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Aurora la stella della mia vita

Ultimo Aggiornamento: 02/01/2014 15:21
Giovanna
[Non Registrato]
05/02/2012 17:58
 
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Carissima Loredana,
ho scritto nell'altra parte del forum che era questione di cominciare a sintonizzarsi su un'altra frequenza...leggere il tuo grazie a Aurora per essere venuta nella vostra vita, per essere stata figlia anche così, in un disegno così poco accettabile per il nostro cuore e per le nostre braccia vuote, mi fa capire che sei già a questo punto. L’hai lasciata volare via lassù ad illuminare la via tua e di Maurizio, consapevole che lei c’è sempre e comunque per voi, come vostra primogenita, spero di una numerosa famiglia.
E’ passato solo un mese, ma sei stata capace di raccontare la sua storia, il vostro amore, il vostro affidamento a lei. Non è una cosa da poco. Purtroppo nei momenti della disperazione non si è lucidi abbastanza per prendere la decisione che, per lo meno alla lunga, fa più bene al cuore. Non rimproverarti niente, se non l’hai vista nel momento in cui è nata è perché il tuo istinto in quel momento voleva difendersi da un dolore troppo grande da sopportare. Sono stati e sono carne della nostra carne, loro lo sanno quanto li abbiamo desiderati e amati, quanto li amiamo ancora e quanto abbiamo bisogno della loro vicinanza. Lo dico sempre, per me il traguardo nell’elaborazione del lutto è stato l’acquisire la consapevolezza, pian piano, raggiunta dopo mesi passati al cimitero, che non ero io a dovermi prendere cura di lei (e, naturalmente, rimanevo frustrata per la sua assenza), ma era lei a cullarmi nelle sue braccia. Nel nostro disegno è stato scritto questo; sta a noi, con la difficoltà che comporta al cuore, accettare pian piano le peculiarità di questa maternità alternativa.
Nessuna di noi sa perché sia successo proprio a noi, ma tutte noi siamo contente di averli avuti come figli, anche se per poco su questa terra. Nell’eternità , con un abbraccio infinito, ci rifaremo. Nel frattempo, rendiamo i nostri figli fieri di noi, di come riconquistiamo nuovamente la voglia di sorridere e di aprirci alla vita. Perché i nostri figli sono questo: vita e non morte.
Ti stringo forte forte e spero che, col passare dei giorni, passo dopo passo, il peso sul petto si faccia un po’ più lieve. Per me sono passati quasi sei anni, il peso non c’è più, ma quando leggo ogni nuova storia di una nuova mamma, ritorna la stessa fitta, il comune “marchio di fabbrica” sulle nostre vite, che fa male, ma che ci dà però la possibilità di stringerci in un abbraccio sincero e di vera solidarietà.
[SM=g9433]
Giovanna
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