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Discutiamo sul copyright

Ultimo Aggiornamento: 18/02/2012 20:40
03/02/2012 22:36
 
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Ultimamente la rete sta subendo sempre più attacchi da parte della politica, diversi sventati ma altri incombenti, con la motivazione della lotta alla pirateria (SOPA, ACTA,...)
Ultimamente ha fatto scalpore il caso di megaupload, il sito che è stato chiuso dall'FBI in quanto a detta loro favoriva la pirateria, tra l'altro con un sistema di incentivi a caricare contenuti che venivano scaricati da tanti utenti in cambio di compensi. Con la chiusura improvvisa ci hanno rimesso però anche coloro che utilizzavano il servizio per scopi legali, tanti o pochi che siano.

Oggi come oggi bisogna ammettere che Internet è una prateria dove si trova di tutto e un limite sarebbe da trovare ma secondo me non come vorrebbero le major.
Penso che il copyright danneggi la diffusione della cultura, ma ritengo giusto corrispondere un compenso a chi ha le idee e realizza qualcosa; una politica saggia dovrebbe cercare soluzioni che offrano il giusto equilibrio.

Alcuni spunti che offro:

1) il copyright è troppo lungo, secondo me un periodo di 5 anni sarebbe più che sufficiente per garantire dei guadagni all'artista fermo restando che dopo i 5 anni la fruizione dell'opera la consentirei per uso personale e non ai fini di guadagno

2) se davvero megaupload ha fatto guadagnare al proprietario una montagna di soldi, perchè non provare a creare una specie di megaupload legale con profitti che andrebbero a favore di chi ha prodotto le opere?

3) altra possibilità sarebbe che una parte del canone di abbonamento all'ADSL andasse a favore dei produttori in base ad esempio al numero di download

4) contenere i prezzi, classico discorso
18/02/2012 20:40
 
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Per chi ancora avesse dubbi sul fatto che l'informazione televisiva italiana sia libera porto un bell'esempio.
Da qualche settimana in tutta Europa ci sono state mobilitazioni contro l'ACTA, in Italia invece in tv nessuno ne parla.

Che cos'è? Da un sito prendo degli spunti che aiutano a capire.

Il trattato ACTA è una sorta di accordo internazionale anticontraffazione riguardante beni, servizi e prodotti immateriali. In pratica, con la ratifica del Parlamento Europeo prevista per giugno, i detentori di diritti di copyright e di brevetto avranno un maggiore potere nei confronti dei (presunti) soggetti che operano nell'illegalità. Questo vuol dire, secondo molti esperti del settore fra cui l'avvocato IT Giorgio Sarzana, che la privacy sarà considerata un diritto secondario rispetto alla tutela degli interessi industriali. E non è un caso che fra i primi sostenitori di questa iniziativa vi siano colossi le major cinematografiche e tutte le aziende più importanti del mondo.

Si tratta di un documento totalmente in antitesi rispetto alla recente proposta di riforma sulla protezione dei dati presentata dalla Vicepresidente e Commissaria UE per la Giustizia Viviane Reding. Si parla infatti della possibilità per un detentore di copyright di ottenere dai provider i nominativi degli utenti che scaricano contenuti illegali, senza per altro alcun coinvolgimento delle autorità giudiziarie o amministrative. Tutte le organizzazioni mondiali per i diritti digitali da tempo sostengono la pericolosità del trattato ACTA per la sua incapacità di mediare tra i diritti di tutte le parti in causa.

"In sostanza principio base di ACTA è che gli intermediari non possano proteggere i nominativi di chi compie, a loro dire un’attività illecita, trasformando gli stessi intermediari in fonti di informazione privilegiata per perseguire eventuali violazioni", scrive Sarzana sul suo blog.

"Altro principio generalizzato di ACTA è la possibilità che i titolari dei diritti possano imporre agli intermediari di non utilizzare strumenti, di per sé assolutamente leciti, ma che siano in grado di eludere i sistemi di protezione dei diritti di proprietà intellettuale (come ad esempio i DRM)". In Italia e in molti altri paesi sono previste norme a tutela del copyright per far fronte a questi casi, ma ogni diritto è sempre tutelato dal coinvolgimento dell'Autorità giudiziaria nelle procedure di "forcing".

"Portando alle estreme conseguenze tutto ciò dovremmo immaginare che sistemi del tutto leciti quali i programmi di compressione MP3 possano essere strumenti atti a eludere la protezione dei titolari dei diritti perché consentono la riproduzione audio-video di file non originali", sottolinea Sarzana.

"ACTA è un bavaglio mondiale a internet che sarà presto operativo", sostiene l'associazione Agorà Digitale. "L'Unione Europea ha trascurato completamente le molte critiche contro Acta, provenienti dalle ONG che si occupano dell'accesso ai farmaci, come Oxfam o Health Action International, e dai principali partner commerciali dell'Ue".

Già, perché un'altra preoccupazione riguarda l'attività di ricerca effettuata da alcuni istituti, come l'Università Africana, che stanno cercando di mettere a punto farmaci generici per la lotta all'AIDS. Tutte le persone coinvolte potrebbero essere sottoposte a procedimento per violazione di brevetto.

Insomma, tra SOPA, ACTA, Emendamento Fava e l'attesa delibera AGCOM sul copyright si sta delineando un tratto ideologico comune. Forse le lobby industriali, probabilmente sfruttando anche la crisi economica, sono riuscite a ottenere dalla politica la promessa di risolvere definitivamente il problema della pirateria e della contraffazione. Il tutto senza badare agli effetti collaterali sui diritti dei consumatori-utenti-cittadini.

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