unica Bibbia dalla biblioteca della prigione. E quando un altro carcerato prestò a Manuel una copia dei Vangeli, questa gli venne portata via. Ma in Spagna la Bibbia ormai ha raggiunto la gente comune, che ha potuto vedere da sé quello che dice, e nel 1992 coloro che avevano iniziato ad adorare Geova quali suoi Testimoni erano più di 90.000.
Nella Repubblica Dominicana i preti collaborarono con il dittatore Trujillo, servendosi di lui per raggiungere i loro obiettivi come lui si servì di loro per i suoi scopi. Nel 1950, dopo che i preti avevano scritto articoli sui giornali accusando i testimoni di Geova, il sorvegliante della filiale della Watch Tower Society venne convocato dal segretario degli Interni e della Polizia. Mentre aspettava fuori, il sorvegliante vide due gesuiti entrare e poi andarsene. Subito dopo fu invitato a entrare nell’ufficio del segretario, che con visibile nervosismo gli lesse il decreto di proscrizione dell’attività dei testimoni di Geova. Dopo che il bando venne revocato per breve tempo nel 1956, il clero si servì della radio e della stampa per rinnovare le calunnie contro i Testimoni. Intere congregazioni vennero arrestate e fu intimato loro di firmare una dichiarazione con cui rinunciavano alla loro fede e promettevano di tornare alla Chiesa Cattolica. Quando i Testimoni rifiutavano, venivano picchiati, presi a calci, frustati e colpiti in faccia con il calcio del fucile. Ma rimasero incrollabili, e aumentarono di numero.
A Sucre, in Bolivia, ci fu altra violenza. Nel 1955, mentre stava per iniziare un’assemblea dei testimoni di Geova, una banda di ragazzi della Scuola Cattolica del Sacro Cuore circondò il luogo dell’assemblea, gridando e lanciando pietre. Dalla chiesa di fronte un potente altoparlante esortava tutti i cattolici a difendere la chiesa e la “Vergine” dagli “eretici protestanti”. Il vescovo e i sacerdoti cercarono personalmente di interrompere l’adunanza, ma la polizia ordinò loro di uscire dalla sala.
L’anno prima, a un’assemblea dei testimoni di Geova a Riobamba, nell’Ecuador, era in programma il discorso pubblico intitolato “L’amore è pratico in un mondo egoista?” Ma un gesuita aveva incitato la popolazione cattolica a impedire quella adunanza. Infatti, quando iniziò il discorso, si sentiva la folla gridare: “Viva la Chiesa Cattolica!” e “Abbasso i protestanti!” La polizia, va detto a sua lode, trattenne i facinorosi con le spade sguainate. Ma la folla continuò a lanciare sassi contro il luogo dell’adunanza e, più tardi, contro l’edificio in cui abitavano i missionari.

*** La Repubblica - 12/11/1985 p. 5 - GRIDO D' ALLARME DELLA CHIESA CONTRO I TESTIMONI DI GEOVA ***
BOLOGNA - La chiesa cattolica punta il dito sui testimoni di Geova. Con il placet di papa Wojtyla si prepara a mobilitare diocesi, parrocchie e credenti contro la "setta" venuta dall' America. "Con loro - è la parola d' ordine - il dialogo è impossibile". Impossibile e pericoloso. Per contrastarli si prepara a "formare in ogni città gruppi che si interessino delle loro attività". Bisogna tenere i contatti con le famiglie "visitate" dai "testimoni" consiglia "per coprire i vuoti psicologici, culturali e esistenziali che spesso sono causa di cedimento". E soprattutto "con loro si debbono evitare i dibattiti pubblici. Non servono a nulla e - se non si conosce la loro tattica - si resta facilmente perdenti".
[...]
Secondo monsignor Marinelli sono anche pessimi cittadini: "non votano, rifiutano il servizio militare, non giurano, considerano spazzatura ogni ideale terreno". Per la Chiesa insomma sono un pericolo. Un virus che colpisce soprattutto i più esposti. Non esistono statistiche ufficiali ma i "Tdg" conquistano soprattutto le anime dei lavoratori autonomi e del terziario, "di chi, cioè, è più solo nel lavoro e nella società".[...]


Che dire... Beh! Sì! Proprio amorevoli! [SM=x1408427]
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