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Diabete: qualche dato importante

Ultimo Aggiornamento: 27/02/2012 21:38
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27/02/2012 21:38

Ogni 10 secondi nel mondo, come già detto, una persona muore per cause legate al diabete e altre due si ammalano.
Negli ultimi 20 anni a livello mondiale la malattia è aumentato di ben sette volte e questo è il motivo che ha spinto le Nazioni Unite a definire il diabete una vera e propria epidemia.
I dati parlano da soli: nel mondo oltre 285 milioni di persone ne soffrono e 344 milioni sarebbero potenzialmente a rischio di sviluppo.
Entro il 2030 – così dicono le previsioni ufficiali - i diabetici raggiungeranno l’astronomica cifra di 435 milioni di persone!
Secondo l’International Diabetes Federation (Idf), in Italia il 6% della popolazione è diabetica, il che corrisponde a circa 4.000.000 di persone!
La spesa sanitaria odierna per il diabete varia tra i 202 e i 422 miliardi di dollari all’anno, e potrebbe, entro il 2025, superare il tetto dei 559 miliardi di dollari.
A questo punto sorge spontanea una domanda: con cifre a undici zeri annuali, è possibile che le lobbies del farmaco vogliano veramente curare il diabete?

Dall’insulina ai farmaci antidiabete: un po’ di storia
Nel 1922 a Stoccolma venne conferito ai ricercatori Barting, Best e Macleod il premio Nobel per la scoperta dell’insulina.
La commercializzazione di questo ormone di sintesi, dal 1923 in poi, è opera della casa farmaceutica statunitense Eli Lilly che, alla fine della seconda Guerra Mondiale, importò dalla Germania il metadone inventato dai nazisti con il nome di Dolophine, in onore di Adolf Hitler, e prodotto dall’enorme colosso dell’industria chimica I.G. Farben.
Questa é la stessa casa farmaceutica che ha prodotto l’elisir di eroina, l’L.S.D., il dietilammide-25 dell’acido lisergico, una delle più potenti sostanze psichedeliche conosciute e, al giorno d’oggi, anche il Prozac.
La Lilly lanciò nel 1982 la prima insulina da D.N.A. ricombinante: fu il primo farmaco al mondo creato con questa tecnologia.
Oggi per il diabete, oltre alla nota insulina esistono prodotti come: Tolbutamide, Tolazamide, Clorpropramide, Acetoesamide, Gliburide, Glipizide, Glimepride, Metformina, Fenformina, Buformina, Repaglanide, Acarbosio, Miglitol, Glucagone…
Poche corporazioni della chimica e farmaceutica, tra loro interconnesse da fili economici e azionari, gestiscono l’intero mercato del diabete.
Gruppi potentissimi come Eli Lilly, Pfizer, Merck, Roche, Sanofi-Aventis e Bayer ogni anno, guadagnando miliardi di dollari, controllano la vita di centinaia di milioni di persone.

Oggi, il mercato del diabete
vale oltre 400 miliardi di dollari!

L’incidenza del diabete
Il “Bollettino dell’Accademia di Medicina di New York” del settembre 1933, riporta i dati ufficiali dal 1871 al 1932, e scrive: “…per le persone di entrambi i sessi, il tasso di mortalità del diabete a New York è passato dal 2,1 per 100.000 abitanti nel 1866, a 29,2 nel 1932”. Il numero totale delle morti perciò “è aumentato da 15 nel 1866 a 2.116 nel 1932”.
Il rapporto continua dicendo che “ …un aumento distinto nel numero di morti per diabete si sta verificando non solo al Nord Ovest, ma in tutti gli Stati Uniti, come dimostrano le statistiche di mortalità delle altre città”

In poco meno di sessant’anni perciò, dal 1866 al 1932, i pochissimi e sporadici casi di diabete sono diventati qualche migliaio solamente nella città di New York per diventare, con una terribile accelerazione negli ulteriori 70 anni, 1 morto ogni 10 secondi!
Questi sono dati epidemiologici importanti che inquadrano una crescita esponenziale del fenomeno.
Cos’è successo nella società tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo per aggravare così drasticamente la situazione?
Le due guerre mondiali certamente non hanno giovato al benessere psicofisico e sociale di centinaia di milioni di persone ma non ne sono state la vera causa.

I grassi idrogenati
Molti medici e grandi ricercatori sono concordi nel ritenere la degenerazione dello stile di vita, nonché l’industrializzazione dell’alimentazione, cause principali delle malattie diabetiche. La nascita e la commercializzazione dei grassi idrogenati infatti è avvenuta proprio agli inizi del XX secolo.
Senza dover richiamare alla memoria ciò che hanno detto importanti medici del passato, anche nella recente storia della medicina moderna numerosi sono i personaggi che hanno collegato l’attuale stile di vita alla manifestazione di tale malattia.

Tra questi medici igienisti quali Isaac Jennings (1788-1874), Sylvester Graham (1794-1851), Russell Trall (1821-1877) e John Tilden (1851-1940). Anche l’infermiera londinese Florence Nightingale (1823-1910), nota come la signora della lanterna, era solita dire: “Non è forse il continuo vivere sbagliato che porta la gente ad ammalarsi?”.
Si possono ancora ricordare grandi personalità quali il chimico tedesco Max Joseph von Pettenkofer (1818-1901), il medico tedesco Louis Kuhne (1844-1901), il medico svizzero Max Bircher-Benner (1867-1936) precursore della scienza della nutrizione moderna, il medico tedesco Max Gerson (1881-1959), e moltissimi altri ancora.
Questi grandi uomini nonostante siano sconosciuti alla maggior parte delle persone, hanno lasciato un segno indelebile nella storia della medicina.

Alla dottoressa russa Chaterine Kousmine (1904-1992) va il merito di aver compreso che gran parte delle malattie croniche erano conseguenza indiretta di un'alimentazione degradatasi progressivamente negli ultimi decenni, soprattutto a seguito dell’introduzione nella catena alimentare dei grassi idrogenati.
La dottoressa Kousmine, era dell’opinione che il ritorno ad una alimentazione sana si sarebbe rivelato un'efficacissima arma terapeutica.
All’inizio del secolo scorso, sono stati creati questi nuovi grassi. Per motivi economici sono presentati con un aspetto solido ed hanno caratteristiche che li rendono adatti alla grande industria alimentare giacché risultano inalterabili dall’ambiente esterno, non irrancidiscono e durano a lungo nel tempo.
La tecnica dell’idrogenazione, che dà il nome a questi grassi, venne introdotta nel 1912 proprio allo scopo di renderli solidi e commerciabili.

Tra i grassi idrogenati estremamente pericolosi per la salute, vanno annoverate le margarine, gli oli industriali prodotti ad alte temperature che trasformano il loro acido linoleico, uno dei due acidi grassi essenziali, da cis-cis a cis-trans come vengono chiamati. La prima (cis) é una forma utilizzabile per l’organismo umano, la seconda (trans) una forma non utilizzabile o utilizzabile con danni.
I grassi idrogenati sono ancora permessi nell’industria alimentare e si trovano in abbondanza in tante merendine che consumano i bambini, nei prodotti da forno di tipo industriale quali pastine, biscotti, dolcetti, ecc., pietanze precotte, pollo o pesce impanato, patatine fritte, pizze già pronte, minestre in scatola, miscele per torte e tantissimi altri prodotti.
Riportiamo la quantità espressa in grammi per porzione di grassi cis-trans che si possono ingerire comunemente con alcuni prodotti venduti e consumati quotidianamente:

- Prodotti da forno: 1-4 grammi
- Cornetti: 2 grammi
- Snacks (pop-corn, chips di patate o mais): 1-8 grammi
- Fast food (patatine fritte o altri prodotti fritti): 1.5-2.5 grammi

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (O.M.S. o W.H.O.) una persona adulta dovrebbe ingerire meno di 2 grammi al giorno di grassi cis-trans, ma come visto sopra, il rischio di superare la soglia di sicurezza è altissimo.
Le conseguenze per la salute pubblica sono molto gravi: disturbi cardiocircolatori, obesità, danni alle cellule con rischio di tumore, malattie autoimmuni e diabete.
Secondo il dottor Filippo Ongaro “…i grassi idrogenati non vengono riconosciuti dal corpo, richiedono tempi lunghissimi di smaltimento, fino a 51 giorni per smaltire la metà, e sono letteralmente tossici“.
Questi grassi fanno diminuire le H.D.L., il colesterolo cosiddetto buono, e alzano quello cattivo (L.D.L.).
Inoltre: interferiscono con l’insulina aumentando il rischio diabete, interferiscono con il sistema immunitario e la detossificazione epatica, aumentano le patologie infiammatorie. E’ da notare come addirittura interferiscono con l’insulina aumentando il rischio diabete e agiscono negativamente sulla membrana cellulare.
Quest’ultimo punto, data la sua importanza, verrà ripreso nel corso della trattazione.

Grassi utili alla salute invece sono, ad esempio, l’olio extra vergine di oliva, purché sia spremuto a freddo. Poiché però é privo di Omega-3 ed é scarso di acido linoleico, essendo quest’ultimi due degli acidi grassi essenziali, si dovrebbe integrare l’alimentazione con olio di girasole o sesamo o lino o cartamo, purché siano sempre di prima spremitura a freddo.
Utilissima è anche la frutta con guscio e i semi oleosi quali noci, mandorle, nocciole, zucca, sesamo, semi di girasole ecc. però non tostati.

Tratto da “Diabete. Secondo la visione della Medicina ufficiale, Nuova Medicina Germanica, Igiene Naturale e Scienza dello Spirito ad indirizzo antroposofico”





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