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ESM European Stability Mechanism

Ultimo Aggiornamento: 12/06/2014 16:50
21/02/2012 17:15
 
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MES Meccanismo Europeo di Stabilità
Mario Monti, il MES e il Nuovo Ordine Mondiale (Fonte: medicinenon.it - di Luciano Gianazza - 05/12/2011)

Recentemente è venuto alla mia attenzione un documento della Comunità Europea che rappresenta una prospettiva a dir poco sgradevole. Se la manovra che il governo tecnico ha sfornato recentemente non ci rende allegri, dovrebbe scatenare la nostra ira il fatto che i padroni del mondo abbiano intenzione di schiavizzare i popoli europei ancora di più di quanto abbiano fatto finora.

Quando parliamo di schiavitù possono venirci in mente le navi dei negrieri che spingevano a bordo gli africani catturati e legati con pesanti catene di ferro, per poi essere venduti al mercato degli schiavi. Non è facile vedere la moderna schiavitù con le invisibili catene della vessazione perpetrata tramite politiche economiche speculative che estorcono denaro ai cittadini nella forma di contributi facendoli apparire come dovuti e necessari per il benessere del singolo cittadino.

Quello che sta succedendo è che ci stanno derubando e continueranno a farlo costringendoci a lavorare molto duramente con privazioni tali da farci scivolare in un tenore di vita al limite della mera sopravvivenza.

Ovviamente se permettiamo che tutto questo avvenga, non è inevitabile l’iscrizione nel libro mastro dei nuovi mercanti di schiavi.

Gli oligarchi temono moltissimo che uno stato membro dell’Eurozona possa uscirne e ritornare alla sua precedente moneta, nel nostro caso alla Lira.

Per impedire questo fanno di tutto perché uno stato non fallisca e continui a mantenere l’euro come sua moneta. Questa può essere una cosa buona, la ripresa dopo un fallimento di uno stato è sempre dura e traumatica, a meno che non comporti che i cittadini di quello stato debbano comunque fare sacrifici indicibili. Chi può dire che risalire la china dopo una crisi come questa rimanendo nell’euro non possa essere meglio risalirla ritornando alla gloriosa Lira?

Per prevenire questo, la cupola finanziaria ha ideato il MES, il Meccanismo Europeo di Stabilità, un’istituzione che semplicemente aderendovi praticamente confermiamo che non lasceremo mai l’euro, costi quel che costi.

Se, per fare un esempio, una regione decidesse di disconoscere lo Stato Italiano e attuasse una secessione, verrebbe invasa dall’esercito e la legge marziale entrerebbe in vigore. Decidere di uscire dall’Eurozona in un futuro più o meno prossimo potrebbe comportare un simile scenario.
Quando Sarkozy e la Merch affermano implicitamente che se l’euro crolla ci sarà la guerra, è questo che intendono.
Il Meccanismo Europeo di Stabilità (MES) – chiamato anche “Fondo Salva Stati”

Che cos’è il MES? Credo che possa rispondere meglio la definizione del suo scopo nel trattato che lo istituisce:

Lo scopo del MES è quello di mobilitare finanziamenti e fornire aiuti finanziari, sotto una stretta condizionalità di politica economica, a vantaggio dei Membri del MES che stanno sperimentando o sono minacciati da gravi problemi di finanziamento, se indispensabile per salvaguardare la stabilità finanziaria dell’Eurozona nel suo complesso. A tal fine, il MES ha il diritto di raccogliere fondi mediante emissione di strumenti finanziari o di stipulare accordi finanziari o di altro genere o accomodamenti con i Membri del MES, istituti finanziari o altri soggetti terzi.

La definizione “Fondo Salva Stati”, con cui ci si riferisce al MES, ha del grottesco. Di fatto li rovina, prosciuga le finanze dei cittadini degli stati che hanno aderito (hanno dovuto aderire) per dare gli “aiuti” agli stati in bancarotta, come la Grecia per esempio, perché non cadano fuori dall’eurozona rendendo evidente il fallimento dell’euro. L’euro non è la moneta europea, è una moneta sostenuta dall’asse franco germanico e ogni operazione riguardante l’euro tende a favorire maggiormente i due paesi dell’asse a discapito degli altri stati dell’eurozona.

La cosa è molto sottile in quanto i diritti che vengono concessi al MES hanno come controparte dei doveri per lo stato che riceve l’aiuto, aiuto fra l’altro che non può rifiutare, se non rivolgendosi alla Suprema Corte di Giustizia Europea. Infatti il MES è una istituzione che ha potere quasi assoluto. E questi doveri dello stato “aiutato” significano sempre sacrifici per i cittadini.

Aderendo al MES gli stati riducono ulteriormente la loro Sovranità Popolare in favore di quello che sta diventando un governo sovranazionale europeo che si sostituisce gradualmente in toto ai governi nazionali. Questo è quanto ha recentemente dichiarato come desiderabile Mario Monti in un suo discorso.

In pratica ogni volta che uno stato si trova in difficoltà, gli arrivano gli aiuti a condizione che tale stato rinunci a una parte di sovranità nazionale a favore di una maggiore ingerenza del governo europeo per consentire di effettuare gli interventi.

Il problema è che questo governo europeo è un ente di facciata dell’oligarchia della finanza mondiale, nel quale agiscono e operano emissari dei grandi interessi economici mondiali privati.

Di conseguenza ai governi nazionali ben si addice il titolo di governo fantoccio in quando diventano meri esecutori di direttive emesse dall’élite finanziaria.

I cittadini, almeno in teoria, eleggono i loro rappresentanti politici per chiedere che vengano fatte delle azioni, e il modo in cui farle, nel loro interesse. Quindi sono i mandanti di ciò che viene fatto e come viene fatto per amministrare lo stato.

Nell’istituzione del MES i cittadini non hanno titolo alcuno, è una imposizione da organizzazioni e ristretti circoli elitari privati, con il beneplacito dei politici che danno il consenso tradendo i loro mandatari, cioè noi. Infatti la stragrande maggioranza dei cittadini non sa nulla del MES.

Lo scopo reale di questo Meccanismo Europeo di Stabilità è salvaguardare i profitti degli speculatori del mondo bancario internazionale caricando forzatamente l’onere delle perdite sui cittadini.


Per fare un esempio, se tu compri delle azioni di una società e il valore di tali azioni scende, non puoi fare altro che assorbire la perdita. Puoi solo sperare che quell’azienda rifiorisca e che le sue azioni aumentino quindi di valore.

Come tu puoi comprare le azioni di una azienda o dei titoli di stato, i grandi speculatori acquistano titoli di stato per miliardi di euro e se l’economia di quello stato va in crisi, il valore di quei titoli diminuisce, se poi andasse in bancarotta perderebbero tutto l’investimento e a loro non rimarrebbe altro che prenderne atto e assorbire tale perdita.

Per evitare questo hanno ideato e realizzato il MES, una istituzione che dà gli aiuti finanziari a quello stato in difficoltà per coprire i debiti con gli speculatori, obbligandolo poi a restituire il prestito. Lo stato sarà costretto a privatizzare aziende pubbliche, immobili e altre parti del patrimonio pubblico, a fare tagli della spesa pubblica, oltre ad aumentare o inventare nuove tasse per recuperare il denaro per onorare il prestito. In definitiva le perdite dei grandi speculatori vengono assorbite dai cittadini e non dagli speculatori stessi, come sarebbe invece corretto secondo la logica del mercato azionario.

Mario Monti sta già facendo qualcosa di simile, raccattando denaro a miliardi con tagli e tasse. Non c’era bisogno di lui per far questo, sono stati ben bravi i governi passati di entrambi gli schieramenti a fare le stesse cose. La differenza semmai sta nel fatto che questi capitali andranno legalmente all’estero nelle mani di Goldman Sachs & C & Affini.

Il MES, da approvare entro il 31 Dicembre 2011, sarà amministrato da un rappresentante di ogni stato dell’Eurozona, e questo rappresentante deve essere il Ministro delle Finanze, al quale viene conferito il titolo di Governatore. Secondo l’Articolo 5:

ARTICOLO 5

Consiglio dei Governatori

Ogni Membro del MES nomina un Governatore e un Vice Governatore. Tali nomine sono revocabili in qualsiasi momento. Il Governatore sarà un Membro del governo di tale Stato Membro del MES di cui ha la responsabilità per le finanze. Il Vice Governatore avrà pieni poteri di agire per conto del Governatore quando questi non è presente.


Guarda “caso”, Mario Monti, oltre ad essere Presidente del consiglio, è anche il Ministro delle Finanze e diventerà quindi anche uno dei Governatori del MES. E’ anche un motivo per cui entrambi gli schieramenti hanno deciso di non indire elezioni anticipate ma di optare per un governo tecnico, indipendentemente dal chiasso da pollaio fatto in precedenza.

La prima cosa che il MES farà sarà di istituire un fondo di 700 miliardi di euro, e ogni stato dovrà mettere la sua quota, l’Italia esattamente 125.395.900.000 di euro! Questa quota dovrà essere pagata, entro sette giorni da quando il MES lo richiederà, e potrà essere aumentata quando e di quanto verrà ritenuto necessario. Uno stato membro non potrà uscire dal MES. E tante altre belle cosucce ben descritte nel trattato.

Una delle cose interessanti sono gli articoli che trattano l’immunità e la segretezza. Tutti, Governatori, Amministratori, e tutto lo staff giù fino al ragazzo delle fotocopie hanno l’immunità assoluta. Tutti i documenti e gli archivi sono segreti e inviolabili, e il MES non ha bisogno di alcun permesso, autorizzazione, riconoscimento o licenza per agire. E saranno esenti da imposte. Dall’Articolo 30 e 31:

ARTICOLO 30

Immunità delle persone

Nell’interesse del MES, il Presidente del Consiglio dei Governatori, Governatori, Vice Governatori, Direttori, Vice Direttori, così come l’Amministratore Delegato e altri Membri dello staff sono immuni da procedimenti legali in relazione ad atti da essi compiuti in veste ufficiale e godono dell’inviolabilità per le loro carte e documenti ufficiali.

ARTICOLO 31

Esenzione dalle imposte

Nell’ambito delle sue attività ufficiali, il MES, il suo patrimonio, reddito, proprietà e le sue operazioni e transazioni autorizzate dal presente Trattato sono esenti da qualsiasi imposta diretta.


Tutto questo al di sopra della giurisdizione di qualsiasi stato Membro del MES.

Questo significa che se il Governatore nonché Ministro delle Finanze Mario Monti, e così tutti gli altri Governatori, dovesse commettere qualsiasi atto compromettente, essendo difficile scindere quali azioni appartengano prettamente al MES e quali no, nessuno potrà agire nei suoi confronti.

Questa operazione geopolitica è standardizzata. Ciò che sta avvenendo in Italia sta avvenendo anche in Grecia e avverrà poi in tutti gli altri paesi europei. Il programma di transizione al Nuovo Ordine Mondiale è già ben avviato.

Ho tradotto il trattato per l’istituzione del MES, sono 55 pagine con poco testo per pagina, replicano fedelmente il documento originale in inglese. Sforzati di leggerlo tutto anche se ha dei punti che possono essere noiosi, per cogliere interamente il vero intento di tale trattato. Conoscere come stanno le cose è il primo passo per risolvere i problemi.

Conosco poco e non mi piace il politichese-legalese-burocratese, e quindi ci saranno senz’altro degli errori nella traduzione del documento, te ne sarò grado se potendoli correggere me li segnalassi per rendere il documento il più possibile scorrevole.

Vedi anche:
Il meccanismo europeo di stabilità - Claudio Messora
La lettera di alcune personalità austriache a tutte le istituzioni di Vienna
Via libera all'Esm: è l'inizio di una nuova dittatura europea?
Fiscal compact? La fine delle sovranità nazionale degli Stati dell’Europa
Mario Monti: chi è veramente e cosa fa
[Modificato da marco--- 27/09/2012 19:13]
21/02/2012 17:16
 
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Consiglio vivamente la visione di questo video, l'audio è in tedesco, i sottotitoli fortunatamente sono in italiano.

MES il nuovo dittatore Europeo


EUROPA s.p.a. : La schiavitù economica del MES, il Meccanismo Europeo di Stabilità (Fonte: popolomovimento.altervista.org - 10/02/2012)

Dal 2 febbraio gli Stati membri sono in regime di schiavitù economica, sotto le decisioni inviolabili ed inappellabili di un consiglio di amministrazione esentato da ogni controllo e da qualunque responsabilità e nella più assoluta impunibilità!!!

il MES potrà esigere MILIARDI di Euro dagli stati dell’Eurozona da pagare entro 7 giorni. Ma in Italia nessuno ne parla!

Dunque, 17 paesi dell’eurozona, saranno costretti a cedere nuovamente sovranità e a contribuire con ingenti somme ad un organismo sovranazionale costituito sotto forma di società (con tanto di Consiglio di Amministrazione) che opera nel segreto professionale, con un regime di totale immunità e impunità. L’Italia, sarà costretta a finanziare il MES, nei prossimi 10 giorni, con 125 miliardi di euro che, unitamente ai contributi degli altri paesi, andranno a costituire un fondo totale di ben 700 miliardi di Euro! Nella totale disponibilità del Consiglio di Amministrazione!!!

Ne volete sapere di più e disgustarvi? Vi allego il trattato in lingua italiana in particolare segnalo: art.3, 4, 8, 9 punto 3, 12, 17, 19, 20, 21, 25 punto 2, 32, 34, 35, 36

P.S. piccola anticipazione prima della lettura i Membri del C.d.A, il Direttore e i dipendenti godono di assoluta immunità oltre che dell’esenzione totale dalla tassazione sui redditi percepiti…in nome dell’EQUITA’

TrattatoMESita
Documento originale: Trattato MES (Fonte: Firmato il trattato che istituisce il meccanismo europeo di stabilità - european-council.europa.eu - 02/02/2012)

(clicca scarica, leggi e diffondi!)

Alcuni passi particolarmente significativi estratti dal documento ufficiale del "Meccanismo Europeo di Stabilità".

...3. Il direttore generale richiede in tempo utile il capitale autorizzato non versato se questo è necessario ad evitare che il MES risulti inadempiente rispetto ai previsti obblighi di pagamento, o di altro tipo, nei confronti dei propri creditori. Il direttore generale informa il consiglio di amministrazione e il consiglio dei governatori di tali richieste. Allorquando sia rilevata un'eventuale carenza di fondi nelle disponibilità del MES, il direttore generale effettua tale(i) richieste(i) di capitale quanto prima possibile al fine di garantire che il MES disponga di fondi sufficienti per onorare la totalità dei pagamenti dovuti ai creditori alla scadenza prevista. I membri del MES si impegnano incondizionatamente e irrevocabilmente a versare il capitale richiesto dal direttore generale ai sensi del presente paragrafo entro sette giorni dal ricevimento della richiesta...

...2. Il MES è dotato di piena personalità giuridica e ha piena capacità giuridica per:
a) acquisire e alienare beni mobili e immobili;
b) stipulare contratti;
c) convenire in giudizio; e
d) concludere un accordo e/o i protocolli eventualmente necessari per garantire che il suo status giuridico e i suoi privilegi e le sue immunità siano riconosciuti e che siano efficaci.
3. I beni, le disponibilità e le proprietà del MES, ovunque si trovino e da chiunque siano detenute, godono dell’immunità da ogni forma di giurisdizione, salvo qualora il MES rinunci espressamente alla propria immunità in pendenza di determinati procedimenti o in forza dei termini contrattuali, compresa la documentazione inerente gli strumenti di debito.
4. I beni, le disponibilità e le proprietà del MES, ovunque si trovino e da chiunque siano detenute, non possono essere oggetto di perquisizione, sequestro, confisca, esproprio e di qualsiasi altra forma di sequestro o pignoramento derivanti da azioni esecutive, giudiziarie, amministrative o normative.
5. Gli archivi del MES e tutti i documenti appartenenti al MES o da esso detenuti sono inviolabili
...

...Immunità delle persone
1. Nell'interesse del MES, il presidente del consiglio dei governatori, i governatori e i governatori supplenti, gli amministratori, gli amministratori supplenti, nonché il direttore generale e gli altri membri del personale godono dell’immunità di giurisdizione per gli atti da loro compiuti nell'esercizio ufficiale delle loro funzioni e godono dell’inviolabilità per tutti gli atti scritti e documenti ufficiali redatti
...
[Modificato da marco--- 26/02/2012 10:38]
25/02/2012 19:43
 
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[Modificato da marco--- 26/02/2012 09:53]
26/02/2012 10:51
 
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ATTENZIONE !! MES (Meccanismo Europeo di Stabilità), un colpo di stato in 17 paesi (Fonte: pensareliberi.com - di Rudo de Ruijter - 17/12/2011)

Osservazione preliminare: non confondete il MES con i due fondi correnti di salvataggio che sono EFSM e EFSF.

Come accennato nel precedente articolo su questo argomento “MES, il nuovo dittatore europeo“, i ministri delle Finanze dei 17 paesi europei hanno firmato un trattato che istituisce il Meccanismo europeo di stabilità (MES), il cui obiettivo è quello di fare sborsare ai cittadini le centinaia di miliardi a vantaggio dei fondi di salvataggio dell’euro e di soffocare i parlamenti nazionali.

Bruxelles apparentemente non vuole che siate al corrente del contenuto di questo trattato. Fino al giorno della redazione di questo articolo, ho potuto trovare unicamente un esemplare in inglese sul net (mentre il 96,5% della popolazione dell’area dell’euro parla altre lingue!).



Fatto assai bizzarro, la firma di questo nuovo trattato europeo non è stata affatto notata dalla stampa internazionale, benché fosse presente alla conferenza di annuncio (Vedi foto sopra). Forse è perché Juncker l’annunciò brevemente in francese prima di proseguire la conferenza in inglese?

Del resto molti giornalisti confondono ancora questo nuovo trattato MES con i suoi predecessori (illeciti): il Meccanismo europeo di Stabilità finanziaria (MESF) e il Fondo europeo di Stabilità finanziaria (FESF), più noti in inglese come European Financial Stabilisation Mechanism (EFSM) e European Financial Stability Facility (EFSF). Il FESF ha una capacità di stanziare crediti per un importo di 440 miliardi, dal 27 ottobre fino a un tetto di 1000 miliardi di euro, cioé 3300 euro per eurocittadino! Il MES invece è illimitato.

Qualche deputato che ha sentito parlare del MES crede falsamente che conserverà il suo potere attraverso il ministro delle Finanze, tuttavia visto che quest’ultimo sarà promosso alla carica di Governatore del MES, non avrà più conti da rendere al parlamento nazionale (né a chiunque altro) per le decisioni che dovrà prendere in ambito MES. Se il Parlamento ratifica il trattato, questo trattato internazionale diventa prioritario rispetto alle legislazioni nazionali.

Al momento di scrivere, il trattato deve ancora essere ratificato dai parlamenti nazionali dei 17 paesi a meno che non venga fatto notte tempo nel silenzio stampa generale...
26/04/2012 11:52
 
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L'ESM e' un fondo salva banche, non stati (Fonte: wallstreetitalia.com - 25/04/2012)

Ecco perche' i 17 capi di governo devono essere impunibili: altrimenti se il popolo si rendesse conto di quanto sta accadendo li citerebbe a giudizio.

Roma - Il famigerato meccanismo di stabilita' europeo (ESM, MES nella sigla italiana) altro non e' che un fondo di salvataggio finanziato dai contribuenti che dovrebbe servire a impedire alla crisi del debito - pubblico e privato - di degenerare.

L'area della moneta unica si e' dotata di questo strumento, una nuova legge fondamentale dell'Unione, con l'obiettivo dichiarato di aiutare gli stati membri in difficolta'. La verita' che incomincia a emergere anche nei grandi media e' che non verra' utilizzato per salvare i paesi dal crack, bensi' per ricapitalizzare le banche. In primis quelle spagnole e a cascata quelle italiane, che poi investiranno i soldi in titoli di Stato, anziche' per far ripartire l'economia.

GUARDA IL VIDEO: ESM: Monti arrenditi. E voi parlamentari, rappresentate il popolo o andate a casa

Il MES, nato dalle modifiche al Trattato Europeo approvate il 23 marzo 2011 dal Parlamento Europeo e ratificate dal Consiglio Europe, sara' governato da 17 super governatori, tra cui Mario Monti, che potranno decidere di aumentare le risorse del fondo (700 miliardi iniziali, gia' saliti a 800, cui l'Italia partecipa per il 17,9%) a loro insindacabile piacimento senza che nessuno stato possa opporsi.

Le autorita' politiche, inoltre, godranno di impunita' assoluta sulle loro scelte e i cui documenti saranno inviolabili. Come scrive Federico Turbini, in un articolo sul Corriere della Sera, il problema e' che lo scopo segreto di questo 'buco nero' finanziario e' quello di rinsaldare i capitali delle banche, in crisi di liquidita', e non scongiurare veramente il default dei singoli stati.

"Al G20 come a tanti altri dal 2010 in avanti, l'Europa era dall'inizio sul banco degli imputati", si legge nel retroscena pubblicato sul quotidiano. "Troppe esitazioni nel gestire la crisi, poi il 'fiscal compact' che impone un'austerita' da molti giudicata eccessiva. E ora la Spagna, ultimo simbolo di come l'Europa ancora una volta si fosse solo illusa di aver vinto lo scetticismo dei mercati verso le sue promesse di rigore e crescita (quasi) simultanei".

I disoccupati iberici sonos aliti al 23,6%, il mercato immobiliare e' gia' deprezzato del 22%, con forse un altro 20% di caduta davanti, ma sopratutto a preoccupare sono le "perdite non quantificabili nel sistema bancario". Il tutto in un contesto di recessione (in cui tecnicamente Madrid e' sprofondata dal primo trimestre). Il deficit, secondo Bruxelles, dovrebbe scendere dall'8,5% al 3% del Pil entro soli due anni. Ma "nessuno all'Fmi ci crede".

"Tutti nell'istituzione di Washington pensano che l'Europa debba dare piu' tempo ai Paesi in difficolta' per risanare il bilancio, che la Bce debba aiutare di piu' e che la Spagna debba chiedere al fondo salvataggi europeo di ricapitalizzare le sue banche".

E' su questo sfondo di tensione e accuse che Draghi ha preso la parola nei due incontri a porte chiuse dei giorni scorsi. Rivolto a Lagarde, il presidente della Bce ha dato una lettura opposta della nuova ondata di vendite che colpisce i titoli di Madrid e di Roma. Secondo Draghi, il nuovo acuirsi della crisi non e' il frutto di un eccesso di austerita' che produce recessione e dunque peggiora i saldi di bilancio; al contrario, ha detto il banchiere centrale italiano, il problema e' che con il calo degli spread degli ultimi tre mesi e' tornata ad allentarsi la disciplina delle riforme nei Paesi piu' vulnerabili. Nessuno ha fatto nomi, ma non ce n'era bisogno: i Paesi nel mirino sono sugli schermi di tutti i trader", prosegue Turbini.

Per il leader della Bce il punto politico sembra essere stato un altro, benche' non l'abbia esplicitato. Perche' l'Eurotower possa di nuovo impegnarsi a sostegno dei Paesi in crisi, ha bisogno che i loro governi stiano ai patti dell'austerita' e delle riforme. Fino in fondo. Solo cosi' la Bce avra' lo spazio di manovra per nuove operazioni di liquidita' straordinaria, senza rischiare una rottura al proprio interno con la Bundesbank e con la cancelliera Angela Merkel a Berlino.

"E' per questo che una settimana fa Draghi, ricevendolo a Francoforte, ha chiesto al ministro di Madrid Luis de Guindos di non rimettere il 'fiscal compact' in discussione. Anche se l'economia spagnola e' in caduta e senz'altro non in condizione di sopportare un tagli del deficit al 3% del Pil entro il 2013".

"Il ministro delle Finanze Guindos e il suo premier Mariano Rajoy si sono pero' convinti che si possa seguire una linea diversa nei prossimi mesi, grazie alle svolte politiche in corso in Olanda e in Francia. I deficit, secondo loro, andrebbero stimati tenendo conto degli effetti recessivi: insomma niente tagli mentre la frenata e' in corso. A Parigi e all'Aia il deficit e' al 5% del Pil e entrambi i governi sono a un passo dal subire una procedura di Bruxelles per violazione del nuovo 'fiscal compact'".

Un altro ostacolo all'eventualita' che le promesse di rigidita' e austerita' vengano ovunque rispettate sorge dal fatto che in entrambi i paesi sono aperte le stagioni elettorali, "da cui potrebbero uscire maggioranze avverse all'austerita' ad ogni costo". In conclusione, "la Germania tra non molto potrebbe trovarsi un po' piu' sola. "Nel mezzo c'e' la Bce di Draghi, il cui aiuto sara' presto di nuovo indispensabile. Perche', ovviamente, ai mercati i ballettini politici d'Europa interessano ben poco".

Ecco spiegato il motivo per cui si concede l'impunibilita' ai 17 supergovernatori del MES: se il popolo si rendesse conto di quanto sta accadendo, scoprendo che l'Italia si sta indebitando di altri 125 miliardi (5 ogni anno per tre anni, piu' altri 110 miliardi da versare a insidacabile giudizio del nostro premier) per salvare, ad esempio, istituti come il Monte dei Paschi di Siena che ha chiuso il 2011 con una perdita di 4,67 miliardi, li citerebbe tutti a giudizio.
26/04/2012 11:59
 
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Europa valuta ipotesi aiuto banche da fondo salvataggio (Fonte: borsaitaliana.it.reuters.com - 26/04/2012)

BERLINO, 26 aprile (Reuters) - La Banca centrale europea e un gruppo di paesi della zona euro stanno lavorando alla possibile iniziativa di concedere alle banche colpite dalla crisi un accesso diretto al fondo permanente di salvataggio.
Lo scrive l'edizione odierna del 'Sueddeutsche Zeitung', senza però citare alcuna fonte.
"Secondo quanto risulta al quotidiano, un gruppo di paesi della zona euro verificheranno nelle prossime settimane l'ipotesi di trasferire direttamente il credito del fondo alle banche con problemi di liquidità ma in grado di sopravvivere" dice l'articolo, precisando che Berlino sarebbe comunque fortemente contraria all'idea.
"L'urgenza è motivata dalla crisi delle banche spagnole e dal timore che si possa diffondere un contagio ad altri paesi della zona euro" aggiunge il quotidiano.
Secondo gli attuali accordi, sono i paesi e non gli istituti di credito della zona euro ad avere accesso ai fondi dello European Stability Mechanism (Esm).
05/06/2012 10:40
 
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L’EUROPA PREFERISCE SALVARE LE BANCHE, PIUTTOSTO CHE LA GRECIA
I numeri parlano chiaro: gli aiuti per salvare il sistema finanziario dal fallimento sono oltre il triplo delle risorse destinate a soccorrere i membri dell’UE (Fonte: economy2050.it - 04/06/2012)

I numeri parlano chiaro: gli aiuti per salvare il sistema finanziario dal fallimento sono oltre il triplo delle risorse destinate a soccorrere i membri dell’UE.

Le risorse messe in campo dall’UE parlano chiaro: l’Europa ha aiutato molto più i sistemi creditizi nazionali rispetto alla Grecia. E questo nonostante la crisi di Atene rischi seriamente di compromettere il futuro dell’euro e di conseguenza la sopravvivenza dell’UE, almeno come è strutturata oggi. La cifre sfatano pregiudizi e luoghi comuni diffusi specie nel Nord Europa circa l’eccessivo aiuto fornito agli Stati in crisi; e dimostrano che costa meno risanare (insieme) i Paesi in difficoltà debitoria, piuttosto che tamponare (singolarmente) le perdite provocate dalle banche d’affari nazionali.

Vediamo i numeri degli aiuti sinora concessi in Europa.

GLI AIUTI AGLI STATI

I due programmi di assistenza alla Grecia e i salvataggi di Irlanda e Portogallo finora hanno ricevuto risorse complessive per circa 403 miliardi di euro, inclusi i 96,5 del FMI. L’Eurozona ha quindi impegnato direttamente circa 300 miliardi per soccorrere tre Paesi membri.

La Grecia ha ricevuto stanziamenti per 110 miliardi di euro con il primo salvataggio. Di questi ha ricevuto soldi veri, ad oggi, per circa 53 miliardi (15,1 dalla Germania, 11,7 dalla Francia e 9,8 dall’Italia): non si tratta, è bene sottolinearlo, di aiuti a fondo perduto, ma di prestiti bilaterali così ben remunerati (tassi a oltre il 5% inizialmente) che si sono dovuti ritoccare al ribasso i rendimenti in occasione del secondo programma di salvataggio. Nel marzo scorso, poi, si è aggiunto un secondo piano da 130 miliardi di euro (da erogare entro il 2014), di cui 28 a carico del FMI, in parte non destinati alle casse pubbliche ma alla ricapitalizzazione delle banche elleniche (48,8 miliardi). Anche in questo caso, alla Grecia vengono forniti prestiti, non finanziamenti a fondo perduto. Stavolta, tuttavia, il salvataggio non è stato finanziato con esborsi monetari veri, ma con garanzie pubbliche prestate all’EFSF. Ricapitolando, il “salvataggio” greco finora ha comportato per Eurozona e FMI l’erogazione di prestiti complessivi per circa 53 miliardi di euro veri, 49 direttamente dall’EFSF e forse sono stati consegnati titoli (non denaro liquido) dallo stesso EFSF per ulteriori 28 miliardi di euro destinati alle banche elleniche (leggi il post Economy2050 “Il pasticciaccio brutto del salvataggio fantasma delle banche greche”). Totale: la Grecia forse ha assorbito risorse per 130 miliardi circa, rispetto ai 240 miliardi teorici impegnati.

Portogallo e Irlanda hanno beneficiato, rispettivamente, di programmi di sostegno per 78 e 85 miliardi di euro, sempre attraverso l’EFSF, ancora in corso di esecuzione.

Ricordiamo come funziona l’EFSF: gli Stati dell’Eurozona concedono (pro-quota secondo la partecipazione al capitale della BCE) solo garanzie al fondo salva-Stati EFSF, fino al tetto massimo di 750 miliardi di euro: non esce un euro dalle loro casse. La Germania ha assunto impegni per 211 miliardi, la Francia per 158, l’Italia per quasi 140, la Spagna per 92. Il fondo può erogare al massimo 440 miliardi di aiuti. Gli stanziamenti sono virtuali (gli Stati non mettono soldi): diverrebbero materiali solo in caso di mancato rimborso, ovvero di bancarotta dei Paesi assistiti. Dal prossimo luglio sarà operativo anche il fondo salva-Stati permanente ESM: avrà un capitale da 80 miliardi di euro (Germania 21,7 miliardi, Francia 16,3, Italia 14,3), da versare materialmente in più rate (quindi soldi veri), e possibilità di interventi per 500 miliardi, di cui 200 già impegnati (!).

Gli strumenti salva-Stati europei prevedono complessivamente uno sforzo massimo di 800 miliardi di euro, di cui tuttavia 300 sono già stati impegnati (anche se in gran parte non erogati) per Grecia, Irlanda e Portogallo (vedi post Economy2050 “L’Europa stanzia solo 500 miliardi per i nuovi salvataggi, ma ne dichiara 800”).

GLI AIUTI ALLE BANCHE

Tra il 2008 e la metà del 2011 per salvare le banche l’Eurozona ha autorizzato, con il consenso dell’UE, aiuti fino a 2.178 miliardi di euro; finora sono rientrati circa un terzo degli aiuti. A fine 2010 risultavano utilizzati 1.123,8 miliardi di euro (poi cresciuti) in varie forme tecniche a sostegno del sistema bancario dell’UE.

Dal giugno 2011 si sono verificati altri casi di crisi bancarie, fra cui spiccano Dexia, Commerzbank e Bankia (per approfondimenti si leggano i relativi post), tutte con buchi da decine di miliardi di euro tamponati con sovvenzioni pubbliche. Inoltre in autunno la Germania ha riattivato il suo fondo nazionale Salva-banche dotandolo di una capacità di intervento di 400 miliardi di euro a carico delle casse pubbliche.

La stima complessiva degli aiuti pubblici a favore del sistema creditizio a fine 2011 supera i 2.800 miliardi di euro, ma potrebbe oggi essere molto vicina ai 3.000 miliardi. L’impressione, tuttavia, è che il processo di salvataggio bancario sia ben lontano dall’essere concluso.
La distribuzione geografica degli aiuti al sistema creditizio non è stata omogenea per Paesi, come risulta dalla tabella riportata nel post Economy2050 “Quanto costano le banche agli Stati” (aggiornato al giugno 2011).

IL NON SENSO DELLE SCELTE EUROPEE

Il quadro delinea una precisa scelta della classe politica europea: gli aiuti hanno privilegiato in modo evidente le banche rispetto ai Paesi euro in difficoltà. Senza alcuna giustificazione di convenienza dal punto di vista comunitario, almeno apparente.

E questo nonostante che Grecia, Portogallo e Irlanda (ma anche Spagna e Italia) abbiano già fatto grandi sacrifici: altri se ne chiedono. Ma i Paesi in crisi debitoria non hanno certo compromesso le finanze della virtuosa Europa Settentrionale, che anzi ha pascolato sui guai dei partner in difficoltà (si legga il post Economy2050 “La Germania continua a lucrare sulla crisi europea”, in cui si calcolano i benefici di cui godono i tedeschi grazie alle disgrazie altrui).

Al contrario le grandi banche d’affari (specie nordeuropee) hanno causato la crisi, sono ancora imbottite di titoli tossici, con la loro gestione rischiano di provocare un credit crunch senza precedenti storici in Europa: di sacrifici non sembra ne abbiano fatti. Forse qualche manager ha dovuto rinunciare al suo bonus per uno o due anni, o qualcun altro si è dovuto riciclare altrove: nulla, rispetto ai danni economici e sociali prodotti. Ma il sistema finanziario ha ottenuto risorse potenziali per quasi il doppio del PIL italiano e di oltre il triplo di quanto complessivamente destinato sino ad oggi ad Atene, Dublino e Lisbona. E, cosa ancor più grave, è riuscito sostanzialmente a bloccare ogni processo di riforma che impedisca in futuro il ripetersi di una crisi finanziaria sistemica di origine finanziaria. E intanto non salvando la Grecia, l’Europa rischia la fine dell’euro.

La via seguita sinora evidenzia che ogni Stato membro preferisce risolvere da solo i problemi in casa propria e mette in secondo piano l’interesse della casa comune, non tenendo nel giusto conto che, se si spacca l’euro, le banche nazionali verranno comunque spazzate via. Questo ragionamento è comprensibile per la Gran Bretagna, che ha una sua moneta, molto meno per chi fa parte dell’euro.

A ognuno il giudizio su dove sia più logico ed opportuno allocare le risorse pubbliche per contrastare la crisi finanziaria e debitoria. I nodi verranno al pettine tra breve, quando si dovrà affrontare il dossier spagnolo.
[Modificato da marco--- 05/06/2012 16:01]
12/06/2012 09:15
 
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Stop al fondo salva-stati: la battaglia interregionale parte dalla Toscana (Fonte: pisatoday.it - Comunicato Stampa inviato da Consiglio Regionale della Toscana 23/05/2012)

“Fermiamo la deriva tecnocratica della politica italiana ed europea”. Parte dal Consiglio regionale della Toscana la battaglia contro il meccanismo Esm, meglio noto come Fondo Salva Stati. Promotori dell’iniziativa i consiglieri Dario Locci e Marina Staccioli (Gruppo Misto), autori di una mozione contro l’approvazione del trattato europeo che istituisce l’Esm.

Ispiratrice dell’iniziativa l’economista di Wall Street Italia Lidia Undiemi, ex Idv, ospite oggi a Palazzo Panciatichi, che praticamente da sola ha dato inizio ad una campagna informativa sull’Esm a partire “dal basso, dai cittadini e dai siti internet di informazione”.

La battaglia adesso diventa un caso nazionale: alla sfida lanciata dai consiglieri toscani hanno risposto altri consiglieri delle Regioni Veneto, Marche (Enzo Marangoni), Basilicata (Alfonso Navazio) e Sardegna.

“Con il trattato Esm – spiegano Locci e Staccioli – si istituisce un organismo finanziario internazionale, all’interno del quale i Paesi aderenti dovranno negoziare scelte di politica nazionale, non in qualità di Stati sovrani, ma di soci e di debitori, al fine di ottenere la liquidità necessaria per evitare il default”.


“Gli Stati europei stanno abdicando al proprio ruolo – dichiarano i consiglieri – mettendo la politica nazionale nelle mani di un gruppo di banchieri, che di fatto detterà la linea dei Governi, godendo, oltretutto, di completa immunità per le proprie azioni. Basta guardare ciò che sta succedendo alla Grecia per capire a cosa andiamo incontro”.

Ma bloccare il Fondo Salva Stati è ancora possibile. “Il trattato deve essere ratificato dal Parlamento – spiegano i consiglieri – ed è attualmente in discussione al Senato. Nel silenzio più totale della stampa e delle Istituzioni”. “Non è ammissibile - sostiene la Undiemi - che la sovranità nazionale possa essere condivisa con una organizzazione intergovernativa che si propone di concedere finanziamenti agli stati in difficoltà in cambio della possibilità di potere imporre 'rigorose condizionalità' che graveranno probabilmente sulle spalle del popolo. La strategia europea 'aiuti finanziari in cambio di cessione di sovranità' sta spingendo la Grecia verso una insostenibile austerità - prosegue la studiosa - e rischia di travolgere anche l'Italia".
12/06/2012 11:02
 
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"UE e Bce, invece di salvare le banche con l'ESM, date euro ai terremotati"
Il governo sostiene di muoversi con prudenza per lo stanziamento di 2 miliardi di euro in favore dei terremotati per non urtare la suscettibilità di quell'Europa che intanto, nell'assenza pressoché totale di dibattito pubblico, chiede all'Italia di impegnarsi a versare 125 miliardi di euro in favore del MES (o ESM, European Stabilty Mechanism) che potrebbe anche destinare parte delle risorse in favore delle banche.

www.wallstreetitalia.com/article.aspx?idpage=1389244
16/06/2012 10:04
 
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GUERRA AL MES! DIFFONDETE IL VOLANTINO!
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[Modificato da marco--- 01/07/2012 17:20]
14/07/2012 15:58
 
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MES al Senato, ecco la lista dei “responsabili”
nobigbanks.it/2012/07/13/mes-al-senato-ecco-la-lista-dei-respo...
23/07/2012 11:42
 
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La Camera approva Fiscal Compact e Mes: inizia la dittatura europea (Fonte: stampalibera.com - di Italo Romano - 20/07/2012)

Stamattina alla Camera dei deputati è stata scritta la sentenza di fine sovranità dello Stato italiano. Nel silenzio totale dei mezzi di comunicazione i Deputati dell’oramai ex Belpaese hanno dato il via libera definitivo alla ratifica del Trattato sulla stabilita’, sul coordinamento e sulla governance nell’Ue, meglio conosciuto come Fiscal Compact, sottoscritto il 2 marzo e integralmente applicabile ai 17 Stati della zona euro e al Meccanismo Europeo di Stabilità (Mes), al secolo “fondo salva stati”.

I si’ per il Fiscal Compact sono stati 380, 59 i no, 36 gli astenuti, quelli per il Mes sono stati 325 si’, 53 no e 36 astenuti. Solo la Lega ha votato contro; l’Idv si e’ astenuta. Questo dovremo ricordarcelo nel prossimo futuro.

Il presidente dei deputati della Lega Nord, Gianpaolo Dozzo, così spiega la contrarieta’ del suo gruppo parlamentare all’adozione del Fiscal compact e del Meccanismo europeo di stabilita’:

”Oggi, nel silenzio generale, e’ cambiato l’articolo 1 della nostra Costituzione ma nessuno lo dice: la sovranita’ non appartiene piu’ al popolo, ma alla burocrazia europea, che per giunta la esercita nelle forme e nei limiti che essa stessa decide. Monti e la sua maggioranza hanno impegnato il nostro Paese su vincoli che sarebbe gia’ difficile rispettare in una fase di crescita economica, figuriamoci in una situazione di crisi e recessione come quella che stiamo attraversando. Quando non riusciremo ad onorare questo nostro impegno non potremo piu’ tirarci indietro ma dovremo consegnare le chiavi di casa nostra alle varie autorita’ europee. Quello che piu’ mi lascia basito e’ che proprio l’anno scorso con tanta enfasi tutti, non noi, hanno voluto festeggiare la ricorrenza dell’Unita’ d’Italia e oggi l’hanno svenduta a Stati stranieri, senza che i tanti e illustri costituzionalisti del nostro paese, sempre ligi e attenti a vedere le pagliuzze, non abbiano visto questa trave”.

Condivido pienamente queste dichiarazioni. E voi? Siete perplessi? Solo perchè è un leghista?

Ora cercherò di spiegarvi cosa sono il Fiscal Compact e il Mes.

Il Fiscal Compact

Il Trattato sulla stabilità, il coordinamento e la governance nell’Unione economica e monetaria (cd. Fiscal Compact) – oggetto del ddl di ratifica A.C. 5358, approvato dal Senato il 12 luglio scorso – è stato firmato in occasione del Consiglio europeo dell’1-2 marzo 2012 da tutti gli Stati membri dell’UE ad eccezione di Regno Unito e Repubblica ceca.

Il Trattato incorpora ed integra in una cornice unitaria alcune delle regole di finanza pubblica e delle procedure per il coordinamento delle politiche economiche in gran parte già introdotte o in via di introduzione in via legislativa.

Tra i punti principali del Trattato si segnalano:

1) l’impegno delle parti contraenti ad applicare e ad introdurre, entro un anno dall’entrata in vigore del trattato, con norme costituzionali o di rango equivalente, la “regola aurea” per cui il bilancio dello Stato deve essere in pareggio o in attivo;
2) qualora il rapporto debito pubblico/PIL superi la misura del 60%, le parti contraenti si impegnano a ridurlo mediamente di 1/20 all’anno per la parte eccedente tale misura. Il ritmo di riduzione, tuttavia, dovrà tener conto di alcuni fattori rilevanti, quali la sostenibilità dei sistemi pensionistici e il livello di indebitamento del settore privato;
3) le parti contraenti si impegnano a coordinare meglio la collocazione dei titoli di debito pubblico, riferendo preventivamente alla Commissione e al Consiglio sui piani di emissione dei titoli di debito;
4) qualsiasi parte contraente che consideri un’altra parte contraente inadempiente rispetto agli obblighi stabiliti dal patto di bilancio può adire la Corte di giustizia dell’UE, anche in assenza di un rapporto di valutazione della Commissione europea;
5) le parti contraenti possono a fare ricorso, alle cooperazioni rafforzate nei settori che sono essenziali per il buon funzionamento dell’Eurozona, senza tuttavia recare pregiudizio al mercato interno;
6) i Capi di Stato e di governo delle parti contraenti la cui moneta è l’euro si riuniscono informalmente in un Euro Summit, insieme con il Presidente della Commissione europea;
7) il Parlamento europeo ed i Parlamenti nazionali degli Stati aderenti, come previsto dal Titolo II del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti nazionali allegato al TFUE, determineranno insieme l’organizzazione e la promozione di una conferenza dei presidenti delle Commissioni competenti dei parlamenti nazionali e delle competenti Commissioni del PE, al fine di dibattere le questioni connesse al ordinamento delle politiche economiche.

Il Trattato entrerà in vigore il primo giorno del mese successivo al deposito del dodicesimo strumento di ratifica di uno Stato parte contraente, aderente all’area dell’euro. Alla data del 12 luglio 2012, il Fiscal Compact è stato ratificato da 9 Paesi (Cipro, Danimarca, Grecia, Irlanda, Lituania, Lettonia, Portogallo, Romania e Slovenia); in due 2 Stati (Austria e Germania) è stato completato l’iter parlamentare della ratifica ma i relativi strumenti non sono stati ancora firmati dal Presidente della Repubblica.

Ogni paese, dopo la ratifica del trattato, avrà tempo fino al 1° Gennaio 2014 per introdurre la regola che impone il pareggio di bilancio nella legislazione nazionale. Solo i paesi che avranno introdotto tale regola entro il 1º marzo 2014 potranno ottenere eventuali prestiti da parte del Meccanismo Europeo di Stabilità.

E’ tutto collegato. Ogni tassello ha il suo posto prefissato. Quello che ne uscirà fuori sarà un puzzle mostruoso.

L’Italia in questo è già avanti. Il governo italiano ha ratificato e recepito l’imposizione europea, inserendo in Costituzione il principio del pareggio di bilancio. Il Senato, in data 17 Aprile, ha approvato con 235 si e 11 no e 24 astenuti il ddl di riforma dell’ art.81 della Costituzione che e’ legge con questa quarta e ultima lettura, prevista per le riforme costituzionali. Si è espresso a favore più dei due terzi dei componenti, evitando così il referendum confermativo. Anche qui, il tutto è avvenuto nel silenzio pressoché totale della stampa e delle televisioni, nell’omertà bipartisan di politologi e politici.

In pratica vi sarà solo una lenta ma inesorabile perdita di tutte le sovranità nazionali. E ancora una volta, alla faccia della democrazia, i cittadini non sono stati chiamati a partecipare alla decisione, anzi, sono stati addirittura esclusi dal dibattito in quanto televisioni e giornali hanno preferito glissare sull’argomento.

A dire il vero, sono convinto, che un dibattito non ci sia stato neanche all’interno delle aule parlamentari, in quanto si tratta di una imposizione europea ben supportata in Italia dal governo fantoccio di Mario Monti. Solo un voto a maggioranza qualificata poteva sovvertire il dicktat europea. Pura utopia. La maggior parte di coloro i quali hanno preso parte alla votazione, ne sono certo, non sapevano neanche cosa stavano andando a ratificare. Il che non vuole essere una attenuante ma una aggravante, che colpirà ben presto questi signori oramai dediti alla sola tutela dei propri privilegi.

Dimentichiamo spesso di essere in un regime monetario. Difatti, noi usiamo una valuta straniera, non sovrana, che ci impedisce autonomia nelle decisioni in materia economica. Un vero cappio al collo. E ora ci tolgono anche il supporto che ci aiuta a rimanere in vita. Alla luce dei fatti il pareggio di bilancio e l’estinzione del debito per uno Stato, a queste condizioni sono impossibili da realizzare.

L’unico modo per uscire da questa spirale, sarebbe quello di generare nel bilancio pubblico avanzi primari (la differenza tra le entrate dello Stato e la sua spesa al netto degli interessi corrisposti sul debito pubblico) talmente consistenti da superare la spesa per gli interessi. Debito pubblico/privato che è arrivato a toccare i 2700 miliardi di euro. Per far fronte ad un tale livello di indebitamento, bisognerebbe chiudere il bilancio con ricavi nettamente fuori dalla portata degli attuali governi. Inoltre una politica del genere (lo abbiamo visto in Grecia, Irlanda e Spagna) comporterebbe un sacrificio lacrime e sangue da parte dei cittadini, con taglio dei servizi e inasprimento della pressione tributaria. Quella che i tecnocrati chiamano con una certa libidine austerity. Presto toccherà anche noi beccarci le riforme di ripianamento, che ci schiacceranno nella povertà e nell’incertezza. Sono già state annunciate. Come è già partito il piano di liquidazione totale di tutte le aziende statali, di quella non in perdita si intende, e il draconiano taglio dei servizi essenziali di ogni cittadino, tra cui scuola, sanità e tutte quelle cose che fino ad oggi abbiamo dato per scontato, vivendo in un paese “progredito” e “sviluppato”.

Lo stesso Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha reso noto che l’Italia non raggiungerà il pareggio di bilancio almeno fino al 2017. Questo significa che se vogliamo raggiungere gli obiettivi prefissi dall’Ue ci dovremo accollare la metà del debito sulle nostre spalle. Ciò significa distruzione della Stato di Diritto. Dovremo pagare multe salatissime (pari allo 0,1% del Pil) ogniqualvolta non rispetteremo gli impegni presi firmando il Fiscal Compact. Saremo ancora più dipendenti e ricattabili, saremo una colonia (ma per noi non è una novità visto che siamo un potenta made in U.S.A. dal 1945), e verremo spogliati delle nostre ricchezze reali e saremo trattati alla stregua di schiavi.

I prossimi governi saranno “costretti” a mantenere la linea di austerity tracciata dalla bancocrazia Monti, tali trattati, sulla carta, non sono tralciabili. Il Parlamento italiano diventa ufficialmente un organo dei mercati, a cui si dovrà dare conto di ogni decisione e di cui si dovranno rispettare le “agende” prescritte.

In pratica abbiamo perso la sovranità nazionale in materia di scelte economiche. Privati oramai da tempo della facoltà di battere moneta, ci siamo chinati al volere globalista del super stato europeo.

E’ un domino: persa la sovranità monetaria, e ora quella economica, a breve dovremo rinunciare alla sovranità fiscale e poi politica che cadrà in mano, come auspicato su Repubblica da Curzio Maltese, a una casta ristretta di tecnici illuminati che guideranno il sopito ricordo degli stati nazione verso le porte del nuovo ordine mondiale, aprendo la strada a un regime sinarchico scientifico mondialista.

Come dichiarato in più occasioni e da diversi esponendi di varie sponde politiche e non, l’obiettivo finale è la creazione dagli Stati Uniti d’Europa, la tecnocrazia bancaria con un governo centrale, una banca centrale, una moneta unica e dove il popolo verrà spogliato della divisa di cittadino per indossare i panni ben più scomodi di merce, soggetto alle leggi del mercato neoliberista relativista globalizzato.

Un esempio sono le dichiarazioni odierne rilasciate dal deputato di ApI Bruno Tabacci:

”Piu’ che cessioni di sovranita’ nazionale dobbiamo cominciare a pensare all’acquisizione di una piena sovranita’ europea fondata su un nuovo patto politico che leghi cittadini e istituzioni europee. L’Italia non puo’ che essere in prima linea”.

E poi mi vengono a dire che non sono i camerieri dei banchieri!

Ve lo scrivo con le parole di Alberto Bagnai, docente di Politica Economica e di Economia e Politica della Globalizzazione:

“Il fiscal compact è un’assurdità, non devo spiegarlo a voi: in un sistema ingessato dalla politica monetaria unica, ingessare la politica fiscale equivale a condannarsi alla recessione. Il fiscal compact è più assurdo del patto di stabilità e di crescita, che non ha funzionato perché è stato violato per prima dalla Germania (quando doveva finanziare la sua svalutazione reale competitiva)“.

Il Meccanismo Europeo di Stabilità

La modifica all’articolo 136 del Trattato sul funzionamento dell’UE (TFUE) – la cui ratifica è oggetto del disegno di legge A.C. 5357, approvato dal Senato il 12 luglio scorso – è stata adottata con decisione del Consiglio europeo del 24-25 marzo 2011, secondo la procedura semplificata di revisione dei trattati. L’art. 136 reca alcune disposizioni riguardanti specificamente gli Stati aderenti all’area dell’euro, volte a rafforzare il coordinamento delle politiche di bilancio e ad elaborare comuni orientamenti di politica economica.

La decisione prevede l’inserimento all’art. 136 del seguente paragrafo:“Gli Stati membri la cui moneta è l’euro possono istituire un meccanismo di stabilità da attivare ove indispensabile per salvaguardare la stabilità della zona euro nel suo insieme. La concessione di qualsiasi assistenza finanziaria necessaria nell’ambito del meccanismo sarà soggetta a una rigorosa condizionalità.”

Il procedimento di ratifica della modifica dell’art. 136 del TFUE si è perfezionato in 12 Stati membri (Cipro, Danimarca, Grecia, Francia, Ungheria, Lituania, Lussemburgo, Lettonia, Portogallo, Romania, Slovenia e Svezia), mentre in altri 9 Paesi (Austria, Repubblica ceca, Germania, Spagna, Finlandia, Irlanda, Paesi Bassi, Polonia e Slovacchia) è intervenuta l’approvazione in sede parlamentare, senza tuttavia che la relativa legge sia ancora entrata in vigore.

Strettamente connesso a tale modifica, il Trattato istitutivo del Meccanismo europeo di stabilità (MES) è stato siglato, in una prima versione, dagli Stati membri della zona euro l’11 luglio 2011; tenuto conto della predisposizione del Fiscal Compact e dell’esigenza di rafforzare il meccanismo alla luce delle tensioni sui mercati internazionali, il 2 febbraio di quest’anno è stato sottoscritto un nuovo Trattato internazionale.

In base all’art. 1 del Trattato, il MES è costituito dalle parti contraenti quale organizzazione finanziaria internazionale, con l’obiettivo istituzionale di mobilitare risorse finanziarie e fornire un sostegno alla stabilità. A questo scopo è conferito al MES il potere di raccogliere fondi con l’emissione di strumenti finanziari o la conclusione di intese o accordi finanziari o di altro tipo con i propri membri, istituzioni finanziarie o terzi.

Gli organi principale del MES – che ha sede a Lussemburgo e può istituire un ufficio di collegamento a Bruxelles – sono, in base all’articolo 4, il Consiglio dei governatori, il Consiglio di amministrazione ed il Direttore generale.

Il Consiglio dei governatori, composto da un componente per ciascuno degli Stati membri del MES, nonché, in qualità di osservatori, dal Commissario europeo per gli affari economici, dal Presidente dell’Eurogruppo e dal Presidente della BCE, assume le principali decisioni relative al funzionamento del MES.

Il Consiglio di amministrazione svolge invece i compiti specifici delegati dal Consiglio dei governatori. Ogni governatore nomina un amministratore e un supplente, tra persone dotate di elevata competenza in campo economico e finanziario.

Il Direttore generale è nominato – per cinque anni (rinnovabili una volta) – dal Consiglio dei governatori fra i candidati dotati di esperienza internazionale pertinente e di elevato livello di competenza in campo economico e finanziario. Presiede le riunioni del Consiglio di amministrazione e partecipa alle riunioni del consiglio dei governatori.

Il Consiglio dei governatori ed il Consiglio di amministrazione decidono “di comune accordo” , a maggioranza qualificata o a maggioranza semplice. In particolare, il Consiglio dei governatori delibera all’unanimità su questioni di particolare rilevanza relative alla concessione dell’assistenza finanziaria, alle capacità di prestito del MES ed alle variazioni della gamma degli strumenti utilizzabili.

In base all’articolo 4, paragrafo 4, del Trattato nei casi in cui la Commissione europea e la BCE concludano che la mancata adozione di una decisione urgente circa la concessione o l’attuazione di un’assistenza finanziaria minacci la sostenibilità economica e finanziaria della zona euro, si ricorre a una procedura di votazione d’urgenza, nell’ambito della quale è sufficiente una maggioranza qualificata pari all’85% dei voti espressi.

Secondo quanto previsto dall’art. 4, comma 7, del Trattato, ciascuno Stato membro ha un numero di diritti di voto pari alla quota di contribuzione al capitale versato. Il comma successivo stabilisce peraltro che, in caso di mancato versamento di parte della quota di contribuzione prevista, lo Stato membro inadempiente non potrà esercitare i propri diritti di voto per tutta la durata dell’inadempimento. I diritti di voto spettanti agli altri Stati membri verranno ricalcolati di conseguenza.

Il MES avrà un capitale sottoscritto totale di 700 miliardi di euro, di cui 80 miliardi di capitale versato dagli Stati membri della zona euro e una combinazione di capitale richiamabile impegnato e di garanzie degli Stati membri della zona euro per un importo totale di 620 miliardi di euro.

In base all’art. 41, il versamento delle quote da corrispondere in conto del capitale inizialmente sottoscritto da ciascun membro del MES dovrebbe effettuato in cinque rate annuali, ciascuna pari al 20% dell’importo totale. La prima rata è versata da ciascun membro del MES entro quindici giorni dalla data di entrata in vigore del trattato. Le restanti quattro rate sono corrisposte rispettivamente alla prima, seconda, terza e quarta data coincidenti con la data di pagamento della prima rata.

Il MES avrà una capacità effettiva di prestito pari a 500 miliardi di euro, soggetta a verifica periodica almeno ogni cinque anni. L’organismo potrà inoltre finanziarsi attraverso il collocamento di titoli di debito, attraverso la partecipazione del FMI alle operazioni di assistenza finanziaria.

Il Capo 4 del Trattato disciplina gli strumenti e le procedure per la concessione del sostegno del MES. In particolare, l’articolo 12 fissa i princìpi per l’assistenza ribadendo che essa possa essere concessa ove sia indispensabile per salvaguardare la stabilità finanziaria della zona euro nel suo complesso e dei suoi Stati membri e sulla base di condizioni rigorose commisurate allo strumento di assistenza finanziaria scelto, che possono spaziare da un programma di correzioni macroeconomiche al rispetto costante di condizioni di ammissibilità predefinite.

In base all’art. 13, uno Stato membro del MES può rivolgere una richiesta di assistenza finanziaria al Presidente del Consiglio dei governatori che assegna alla Commissione europea, di concerto con la BCE, il compito di valutare l’esistenza di un rischio per la stabilità finanziaria della zona euro nel suo complesso o dei suoi Stati membri, a meno che la BCE non abbia già presentato un’analisi al riguardo; la sostenibilità del debito pubblico (se opportuno e possibile, tale valutazione dovrà essere effettuata insieme al FMI; le esigenze finanziarie effettive o potenziali del membro del MES interessato.

Sulla base di tale valutazione, il Consiglio dei governatori può decidere di concedere, in linea di principio, l’assistenza finanziaria affidando alla Commissione europea – di concerto con la BCE e, laddove possibile, insieme all’FMI – il compito di negoziare con il membro del MES interessato, un protocollo d’intesa che precisi le condizioni contenute nel dispositivo di assistenza finanziaria. Il contenuto del protocollo d’intesa riflette la gravità delle carenze da affrontare e lo strumento di assistenza finanziaria scelto.

La Commissione europea firma il protocollo d’intesa in nome e per conto del MES, previa approvazione del Consiglio dei governatori – e monitora di concerto con la BCE e, laddove possibile, insieme al FMI il rispetto delle condizioni cui è subordinato il dispositivo di assistenza finanziaria.

I risultati del monitoraggio sono inseriti in una relazione che la Commissione Europea presenta al Consiglio di amministrazione del MES, sulla base della quale quest’ultimo decide, di comune accordo, il versamento delle rate del prestito successive alla prima.

Il Trattato stabilisce che il Consiglio dei governatori possa decidere di concedere assistenza finanziaria a uno stato-membro del MES:

sotto forma di prestito (art. 15), secondo condizioni contenute in un programma di aggiustamento macroeconomico precisato in dettaglio nel protocollo d’intesa. Al fine di ridurre il rischio di azzardo morale, i tassi di interesse fissati per l’erogazione dei prestiti saranno pari al costo di finanziamento del MES (inclusi i costi operativi), includendovi un margine adeguato (art. 20);
mediante l’acquisto dei titoli emessi sul mercatoprimario da un membro del MES, al fine di ottimizzare l’efficienza in termini di costi dell’assistenza finanziaria, (art. 17);
effettuando operazioni sui mercati secondari in relazione alle obbligazioni di un membro del MES (art. 18);
in via precauzionale sotto forma di linea di credito condizionale precauzionale o sotto forma di una linea di credito soggetto a condizioni rafforzate
ricorrendo a prestiti con l’obiettivo specifico di ricapitalizzare le istituzioni finanziarie di un membro del MES (art. 16)
Il MES, in base all’art. 32 del Trattato, è dotato di piena personalità giuridica e capacità giuridica per acquisire e alienare beni mobili e immobili, stipulare contratti, convenire in giudizio e concludere un accordo e/o i protocolli eventualmente necessari per garantire che il suo status giuridico e i suoi privilegi e le sue immunità siano riconosciuti e che siano efficaci.

Per quanto attiene agli oneri derivanti dalla ratifica del Trattato istitutivo del MES, l’articolo 3 del disegno di legge (A.C. 5359, approvato dal Senato il 12 luglio scorso), non provvede ad esplicitare tali oneri, anche se la relazione tecnica che accompagna il disegno di legge richiama le disposizioni del Trattato per le quali la partecipazione al capitale versato del MES comporterà il pagamento iniziale per l’Italia di cinque rate annuali, ciascuna delle quali è quantificabile in circa 2,866 miliardi di euro -mentre gli importi ulteriori, a chiamata, restano al momento solo eventuali. Il medesimo articolo dispone altresì che per il versamento delle quote suddette, a decorrere dal 2012, vengano autorizzate emissioni di titoli di Stato a medio-lungo termine, il cui ricavo netto in tutto o in parte dovrà finanziare la contribuzione italiana al MES. Le caratteristiche di tali emissioni di titoli di Stato – definite come aggiuntive rispetto a quelle previste dai documenti di finanza pubblica per il triennio 2012-2014 – saranno stabilite con appositi decreti del Ministro dell’economia e delle finanze. Viene altresì specificato che tali importi non sono computati nel limite massimo di emissione di titoli di Stato stabilito dalla legge di approvazione del bilancio, né nel livello massimo del ricorso al mercato stabilito dalla legge di stabilità.

In base all’art. 48 il Trattato istitutivo entrerà in vigore non appena gli Stati membri che rappresentano il 90% degli impegni di capitale lo avranno ratificato. Alla data del 12 luglio 2012 il Trattato istitutivo del MES è stato ratificato (vedi tabella allegata) da 6 Paesi membri (Cipro, Grecia, Francia, Lussemburgo, Portogallo e Slovenia), che rappresentano il 26,55% del capitale; in altri 9 Paesi (Austria, Belgio, Germania, Spagna, Finlandia, Irlanda, Malta, Paesi Bassi, Slovacchia) si è concluso l’iter di ratifica parlamentare e si è in attesa della firma del Capo dello Stato. L’obiettivo è quello di rendere operativo il MES già nel mese di luglio, in modo da cumularne la capacità di intervento con quella dell’EFSF nella seconda metà del 2012 (con una capacità di prestito combinata pari a 700 miliardi di euro).

Il Consiglio europeo aveva inizialmente chiesto il rapido avvio delle procedure nazionali di approvazione, affinché la modifica potesse entrare in vigore il 1º gennaio 2013 (prima della scadenza dell’attuale meccanismo transitorio di stabilizzazione). Alla luce del perdurare della crisi del debito pubblico di alcuni Stati membri dell’area euro, il Consiglio europeo del 9 dicembre 2011 ha auspicato una accelerazione dell’entrata in vigore della modifica dell’art. 136 e del trattato che istituisce il MES, concordando che quest’ultimo entri in vigore non appena gli Stati membri che rappresentano il 90% degli impegni di capitale lo avranno ratificato.

L’obiettivo è quello di rendere operativo il MES già nel mese di luglio, in modo da cumularne la capacità di intervento con quella dell’EFSF nella seconda metà del 2012 (con una capacità di prestito combinata pari a 700 miliardi di euro).

Non vi impressionate, non è roba complottista. Questa è tutta roba presa dal sito di governo della Camera dei Deputati. E poi diciamo la verità: i veri complottisti sono coloro che fanno i complotti e non coloro che cercano di smascherarli.

In Italia abbiamo una grande esperta di Mes. E’ Lidia Undiemi, studiosa di economia e diritto, autrice di Wall Street Italia. E’ stata la prima nel nostro paese a parlare pubblicamente del fardello che stavamo per accollarci. Ovviamente i suoi moniti sono rimasti inascoltati.

Vi propongo la visione di una sua video intervista fatta da Claudio Messora:

Concludo il lungo ma imprescindibile scritto citando ancora una volta Alberto Bagnai:

“Lo capite sì o no che l’euro è stato un furto di democrazia che ha condotto dove voleva condurre, cioè all’instaurazione di un regime oligarchico, paternalistico e classista che sta sbriciolando le classi subalterne? Lo capite che il vero costo è questo, quello politico, e che se non ci sbrighiamo a uscire immediatamente, a prescindere da qualsiasi considerazione di tipo economico, ci mettiamo su un percorso politico dal quale poi si dovrà uscire con un processo estremamente cruento (ma uscire si dovrà, perché le corde tirate troppo si spezzano). Altro che fuori dall’euro c’è la guerra, come dicono i coglioni, riecheggiando sinistramente le parole della Merkel“.

Vedi anche: L'Italia aderisce al patto suicida - approvati l'ESM e il Fiscal Compact (Fonte: movisol.org - di Andrew Spannaus - 13/07/2012)
[Modificato da marco--- 23/07/2012 11:46]
11/09/2012 17:24
 
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Esm, ombre sul fondo salva stati
A Tgcom24 parla l'economista Lidia Undiemi, autrice di un dossier pubblicato in rete riguardante lo European Stability Mechanism



Attualmente le sorti del fondo “salva stati” dipendono dal verdetto della Corte Costituzionale tedesca. Se dalla Germania arriverà giudizio negativo sulla costituzionalità dell’Esm, il fondo non potrà entrare in vigore, in caso contrario lo European Stability Mechanism sarà attivo per la fine di ottobre. In quel caso, la studiosa Undiemi, ritiene che le responsabilità politiche degli eventuali effetti negativi sul nostro paese siano da ricercare nel silenzio della classe dirigente presente in Parlamento che ”nell’accettare un impegno di così grandi dimensioni per il nostro paese, sia dal punto di vista finanziario che politico, non si è curata di metterne adeguatamente al corrente la collettività mediante un ampio e chiarificatore dibattito pubblico comprensibile anche ai cittadini meno esperti”.




www.tgcom24.mediaset.it/economia/articoli/1059738/esm-ombre-sul-fondo-salva-sta...
11/09/2012 17:27
 
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Crisi debito: il destino nelle mani della Corte Tedesca

12 settembre 2012 alle ore 10:00. Dopo la decisione Giovedì scorso da parte della BCE di intervenire di nuovo sul mercato obbligazionario sovrano europeo il piano per superare la crisi del debito è ora sospeso al giudizio degli otto giudici tedeschi

www.trend-online.com/prp/crisi-debito-germania-110912/
12/09/2012 11:45
 
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I TEDESCHI NON SONO SCEMI COME NOI
I TEDESCHI NON SONO SCEMI COME NOI



Vi diranno che il Mes è passato: che la Corte Costituzionale tedesca lo ha giudicato compatibile con la Legge Fondamentale di Berlino. Con limitazioni. Balle.


"Con limitazioni" è un eufemismo per nascondere il fatto che la parte più pericolosa del Mes è stata viceversa inattivata, rimessa al volere del popolo. La limitazione in questione, infatti, è cosa non da poco. Nel trattato originale, di cui vi parlo sin dal 23 novembre 2011, è previsto che i singoli stati membri (gli aderenti al Trattato) versino secondo una certa percentuale di contribuzione. Nel nostro caso si tratta del 17,9%, mentre la Germania ha il 27,1464%: su 700 miliardi di capitale iniziale, le quote si traducono in 125 miliardi per noi e 190 miliardi per i tedeschi. Noi, per inciso, abbiamo già deciso di pagare: cinque miliardi all'anno di anticipo per i prossimi tre anni.
Ma il MES faceva ben di peggio: attribuiva ai 17 super-governatori un libretto virtualmente infinito di assegni tutti completamente in bianco che, a insindacabile giudizio della costituenda organizzazione Mes, avrebbero potuto essere riempiti con qualunque cifra, da pagarsi secondo condizioni di volta in volta stabilite e inappellabili, da qui all'eternità, senza possibilità di recesso (salvo ovviamente il recesso da tutta l'Unione Europea).

Bene, la Corte Costituzionale di Karlsruhe ha strabuzzato gli occhi e sentenziato che quella possibilità non era "costituzionale". Ovvero: bene per la quota parte tedesca di 190 miliardi, ma solo quella: mai e poi mai la Germania deve ratificare un trattato che concede carta bianca a una organizzazione finanziaria costituenda per prelevare capitali spropositati a piacere. Se il Mes deciderà per nuove ricapitalizzazioni, quella decisione dovrà obbligatoriamente passare per il Parlamento e, dunque, per la volontà popolare. Vi sembra poco?

In Germania, la grande Germania del rigore e dell'austerità, la ratifica del Mes ha sollevato un dibattito pubblico consistente che è arrivato fino alla Corte Costituzionale e che ha prodotto questo ridimensionamento nella volontà di potenza degli ideatori del trattato. Da noi? Non solo l'opinione pubblica non è stata informata dai media mainstream, non solo nessuno ha sentito l'esigenza di chiedersi se fosse compatibile con la nostra Costituzione la cessione programmata di parti della sovranità (residua), ma il nostro Parlamento ha addirittura approvato la ratifica del Mes, nel silenzio generale, senza colpo ferire, senza porre condizioni o sentire l'esigenza di porre un vincolo, un freno a un contratto di impoverimento collettivo senza possibilità di remissione per le generazioni a venire.

Abbiamo firmato senza neppure leggere. Liberamente servi.
[Modificato da marco--- 13/09/2012 07:13]
13/09/2012 09:19
 
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Via libera all'Esm: è l'inizio di una nuova dittatura europea? (Fonte: it.ibtimes.com - 12/09/2012)

Con l'approvazione dell'Esm (European Stability Mechanism, Meccanismo Europeo di Stabilità) da parte della Corte Costituzionale tedesca possiamo finalmente dire che il nuovo firewall messo a punto dall'eurocrazia non ha più ostacoli nel diventare il vero e proprio meccanismo di stabilizzazione finanziaria della zona euro.

Nonostante ciò, molti analisti mettono da tempo in guardia sui possibili pericoli che l'Esm nasconde ed alcuni affermano addirittura che questo sia l'inizio di una nuova "dittatura europea". Perché?

Innanzitutto bisogna ricordare che l'Esm non è un "semplice" fondo salva stati ma una vera e propria organizzazione intergovernativa volta a "di mobilizzare risorse finanziarie e fornire un sostegno alla stabilità, secondo condizioni rigorose commisurate allo strumento di assistenza finanziaria scelto, a beneficio dei membri dell'Esm che già si trovino o rischino di trovarsi in gravi problemi finanziari, se indispensabile per salvaguardare la stabilità finanziaria della zona euro nel suo complesso e quella dei suoi Stati membri" (art. 3 del trattato istitutivo).

L'Esm, quindi, è dotato di una vera e propria struttura organizzativa, costituita da un consiglio dei governatori, da un consiglio d'amministrazione e di un direttore generale (art. 4), che hanno il compito di amministrare la liquidità e prendere decisioni riguardo alla stabilità finanziaria dell'eurozona.

Qui iniziano i primi problemi. All'articolo 32, infatti, si legge che "i beni, le disponibilità e le proprietà dell'Esm, ovunque si trovino e da chiunque siano detenute, godono dell'immunità da ogni forma di giurisdizione" e che queste ultime "ovunque si trovino e da chiunque siano detenute, non possono essere oggetto di perquisizione, sequestro, confisca, esproprio e di qualsiasi altra forma di sequestro o pignoramento derivanti da azioni esecutive, giudiziarie, amministrative o normative".

Nello stesso articolo, inoltre, si prevede che i documenti, gli archivi e i locali dell'Esm sono inviolabili nonché che "tutti i beni, le disponibilità e le proprietà dell'Esm sono esenti da restrizioni, regolamentazioni, controlli e moratorie di ogni genere".

Anche il personale dell'Esm gode "dell'immunità di giurisdizione per gli atti da loro compiuti nell'esercizio ufficiale delle loro funzioni e godono dell'inviolabilità per tutti gli atti scritti e documenti ufficiali redatti" (art. 35).


Altri pericoli deriverebbero anche dalla natura estremamente finanziaria dell'organizzazione. Bisogna ricordare, infatti, che l'Esm ha una disponibilità di 700 miliardi di euro garantiti dagli stessi stati della zona euro con una quota calcolata in base al proprio pil. In questo modo i maggiori "azionisti" dell'Esm sono Germania (190 miliardi), Francia (142,7 miliardi), Italia (125 miliardi) e Spagna (83 miliardi). Tutti gli altri 13 paesi dell'area euro hanno quote inferiori ai 40 miliardi di euro.

Per fornire quote così ingenti (un impegno irrevocabile e incondizionato, come descritto nell'art. 8) i paesi dovranno per forza di cose chiedere a prestito (ovvero aumentare il proprio debito) dati gli impegni che la stessa zona euro si è presa attraverso il Fiscal Compact di riduzione del deficit e del debito pubblico (senza calcolare la congiuntura economica non proprio positiva).

Senza calcolare che, quindi, si cerchi di risolvere il debito creando nuovo debito, in caso di intervento dell'Esm, quest'ultimo "può fornire a un proprio membro un sostegno alla stabilità, sulla base di condizioni rigorose commisurate allo strumento di assistenza finanziaria scelto". Queste condizioni rigorose "possono spaziare da un programma di correzioni macroeconomiche al rispetto costante di condizioni di ammissibilità predefinite" (art. 12). In altre parole, il prezzo da pagare per gli aiuti è la cessione della sovranità economica come, d'altra parte, si era già capito con il caso Grecia.

Infine, il trattato prevede l'impossibilità di uscire da questo meccanismo che molti definiscono "perverso". Infatti, "in caso di mancato pagamento, da parte di un membro dell'Esm, di una qualsiasi parte dell'importo da esso dovuto a titolo degli obblighi contratti in relazione a quote da versare [...] detto membro dell'Esm non potrà esercitare i propri diritti di voto per l'intera durata di tale inadempienza" (art. 4).

Tirando le somme e semplificando, se il paese non vuole creare nuovo debito per risolvere il proprio debito perde la sovranità economica e la possibilità di decidere all'interno dell'Esm. Siamo sicuri che la dittatura sia europea e non finanziaria?

Fonti: Consiglio Europeo
13/09/2012 17:23
 
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Facciamo schifo: 37mila a zero.
www.youtube.com/watch?v=TUrSRYi0I9g


www.byoblu.com/post/2012/09/13/Facciamo-schifo-37mila-a-z...


Battuti dai tedeschi 37mila a ZERO!
[Modificato da stelafe 13/09/2012 17:26]
24/09/2012 09:21
 
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Esm verso i 2000 miliardi di euro
Crisi, Grecia raddoppia il deficit e Esm verso i 2000 miliardi di euro (Fonte: it.ibtimes.com - 23/09/2012)

Secondo il settimanale tedesco Der Spiegel, la Grecia vanterebbe un raddoppio del deficit rispetto le stime degli analisti: Il buco nel bilancio ammonterebbe a 20 miliardi di euro. Sempre secondo il Der Spiegel, verrà aumentata la "potenza" del fondo salvastati Esm a 2000 miliardi di euro contro i 500 previsti, il tutto a causa di paesi come Italia e Spagna che con molta probabilità chiederanno aiuto per affrontare le crisi domestiche ed evitare ogni tipo di effetto contagio nei paesi della zona euro. Secondo fonti non citate da settimanale, la Finlandia si opporrebbe a questo possibile progetto di ampliamento.
Non dimentichiamo che il funzionamento dell'ESM, in relazioni agli aumenti di capitale, prevede quanto segue.
marco---, 2/21/2012 5:16 PM:

...Alcuni passi particolarmente significativi estratti dal documento ufficiale del "Meccanismo Europeo di Stabilità".

...3. Il direttore generale richiede in tempo utile il capitale autorizzato non versato se questo è necessario ad evitare che il MES risulti inadempiente rispetto ai previsti obblighi di pagamento, o di altro tipo, nei confronti dei propri creditori. Il direttore generale informa il consiglio di amministrazione e il consiglio dei governatori di tali richieste. Allorquando sia rilevata un'eventuale carenza di fondi nelle disponibilità del MES, il direttore generale effettua tale(i) richieste(i) di capitale quanto prima possibile al fine di garantire che il MES disponga di fondi sufficienti per onorare la totalità dei pagamenti dovuti ai creditori alla scadenza prevista. I membri del MES si impegnano incondizionatamente e irrevocabilmente a versare il capitale richiesto dal direttore generale ai sensi del presente paragrafo entro sette giorni dal ricevimento della richiesta......

[Modificato da marco--- 24/09/2012 09:22]
27/09/2012 18:07
 
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Il meccanismo europeo di stabilità - Claudio Messora
Il meccanismo europeo di stabilità - Claudio Messora

27/09/2012 19:12
 
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La lettera di alcune personalità austriache a tutte le istituzioni di Vienna (Fonte: byoblu.com - 14/05/2012)

Scritto originale: Austria: Objections and Reservations to ESM (European Stability Mechanism)

Obiezioni e riserve sul MES (Meccanismo Europeo di Stabilità)

La lettera di alcune personalità austriache a tutte le istituzioni di Vienna


In qualità di cittadini responsabili, i sottoscritti hanno letto la bozza del MES con la necessaria diligenza e accuratezza. Siamo pervenuti alla conclusione che questa bozza non deve essere accettata. Coloro che la firmeranno, devono essere giudicati avendo agito con dolo eventuale, se le prevedibili conseguenze si manifestano.

Non solo l’accordo contraddice le più elementari convenzioni UE, che costituiscono le basi per l’ingresso e per la permanenza nell’Europa Unita in qualità di membri, ma viola anche la Costituzione Federale Austriaca, poiché trasferisce le prerogative del diritto di ogni democrazia – per esempio la sovranità finanziaria - a una istituzione al di fuori del suo controllo.

Se questo trattato sarà ratificato, tutti gli stati membri dell’UE saranno diretti da un’oligarchia finanziaria anonima priva di legittimazione democratica. Per dirla con schiettezza: è una delega ad instaurare una schiavitù anonima e finanziaria sotto al pretesto della “solidarietà”.

In particolare, l’impegno ad obbligarsi in favore del settore finanziario sovraccaricherà la capacità delle economie nazionali e la disponibilità dei cittadini a subire ulteriori sacrifici finanziari. L’obbligazione “incondizionata e irrevocabile” al pagamento iniziale e a quelli aggiuntivi (Art. 8 e 9) testimoniano di questa riduzione in catene a favore dei grandi possessori di capitali.

Attraverso l’obbligazione ad agire in accordo con l’FMI, si stabilisce l’influenza indiretta degli USA, ovvero la compartecipazione decisionale di quelli che hanno prodotto e che ancora mettono in scena la crisi finanziaria.

I privilegi e le immunità richieste assicurano agli attori, che spennano i cittadini europei con illimitate tasse di solidarietà, possano formare un super – stato che di fatto non può essere controllato, citato e perseguito legalmente. La personalità giuridica del MES, dotato di piena immunità giudiziaria (“immunità da ogni forma di processo giudiziario” etc.), in accordo con l’Art. 27 ,nonché la stessa immunità giudiziaria dei suoi organi come da Art. 30, costituiscono una vera e propria carta bianca giudiziaria.

L’Art. 17 regola le operazioni di prestito del MES. Avendo il MES diritto di fare ricorso contro tutti gli stati membri, ecco che diventano possibile orge debitorie senza alcun controllo parlamentare e, per gli attori dei mercati di capitali, grossi profitti sui crediti senza che questo comporti per loro alcun rischio. Noi riteniamo che se, per qualsiasi motivo, i governi volessero aumentare la massa monetaria, dovrebbero invece affidare la “creazione della moneta” direttamente alla BCE, piuttosto che ottenerla attraverso una doppia intermediazione creditizia a costi più elevati.

L’indifferenza rispetto alle preoccupazioni e ai problemi dei cittadini e l’attesa inflizione dell’austerity minacciano di portare a una resistenza pubblica, all’abbattimento dei governi e perfino a guerre civili. Quando i cittadini si sveglieranno e si renderanno conto che i grossi attori finanziari, che chiedono sempre maggiori sacrifici economici a tutti gli altri, non corrispondono di contro un’adeguata contribuzione, si ribelleranno. Ci permettiamo di di aggiungere che abbiamo avvisato tutti i politici in tempo, ma siamo stati liquidati come profeti di sventura.

Quando l’euro fu introdotto, richiamammo l’attenzione sul fatto che una valuta comune non poteva indurre allo sviluppo di politiche economiche e finanziarie comuni. All’opposto, una moneta comune avrebbe dovuto basarsi proprio su politiche economiche e finanziarie già armonizzate con successo. Vi informammo che, secondo la nostra esperienza e le nostre conoscenze, c’era da attendersi che la scadenza di grosse fette di debito greco, spagnolo e portoghese sarebbe stata usata come una ghiotta opportunità per creare una volata verso più alti tassi di interesse. Puntualizzammo che dei debiti ci si può liberare solo con disciplinate regolamentazioni (riduzione o bancarotta) e non appuntandolo a qualcun altro. Siccome i grandi attori finanziari e i loro vassalli si sono consapevolmente assunti il rischio, e quindi hanno chiesto interessi più elevati (che includono un premio per il rischio che si corre), devono anche assumersi il rischio del fallimento (default).

Dato che i politici europei si sono fatti così facilmente intimidire e scoraggiare, la strategia dei grandi attori e del loro braccio armato, il governo degli Stati Uniti, si è fatta sempre più chiara e sfacciata. Con la richiesta e l’avvio di “ombrelli si salvataggio” pubblici i rischi evidenti sono stati, e ancora lo sono, trasferiti sugli stati europei (quindi ai cittadini europei innocenti). Di fronte all’evidente debolezza del dollaro americano, gli stati europei e specialmente la valuta concorrente, l’euro forte, possono essere così attaccati sulla base di questa nuova situazione scaltramente creata ad arte. Il TEC (Transatlantic Economic Council) ha offerto un utile fiancheggiamento.

Questo attacco concertato all’euro darà un momentaneo respiro al dollaro americano, ma non può salvarlo. Quindi è urgentemente necessario un nuovo sistema di valuta mondiale e un taglio concomitante del debito. La bolla finanziaria, che è stata gonfiata dal cosiddetto “fiat money” (denaro non convertibile in oro, il cui valore è stabilito dal Governo), deve essere portata a un’implosione pacifica, invece di rischiare un’esplosione. Gli stati debitori e i loro cittadini devono essere messi in condizione di respirare nuovamente.

Quanto prevedibile sia stato lo sviluppo verso la crisi attuale, e quanto resistenti ad ogni avviso, vigliacchi, ciechi i nostri politici codardi siano stati fin ora, e quanto coraggio serva per cambiare la forza di sistemi prestabiliti, può aiutare a comprenderlo una citazione dall’enciclica Quadragesimo Anno del 1931, Par. 106:

“La concentrazione del potere economico cresce fino a diventare mostruosa nelle mani di coloro che dominano e dirigono il capitale finanziario in maniera tale da avere illimitata disponibilità sul credito e sulla sua distribuzione. Controllando i servizi del reddito controllano la circolazione del sangue di tutto il sistema economico. […] L’elemento centrale dell’economia è fino a tal punto in loro pugno, che nessuno osa respirare contro il loro volere ”

Per favore, siate consapevoli: procedere su questa strada significa agire con dolo. L’insorgere gentile nella direzione di un nuovo ordine sostenibile e pacifico sarà inevitabile.

Dr iur. DI. Heinrich Wohlmeyer,
Hon. Prof Gen. Dipl.-Kfm. Günther Robol Dir. i. R. Certified Public Accountant
30/09/2012 22:20
 
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Ecco come i mercati si sono comprati l'Italia - Claudio Messora mostra in Rai il senatore Garavaglia e porta Lidia Undiemi a parlare di MES

www.byoblu.com/Lang/it-IT/Politica/Ecco-come-i-mercati-si-sono-comprati-lItalia-Claudio-Messora-mostra-in-Rai-il-senatore-Garavaglia...
26/10/2012 15:37
 
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Germania: MES-à che c'hanno fregato un'altra volta! (Fonte: lemieconsiderazioniinutili.blogspot.it - 26/10/2012)

Eccomi qui. Per una serie di ragioni mi sono preso una bella pausa dal blog. Anche perchè, una volta che hai avvisato per tempo della tempesta all'orizzonte, non è che puoi fare molto altro, se non la cronaca in diretta degli eventi...Ma per quello c'è il mainstream.

Succede però che leggo delle cosettine sulla Germania...; e, come sapete, quando ci sono di mezzo quei simpaticoni inevitabilmente mi parte l'embolo. E allora qualcosa devo scriverla per forza...

Prima di venire al punto bisogna però fare una premessa.
Del MES (ovvero meccanismo europeo di strozzinagg..., pardòn, stabilità) e del suo diabolico congegno dovreste saperne abbastanza. Nel caso doveste avere qualche buco nella memoria, o vi foste persi qualche passaggio, vi riassumo i punti salienti:

Il MES fornisce aiuti economici agli stati sotto attacco speculativo, chiedendo in cambio il controllo della politica economica del paese che viene aiutato. Il che vuol dire fare "ciao ciao" con la manina ad ogni forma residua di sovranità di governo dell'economia.
Come se questo non bastasse, il trattato che lo istituisce ha previsto una serie di garanzie ed immunità per i membri della struttura che lo governa.

Ad esempio, i beni e documenti del MES, in qualsiasi caso di utilizzo, ovunque si trovino e chiunque li detenga, godranno di totale segretezza in ogni eventuale controversia giudiziaria.
Inoltre, tutti i Governatori, compresi i membri del personale di cui non è chiara natura, incarico e scopo, saranno immuni da procedimenti legali in relazione ad atti o documenti ufficiali globalmente tutelati dalla prevista inviolabilità.

La perdita del controllo dell'economia cancellerà di fatto ogni traccia residua di sovranità politica nazionale, e condannerà gli Stati aderenti a un indebitamento forzoso senza limiti.

Infatti, a foraggiare le casse del Mes saranno gli Stati stessi attraverso quote nazionali obbligatorie coperte da nuove emissione di debito.

l fondo iniziale comune è stato stabilito in 700 miliardi di euro. L'Italia ne dovrà inizialmente versare 125. Uno sproposito di denaro che, secondo i primi documenti disponibili nel sito del Senato, saranno recuperati mediante l'emissione di nuovi titoli di debito con conseguente pagamento di ulteriori interessi, per le prime quote stimati attorno ai 120 milioni di euro.

Il MES è un meccanismo al quale sono direttamente vincolati i paesi che adottano l'euro come propria valuta nazionale. Quindi, come al solito, l'Inghilterra è fuori dal radar.
Ma se quanto sopra può suonare come la solita menata sensazionalista da blog, si può tranquillamente buttare un occhio sul testo del Trattato ratificato dal Parlamento italiano.

E allora:

L'adesione al MES comporta la creazione di nuovo debito pubblico (l'Italia dovrà versare complessivamente 125 miliardi di euro, di cui oltre 14 miliardi tra il 2013 e il 2018) - Fonte: art. 4, art. 8 e allegato 1.
I rappresentanti nazionali nel MES sono nominati tra le figure responsabili delle relative finanze, quindi non sono stabiliti di ufficio (non saranno necessariamente i rispettivi Ministri dell'economia) – Fonte: art. 5 e art. 43.
I nomi dei rappresentanti nazionali del MES potrebbero essere coperti da segreto, ovvero non comunicati ai cittadini – Fonte: art. 34.
Il MES comincerà ad esercitare una ingerenza sulla politica economica di un paese nel momento in cui quel paese ne accetterà un prestito – Fonte: art. 12 e art. 16.

Il MES potrà imporre l'inserimento di determinate clausole sui titoli di Stato emessi dall'Italia a partire dal 2013 – Fonte: art. 12.
Il MES deciderà la politica economica dei paesi che finanzierà insieme a BCE e FMI – Fonte: art. 13.
Il MES potrà utilizzare le proprie risorse finanziarie (ovvero i versamenti effettuati dagli Stati membri) per concedere dei prestiti alle banche – Fonte: art. 15.
Il MES è un ente a scopo di lucro autorizzato a distribuire dividendi – Fonte: art. 20 e art. 23.
Il MES, creato per dare stabilità, sarà in realtà autorizzato a creare nuovo debito che andrebbe a carico degli Stati membri – Fonte: art. 21.
Il MES potrebbe registrare delle perdite finanziarie, che andrebbero a carico degli Stati membri – Fonte: art. 25.
Il MES deciderà quali dovranno essere i suoi stessi controllori – Fonte: art. 30.
Il MES è al di sopra di ogni legge nazionale e comunitaria – Fonte: art. 32.
I Membri del MES potranno agire godendo di un'assoluta segretezza – Fonte: art. 34.
I Membri del MES potranno agire godendo di una completa immunità, nessuno sarà mai perseguibile per eventuali abusi compiuti nell'interesse del MES – Fonte: art. 35.
Con il MES si crea un paradiso fiscale in Europa (esenzione fiscale totale) – Fonte: art. 36.
Il MES potrà occuparsi di servizi di pubblica utilità – Fonte: art. 36.


Ok, al termine di questa premessa piuttosto lunga (ma sapete, non ho il dono della sintesi), vi devo spiegare per quale motivo, anche questa volta, ho da ridire sulla Germania.

Ebbene, il MES ha iniziato ad usare la liquidità messagli a disposizione dagli Stati contribuenti; e come veniamo a sapere da Bloomberg, il nostro caro(nel senso di costosissimo) istituto avrebbe investito i primi 4 miliardi di euro a favore di obbligazioni di istituzioni internazionali e titoli sovrani di di elevato rating.

E allora fermiamoci un attimo a riflettere.
L'articolo 22 del Trattato istitutivo del MES, stabilisce che:

Il direttore generale attua una politica di investimento del MES improntata al principio di prudenza atta a garantire la sua massima affidabilità creditizia [...]. La gestione del MES deve essere conforme ai principi della buona gestione delle finanze e dei rischi.
Detto in soldoni, il MES deve investire in strumenti a bassissimo rischio, che garantiscano quindi la massima affidabilità creditizia in termini di ritorno del capitale. Qualcuno sta per caso pensando alla Germania...?

Quindi, senza chiedere aiuto a nessuno, ecco a Berlino si ritrovano finanziati dal MES senza dover cedere niente in cambio.
Certo 4 miliardi, al cospetto della dotazione del MES ed alla potenza delle finanze tedesche, non sono una cifra abnorme. Però con questa impostazione, il meccanismo di stabilità determinerà un aumento delle divergenze esistenti tra i paesi core dell'eurozona e quelli dell'aria mediterranea, poiché il flusso di liquidità che verrà riversata a favore dei titoli di stato "sicuri" tenderà a schiacciarne (almeno in parte) i rendimenti, con benefici, in termini di minor costo per interessi per i paesi virtuosi.
Ciò determinerà anche una diminuzione di costi finanziari a favore delle imprese operanti in quelle aree, che già godono di condizioni di credito imparagonabili rispetto alle concorrenti dei paesi più deboli.

Insomma, i più forti saranno più forti ed i più deboli ancora più deboli. E tutto questo grazie anche agli ulteriori debiti che i Paesi periferici stanno facendo per finanziare il MES.

Strano concetto di solidarietà quello dell'Unione Europea e della Bce...
31/10/2012 12:10
 
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ESM: Parliamone con Lidia Undiemi,Elsa Fornero,Piero Fassino,Beppe Grillo, Antonio Di Pietro
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[Modificato da marco--- 31/10/2012 14:02]
31/10/2012 15:11
 
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Re: ESM: Parliamone con Lidia Undiemi,Elsa Fornero,Piero Fassino,Beppe Grillo, Antonio Di Pietro
stelafe, 31/10/2012 12:10:





c'e' pure il post-comunista ferrero, che parla di sovranita' monetaria, di BCE che presta alle banche all'1% e le banche che prestano agli stati al 5%...

come se valesse PER TUTTI gli stati UE, non solo per quelli PIIGS, come se la BCE potesse rendere virtuosi "ex jure" i paesi PIIGS...


d'altronde riesce pure a dire che questa e' una "crisi da sovrapproduzione, non da scarsita'", e che il problema e' la redistribuzione tra classi sociali...

questo puo' essere vero in OCSE, ma se mettiamo nel conto i BRICs e pure il terzo mondo, ci servirebbero 5 pianeti per portare tutti agli stessi livelli di benessere, altro che sovrapproduzione...

se la redistribuzione l'andiamo a fare pure globalmente, vedi come esce la scarsita', a meno di pesante decrescita in OCSE...

[SM=g2232945]

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31/10/2012 17:25
 
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Per tutti.

Prima di andare in OT trasferitevi in Diario della crisi economica, gradirei non diluire questo 3D con cose che non hanno a che fare col MES.

Seguite il mio esempio

Eventuali post OT saranno rimossi/spostati.

Grazie
[Modificato da marco--- 31/10/2012 17:28]
06/11/2012 12:21
 
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