efp news 2021
EFP | Il tuo Account | Ultime Storie | Storie scelte del sito | Storie scelte del Forum | Siti Consigliati - Top Manga

EFP News
Contattate l'amministrazione - Contest - Regolamento Contest - Staff
Harry Potter - Anime e Manga - Originali - Film, Telefilm, Videogiochi - Multifandom
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

Schede di costruzione dei personaggi - Numero due: lo Spadaccino!

Ultimo Aggiornamento: 15/05/2013 15:59
Autore
Stampa | Notifica email    
Post: 295
Utente Junior
OFFLINE
17/02/2012 21:48
 
Quota

Piccoli suggerimenti, basati su esperienze dirette e non, per aiutarvi a creare la figura di uno spadaccino nelle vostre storie...
Innanzitutto tendo a precisare che questa è solo una scheda di costruzione "generica" ( creata per darvi modo di confrontare le vostre idee e congetture sulla figura complessa di un personaggio inventato, basandovi su cosa comporta questa particolare figura nella realtà ). Ovviamente non ho stilàto questa scheda per pretendere di "insegnarvi" qualcosa ma, dal momento che ho provato sulla mia pelle questo particolare stile di vita per un periodo abbastanza importante ( assieme ad altre figure che, nel tempo, passerò in seguito ad illustrarvi ), spero che quanto segue possa esservi di qualche aiuto per approfondire la caratterizzazione di questo personaggio, variandone gli aspetti a seconda della personalità, e gli elementi concreti del suo modo di essere...

Numero Uno - LO SPADACCINO & L'UOMO DI SPADA:
Quando si parla dello spadaccino, inteso molto genericamente come "uomo di spada", molti pensano che un uomo abituato a combattere con una lama sottile ( tipo il fioretto o la sciabola, giusto per intenderci ) sia abile a combattere con altrettanta bravura con una spada a due lame o forse addirittura il classico "spadone" che tanto appare di moda nella narrazione fantasy... solo perché il termine spadaccino sembra avvalorare tale ipotesi.

"Uno spadaccino bravo è bravo con tutti i tipi di spada, oppure no?"

[SM=g27991] Sicuramente un uomo che possiede dentro di sé sia la tecnica che la posizione del corpo, a prescindere dal tipo di arma, svilupperà "teoricamente" una naturale capacità di adattamento ad ogni stile che ha come strumento l'uso dell'arma bianca.
Ho virgolettàto la parola "teoricamente" perché tra il dire e il fare c'è di mezzo in effetti un mare di SE...
- SE il corpo e la struttura fisica di uno spadaccino è sui 55/60 chili di peso circa ( 55/60 chili di ossa e muscoli, ovviamente ), è assurdo pretendere che possa sostenere correttamente il peso di un'arma come la spada a due lame da circa quindici chili.
- SE uno spadaccino combatte con uno stile che predilige la precisione aggraziàta e la velocità dei movimenti ( caratteristiche matematiche principali della "scherma leggera", tuttora insegnata nelle accademie sportive ), difficilmente potrà sentire completamente suo uno stile come quello della spada a due mani ( ovvero basato sulla potenza dei lombi e delle spalle, per sostenere e bilanciare il peso stesso dell'arma come base per sferrare un attacco ).
- SE la tecnica di combattimento "alla spada" prevede l'uso di regole e accorgimenti, in relazione al tipo di arma utilizzata, logicamente quel tale uomo d'arme, capace di approfondire e rendere proprie le abilità necessarie per i vari tipi di arma bianca, non si chiamerà più "spadaccino" bensì "Maestro di Spada".

[SM=g27985] [SM=g27985] [SM=g27985]

Numero Due - UN PO' DI STORIA
Sulla scheda precedente ( quella dove parlavo del pugilato ) i miei riferimenti storici non si basano assolutamente su "date" ed "avvenimenti precisi" ( per quello esistono delle apposite enciclopedie che vi suggerisco di consultare ). Quello che intendo per Storia, per quanto concerne questa scheda di consultazione, è piuttosto un voler approfondire quello che personalmente giudico importante sapere di questo argomento ( parere personale, intendiamoci ). Di conseguenza siete liberi di leggere con attenzione questa parte... oppure "saltare" direttamente al paragrafo successivo.
L'uso della spada ( classica arma corta d'attacco ) risale a tempi antichi e assai remoti. La forma, le dimensioni e ovviamente i materiali e le tecniche di costruzione hanno subito un'evoluzione costante e un mucchio di affascinanti curiosità.
Parlando dei materiali anzitutto, come tutte le altre armi di epoca antica, anche le spade sappiamo che hanno attraversato le ere del rame, del bronzo, eccetera... fino ad arrivare alla pregèvole e laboriosa arte del ferro.
Se pensavate che il "Mastro Artigiano" di spade sia da intendersi come un banale fabbro/maniscalco in grembiule e cappuccio che, nei ritagli di tempo tra un ferro di cavallo e una pentola, realizza spade senza neanche sapere come si usano... Beh, con rispetto parlando, siete veramente ma veramente fuori strada!
[SM=g27991] Il Mastro Ferràio è forse il primo Maestro di Spada che occorre conoscere, per imparare tutto quello che è importante dietro alla spada e al suo utilizzo: la forma, le dimensioni, il bilanciamento, la solidità, etc... Colui che fabbrica la spada, oltre a disegnarla, forgiàrla e modellarla nella propria fucina, sa esattamente come e da chi verrà utilizzata la sua opera. Nonostante l'aspetto possa trarre in inganno in un primo momento, quest'individuo è la persona che conosce l'arte della spada in ogni dettaglio ( nei suoi punti di forza, così come in ogni suo punto debole ). Per questo motivo le sue lezioni sono preziose, soprattutto per chi scrive sul genere fantasy ed eventualmente intende questa figura con un ruolo semplice e del tutto trascurabile.
Mentre assistiamo alla nascita di una spada, diamo un'occhiata all'interno di una vera fucina:
il calore necessario per fondere il ferro varia a seconda della qualità del ferro in questione ( più la qualità e la solidità del ferro aumenta, maggiore è la quantità di carbone di legna richiesta per tale operazione ). Al momento della sua estrazione dalle pietre, il metallo non è mai molto duro, difatti nessun fabbro utilizza la prima fusione del materiale per realizzare una spada, ma continua a fondere e ri-fondere il ferro finché non è assolutamente sicuro che il risultato premierà i suoi sforzi con una solidità fuori dal comune. Il crògiolo, ove il metallo viene fatto fondere è ovviamente di pietra ( l'unico materiale in grado di resistere al calore infernale che regna in quell'ambiente ), e l'artigiano attende pazientemente che il metallo al suo interno diventi liquido incandescente da poter riversare nella forma preparata in precedenza. La fase successiva ( ovvero la "tempra" della lama appena forgiata ) è allo stesso tempo quella più delicata e la più dura, perché richiede il massimo sforzo dei muscoli ( per battere il ferro sull'incudine ) e dei polmoni ( per respirare l'aria soffocante di quell'inferno - i polmoni di un fabbro vengono spesso paragonati a delle "sacche di cuoio" come quelle dei màntici, giusto per farvi un'idea ). Lavorando pazientemente, con tenaglie e martello, la lama prende dunque forma; dopodiché, una volta che il fabbro giudica il risultato più che soddisfacente, essa viene raffreddata nell'acqua e pronta per essere montata, incastonata e lavorata nell'impugnatura che le si addice.

"Come la donna mette al mondo il proprio figlio, partorendolo dal sangue perché sia battezzato con l'acqua, io metto al mondo questa lama dall'acqua perché sia battezzata con il sangue"...
( NB. da un mio vecchio racconto fantasy, mai pubblicato ovviamente né su EFP né altrove! )

L'impugnatura di una lama è un altro dettaglio da non sottovalutare: nelle spade nulla viene fatto al caso, e l'impugnatura di una spada a doppio taglio non è solo una banale impugnatura a croce, disegnata così per una questione "estetica"... La lama da sola ha un peso tale che, per quanto sia forte, colui/colei che la impugna difficilmente potrà sostenerne il peso distribuito in tutta la sua lunghezza.
Mi spiego:
una spada come quelle che si vedono nei film ( ad eccezione di cose come "Excalibur" che sono spadoni da quasi 150 cm. di lunghezza ), raggiunge all'incirca i 90 centimetri fino anche un metro di lunghezza - ovviamente si tratta di un metro di ferro puro di 15/20 chili che, distribuiti per lungo, rendono questo peso tre volte tanto la presa consentita delle proprie braccia... Il rincùlo che un'arma come questa produce, vibrando ad ogni colpo, è tale che riuscire a bilanciarla con un'impugnatura di appena 15 centimetri diventa praticamente impossibile.
L'ELSA A CROCE ( in uso dall'epoca della Cristianità in poi ) è lunga pressapoco dai 25 ai 30 centimetri, secondo la lunghezza della lama, ed è studiata in modo che il suo peso corrisponda perfettamente a quello della lama stessa, anche se distribuito su una lunghezza tre volte ridotta.
Tale peso viene raccolto soprattutto nel "còdolo" - il pomo rotondo che costituisce la punta alla base dell'impugnatura - dove un fabbro abile ed esperto arriva addirittura a concentrare il 35% del peso dell'impugnatura stessa; il 65% restante viene distribuìto sull'elsa e nella montatura a croce ( eventuali gemme e pietre preziose NON vengono montate dall'orèfice - è lo spadaio stesso che, in fase di lavorazione, valuta quanto il peso delle gemme influìsce sul peso dell'arma e le utilizza come pesi da bilanciamento per le armi più ricche e ad uso esclusivo dei nobili e dei signori.
A questo punto dovrei passare allo stile e alla tecnica ma, poiché questo fa parte del paragrafo sottostante, preferisco fare invece un piccolo salto in avanti di alcuni secoli.
Storicamente abbiamo un percorso molto vario e raffinato, nell'uso di tecniche e lavorazione del metallo; e man mano che le armi da guerra diventano via via sempre più micidiali e perfezionate, la spada sparisce gradualmente dal campo di battaglia per rimanere invece sul "regolamento di conti" e sulle contese del "duello d'onore"...
Passando dunque dalla storia della tradizionale spada bilama a doppio taglio, ci ritroviamo adesso nel mondo delle spade a lama stretta - tecnica e stile molto più raffinato, rispetto alla forza rabbiosa con cui si rende invece necessario maneggiare una spada con una lama larga e pesante - queste armi, che pure sono state protagoniste di innumerevoli romanzi, film e storie a non finire, ovviamente non possono essere equiparate con ciò di cui ho parlato finora. Esistono motivazioni "storiche", per cui le spade sono cambiate così tanto nella forma e nella struttura, perciò è importante conoscere sia le motivazioni che l'aspetto e la forma di ciò che diventerà protagonista inanimato di una vostra eventuale storia d'arme.
Finora abbiamo parlato di come nasce una spada ( ovviamente dando un'occhiata all'interno di una fucìna medioevale ), ma cosa succederà se guardiamo adesso alla fabbricazione di una spada più... come dire... "moderna" ?!?
[SM=g27988] Come ho già detto, da che la spada comincia a scomparire gradualmente dai campi di battaglia veri e propri ( così come gli archi e le balestre, sostituiti dall'artiglierìa, e tutte le altre armi da guerra in continua evoluzione ), il "concetto" della spada subisce una particolare evoluzione: è un concetto troppo legato alla tradizione, all'onore e all'essenza dell'arte militare perché possa scomparire ed essere soppiantàto da nuove armi.
Proprio in virtù dei tempi, della funzione e soprattutto della praticità dell'arma, i Mastri Artigiani di adesso partono dal progetto di un'arma concepita come una specie di "Falce Militare da Sfondamento" ( [SM=g27991] mi raccomando, segnatevi bene questo termine perché è importante e lo ritroveremo nel prossimo paragrafo! ) e ne modificano la struttura perché, da arma offensiva da taglio, si trasformi in un'arma offensiva da punta.
[SM=g27991] Con questa nuova concezione sull'utilizzo dell'arma, la forma e l'aspetto devono radicalmente cambiare. Così, nel prototipo della "nuova spada", vediamo le nonne e le bisnonne del fioretto, della sciabola e di tutte le altre armi bianche, caratterizzate da lama lunga e stretta.
NOTA:
il concetto di spada come "arma da taglio" rimane ancora per diversi secoli in vigore ai fabbri d'oriente - nelle crociate infatti, la "scimitarra saracena" vede ancora molte battaglie prima di cedere definitivamente il passo all'artiglierìa; e ovviamente in Giappone la tradizionale "katana" ( con ogni sua derivazione ), forgiata con tecnica e materiali assai diversi dalla tecnica occidentale, offre allo spadaccino la possibilità di combinare sia l'attacco offensivo di taglio che quello di punta.
[SM=g27992] Ma torniamo in occidente...
Anzitutto esaminiamo meglio questa nuova spada:
- con la lama più stretta e adatta perlopiù ad "infilzàre" piuttosto che a tagliare, anche l'impugnatura necessita di ulteriori modifiche.
- il progetto viene ridisegnato con l'aggiunta di un nuovo elemento, il "guardamano" ( ovvero una specie di calotta, di varie forme e strutture, dedita a proteggere la mano dello spadaccino, in modo da ridurre il rischio di tagli e ferite ).
- la tecnica schermìstica assume dunque nuove postùre e nuove regole sulla posizione e sui movimenti per portare gli attacchi, ma di questo parleremo nel paragrafo successivo.
- i materiali e la lavorazione predilìgono l'uso di metalli assai più selezionati ( meno quantità di residui rocciosi, volti purtroppo ad indebolire la solidità dell'arma, e tempi di ri-fusione del metallo notevolmente aumentati ); la sottigliezza della nuova lama richiede ovviamente maggiore tempra e maggiore resistenza, per supportàre un'aumentata pressione per centimetro quadrato, in corrispondenza degli urti che altrimenti rischiano di spezzarla.
[SM=g27991] Al momento mi sembra di aver riassunto più o meno tutto quello che mi premeva sottolineare di più. Questo però non toglie che, se fossero necessari ulteriori domande e/o chiarimenti, potete chiedere tranquillamente tutto quello che vi occorre e io cercherò di rispondervi entro i limiti delle mie possibilità.

[SM=g27985] [SM=g27985] [SM=g27985]

Numero Tre - TECNICA & PENSIERO TRADOTTI IN AZIONE
"Falce Militare da Sfondamento"...
E' proprio così che quel lungo spadone di ferro veniva inteso, per creare i varchi tra le fila nemiche. Sostituendo l'ascia, fino a quel momento potente in attacco ma debole in difesa, la spada lunga si tramutò nel principale strumento di morte che mai abbia calcàto i campi di battaglia della Cristianità.
All'origine della scherma medioevale ( quella della spada bilama che, suppongo, molti e molte tra voi trovano perlomeno interessante se non affascinante ) vi sono ovviamente necessarie delle doti fisiche ed una capacità di resistenza notevole. L'addestramento militare nelle accademie richiedeva anni di pratica, per abituare il corpo a "controllare" il peso dell'arma e a "non farsi controllare" dalla stessa. Tale tecnica parte dunque da: una posizione corretta delle anche e del bacino, busto piegato in avanti, braccia tese e dritte, ginocchia solide e piedi ben piantati al terreno... Da questa posizione iniziale, le spalle e i polsi traggono la forza di sostegno dell'arma dal perfetto equilibrio con gambe e bacino; nel sollevare l'arma, occorre essere certi che il corpo abbia un solido appoggio e che non si lasci trascinare in avanti dal peso ( con conseguente ed ovvia perdita dell'equilibrio, altrimenti ). I movimenti sono tendenzialmente semplici ed elementari, malgrado la loro forma più corretta di esecuzione si veda solo quando l'abitudine al peso dell'arma li rende ragionevolmente flùidi e sciolti.
[SM=g27991] Nell'uso della SPADA A DUE MANI, il colpo acquisisce forza e potenza da un movimento vibrato e calcolato, per colpire di taglio e preferibilmente dall'alto, tuttavia tale movimento scopre ampiamente il fianco e rende lo spadaccino vulnerabile in velocità e capacità di reazione.
[SM=g27991] Nell'uso della spada CON UNA SOLA MANO, gli esercizi basilari tendono a combinare insieme il movimento della spada e dello scudo ( quasi una formula matematica", non so se mi spiego ). In questo tipo di combattimento, si apprende anzitutto a dosàre i propri attacchi con la determinata azione e a rimanere ben saldi sulle gambe e sulle ginocchia nel sostenere la conseguente reazione.
Se ambedue gli avversari sono di pari valore, la velocità eccessiva rischia di creare pericolose falle nella loro guardia...
Mi spiego:
proprio nel momento in cui si sferra un attacco, qualunque esso sia, inevitabilmente si crea un "angolo morto" nella propria guardia - quello è il momento che ogni avversario attende per sferrare il colpo mortale e affondare il ferro nel punto ora vulnerabile o, in alternativa, menàre il fendente volto a decapitare e/o a storpiàre l'avversario sulla parte ritenuta scoperta.
La respirazione affannosa e l'accelerazione del battito cardìaco aumenta assai più velocemente, rispetto al protràrsi di uno scontro a mani nude ( questo perché lo sforzo viene logicamente triplicato dalla quantità di ferro che si maneggia o che si indossa ), di conseguenza i cosiddetti "segni da affaticamento" possono tranquillamente essere menzionati già dai primi colpi.
NOTA:
Anche l'uomo più robusto del medioevo, dopo quattro o cinque colpi di spada, comincia dapprima a sbuffare; e dopo otto o nove, la fronte mostra già le prime gocce di sudore.
Durante uno scontro alla spada, NON ci sono solo due uomini che si affrontano brandendo ciascuno un lungo bastone di ferro tagliente...
[SM=g27993] Non so quanti di voi hanno letto la mia scheda sul pugilato ma, se volete davvero seguire il mio discorso, vi suggerisco di darle giusto un'occhiata.
Come la mente di un pugile traduce il proprio pensiero nel pugno da sferrare, la spada diventa un'estensione ( un prolungamento del braccio ) e volge a colpire un bersaglio ben preciso. Il pensiero dello spadaccino si tramuta in azione, per istinto e spirito combattivo, e a confronto vi sono dunque due menti diverse - due caratteri, due modi di pensare opposti, che possono agire sia in modo "ragionato" oppure in modo istintivo e bestiale.
Se gli avversari sono di pari valore, e il duello si protràe per molto tempo, l'unica cosa in grado di vincere alla fine è una mente ancora lucida e non completamente distrutta dalla fatica.
[SM=g27991] Riguardo lo stile di combattimento "ragionato", un vero maestro di scherma ( dunque NON certamente il sottoscritto ) potrebbe trasmettervi tranquillamente tutte le nozioni di cui avete bisogno nel giro di un pomeriggio. L'essenza di questa disciplina, aldilà dell'abilità e della bravura ( che si maturano solo con l'esperienza ), risiede nella velocità e nel saper studiare sia l'avversario che il terreno di scontro. Conoscere le mosse non è sufficiente: occorre "sentirle", come i passi e i movimenti calcolati di una danza o di un ballo - "scherma" intesa anche come "classe", "stile" ed "eleganza" - quando la spada risiede nella propria mano, con la mente concentrata e lo sguardo attento, quei pochi semplici movimenti di base ( che si traducono come: stoccàte, parate, finte, cavazioni, controcavazioni, affondi, etc. ), che si eseguono dapprima assai lentamente, acquistano via via sempre maggiore velocità e sicurezza grazie alla capacità d'intuito dello spadaccino nel prevedere gli attacchi e reagire di conseguenza. Con l'ausìlio della pratica e dell'abitudine a ripetere le mosse, la risposta ad un fendente ( o se preferite chiamiamola "stoccàta", visto che adesso siamo concentrati sul concetto della scherma attuale ) diventa quasi automatica: il peso dell'arma non costituisce più un problema tale da rendere così difficoltosa l'esecuzione dei movimenti; ora l'efficacia dei colpi verte sull'agilità e flessibilità dei muscoli, imparando a concentrare il peso del corpo nell'avambraccio e a dirigere il colpo con un movimento rapido e sciolto del polso.
Quando due spadaccini agiscono sullo scambio di colpi, si ha principalmente a che fare con una questione di "stile"... Lo stile "impulsivo", della persona che attacca più che altro spinto dalla rabbia e dal desiderio di chiudere in fretta, può rivelarsi efficace contro un avversario meno esperto e meno preparato; tuttavia lo stile calmo e "ragionato", dello spadaccino che mantiene lo sguardo fermo e la mente lucida e presente alla naturalezza dei suoi movimenti, non può non avere ragione di un avversario completamente privo di sangue freddo e autocontrollo - gli "angoli morti" della tecnica di quest'ultimo sono infatti ovunque, praticamente uno ad ogni stoccàta - dunque l'esito del duello è praticamente già deciso.

[SM=g27990] Ordunque:
mi sono dilungàto un bel po' vedo ( e ovviamente ho tralasciàto un bel mucchio di cose ) ma confido che mi aiuterete a colmàre eventuali lacune con precisazioni ed interventi. Spero vivamente che questa scheda sia stata per voi una lettura piacevole e di facile comprensione, alla prossima!

[SM=g27997] SALUTI TOSCANI
[Modificato da telesette 18/02/2012 08:42]
Madre Natura mi ha dato questa faccia, non è granché ma... Pazienza, a me va bene lo stesso!
^__^
Post: 564
Utente Senior
OFFLINE
15/05/2013 15:59
 
Quota

Parto con il dire che ho trovato estremamente interessante il tuo testo - ed ero stata presa, al principio, dal panico al pensiero che si potesse trattare di un'altra scheda che elencasse la differenza tra uno sgualembro di terza in quarta diritta con mancina inarcante e un affondo rivoltante con turnicazione di polso e doppio giro del piede sinistro in là. Non avrei potuto essere maggiormente in errore.

Ho apprezzato molto la maniera chiara e semplice con la quale hai esposto alcuni dei punti che bisognerebbe sempre tenere in considerazione quando si scrive (e non solo d'uomini di spada, per così dire): il realismo, la corrispondenza tra il corpo umano e le azioni effettivamente possibili, anche un po' la costruzione di un background storico per il nostro povero personaggio.

Detto questo, sospetto che la maggior parte di quelli che scelgono di descrivere uomini (o donne, perché no?) di spada lo facciano ambientando le loro storie in un universo fantasy o fantastico; e diviene difficile, a quel punto, gestire personaggi che possono non essere nemmeno più umani in un contesto di giusto realismo.
Tra tutti i famosi spadaccini romanzeschi, sinceramente, pochi me ne vengono in mente che funzionassero, non dico in maniera normale, ma almeno possibile. Drizzt Do'Urden docet in questo campo, temo. Le loro armi sono fatte della stessa materia: irragionevoli armi molto fantasy e poco realisticamente funzionanti.
Ciò non per dire, tuttavia, che non sarebbe utile e interessante prendere in considerazione quello che hai scritto nella costruzione di un personaggio, di una scena, di un duello.

A questo proposito: ma non ci sono veramente troppo pochi duelli nella narrativa?
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
 | 
Rispondi

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 08:35. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com